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Cose che parlano di noi

D.Miller

Questo libro racconta la storia di 12 persone quasi tutte provenienti dalla stessa via di South
London. I soggetti sono stati studiati per oltre 17 mesi da D.Miller e da F.Parrott. Questo libro
vuole mettere in luce come le relazioni con gli oggetti che possediamo sono spesso profonde e di
norma più vicini siamo alle cose più vicini siamo alle persone. Prendendo in esame i soggetti del
libro Miller ha cercato di comprendere il modo in cui le persone costituiscono la propria estetica
ossia un ordine, uno stile che può essere riconosciuto entro uno spettro di tipologie piuttosto
diverse di relazioni possibili. Gli oggetti presenti nella nostra casa sono comunque un
mezpiuttosto diverse di relazioni possibili. Gli oggetti presenti nella nostra casa sono comunque
un mezzo tramite cui abbiamo scelto di esprimerci. Vuole anche essere un libro sugli abitanti di
Londra e sulla multiculturalità della città, solo il 23% degli abitanti della strada era nato a Londra
e non c'era una minoranza rappresentativa più significativa delle altre. L'antropologia è la
disciplina che tenta di entrare in contatto con le minuzie della vita quotidiana, mantenendo
l'impegno di voler comprendere l'umanità nella sua totalità.a violenza in un simile vuoto" tanto
che l'attenzione faceva fatica a fissarsi su qualcosa. Quando si parla con un'altra persona c'è un
momento automatico di introspezione in cui ci si guarda dentro per interrogarsi e trovare una
risposta. Questo processo in G. avveniva più lentamente, sembrava interrogarsi sullo scopo della
domanda più che sulla domanda vera e propria. Non rispondeva mai velocemente, quando
parlava di sè sembrava descrivesse un'altra persona. Rispondeva con frasi complete cercando di
trovare la frase giusta da dire per accontentare i due studiosi. "G. si chiedeva che tipo di trappola
rappresentasse una determinata domanda e in quale specie di animale debba lui stesso
trasformarsi per soddisfarla." Subito verrebbe da classificarlo come "ritardato" ma andando

Cap. 1: il vuoto

L'appartamento di George (75 anni) era quasi completamente vuoto. "C'era violenza in un simile
vuoto" tanto che l'attenzione faceva fatica a fissarsi su qualcosa. Quando si parla con un'altra
persona c'è un momento automatico di introspezione in cui ci si guarda dentro per interrogarsi e
trovare una risposta. Questo processo in G. avveniva più lentamente, sembrava interrogarsi sullo
scopo della domanda più che sulla domanda vera e propria. Non rispondeva mai velocemente,
quando parlava di sè sembrava descrivesse un'altra perai velocemente, quando parlava di sè
sembrava descrivesse un'altra persona. Rispondeva con frasi complete cercando di trovare la
frase giusta da dire per accontentare i due studiosi. "G. si chiedeva che tipo di trappola
rappresentasse una determinata domanda e in quale specie di animale debba lui stesso
trasformarsi per soddisfarla." Subito verrebbe da classificarlo come "ritardato" ma andando
avanti nell'intervista si scopre che i suoi comportamenti erano frutt avanti nell'intervista si
scopre che i suoi comportamenti erano frutto di una vita passata sotto il controllo di un'autorità
che lo rende incapace di essere artefice del proprio destino. I suoi genitori si sono sempre posti
nei suoi confronti come autorità condizionandogli il futuro (gli vietarono ad esempio l'ingresso in
marina o la continuazuine degli studi) facendo in modo che diventasse dipendente dalle autorità.
Con la morte dei suoi genitori lo stato divenne il suo insegnante, il suo burocrate,il nuovo
oppressore. G. era un uomo in attesa che il suo tempo sulla terra terminasse, ma che all'età di 75
anni non aveva ancora veduto la sua vita iniziare. E quel che è peggio è che lo sapeva.

Cap.2: pieno

L'appartamento dei Clarke appare pieno di decorazioni natalizie, questo perchè il signor C. è un
appassionato artigiano che da molti decenni colleziona e confeziona con cura addobbi e
luminarie. Per questi coniugi il natale è un momento importante di comunione con la loro
grande famiglia, gli amici e i vicini: mentre l'anziano si occupa delle luminarie la moglie si occupa
della cucina. La connessione tra la cura per le persone e le cose, il cibo e le decorazioni appare
così naturale e piacevole che ci vuole,per gli antropologi, una certa distanza critica per poter
analizzare la situazione. Emerge che per questa famiglia lo spreco più grande è lo spreco di
un'opportunità di riconoscimento sociale (lo scarto di un regalo o la profusione di bevande).
Ogni discorso deve menzionare adeguatamente quanto una persona ha fatto per l'altra durante
l'anno e nessuno deve reclamare mancanza di attenzioni. Il signor C. ha molte passioni come
collezionare francobolli, bicchieri e restaurare antiche macchine. La cura e la precisione che
impiega in queste attività è la stessa che adopera nel rapporto con le altre persone. La moglie
sembra invece collezionare persone, raramente i suoi discorsi si allontanno dal parlare delle
persone a lei care. Entrambi, in modo spesso indiretto, sono riusciti a trasmettere la loro
sensibilità, gli hobby, la cura e l'amore per il prossimo ad i loro discendenti. Questo è stato
possibile perchè i due hanno un rapporto solido. Quando chiacchierano si correggono a vicenda
ma ciò non desta morivo di litigio nella coppia anzi si può notare come i due cerchino sempre di
perfezionarsi. La loro relazione ha permesso di creare una rete di salvataggio che può proteggere
un numero crescente di parenti, amici e coloro di cui si sentono responsabili.

Cap.3: contenitori porosi

Elia è una grande narratrice, quando parla il suo corpo non sta mai fermo. Intorno a lei ci sono
molti fantasmi di persone morte a lei care, questi comunicano sia con lei che tra di loro. A capo
di tutti c'è il nonno con cui da sempre ha un rapporto speciale: un giorno sul pullman incontrò un
uomo più giovane di lei (la sua anima gemella) e pensa che a farli incontrare sia stato il nonno
per dirmostrarle che la vita le avrebbe offerto ancora molto e non doveva aver paura di
invecchiare. Ogni parente morto le ha lasciato in eredità comportamenti e insegnamenti che ora
sono rappresentativi del suo carattere. Come mezzo per sentirsi più vicina ai suoi cari defunti ci
sono i gioielli ma in particolar modo i vestiti. E. è solita indossare vestiti che appartenevano alla
madre o alla zia, è per lei un modo per sentirle più vicine, per portarle in giro e continuare a farle
vivere esperienze. Il suo armadio così ha anche la funzione di museo. I vestiti conservano e
possiedono, accolgono ed esprimono emozioni a cui sono associati. Per E. il modo in cui oggetti,
le relazioni e le emozioni scorrono è anche parte di quello che lei considera l'ethos della
tradizione greca. Emerge anche un lato fregile di E. se quando dona non è ricambiata con lo
stesso affetto. Rimane infastidita quando le altre persone restano impassibili e fredde davanti
alla perdita di una persona cara, per lei i sentimenti sono doni che aiutano le altre persone a
condividere e ad arrivare a patti con se stesse. Un luogo importante per lei è il cimitero, lì può
dare libero sfogo alle sue emozioni, chiacchiera, ride e litiga con i parenti che considera sempre
presenti in quel luogo.

Cap.4: paperelle di plastica

Simon possiede 15000 dischi e 2000 CD, per lui la musica è memoria, è la forma e il repertorio
delle sue emozioni. Per lui la musica è anche mezzo di autocontrollo e autoespressione. Spesso
quando sente la musica S. crea un video musicale nella sua testa che si basa sul testo della
canzone. A volte scrive racconti fantasy sui video musicali che ha immaginato. S. fornisce una
telecronaca costante dei suoi pensieri, pensa che averli esposti fuori da sé abbia molti vantaggi,
ad esempio è capace di considerarli più attentamente. S. non capisce perché possedere così
tante cose sia considerato materialismo, l'accumulazione di una vita secondo lui è quello che
forma le persone. Nonostante frequenti locali gay da una giovanissima età rifiuta tutti gli
stereotipi che vengono attribuiti agli omosessuali. Detesta vedere sue foto esposte in casa
perché non vuole una prova del tempo che passa e soprattutto non vuole una prova che il suo
compagno, Jacques, seppur più vecchio sia più bello di lui. Jacques è rilassato, chiuso a riccio e
quasi imperturbabile. J. è molto differente da S. ma sanno che sono proprio le loro nature
complementari a renderli adatti l'uno per l'altro. Per J. non sono le cose in sé che vanno coltivate
ma i processi e le tecniche, questo si può notare nell'accortezza con cui prepara il cibo o nel
modo in cui si prende cura delle piante.

Cap.5: l'aborigeno e il suo laptop

Malcom vive in subaffitto. Nella casa ci sono molti scatoloni pieni delle sue cose ancora da
svuotare, M. ha cambiato più volte idea se stabilirsi in Gran Bretagna o Australia. Il posto in cui
può dirsi veramente a casa è il suo portatile. M. può essere definito uomo digitale, usa il pc per
tenere in ordine la sua vita e tenersi in contatto con parenti, amici e conoscenti; l'email funge
appunto da medium per organizzare le relazioni. M. è molto interessato alla storia di una parte
della sua famiglia i cui antenati erano aborigeni australiani. La sua ambizione è quella di
completare il progetto di archiviazione del lignaggio di sua madre, e poi della sua vita, infine di
depositare le informazioni nell'archivio di stato australiano che si augura essere il luogo in cui le
vite degli aborigeni saranno trattate con il rispetto che meritano. Per Malcom l'avvento del
digitale ha risolto la sua opposizione alla materialità. Su questo punto c'è stata l'influenza del
padre che in quanto antiquario raccoglieva avidamente oggetti che poi era costretto a vendere.
Ha così imparato la lezione su come non affezionarsi troppo agli oggetti. M. è conscio della
contraddizione che sta alla base della sua vita improntata all'auto conservazione. Se da un lato
tende a non conservare molti oggetti dall'altro in qualità di archivista di sé stesso si domanda
cosa dovrebbe tenere, cosa potrebbe interessare della sua esistenza alle generazioni future.

Cap.6: tatuaggi

Charlotte ha poco più di 20 anni e si presta in modo entusiasta alla ricerca. Hanno deciso di
interessarsi a lei perché è stata in grado di crearsi una cultura materiale basata sui ricordi tramite
piercing e tatuaggi. I piercing sono mezzi con cui dare ai ricordi una forma materiale che può
essere legata o dissociata del corpo e quindi controllata. Il tatuaggio ricorda di più relazioni
specifiche, lei è sempre molto sicura quando si fa tatuare. Questo tipo di trattamento sul suo
corpo è iniziato per distinguersi dalla sorella gemella e anche come sfida verso la madre che la
rimproverava di voler assomigliare a tutte le altre.

Cap.7: fantasmi

Stan è un uomo sulla settantina che è perseguitato da fantasmi di persone morte. S. uccise
queste persone per sbaglio mentre lavorava come mercenario in Colombia. Quando si guarda
dentro vede solo voragini e non vede miglioramenti nella sua situazione, questo è il motivo per
cui ha tentato il suicidio più volte (senza mai riuscirci). S. ha tagliato i ponti con tutta la sua
famiglia dalla quale si sente tradito, l'unico modo che ha di comunicare con il resto del mondo è
tramite internet e la pornografia. Utilizza la pornografia per costruire relazioni con persone su
tutto il territorio nazionale, persone che come lui condividono l'ossessione per le protagoniste
dei reality. La pornografia è il mezzo che gli permette di trasformare meri oggetti in soggetti. S.
tiene in modo morboso a queste ragazze tanto da definirle "le sue ragazze" e arrabbiarsi o
dispiacersi quando non fanno quello che lui si aspetterebbe da loro.

Cap.8: parla con il cane

Harry fa fatica ad abbracciare il progetto che i due antropologi vogliono portare avanti. Appare
infastidito perché pensa che non ci sia nulla di interessante da scoprire su di lui e che quindi
stiano perdendo inutilmente il loro tempo. Decide di prestarsi all'intervista quando vede
l'interesse che i due studiosi provano nei confronti del suo amato cane Jeff. Tutta la vita di H.
sembra girare intorno al suo cane: la casa è arredata con colori che riprendono quelli del pelo di
J., la macchina è stata modificata di modo che il cane possa stare più comodo, le gite in Scozia
sono fatte con il solo scopo di portare il cane da un veterinario migliore. J. è anche diventato la
causa e la legittimazione di quasi tutte le interazioni sociali di H. (ad esempio l'amicizia con la
vicina che possedeva un cane con cui far giocare J.). L'unico rimpianto di H. è quello di non aver
conosciuto prima il suo cane.

Cap.9: gli Happy Meal e la felicità

Marina prova un grandissimo amore per i suoi figli e questo si può notare nelle minuziose cure
con cui si occupa di loro. Uno dei principali scopi della sua vita è quello di rompere la continuità
generazionale e crescere i suoi figli in modo differente da come è stata cresciuta dai suoi
genitori. I suoi genitori mostravano una facciata glaciale e si rifiutavano di discutere di qualunque
cosa. In parte il loro atteggiamento può avere motivazioni culturali infatti provenivano da una
famiglia di coloni del sud-est asiatico. Nel divorzio da quella che è stata la sua educazione
giocano un ruolo importante gli oggetti. M. è solita comprare mobili che lei stessa può montare
comprati all'IKEA, questo per i suoi genitori è un insulto al buon gusto. Un'altra cosa che i suoi
genitori disapprovano è l'abitudine di M. a portare i figli al McDonald's. Non ha molto tempo
libero a causa del suo lavoro e portare i bambini a mangiare in questi fastfood le offriva
un'occasione in più di socialità (mangiare, giocare con i giochi in regalo).

Cap.10: rinascita

Anna e Louise sono una coppia lesbica che in quanto madri hanno paura di fare la cosa sbagliata
per loro figlio Florian. Quando si ha un figlio sono anche i genitori a rinascere e cercano di
proteggere il figlio per fare in modo che non venga sporcato dal mondo come è successo a loro,
hanno una seconda occasione di vivere la vita. Entrambe hanno fatto dei sacrifici quando è nato
F.: A. ha dovuto rinunciare ai costosi vestiti che amava comprare per fare economia, Louise
(madre biologica) ha/sta lottando per riappropriarsi del fisico che aveva prima della gravidanza e
per poter stare in maternità ha dovuto abbandonare il lavoro dove non era sostenuta. La nascita
di un figlio ha però dato l'opportunità alla coppia di sviluppare un rapporto più solido e rivivere
insieme vecchie passioni precedenti al loro incontro come ad esempio l'acquisto di giochi vintage
comuni alla loro infanzia. Non si aspettano che F. sia affascinato da tutti i loro vecchi giochi.

Cap.11: eroina

La storia di Dave sembra provenire dall'inferno di Dante. Il mondo non gli ha regalato quasi nulla,
lui ha rubato tutto quello che ha amato, perché era molto bravo a rubare e questa divenne la
prova che era capace a fare qualcosa da solo. A tenerlo a galla nella coltre di nebbia fatta di
alcool, eroina e depressione è stato il peso di risorse materiali come i CD e le fotografie che
insieme alla crescita dei suoi figli lo aiutavano a scandire il suo tempo e a ritrovarsi nella
narrazione. Anche la casa è stata un punto di riferimento importante durante gli anni perché
nonostante le cose non andassero bene rimaneva sempre lì come un rifugio. C'è un forte
elemento rituale nella sua storia, è stata raccontata più volte. Dave spende molte delle sue
energie aiutando gli altri con diverse forme di riabilitazione.

Cap.12: seppia

Jenny era una signora molto anziana, fragile e quasi completamente cieca. Prima di incontrare lei
i due antropologi avevano cercato di parlare alle persone attraverso oggetti particolari che
potessero essere importanti per loro, ma dopo fu chiaro che per J. non era un oggetto specifico a
contare ma il senso generale di un ordine e di un'estetica più ampia che unisse tutte le sue cose
e tutti i luoghi che le contengono. Come i suoi racconti rivelano, quest'ordine interno è nato
prima del suo handicap. In una casa simile appena si entra si ha la certezza che le cose una volta
poste in un luogo siano destinate a rimanerci per decenni. La cucina è un luogo importane dove
J. si occupa della creazione dei suoi pudding natalizi, la cucina è anche il luogo dove si tiene
aggiornata. Ogni volta che uno dei suoi figli lasciava la casa per creare un nuovo nucleo familiare
li spingeva a prendere qualcosa dalla casa per la loro nuova vita così da creare continuità. Per J.
un buon modo di ricordare e riappropriarsi di ogni singolo oggetto della casa è spolverare.

Epilogo:

Per riassumere: il primo punto è che la natura effettiva dello stato moderno e il nostro livello
crescente di risorse ci garantiscono un'autonomia creativa. Mescoliamo le influenze culturali e
familiari, gli ordini normativi sociali e altri ingredienti che aggiungiamo strada facendo. Questo è
essenziale nelle condizioni proprie della vita moderna dove mondi domestici possono combinare
persone con origini diverse o con preoccupazioni e gusti differenti. Le unità domestiche sono
diventate più vicine a delle vere e proprie società capaci di legare una cosmologia legata più o
meno intensamente a norme religiose e culturali più ampie. Così anche se l'antropologia rischia
di perdere un oggetto di ricerca, un oggetto relativamente coerente chiamato società, può
applicare le stesse prospettive ai mondi domestici o anche agli individui. Il secondo punto è che
l'alternativa alla società non è l'individuo isolato ma persone che si sforzano di creare relazioni
sia con altre persone che con le cose. Queste relazioni possono includere routine materiali e
sociali e progetti che danno ordine, significato alle loro vite e spesso permettono di pronunciare
dei giudizi morali su di esse; un ordine che, quando diventa familiare e ripetitivo può anche dare
loro molta consolazione. Ho chiamato questo ordine estetica, sebbene rimanga spesso allo stato
di abbozzo e sia contraddittorio, multiforme e in continuo cambiamento. Ma questo è vero, in
una scala diversa, anche per le cosmologie più ampie e gli ordini estetici di società e religione.
L'antropologia può ancora costruire generalizzazioni basate sull'osservazione di un'omogeneità
sorprendente tra persone di diverse origini. Ma questo libro sottolinea che l'attenzione
all'eterogeneità senza eguali di Londra ci permette di imparare dalla diversità delle persone nello
stesso modo in cui nel passato imparavamo dalla diversità dei popoli. Nonostante tutto, questo
dibattito accademico rimane freddo. Una delle ragioni per cui ho deciso di scrivere in uno stile
non accademico era la speranza che questi ritratti potessero veicolare qualcosa del calore di
questa umanità. La forma estetica che vi si trova non è solo un sistema ripetitivo di ordine; è
soprattutto una configurazione di valori umani, sentimenti ed esperienze. Esse formano la base
tramite cui le persone giudicano il mondo e sé stesse. E' questo ordine che dà loro la fiducia per
legittimare, condannare e approvare. Si tratta di ordini costruiti dalle relazioni e dalle emozioni e
i sentimenti messi in gioco nelle relazioni sono molto profondi, indifferentemente dal fatto che
siano rivolti a una collezione di oggetti, a genitori divorziati, al paesaggio di un salotto o a un
cane. Questo libro vuole riconoscere che le persone formulano giudizi su se stesse, riflettono su
beni accumulati, per considerare il grado in cui la loro vita è stata o non è stata degna di essere
vissuta. Così la della cultura materiale è in definitiva una ricerca sul valore e sui valori.

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