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FAQ - Procedura per la gestione dei casi positivi o sospetti

Si precisa che le FAQ sono alcune tra le domande poste più frequentemente e non intendono essere
esaustive e/o sostitutive della procedura, alla quale bisogna sempre fare riferimento per la gestione dei
casi.

Quali sono le fonti della procedura?

La procedura è stata scritta principalmente in base a quanto previsto dai recenti Decreti del Presidente del
Consiglio dei Ministri, dalle Circolari del Ministero della Salute e dai documenti elaborati dalle Autorità
Sanitarie internazionali.

Cosa si intende per caso positivo?

È caso positivo un soggetto che ha avuto conferma di infezione da Covid-19 da un laboratorio di riferimento
dell’Istituto Superiore di Sanità, indipendentemente dai segni o dai sintomi clinici.

Cosa si intende per caso sospetto?

Ci sono tre ipotesi di caso sospetto:

 soggetto asintomatico che ha avuto un contatto stretto con un caso positivo


 soggetto con sintomi potenzialmente riconducibili ad un contagio di COVID-19
 soggetto che rientra in Italia da Paese estero in cui è segnalato rischio epidemiologico dall’OMS.

Cosa si intende per contatto stretto?

Il Ministero della Salute - riprendendo la definizione dell’ECDC (European Center for Disease Prevention and
Control) - chiarisce che contatto stretto è:

 una persona che vive nella stessa casa di un caso di COVID-19


 una persona che ha avuto un contatto fisico diretto con un caso di COVID-19 (per esempio la stretta
di mano)
 una persona che ha avuto un contatto diretto non protetto con le secrezioni di un caso di COVID-19
(ad esempio toccare a mani nude fazzoletti di carta usati)
 una persona che ha avuto un contatto diretto (faccia a faccia) con un caso di COVID-19, a distanza
minore di 2 metri e di durata maggiore a 15 minuti
 una persona che si è trovata in un ambiente chiuso (ad esempio aula, sala riunioni, sala d'attesa
dell'ospedale) con un caso di COVID-19 per almeno 15 minuti, a distanza minore di 2 metri
 una persona che abbia viaggiato seduta in aereo nei due posti adiacenti, in qualsiasi direzione, di un
caso di COVID-19, i compagni di viaggio o le persone addette all’assistenza e i membri dell’equipaggio
addetti alla sezione dell’aereo dove il caso indice era seduto.

Il periodo di 15 minuti va inteso in senso continuativo o anche come somma di periodi più brevi?

Non ci sono indicazioni precise a tal riguardo nelle fonti istituzionali; per motivi cautelativi i 15 minuti vanno
considerati anche come somma di periodi più brevi nell’arco della giornata.
La distanza di due metri prevista per la definizione di contatto stretto vale anche nel caso in cui si indossi
la mascherina?

In via cautelativa si, fatte salve valutazioni effettuate sul caso specifico dall’Autorità Sanitaria.

È possibile fare il tampone per i soggetti che hanno avuto contatti stretti?

No, in base alle disposizioni delle Autorità Sanitarie il tampone è previsto solo per i soggetti sintomatici.
L’Azienda non ha titolo per richiedere l’esecuzione di tamponi per i propri dipendenti.

Quali sono le azioni operative in caso di notizia di un soggetto positivo?

Quando si riceve notizia di un soggetto positivo, tale soggetto si trova già verosimilmente in isolamento. Per
coloro che hanno avuto un contatto stretto con il soggetto positivo si applicano le seguenti misure:

 coloro che hanno avuto contatti stretti - secondo i criteri sopra indicati - informano il proprio
Direttore, o in caso di impossibilità ed in casi particolari, il diretto Responsabile
 la dichiarazione è fatta dal dipendente sotto la propria responsabilità e comporta provvedimenti
disciplinari in caso di falsa dichiarazione
 l’Azienda comunica al più presto al soggetto, anche verbalmente, la misura cautelativa della
permanenza domiciliare in attesa delle disposizioni delle Autorità Sanitarie che – ribadiamo – sono i
soggetti deputati all’analisi sanitaria del caso e alle disposizioni di misure di quarantena
 la Task Force provvederà poi ad inviare al soggetto una comunicazione con una indicazione più
puntuale della permanenza domiciliare che potrà essere prevista fino a 14 giorni, che saranno ridotti
in presenza di prescrizioni da parte delle Autorità Sanitarie che prevedano tempi inferiori.

In caso di presenza di soggetto positivo si procede alla sanificazione degli ambienti dove il soggetto ha
soggiornato?

Certo. È prevista la sanificazione di tutti gli ambienti dove ha soggiornato il soggetto positivo. Non è prevista
la sanificazione degli ambienti dove hanno soggiornato eventuali contatti stretti del soggetto positivo,
permanendo invece le pulizie straordinarie in seguito all’emergenza Coronavirus.

Quali misure sono previste per coloro che sono entrati in contatto stretto con un soggetto che ha dichiarato
un contatto stretto con un positivo?

Per tali soggetti non è prevista alcuna misura fino al momento in cui i soggetti che hanno dichiarato un
contatto stretto con un positivo, diventino a loro volta casi positivi. A quel punto si applicheranno le misure
previste per i casi sospetti.
Ad esempio, se un soggetto A è stato a contatto stretto con un soggetto B che ha avuto un contatto stretto
con un soggetto positivo C, non è prevista alcuna misura per il soggetto A, fino all’eventuale positività del
soggetto B.

Cosa succede se ad una persona insorgono sintomi riconducibili al Covid-19 mentre si trova nei siti
aziendali?

La persona deve immediatamente informare il proprio Direttore o, in caso di impossibilità, il proprio diretto
Responsabile, il quale richiede l’assistenza del Servizio Sanitario Aziendale, ove presente, e del Servizio di
Prevenzione e Protezione. Chi interviene, dovrà isolare il soggetto e attivare il 112 rappresentando il caso. Il
soggetto verrà quindi allontanato dai siti aziendali e si attenderanno le disposizioni delle Autorità Sanitarie.
L’allontanamento è previsto fino ad un massimo di 14 giorni da rideterminare sulla base delle disposizioni
dell’Autorità Sanitaria.

Cosa succede in caso di soggetto che entra in Italia dalle zone epidemiologicamente a rischio secondo
l’OMS?

Innanzitutto, va precisato che l’OMS non stabilisce una vera e propria lista delle zone a rischio
epidemiologico. In via cautelativa, a tutti coloro che rientrano dall’estero viene precluso l’accesso ai siti
aziendali per un periodo massimo di 14 giorni dalla data del rientro, fino all’acquisizione delle disposizioni
delle Autorità Sanitarie.

Cosa succede al termine del periodo di permanenza domiciliare?

Se un dipendente ha ricevuto dall’Azienda o dall’Autorità Sanitaria la prescrizione di permanenza domiciliare


(ad esempio di 14 giorni), al termine può rientrare direttamente al lavoro come normalmente avviene al
termine di un periodo di malattia, salvo ovviamente eventuali prescrizioni da osservare imposte dall’Autorità
Sanitaria.

Cosa succede se un soggetto avverte, mentre si trova all’interno dei siti aziendali, sintomi simil-influenzali
non immediatamente riconducibili all’infezione da COVID-19?

Il soggetto è invitato ad allontanarsi dal luogo di lavoro, a recarsi presso il proprio domicilio e a contattare il
proprio medico curante.

Ci sono casi diversi da quelli sopra indicati che verranno analizzati per eventuali azioni di tutela?

In linea di principio no. Saranno tuttavia analizzate limitatissime e particolari situazioni dove può risultare
evidente una particolare esposizione al contagio ed in tali ipotesi potranno essere prescritte misure di
domiciliazione. Un caso ad esempio è il rientro dei giornalisti e dei relativi tecnici che si sono occupati della
copertura informativa in zone particolarmente a rischio (es: ex zone rosse, interno di ospedali).

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