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FONDAMENTI DI SOCIOLOGIA
S01
Una definizione: • La sociologia è una disciplina che studia scientificamente le società umane, e il
comportamento sociale. • Soggetto conoscente e oggetto conosciuto • Senso comune (ciò che è
scontato) ed etnocentrismo • Il sociologo, secondo Mills, deve avere la capacità di esercitare
l’immaginazione sociologica che consiste nel vedere da un punto di vista «altro» (liberandocisi dai
condizionamenti della situazione personale), in termini di strutture e istituzioni (C. Wright Mills), e
cioè permette di vedere come eventi che sembrano interessare solo un singolo individuo, in realtà
sono legati a questioni più ampie; quindi si inizia ad esercitare l’immaginazione sociologica quando
si concepisce la vita sociale attraverso i concetti di “società”(=gruppo di persone che vivono in un
determinato territorio condividendo caratteristiche culturali comuni; essa comprende anche le
istituzioni), “istituzioni”(=famiglia, governo ecc) e “struttura sociale” (=modelli persistenti delle
relazioni tra persone, gruppi e istituzioni). Dunque alcuni compiti della sociologia sono per
esempio studiare il valore simbolico dei riti sociali quotidiani, capire i motivi alla base delle
differenze culturali, studiare lo sviluppo storico-sociale che sta dietro ad un qualsiasi gesto,
esplorare le connessioni tra quello che la società fa di noi e quello che noi facciamo di noi stessi,
con la consapevolezza che le società umane sono caratterizzate da un interminabile processo di
strutturazione/evoluzione (come dimostrato dagli eventi rivoluzionari). In poche parole, la
sociologia studia il perché accadono i fatti e per fare ciò vengono costruite delle teorie che li
spieghino, le quali devono essere verificate tramite la ricerca empirica. Le teorie vengono anche
formulate anche in riferimento al modo in cui occorre studiare la vita sociale • Paradigmi (più di
uno): -Azione (micro) / struttura (macro) (cioè lo studio del comportamento quotidiano nelle
interazioni dirette è detto “microsociologia”, mentre l’analisi delle grandi strutture sociali e dei
processi di cambiamento è detta “macrosociologia”: tuttavia vi sono delle interazioni tra i livelli
macro e micro poiché le interazioni nei micro contesti influisce sui grandi processi sociali e
viceversa) -Ordine/conflitto -Ponti…?
Sociologia e scienze sociali: • Soluzione gerarchica (Auguste Comte) • Soluzione residuale (Walter
Runciman) • Soluzione analitico-formale (Georg Simmel) • Secondo Burawoy esistono 4 tipi di
sociologia: – Sociologia professionale (disciplina accademica che si studia nelle università che
accumula conoscenze) – Sociologia pratica (ricerche ad hoc/studi che perseguono obiettivi definiti
da committenti come uffici pubblici) – Sociologia critica (deontologia, cioè l’insieme delle regole
morali che disciplinano l’esercizio di tale disciplina\smaschera gli assunti fatti dalla sociologia
professionale) – Sociologia pubblica (dialogo con la società: dialoga direttamente con i gruppi
sociali e, a differenza di quella professionale che però produce i metodi di ricerca e le teorie
necessarie affinchè quella pubblica possa essere attuata, ammette la possibilità che i loro interessi
possano modellare la disciplina stessa)
Origini della sociologia: i primi studi circa la vita sociale risalgono alla rivoluzione francese (1789) e
alla rivoluzione industriale (19° secolo), le quali modificarono i modi di vita tradizionali e di
conseguenza i fondatori della sociologia si chiesero il perché di tali cambiamenti• Cambiamento
sociale• Modernità• Globalizzazione: serie di processi che comportano crescenti flussi
multidirezionali di beni, persone e informazioni in tutto il pianeta e tramite cui individui, gruppi e
nazioni diventano più interdipendenti; l’elemento fondamentale della globalizzazione è lo sviluppo
della ICT (tecnologia dell’informazione e della comunicazione) che grazie per esempio ad internet,
tv ecc ha accresciuto la velocità e l’ampiezza delle interazioni tra persone di goni parte del mondo,
ha facilitato la circolazione di informazioni e ha accresciuto il senso di responsabilità sociale,
poiché la comunità ha acquisito la sensazione di avere il dovere di agire per difendere i diritti
umani delle persone la cui vita è in pericolo; altri fattori della globalizzazione sono per esempio lo
sviluppo delle imprese transnazionali che sono aziende che producono beni e servizi in più di un
paese e l’ascesa dell’individualismo, poiché essa spinge l’individuo a vedere in modo più aperto e
riflessivo chiamandolo ad adattarsi costantemente all’ambiente in mutamento. In generale in
riferimento al concetto di “globalizzazione” esistono 3 scuole di pensiero: 1)iperglobalisti, secondo
cui la globalizzazione porterà a un nuovo ordine globale in cui le forze di mercato (produzione e
commercio) saranno più potenti dei governi internazionali i quali stanno perdendo il potere di
controllo 2)Scettici, secondo cui la globalizzazione non avrà degli effetti così esagerati e i governi
nazionali conservano sempre un ruolo fondamentale nel regolamentare l’attività economica,
poiché secondo loro l’economia mondiale non è davvero globalizzata, ma si parla invece di
processi di “regionalizzazione” 3) trasformazionalisti, secondo cui la globalizzazione determina dei
cambiamenti nelle società contemporanee ma mantenendo comunque l’esistenza delle vecchie
strutture (infatti alcuni affermano che addirittura le forza globali possono avere l’effetto di
rafforzare i valori tradizionali) • Rivoluzione scientifica • Rivoluzione industriale • Rivoluzione
politica
I fondatori della sociologia:
• Auguste Comte: Egli coniò la parola “sociologia” (per distinguere il suo pensiero dai suoi
contemporanei che la definivano “fisica sociale”), riferendosi ad una scienza della società
che potesse spiegare le leggi del mondo sociale così come le scienze naturali spiegano le
leggi del mondo fisico; in particolare egli era intenzionato a far diventare la sociologia una
“scienza positiva” in grado di applicare gli stessi metodi scientifici delle scienze naturali e
che, osservando l’evidenza\realtà empirica, potesse individuare le leggi che spiegano le
relazioni causali tra i fenomeni sociali osservati al fine di prevederne la ripetizione futura.
Egli formulò la “legge dei tre stadi” secondo cui la comprensione del mondo sociale si è
evoluta passando per tre stadi: 1) stadio teologico: il pensiero viene guidato da idee
religiose 2) stadio metafisico: la società è vista in termini naturali e non soprannaturali 3)
stadio positivo: avviene l’applicazione del metodo scientifico. Inoltre i suoi pensieri
nascevano dalle disuguaglianze che erano state generate dall’industrializzazione le quali
minacciavano la coesione sociale
• EMILE DURKHEIM: egli riteneva che si dovessero studiare i fatti sociali con la stessa
oggettività con cui gli scienziati studiano la natura, dove con “fatti sociali” si intende
l’insieme di quelle istituzioni o regole dell’agire che determinano il comportamento umano.
In particolare egli si sofferma sul concetto di “solidarietà sociale e morale”, cioè ciò che
“tiene insieme la società” e che si ha nel momento in cui nei gruppi sociali esistono valori e
coatumi condivisi. Tuttavia, egli afferma (nel suo “la divisione del lavoro sociale”) che l’era
industriale ha portato un mutamento sociale con cui si è affermato un nuovo tipo di
solidarietà: infatti mentre prima le società tradizionali erano caratterizzate dalla
“solidarietà meccanica”, in cui la scarsa divisione del lavoro faceva si che gli individui
avessero occupazioni simili e che quindi fossero legati da esperienze e credenze condivise
comuni, invece con l’industrializzazione che ha portato alla specializzazione delle mansioni
e alla crescente differenziazione sociale, si afferma una “solidarietà organica” per cui
svolgendo attività diverse tra loro, gli individui diventano più dipendenti gli uni dagli altri.
Di conseguenza egli affermava che, dato che i processi di cambiamento nel mondo
moderno (cambiamento di società, stili di vita ecc) sono troppo rapidi, ciò implicava che i
vecchi valori andassero perduti senza che altri ne prendessero il posto; egli indicava questa
condizione di disagio caratterizzata da senso di inutilità, timore e disperazione, derivante
dalla diffusa percezione di assenza di significato e di struttura nell’esistenza, con il termine
“anomia”.
• Karl Marx: egli si concentrò sul concetto di “capitalismo”, cioè il novo modo di produzione
(diverso dai precedenti) che si era affermato tramite lo sviluppo industriale e che era
caratterizzato da due elementi: il capitale, ovvero i mezzi di produzione che erano
posseduti dalla classe dominante (borghesia\capitalisti) e il lavoro salariato che invece si
riferiva all’insieme di lavoratori che non possedevano mezzi di produzione e che
costituivano il proletariato (classe subordinata). Quindi i capitalisti e gli operai dipendevano
gli uni dagli altri, ma tale dipendenza era sbilanciata; il capitalismo era un sistema classista
caratterizzato da un rapporto conflittuale tra classi. Tuttavia, Marx affermava che tali
conflitti tra classi fossero il motore della storia (“Manifesto del partito comunista”): infatti,
così come i sistemi feudali (che erano basati sulla lotta tra proprietari terrieri e servi della
gleba) vennero spazzati dalla comparsa della borghesia, allo stesso modo la borghesia
sarebbe stata spazzata via dal proletariato tramite una rivoluzione dei lavoratori che
avrebbe dato vita a una nuova società in cui non vi sarebbe più stata la divisione tra
proprietari e lavoratori (stadio del COMUNISMO).
• MAX WEBER: egli individua alcune caratteristiche delle società industriali e nella sua opera
“l’etica protestante e lo spirito del capitalismo” egli sottolinea l’importanza dei valori
religiosi (puritanesimo) nella creazione della mentalità capitalista. Egli inoltre riteneva che
la sociologia dovesse studiare l’agire sociale e cioè le azioni individuali facendo riferimento
al concetto di “tipi ideali”, cioè quei modelli caratterizzati da caratteristiche comuni che
possono essere utilizzati per indagare e comprendere un fenomeno sociale (es: il tipo
ideale di gruppo terrorista è dato da un insieme di caratteristiche comuni che lo
definiscono), dove con “ideale” egli non si riferisce alla perfezione o alla desiderabilità ma
al fatto che i tipi ideai sono forme pure o monodimensionali di fenomeni reali. Inoltre
Weber sosteneva che con l’industrializzazione le credenze nella religione e nelle usanze
tradizionali fossero state sostituite dal calcolo strumentale razionale, cioè un processo di
razionalizzazione tendente al raggiungimento dell’efficienza che lasciava poco spazio al
sentimento e allo spirito umano.
Il pensiero degli ultimi 3 autori ha dato vita a 3 tradizioni di ricerca all’inerno della storia della
sociologia:
Etnia : >Un tipo di identità sociale correlato a differenze culturali (storia, religione, lingua,
mode), che si “attiva” in determinati contesti sociali (es. conflitti) ◼ Le differenze NON sono innate
(es. i meridionali pigri) ◼ Strumenti di esclusione: noi/loro, connubium ◼ Non si può prescindere
dal gruppo di riferimento >Minoranze: ◼ In senso statistico / in senso sociologico ◼ Minoranza
come “posizione subordinata” (es. le donne) ◼ Varie condizioni di minoranza (pachistani,
omosessuali, …)
Il razzismo: È la credenza che alcuni individui o gruppi siano superiori ad altri sulla base di
differenze razzializzate : >Etero ed auto-razzizzazione > “Naturalizzazione” delle disuguaglianze
sociali >Non è un fatto individuale, ma sociale (razzismo istituzionale) >Razzismo culturale (non
biologico) > Razzismi multipli Processi di razzializzazione: >Etnocentrismo > Chiusura di gruppo
(connubium, relazioni, separatezza) >Allocazione differenziale delle risorse
Le migrazioni: modelli ed eventi Modelli: >Modello classico (le «nazioni d’immigrati») >
Modello coloniale >Modello dei lavoratori ospiti (Gastarbeiters) > Modelli illegali Due eventi
importanti: il 1989 e i conflitti nella ex Jugoslavia > Da paesi di emigrati a paesi di immigrati
>Schengen (1995) >Movimenti di estrema destra >Aumento dei controlli e… aumento dei traffici
illegali