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Domodossola

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Domodossola (Dòm in dialetto ossolano, Döm in
Domodossola
walser) è un comune italiano di 18 119 abitanti[2] della
comune
provincia del Verbano-Cusio-Ossola nella regione
Piemonte.

La città è il centro principale della val d'Ossola e si trova


nella piana del fiume Toce, alla confluenza di val
Bognanco, val Divedro, valle Antigorio-Formazza, valle
Isorno e val Vigezzo. La città è anche famosa per la "D di
Domodossola".

Indice
Panorama del comune dal Sacro
Geografia fisica Monte Calvario
Territorio Localizzazione
Clima
Stato Italia
Origini del nome
Regione Piemonte
Storia
Provincia Verbano-Cusio-
Dalla Preistoria al Novecento
Il Novecento Ossola
Onorificenze Amministrazione
Monumenti e luoghi d'interesse Sindaco Lucio Pizzi (Centrodestra -
Piazza Mercato e il centro storico Lega Nord) dal 20-6-2016
Architettura religiosa Territorio
Chiesa Collegiata dei Santi Gervasio e
Protasio Coordinate 46°06′N 8°18′E
Santuario della Madonna della Neve Altitudine 272 m s.l.m.
Architettura civile Superficie 36,89 km²
Palazzo Silva Abitanti 18 119[2] (30-6-2019)
Palazzo Mellerio
Densità 491,16 ab./km²
Palazzo San Francesco
Collegio Mellerio-Rosmini Frazioni nessuna[1]; vedi elenco
Palazzo di Città borgate
Stazione Internazionale Comuni Beura-Cardezza,
Sulle orme di Geo Chavez confinanti Bognanco,
Il Sacro Monte Calvario Crevoladossola,
Masera, Montescheno,
Società Trontano, Villadossola
Evoluzione demografica
Etnie e minoranze straniere Altre informazioni
Strutture sanitarie Cod. I-28845
Istituzioni, enti e associazioni postale CH-3907 (ufficio postale
Alpini svizzero)
Donatori di sangue Prefisso 0324
Donatori di midollo osseo
Fuso UTC+1
CAI orario
Finanzieri
Codice 103028
Cultura ISTAT
Istruzione Cod. D332
Università catastale
Musei Targa VB
Biblioteca Cl. sismica zona 3A (sismicità bassa)
Cinema
Nome domesi
Musica
abitanti
Nella cultura di massa
Patrono Santi Gervasio e
Geografia antropica Protasio
Economia Giorno 19 giugno
Infrastrutture e trasporti festivo
Ferrovie Cartografia
Autobus
Auto e moto
Domodossola
Amministrazione
Gemellaggi
Sport
Sci
Ciclismo
Calcio
Pallacanestro
Tennistavolo
Tiro a segno
Note
Bibliografia
Voci correlate
Altri progetti
Collegamenti esterni

Geografia fisica

Territorio
La città si adagia sul conoide di deiezione del torrente
Bogna, che si allarga tra la frazione Mocogna e il Sacro
Monte Calvario, occupando la porzione media del bacino
del fiume Toce. Il territorio comunale si estende tra i 238
m s.l.m. e i 2.635 m s.l.m., per un totale di 59,9 km². Posizione del comune di Domodossola
nella provincia del Verbano-Cusio-
Ossola
Clima Sito istituzionale (http://www.comun
Il clima è alpino con inverni freddi ed estati miti. e.domodossola.vb.it)

Origini del nome


Il geografo greco Claudio Tolomeo (II secolo d.C.) è il primo a citare la città quale probabile
capitale dei Leponzi, chiamandola Oksela Lepontiorum[3] Joannes Georgius Graevius, nel
Thesaurus antiquitatum et historiarum Italiae: Ligurum et Insubrum, seu Genuensium et
Mediolanensium pubblicato nel 1704, identifica Domodossola come Ocella. Nel VII secolo
l'Anonimo Ravennate la definisce come civitas e la chiama Oxilla[3]. Intorno all'XI secolo la città
assume il nome di Domus Oxile, in riferimento alla presenza della chiesa collegiata. Nel XII secolo
compaiono Burgus Domi e Burgus Domi Ossule: la dicitura borgo deriva dalla presenza oltre che
della chiesa collegiata, anche del castello e del mercato. Il nome successivamente si trasforma in
Domiossola, Duomo d'Ossola (Giovanni Capis), Domo d'Ossola nell'Ottocento e infine l'attuale
Domodossola[4][5].

Storia
(EL) (IT)
«Ἑν ταῖς Κοττίαις «Nelle Alpi Cozie è
Ἅλπεσιν Ληποντίων situata l'Oscel(l)a dei
Ὄσκελ(λ)α» Leponzi»

(Tolomeo, Geografia, 100


d.C. circa)

Dalla Preistoria al Novecento


Italia settentrionale secondo
l'Historical Atlas: l'Oscela
Il masso coppellonato nei giardini dei Padri Rosminiani presso
Lepontiorum nell'area settentrionale il Sacro Monte Calvario, insieme ad altri reperti rinvenuti
della Gallia Transpadana nell'intera Val d'Ossola fa presumere la presenza di abitanti
nella vallata fin dall'epoca preistorica. Da Oscella passava la
strada romana che collegava Milano al Verbano: da qui si
poteva valicare le Alpi raggiungendo il passo del Sempione, il
passo dell'Arbola oppure il passo di San Giacomo[6].

La città sorgeva all'incrocio tra la Via Mediolanum-Verbannus,


con la Via Antronesca che nel tratto Domodossola - Locarno
prendeva pure il nome di Via del Mercato. È probabilmente
durante il regno di Teodorico, re degli Ostrogoti, che si
Resti del castello di Mattarella
formano le prime opere di difesa sul colle di Mattarella[7]. Il
dominio longobardo è durissimo, caratterizzato da violenze e
saccheggi; a questi succedono i Franchi. Carlo Magno,
generoso verso ecclesiastici e laici, rivitalizza il feudalesimo: molti territori sono in possesso del
vescovo-conte di Novara, che costruisce a Oscella il suo castello (castrum novum, ricordato nel
1001). Nel 1014 il vescovo Pietro III il Prudente con solenne diploma ottiene il dominio feudale
dell'Ossola.
Le periodiche incursioni dei Vallesani e le lotte accanite tra
guelfi, in maggioranza nel borgo, e ghibellini costringono gli
Ossolani a chiedere protezione a Gian Galeazzo Visconti,
signore di Milano: il 19 marzo 1381 viene firmato nell'attuale
Palazzo San Francesco l'atto di dedizione. Il contratto con i
Visconti prevedeva protezione e privilegi agli Ossolani, in
cambio di un compenso di 750 fiorini annui[8]. Ai Visconti
succedono gli Sforza (1450 - 1535).
La Torretta Il 9 maggio 1517 la pace e trattato di Ponte Tresa sancisce che
Stabio ed altre terre del Mendrisiotto appartengano ai dodici
Cantoni Elvetici in cambio di Domodossola[9]. Alla caduta di
Ludovico il Moro, Domodossola subisce la dominazione spagnola che dura per due secoli,
contrassegnati da lotte intestine tra le fazioni, dagli straripamenti del torrente Bogna e dalle
epidemie di peste[10]. Nel 1656 sorge il Sacro Monte Calvario per opera di Andrea da Rho e
Gioachino da Cassano, due frati cappuccini del convento di Domodossola. Dopo una breve
dominazione austriaca, nel 1743 con il trattato di Worms l'Ossola passa interamente ai Savoia.

Con Vittorio Emanuele I nel 1818 Domodossola diventa capoluogo della provincia di Ossola, nella
divisione di Novara, con un capo-guardia di prima classe a Domodossola e un capo-guardia di
seconda classe a Masera[11]. Nel 1859, con l'emanazione del decreto Rattazzi, viene soppressa la
provincia di Ossola e istituito il circondario di Ossola (in seguito circondario di Domodossola),
come suddivisione della provincia di Novara, comprendente i mandamenti di Crodo, S. Maria
Maggiore, Bannio e Domodossola[12].

Nel 1869 viene aperta, fra le prima in Italia, la sezione domese del Club Alpino Italiano.

Il Novecento
Il 19 maggio 1906 il re Vittorio Emanuele III inaugura il
traforo del Sempione: con quest'opera Domodossola e l'intera
Ossola diventano una delle più importanti vie del traffico
internazionale europeo. Il 23 settembre 1910 la città è teatro
del tragico atterraggio di Jorge Chávez Dartnell, conosciuto
come Geo Chávez, primo trasvolatore delle Alpi. L'aviatore
peruviano, partito da Briga, sorvola il passo del Sempione, ma
l'aereo, in fase di atterraggio a Domodossola, cede e precipita.
Tunnel del Sempione Gravemente ferito, il pilota muore all'ospedale San Biagio
pochi giorni dopo[13].

Gradualmente la prosperità nella vallata cresce e aumentano le industrie e le centrali idroelettriche


che offrono lavoro e richiamano progressivamente migranti in particolare da Veneto, Romagna e
Calabria[14]. La prima guerra mondiale richiede tuttavia sacrificio di vite umane, che costa caro
anche all'Ossola.

Nel 1926[15] il circondario di Domodossola viene soppresso e il territorio assegnato al circondario


di Novara[16]. Nel 1927, con la soppressione di tutti i circondari italiani, il territorio rimane in
Provincia di Novara.
Durante la seconda guerra mondiale la valle non resta indifferente
alla dittatura fascista. I movimenti di liberazione fanno sì che dal 10
settembre al 23 ottobre 1944 Domodossola diventi capitale della
Repubblica partigiana dell'Ossola, proclamatasi indipendente dal
dominio dittatoriale nel corso della Resistenza. Durante i 43 giorni, il
territorio liberato viene gestito democraticamente dalla Giunta
provvisoria di Governo, che si riunisce presso il Palazzo di Città. La
giunta è presieduta da Ettore Tibaldi e annovera, tra gli altri, anche la Bandiera della Repubblica
dell'Ossola
milanese Gisella Floreanini, nelle vesti di Commissario
all'Assistenza. La Floreanini è così la prima donna a ricoprire
incarichi governativi in Italia[17].

Negli anni 1950 - 1960 la città è segnata da un costante flusso migratorio. I migranti, provenienti
in gran parte dalla Calabria, si stanziano in un quartiere, denominato con il toponimo di Abissinia.
Il quartiere poi, con l'arrivo dei frati Cappuccini, in particolare di padre Michelangelo Falcioni,
padre spirituale del rione, si trasforma in Cappuccina.

Nel 1992 la Val d'Ossola, il Cusio e il Verbano si scorporano dalla provincia di Novara.
Domodossola entra così a far parte della provincia del Verbano-Cusio-Ossola.

Onorificenze
Domodossola è tra le Città decorate al Valor Militare per la Guerra di Liberazione perché è stata
insignita della Medaglia d'Oro al Valor Militare il 21 settembre 1945 per i sacrifici delle sue
popolazioni e per la sua attività nella lotta partigiana durante la seconda guerra mondiale[18]

Medaglia d'oro al valor militare


«Mentre più spietata infieriva l'oppressione germanica e fascista con il valore e con il
cruento sacrificio delle formazioni partigiane e con l'entusiastico concorso delle
popolazioni, insorgeva animosamente. Liberato il primo lembo di territorio alle frontiere,
costituitasi in libero reggimento di popolo, l'uno e l'altro difendeva contro un nemico
inferocito e preponderante per numero e per mezzi. Ravvivava così negli infedeli
dell'avvento della democrazia e additava la via alla insurrezione nazionale liberatrice.»
— Valle dell'Ossola, 9 settembre - 15 ottobre 1944

Monumenti e luoghi d'interesse

Piazza Mercato e il centro storico


(EN) (IT)
«The square market-place of Domo «Disposta in forma di trapezio, la piazza
d'Ossola is quite picturesque with its del Mercato di Domodossola è piuttosto
arcade supported by columns, its jutting pittoresca, con le sue arcate sostenute da
balconies and overhanging roofs, its colonne, i suoi balconi protesi in avanti, i
pillared galleries, and its pavilions suoi tetti sporgenti, i suoi colonnati e i suoi
surmounted by weather vanes» padiglioni ornati di banderuole»

(Théophile Gautier, Journeys in Italy, 1902)


Simbolo della città, piazza Mercato è
caratteristica per i portici quattrocenteschi a
sostegno delle case padronali a balconate e
loggette del XV e XVI secolo. I capitelli delle
colonne, che sostengono archi romanici e
gotici scompagnati, sono finemente scolpiti e
nelle testate recano stemmi delle casate
ossolane, tra le quali figurano i De Rodis, i
Silva, i Da Ponte e i Ferrari. Nel centro della
piazza si ergeva l'antico palazzo trecentesco del
Comune, demolito nel 1805 per aprire la
strada napoleonica del Sempione[19]. Sul lato
settentrionale era localizzato anche il palazzo
del vescovo-conte con la relativa torre, mentre Piazza Mercato
a sud si impone ancor oggi il Teatro Galletti.
La concessione del mercato settimanale al
borgo di Domodossola, secondo la targa posta nel 1891 in piazza, sarebbe stata fatta da Berengario
I il 19 dicembre 917. In realtà il diploma originale è stato alterato: certo è che tuttavia il mercato sia
assai antico, probabilmente presente già all'epoca dei Leponzi[20].

Di particolare interesse anche la via Briona, sovrastata dalla


torre trecentesca del palazzo vescovile, che, partendo dalla
piazza Mercato, fungeva da via d'accesso per i principali passi
transalpini. Racchiusa fra case con tetti in piode e apprezzata
per i balconcini sostenuti da cariatidi, era la strada dei
mercanti, ove vi transitava anche la diligenza svizzera del
Sempione[21].

Restano ormai poche tracce delle antiche mura pentagonali,


Piazza Fontana
che già dai primi del 1300 cingevano il borgo di Domodossola.
Nucleo principale della cinta muraria era il castello (sito nei
pressi dell'attuale piazza Tibaldi), il Castrum novum già citato
in pergamene del 1001 e il 1007, che venne abbattuto nel 1804 per aprire la strada napoleonica del
Sempione[22]. Oggi sono ancora visibili i resti di una torre angolare unita alle mura su via
Facchinetti e la Torretta, bell'esempio di torre in beola locale, cui fu aggiunto il portico e il tetto a
metà Ottocento.

Tra i quartieri più antichi del borgo è La Motta (ossia: monticello, cumulo), probabilmente così
chiamata per i depositi di detriti dovuti alle inondazioni del torrente Bogna[23]. In via Carina è
possibile ammirare abitazioni con balconate in larice, testimonianza dell'influenza walser, mentre
fulcro del quartiere è la Piazza Fontana, con al centro la fontana ottagonale e un piccolo obelisco.
Obelisco di dimensioni maggiori, proveniente da un antico cimitero, occupa la posizione centrale
in Piazza Chiossi. Infine è caratteristico l'arco a sesto acuto a strisce bianche e scure di Vicolo
Andromia.

Architettura religiosa

Chiesa Collegiata dei Santi Gervasio e Protasio


Monumento nazionale, è stata ricostruita
tra il 1792 e il 1798 su disegno
dell'architetto regio Matteo Zucchi, a
partire da una chiesa preesistente
risalente al XV secolo[24].

Santuario della Madonna della Neve


Il Santuario risale al XVII secolo e
nell'atrio si presenta con un affresco,
San Carlo che
dipinto da Carlo Mellerio nel 1674, comunica gli
dedicato proprio al miracolo della appestati
nevicata estiva sul colle Esquilino di
Collegiata dei Santi Gervasio e Roma. La Chiesa, in passato più volte
Protasio
danneggiata dal torrente Bogna, conserva al suo interno
numerosi affreschi di pregio. Tra questi il dipinto Matrimonio
della Vergine attribuito al pittore fiorentino Luigi Reali e l'ancona di legno dorato e dipinto (che
racchiude l'affresco trecentesco della Madonna e del Bambino), opera di Francesco de Tatti.

Architettura civile

Palazzo Silva e l'obelisco di Piazza Chiossi

(LA) (IT)
«Humilitas alta petit» «L'umiltà aspira a cose eccelse»

(Motto della famiglia Silva, XVI sec.)

Palazzo Silva
Monumento nazionale, Palazzo Silva fu ristrutturato, a partire da una dimora gentilizia trecentesca
preesistente, intorno al 1519 dal condottiero Paolo della Silva, nobile al servizio di Francesco I di
Francia[25]. È uno dei migliori esempi di casa patrizia rinascimentale della regione subalpina.
Nell'anno 1882 l'edificio venne acquistato dalla Fondazione Galletti e successivamente ceduto al
Comune. È ora sede del Museo di Palazzo Silva: in grandi sale gentilizie arredate ospita opere
scultoree lignee, stemmi in marmo, reperti etruschi e romani, incisioni, frammenti di mummie
egiziane, quadri dal Cinquecento al Settecento, costumi ossolani e armature.
Palazzo Mellerio
Deve il suo nome al conte Giacomo Mellerio (1777-1847), Gran
Cancelliere del Regno Lombardo-Veneto . Il conte, grande
benefattore, affidò nel 1816 la costruzione del palazzo al
cognato, l'architetto Gian Luca della Somaglia, con l'intento di
renderlo un complesso di scuole superiori. Inaugurato il 5
novembre 1818, in questo palazzo Mellerio fondò il primo
ginnasio dell'Ossola[19]. Nel 1837 il conte cedette il palazzo e la
direzione del ginnasio all'abate Antonio Rosmini, che vi Palazzo Mellerio
aggiunse un convitto. Nel 1874, quando scuole e convitto
passarono nel nuovo collegio Mellerio-Rosmini, di fronte al
Santuario della Madonna della Neve, il palazzo fu ceduto al comune. Sulla facciata si trovano
ancora il medaglione del Mellerio e un bassorilievo di Rosmini. Il palazzo, che ospitò anche la
Pretura, è ora sede della Polizia Municipale e di uffici comunali.

Palazzo San Francesco


Costruito sulla pianta di una chiesa antecedente
(risalente alla fine del XIII secolo), fu acquistato
nel 1884 dalla Fondazione Galletti, che vi
raccolse le proprie collezioni. Nacque così la
prima parte di quello che sarebbe diventato il
Museo di Palazzo San Francesco.
Successivamente ceduto al Comune, sono in via
di completamento i lavori di restauro. È ora
visitabile solamente il piano terreno con una
raccolta di quadri di pittori vigezzini.
Palazzo San Francesco

Collegio Mellerio-Rosmini
Dedicato al beato Antonio Rosmini, sorge di fronte al Santuario della Madonna della Neve. Il
collegio, progettato dall'architetto ticinese Ghezzi, venne inaugurato il 29 settembre 1874.
Contiene una ricchissima biblioteca (circa 60.000 volumi) ed è sede del Museo di Scienze Naturali,
visitabile su richiesta. È annesso al collegio l'Osservatorio geofisico eretto nel 1876[26].

Palazzo di Città
Progettato dall'architetto Giovanni Leoni di Torino e
recentemente restaurato, è stato edificato nel 1847.
Nel 1944 fu sede della Giunta Provvisoria di
Governo della Repubblica partigiana dell'Ossola: ai
nostri giorni il consiglio comunale si riunisce
proprio nella Sala Storica della Resistenza. Nel
cortiletto interno del palazzo è presente una lapide,
che ricorda il conferimento della medaglia d'oro al
valor militare, conferita alla Val d'Ossola nel
settembre 1945, per i fatti resistenziali culminanti Palazzo di Città
nel significativo episodio della zona liberata.
Antistante il palazzo nel 1899 venne posto il monumento, opera di Francesco Ricci (scultore
vigezzino) dedicato a Gian Giacomo Galletti, benefattore cittadino, il cui lascito diede vita alla
Fondazione Galletti.

Stazione Internazionale
La stazione fu edificata quando Domodossola entrò in collegamento ferroviario con Novara nel
1888. Il maggior ampliamento, su progetto dell'architetto Luigi Boffi di Milano, avvenne nel 1906,
con l'apertura del traforo del Sempione. La cornice marcapiano in granito di Baveno e le tre cimase
sormontate da pennoni danno notevole risalto all'imponente struttura.

Sulle orme di Geo Chavez


«Cade, con la sua grande anima sola
sempre salendo. Ed ora sì, che vola!»

(Giovanni Pascoli, Bologna, novembre 1910[27])


Grazie al progetto Interreg italo-svizzero "Geo Chavez, di tanti uno solo"[28], finanziato in
occasione del centenario (2010) della trasvolata delle Alpi, è possibile ripercorrere quella che fu la
storica impresa dell'aviatore peruviano Jorge Chávez Dartnell. Egli il 23 settembre 1910 partecipò
al Gran Premio della Traversata delle Alpi: partì da Briga, sorvolò il passo del Sempione e
raggiunse Domodossola, divenendo il primo trasvolatore delle Alpi; l'aereo, tuttavia, in fase di
atterraggio cedette. Gravemente ferito, il pilota morì all'ospedale San Biagio pochi giorni dopo[13].
Con l'intento di rievocare la memoria di tale eroica impresa, è nato tale progetto, che, oltre a
comprendere diverse iniziative culturali (mostre, manifestazioni, spettacoli teatrali) già svoltesi, ha
previsto la realizzazione di tre opere principali[29]:

riqualificazione di Piazza Chavez a Domodossola con restauro del cippo e del monumento a
lui dedicato;
realizzazione di una teca museale presso il cortile delle scuole elementari "L. Milani" di Via
Rosmini, contenente una ricostruzione del Blériot XI usato da Chavez con l'ala originale e
alcuni pezzi di storia del sistema di trasporto locale: l'antica diligenza del Sempione, una slitta,
un'automobile e una bicicletta;
realizzazione di un percorso di Arte Contemporanea di 13 opere, da parte artisti internazionali,
lungo i 50 chilometri della via del Sempione, tra Domodossola e Briga. Di queste opere,
quattro si trovano in città: Sogno volante di Uli Wirz (pressi di Palazzo San Francesco), A
Dream di Kaarina Kaikkonen (Piazza Cavour), A colui che è sul suo coltello (Icaro Chavez) di
Marco Magrini (Via Guelfi) e En plein air di Mario Airò (interno del Municipio)[30][31].
Anche un'area del Museo sempioniano è interamente dedicata all'aviatore.

Il Sacro Monte Calvario


Il Sacro Monte Calvario di Domodossola venne edificato nel 1657 per volontà dei frati Cappuccini
Gioacchino da Cassano e Andrea da Rho. Nel 2003 questo straordinario complesso monumentale
è stato inserito dall'UNESCO nella Lista del Patrimonio dell'Umanità insieme ad altri sei Sacri
Monti piemontesi. Il Sacro Monte di Domodossola è curato dai padri Rosminiani.
Sacro Monte Sacro Monte Sacro Monte Sacro Monte
Calvario di Calvario di Calvario di Calvario di
Domodossola Domodossola Domodossola Domodossola
Percorso Cappella contenente Dionigi Bussola,
devozionale con le la Stazione IX della Gesù muore sulla
Stazioni 9 e 11 Via Crucis croce

Società

Evoluzione demografica
Abitanti censiti[32]

Etnie e minoranze straniere


Al 1º gennaio 2018 gli stranieri regolarmente residenti nel comune di Domodossola erano 1.136[33]
corrispondenti al 6,2% degli abitanti totali. Le nazionalità più rappresentate erano:

1. Ucraina 243
2. Cina 146
3. Romania 120
4. Marocco 102
5. Albania 52
6. Nigeria 44
7. Egitto 41
8. Brasile 39
9. Moldavia 31
10. Repubblica Dominicana 20

Strutture sanitarie
L'ospedale cittadino è l'ospedale San Biagio, risalente a
prima del 1245, che costituisce, insieme all'ospedale
"Castelli" di Verbania, l'Ospedale Unico Plurisede
dell'ASL VCO.

Istituzioni, enti e associazioni


Domodossola è sede:

della sezione distaccata del Tribunale di Verbania;


degli uffici provinciali dei settori III (Politiche Agricole L'entrata vecchia dell'Ospedale San Biagio
Montane, Tutela Faunistica, Polizia Provinciale) e IV
(Opere Pubbliche, Viabilità, Piste ciclabili);
della Motorizzazione Civile e del Pubblico Registro Automobilistico della Provincia del
Verbano-Cusio-Ossola

Alpini
Dal 1923 è attiva la Sezione di Domodossola degli Alpini. Due sono le Medaglie d'Oro: Silvestro
Curotti (Artigliere Alpino Partigiano Caduto durante la guerra di Liberazione a Oira di Nonio sul
lago d'Orta il 3 giugno 1944) ed Attilio Bagnolini (Caduto a Passo Mecan (Mai Ceu) il 31 marzo
1936 nel corso della guerra d'Etiopia).

Donatori di sangue
È attiva la sezione comunale di Domodossola dell'Associazione Volontari Italiani del Sangue (detta
anche AVIS Ossolana). La sede si trova presso le sale del SIT dell'ospedale San Biagio.

Donatori di midollo osseo


È attiva l'associazione D.O.M.O. (Donatori ossolani midollo osseo). La sede si trova presso le sale
del SIT dell'ospedale San Biagio.

CAI
È attiva la sezione del Club Alpino Italiano denominata SEO-CAI (società escursionistica
ossolana).

Finanzieri
È attiva la sezione dell'Associazione Nazionale Finanzieri d'Italia. La sede si trova in Piazza Geo
Chavez.
Cultura

Istruzione

Università
L'Associazione per lo sviluppo della cultura, degli studi universitari e della ricerca nel Verbano
Cusio Ossola, offre corsi di Ingegneria Informatica, Ingegneria Elettronica, Infermieristica,
Fisioterapia, Turismo e Chimica. La sede di Domodossola è presso il "Collegio Mellerio Rosmini".

Musei
Il Museo di Palazzo Silva raccoglie opere lignee, reperti etruschi e romani, frammenti di
mummie egiziane, incisioni, costumi ossolani e armi.
Il Museo di Palazzo San Francesco, ospita dipinti di pittori locali e una sezione dedicata a
mostre temporanee.
Il Museo sempioniano contiene una ricostruzione di parte del tunnel del traforo del Sempione,
fotografie d'epoca e numerosi altri reperti.
Il Museo di scienze naturali del Collegio Mellerio Rosmini raccoglie animali, insetti, piante e
minerali.
La sala storica della Resistenza, situata nell'aula consiliare del Municipio, raccoglie fotografie
d'epoca e documenti riguardanti gli episodi più emblematici della Resistenza ossolana.
Il Museo degli alpini ossolani "Don Carlo Righini" raccoglie cimeli e testimonianze della storia
degli alpini ed in particolare di quelli ossolani.

Biblioteca
Biblioteca Civica "G. Contini"

Cinema
Il film-tv della RAI "Quaranta giorni di libertà", regia di Leandro Castellani, narra la storia della
breve Repubblica partigiana dell'Ossola. Inoltre nel 2005 a Domodossola è stato girato il film
"Buss till Italien" del regista svedese Daniel Lind Lagerlöf.

Musica
Il Civico Corpo Musicale, istituito nel 1868, svolge la sua attività musicale guidato dal maestro
Giorgio Coppi e dal presidente Arcangelo Menna.
La Cappella Musicale del Sacro Monte Calvario, svolge attività musicale, sia liturgica sia
concertistica, nel santuario del SS. Crocifisso al S. Monte e nella Parrocchia di Calice. Istituita
nel 1995 riunisce l'attività della Schola Gregoriana del S. Monte Calvario (1995), della Corale
di Calice (1974), della Camerata Strumentale di S. Quirico (1989), del Convivio
Rinascimentale (1997) e dell'Orchestra da camera della Cappella Musicale del S. Monte
Calvario di Domodossola (2003).

Nella cultura di massa


“Domodossola” è spesso il nome più comune utilizzato per indicare il nome di una città italiana
iniziante per la lettera “D” nel popolare gioco “Nomi, cose e città”, nonostante le sue limitate
dimensioni ed il suo numero molto contenuto di abitanti (non è raro infatti che i giocatori
utilizzino frequentemente il nome di questo Comune, tuttavia senza conoscerlo).

Geografia antropica
Borgate

Ecco l'elenco completo delle borgate secondo lo Statuto Comunale di Domodossola[1]:

Alla Fraccia, Andosso, Anzuno, Asparedo, Bacenetto, Baceno, Barro, Campei, Campione,
Campoccio Dentro, Campoccio Fuori, Casa delle Rane, Case Lazzaro, Case Pioda, Castanedo,
Castelluccio, Cimavilla, Cisore, Corte, Croppo, Crosiggia, Cruppi, Gabi Valle, Maggianigo,
Monsignore, Monteossolano, Monticchio, Motto, Motto Mattarella, Piccioni, Prata, Prebletto,
Pregliasca, Premone, Quana, Quartero, Rogoledo, Ronchetto, Sacro Monte Calvario, Sala, San
Quirico, Tagliaroli, Torcelli, Torre Mattarella, Trontana, Vallesone, Valsorda, Vauza, Zoncalina[1].

Nel 1865 il comune di Domodossola ha inglobato l'ex comune di Cisore, nel 1867 quello di Calice
Ossolano, nel 1928 quello di Vagna e nel 1959 Monteossolano, scorporandolo dal comune di
Bognanco[34].

Economia
Domodossola è centro nevralgico della val d'Ossola e costituisce il punto di riferimento delle
vallate ossolane (valle Anzasca, valle Antrona, val Bognanco, val Divedro, valle Antigorio, val
Formazza, valle Isorno, e val Vigezzo).

L'economia si è sviluppata in passato grazie al settore secondario: industrie siderurgiche,


meccaniche e acciaierie hanno dominato la scena durante tutto il XX secolo. Negli stessi anni la
costruzione nei territori circostanti di dighe e centrali idroelettriche (ad esempio la centrale di
Anzuno) ha offerto impiego a centinaia di lavoratori nel settore energetico. La vicinanza con la
Svizzera e l'apertura del traforo del Sempione hanno dato inoltre notevole impulso allo sviluppo
del commercio.

Attualmente il ruolo del secondario risulta limitato, per quanto permanga l'industria lapidea sia
estrattiva sia di lavorazione. Domodossola ha infatti assunto negli ultimi anni una vocazione
culturale, turistica[35] e commerciale, grazie anche alla vicinanza a luoghi di attrazione naturalistica
(Parco naturale dell'Alpe Veglia e dell'Alpe Devero, Sacro Monte Calvario di Domodossola, Parco
nazionale della Val Grande) e a stazioni sciistiche (Domobianca, San Domenico di Varzo).

Per quanto riguarda l'artigianato, importante è la lavorazione locale del ferro battuto, finalizzata
soprattutto alla produzione di mobili.[36]

Infrastrutture e trasporti

Ferrovie
La città è un importante snodo ferroviario per quanto riguarda sia il trasporto merci sia il
trasporto passeggeri. La stazione internazionale di Domodossola venne inaugurata nel 1906 in
seguito all'apertura del Traforo del Sempione e attualmente gestisce un flusso di circa 1.400.000
frequentatori all'anno[37]. La linea internazionale
del Sempione collega l'Italia alla Svizzera ed a
Parigi attraverso un tunnel lungo quasi 20 km. La
stazione di Domodossola è capolinea delle linee:

Domodossola-Milano
Domodossola-Briga (internazionale del
Sempione)
Domodossola-Novara
Domodossola-Locarno, nota anche come
Vigezzina
Inoltre lo scalo merci di Domo 2, situato nel
comune di Beura-Cardezza, assume rilevanza La stazione ferroviaria
strategica nei collegamenti tra l'Italia
settentrionale e le regioni dell'Europa centro-
occidentale, mettendo in comunicazione i porti di Rotterdam e Genova. La linea che attraversa il
Traforo del Sempione rientra infatti tra i progetti prioritari (Priority Project 24)[38] nell'ambito
delle reti di trasporto trans-europee (TEN-T Trans-European Networks - Transport) definite
dalla Commissione europea[39].

Autobus
Dal capolinea autolinee posto nei pressi della stazione internazionale partono autobus diretti ai
principali comuni delle valli ossolane e tratte extraurbane dirette a Verbania, Omegna e
all'Aeroporto di Malpensa.

Auto e moto
La città è facilmente raggiungibile da Milano, da Genova e da Torino grazie all'autostrada
Genova Voltri-Gravellona Toce. A partire da Gravellona Toce l'autostrada prosegue come
Superstrada E62 e, percorrendo l'intera Val d'Ossola, raggiunge Domodossola, continuando poi
fino al confine svizzero presso Iselle di Trasquera. Da qui, attraversando il Passo del Sempione, è
possibile il collegamento stradale con Briga (CH) (Canton Vallese).

Domodossola è inoltre collegata con Locarno (CH) (Canton Ticino) attraverso la della Val
Vigezzo.

Amministrazione
Periodo Primo cittadino Partito Carica Note
5 dicembre 1993 16 novembre 1997 Ettore Angius Lega Nord Sindaco
16 novembre 1997 26 maggio 2002 Mariano Cattrini centro-sinistra Sindaco
26 maggio 2002 29 maggio 2007 Gian Mauro Mottini centro-destra Sindaco
29 maggio 2007 29 maggio 2011 Michele Marinello centro-destra Sindaco
30 maggio 2011 19 giugno 2016 Mariano Cattrini centro-sinistra Sindaco
20 giugno 2016 in carica Lucio Pizzi centro-destra Sindaco
Gemellaggi
Brig
Busto Arsizio

Sport

Sci
Originario di Pallanzeno, ma nato a Domodossola è Massimiliano Blardone, salito per 25 volte sul
podio in Coppa del Mondo di sci alpino. Luogo di allenamento del campione è stata anche la
stazione sciistica domese di Domobianca. Essa consta di 12 piste (1 facile, 7 medie e 4 difficili),
lunghe complessivamente 21 km, che si snodano sul versante nord orientale del Moncucco (1896
m s.l.m.). La località sciistica si raggiunge dal centro della città, salendo con la strada carrozzabile
ai 1080 m s.l.m. dell'Alpe Lusentino. Uno dei sciatori su erba del luogo, Riccardo Lorenzone, ha
gareggiato per la Coppa del mondo. La città è sede del comitato provinciale della Federazione
italiana sport invernali.

Ciclismo
Per due volte Domodossola è stata sede di arrivo di una tappa del Giro d'Italia, la prima nel 1985,
l'ultima nel 2006.

Tappe del Giro d'Italia con arrivo a Domodossola

Anno Tappa Partenza km Vincitore di tappa Maglia rosa


1985 18ª Monza 128 Paolo Rosola Bernard Hinault

2006 14ª Aosta 224 Luis Laverde Ivan Basso

Calcio
Il principale stadio cittadino, dedicato all'alpino "Silvestro Curotti", è comunale e ha capienza di
1500 posti. Comunali sono anche il campo da calcio in regione "Nosere" e molti campetti
frazionali. Società calcistica domese è la Juventus Domo.

Pallacanestro
È presente la squadra dell'U.S. pallacanestro Rosmini che partecipa al campionato di DNB presso
la palestra del liceo Giorgio Spezia. Mentre la squadra della Cestistica Domodossola partecipa al
campionato regionale di Promozione.

Tennistavolo
Il TT Ossola 2000 è l'associazione sportiva della città che si allena e partecipa alle gare regionali e
nazionali pongistiche presso la palestra delle scuola media statale (plesso di via Terracini).

Tiro a segno
In zona Nosere è presente la sezione dell'Unione Italiana Tiro a Segno.
Note
1. Comune di Domodossola - Statuto (http://incomune.interno.it/sites/incomune/files/contenuti/stat
uti/statuto-comune-vb-domodossola.pdf)
2. Dato Istat (http://demo.istat.it/bilmens2019gen/index.html) - Popolazione residente al 30 giugno
2019.
3. Alessandro Mandolei, Domodossola, in Paesaggi archeologici del Piemonte e della Valle
d'Aosta, Torino, Regione Piemonte, 2007, p. 270.
4. ^ Capis, 3.
5. ^ Ferrari, 6.
6. ^ Miedico 2014, p. 17.
7. ^ Lions Club, 19 Dalla Preistoria al traforo del Sempione, Tullio Bertamini
8. ^ Lions Club, 27 Dalla Preistoria al traforo del Sempione, Tullio Bertamini
9. ^ Motta, 42.
10. ^ Ferrari, 7.
11. ^ Orlandini, 41.
12. ^ De Gaudenzi, 54.
13. Carlo Grande, Geo Chávez, dove osò la libellula , in La Stampa, 19 luglio 2010. URL consultato il
6 agosto 2011.
14. ^ Lions Club, 56 Dalla Preistoria al traforo del Sempione, Tullio Bertamini
15. ^ Regio Decreto 21 ottobre 1926, n. 1890, art. 1
16. ^ Regio Decreto 21 ottobre 1926, n. 1890, art. 2
17. ^ Lions Club, 67 La "repubblica" dell'Ossola, Paolo Bologna
18. ^ Info su www.quirinale.it (http://www.quirinale.it/elementi/DettaglioOnorificenze.aspx?decorato
=18427)
19. De Maurizi, 62.
20. ^ Ferrari, 19.
21. ^ Ferrari, 21.
22. ^ De Maurizi, 64.
23. ^ Veschambre, 89.
24. ^ De Maurizi, 66.
25. ^ Veschambre, 88.
26. ^ Ferrari.
27. ^ Da Chavez, in Odi e inni, su fondazionepascoli.it. URL consultato il 20 dicembre 2015 (archiviato
dall'url originale il 22 dicembre 2015).
28. ^ Scheda progetto Interreg, su interreg-italiasvizzera.it. URL consultato il 19 ottobre 2014.
29. ^ Chavez: di tanti uno solo - AMO, su amossola.it. URL consultato il 19 ottobre 2014 (archiviato dall'url
originale il 1º settembre 2014).
30. ^ La Stampa - Tredici opere d'arte sulla strada di Geo Chavez, su lastampa.it. URL consultato il 19
ottobre 2014.
31. ^ Tgcom - Sulla scia dell'aviatore: un museo outdoor per Geo Chavez sulla cima delle Alpi, su
tgcom24.mediaset.it. URL consultato il 19 ottobre 2014 (archiviato dall'url originale il 19 ottobre 2014).
32. ^ Statistiche I.Stat (http://dati.istat.it/Index.aspx) - ISTAT; URL consultato in data 28-12-2012.
33. ^ Dati ISTAT al 1º gennaio 2018, su tuttitalia.it.
34. ^ Decreto del Presidente della Repubblica 9 gennaio 1959, n. 58
http://www.elesh.it/storiacomuni/provvedimento_variazione.asp?id=1733
35. ^ In calo i turisti nel Vco, a Domodossola un aumento di 20 mila presenze, su lastampa.it. URL
consultato il 13 luglio 2014.
36. ^ Atlante cartografico dell'artigianato, vol. 1, Roma, A.C.I., 1985, p. 8.
37. ^ Centostazioni, sito ufficiale (http://www.centostazioni.it/cms/v/index.jsp?vgnextoid=5654d1b6
0fcee210VgnVCM1000008916f90aRCRD).
38. ^ Priority Project 24 - Mappa in formato PDF (http://ec.europa.eu/ten/transport/maps/doc/axes/
pp24.pdf).
39. ^ Priority Project 24 - TEN-T (lingua inglese) (http://tentea.ec.europa.eu/en/ten-t_projects/30_p
riority_projects/priority_project_24/priority_project_24.htm) Archiviato (https://web.archive.org/
web/20130211071914/http://tentea.ec.europa.eu/en/ten-t_projects/30_priority_projects/priority_
project_24/priority_project_24.htm) l'11 febbraio 2013 in Internet Archive..

Bibliografia
Cristina Miedico, Di città in città – Insediamenti, strade e vie d'acqua da Milano alla Svizzera
lungo la Mediolanum-Verbannus, a cura di Grazia Facchinetti e Cristina Miedico,
Soprintendenza Archeologia della Lombardia, 2014, pp. 13-28 (archiviato dall'url originale il 16
febbraio 2017).
Emilio Motta, Effemeridi ticinesi, Giubiasco, Edizioni Metà Luna, 1991.
Luciano Vaccaro, Giuseppe Chiesi; Fabrizio Panzera, Terre del Ticino. Diocesi di Lugano,
Brescia, Editrice La Scuola, 2003.
Anni Veschambre, L'Ossola e le sue meraviglie, Varese, Macchione Editore, 2003.
Giovanni De Maurizi, L'Ossola e le sue valli, Verbania, Edizioni Grossi, 1977.
Edgardo Ferrari, Le guide: Domodossola, Domodossola, Edizioni Grossi, 1998.
Paolo Bossi, Teresio Valsesia, Scoprire l'Ossola e le sue valli, Novara, Istituto Geografico De
Agostini, 1988.
Giovanni Capis, Memorie della corte di Mattarella o sia del Borgo di Duomo d'Ossola,
Domodossola, Edizioni Grossi, 2002.
Lions Club Domodossola, Terra d'Ossola, Domodossola, Edizioni Grossi, 2005.
Vincenzo De-Vit, La Provincia Romana dell'Ossola, Domodossola, Libreria Rizzardi, 1979.
Attilio Zuccagni-Orlandini, Corografia fisica, storica e statistica dell'Italia e delle sue isole
corredata di un atlante di mappe geografiche e topografiche, Volume 4, Firenze, Presso Gli
Editori, 1838.

Approfondimenti

Matteo Racca, Il borgo di Domodossola durante la signoria spagnola, Milano, Cogliati, 1899.

Voci correlate
Val d'Ossola
Provincia del Verbano-Cusio-Ossola
Sacro Monte Calvario di Domodossola
Palazzo Silva (Domodossola)
Palazzo San Francesco (Domodossola)
Museo sempioniano
Sala storica della Resistenza (Domodossola)
Museo di scienze naturali del Collegio Mellerio Rosmini
Repubblica partigiana dell'Ossola
Antonio Rosmini
Unione Sportiva Dilettantistica Valdossola

Altri progetti
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Collegamenti esterni

Sito ufficiale, su comune.domodossola.vb.it.


(IT, DE, FR) Domodossola, su hls-dhs-dss.ch, Dizionario storico della Svizzera.
Associazione Musei d'Ossola, su amossola.it. URL consultato il 30 giugno 2011 (archiviato dall'url
originale il 7 settembre 2011).
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