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LEZIONE 5 DIRITTO COMMERCIALE.

L'ultima volta eravamo arrivati a parlare dell'azienda, della disciplina anti-trust, vi ho parlato anche dei consorzi
e società consortili. adesso parliamo dei TITOLI DI CREDITO. vediamo prima la parte generale dei titoli di credito
poi esamineremo la CAMBIALE e L'ASSEGNO.
Partiamo dalla definizione di titoli di credito e dalla ragione per cui esistono nel nostro ordinamento, come si
sono affermati nel nostro ordinamento. I titoli di credito sono dei documenti cartacei che incorporano al loro
interno un diritto di credito che segue in quanto incorporato, si dice tecnicamente CUNSUSTANZIATO, la sorte
del titolo. Come nasce l'idea del titolo? I titoli di credito in realtà non nascono sul piano legislativo ma sono
stati creati nella prassi dei rapporti commerciali per soddisfare una ben precisa esigenza, ossia velocizzare la
circolazione dei crediti. Facciamo un passo indietro, pensiamo alla cessione del credito, voi avete studiato in
diritto privato che c'è la disciplina ORDINARIA sulla cessione del credito, articoli 1260 e ss del c.c., se
rammentate la cessione del credito ha una serie di aspetti formali e sostanziali molto importanti, ovviamente ci
vuole il cosnsenso fra cedente e cessionario, la cessione ha effetti nei confronti del debitore ceduto se gli viene
notificaata, o comunque se questi l'accetta, quindi è un sistema molto formale, farraginoso, ed è ovvio che
nella circolazione del credito attraverso la cessione ordinaria i vizi del primo trasferimento eventuali si
ripercuotono sui passaggi successivi. Quindi ammettiamo che una cessione sia viziata e poi il credito continua a
circolare, ovviamente quel vizio di invalidità del primo contratto di cessione si ripercuoterà su quelli successivi,
alla stessa maniera è ovvio che il debtitore può posrre al cessionario tutte le eccezioni che potrebbe porre al
cedente, perchè il cessionario acquisisce la stessa posizione del cedente.
Quindi, un meccanismo di questo tipo è massimamente garantista, può andare bene nei rapporti fra privati, ma
va male nei rapporti commerciali, e questo perchè era una meccanismo molto lento per far circolare i crediti, il
credito circola con il consenso del cedente e del cessionario e poi va notificato al debitore ceduto, ci vuole
tempo per fare questo. Se il creditore compie più passaggi di mano a soggetti diversi, il soggetto che acquista il
credito alla fine di questo giro non ha la certezza di ciò che ha in mano perchè è possibile che nei vari pasaggi ci
sia stato un vizio in qualcuno dei contratti di cessione che si ripercuote sul passaggio successivo e quindi non ha
la certezza l'acquirente di avere un diritto autonomo rispetto ai passaggi precedenti. Queste esigenze
diventano fondamentali nei rapporti commerciali, qui nella scelta fra la certezza giuridica e la celerità della
circolazione si sceglie ovviamente quest'ultima opzione e questa è la logica che sta alla base dei titoli di
credito: cioè i titoli di credito velocizzano la circolazione del credito attraverso un meccanismo che si fonda su
un'idea, qual è la cosa che più velocemente circola? consideriamo una società, ovviamente industriale, dove
non c'erano nè computer nè internet, qual era la cosa che circolava più velocemente? La cosa mobile, il foglio
di carta, che passa di mano, in un periodo di tempo abbastanza breve può circolare in più mani. Quindi l'idea
era questa: se noi per una finzione incorporassimo il credito in un documento e facciamo finta che il credito e il
documento divengno la stessa cosa per cui il credito segue la sorte del documento, dove va il documento va
anche il credito e quindi la circolazione del credito avviene attraverso la consegna del documento si velocizza la
circolazione rispetto alla cessione ordinaria, perchè ovviamente il documento lopuò trovare pure uno in mezzo
alla strada, nel caso di cessione non è così, perchè si deve stipulare un contratto, però per i mercati la cosa
principale è velocizzare la circolazione. E così nascono i titoli di credito, per soddisfare questa esigenza.
Ovviamente il legislatore fatica a recepire questa figura, perchè in un primo momento è inammissibile pensare
che un credito possa circolare facendo finta che sia incorporato in un dcumento, però i titoli di credito si 1 nei
mercati internazionali e vengono utilizzati dai mercanti. La formula di titolo di credito vuol dire: il TITULUS è il
documento, di CREDITO, cioè un documento che incorpora un credito. E vi ripeto il legislatore tarda a recepire
questi titoli di credito, ma sapete perchè li ha recepiti? Perchè è stato costretto da obblighi internazionali. La
prima disciplina nel nostro ordinamento sui titoli di credito è soltanto del 1942, cioè solo nel codice civile gli
articoli 1992 e ss hanno dettato le prime norme sui titoli di credito. Prima del '42 non esisteva una disciplina
generale, mentre la disciplina sul contratto ad esempio è millenaria, così come quella sul testamento, i titoli di
credito invece sono stati disciplinati, diciamo, recentemente perchè il legislatore era riluttante rispetto a
questa figura, rispetto a questa idea che era così lontana dai canoni sulla cessione del credito. Tuttavia il
legislatore fu costretto da obblighi internazionali a disciplinanrli, infatti prima del '42, nel '33, il legislatore
aveva emanato 2 leggi, ancora vigenti, una è la legge sulla CAMBIALE, e l'altra è la legge sull'ASSEGNO, regio
decreto 1669 del '33 la legge sulla cambiale, e regio decreto 1736 del '33 la legge sullìassegno. Queste leggi
furono emanate nel '33 perchè recepivano 2 convenzioni internazionali del '31 di Ginevra. Il legislatore per
assolvere ad obblighi internazionali ha dovuto recepire le convenzioni sulla cambiale e sull'assegno e adottare
le normative di recepimento, quindi prima abbiamo avuto norme speciali su singole figure di titoli di credito,
poi 9 anni dopo, nel '42, il legislatore è stato per così dire costretto a dettare nella codificazione le regole
generali sui titoli di credito e come ha fatto? L'ha fatto mediante la generalizzazione di alcuni principi propri
della cambiale e dell'assegno contenuti nelle convenzioni internazionali e li ha estesi a tutti i titoli di credito.
Questo modo di legiferare è molto strano, prima si disciplinano le singole figure e poi la fattispeci generale, al
contrario e questo proprio perchè il legislatore era riluttante, non voleva riconoscere i titoli di credito. La stessa
riluttanza, epr esempio, l'ha avuta nei confronti dell'assicurazione. Il contratto di assicurazione esisteva già
dalla seconda metà del 500, ma solo con il codice del 1882 è stato disciplinato per la prima volta, poi nel codice
del '42 è stata ripresa questa figura e sono state ampliate le norme codicistiche che ancora ci sono. Nel codice
del commercio del 1882 i titoli di credito neppure ci entrarono, solo nel '42. E allora il legislatore come ha
inteso disciplinare queste figure? Il legislatore in realtà non cidà una definizione, questa ovviamente la
ricaviamo da tutta l'elaborazione dottrinale antecedente al '42, il legislatore ci dice essenzialmente come
circolano i titoli di credito, dettando prima delle norme di carattere generale e poi discipliannado le singole
leggi di circolazione, ossia il dato comune è che il documento incorpora un diritto di credito, e il diritto di
credito segue la sorte del documento; altro dato comune è che per la circolazione è imprescindibile la
consegna, cioè un soggetto per poter vantare quel credito incorporato in quel documento, deve avere in mano
il documento. Questi sono i dati comuni, poi il resto cambia a seconda del regime, ossia della legge di
circolazione del titolo di credito, per cui in certi casi è sufficiente il possesso del documento che incorpora il
diritto per poter vantare il credito; in altri casi non è sufficiente questp, è una condizione necessaria ma non è
sufficiente perchè ci vuole qualcosa in più, è questa la differenza fra le carie leggi di circolazione. Il legislatore
ha inteso graduare le certezze, quindi vi sono titoli di credito che si chiamano "al portatore", cioè che chi lo
porta può vantare il credito, allora la circolazione avviene con la consegna del documento, pensiamo ai vecchi
libretti al portatore, chi aveva il libretto in mano poteva andare ad incassare la somma alla posta, e allora il
libretto al portatore nasce in base a questa idea, è un titolo di credito, basta la materiale disponibilità della
cosa , basta portare il titolo, per poter esercitare il credito. Negli altri due casi delle leggi di circolazione ci vuole
la disponibilità della cosa ma non è sufficiente, perchè ci vuole qualcosa in più a seconda chei titoli siano
all'ORDINE o NOMINATIVI ci vuole più che qualcosa in più.
I titoli di credito ai fini definitori si distinguono in varie sottocategorie:
-TITOLI ASTRATTI e TITOLI CAUSALI;
- TITOLI TIPICI e TITOLI ATIPICI.
Iniziamo da quest'ultima distinzione. se ricordate quando avete fatto diritto privato avete visto che ci sono
negozi giuridici o contratti TIPICI e ATIPICI. La stessa cosa vale anche per i titoli di credito, la distinzione è
sempre uguale. I contratti TIPICI sono quelli che hanno, all'interno del nostro ordinamento, oltre alle norme di
carattere generale anche una propria disciplina, come la vendita ad esempio, la quale è soggetta alle norme
sue proprie della vendita più alle norme di carattere generale che si applicano a tutti i contratti (la locazione la
stessa cosa); poi abbiamo dei contratti ATIPICI, dei contratti cioè che sono soggetti alle norme di carattere
generale sui contratti ma non hanno una disciplina propria, per esempio pensiamo al franchising, una volta lo
era anche il factoring poi è stato disciplinato nel '91. tali contratti sono anche detti INNOMINATI perchè hanno
una disciplina soltanto di carattere generale. Per i titoli di credito vale lo stesso ragionamento, ci sono dei titoli
che sono tipici come la cambiale e l'assegno che hanno una disciplina loro, speciale e che sono assoggettati in
via residuale alle norme di carattere generale; poi abbiamo dei titoli atipici, ossia titoli che sono assoggettati
soltanto alle norme di carattere generale codicistiche che valgono per tutti i titoli di credito ma che non hanno
una disciplina loro propria. Questa è una prima classificazione. Poi abbiamo titoli ASTRATTI e titoli CAUSALI. che
è la medesima differenza fra negozi astratti e causali. Come si viene a configurare questa distinzione? Il titolo
ASTRATTO per eccellenza è la cambiale, il titolo CAUSALE l'azione di società. Nell'ipotesi del titolo astratto la
finzione giuridica raggiunge i suoi massimi livelli, ossia il titolo astratto prescinde completamente dalle vicende
del rapporto sottostantante, cioè dal rapporto che dà origine al credito incorporato in quel titolo di cui non si
fa menzione nel documento. Se avete mai visto una cambiale c'è scritto il luogo, la data, la cifra e poi c'è
scritto: pagherò la somma di...., o per me pagherete la somma di....., e c'è la firma. Quando si vede la cambiale
con una cifra non si sa da dove è nato il credito, non si capisce dalla cambiale, cioè ammettiamo il caso che ci
sia un rapporto di fornitura, quindi un soggetto fornisce delle merci ad un altro soggetto, quest'altro non ha i
soldi per pagarlo e allora fa una cambiale per un ammontare pari al corrispettivo che gli darebbe per la
fornitura, ma se la cambiale viene letta da un terzo che non sa dei rapporti che hanno dato luogo a questa
cambiale, da essa non si capisce che è stata emessa per soddisfare il credito da fornitura, per questo la
cambiale è un titolo astratto, perchè non fa menzione al rapporto sottostante. Viceversa, nelle azioni di società
non è così, se guardiamo il titolo azionario c'è scritto a quale socetà si fa riferimento e ovviamente non è
soltanto un problema di menzionare il rapporto sottostante che è quello sociale nel titolo, ma se la società per
esempio viene dichiarta nulla questa vicenda travolge anche il titolo, l'azione di società, che verrà annullata.
Nella cambiale invece non ècosì, perchè se il rapporto sottostante, il rapporto di fornitura in forza del quale è
stata emessa la cambiale viene dichiarato nullo, la cambiale resta in piedi perchè dà un diritto autonomo. Ecco
la differenza rispetto alla cessione del credito, dove se viene meno il credito eprchè viene meno il contratto che
lo ha originario case anche la cessione, nei titoli di credito invece non è così, in particolar modo in quelli
astratti, perchè ogni passaggio è autonomo rispetto a quello precedente e questo serve ovviamente per dare
certezza ai traffici commerciali a discapito della certezza giuridica. Un'ulteriore distinzione chesi fa nei titoli di
credito è quella in base alla legge di circolazione, cioè a seconda che la consegna sia sufficiente o meno per
perfezionare il passaggio del titolo. Altra distinzione che si fa ancora riguarda, ma all'esterno di questa
categoria, la contrapposizione fra i titoli di credito e i documenti di legittimazione: per esempio i biglietti per il
teatro o per assistere ad un spettacolo, questi documenti di legittimazione non sono titoli di credito, non
incorporano un credito ma legittimano chi li possiede ad esigere una certa prestazione, infatti non seguono il
regime cartolare. I titoli di credito per altro si contrappongono anche ai titoli IMPROPRI, i quali a differenza dei
titoli di credito veri e propri circolano secondo le leggi cartolari ma non hanno il carattere di autonomia che è
proprio dei titoli di credito, per esempio la cambiale, così come non hanno due caratteri che hanno tutti i titoli
di credito che sono la LETTERALITA' e l'ASTRATTEZZA. Autonomia vuol dire che ogni passaggio di mano del
titolo di credito, della sua circolazione è autonomo rispetto alle vicende del passaggio anteedente a partire dal
rapporto sottostante; LETTERALITA' vuol dire invece che il credito nel regime cartolare, nel regime dei titoli di
credito, è riconosciuto ed esiste soltanto nella misura in cui c'è scritto nel documento, per esempio
ammettiamo che il rapporto sottostante di fornitura da cui nasce la combiale preveda un debito del
somministrato pai a 5 mila euro, ma il titolo di credito, la cambiale, è emessa per 4 mila euro, non è che il
fornitore in forza di questa cambiale potrà vantare 5 mila euro, perchè la cambiale è per 4 mila euro, potrà
azionare il contratto secondo il regime ordinario avviato un contenzioso per il riconoscimento di quel credito
ma in base alla cambiale può avere 4 mila euro. Quindi il diritto esiste nella misura in cui è precisto nel
documento, il resto nei titoli di credito non interessa. L'altro carattere è l'ASTRATTEZZA, questo perchè i titoli d
credito si basano su una finzione giuridic, per cui si finge che il diritto, cioè un'entità immateriale di credito sia
incorporata nel documento, attraverso il fenomeno della consustanziazione o incorporazione.
Sempre parlando della circolazioneil legislatore all'art 1992, che è il primo articolo sui titoli di credito, chiarisce
un concetto importante, ossia distingue due profili che riguardano i titoli di credito che si contrappongono e
che rappresentano un'anomalia rispetto ai canoni del diritto civile, ossia nei titoli di credito possiamo avere una
contrapposizione fra la legittimazione e la titolarità del titolo stesso, cosa vuol dire? Quando vi ho parlato dei
libretti al portatore può accadere una cosa di questo genere, ovvero che il libretto al portatore chiunque lo
esibisce allo sportello può incassare la somma, ma vhi lo va ad esibire può anche averlo trovato o rubato, però
ne dispone ed è sufficiente questa disponibilità, questo possesso per poter vantare il documento. Però magari
quel soggetto non è il titolare di quel credito ma può ugualmente esercitarlo. Quindi nei titoli di credito di
distingue fra la TITOLARITA' e la LEGITTIMAZIONE, quella che si ottiene attraverso la consegna e attraverso
l'osservanza di quelle ulteriori qualità previste dalla legge di circolazione a seconda che sia all'ordine o
nominativa. La TITOLARITA' del credito si ha soltanto quando il soggetto che lo esercita vanta questo diritto in
forza di un titolo che può essere un contratto, un rapporto sottostante che gli riconosce quel credito, ma un
soggetto potrbbe ritrovarsi in una situazione tale, soprattutto nel caso dei libretti al portatore, per cui non ha
alcun documento che gli riconosce la titolrtà del credito, ma può esercitare il diritto, è legittimato a farlo
perchè la legge cartolare gleilo consente. Questa è l'ipotesi di chi ha trovato o ha rubato un libretto di risparmio
e va ad incassare la somma, nessuno può negarglielo ma resta il fatto che quel soggetto non ne è il titolare di
quel credito. ma può incassare la somma perchè al legge cartolare glielo consente e perchè il titolare del
libretto ha accettato questo rischio in caso di smarrimento o furto di libretto. Però questa è un'anomalia
propria dei titoli di credito, per cui ci può essere un soggetto che è titolare ma non è legittimato, io posso
essere il titolare però se non ho il libretto materialmente non potrò incassare la somma, o invece posso essere
legittimato perchè ho il libretto in mano ma posso non essere il titolare,quindi i soldi li avrò perchè ho
materialmente il libretto. Ovviamente questa è un'anomalia che si può accettare fino ad un certo punto, ecco
perchè il legislatore era riluttante a disciplinare i titoli di credito. Tant'è vero che con il codice del '42 il
legislatore ha cercato di metterci una pezza a questa situazione, e come? L'anomalia c'è percò non si può
accertare all'infinito, bisogna trovare un sistema che consente di unire in capo al medesimo soggetto
legittimazione e titolarità, occorreva quindi un sistema che consentisse a un soggetto che è legittimato di avere
anche il riconoscimento della titolarità o comunque al titolare di riappropriarsi di quello di cui non dispone
materialmente, e come? In realtà il meccanismo che è stato previsto è una estensione di una regola generale
che riguarda le cose mobili. Per i beni mobili c'è un principio che è dato dall'art 1153 c.c che riguarda l'acquisto
ANON DOMINO, questo articolo esprime un'idea secondo la quale il possesso vale titolo, ovvero che se un
soggetto in forza di un titolo astrattamente idoneo, valido ed efficace possiede in buona fede una cosa mobile,
ne diventa il titolare, questo è il principio che vale per le cose mobili. ESEMPIO: se io compro un giornale da un
giornalaio e glielo pago, possiedo il giornale im buona fede, in forza di un titolo astrattamente idoneo, valido ed
efficace, ovvero la vendita. Magari poi si scopre che il giornalaio non li ha pagati chi li ha stampati ma li ha
rubati, questo però a me non interessa perchè invoco l'art 1153 secondo il quale POSSIDEO QUIA POSSIDEO,
quindi il possesso vale titolo. Ovviamente il principio non si applica ai beni immobili, lì c'è il meccanismo
dell'usucapione, ma si applica alle cose mobili. Il legislatore ha pensato allora di estendere questa regola anche
ai titoli di credito essedo beni mobili, tant'è vero che ripropone questo meccanismo all'art 1994 c.c., che
ricopia l'art 1153, infatti ci dice che colui il quale possiede in buona fede un titolo di credito in conformità alla
legge di circolazione non è soggetto a RIVENDICAZIONE, quindi ne è titolare perchè non è possibile rivendicare,
questo quando può accadere? Ammettiamo il caso che trovo un libretto per strada, decido di cederlo ad
un'altra persona la quale mi dà dei soldi pensando di averlo acquisito in buona fede ritenendomi il titolare, in
forza della legge di circolazione che prevede che basta la consegna, la disponibilità della cosa, questo è il titolo
astrattamente idoneo, valido ed efficace. Questa persona fida sul fatto che basti la consegna della cose per
acquisirne la disponibilità e quindi essere legittimat, lo possiede in buona fede, lha pagato, e non è possibile di
rivendica. Quindi in forza dell'art 1994 da che era soltanto legittimato, ne diviene anche titolare, ma questo
senza scardinare il sistema, applicando ai titoli di credito che per l'appunto sono beni mobili, una regola
generale che da sempre si applica alle cose mobili. Quindi il legislatore così chiude il cerchio sul piano del
legittimato così consente al legittimato di divenire il titolare, dall'altra parte però il legislatore si è posto anche
il problema di salvaguardare chi è il titolare di un libretto, per esempio il libretto al portatore, e lo ha smarrito,
oppure gli è stato rubato o magari è stato distrutto, e allora questo soggetto di fronte ad una di queste vicenda
deve fare denuncia al debitore ed esporgli la situaziome e poi può chiedere un duplicato o un titolo equivalente
cioè rendere incontroverso il fatto che ha subito una di queste vicende e supplire alla mancata disponibilità del
documento che gli impedisce di avere la legittimazione e con questo meccanismo riottenerla. Ovviamente è
facile perchè parliamo di diritto al portatore in cui la laegittimazione si dice che è reale, ossia dipende dalla RES,
solo dal possesso della cosa. Più complicato il discorso si fa man mano che passiamo dai titoli al portatore, ai
titoli all'ordine e ai titoli nominativi perchè lì la legittimazione è nominale, NON basta la RES ossia la
disponibilità della cosa ma ci vuole anche il NOMEN, quindi deve risultare il nominativo di chi è legittimato da
qualche parte; in una sola parte per i titoli all'ordine, in due parti per i titoli nominativi. Questa è la differenza in
sostanza. Quindi sempre a livello di norme generali sui titoli di credito, il legislatore distingue il regime delle
"ECCEZIONI". Facciamo il paragone con la cessione ordinaria del credito, ammettiamo il caso che un soggetto
ceda un suo credito nei confronti di un soggetto che poi a sua volta lo cede ad un altro soggetto ancora, il
debitore può opporre al cessionario tutte le eccezioni che avrebbe potuto opporre al cedente, quindi
ammettiamo che io sia il debitore e potevo invocare contro il cedente una eccezione di compensazione e dire:
è vero che ti devo un tot di 100 mila euro, ma tu ne devi 100 mila anche a me quindi i due crediti si
compensano. Se il signor Tizio cede a Caio il quale poi magari cede a Sempronio, Sempronio si presenta per
incassare da me il credito ed io posso opporre a sempronio la medesima eccezione che avrei potuto opporre a
Tizio, perchè il credito è sempre quello che circola da Tizio a Sempronio, circola ovviamente con questo
fardello, con la possibilità che siano opponibili tutte le eccezioni da parte del debitore. Nei titoli di credito
questo discorso non vale, è questa l'altra differenza rispetto alla cessione ordinaria, per questo il diritto è
autonomo.
Questo non vale per le eccezioni, che si chiamano eccezioni PERSONALI fondate su rapporti personali, sono
opponibili solo inter partes quindi se un titolo di credito, una cambiale, passa da Tizio a Caio poi a Sempronio,
io che sono il debitore l'eccezione di compensazione che potevo opporre a Tizio non la posso opporre nè a Caio
nè a Sempronio, perchè è un'eccezione che riguarda solo noi due, Caio e Sempronio acquisiscono un diritto
autonomo, perchè è un'eccezione personale, fondata su rapporti personali, il diritto è autonomo. Accanto a
queste eccezioni personali, che non sono un numero chiuso ma aperto e amplissimo, c'è poi l'eccezione
personale in senso stretto, il difetto di titolarità che si può opporre a chiunque, per esempio: Io sono il debitore
ma ho le prove certe che questo soggetto che presenta il titolo per il pagamento in realtà lo ha rubato. Se io ho
queste prove certe posso opporre l'eccezione personale in senso stretto per difetto di titolarità a lui e a tutti
quelli dopo di lui, ma devo avere prove certe. Questa è l'unica eccezione opponibile si dice ERGA OMNES, dal
debitore nei confronti di chiunque, tutte le altre eccezioni sono opponibili inter partes, non si propagano nei
vari passaggi del titolo. Accanto a queste eccezioni personali abbiamo le eccezioni REALI che derivano dalla
RES, dal titolo e queste invece sono un numero chiuso, non sono indefinite o indefinibili, proprio come i diritti
reali che sono quei diritti dove è previsto il principio di tipicità, mentre atipicità nei diritti personali, lo stesso
discorso vale qui, le eccezioni reali sono a numero chiuso mentre quelle personali sono un numero aperto. E
quali sono le eccezioni reali? Cioè eccezioni che derivano dal titolo e che sono opponibili a chiunque come il
diritto reale vale erga omnes; invece il diritto personale vale inter partes. Se io sono il proprietario lo sono nei
confronti di tutti, se io ho un credito ce l'ho nei confronti di quel soggetto,di quei soggetti determinati o
determinabili, perchè il creito è un diritto personale, la proprietà è un diritto reale, lo stesso parallelismo vi è.
Le eccezioni reali quali sono? Mettiamo che la firma sia falsa, quindi qualcuno viene da me e presenta una
cambiale per il pagamento e gli riconosco che quella cambiale non l'ho firmata io, è falsa, è opponibile erga
omnes perchè c'è falsità della firma, oppure difetto di capacità o di rappresentanza al momento della
emissione. Ammettiamo che un soggetto quando ha emesso quel titolo l'abbia firmato quando aveva 10 anni,
20 anni dopo si presenta la persona per il pagamento. Ma quando il soggetto ha firmato la cambiale difettava
di capacità al momento della emissione perchè era minore anche rispetto all'emancipazione che è 16 anni,
quindi c'è un difetto di capacità; oppure un tizio che è interdetto, ad esempio un pazzo, che appne la firma.
Questo vuol dire che se un soggetto che ha messo la firma al momento in cui non era interdetto e poi viene
interdetto ovviamente la firma vale perchè al momento dell'emissione era capace. Un difetto di
rappresentanza si ha anche quando al momento dell'emissione si ha carenza dei poteri rappresentativi per
esempio un soggetto firma una cambiale in nome e per conto di una società di cui si dichiara legale
rappresentante ma in realtà non lo è. Se poi il prenditore di questa cambiale si rivolge ad alfa per il pagamento
e alfa gli dice che quel soggetto che ha firmato la cambiale in realtà non era suo rappresentante e quindi non è
possibile chiedere i soldi a lui ma al soggetto che si è finto rappresentante perchè rimane impegnato. Questo si
ha in carenza di potere rappresentativo. Discorso diverso riguarda gli atti ULTRA VIRES, cioè un soggetto che è
rappresentante ma quell'atto va oltre i suoi poteri. Poi abbiamo eccezioni legate al contesto letterale del titolo,
per esempio nel titolo manca la cifra oppure c'è scritto: "emesso sulla luna" , sono eccezioni legate al contesto
letterale, oppure dal titolo non è leggibile la firma.
Oppure mancanza di condizioni necessarie per esercizio dell'azione, questa fattispecie si configura nell'ipotesi
dell'art 1994 c.c, cioè quando si fa l'acquisto anon domino e per cui un soggetto non potrebbe rivendicarlo e
potrà vedersi opposta questa eccezione. Come vedete le eccezioni reali sono ben idividuate perchè sono quelle
eccezioni che possono derivare dalla cartula. Vediamo come funzionano le leggi di circolazione diverse dalla
legge al portatore. La legge al portatore funziona in maniera semplicissima, chi ha la disponibilità della cosa può
esercitare il diritto di credito incorporato nel documento; la legge di circolazione all'ordine, la cambiale ad
esempio, un soggetto è legitimato ad ottenere il pagamento della somma indicata sulla cambiale se dispone
della cambiale e se il suo nominativo risulta dalla cambiale, viene indicato come soggetto beneficiario della
cambiale, oppure, se questo soggetto risulta legittimato in forza di una serie continua di girate, il suo
nominativo è o il nominativo indicato sul davanti del titolo o è sul retro l’ultimo nominativo indicato fra i
giratari. Quindi per questo si parla di legittimazione nominale, perchè non basta la cosa, ci vuole anche il nome
di questo soggetto dal contesto letterale del titolo, in questo caso il nome deve risultare solo da una parte, o
davanti o di dietro, nei titoli nominativi non basta una sola indicazione del nome ma ce ne vogliono 2 perchè il
nominativo del beneficiario di chi è legittimato non solo deve risultare dal titolo ma anche sul registro che deve
tenere l’emittente quindi doppia indicazione, doppia annotazione del nominativo oltra al possesso. Mentre i
titoli al portatore e i titoli all’ordine li può mettere chiunque, per i titoli nominativi non vale la stessa cosa
perchè c’è il registro dell’emittente e non può tenerlo chiunque ma un soggetto autorizzatopuò emettere i
titoli nominativi, saranno bamche, intermediari finanziari e così via. Quindi titoli nominativi e titoli all’ordine
sono entrambi a legittimazione nominale che singola nell’ipotesi dei titoli all’ordine invece doppia nei titoli
nominativi; per i titoli nominativi non basta il possesso e che il nome risulti dal titolo per poter ottenere il
pagamento, per avere la legittimazione, il nome deve risultare anche dal registro dell’emittente altrimenti non
si è legittimati. Per i titoli all’ordine basta invece il possesso e che il nome risulti dal titolo. Vi ho introdotto,
parlando dei titoli all’ordine il concetto di GIRATA. Vi ho detto che si è legittimati nei titoli all’ordine quando la
legittimazione deriva o dall’indicazione del nominativo di questo soggetto come beneficiario, o da una serie
continua di girate. La girata si chiama così perchè è apposta sul retro del titolo perchè si gira il titolo e si appone
questa formula, ma la girata in realtà è una dichiarazione unilaterale recettizia perchè produce i suoi effetti
solo se è conosciuta o conoscibile al suo destinatario, una dichiarazione in forza della quale si manifesta la
volontà di cedere la legittimazione cartolare a un soggetto ben individuato, quindi colui che vuole cedere il
titolo e quindi la legittimazione cartolare si chiama GIRANTE, ovvero colui che effettua la girata, colui che riceve
il titolo e ottiene la legittimazione si chiama GIRATARIO. Perchè si parla di una serie continua di girate? Perchè
il giratario può a sua volta girare il titolo e diviene girante e così via, si può andare avanti all’infinito, tant’è vero
che una volta quando la cambiale si usa va di più c’era il cosiddetto FOGLIO DI ALLUNGAMENTO, ossia quando
lp spazio non bastava si poteva aggiungere un altro foglio per mettere le girate. Si parla ancora di una serie
continua di girate perchè il primo girante deve essere beneficiario del titolo, quello che risulta dal davanti, poi
la serie continua quando ogni girante è il giratario precedente e così vi. Quindi, quando si presenta la cambiale
per il pagamento bisogna assicurarsi che la serie di girate sia continua, basta che manchi una firma in mezzo
perchè si spezzi il meccanismo e quindi la legittimazione si perde in quel caso. La girata che strutturalmente è
una dichiarazione unilaterale recettizia, sul piano degli effettio funzionale ha una duplice finalità cioè un effetto
è TRASLATIVO, di trasferimento, perchè la girata serve a trasferire il titolo o almeno la legittimazione dal
girante al giratario. Un’altra funzione è di GARANZIA: se io sono il beneficiario di una cambiale e la giro ad un
soggetto che diventa il nuovo creditore di questa cambiale e il nuovo legittimato, garantisco l’obbligazione
cartolare. Il soggetto se il debitore di questa cambiale non paga può venire da me perchè divento anche io
obbligato cartolare, non è che io giro la cambiale e scompaio, quindi chi gira la cambiale assume anche
un’obbligazione che si dice di REGRESSO, quindi ha anche una funzione di garanzia, garantisce il pagamento
all’ultimo prenditore, se magari dietro una cambiale c’erano 10 girate l’ultimo prenditore potrà agire per il
pagamento sia contro l’obbligato diretto, contro il debitore, sia contro tutti i 10 obbligati di regresso perchè
tutti questi garantiscono. Ovviamente si colpisce l’ultimo obbligato in ordine, quello potrà rivalersi su quelli
precedenti a lui e così via fino a quando non si risale al debito re, questo meccanismo consente di evitare abusi
dello strumento della cambiale, il legislatore ha cercato di limitare la possibilità in cui si poteva abusare del
titolo di credito e in particolar modo dei titoli all’ordine. Tant’è vero che è possibileun’ulteriore ipotesi di
abuso. Pensiamo all’ipotesi in cui una cambiale viene emessa , io sono il beneficiario e so che nei confronti del
debitore ho maturato un debito nei suoi confronti. Se io alla scadenza porto la cambiale al pagamento al
debitote so che non otterrò nulla perchè il debitore potrebbe eccepirmi la compensazione che vale nei rapporti
personali; ma io potre girare la cambiale a un altro soggetto il quale si presenta dal debitore e l’eccezione di
compensazione non potrà imporla perchè è fondata su rapporti personali e allora dovrà pagargli la cambiale e
poi io e quel soggetto ci divideremo la somma. E’ possibile che questo avvenga allora il legislatore ha pensato a
questa fattispecie, anzi questa è una norma che contrasta vicende di questo tipo già contenuta nella legge sulla
cambiale, l’art 11 c 2 che poi è stato generalizzata a livello codicistico e vale per tutti i titoli di credito è l’art
1993 c 2. Si parla di EXCEPTIO DOLI, cioè eccezione di mala fede, ossia in una ipotesi di questo tipo se il
debitore dimostra che il trasferimento di questo titolo da me a quel soggetto è stato fraudolento, è stato
finalizzato ad agirare il regime di opponibilità delle eccezioni personali fondate su rapporti personali in deroga a
questo regime può opporre anche a quel soggetto invocando l’eccezione di mala fede,l’eccezione di
compensazione che avrebbe potuto opporre nei miei confronti. Però la mala fede deve essere provata, è il
debitore che deve dimostrarla. Per completare il discorso volevo segnalare che la girata non ammette
condizioni, è una dichiarazione che non può essere condizionata; non può essere parziale, vuol dire che se la
cambiale, il titolo all’ordine, è per mille euro io non posso girarlo per 500 euro, non posso dare al giratario il
diritto cartolare solo per 500 euro, o è per l’intero o non se ne fa niente. Quindi eventuali condizioni si
considerano non apposte nella girata, se è parziale si considera sempre totale. La girata però può anche essere
in BIANCO, anzi è la fattispecie più diffusa. Essa consiste solo nella firma del girante senza che vi sia più niente
scritto, non è indicato il nominativo del giratario. A questo punto succede che se un titolo all’ordine è girato in
bianco, il titolo diventa come un titolo al portatore perchè non si sa chi è il giratario, chiunque lo trova può
esercitare i diritti in esso incorporati, il titolo all’ordine girato in bianco è un titolo a legittimazione reale perchè
il nome del giratario non c’è, chiunque lo trova può andare ad incassarsela. C’è però una differenza rispetto ai
titoli al portatore, diventa titolo a legittimazione reale ma non diventa titolo al portatore perchè in qualunque
momento la girata può essere riempita, oppure dopo una girata in bianco si può apporre una girata piena, così
come potrebbe anche accadere il contrario o dopo 2 o 3 girate in bianco si può apporre una girata piena e il
titolo torna ad essere a legittimazione nominale.

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