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CONSOLIDAMENTO DEGLI EDIFICI STORICI

prof PAOLO FACCIO


(Università IUAV di Venezia )
A.A. 2012 2013

lezione n.4: il danno nelle costruzioni storiche


….STRUTTURE IN MURATURA
VARIAZIONI TERMICHE

CARICHI VERTICALI : PESI PROPRI, NEVE, AZIONE SISMICA

CARICHI ORIZZONTALI : VENTO, AZIONE SISMICA, SPINTA DEI TERRENI


QUADRI FESSURATIVI E MECCANISMI DI DANNO NEI SOLIDI
PRISMATICI
LA ROTTURA DEI SOLIDI PRISMATICI

Lesioni manifestazione evidente dei dissesti strutturali

DEFORMAZIONI : variazioni di forma geometrica delle strutture

FESSURAZIONI : soluzione di continuità del solido murario

“Se durante la variazione di forma in un punto del solido la dilatazione supera i limiti di
tolleranza della coesione del materiale, nel punto si stabilisce una soluzione di continuità
che si proroga, di mano in mano, per apparire in superficie sotto forma di fessurazione”

Sisto Mastrodicasa Dissesti statici delle strutture edilizie,, Hoepli, Milano1988


La direzione delle tensioni Qualitativamente il piano di
massime ( ) si dispone fessurazione si dispone, in
approssimativamente in fase fase iniziale,
iniziale ortogonalmente al ortogonalmente alla
piano di fessurazione ( ) direzione delle dilatazioni
SOLLECITAZIONI SEMPLICI E COMPOSTE NELLE
STRUTTURE DI FORMA PRISMATICA
Andamento delle superfici di rottura
sollecitazioni di trazione

• la rottura del cubetto, supponendo sempre


l’omogeneità e l’isotropia del materiale, avverrà
secondo piani normali alle forze di trazione.

fessurazione Compressione assiale

trazione
Qualitativamente le parti a diretto contatto con
l’attuatore
Rotturarisentono
per della rigidezza del medesimo
gradualmente in relazione alla prossimità
compressione del
dell’interfaccia. Il rapporto solido
tra le rigidezze dei due
prismatico
materiali condiziona elementare
la dilatazione
SOLLECITAZIONI SEMPLICI E COMPOSTE NELLE STRUTTURE DI
FORMA PRISMATICA
Andamento delle superfici di rottura
Sollecitazione di compressione
• La sollecitazione di compressione
comporta, superato il limite di resistenza
del materiale, la rottura per
“schiacciamento”;
• si consideri ora un elemento di forma
cubica (composto da un materiale
omogeneo ed isotropo) caricato da una
sollecitazione di compressione lungo
l’asse “y” applicata attraverso due
piastre molto rigide, con rigidezza
paragonabile a quella del cubetto, tali
da:
• poter considerare il carico
uniformemente distribuito;
– generare un attrito sulle facce del
cubo a contatto che ne
impediscano o limitino la
deformazione trasversale;
• La rigidezza degli attuatori non influenza
la dilatazione trasversale del blocco:
rottura prismatica
• Rottura tipica delle colonne e/o pilastri
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Le fessurazioni verticali per
compressione possono portare al
collasso improvviso di tipo fragile
SOLLECITAZIONI SEMPLICI E COMPOSTE NELLE STRUTTURE DI FORMA
PRISMATICA
Andamento delle superfici di rottura
Sollecitazione di compressione

• Le piastre degli attuatori hanno una


rigidezza superiore a quella del blocco. La
distribuzione delle dilatazioni trasversali
sarà max nel punto di mezzo del blocco e
limitata in corrispondenza alle superfici di
contatto;
• il cubetto sarà pertanto sollecitato, e la
rottura si stabilirà secondo le superfici
iperboloidiche dirette con concavità verso
l’esterno, come rappresentato in figura;
• tale tipo di rottura è caratteristica di quei
solidi prismatici che più si avvicinano al
nostro cubetto ovvero negli elementi
strutturali “tozzi ” che pur avendo la
possibilità di espandersi sono limitati dagli
estremi superiore ed inferiore (cordoli in c.a.
dei solai);
• presentano una rottura di questo tipo i
maschi murari.
SOLLECITAZIONI SEMPLICI E COMPOSTE NELLE
STRUTTURE DI FORMA PRISMATICA
Andamento delle superfici di rottura
Sollecitazione di compressione
• Nel caso in cui venga interposto, tra le piastre
di carico e le facce del cubetto, uno strato di
materiale con modulo elastico inferiore a
quello del cubetto, si avrà la rottura
“iperboloidica inversa ”caratterizzata da
tensioni tangenziali tra il materiale interposto e
le facce del cubetto dirette verso l’esterno del
prisma anziché verso l’interno come nel caso
senza interposizione di materiale;
• analizzando, anche in questo caso, l’equilibrio
dei tre prismetti elementari e facendo
l’inviluppo delle singole fratture elementari si
otterrà l’ “iperboloidica inversa ”;
• nei muri portanti degli edifici, questo tipo di
rottura si verifica quando tra la pietra e/o
mattone vengono interposti giunti di malta
eccessivamente spessi; poiché le malte hanno
un modulo elastico più basso rispetto alla
pietra o ai mattoni si deformeranno più di
questi.

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SOLLECITAZIONI SEMPLICI E COMPOSTE NELLE STRUTTURE DI
FORMA PRISMATICA
Andamento delle superfici di rottura
Sollecitazione di compressione
• Tutti e tre i tipi di rottura visti si verificano nella pratica negli elementi
strutturali “tozzi ”;
• nei muri snelli i tre tipi di rottura considerati possono ritrovarsi in
prossimità degli spigoli oppure in una zona intermedia;
• in questo secondo caso le fratture si presenteranno con il loro
classico andamento solo sui piani trasversali e verticali cioè nello
spessore dei muri;
• la ragione per cui si hanno questi tipi di localizzazioni è dovuta
all’impedimento alla libera dilatazione che, nei muri snelli, le masse
laterali esercitano su quelle intermedie.

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ROTTURA PER COMPRESSIONE DI UNA MURATURA :
alcuni esempi
Schiacciamento

• Le fessurazioni si presentano in linea di


massima con andamento pressoché
parallelo;
• Negli stadi più avanzati si hanno
fenomeni di rigonfiamento dei paramenti;
• In stadi avanzati (che preludono al
collasso) si possono avere anche lesioni
orizzontali.
• Si disgregano prima le malte, poi si ha la
rottura delle pietre ed infine il vero e
proprio schiacciamento.
• Nel caso di malte di ottima qualità ovvero
di murature a sacco, si può avere la
rottura delle pietre senza avere
prioritariamente la rottura della malta.
Malte

• Il degrado delle malte dovuto alla vetustà contribuisce in modo determinante


all’indebolimento delle strutture murarie;
• le malte invecchiando perdono la loro coesione, inoltre possono perdere la
loro aderenza ai materiali lapidei e quindi non fare più presa;
• la coesione e l’aderenza si annullano nel tempo più o meno rapidamente in
relazione alla composizione della malta stessa, alla manipolazione e
all’impiego che ne è stato fatto.
• la malta che ha perso coesione diventa pulvirulenta, sfarinandosi tra le dita.
• lo spessore del giunto di malta incide in maniera inversamente
proporzionale alla resistenza della muratura.
Individuazione dello schiacciamento

• Percuotendo con un martello il tratto di muratura


interessato, si avverte un suono cupo;

• Il martello non rimbalza;

• Asportato un strato superficiale della muratura e


ripetuta la percussione possiamo accertare se il
fenomeno è profondo o superficiale.
Schiacciamento per sovraccarico localizzato

• In figura è rappresentato il caso di


schiacciamento per un sovraccarico
localizzato;
• le fessurazioni sono verticali o
inclinate a 45° nella zona
immediatamente sottostante il carico;
• La frattura si determina nel piano
medio sempre immediatamente sotto
il carico;
• In generale, la stabilità dell’edificio non
può essere compromessa da un
singolo episodio di eccessivo carico
localizzato
Manifestazione di plessi fessurativi per schiacciamento e taglio per carico
concentrato
Rottura per compressione a causa di disomogeneità costruttive
Distacco per discontinuità materico costruttiva
Schiacciamento per peso proprio

• Le fessurazioni sono
pressoché parallele e
dirette come il carico.
• Naturalmente, si
manifestano nella regione
più bassa del muro.
SOLLECITAZIONI SEMPLICI E COMPOSTE NELLE STRUTTURE DI
FORMA PRISMATICA

Pressoflessione e carico di punta


• Se in un pannello murario, la risultante dei carichi, pur essendo verticale, non passa
per il piano medio o per il baricentro, il solido sarà soggetto ad una compressione
assiale e ad una flessione;

• in genere i solidi murari sono elementi tozzi per cui non si verificano fenomeni di
instabilità e le sollecitazioni non sono altro che la somma algebrica delle singole
sollecitazioni provocate dalla compressione e dalla flessione prese singolarmente;

• per la sicurezza delle strutture murarie è necessario che la risultante dei carichi cada
all’interno del nocciolo centrale d’inerzia di tutte le sezioni trasversali per avere tutte
le fibre compresse, data la scarsa capacità delle murature di resistere a trazione;

• la pressoflessione nelle murature si può instaurare per difetti di costruzione o più


semplicemente quando si realizzano murature con un paramento più resistente
rispetto all’altro con conseguenti deformazioni differenziate in funzione del diverso
modulo elastico;
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SOLLECITAZIONI SEMPLICI E COMPOSTE NELLE STRUTTURE DI
FORMA PRISMATICA

Pressoflessione e carico di punta


• Il carico di punta si ha allorché la lunghezza
dell’elemento strutturale è di gran lunga
superiore alla minima dimensione
trasversale (esperienze condotte in tale
senso hanno dimostrato che per l/h>15 si
ha rottura per carico di punta);
• per i solidi astiformi si usa la formula di
Eulero per determinare il carico critico
ovvero il carico per cui si verifica la rottura
del materiale sollecitato:

 2 EJ
P crit  min
l o2
in cui:
– Pcrit è il carico critico;
– Jmin è il momento d’inerzia minimo della
sezione;
– lo è la luce libera d’inflessione che
dipende dal tipo di vincolo alle estremità
del solido. 27
SOLLECITAZIONI SEMPLICI E COMPOSTE NELLE STRUTTURE DI
FORMA PRISMATICA

Pressoflessione e carico di punta

• Le lesioni causate dalla pressoflessione


possono ricondursi a tre casi tipici:
– il primo riguarda il caso del
paramento esterno con materiale più
resistente;
– il secondo il caso di entrambi i
paramenti più resistenti rispetto al
nucleo centrale riempito con muratura
informe e meno resistente;
– il terzo riguarda gli angoli dei
fabbricati o le spalle delle aperture
eseguite con blocchi squadrati e
collegati alla restante muratura più o
meno caotica.

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Pressoflessione

• E’ una sollecitazione molto pericolosa per le strutture murarie;


• Il solido murario sollecitato a carico di punta può rompersi per effetto
della pressoflessione prima di raggiungere la condizione di
schiacciamento;
• Il difetto costruttivo della muratura dovuto ad un cattivo collegamento
trasversale può portare a pericolosi dissesti causati da
pressoflessione ( a parità di altezza del muro, si può dimezzare lo
spessore a causa della cattiva tessitura della struttura muraria);
• Anche il difetto di omogeneità della sezione muraria può predisporre
il muro ad un dissesto da pressoflessione;
• Il dissesto si manifesta con il rigonfiamento dei paramenti;
• La lesione è caratterizzata dalla smembratura della struttura in più
tronchi verticali.
Pressoflessione

• Cattivo collegamento
trasversale della
muratura, scarsa
presenza di diatoni
• Danneggiamento
della sezione per
alveolizzazione
localizzata dei blocchi
o erosione dei giunti
asimmetrica.
• Rigonfiamento
paramenti;
• Sezionamento in più
tronchi verticali
Influenza della rigidezza della muratura nella ripartizione dei
carichi
LA VERTICALIZZAZIONE DELLA FESSURA ,
CON UN PANNELLO DI GEOMETRIA CON H
CIRCA UGUALE A B, NEL CASO DI
CONTEMPORANEA PRESENZA DI SFORZO
NORMALE E TAGLIO DIPENDE DALLA
SOLLECITAZIONE PREVALENTE

RELAZIONE TRA ANDAMENTO DELLE FESSURAZIONI, CARATTERIZZAZIONE


NEL PIANO E FUORI DAL PIANO, E SOLLECITAZIONI
ROTTURA PER FLESSIONE E TAGLIO DI UNA MURATURA
SOLLECITAZIONI SEMPLICI E COMPOSTE NELLE STRUTTURE DI
FORMA PRISMATICA 1
Andamento delle superfici di rottura
Sollecitazione a flessione e taglio

• La presenza di queste due sollecitazioni è abbastanza frequente nella realtà


specie quando si hanno dei cedimenti differenziali delle fondazioni dei muri;
• le rotture per flessione e taglio hanno andamenti diversi in funzione della
forma geometrica del solido anche a parità di condizioni di carico e vincolo;
• in genere, quando la luce libera del solido (che supponiamo di forma
prismatica) è notevolmente maggiore dell’altezza della sezione trasversale
prevale la flessione con le fratture che iniziano a formarsi dal lembo teso
della sezione di massimo momento, mentre quando la luce è piccola prevale
il taglio con le fratture ad inclinazione variabile e tanto più tendenti ai 45°
quanto più prevalgono le tensioni tangenziali rispetto a quelle normali;
• Le rotture a taglio e flessione sono spesso presenti nel caso di azione
sismico appartenente al piano del muro
Rottura per taglio
SOLLECITAZIONI SEMPLICI E COMPOSTE NELLE STRUTTURE DI
FORMA PRISMATICA
Andamento delle superfici di rottura
Sollecitazione di flessione
• Si consideri un solido astiforme, semplicemente
appoggiato in due punti intermedi e caricato con
due forze applicate nelle sezioni estreme in modo
tale da avere un momento flettente costante nel
tronco intermedio e taglio nullo;
• nel tronco a momento costante si avrà pertanto
una deformazione circolare di centro O, punto
d’incontro delle due sezioni rette condotte per gli
appoggi, con un generico prismetto non soggetto
a deformazioni rombiche (assenza di t);
• un solido ugualmente resistente a trazione e
compressione si rompe al lembo superiore lungo
una sezione trasversale retta e al lembo inferiore
fratture prismatiche;
• in un solido come la muratura, dove la resistenza
Rottura per flessione a trazione è trascurabile rispetto a quella di
compressione, la rottura inizia al lembo superiore
proseguendo fino al lembo inferiore a causa della
riduzione della sezione resistente.
Rottura per flessione e
taglio del solido elementare
SOLLECITAZIONI SEMPLICI E COMPOSTE NELLE STRUTTURE DI FORMA
PRISMATICA 2

Andamento delle superfici di rottura


Sollecitazione a flessione e taglio

• La presenza di queste due sollecitazioni è abbastanza frequente nella realtà


specie quando si hanno dei cedimenti differenziali delle fondazioni dei muri;
• le rotture per flessione e taglio hanno andamenti diversi in funzione della
forma geometrica del solido anche a parità di condizioni di carico e vincolo;
• in genere, quando la luce libera del solido (che supponiamo di forma
prismatica) è notevolmente maggiore dell’altezza della sezione trasversale
prevale la flessione con le fratture che iniziano a formarsi dal lembo teso
della sezione di massimo momento, mentre quando la luce è piccola prevale
il taglio con le fratture ad inclinazione variabile e tanto più tendenti ai 45°
quanto più prevalgono le tensioni tangenziali rispetto a quelle normali;
• si esaminano adesso dei solidi prismatici con tre diverse condizioni di
vincolo.
SOLLECITAZIONI SEMPLICI E COMPOSTE NELLE STRUTTURE DI FORMA
PRISMATICA
Andamento delle superfici di rottura
Sollecitazione di flessione e taglio

E’ la condizione di cedimento
terminale • Si cerca ancora la condizione per cui si realizza
l’uguaglianza tra la smax e t max;
• i risultati ottenuti dalla condizione di
uguaglianza mostrano che per avere smax = t
max si deve avere l = 1/2 h;
• se l >1/2 h prevalgono le tensioni normali e la
rottura inizierà dal lembo maggiormente teso, si
inclinerà verso i 45° in corrispondenza dell’asse
neutro per poi continuare verso le fibre
compresse in verticale;
• se l <1/2 h prevalgono le tensioni tangenziali e
le fratture assumeranno la configurazione
indicata in figura.

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CEDIMENTI FONDAZIONALI

DANNO PER AZIONI TAGLIANTI DERIVANTE DA CEDIMENTO DELLE FONDAZIONI


L’ANDAMENTO DELLE FESSURAZIONI CONFERMA IL RAPPORTO QUALITATIVO
TRA PIANO DI FESSURAZIONE E DIREZIONE DELLE TRAZIONI PRINCIPALI
IL FENOMENO DI DANNO DEL PANNELLO MURARIO E’ LEGATO ALLA DINAMICA DI
MANIFESTAZIONE DELLA PERTURBAZIONE
3 La rottura per flessione individua una
serie progressiva di mensole, sempre
più corte con una verticalizzazione
2 delle fessure che accompagna la
riduzione dimensionale (L1, L2, L3)
della mensola stessa da 1 a 3

L3
L2
L1
SOLLECITAZIONI SEMPLICI E COMPOSTE NELLE STRUTTURE DI FORMA
PRISMATICA
Andamento delle superfici di rottura
Sollecitazione di flessione e taglio
• Si cerca, anche in questo caso, la
condizione per cui si realizza
l’uguaglianza tra la smax e t max;
Condizione assimilabile a tratto di muro • i risultati ottenuti dalla condizione di
interno alla cortina muraria uguaglianza mostrano che per avere
smax = t max si deve avere l = 3/2 h;
• se l >3/2 h prevalgono le tensioni
normali e la rottura inizierà dal lembo
maggiormente teso, si inclinerà verso i
45° in corrispondenza dell’asse neutro
per poi continuare verso le fibre
compresse in verticale;
• innescata la rottura le sezioni d’incastro
sono sempre meno capaci di resistere e
la trave si comporterà come
semplicemente appoggiata;
• se l <3/2 h prevalgono le tensioni
tangenziali e le fratture assumeranno la
configurazione indicata in figura.
• E’ la condizione di architrave
danneggiato
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SOLLECITAZIONI SEMPLICI E COMPOSTE NELLE STRUTTURE DI FORMA
PRISMATICA
Andamento delle superfici di rottura
Sollecitazione di flessione e taglio

• Si cerca in questo caso la condizione per


E’ la condizione di muro cui si realizza l’uguaglianza tra la smax
e t max ovvero il rapporto tra la luce l
isolato della trave e la sua altezza h;
• i risultati ottenuti dalla condizione di
uguaglianza mostrano che per avere
smax = t max si deve avere l = h;
• se l > h prevalgono le tensioni normali e
la rottura inizierà dal lembo
maggiormente teso fino a propagarsi a
tutta l’altezza del solido.
• se l < h prevalgono le tensioni
tangenziali e le fratture si spostano
verso gli appoggi, partendo dall’asse
neutro, con andamento tendente ai 45°
intorno all’asse neutro e andamento
verticale in corrispondenza delle fibre
estreme in virtù dell’assenza delle
tensioni tangenziali.

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LA PREVALENZA DEL DANNO PER TAGLIO O FLESSIONE E’ FUNZIONE DEL
RAPPORTO TRA SVILUPPO DEL CEDIMENTO E DIMENSIONE DEL PANNELLO
INTERESSATO
Effetti di un cedimento
terminale del pannello
murario per carenza del
sistema fondale
SOLLECITAZIONI SEMPLICI E COMPOSTE NELLE STRUTTURE DI FORMA
PRISMATICA
Andamento delle superfici di rottura
Sollecitazione di flessione, taglio e torsione

• Spesso capita di avere in alcuni elementi


strutturali la contemporanea presenza di
queste tre caratteristiche di sollecitazione;
• nelle strutture murarie, la rottura per
sollecitazione composta di flessione, taglio
e torsione si verifica allorché si hanno dei
cedimenti nelle fondazioni agli angoli degli
edifici;
• in questi casi il cedimento imprime ad una o
ad entrambe le pareti, oltre alle
sollecitazione di flessione e taglio anche
quella di torsione;
• la fessurazione avrà l’inclinazione verso il
cedimento sui paramenti esterni ed una
inclinazione in verso opposto sui paramenti
interni per effetto della sollecitazione di
torsione.
52
INCIDENZA DELLA FOROMETRIA NEI FENOMENI DI DANNO
LA FOROMETRIA CORRISPONDE AD UNA SOLUZIONE DI CONTINUITA’ DELLA
MURATURA E I CEDIMENTI FONDALI PROVOCANO FESSURAZIONI CHE
VENGONO ESALTATE E CONDIZIONATE DALLA DISPOSIZIONE DEI FORI.
Deformazione rombica delle aperture

• Si manifesta nelle aperture di porta normali ai


muri inflessi, in prossimità degli stessi.;
• Nelle regioni inferiori al ventre l’architrave
tende a spostarsi verso la parte inflessa;
• Nelle regioni superiori si sposta invece la
base. (vedere figura a fianco)
• Nell’angolo superiore dell’apertura che tende
a chiudersi si verifica espulsioni di crosticine
di tinteggiatura e d’intonaco per
schiacciamento;
• Nell’angolo superiore che tende ad aprirsi si
stabiliscono le fratture per trazione;
• Gli infissi ad un anta, secondo i casi, battono
sull’architrave o radono il pavimento;
• Gli infissi a due ante con una battono
l’architrave e con l’altra il pavimento.
• Nei dissesti più gravi l’architrave non rimane
orizzontale ma si inclina verso il basso dalla
parte del cedimento.
Lesione sopraporta e sotto finestra per cedimento
della fondazione
“ se è possibile trovare una curva delle pressioni per l’arco completo, che sia in equilibrio
con i carichi applicati (incluso il peso proprio) e rimane ovunque interna allo spessore
dell’arco, allora questo arco è sicuro”
J. Heyman

….FESSURAZIONE DI ARCHI E VOLTE


LESSICO DELLE CARATTERISTCIHE COSTRUTTIVE DI UN ARCO IN
MURATURA
Strutture resistenti per forma: ad ogni condizione di carico corrisponde una forma
resistente
ideale Sfruttamento ottimale delle caratteristiche meccaniche
della muratura
METODI GRAFICI ED EMPIRICI

Le regole di proporzione geometrica basavano il


concetto di evoluzione sul superamento di un modello
costruttivo esistente con una architettura
dimensionalmente più grande. L’analisi del dissesto
costituiva una guida per la valutazione delle possibilità
di superamento delle regole

Metodo di proporzionamento
geometrico di Leonardo da Vinci (1) e
regola di Deran che consentiva di
dimensionare l piedritto in relazione alla
luce dell’arco (2)
1 2
Leonardo da Vinci metodo di dimensionamento geometrico e studi sulla stabilità
degli archi.
METODI BASATI SULLA MECCANICA DEI
CORPI RIGIDI, CATENE CINEMATICHE CON
ARCO IN CONDIZIONI LIMITE, COLLASSO

Rottura per flessione della parte centrale dell’arco (1) e rottura per scivolamento della
parte centrale dell’arco (2).
La manifestazione di queste due modalità di collasso è possibile solo nel caso di
rotazione dei piedritti

De La Hire e
Belidor (2),
Mascheroni e
Coulomb (1)

1 2
Meccanismi di collasso degli archi .
Frezier
Dominio ammissibile per la sicurezza di un
arco a conci. J. Heyman
Curva delle Pressioni

Risultante interna allo


spessore: possibile
Tangente all’origine
equilibrio

Risultante esterna:
H

Linea delle pressioni


H possibile meccanismo.
V V
Geometria dell’arco e meccanismo di danno
dissesti
Rapporto tra
geometria
dell’arco e
modulo della
spinta
orizzontale
all’imposta
Stabilità archi

• La risultante della pressione è


inclinata e può essere scomposta
in due forze.
• La prima, verticale, che sollecita il
piedritto a sforzo normale;
• La seconda, orizzontale (spinta),
che tende ad inflettere verso
l’esterno il piedritto stesso.
• Il centro di pressione C risulta
spostato verso l’esterno (vedere
fig. a fianco) favorendo
l’eccentricità rispetto al baricentro
B.
Cedimento di un piedritto e carico antimetrico
2

Cedimento del piedritto di sinistra con definizione di sistema di fessurazione con ramo
primario (1) e secondario (2) di tipo flessionale
DILATAZIONI TERMICHE
Danneggiamento di una volta a
crociera

Danneggiamento di una volta a


padiglione
LA RAPPRESENTAZIONE
DEL DISSESTO
LA RAPPRESENTAZIONE DEL DISSESTO 2
IL RILIEVO DEL
QUADRO
FESSURATIVO
Lettura dei
quadri
fessurativi :
lessico
cuspide

gola

cigli

Elementi caratterizzanti una


fessura
IL DANNEGGIAMENTO : RILIEVO DEI QUADRI FESSURATIVI
elementi funzionali alla interpretazione dei plessi fessurativi

Elementi nel piano (del muro)

Elementi fuori dal piano (del muro)


MONITORAGGIO E CONTROLLO
Palazzo Malipiero - Venezia : relazione sullo stato di danno

Prof. Ing. Arch. Paolo Faccio


Coll. Arch. C. De Nardi - Arch. E. Fain : rilievo
Ing. A. Dei Svaldi : consulenza geotecnica
Prof. Arch. F. Guerra : fotoraddrizzamento e profili facciata
Planimetria indicante l’area oggetto di realizzazione delle vasche e le fondazioni oggetto di
verifica
Tendenza
abbassamenti
verticali

Tendenza
abbassamenti
verticali di
maggiore
intensità

Area di
maggiore
presenza
di
cedimenti
Opere interne seminterrato oggetto di autorizzazione.
Strumentazione utilizzata
Effetti delle due scosse di terremoto del 2012
….STRUTTURE IN LEGNO
Valutazione con la tecnica della
classificazione a vista del legname in opera
PALAZZO CONTARINI DEL BOVOLO – VENEZIA
ANALISI A VISTA
DEL LEGNAME IN OPERA

SOLAI DEL PIANO PRIMO


a b

c
Profili resistografici, legno sano (a), di trave con
degrado diffuso (b) e in trave con fessure da ritiro
( c ). Kappel et altri 1993
LE ROTTURE DI TIPO FRAGILE,
INTERROMPONO LA FIBRA
LONGITUDINALE, COMPORTANDO
RIDUZIONI DI PORTANZA E
POSSONO PRELUDERE AL
COLLASSO DELLA STRUTTURA

LE FESSURAZIONI DA RITIRO NON


COMPORTANO NECESSARIAMENTE
RIDUZIONI DI CAPACITA’ SE NON NEGLI
ELEMENTI COMPRESSI, POSSIBILI
INSTABILITA’, O IN ELEMENTI INFLESSI
IN FUNZIONE DELLA POSIZIONE DELLA
FERSSURA IN RELAZIONE AL PIANO DI
FLESSIONE
FESSURAZIONE PER ECCESSO DI CARICO DERIVANTE DA UNA
RIDUZIONE DELLA SUPERFICIE DI SCARICO PER DEGRADO
DELL’ELEMENTO LIGNEO
FESSURAZIONI DA RITIRO

PIANO DI
FLESSIONE

FESSURA DA
RITIRO
ININFLUENTE

FESSURA DA
RITIRO
PENALIZZANTE
DISSESTI NEI SOLAI ED EFFETTI NEGLI ELEMENTI TECNOLOGICI
PORTATI

LESIONI E
DEFORMAZIONI PER I
CEDIMENTI DELLE
STRUTTURE
PORTANTI IN LEGNO
DANNO
NELLE
PARETI
DIVISORIE

ECCESSO DI CARICO
SULLA MUARTURA CON
ROTTTURA A TAGLIO
DEFORMAZIONE DELLA STESSA
DELLGLI ELEMENTI
INFLESSI
B

SEZIONE A-B

u/3 A
u
LA DEFORMAZIONE
DELLA TRAVE
COMPORTA UNA
ROTAZIONE
ALL’APPOGGIO CON UN
CONSEGUENTE PER CONDIZIONARE
INCREMENTO DELLE QUESTO PROBLEMA
TENSIONI SUL BORDO E’ UTILE INSERIREUN
DELLA MURATURA ELEMENTO RIGIDO DI
RIPARTIZIONE
Zeppa di livellazione appoggio sulla muratura
Rema di bordo lignea per appoggio del solaio

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