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AGGIORNAMENTO DOCENTI

PIANDIMELETO
NOVEMBRE 2004 – FEBBRAIO 2005
PARTECIPANTI: Scuole dell’infanzia di Belforte, Frontino, Lunano, Piandimeleto;
Scuole Primarie di Belforte, Lunano, Piandimeleto.

RELAZIONE
2° incontro: Giovedì 25 novembre 2004

EDUCAZIONE ALLA VOCE


L’incontro comincia con la lettura del capitolo 4 “Educare la voce”, dal libro “Il Metodo
Rusticucci”, (pagg. 43-44).
Si illustrano poi i diversi rapporti reciproci fra uno strumento musicale e la corporeità del musicista:
esistono strumenti esterni al corpo (come la chitarra e il pianoforte) e strumenti di contatto (come i
fiati in genere), ma l’unico strumento totalmente interno al corpo è la voce.

L’apparato respiratorio
Il corretto uso dell’apparato respiratorio è propedeutico ad una buona e sicura emissione vocale.
Una vita sedentaria comporta un sottoutilizzo al 30% della capacità respiratoria, e la frequente
tendenza al sospiro (correlata evidentemente anche a fattori psicologici) ne è un sintomo.
Per illustrare ai bambini il funzionamento dei polmoni, può essere utile paragonarli a delle spugne,
che perdono gradualmente elasticità (e dunque funzionalità) qualora siano esposti a fattori di rischio
come il fumo.
Avere una voce “impostata” significa aver sviluppato la capacità di far partire l’emissione del suono
non dalla gola ma dall'addome, sfruttando i movimenti del diaframma e della fascia muscolare
addominale, una fra le più potenti del corpo.
Nella pubertà avviene il cambiamento della voce negli adolescenti: timbro ed estensione sono
soggetti ad una variazione lieve nelle femmine e molto più accentuata nei maschi; ciò rende nel
tempo la voce maschile più dissimile dalla voce bianca di quanto non sia la voce femminile.
Attività
Si procede ad un’attività che esercita il controllo coordinato dell’apparato respiratorio:
a) si invitano i partecipanti ad inspirare con il naso e ad espirare con la bocca, eliminando
totalmente il fruscio dell’aria che attraversa i canali respiratori;
b) si inserisce poi un’apnea di 5 secondi circa fra inspirazione ed espirazione, invitando a
dosare lentamente l’afflusso di aria in entrata e in uscita.
Questo esercizio migliora la presa di coscienza del proprio meccanismo respiratorio, e stimola
indirettamente anche l’uso del diaframma e della fascia addominale, che entrano giocoforza in
azione durante l’apnea e l’espirazione controllata. Inoltre, contribuisce al rilassamento
dell’organismo e concilia il sonno qualora sia eseguito prima di coricarsi.‫ٱ‬

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È bene che gli insegnanti sappiano padroneggiare la propria respirazione prima di accostarsi
all’insegnamento della stessa, ed è poi utile far riflettere i bambini sull’argomento partendo da
esempi tratti dal loro vissuto quotidiano (come ad esempio, le interviste ai calciatori ansimanti
appena dopo la fine di una partita).

La voce e la produzione del suono


Si insiste sull’inefficacia a lungo termine dell’urlo come metodo di controllo dei bambini, perché
chi subisce urli di frequente è soggetto ad un graduale processo di assuefazione. Lasciando che si
ricorra all’urlo solo in casi estremi (quelli in cui incombano reali pericoli per l’incolumità fisica dei
bambini) è preferibile, per efficacia, una comunicazione visiva diretta accompagnata dalla scansione
corretta, chiara e potente del messaggio.
I bambini, specie se di corporatura robusta, hanno mediamente la tendenza scorretta a parlare
emettendo molta aria superflua assieme ai suoni.
Il dialetto si può definire una lingua ermetica perché sfrutta un vocabolario di termini ridotti ed una
sintassi semplificata rispetto alla lingua di derivazione; parlando un dialetto, si ha dunque la
naturale tendenza a non esercitare a sufficienza né la giusta apertura della bocca, né lo sfruttamento
pieno e adeguato della muscolatura facciale, con i suoi 64 muscoli potenzialmente disponibili.
Il dialetto rappresenta un’indubbia ricchezza culturale, ma diventa pericoloso quando ne viene fatto
un uso inconsapevole e promiscuo.
La lingua italiana ha inoltre delle caratteristiche fonetiche (per esempio, la maggiorparte delle
parole terminano per vocale) che la rendono melodiosa e musicale: se da un lato, ciò ha comportato
l’uso preferenziale della lingua italiana nel melodramma, dall’altro ne rende particolarmente
impegnativa la giusta pronuncia e la corretta apertura della bocca.

Attività
Per stimolare la corretta apertura della bocca, si può proporre ai bambini un gioco in cui si parli
senza emettere suoni, muovendo solamente la bocca ed accompagnando ritmicamente, con il battito
delle mani, la scansione sillabica: lo scopo dell’ascoltatore è di comprendere il messaggio attraverso
il labiale (“ascoltando con gli occhi”).‫ٱ‬

L’incontro prosegue trattando della differenza fra la capacità di ascolto e la capacità di riproduzione
dei suoni: un uomo può percepire una molteplicità di suoni contemporaneamente (ascolto
polifonico) ma gli è possibile la riproduzione di un solo suono per volta (riproduzione monofonica).
Questa diseguaglianza di possibilità, combinata con particolari stati emotivi (come lo stato di
agitazione pre-parola) e alla presenza simultanea di tanti pensieri confusi, dà origine ad una
disfunzione della voce chiamata voce disgiunta.

Gioco
Viene proposto quindi il gioco del riconoscimento del timbro della voce.
Fra le presenti, viene selezionato un gruppo di insegnanti che si conoscono bene fra di loro, ed una
di esse viene mantenuta di spalle rispetto al gruppo delle rimanenti. Costei cercherà di riconoscere
quale, fra le sue colleghe, la saluti dicendole “Ciao!” ascoltando il solo timbro della sua voce.
Questo gioco è molto semplice da proporre ai bambini e si presta a molte varianti:
a) si può dapprima effettuare il riconoscimento entro un gruppo noto di 3-4 unità, per poi
incrementare gradualmente la difficoltà fino a che ciascun bambino riesca a distinguere
facilmente entro la totalità dei suoi compagni;
b) si può tentare di riconoscere due (o più) compagni alla volta quando parlino
contemporaneamente;
c) si può sostituire la voce umana con i timbri di strumenti differenti.‫ٱ‬

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E’ importante che i bambini effettuino registrazioni dei suoni del proprio ambiente quotidiano, e si
esercitino poi ad analizzare, riconoscere e descrivere i vari suoni durante il riascolto.

Gioco
Viene eseguito, a gruppi, il gioco “IL CASTELLO DEI FANTASMI”

     Casper
     Molla
     Ciccia
     Puzza
1 2 3 4 5 6 7 8
Il gioco ha l’obiettivo di consolidare la nozione di contemporaneità ed esercitare la lettura di un
semplice spartito ritmico polifonico. Per la scuola dell’infanzia, si possono sostituire i numeri con
dei disegni, e pure il simbolo di presenza-assenza può non appartenere alla notazione musicale. I
bambini risponderanno al simbolo di presenza con il battito delle mani, ed al simbolo di assenza
sussurrando il silenzio con il dito davanti alla bocca. Il gioco andrà condotto dall’insegnante che
scandirà un ritmo quaternario (nell’esempio, “Casper”):

1 2 3 4
U- NO: clap! [pausa]
DU- E: scsc! [pausa]
TRE- E: clap! [pausa]
QUAT- TRO: clap! [pausa]
CIN- QUE: scsc! [pausa]
ecc. … … …

Come varianti, si può usare questo stesso schema per descrivere nel tempo situazioni quotidiane
(per esempio, i membri della famiglia presenti a casa in momenti successivi della giornata); si può
dividere la classe in gruppi che eseguano in simultanea una riga ciascuno; infine, utilizzare
strumenti musicali al posto del battito di mani.
È consigliabile chiarire che la contemporaneità può essere trovata nella dimensione verticale dello
schema, e porgere poi delle domande di approfondimento (“Chi è presente al n°6?”, “In che
momento sono tutti presenti?”, ecc.).

Alcuni principi del metodo


È di fondamentale importanza incontrare la classe facendo in modo che lo schema della lezione
preparato in precedenza dall’insegnante non subordini gli interventi dei bambini, lasciando aperta la
possibilità che la partecipazione collettiva possa condurre la lezione verso tematiche non previste né
prevedibili a priori. In quest’ottica, canti e filastrocche create assieme alla classe durante l’incontro,
anche nel caso in cui non abbiano una qualità musicale entusiasmante, sono da preferire a canti già
elaborati.
Inoltre, di fronte ad una disparità di comportamento dei bambini, l’insegnante non dovrebbe
valutare la superiorità-inferiorità di prestazione, ma considerarla come diversità che, adeguatamente
coltivata, apporterà ricchezza all’interno della classe. Il quaderno andrebbe poi considerato come un
libro personale, e possibilmente diversificato per ognuno.

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LABORATORIO
La canzone sul Natale, elaborata nell’incontro precedente, viene cantata sulla melodia:
DO-RE-MI-MI-FA-MI-RE-RE
RE-MI-FA-FA-SOL-FA-MI-MI
DO-RE-MI-MI-FA-MI-RE-RE
SI-DO-RE-RE-DO-SI-DO-DO
Viene poi assegnato un tema sul quale ci si accinge a comporre il testo di una canzone, e viene
stilata, insieme ai partecipanti, una lista di parole chiave attinenti al tema che dovranno poi
comparire nel testo:
tema: VIVA L’INVERNO
parole chiave raccolte: SLITTA; NEVE; FREDDO; NATALE; FUOCO; BEFANA; GUANTI;
SCI; MONTAGNA; SPUMANTE; LETARGO.
Viene assegnato quindi a voce uno schema ritmico ottonario: (in grigio la posizione
degli accenti tonici) che costituisce la matrice metrica e tonica di tutti i versi di otto sillabe che si
andranno a creare. Si stabilisce fin dal principio l’utilizzo della rima baciata, e fra la creazione di un
verso e del successivo, viene prima ricercata la parola che completa la rima e poi costruita la
rimanenza del verso sulla base ad essa. Dopo aver esaurito nel testo tutte le parole chiave, si
aggiungono versi fino ad un numero di 16, in modo da poter strutturare la canzone in quattro strofe
da quattro versi ciascuno. Segue il testo completo:

VA IN LETARGO LA MARMOTTA
PERCHÉ IL FREDDO NON SOPPORTA;
VUOL SCALARE LA MONTAGNA
CON LA NEVE CHE LA BAGNA.

CON LA SLITTA SUGLI SCI


LA BEFANA ARRIVA QUI;
STA BEVENDO LO SPUMANTE
ARDE IL FUOCO SCOPPIETTANTE.

A NATALE TUTTI QUANTI


CI SCALDIAMO CON I GUANTI;
CON GLI AMICI ED I PARENTI
SIAM FELICI E ASSAI CONTENTI.

SU FACCIAMO UN GIROTONDO
AUGURIAMO A TUTTO IL MONDO;
TANTA PACE E TANTO AMORE
DAL PROFONDO DI OGNI CUORE.

È possibile scambiare l’ordine delle strofe o dei versi anche dopo aver completato il testo, purché
non si pregiudichi la coesione interna e la coerenza del significato.
Viene ideata la musica e si prosegue con l’esecuzione cantata del testo. Da ultimo, i partecipanti
vengono suddivisi in quattro gruppi, e invitati ad accompagnare il proprio canto battendo le mani
con una suddivisione ritmica diversa dipendente dal gruppo e dalla strofa corrente, secondo lo
schema seguente (il numero in tabella indica quante volte per ogni verso si battono le mani):

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GRUPPO A B C D

Strofa #1 8 4 2 1
Strofa #2 4 2 1 8

Strofa #3 2 1 8 4

Strofa #4 1 8 4 2

FINE

Relatore: Filippo Maria Magi


27 novembre 2004

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