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LINEE D'APPROCCIO AI GENITORI

In questo sforzo di sintesi e di tabulazione siamo sicuri di affidare ai


genitori linee d'approccio e di primo contenimento ormai condivise dalla
ricerca teorica e specialistica internazionale.

 Mostrare disponibilità all'ascolto, attenzione al « cosa dice »


piuttosto che al « come lo dice », mostrando un'affezione
incondizionata al bambino.

 Utilizzare un linguaggio facile, semplice, morbido, rallentato in


presenza del bambino, offrendo un "modello" verbale ed articolare
chiaro e preciso, in particolare dopo aver ascoltato la difficoltà del
bambino, senza scadere nell'artificiosità e "stranezza". Modellare il
linguaggio senza anormalità, lentamente e con frequenti pause
d'accentazione.

 Modellare l'eloquio in modo disteso, consigliando la stessa modalità


agli altri membri della famiglia.

 Risulta fondamentale evitare che il bambino acquisti familiarità al


"suono" (alterato) del suo linguaggio, fissandolo acusticamente.

 Per stimolare il bambino al raggiungimento della fluidità utilizzare


un livello di comunicazione meno complesso ed articolato,
privilegiando un vocabolario elementare e frasi corte

 Non interrompere, anticipare le frasi o finire il discorso di un


bambino che balbetta. Nella conversazione rispettare i "turni"
d'inserimento verbale e non sovrapporsi mentre si parla.

 Attendere che termini la sua frase e il suo discorso con disponibilità


e attenzione.
 Fare uso di pause nel discorso e nella comunicazione, aumentando la
pause tra una richiesta e la su risposta, offrendo una minore
pressione "temporale" al linguaggio" del bambino che percepirà un
clima di distensione e tranquillità.
Tale modalità consentirà una migliore coordinazione
dell'articolazione delle parole ed una maggior tempo per costruire e
modellare le "rappresentazioni mentali interne".

 Prendere la consuetudine di commentare singole situazioni o


momenti del fare (discorso parallelo), piuttosto che porre frequenti
domande che affaticano il bambino.

 Durante i momenti o le giornate di maggiore difficoltà verbale


offrire al bambino le più ampie occasioni di linguaggio e la possibilità
di parlare liberamente stimolato da percorsi ludici a lui
particolarmente interessanti e gradevoli.

 Organizzate percorsi e momenti di attività non-verbali, di


costruzione, ecc., che possano "scaricare" ed alleggerire la tensione
verbale, valorizzando forme comunicative alternative.

 Valorizzare forme di comunicazione non verbale in particolare


affettive.

 Evitare "competizioni verbali" quali ad esempio obbligare a


raccontare eventi ad amici o parenti, al fine di limitare e contenere
la « pressione » del livello di costruzione verbale del bambino.

 Evitare reazione emotive ai blocchi verbali come una particolare


mimica del volto, distogliere lo sguardo, ecc.

 Preparare il bambino ad affrontare situazioni nuove simulando


l'evento, tranquillizzando i suoi livelli d'eccitazione ed ansia naturali.

 Non evidenziare al bambino le sue difficoltà verbali. Invitandolo


alla « calma », a « prendere il fiato », « a parlare lentamente », ad
« aprire di più la bocca", a "rallentare", a "pensare a quello che deve
dire" si comunica la sua "diversità", si comunicano forti livelli d'ansia
che appartengono all'adulto ma non al bambino che "vive la
difficoltà" ma non la "prova" ancora. Il bambino potrebbe equivocare
la natura dello stimolo interpretandolo come un rimprovero riguardo
la sua incapacità a parlare come gli altri.

 Gli inviti dei genitori spingono il bambino a prendersi carico della sua
esecuzione verbale, del modo di parlare, compromettendo il
carattere di spontaneità e naturalezza della parola e della
comunicazione.

 Se il bambino vi sottolinea la sua difficoltà verbale, presentategli il


fatto che tutte le persone hanno difficoltà ed esitazioni verbali
quando sono stanchi e particolarmente agitati.

 Evidenziare e sottolineare le sue qualità, le sue capacità e i suoi


punti di forza.

 Ricordare che molti bambini fino a 6/7 anni presentano disfluenze


normali fisiologiche e di sviluppo in un quadro personale
assolutamente normale e non logopatico, difficoltà che regrediscono
naturalmente all'interno di relazioni parentali positive e serene.

 Ricordarsi che le ripetizioni o i prolungamenti che non richiedono


tensione articolare e sforzi nella produzione verbale rappresentano
la modalità meno preoccupante di balbuzie.

Questo elenco non vuole rappresentare se non una indicazione di prudenza


e di "facilitazione" verbale in vista della crescita del livello di
comunicazione globale della famiglia.

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