Documenti di Didattica
Documenti di Professioni
Documenti di Cultura
Costantino, l�impero entr� nella fase finale, con la data ufficiale della fine
storicamente stabilita nel 476.
L�impero romano fu la pi� grande civilt� prodotta dall�occidente, e rappresent� il
culmine di 10 mila anni di avanzamento economico iniziato nell�et� neolitica. In
termini di dimensione, popolazione, ricchezza, potere militare, portata delle opere
economiche, numero di fondazioni, e sofisticazione dell�ingegneria militare e
civile, l�impero Romano non venne superato fino alla rivoluzione industriale del
18� secolo.
Per fare un esempio, la citt� di Roma aveva una popolazione di un milione di
persone, raggiunta solo da Londra nel 1800. Dopo la caduta dell�impero, la
popolazione di Roma si ridusse a quella di un semplice villaggio.
In questo Speciale esamino la rovina finanziaria dell�impero, un processo lungo e
complesso che rappresenta una causa fondamentale del collasso, perch� �
interessante culturalmente
Il sistema monetario
Il sistema monetario nella fase iniziale era basato su tre monete:
1 sesterzio = 25 grammi di bronzo
1 denaro (3,5 grammi di argento) = 4 sesterzi (cio� 100 grammi di bronzo)
1 aureo(7,8 grammi di oro) = 25 denari (cio� 87,5 grammi di argento) =100 sesterzi
(2,5 kg. di bronzo)
(Interessante notare come all�epoca quindi 1 grammo di oro valeva 11,2 grammi di
argento.
Oggi 1 grammo di oro oscilla intorno a 50 grammi di argento.) ma oggi 2 dic 2008
vale circa 80gr di silver
Le entrate
Le entrate della repubblica dopo le conquiste di Pompeo erano di 340 milioni di
sesterzi(HS). L�annessione della Gallia nel 51 a.C. e dell�Egitto nel 31 a.C.
avevano aggiunto 300 mln. di HS. Le conquiste imperiali della Cappadocia , della
Mauritiana e della Bretagna aggiunsero altri 30 mln.HS, facendo s� che le entrate
totali all�epoca di Nerone arrivassero a 670 mln. di sesterzi. Durante la guerra
civile seguita alla morte di Nerone, il governo ebbe un enorme deficit e Vespasiano
cerc� di rimediare aumentando le tasse del 20% durante gli anni 70 (dopo Cristo).
Cos� le entrate arrivarono a 804 mln. circa, ed in termini reali sembra che non
siano pi� salite in modo sostanziale sopra questo livello fino alla fine.
Le spese
Vediamo adesso le spese: nell�anno 150 erano di 832 mln. HS (di cui 640 per il
pagamento dei militari, 50 per i bisogni dell�imperatore, e il resto tra impiegati
civili, costruzioni e cash). Si tratta ovvio
di stime e non implicano un deficit, perch� l�avere un bilancio in pareggio era un
principio caro agli imperatori iniziali: Augusto ridusse le legioni da 60 a 28, e
questo numero rimase relativamente stabile per i primi 3 secoli dopo Cristo. Un
legionario prendeva mediamente 1200 sesterzi l�anno (equivalenti a meno di 100
grammi di oro, che oggi sarebbero circa 1500 euro) . il 2 dic 2008 2000 euro
La politica di bilancio
Comprendere l�equazione delle entrate e delle spese � basilare per capire la rovina
finanziaria dell�impero nel corso dei secoli. I costi militari consumavano pi� del
70% delle entrate da quando le legioni salirono a 33 sotto Settimo Severo.
Vespasiano aveva gi� aumentato le tasse fin dove possibile , ci� senza che
creassero rivolte, cos� vi era poco spazio per aumentare le entrate durante i
periodi di spese straordinarie dovute alle guerre o ai regni di imperatori
stravaganti. Nel frattempo c�era poco spazio per ridurre le spese, se non si voleva
ridurre la dimensione militare.
Nel periodo repubblicano, prima dell�impero, la rovina finanziaria era stata
evitata durante i periodi di difficolt� , conquistando nuovi territori. Ma anche
questo non era pi� possibile, perch� tutti i territori profittevoli erano gi� stati
annessi. Le trib� barbare del nord non valevano la pena (Augusto diceva che
ulteriori conquiste sarebbero state come pescare pesciolini con un amo d�oro).
Ci� nonostante l�impero aveva qualche altro espediente finanziario a sua
disposizione quando era in difficolt� :
Ma in pratica l�impero aveva poca flessibilit� nel suo budget, sia dal lato delle
entrate che delle spese. Fino a quando non vi furono significative minacce esterne,
il budget rest� sostenibile.
Una volta per� che gli assalti dei barbari divennero cronici e diffusi, piuttosto
che locali e sporadici, l�Impero si venne a trovare in un lento ma inesorabile
declino.
Le vittorie sui barbari non davano guadagni finanziari, mentre le sconfitte
comportavano perdite finanziarie , per danni alle propriet� , commerci che andavano
in malora, ed una minore popolazione da tassare.
Il governo reagiva con tasse ancora crescenti che lentamente strozzarono l�intera
economia e alla fine lo distrussero.
Manovre monetarie
E andiamo alle manovre da banchieri centrali che escogitarono.
Praticamente ogni imperatore, a partire da Nerone, metteva sempre meno bronzo e
argento nelle monete che produceva. Sotto Augusto il denario era per il 98% di
argento puro, e ai tempi di Adriano nel 138 si era scesi al 90%. Antonino Pio lo
ridusse all’86,5%, marco Aurelio al 78%, Comodo al 73%, Settimo Severo al 55,5% e
caracolla al 51,5% (siamo arrivati all’anno 217). Caracolla poi si invent�
l�antoniniano (il denario doppio) che aveva per� solo il 50% di argento in pi�
quando nominalmente rappresentava il doppio.
L�inflazione
Naturalmente tutto ci� produsse inflazione. Ai tempi della repubblica Plinio diceva
che svuotare di contenuto prezioso la moneta equivaleva a un default, diremmo oggi,
del debito governativo.
Gli imperatori invece lo trovarono un comodo mezzo di finanziamento, anche perch�
avevano paura che l�esercito potesse impossessarsi delle riserve preziose.
Tra l�altro � sorprendente notare come la paga dei soldati in termini di argento
non aument� mai rispetto ai livelli raggiunti sotto Augusto. In pratica ogni volta
che il salario nominale veniva aumentato, il contenuto di argento/bronzo del denaro
in circolazione veniva ridotto, cos� il costo in metallo prezioso dei soldati fu
tenuto costante (da Domiziano nell�anno 84 a Caracalla nel 212 il salario annuo di
un legionario pass� da 1200 a 2400 sesterzi, ma come vistLa riduzione del contenuto
prezioso nella moneta in circolazione ebbe un significativo impatto sui prezzi.
Dopo Caracalla, la svalutazione acceler� , e il contenuto di argento scese al 40%
nell�anno 250 e quasi a zero nel 270 quando il bronzo veniva appena dipinto di
argento.
Si stima che l�inflazione tra il secondo ed il terzo secolo sia stata del 15000%
(avete letto bene, quindicimila).
Diocleziano per porvi rimedio eman� un editto nel 301 : blocco dei prezzi su oltre
800 voci (come si vede, i ns.
governanti quando bloccano tariffe e simili, non inventano niente di originale).
I salari vennero stabiliti dall�editto con due livelli:
lavori qualificati (carpentieri, etc.) a 50-60 denari al giorno, gli altri a 25
denari. Nel frattempo i legionari , cui venivano fatte regalie una tantum ed in
parte erano pagati con grano, prendevano un po�di pi� dei lavoratori qualificati.
L�editto di Diocleziano non riusc� per� a fermare la corsa dei prezzi, nonostante
la minaccia di punizioni capitali. Diocleziano specific� che un oncia di oro (33
grammi) valeva 50mila denarii, ma il tasso di mercato rapidamente and� a 100mila
nell�anno 307, a 300mila nel 324, e ad un incredibile 2,1 miliardi di denarii per
ogni oncia di oro nel 350.
Comunque altre riforme di Diocleziano ebbero pi� successo. La pietra angolare della
sua politica economica fu far divenire permanenti le confische delle risorse
necessarie all�impero, fino ad allora fatte saltuariamente.
Poich� la moneta non aveva pi� valore, il nuovo sistema fu basato sull�esazione di
tasse in natura, regolarmente previste dal budget imperiale in modo da dare
comunque certezza di ci� che si sarebbe dovuto pagare, e di converso, avere
certezza delle risorse su cui si poteva contare.
Effetti finanziari delle invasioni
Nel frattempo le invasioni barbariche avevano iniziato a diffondersi gi� a met� del
secolo, e accelerarono con l�apparizione degli Unni nel 376.
Questi assalti causarono...
Roma perse anche il controllo dei mari: la marina imperiale era gi� sparita durante
il terzo secolo, quando nel 250 i pirati erano comparsi su vasta scala, e nel 269
una banda di goti pot� navigare senza ostacoli fino in Grecia. Diocleziano pot�
finanziare solo la costruzione di flotte locali nel mediterraneo, ma per la fine
degli
anni 300 non ce n�erano pi�.
Poich� l�impero era un anello di terra circondato dal mediterraneo, la perdita del
controllo ebbe enormi
conseguenze sul commercio tra province, particolarmente grave perch� l�Italia non
era autosufficiente nella produzione di cibo.
Infine, dopo la battaglia di Adrianopoli nel 378, l�impero inizi� anche a pagare le
trib� barbare purch� non effettuassero incursioni.
Tutto ci� non toglie per� che continuasse a esistere una crescente burocrazia,
accoppiata a sprechi di ogni genere e a una fortissima tendenza all�ozio e alla
lussuria.
Gibbon nel suo monumentale �declino e caduta dell�impero romano : descrive cos� la
situazione ai tempi di Giuliano (361 ) � Subito dopo l�entrata (di Giuliano) nel
palazzo di Costantinopoli, ebbe bisogno di un barbiere. Un uomo magnificamente
vestito, immediatamente si present� a lui. Giuliano ripet� che voleva un barbiere ,
e, scoprendo che questi era il barbiere ,inizi� a chiedergli quanto guadagnava
dalla sua occupazione, e fu informato che � a parte un salario cospicuo �� questi
godeva dei servizi di 20 servi e altrettanti cavalli. Con questa situazione di
benefici un migliaio di barbieri, un migliaio di portatori di tazze, un migliaio di
cuochi vennero distribuiti in diversi luoghi di lussuria; ed il numero di eunuchi
poteva essere paragonato solo con gli insetti dei giorni estivi�(p.747)
Conclusione
la riduzione delle entrate e l�aumento delle spese per tutte le cause sopraesposte,
port� l�impero ad aumentare le tasse laddove poteva, raddoppiando l�incidenza nel
350. I piccoli proprietari caddero in rovina per il peso delle tasse, e furono
costretti a impiegarsi presso i grandi proprietari, a volte anche
come schiavi pur di sopravvivere.
Il fenomeno si diffuse cos� tanto che l�imperatore Valente nel 368 dichiar�
illegale la rinuncia alla propria libert�.
Le legioni si deteriorano fino al punto che erano composte di contadini e mercenari
barbari.
Diocleziano ne aveva aumentato il numero a 60, ma alla fine del quarto secolo
esistevano solo sulla carta.
Nel 406 la situazione divenne cos� disperata che Onorio arruol� pure gli schiavi.