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Oltre agli anime e ai manga, una delle espressioni artistiche più cono-
sciute della cultura popolare giapponese è quella dei tokusatsu (特撮).1 Il
termine, che deriva dalla fusione delle parole tokushū (特殊) e satsuei
(撮影) ossia “effetti speciali”, viene utilizzato per indicare un genere di se-
rie televisive perlopiù di argomento fantascientifico in cui viene fatto ab-
bondante uso di particolari espedienti cinematografici.
1
Per un primo approccio al genere si può vedere M. Pellitteri, Mazinga Nostalgia. Storia,
valori e linguaggi della Goldrake-generation, Roma, Castelvecchi, 1999, pp. 219-222. Fonda-
mentale al riguardo J. Clements - M. Tamamuro, The Dorama Encyclopedia: A Guide to Japa-
nese TV Drama since 1953, Berkeley (CA), Stone Bridge Press, 2003. Cfr. anche P. D. Marti-
nez, The World of Japanese Popular Culture: Gender, Shifting Boundaries and Global Cul-
tures, Cambridge (UK), Cambridge University Press, 1998; A. Allison, Millenial Monsters:
Japanese Toys and the Global Imagination, Berkeley (CA), University of California Press,
2006; A. Martini, “Mostri robotici e robot mostruosi”, in G. Di Fratta (a cura di), Robot. Fe-
nomenologia dei giganti di ferro giapponesi, Caserta, L’Aperia, 2007, pp. 69-97.
48 MASSIMO NICORA
2
Sorto in Giappone durante l’epoca Tokugawa (1603-1868), il teatro kabuki è struttural-
mente e intimamente differente dal teatro occidentale che affonda le sue radici in quello greco
antico. Nato come teatro di sole donne e diventato, in seguito, appannaggio di soli attori ma-
schili, questo tipo di teatro tradizionale giapponese si caratterizza per un ampio utilizzo di ef-
fetti scenografici volti ad accrescere l’esperienza drammatica, nonché per ricchi costumi e par-
rucche pensati per esaltare la presenza dell’attore in scena che, attraverso pose appositamente
studiate, sottolinea i momenti salienti della rappresentazione. Cfr. R. Marangoni, “Kabuki”,
AsiaTeatro, 2011, http://www.asiateatro.it/giappone/kabuki/.
3
Popolare quanto il kabuki e a esso coevo per nascita, il teatro bunraku si caratterizza per
l’impiego di burattini di grandi dimensioni i cui movimenti raffinati e perfettamente studiati
sono orchestrati da un gruppo di tre uomini. Cfr. R. Marangoni, “Bunraku”, AsiaTeatro, 2011,
http://www.asiateatro.it/giappone/joruri-bunraku/.
L’EPOCA D’ORO DEI TOKUSATSU 49
per motivi legati alla distribuzione sia per i riferimenti piuttosto espliciti alla
storia e alla tradizione giapponese che non ne hanno favorito l’esportazione.
4
Molti sono i saggi dedicati a Godzilla. Tra i più completi e interessanti citiamo D. Kalat,
A Critical History and Filmography of Toho’s Godzilla Series, Jefferson (NC), McFarland,
1997 e A. Ragone, Eiji Tsuburaya, Master of Monsters: Defending the Earth with Ultraman,
Godzilla and Friends in the Golden Age of Japanese Science Fiction Film, San Francisco (CA),
Chronicle Books, 2007. In Italia, tra gli altri, si vedano soprattutto A. Corradi - M. Ercole,
Creature d’Oriente. Nel regno di Godzilla e del fantastico giapponese, Firenze, Tarab, 1998;
A. Corradi - M. Ercole, Godzilla, il re dei mostri, Mestre (VE), Musa Edizioni, 1997; L. Cozzi,
Godzilla & company, Roma, Mondo Ignoto, 2001.
5
J. Clements - M. Tamamuro, The Dorama Encyclopedia: A Guide to Japanese TV Drama
since 1953, cit., pp. XIV-XV.
6
Ibid.
50 MASSIMO NICORA
7
Ivi, p. XV.
8
Ibid.
9
Per tutte le informazioni sulla serie si veda Shonen King (pseud.), “Super Giant”, Black
Sun, 2010, http://blacksun1987.blogspot.it/2010/06/super-giant.html.
L’EPOCA D’ORO DEI TOKUSATSU 51
Super Giant
Nei suoi panni superomistici, Super Giant indossa una tutina aderente
con tanto di cappuccio e una piccola antenna che gli consente di comunicare
a distanza, mentre da sotto le ascelle fino ai polsi si estendono due piccoli
mantelli. Sul cavallo dei pantaloni, inoltre, presenta uno strano rigonfiamen-
to che finisce per creare non poco imbarazzo all’attore Ken Utsui ma che,
nelle discutibili intenzioni dei produttori, doveva essere un espediente per
catalizzare l’attenzione del pubblico femminile.10 I combattimenti rappre-
sentano il momento topico di ogni episodio in un tripudio di calci, pugni e
mosse acrobatiche.
Sull’onda dello starordinario successo di pubblico, Super Giant sarà pro-
tagonista di nove mediometraggi in bianco e nero proiettati nelle sale giap-
ponesi a partire dal 30 agosto 1957 al 24 aprile 1959.
10
Ibid.
52 MASSIMO NICORA
11
Per informazioni sulla serie si vedano J. Clements - M. Tamamuro, The Dorama En-
cyclopedia: A Guide to Japanese TV Drama since 1953, cit., p. 200 e Shonen King (pseud.),
“Gekko Kamen”, Black Sun, 2010, http://blacksun1987.blogspot.it/2010/05/gekko-kamen.ht-
ml. Le fonti non sono concordi sul numero di episodi trasmessi.
12
J. Clements - M. Tamamuro, The Dorama Encyclopedia: A Guide to Japanese TV
Drama since 1953, cit., p. 200.
L’EPOCA D’ORO DEI TOKUSATSU 53
13
Per informazioni sulla serie si vedano J. Clements - M. Tamamuro, The Dorama Encyc-
lopedia: A Guide to Japanese TV Drama since 1953, cit., pp. 208-209 e Shonen King (pseud.),
“Look Up in the Sky!!!! It’s Rodan!, It’s the SY-3!, No!!! It’s National Kid!!!!!”, Black Sun,
2010, http://blacksun1987.blogspot.it/search/label/National%20Kid.
54 MASSIMO NICORA
Accanto agli henshin con i supereroi mascherati, nei tokusatsu degli anni
Sessanta fanno la loro apparizione i cosiddetti kyōdai, ossia supereroi capaci
di aumentare le proprie dimensioni fino a diventare dei veri e propri giganti.
Protagonista di questo momento fondamentale per la storia del genere e
della televisione giapponese è il mago degli effetti speciali Eiji Tsuburaya
che, dopo aver contribuito alla creazione di Godzilla, è artefice di un nuovo
14
Shonen King (pseud.), “Look Up in the Sky!!!! It’s Rodan!, It’s the SY-3!, No!!! It’s
National Kid!!!!!”, cit., http://blacksun1987.blogspot.it/search/label/National%20Kid.
L’EPOCA D’ORO DEI TOKUSATSU 55
2.2. Woo
15
A. Ragone, Eiji Tsuburaya, Master of Monsters: Defending the Earth with Ultraman,
Godzilla and Friends in the Golden Age of Japanese Science Fiction Film, cit., p. 82 sgg.
16
Ibid.
17
Nei suoi intenti originali Woo avrebbe dovuto essere la versione “mostruosa” della serie
di fantascienza inglese Doctor Who (1963), che stava riscuotendo proprio in quegli anni un
crescente consenso di pubblico nei paesi del Commonwealth. Cfr. A. Ragone, Eiji Tsuburaya,
Master of Monsters: Defending the Earth with Ultraman, Godzilla and Friends in the Golden
Age of Japanese Science Fiction Film, cit., p. 83.
56 MASSIMO NICORA
Iniziano così i lavori per una nuova serie che viene intitolata Unbalan-
ce.19 Rispetto a Woo, l’intreccio narrativo si presenta completamente cam-
biato. La storia si sarebbe dovuta focalizzare sulla ribellione della natura
contro l’inquinamento causato dall’uomo, con evidenti rimandi a due tele-
film americani di fantascienza trasmessi sulle reti giapponesi proprio in
quegli anni: Ai confini della realtà (The Twilight Zone, 1959)20 e The Outer
Limits (1963).21 Al posto del fotografo Jōji Akita, il ruolo del protagonista
viene riservato al venticinquenne Jun Manjōme, un fanatico delle automobi-
18
Ibid.
19
Ivi, p. 84.
20
The Twilight Zone è una serie televisiva di genere fantascientifico creata dallo scrittore
americano Rod Sterling e che vede tra gli sceneggiatori molti scrittori di fanatascienza come
Richard Matheson, Charles Beaumont e Ray Bradbury. Va in onda negli Stati Uniti dal 1959 al
1964 mentre in Giappone arriva nel 1961 con il titolo Mistery Zone. Cfr. D. Del Pozzo, Ai con-
fini della realtà. Cinquant’anni di telefilm americani, Torino, Edizioni Lindau, 2002.
21
Simile a The Twilight Zone per i contenuti fantascientifici, la serie va in onda negli Stati
Uniti dal 16 settembre 1963 al 16 gennaio 1963. In Giappone sarà trasmessa su Net TV a partire
dal 1966.
L’EPOCA D’ORO DEI TOKUSATSU 57
li che possiede anche una macchina volante, affiancato dalle spalle Ippei
Togata e Yuriko Edogawa. Il dottor Ichinotani, che inizialmente avrebbe
dovuto svolgere il ruolo di voce narrante alla stregua di Rod Sterling in The
Twilight Zone,22 assume invece il ruolo di personaggio con il compito di
supportare il gruppo grazie alle sue cognizioni scientifiche.
La data di messa in onda del primo episodio viene fissata per il mese di
aprile del 1965 ma in maniera del tutto inattesa la TBS, dopo aver firmato
con la CBS Films23 un pre-contratto di vendita della serie per la distribuzione
negli Stati Uniti, commissiona la realizzazione di altri tredici episodi al fine
di introdurre tutta una serie di elementi (tra cui un maggior numero di mo-
stri giganti) che rendano la serie ancora più appetibile per i potenziali acqui-
renti stranieri. Gli elementi riconducibili alla cultura giapponese devono es-
sere eliminati, in modo da creare un prodotto che sia il più neutro possibile
22
Alla fine di ogni puntata, Rod Sterling si era ritagliato un piccolo spazio in cui, vestendo
i panni dell’attore, introduceva il tema della puntata seguente.
23
La CBS Films era, tra l’altro, la casa produttrice di The Twilight Zone, fatto questo non
secondario e che avvicina concettualmente ancora di più le due serie.
58 MASSIMO NICORA
24
A. Ragone, Eiji Tsuburaya, Master of Monsters: Defending the Earth with Ultraman,
Godzilla and Friends in the Golden Age of Japanese Science Fiction Film, cit., p. 85.
25
Per risparmiare sui costi, in Giappone le serie televisive erano di norma girate in 16mm.
Cfr. A. Ragone, Eiji Tsuburaya, Master of Monsters: Defending the Earth with Ultraman,
Godzilla and Friends in the Golden Age of Japanese Science Fiction Film, cit., p. 86.
26
Ivi, p. 88.
27
Ivi, p. 89.
L’EPOCA D’ORO DEI TOKUSATSU 59
2.4. Ultraman
28
Ivi, p. 114.
60 MASSIMO NICORA
29
J. Clements - M. Tamamuro, The Dorama Encyclopedia: A Guide to Japanese TV Dra-
ma since 1953, cit., pp. 333-337.
30
A. Ragone, Eiji Tsuburaya, Master of Monsters: Defending the Earth with Ultraman,
Godzilla and Friends in the Golden Age of Japanese Science Fiction Film, cit., p. 124.
L’EPOCA D’ORO DEI TOKUSATSU 61
Magma Taishi viene realizzato nel 1966 dalla P-Productions che, accan-
to a Tōhō, Tōei e Tsuburaya Productions, è tra le case di produzione più at-
tive in Giappone nel settore dei tokusatsu.31
La serie racconta dell’ennesimo tentativo di invasione della Terra da
parte di un popolo alieno guidato da Goa, un essere malvagio proveninte
dallo spazio che, dopo aver conquistato altri pianeti, decide di invadere an-
che il sistema solare. A fronteggiarlo sarà Magma Taishi, un gigantesco ro-
bot senziente di coloro oro e dalla folta capigliatura in grado persino di tra-
sformarsi in un razzo. Giunto sulla Terra da un’altra galassia, Magma Taishi
difenderà il pianeta al fianco di un bambino di nome Mamoru che con uno
speciale fischietto può chiamarlo in aiuto quando la situazione lo richiede.
Mentre la P-Productions propone di realizzare un telefilm dal vivo, lo
sponsor spinge invece per produrre un anime, in quanto ritenuto più adatto
per realizzare anche un merchandising legato alla serie. È solo il successo di
Ultra Q a convincere lo sponsor a dare il proprio assenso per la realizzazio-
ne di un episodio pilota di un tokusatsu. Il risultato è apprezzato anche da
Fuji TV e Magma Taishi entra finalmente in produzione.
La serie va in onda su Fuji TV, a partire da lunedì 4 agosto 1966, per un
totale di 52 episodi ottenendo subito un ottimo riscontro di pubblico con
uno share medio del 30%. Un risultato eccellente ma che non sarà sufficien-
te ad appannare la popolarità di Ultraman.
31
B. Johnson, “The Space Giants Series Guide: A Look Back at the Many Incarnations of
Ambassador Magma”, Sci-Fi Japan, 2007, http://www.scifijapan.com/articles/2007/08/27/the-
space-giants-series-guide/.
32
Tetsujin 28gō (“Uomo di ferro n° 28”, 1963) è un anime inedito in Italia (ma conosciuto
grazie al suo remake del 1980 giunto anche nel nostro paese con il titolo Super Robot 28) tratto
da un manga di Mitsuteru Yokoyama (1956) e trasmesso in due tornate dal 20 ottobre 1963 al
27 maggio 1965 e dal 1 settembre 1965 al 24 novembre 1965 su Fuji TV per un totale di 96
episodi. Le vicende hanno come protagonista un gigantesco robot guidato a distanza con un
telecomando da un ragazzino di tredici anni. Su Mitsuteru Yokoyama e Tetsujin 28gō si veda-
no, tra gli altri, F. L. Schodt, Inside the Robot Kingdom: Japan, Mechatronics, and the Coming
Robotopia, Tōkyō, Kōdansha International, 1988, p. 78 ssg e G. Di Fratta (a cura di), Robot.
Fenomenologia dei giganti di ferro giapponesi, cit., pp. 48-50.
62 MASSIMO NICORA
Stati Uniti dove viene programmato con il titolo di Johnny Sokko and His
Giant Flying Robot.33
La serie inizia con la caduta di un disco volante nell’Oceano Pacifico a
bordo del quale si trova l’imperatore alieno Guillotine, leader di un gruppo
terroristico noto come Big Fire, il cui fine ultimo è quello di conquistare la
Terra. Le autorità terrestri ritengono che il disco sia andato distrutto
nell’impatto ma, dal fondo dell’Oceano, Guillotine è pronto a scatenare un
esercito di mostri giganti.34
A fronteggiarlo sarà ancora una volta un bambino, aiutato da un uomo di
nome Jūrō Minami (membro U3 della Unicorn, un’associazione segreta vol-
ta alla difesa della pace) e da un gigantesco robot umanoide il cui volto ri-
corda quello dei faraoni dell’antico Egitto. La serie televisiva, pur nella li-
mitatezza dei mezzi, risulta interessante perché propone una serie di ele-
menti che nelle saghe dei robot degli anni Settanta diverranno una costante
come, ad esempio, un ricco arsenale di armi. A differenza degli altri kyōdai,
infatti, Giant Robot può sparare raggi dagli occhi, missili dalle dita e fuoco
dalla bocca.
3.3. Spectreman
33
J. Clements - M. Tamamuro, The Dorama Encyclopedia: A Guide to Japanese TV Dra-
ma since 1953, cit., pp. 139-140.
34
J. Bannerman, Johnny Sokko and His Flying Robot, 2000, http://www.stomptoky-
o.com/otf/Johnny-Sokko/Johnny-Sokko.htm.
35
Su Spectreman si vedano J. Clements - M. Tamamuro, The Dorama Encyclopedia: A
Guide to Japanese TV Drama since 1953, cit., pp. 284-285; A. Martini, “Mostri robotici e robot
mostruosi”, in G. Di Fratta (a cura di), Robot. Fenomenologia dei giganti di ferro giapponesi,
cit., pp. 88-89; Go Toki (pseud.), “Spectreman”, TanadelleTigri.info, s.d., http://www.tanad-
elletigri.info/sz/spectreman.htm; Anonimo, Supekutoraman (Spectreman), 2005, http://ww-
w.arislan.net/henshin/spectreman a cui rimandiamo qui una volta per tutte.
L’EPOCA D’ORO DEI TOKUSATSU 63
Spectreman in azione
36
J. Clements - M. Tamamuro, The Dorama Encyclopedia: A Guide to Japanese TV
Drama since 1953, cit., p. 284.
37
La sigla originale parla di «robotto cyborg», il che lascia intendere che si tratti di un mi-
sto di elementi organici e robotici.
64 MASSIMO NICORA
Nella sua forma umana, Spectreman si presenta nelle vesti di Jōji Gamō,
un ragazzo simpatico e un po’ strafottente che si autonomina membro della
Squadra Ricerca e Controllo Antinquinamento (Kōgai G-Men), poi ribattez-
zata Squadra Anti-Mostri (Kaijū G-Men). A differenza di altri personaggi,
Jōji non può trasformarsi nella sua controparte superomistica a proprio pia-
cimento, ma necessita dell’approvazione di Nebula 71 verso cui tende la
mano destra esclamando «Roger» («Ryōkai»). Colpito da un raggio che lo
tramuta in un gigante con una corazza di colore oro e rame e dotato di una
maschera dall’elmetto a punta e i lineamenti squadrati, Spectreman può cre-
scere per svariate decine di metri con la forza di volontà a seconda delle si-
tuazioni.
38
Su Kamen Rider si vedano soprattutto J. Clements - M. Tamamuro, The Dorama En-
cyclopedia: A Guide to Japanese TV Drama since 1953, cit., pp. 179-180; A. Martini, “Mostri
robotici e robot mostruosi”, in G. Di Fratta (a cura di), Robot. Fenomenologia dei giganti di
ferro giapponesi, cit., pp. 92-93. Maggiori informazioni sulla trama sono in Ultramanmattia
(pseud.), “Kamen Rider (1971-1973)”, Kamen Rider Italia, 2008, http://kamenriderit-
alia.forumfree.it/?t=30923366. Cfr. anche F. Prandoni, Anime al cinema. Storia del cinema
d’animazione giapponese 1917-1995, Milano, Yamato Edizioni, 1999, pp. 59-60.
39
Per un elenco delle numerose serie dedicate a Kamen Rider si veda A. Martini, “Mostri
robotici e robot mostruosi”, in G. Di Fratta (a cura di), Robot. Fenomenologia dei giganti di
ferro giapponesi, cit., p. 93, nota 21.
40
Gli uomini fatti prigionieri dalla Shocker non sono trasformati in cyborg nel senso lette-
rale del termine, perché in essi non è presente alcun elemento robotico accanto a quello umano.
Si tratta, invece, di kaijin, ossia di “uomini mostro” per metà uomo e per metà animali frutto di
esperimenti genetici. Kamen Rider, invece, viene preferibilmente definito kaizō ningen, ossia
“uomo trasformato”, termine che ha un’accezione più positiva rispetto a kaijin. Tale aspetto
L’EPOCA D’ORO DEI TOKUSATSU 65
tà uomini e metà animali, da utilizzare per infoltire le fila del proprio eserci-
to.
Vittima di un sequestro, Takeshi viene sottoposto al processo di trasfor-
mazione dagli scienziati della Shocker ma, grazie alla sua forza di volontà e
alle smisurate capacità che gli conferisce il suo nuovo status, riesce a fuggi-
re a bordo di una motocicletta speciale in grado di raggiungere una velocità
di 400 km/h. A cavallo della sua moto, Takeshi combatte a colpi di arti
marziali la Shocker trasformandosi all’occasione in Kamen Rider, un supe-
reroe per metà uomo e per metà cavalletta.
Quando nel corso delle vicende Kamen Rider viene inviato in Europa, fa
il suo ingresso nella serie Kamen Rider 2 (Kamen Raider 2gō) che propone
lo stesso ventaglio di mosse
che caratterizzavano il suo
predecessore, come il Rider
Kick o il Rider Punch, ma si
distingue dal primo per un
elemento che diventerà fon-
damentale per il brand della
serie: mentre la trasforma-
zione di Takeshi in Kamen
Rider non veniva di fatto mai
rappresentata, operandosi un
semplice cambio di inqua-
dratura dall’uno all’altro, la
trasformazione del nuovo
protagonista in Kamen Rider
2 non solo viene mostrata
chiaramente, ma diviene un
vero e proprio rituale. Per
vestire i panni del supereroe
mascherato, infatti, Hayato
Ichimonji è solito urlare
«Henshin!» (“Trasformazio-
ne!”), assumere una posa co-
reografica e balzare sulla
scena con un salto. La fibbia
della sua cintura emette un Kamen Rider
non è stato attentamente considerato dalle varie fonti che definiscono indifferentemente Kamen
Rider e i suoi nemici come cyborg.
66 MASSIMO NICORA
Uno dei filoni più interessanti e amati del tokusatsu è senza dubbio quel-
lo dei sentai o “gruppi di combattimento” i cui prodromi possono essere
rinvenuti in alcune serie animate create da Shōtarō Ishinomori negli anni
Sessanta, come Rainbow sentai Robin (“Robin, i guerrieri dell’arcobaleno”,
1966)42 e Cyborg 009 (1968),43 o in serie dal vivo dello stesso periodo, co-
me Ninja butai Gekkō (“Gekkō, forze speciali ninja”, 1964)44 e Thunder-
41
F. Prandoni, Anime al cinema. Storia del cinema d’animazione giapponese 1917-1995,
cit., p. 60.
42
Rainbow sentai Robin racconta le vicende di un gruppo di combattimento guidato dal
giovane Robin, un ibrido metà umano e metà alieno, investito di un compito ingrato e terribile:
difendere il suo pianeta natale da quegli stessi alieni di cui lui stesso è discendente. Il protago-
nista, però, non è da solo ad affrontare questa sfida ma è accompagnato da sei compagni: Lili,
Wolf, Benkei, Pegasus, Kyōju e Bell. Tratta dall’omonimo manga di Shōtarō Ishimori pubbli-
cato su Weekly Shōnen Magazine nel 1965, la serie è prodotta dalla Tōei Dōga e va in onda su
Net TV dal 23 aprile 1966 al 24 marzo 1967 per un totale di 48 episodi. Cfr. F. Prandoni, Anime
al cinema. Storia del cinema d’animazione giapponese 1917-1995, cit., p. 36 e A. Baricordi et
al., Anime. Guida al cinema di animazione giapponese, Bologna, Granata Press, 1991, p. 27.
43
Tratto da un manga di Shōtarō Ishimori, Cyborg 009 rappresenta la naturale evoluzione
di Rainbow sentai Robin dal momento che il concetto di squadra si sposa con quello di cyborg
(nome che, proprio con questa serie, viene sdoganato presso il grande pubblico), dando così
origine a un prodotto non solo ricco di azione, ma anche di profondi risvolti psicologici deri-
vanti dalla natura ibrida e ambivalente dei protagonisti. La prima serie, composta da 26 episo-
di, va in onda dal 5 aprile 1968 al 27 settembre 1968 su Net TV e racconta le vicende di un
gruppo di nove cyborg impegnati nella battaglia contro la malvagia organizzazione del Fanta-
sma Nero (Black Ghost). Cfr. Kōji (pseud.), “Cyborg 009: le serie animate”, TanadelleTi-
gri.info, s.d., http://www.tanadelletigri.info/articoli/009/anime.htm e Laus (pseud.), Cyborg
009, 2009, http://xoomer.virgilio.it/cyborg009/.
44
La serie ideata da Tatsuo Yoshida ha come protagonista una squadra speciale dell’In-
terpol composta da cinque membri esperti di tecniche ninja e impegnati a contrastare la crimi-
nalità organizzata. Ciascuno dei cinque agenti speciali è identificato da un nome in codice ispi-
rato alla Luna e ha un ruolo ben preciso all’interno del gruppo. La serie consta di 130 episodi
suddivisi in due stagioni andate in onda rispettivamente dal 3 gennaio 1964 al 31 marzo 1966 e
dal 3 luglio 1996 al 3 ottobre dello stesso anno. Cfr. J. Clements - M. Tamamuro, The Dorama
Encyclopedia: A Guide to Japanese TV Drama since 1953, cit., p. 237.
L’EPOCA D’ORO DEI TOKUSATSU 67
45
Ideata da Gerry Anderson e prodotta in collaborazione con la moglie Sylvia per la AP
Films, Thunderbirds si distingue essenzialmente per due caratteristiche. In primo luogo,
l’utilizzo di marionette (al posto di attori in carne e ossa) mosse grazie a una tecnica chiamata
Supermarionation (contrazione di Super Marionette Animation). Tale tecnica, del tutto innova-
tiva per l’epoca, prevede l’utilizzo di fili molto sottili deputati non solo a muovere le marionet-
te, ma anche a trasmettere degli impulsi elettrici ai circuiti all’interno delle loro teste. Un moto-
re a bobina collegato a un trasduttore elettroacustico trasforma la voce dei doppiatori in impulsi
elettrici che muovono le labbra dei pupazzi garantendo così una perfetta sincronia durante i
dialoghi. In secondo luogo – ed è questo l’elemento che i sentai riprenderanno e moduleranno
in vario modo – la serie è incentrata sulle azioni di un gruppo composto da cinque membri,
ciascuno dei quali è contraddistinto da una bandoliera di colore diverso che funge anche da
fondina. Inoltre, ogni personaggio è deputato a pilotare un mezzo proprio, numerato per questo
da uno a cinque. In Giappone le due stagioni sono state trasmesse dal 10 aprile 1966 al 4 aprile
1967 sulla rete nazionale NHK. Cfr. J. Clements - M. Tamamuro, The Dorama Encyclopedia:
A Guide to Japanese TV Drama since 1953, cit., p. XXII. Per informazioni più dettagliate sulla
serie si rimanda a D. Brookland, FAB1: A Gerry Anderson Fan Site Feauturing Thunderbirds,
2000, http://www.fab1.co.nz/.
46
Anonimo, “Super sentai: I team”, Super sentai no tamashii, s.d., http://www.stardustwa-
y.org/sentainotamashii/team/TeamSentai.htm.
68 MASSIMO NICORA
colore verde, infine, identifica di norma il membro più giovane della squa-
dra, affettuoso e spensierato ma anche quello che sul campo ha un approc-
cio di tipo più militare. Non sono rari, inoltre, i casi in cui un membro della
squadra viene momentanemente sostituito da un nuovo elemento oppure in
cui il gruppo si allarga fino a comprendere nuovi membri cui naturalmente
viene assegnato un ulteriore colore.
Vi sono, insomma, degli elementi che costituiscono gli ingredienti di ba-
se di una ricetta che può subire infinite variazioni, la più significativa delle
quali è rappresentata probabilmente dall’introduzione di un robot gigante. In
questo caso, non si parla più di sentai ma di super sentai, sebbene oggi que-
sto termine sia stato esteso anche alle serie in cui non compaiono robot gi-
ganti. Il robot, dunque, è un elemento originariamente avulso da questa tipo-
logia di tokusatsu e viene introdotto solo in un secondo momento, anche e
soprattutto dietro la pressione degli sponsor tra cui figurano importanti a-
ziende di giocattoli.
I primi a fiutare l’affare sono i produttori della Tōei, Tōru Hirayama e
Susumu Yoshikawa, e il produttore di Net TV, Takashi Ogino, che pensano
di utilizzare le idee di Shōtarō Ishinomori sui gruppi di combattimento.47 Da
questa intuizione, nel 1974 nasce Himitsu sentai Goranger (“Squadra di
combattimento segreta Goranger”) che rappresenta di fatto la prima serie di
una lunga cronologia di super sentai.48
4.2. Goranger
47
J. Clements - M. Tamamuro, The Dorama Encyclopedia: A Guide to Japanese TV
Drama since 1953, cit., p. XXII.
48
Il termine super sentai è introdotto in realtà soltanto successivamente e per la precisione
nel 1979 con la serie Battle Fever J. Originariamente, infatti, Goranger e il suo successore,
JAKQ dengekitai (“Squadra d’assalto JAKQ”, 1977), non sono annoverate fra le serie super sen-
tai. Solo nel 1995, con la serie Chōriki sentai Ōranger (“Squadra di combattimento del super-
potere Ōranger”), Goranger e JAKQ sono incluse nella cronologia dei super sentai, rispettiva-
mente come prima e seconda serie, in quanto riconducibili allo stesso universo narrativo. Dal
1974 in poi, comunque, si sono susseguite numerose serie super sentai in Giappone. Gli stessi
Power Rangers che hanno spopolato a partire dagli anni Novanta (e a cui sono seguiti numero-
si sequel nel corso degli anni) altro non sono che una rivisitazione operata dalla Saban
Entertainment per il mercato statunitense di molte di queste serie. Cfr. J. Clements - M. Tama-
muro, The Dorama Encyclopedia: A Guide to Japanese TV Drama since 1953, cit., p. XXIX.
49
J. Clements - M. Tamamuro, The Dorama Encyclopedia: A Guide to Japanese TV
Drama since 1953, cit., pp. 102-103.
L’EPOCA D’ORO DEI TOKUSATSU 69
rojūjigun), guidata dal misterioso Presidente della Croce Nera (Kurojūji sō-
tō), un personaggio che si presenta sempre con il volto coperto da un cap-
puccio bianco, sulla falsariga dei membri del Ku Klux Klan. Per contrasta-
re questa minaccia le Nazioni Unite formano una struttura speciale denomi-
nata EAGLE (Kokusaiteki heiwa sōshiki Eagle) all’interno della quale viene
costituita la squadra Goranger, composta da cinque giovani equipaggiati con
tecnologiche tute da battaglia, che conferiscono loro una straordinaria forza
e velocità, e altrettanti mezzi da combattimento. Ogni membro è contraddi-
stinto da un diverso colore e può attuare il processo di trasformazione sem-
plicemente ruotando su se stesso.50
Il successo di Goranger è tale da gettare le basi per un nuovo filone
all’interno dei tokusatsu. La Tōei, con una mossa piuttosto astuta, decide
quindi di non lasciare il copyright della serie nella mani di un singolo indi-
viduo e lo registra a nome di Saburō Yade, una misteriosa figura che com-
Goranger
50
Per una dettagliata descrizione di tutti i personaggi si vedano E. Kandō, “Character and
Images List”, Super Sentai Images, 2009, http://supersentaiimages.blogspot.com/2009/04/ch-
aracter-and-images-list.html e J. Rovang, “Secret Task Force Goranger (1975-77)”, Sentai
Sanctorum, 2002, http://rovang.org/sentai/goranger.htm.
70 MASSIMO NICORA
prarirà anche nei credits delle serie successive. In realtà, non si tratta di una
persona in carne e ossa ma di uno pseudonimo utilizzato dalla casa di pro-
duzione per indicare la stessa azienda e mantenere così saldamente nelle
proprie mani tutti i diritti delle serie sentai da Goranger in poi.51
4.3. JAKQ
51
J. Clements - M. Tamamuro, The Dorama Encyclopedia: A Guide to Japanese TV
Drama since 1953, cit., p. XXIII.
52
Ivi, pp. 137-138. Per una descrizione dei personaggi si vedano E. Kandō, “Character and
Images List”, Super Sentai Images, cit., http://supersentaiimages.blogspot.com/2009/04/ch-
aracter-and-images-list.html e J. Rovang, “JAKQ Blitzkrieg Squad (1977)”, Sentai Sanctorum,
2002, http://rovang.org/sentai/jakq.htm.
53
Anonimo, “JAKQ dengekitai”, Super Sentai Time Capsule, 2011, http://supersentai.co-
m/database/1977_jakq/index.htm.
L’EPOCA D’ORO DEI TOKUSATSU 71
54
Creato da Stan Lee (testi) e Steve Ditko (disegni) nel 1962, Spider-Man è uno dei perso-
naggi più noti dei fumetti Marvel e ha goduto di innumerevoli trasposizioni televisive e cine-
matografiche. Dietro il suo costume si nasconde il timido Peter Parker, un giovane studente
che, dopo essere stato morso da un ragno radioattivo, ne acquisisce gli straordinari poteri. Do-
po aver compreso che da grandi poteri derivano grandi responsabilità, Peter decide di utilizzare
le sue nuove abilità per aiutare la gente e combattere i criminali indossando il costume di Spi-
der-Man. Cfr. Anonimo, “Spider-Man”, Marvel Directory, 2013, http://www.marveldirector-
y.com/individuals/s/spiderman.htm. In lingua italiana si può consultare l’ottimo sito www.uom-
oragno.it.
55
Sullo Spider-Man giapponese si vedano J. Clements - M. Tamamuro, The Dorama En-
cyclopedia: A Guide to Japanese TV Drama since 1953, cit., p. 285; A. Martini, “Mostri roboti-
ci e robot mostruosi”, in G. Di Fratta (a cura di), Robot. Fenomenologia dei giganti di ferro
giapponesi, cit., pp. 90-91; Anonimo, “Spider-Man”, Henshin Hall of Fame, 2008, http://ww-
w.henshinhalloffame.com/spiderman; Jmaruyama (pseud.), “Spider-Man”, Japan Hero, 2006,
http://japanhero.com/profiles/toei-spiderman-profile.htm; S. Hamilton - C. Holland, “Supaida-
aman: Japanese Spider-Man TV Series (1978)”, Stomp Tokyo, 2004, http://www.stom-
ptokyo.com/movies/s/supaidaaman.html.
56
Dal 5 marzo al 24 dicembre 2009 la Marvel ha reso disponibile in streaming sul suo sito
web tutti gli episodi all’indirizzo http://marvel.com/videos/browse/movietv/128/japanese_s-
piderman.
72 MASSIMO NICORA
57
Per la Tōei il contratto viene stipulato ancora una volta a nome di Saburō Yade, lo pseu-
donimo ideato dalla stessa azienda per salvaguardare il copyright di tutte le sue produzioni.
58
Dopo l’invasione della Terra da parte dell’impero alieno di Yōma, il gigantesco robot da
combattimento Raideen, protettore della civiltà Mu, si risveglia all’interno di una piramide
dorata pronto a difendere la Terra dalla nuova minaccia. A pilotarlo è un giovane calciatore di
nome Akira, in realtà ultimo discendente del regno di Mu, che con la sua moto si inserisce nel-
la testa del robot per guidarlo. Si tratta della prima serie robotica realizzata da Yoshiuki Tomi-
no, il creatore del celeberrimo Gundam (Kidō senshi Gundam, 1979). La serie consta di 50
episodi in onda dal 4 aprile 1975 al 26 marzo 1976 su Net TV. Cfr. A. Baricordi et al., Anime.
Guida al cinema di animazione giapponese, cit., p. 75.
59
Per affrontare gli invasori alieni provenienti dal pianeta Cambel, il professor Stevens
(Nanbara) organizza una squadra composta da cinque ragazzi dotati di eccezionali abilità fisi-
che e mentali cui viene affidato il compito di pilotare il robot elettromagnetico Combattler V,
formato dall’unione di cinque velivoli. La serie, composta da 46 episodi in onda dal 17 aprile
1976 al 28 maggio 1977 su Net TV, ricalca gli stereotipi del super sentai con cinque protagoni-
sti dotati di capacità diverse ma complementari. Combattler V è uno degli anime che compon-
gono la cosiddetta trilogia romantica di Tadao Nagahama insieme a Vultus V (Chōdenji Machi-
ne Voltes V, 1977) e General Daimos (Tōshō Daimos, 1979). Cfr. A. Baricordi et al., Anime.
Guida al cinema di animazione giapponese, cit., pp. 84-85.
60
Tratta da un manga di Leiji Matsumoto (1977), la serie racconta di come il pianeta Terra
sia stato ridotto allo stremo per l’insensato sfruttamento delle sue risorse naturali. L’unica via
di salvezza è rappresentata dalla colonizzazione di Prometeo, il decimo pianeta del sistema
solare. Per raggiungere tale obiettivo i membri della base Yasdam (Jasdam), tra cui il dottor
Galax (Ōedo), il misterioso capitano Dan e il giovane Arin (Takuma), pilota designato del ro-
bot Danguard, dovranno combattere contro il cancelliere Doppler, un brillante scienziato che
vuole fare di Prometeo la patria di una nuova razza di eletti. La serie si articola in 56 episodi in
onda dal 6 marzo 1977 al 26 marzo 1978 su Tōkyō Channel 12. Cfr. A. Baricordi et al., Anime.
Guida al cinema di animazione giapponese, cit., pp. 92-93.
61
Per maggiori informazioni sulla linea di giocattoli della Mattel si veda J. Eaton, “Invin-
cible Guardians of World Freedom: The Shogun Warriors!”, Wildtoys, 2002, http://www.w-
ildtoys.com/shogun/index.asp. Si tratta principalmente (ma non solo) di adattamenti americani
della linea Chōgōkin della Bandai di cui parla anche un articolo pubblicato dal settimanale To-
polino negli anni Ottanta. Cfr. Anonimo, “Mazinga, Dragun, Goldrake”, Topolino, n. 1273, 26
aprile 1980, pp. 44-47. Per una panoramica sui robot-giocattolo giapponesi si vedano M. Mon-
teleone - G. Signora, Noi Robot. Giocattoli spaziali, Bologna, Granata Press, 1994 e G. Signo-
L’EPOCA D’ORO DEI TOKUSATSU 73
ra, Anime d’acciaio. Guida al collezionismo di robot giapponesi, Bologna, Kappa Edizioni,
2004.
62
L’idea del tunnel temporale era già stata utilizzata nel telefilm di fantascienza americano
Kronos, sfida al passato (The Time Tunnel, 1966) di cui sono protagonisti due scienziati che
decidono di sperimentare personalmente un progetto scientifico chiamato “tunnel del tempo”,
finendo per rimanere bloccati nel continuum temporale in un lungo viaggio tra le epoche passa-
te e quelle future. In Giappone la serie è stata trasmessa nel 1967.
63
Una delle prime proposte prevedeva addirittura che Spider-Man fosse un alieno respon-
sabile della costruzione della Sfinge in Egitto.
74 MASSIMO NICORA
64
Il nome attribuito all’astronave è un evidente omaggio alla Marvel Comics.
65
La Bandai produrrà una versione del robot per la sua linea di giocattoli Chōgōkin otte-
nendo un enorme successo di vendite. Una nuova versione è stata proposta nel 2006 per la li-
nea Soul of Chōgōkin.
66
La videointervista a Stan Lee è riportata nel volume 8 del cofanetto di DVD contenente
tutti gli episodi della serie pubblicato negli Stati Uniti nel 2005.
67
Per informazioni sulla serie si vedano J. Clements - M. Tamamuro, The Dorama En-
cyclopedia: A Guide to Japanese TV Drama since 1953, cit., p. 18; J. Rovang, “Battle Fever J
(1979-80)”, Sentai Sanctorum, 2002, http://www.rovang.org/sentai/battlefeverj.htm; J. Goo,
Battle Fever J, 1999, http://www.battlefever.com/main.html; Anonimo, “Battle Fever J”, Super
Sentai Time Capsule, 2011, http://supersentai.com/database/1979_battle_fever_j/index.htm.
Per approfondimenti sui personaggi si veda E. Kandō, “Character and Images List”, Super Sen-
tai Images, cit., http://supersentaiimages.blogspot.com/2009/04/character-and-images-list.ht-
ml.
68
Sarà proprio in seguito alla realizzazione di Battle Fever J che si inizierà a parlare di su-
per sentai in riferimento ai sentai in cui è presente l’elemento robotico.
69
Creato da Joe Simon (testi) e Jack Kirby (disegni) nel 1941, Capitan America è un per-
sonaggio dei fumetti della Marvel Comics. L’eroe a stelle e strisce nasce durante la Seconda
Guerra Mondiale come simbolo dell’America libera e democratica, evidenziato dal suo stesso
nome e dall’abbigliamento patriottico. Capitan America in realtà è il giovane Steve Rogers un
esile giovanotto che, dopo essere stato scartato alla visita di leva per arruolarsi nell’esercito e
combattere in guerra, accetta di sottoporsi a un esperimento segreto volto a creare un esercito
di super soldati. Cfr. Anonimo, “Capitan America”, Marvel Directory, 2013, http://www.ma-
rveldirectory.com/individuals/c/captainamerica.htm.
L’EPOCA D’ORO DEI TOKUSATSU 75
70
Per infromazioni sulla serie si vedano J. Clements - M. Tamamuro, The Dorama En-
cyclopedia: A Guide to Japanese TV Drama since 1953, cit., p. 59; J. Rovang, “Electro Task
Force Denjiman (1980-81)”, Sentai Sanctorum, 2002, http://www.rovang.org/sentai/denj-
iman.htm; Anonimo, “Denshi sentai Denjiman”, Super Sentai Time Capsule, 2011, http://sup-
ersentai.com/database/1980_denjiman/index.htm. Per approfondimenti sui personaggi si veda
E. Kandō, “Character and Images List”, Super Sentai Images, cit., http://supersentaiimages.b-
logspot.com/2009/04/character-and-images-list.html.
71
Per approfondimenti si vedano J. Clements - M. Tamamuro, The Dorama Encyclopedia:
A Guide to Japanese TV Drama since 1953, cit., pp. 68-69; A. Martini, “Mostri robotici e robot
mostruosi”, in G. Di Fratta (a cura di), Robot. Fenomenologia dei giganti di ferro giapponesi,
cit., p. 90 e Talparius (pseud.), “Izenborg”, Mondo Japan, 29 aprile 2011, http://www.mond-
ojapan.net/anime/izenborg/.
76 MASSIMO NICORA
72
J. Clements - M. Tamamuro, The Dorama Encyclopedia: A Guide to Japanese TV Dra-
ma since 1953, cit., pp. 29-30. Dopo I-Zenborg, la Tsuburaya Productions produrrà
un’ulteriore serie a tecnica mista dal titolo Tansor 5 (Kagaku bōkentai Tansar 5, 1979). Andata
in onda su Tōkyō Channel 12 dal 27 luglio 1979 al 28 marzo 1980 per un totale di 34 episodi,
la serie racconta le avventure di una squadra di ricerca che, a bordo di una macchina del tempo,
viaggia alla scoperta dei grandi misteri insoluti della storia, dai Moai dell’Isola di Pasqua alla
perduta Atlantide, dalle linee di Nazca all’estinzione dei dinosauri. Cfr. Anonimo, “Kagaku
bōkentai Tansar 5”, Anime News Network, 1998, http://www.animenewsnetwork.com/encyc-
lopedia/anime.php?id=1848.
73
Il tirannosauro è uno dei dinosauri più feroci nell’immaginario giapponese e negli anime
viene spesso considerato il prototipo del dinosauro malvagio. Si pensi anche alla figura di Ti-
rano, il tirannosauro cieco da un occhio che rappresenta un pericolo costante per le primitive
comunità umane nonchè l’acerrimo nemico di Ryu, il ragazzo preistorico protagonista di Ryu,
il ragazzo delle caverne (Genshi shōnen Ryū, 1971), serie animata tratta da un manga di Shōta-
rō Ishinomori e trasmessa su TBS dal 30 ottobre 1971 al 25 marzo 1972 per un totale di 22 epi-
sodi. Cfr. A. Baricordi et al., Anime. Guida al cinema di animazione giapponese, cit., p. 53.
74
I dinosauri che si rifiutano di salire in superficie per combattere contro gli umani vengo-
no barbaramente uccisi.
75
Ad Ai vengono impiantate parti bioniche nel lato sinistro del corpo, mentre a Zen nel la-
to destro, il che li rende meccanicamente complementari.
76
Il titolo originale Aizenborg nasce appunto dall’unione dei termini Ai + Zen + cyborg.
L’EPOCA D’ORO DEI TOKUSATSU 77
A metà della serie, però, la storia subisce una svolta importante sia dal
punto di vista narrativo sia dal punto di vista dell’impostazione generale che
devia in maniera evidente verso i kyōdai. Dopo la sconfitta del tirannosauro,
gli scontri si spostano su un nuovo livello che vede l’ingresso dell’im-
peratore Gottes, per fronteggiare il quale viene messo in campo il Super Ai-
Zen, un gigantesco guerriero con una tuta verde e rossa e una maschera di
colore argento che nasce dalla fusione biomeccanica dei due fratelli.
5.2. Megaloman
77
gORE70hp (pseud.), “Speciale Tokusatsu - Seconda parte: Megaloman”, Giapponizzati,
2010, http://www.giapponizzati.com/2010/03/03/speciale-tokusatsu-seconda-parte-megaloma-
n/.
78 MASSIMO NICORA
78
La serie prosegue la linea inaugurata da Zone Fighter (Ryūsei ningen Zone, 1973), pro-
dotta sempre dalla Tōhō e trasmessa su NTV dal 2 aprile al 24 settembre 1973 per un totale di
26 episodi, di cui è protagonista la famiglia Sakimori, rifugiatasi sul nostro pianeta dopo che il
loro mondo è stato distrutto dagli stessi invasori che ora minacciano di attaccare la Terra. Seb-
bene i Sakimori possano contare su svariati veicoli e armi di origine aliena, la loro principale
risorsa è costituita dal figlio maggiore Hikaru che è in grado di trasformarsi nel gigante Zone
Fighter. Per un interessante approfondimento si veda J. M. Ballard, “Zone Fighter Series Gui-
de”, Sci-Fi Japan, 2009, http://www.scifijapan.com/articles/2009/11/14/zone-fighter-series-
guide/. Cfr. anche J. Clements - M. Tamamuro, The Dorama Encyclopedia: A Guide to Japa-
nese TV Drama since 1953, cit., pp. 370-371.
L’EPOCA D’ORO DEI TOKUSATSU 79
Conclusioni
Riferimenti bibliografici
Allison Anne, Millenial Monsters: Japanese Toys and the Global Im-
agination, Berkeley (CA), University of California Press, 2006.
Anonimo, “Battle Fever J”, Super Sentai Time Capsule, 2011,
http://supersentai.com/database/1979_battle_fever_j/index.htm.
Anonimo, “Capitan America”, Marvel Directory, 2013, http://www.m-
arveldirectory.com/individuals/c/captainamerica.htm.
79
Il riferimento è al celebre dipinto di Katsushika Hokusai (1760-1849), tra i più conosciu-
ti al mondo, realizzato durante l’epoca Tokugawa e assurto a uno dei simboli pittorici più rap-
presentativi dell’arte giapponese.
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