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Data di composizione: 1804-1808
Prima esecuzione: 22 dicembre 1808
Dedica: Franz Joseph Max von Lobkowitz e Andreas Kyrillowitsch von Rasumowsky
Organico: ottavino, 2 flauti, 2 oboi, 2 clarinetti, 2 fagotti, controfagotto; 2 corni, 2 trombe 3 tromboni; timpani; archi
ESPOSIZIONE
[0” - b. 1] Motto d'apertura (Motivo A), “il destino che bussa alla porta”:
presentato per due volte da archi e clarinetti all'unisono: esso costituirà il nucleo - ora ritmico ora
melodico - di gran parte del materiale tematico del primo movimento (ma con significative
contaminazioni anche nel terzo e nel quarto)
[b. 6] PRIMO TEMA (Motivo A1),
è costruito, come il Motivo A1, dall'intreccio di violini e viole a cui ora si aggiungono anche
violoncelli e contrabbassi; il secondo (Motivo A3),
ritmicamente imparentato col Motto e con la seconda parte del Motivo A1, attraverso l'iterazione di
una parte di esso e l'impiego serrato di sforzati produce un'intensificazione ritmica che culmina con
la fragorosa triplice ripetizione del Motivo A2 modificato
[53” - b. 59] Richiamo dei corni soli (Motivo A4),
derivata dalla seconda parte del Motivo A3 e siglato dalla ripetizione del Motivo A2 ai legni
[1’38” - b. 124] Ritornello (ripetizione integrale dell’ESPOSIZIONE da b. 1):
[2’00”] Nuova irruzione del Motivo A
[2’27”] Corni
[2’31”] Secondo tema
SVILUPPO
[3’13” - b. 125] Motto ai corni con immediata risposta degli archi e prima parte dello Sviluppo,
tutta basata sul Motivo A1; seconda parte (b. 179) basata sul Motivo A4 in contrappunto con un
motivo discendente; breve riconduzione, con grandiosa iterazione del Motto in eco (b. 240)
RIPRESA
[4’41” - b. 247] Motivo A a piena orchestra, PRIMO TEMA,
[5’03” - b. 268] recitativo dell'oboe, transizione,
[5’40” - b. 303] "richiamo" (Motivo A4, ora ai fagotti),
[5’43” - b. 307] SECONDO TEMA,
[6’10” - b. 346] episodio conclusivo.
CODA
[6’29” - b. 374] Prima parte della coda, col Motivo A ridotto a impulso ritmico su note ribattute;
seconda parte, basata su un'elaborazione del Motivo A1 e su una
[7’03” - b. 423] nuova idea cadenzale (Motivo D),
esposto da viole e violoncelli sul pizzicato dei contrabbassi, e frase di risposta (Motivo E2)
2
[1’05” - b. 22] SECONDO TEMA (Motivo F),
[2’26” - b. 49] PRIMA VARIAZIONE del TEMA PRINCIPALE (Motivi E1 e E2) e del
[3’26” - b. 71] SECONDO TEMA (con qualche lieve modifica), sezione di collegamento compresa
[4’43” - b. 98] SECONDA VARIAZIONE del tema principale (limitata al Motivo E1)
[5’03” - b. 106] TERZA VARIAZIONE (Motivo E1)
[5’29” - b. 114] QUARTA VARIAZIONE (Motivo E1)
[5’58” - b. 123] Episodio di transizione, basato su di un'elaborazione della testa del Motivo E1
(affidata ai legni)
[7’01” - b. 147] Ripetizione del SECONDO TEMA a piena orchestra, nel tono di do maggiore
[7’28 - b. 157] Brusca modulazione che porta ad una breve e diafana sezione di collegamento, con
graduale accelerazione della pulsazione ritmica
[7’51 - b. 166] QUINTA VARIAZIONE (Motivo E1) in modo minore
[8’17 - b. 176] Sezione di collegamento
[8’40” - b. 184] SESTA VARIAZIONE del tema principale completo (Motivi E1 e E2), con definitiva
conferma del tono di impianto
[9’36” - b. 205] Più mosso. CODA, basata su figure tratte dai Motivi E1 e E2
e alla risposta dei violini primi (Motivo G2), subito ripetuta con lievi modifiche
derivata dallo schema ritmico del Motivo A, presentata dai corni come puro impulso ritmico quindi
ripetuta e completata da archi e legni
[44” - b. 45] Ampio episodio basato sul Motivo G e sulla
[1’09” - b.71] seconda idea (Motivo H), anche insieme [da 1’29”], culminante in una
[1’43” - b. 115] nuova guizzante idea dei violini (Motivo J) imparentata col Motivo H:
3
TRIO
[2’02” - b. 140] Sezione centrale (do maggiore), con nuovo frenetico motivo (Motivo K),
inizialmente affidato a violoncelli e contrabbassi:
trattato con la tecnica del FUGATO, e ripetuto tre volte con piccole variazioni [2’17”, 2’32”, 3’00”]
RIPRESA
[3’32” - b. 237] Ripresa abbreviata della sezione principale (do minore), con orchestrazione
differente e sempre in pianissimo
[3’55”] seconda idea
[4’16”]prima e seconda idea insieme
[4’48” - b. 325] CODA, su lungo pedale di tonica, basata sull'elaborazione del Motivo G1, che senza
soluzione di continuità sfocia nel
ESPOSIZIONE
[0” - b. 1] PRIMO TEMA a piena orchestra (la strumentazione si arricchisce in questo ultimo
movimento della sinfonia di ottavino, controfagotto e TRE TROMBONI). Il primo tema si compone di
quattro idee distinte ma collegate una all'altra senza interruzioni. La prima (Motivo L1),
che viene reiterato in modo sempre più ravvicinato per preparare l'entrata di un tema saltellante
(Motivo L3):
anche questo viene ripetuto come il precedente così da provocare l'attacco di una nuova bruciante
idea (Motivo L4),
dei corni con raddoppio dei legni, che viene ripresa e trasformata dagli archi fino al ritorno del moto
scalare che segnala il
[1’07” - b. 44] SECONDO TEMA (Motivo N),
4
proposto dagli archi e subito ripreso dai fiati; un nuovo moto scalare discendente seguito da una
pausa collettiva conclude la sezione
[1’36” - b. 64] Episodio conclusivo dell'Esposizione, con nuova idea del clarinetto con raddoppio di
fagotti e viole (Motivo O),
SVILUPPO
[4’16” - b. 87] Sviluppo basato sull'elaborazione del secondo tema (Motivo N) al quale si aggiunge
un nuovo tema proposto da controfagotto, violoncelli e contrabbassi (Motivo P)
[5’54” - b. 155] Episodio conclusivo dello Sviluppo, basato sul Motivo H dello SCHERZO.
RIPRESA
[6’36” - b. 209] Ripresa dell'Esposizione, con i necessari aggiustamenti tonali
[7’14”] transizione
[7’46”] secondo tema
[8’14”] episodio conclusivo
[8’52 - b. 296] Espansione dell'Episodio conclusivo, col Motivo N e il Motivo P trattati come nello
Sviluppo
[9’27” - b. 319] Coda, basata su un'idea (Motivo M1),
chiaramente derivata dal Motivo M, che passa dai fagotti ai corni, quindi in serrata imitazione ai
legni e infine agli archi
[10’25” - b. 364] Stretta finale, basata sul Motivo O e con l'ultima apparizione del Motivo L1.