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Ma quale umiliazione ho provato quando qualcuno, vicino a me, udiva il suono di

un flauto in lontananza e io non udivo niente, o udiva il canto di un pastore e io


ancora nulla udivo – Tali esperienze mi hanno portato sull’orlo della disperazione
e poco è mancato che non ponessi fine alla mia vita – La mia arte, soltanto essa mi
ha trattenuto. Ah, mi sembrava impossibile abbandonare questo mondo, prima di
avere creato tutte quelle opere che sentivo l’imperioso bisogno di comporre.

Introduzione:

Alcuni di noi si sono accorti che sebbene ascoltiamo spesso musica classica, per
esempio prima e dopo gli incontri o la usiamo come sottofondo quando
studiamo, non riusciamo a coglierne certi aspetti fondamentali e quindi non
riusciamo a gustarcela veramente, e, molte volte la consideriamo come qualcosa
di noioso e comprensibile solo agli addetti ai lavori.

Per la passione e la conoscenza che alcuni di noi hanno della musica, la proposta
che vi facciamo è di ascoltare insieme un brano di musica classica, cercando di
non perdere nulla di quello che l’autore sceglie di comunicare nel suo linguaggio
che vorremmo cominciare a capire anche da un punto di vista un po’ tecnico,
ascoltando insieme la quinta sinfonia di Beethoven, perché questo modo ci
sembra il più adeguato per imparare ad accostarsi alla cosiddetta musica d’arte.
Abbiamo scelto questo brano perché ci piace particolarmente e lavorandoci, ci è
sembrato interessante ciò che l’autore dice di questa sinfonia, guidandoci lui
stesso nell’ascolto.

Beethoven comincia a scrivere questa sinfonia, la quinta di nove, nel 1804


mentre sta cominciando a perdere l’udito, i lavori termineranno quattro anni
dopo.

Schindler, segretario personale e biografo di Beethoven riporta:


Il compositore stesso provvide a dare la chiave per capire in profondità il suo
lavoro, quando un giorno, in sua presenza, fece sostare l’attenzione sull’inizio del
primo movimento ed espresse in queste poche parole l’idea fondamentale del suo
lavoro: “ è il Destino che bussa alla porta.”
Basi Tecniche relative al periodo Classico:

Innanzitutto una sinfonia è un componimento per strumenti articolato in


quattro movimenti.
Per Haydn e Mozart, maggiori compositori dell’epoca classica, rappresentavano
quattro personaggi diversi di una stessa commedia mentre vedremo che per
Beethoven rappresentano lo stesso personaggio visto da quattro punti di vista
diversi.

Notiamo che la sinfonia permette al compositore una maggiore libertà di


composizione, scelta dei temi e utilizzo degli strumenti rispetto ad esempio
all’opera, in cui generalmente di deve musicare una storia.

Inoltre tutti gli strumenti dell’orchestra, all’interno di una sinfonia, hanno la


stessa dignità pur avendo ruoli specifici, tipo le voci di un coro, cosa che non
accade, ad esempio in un concerto per violino e orchestra (dove ovviamente il
violino ha un ruolo solista).

Vediamo il ruolo delle varie sezioni all’interno dell’orchestra classica:

-Archi: famiglia centrale.


Divisi in: violini (primi e secondi), viole, bassi divisi in violoncelli e contrabbassi.
Fondamentale perché ha grande omogeneità timbrica (suoni degli archi sono
facilmente identificabili come simili) e di suono. Coprono tutti i registri.
ESEMPIO: imitativo terzo movimento
Grande dinamicità del suono: possono modulare l’intensità da forte a piano e
modi diversi di utilizzo(pizzicato, archetto, corde doppie…) e permettono effetti
come il vibrato.

-Fiati: divisi in due famiglie, legni e ottoni.

Legni: Flauto traverso, oboe, fagotto, clarinetto. Anche qui andiamo dal grave
all’acuto ma con differenze di timbro, dovute alla conformazione dello
strumento, che i compositori tendono a utilizzare molto.

Interazioni tra legni e archi: il ruolo degli archi è quello di fornire l’ossatura del
brano (fanno la parte principale) mentre quello dei legni è quello di colorare, di
aumentare la paletta timbrica dell’orchestra.
ESEMPIO (Haydn)
Le tre funzioni principali dei legni all’interno dell’orchestra sono: risposta agli
archi, sostegno dell’armonia (note tenute), punteggiatura ritmica.
Ottoni: corni, trombe e timpani.
L’utilizzo pratico è nelle parti principali: capisco che sono al culmine del pezzo
quando sento suonare trombe e timpani.
Vengono usati così poco perché all’epoca avevano delle limitazioni tecniche
molto forti e sono strumenti molto sonori.
ESEMPIO (fine 3 inizio 4)
Si noti che la quinta è un po’ rivoluzionaria per quello che abbiamo detto fino ad
adesso, ma vedremo le novità man mano.

Novità Strumentali:
Clarinetto: dalla prima sinfonia.
Trombone, Ottavino, Controfagotto: nella V.
Corale: nella IX con video “io e Beethoven” scandalo.
Ampliamento dell’orchestra
PRIMO MOVIMENTO:

IL primo movimento è in forma sonata: la forma sonata è un modo di comporre


ben codificato che vede la presenza di due temi incisivi ben riconoscibili e
caratterialmente contrastanti, sviluppati e portati avanti fino alla conclusione
del movimento. La forma sonata è divisa in tre parti: esposizione (parte in cui
vengono presentati i temi, ripetuta) sviluppo(parte in cui i temi vengono
elaborati) e ripresa (ultima pare in cui vengono ripetuti i temi nella forma
iniziale)

I temi sono:
PRIMO: prime 4 note, ascolto.
Questo è IL personaggio della sinfonia che viene poi guardato da punti di vista
diversi.
Si noti che Beethoven lo modifica, si sente che c’è stata un’evoluzione, è passato
del tempo, caratteristica di Beethoven, il destino (le prime 4 note che abbiamo
ascoltato) bussa alla porta e la sua presenza non smette di essere insistente
sebbene non permanga sempre nella stessa forma.

SECONDO: ascolto secondo tema: molto più morbido del primo, esposto dai
violini, poi dai clarinetti che lo ripetono con un altro colore, ripetuto poi da
flauto e violini insieme con ulteriore cambio di colore.
Cosa succede nell’accompagnamento? Contrabbassi e violoncelli ripetono le 4
note del primo tema che adesso ha una funzione diversa: di accompagnamento
Esempio al pianoforte dove si sottolinea che nell’accompagnamento rimane
presente il primo tema.

da notare che sembra che in alcuni punti l’autore stia per concludere invece
insiste nel riproporre il primo tema.

Ascolto del primo movimento:


Esposizione: Dopo il famoso inizio il processo riprende e continua: ripetizione
delle 4 note e aumento della tensione,
crescendo sempre sulle quattro note,
secondo tema attenzione ai bassi
piano piano salgono,
e chiusa sulle quattro note
Sviluppo.
Ripresa: dopo l’oboe
SECONDO MOVIMENTO:

Il secondo movimento è, in genere, un momento di carattere diverso, lirico,


intimo e di grande cantabilità, in cui il compositore è completamente libero nella
disposizione dei materiali e mostra la capacità di comporre belle melodie.

Anche Beethoven si distacca dal primo tema per il carattere, il tema è esposto da
viole e violoncelli insieme, accompagnati dai contrabbassi pizzicati.
Poi succede qualcosa di particolare: queste ultime note del tema vengono
echeggiate dall’intera sezione degli archi,
nuovo eco nei legni che però espandono la frase,
a questo punto gli archi riprendono queste ultime battute e le echeggiano,
ulteriore eco nei legni,
e poi ancora negli archi che concludono.
A questo punto la musica va avanti ma questo procedere per echi, per fermate
improvvise che si bloccano su una parte di materiale e la ripetono si espande al
resto del tessuto .
Riprende le quattro note prima accennate e poi con una fanfara ma anche qui il
discorso non riesce ad andare avanti e si ferma, si blocca su se stesso. Da notare
che le quattro note del tema della fanfara queste volte sono ascendenti.
Queste quattro note ascendenti rappresentano l’uomo.

Ascolto
Tema alle viole e violoncelli.
Eco negli archi,
eco nei fiati e la frase si espande.
Eco dagli archi.
Eco nei fiati
Eco archi.
Nuova frase con l’articolazione delle quattro note lente, ma si ferma tutto su
nuovi echi.
Esplosione e fanfara.
Anche qui si blocca e ripete.
Comincia la prima variazione del tema. Riempita di altre note…
Questa fanfara, che tornerà tre volte nel corso del movimento, come forma di
variazione: sono due temi, quello nelle viole e il tema della fanfara, due temi che
si alternano e vengono continuamente variati.
TERZO E QUARTO:

Il terzo movimento è una danza. Inizialmente archi e legni si rispondono in un


nuovo tema poco orecchiabile, vi è a questo punto una evidente ripresa della
quattro note iniziali, eseguito dai corni. Questa parte è la prima di tre che si
susseguono in questo terzo movimento che ha una struttura dl tipo ABA, dove,
come abbiamo già osservato, Beethoven riprende la seconda volta il tema
iniziale in modo diverso da come lo ha esposto la prima.

La parte centrale (B) è molto vivace, imitativa, basata su un tema sul quale i vari
strumenti si inseguono. (è quella già ascoltata all’inizio quando abbiamo parlato
degli archi).

La seconda ripetizione della parte A sembra ripartire uguale a prima ma non è


così, il carattere del tema è completamente trasformato, come se il tutto
diventasse un fantasma: il tempo è passato su questo materiale e comincia a
disgregarlo. Sembra che le quattro note siano sconfitte e infatti lo scherzo si
aggancia direttamente al finale all’esplosione della fanfara, all’ingresso dei
tromboni, ottavino e controfagotto.

NOVITÀ : collegamento,nuovi strumenti e ampli azione dell’orchestra

Esempio primo tema

Nel bel mezzo del quarto movimento arriviamo ad un punto di culmine, l’intera
orchestra che suona, siamo pronti a sentire di nuovo l’attacco, di nuovo la
fanfara iniziale e sarebbe musicalmente corretto, starebbe benissimo.
Esempi di culmine *** poi finta conclusione al pianoforte.
Concludendolo qui sarebbe il trionfo dell’uomo, invece torna il tema del destino.
Ma come torna? Torna nella forma che abbiamo sentito alla fine dello scherzo,
torna l’eco del destino.

Successivamente arriviamo alla vera ripresa. Che porta alla fine del pezzo
tramite una coda, molto lunga rispetto a quello che l’ascoltatore si aspetterebbe
e che a prima vista sembra eccessivamente tirata per le lunghe ma in cui
ricompaiono in continuazione le 4 note.
Ascolto III e IV Movimento
III Mov:
Accenno archi
Risposta legni
Archi
Legni
A: Esplosione del destino da parte del Corno
B: imitativo
A: Fantasma del destino
Sta finendo, ingresso del timpano che scandisce le quattro note.
Crescendo, arriviamo alla luce piano, si apre piano piano salendo verso l’acuto, i
nuovi strumenti si preparano..
Esplosione della fanfara: il trionfo dell’uomo sul destino (?)


Punto di culmine, l’intera orchestra che suona, siamo pronti a sentire
nuovamente la fanfara iniziale ma si apre una parentesi che tiene sospesa
la tensione, non la risolve:
Torna il tema del destino. Ma come torna? Torna nella forma
che abbiamo sentito alla fine dello scherzo, torna l’eco,
il fantasma del destino che resta accumulato dentro di noi.
Comincia piano piano il crescendo
E arriviamo alla ripresa.
Coda: piena di richiami alle 4 note, e punti in cui potrebbe concludere.
CONCLUSIONE:
Allora, abbiamo visto che c’è una lotta, nel terzo e nel quarto movimento, tra le
quattro note discendenti e le quattro note ascendenti delle fanfare. Ma se il
primo è il Destino che bussa alla porta, il secondo è l’uomo che risponde, che
continuamente vuole fare da sé ma non riesce a farne a meno, qualsiasi cosa
accada il destino rimane sempre presente.

Ma quale umiliazione ho provato quando qualcuno, vicino a me, udiva il suono di


un flauto in lontananza e io non udivo niente, o udiva il canto di un pastore e io
ancora nulla udivo – Tali esperienze mi hanno portato sull’orlo della
disperazione e poco è mancato che non ponessi fine alla mia vita – La mia arte,
soltanto essa mi ha trattenuto. Ah, mi sembrava impossibile abbandonare questo
mondo, prima di avere creato tutte quelle opere che sentivo l’imperioso bisogno
di comporre; e così ho trascinato avanti questa misera esistenza –Duratura deve
essere, io spero, la mia risoluzione di resistere fino alla fine, forse il mio stato
migliorerà, forse no, ad ogni modo io, ora sono rassegnato Dio Onnipotente, che
mi guardi fino in fondo all’anima, che vedi nel mio cuore e sai che esso è colmo di
amore per l’umanità e del desiderio di bene operare.

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