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tratto dal n.

1/10 di

n atura

N SPAZIO MARE

F. D’ERRICO
© Edinat,
Milano

lo stato di salute degli oceani

CAPODOGLI SPIAGGIATI

NON È COLPA DELLA PLASTICA


Affrettate le conclusioni dei media italiani. Anche se l’uomo probabilmente c’entra lo stesso

o scorso 10 dicembre un gruppo di giovani maschi di


L capodoglio è andato a finire nelle acque basse di una
spiaggia del Gargano, nell’Adriatico meridionale. Inizial-
residui di plastica rinvenuti negli esemplari avevano poco o
nulla a che fare con il loro spiaggiamento: in nessun caso
la plastica ostruiva il tratto digerente, e non vi erano segni
mente nove, due sono riusciti a riguadagnare il largo ma per di infiammazione causati dai corpi estranei. La rapidità vi-
sette non c’è stato niente da fare. Il 13 erano tutti morti, rulenta con cui si è diffusa nei media nazionali questa im-
alcuni dopo un’agonia durata quasi tre giorni. L’evento ha plausibile congettura spaventa quasi quanto il diffondersi di
destato giustamente grande scalpore perché gli spiaggia- un incendio estivo nella macchia mediterranea.
menti in massa di grandi cetacei in Mediterraneo, e in par- Quanto alle umane capacità di salvare dei capodogli spiag-
ticolare di capodogli, sono per fortuna molto rari. La gen- giati, dobbiamo ammettere di non essere onnipotenti: for-
te si è chiesta – e ancora si chiede – perché si sono spiag- se mandare degli uomini sulla luna è più facile. Occorre-
giati i capodogli, e se si poteva fare qualcosa per salvarli. rebbe imbragare animali del peso di oltre 10 tonnellate,
conficcati nella sabbia tra un cavallone e l’altro, sollevarli
LE POSSIBILI CAUSE (perché trainandoli si massacrerebbero) e riportarli tutti in-
Al perché stanno lavorando gli esperti, sotto la guida di San- sieme in acque profonde; ammettendo che i cetacei siano
dro Mazzariol e Bruno Cozzi dell’Università di Padova, che tutti arrivati in costa in perfetta salute, perché, se al contra-
hanno coordinato le necroscopie e raccolto i campioni bio- rio, fossero stati loro a volersi spiaggiare, per evitare di af-
logici ora depositati nella Banca Tessuti di quell’ateneo, a fogare se feriti o indeboliti da qualche malanno, riportan-
disposizione della comunità scientifica per future ricerche. doli al largo non gli si farebbe certo un favore. Per tutto ciò
Non è detto che le necroscopie riusciranno a fornire delle non esistono i mezzi necessari. Meglio sarebbe riconosce-
risposte agli interrogativi sulle cause, che possono essere re con umiltà la nostra impotenza – come già avviene nel
sia naturali (ad esempio, un errore di navigazione), sia ri- Regno Unito, dove questa sfida viene affrontata da de-
conducibili al degrado ambientale causato dalle attività cenni – e concentrarci su come ridurre quanto più è pos-
umane. Nel corso delle numerose dichiarazioni rilasciate al sibile la sofferenza di animali che, una volta sulla spiaggia,
momento dell’evento, ho affermato – e lo ripeto qui – di ri- sono spacciati. In questi casi perfino l’ipotesi dell’eutana-
tenere il fattore umano più probabile di quello naturale, con- sia è problematica, per via della quantità di farmaco neces-
siderando la grande rarità di simili eventi. Sono in corso in- sario a sopprimere un cetaceo di quelle dimensioni, in ma-
dagini per accertare se in quella zona di mare nei giorni pre- niera corretta e senza creare ulteriore sofferenza, e tenen-
cedenti l’incidente erano in corso operazioni di ricerca di do conto anche dei rischi per gli operatori. Assistere impo-
idrocarburi mediante suoni ad alta intensità, in grado di ri- tenti alla sofferenza e alla morte di animali così meravi-
velare la presenza di giacimenti nei sedimenti del fondo, gliosi è una sofferenza anche per noi; ma forse dobbiamo
oppure esercitazioni navali con uso di sonar. Simili emis- abituarci all’idea che aiutarli a morire tranquilli è l’unico
sioni sonore hanno provocato in passato spiaggiamenti in modo che oggi abbiamo per renderci utili.
massa di cetacei, forse spaventandoli nel corso delle loro Giuseppe Notarbartolo di Sciara
profonde immersioni e causandone una risalita “scorretta”, Coordinatore Regionale per il Mediterraneo e Mar Nero,
con conseguenti lesioni da decompressione. Al contrario, i World Commission for Protected Areas

20 • NATURA

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