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VITA E OPERE DI FORTUNATO DEPERO

Fortunato Depero, importante rappresentante del futurismo, Nasce a Fondo in Val di Non il
30 marzo 1892 e trasferitosi con la famiglia a Rovereto, frequenta la Scuola Reale
Elisabettina dove segue l'indirizzo delle arti applicate.
Respinto all’esame di ammissione all'Accademia di Belle Arti di Vienna (1908), inizia a lavorare
per un marmista. Occupandosi di lapidi si scopre particolarmente attratto dall'arte scultorea.

L'artista in erba si trasferisce a Roma nel dicembre del 1913 dove il clima artistico è
decisamente decadentista ma dove sono vive le avanguardie futuriste; in contatto con
Sprovieri, Balla, Cangiullo Marinetti, partecipa all'Esposizione Libera Futurista
Internazionale.

Con lo scoppio della prima guerra mondiale mentre l'Italia ancora neutrale, nel marzo del 1915
partecipa con Giacomo Balla alla pubblicazione della "Ricostruzione Futurista
dell’Universo", manifesto che apre una nuova stagione del futurismo, proponendo una
fusione delle diverse arti e un maggior coinvolgimento dell’arte nella vita, associandola in
particolar modo ai temi della violenza.

All'entrata in guerra l'Italia, Depero si arruola volontario, ma dopo pochi mesi viene esonerato
per motivi di salute e, rientrato a Roma, prepara una mostra dove esporrà più di duecento
opere (oli, tempere, collage, costruzioni, plastiche ecc.) fortemente influenzate dallo stile di
Balla.

Nel 1916 l’impresario di balletti russi Sergeij Diaghilev gli commissiona scenografie e costumi
plastici per due rappresentazioni una delle quali Le chant du rossignol di Igor Strawinskij,
non verrà rappresentato.

In quel periodo Depero incontra personaggi in vista fra cui il ballerino Massine, il poeta
Cocteau, Pablo Picasso, Larionov e la Gontcharova.

Conosce anche il poeta decadente Gilbert Clavel e con lui soggiorna a Capri nel 1917,
illustrando il racconto "Un istituto per suicidi"; nello stesso anno prepara anche spettacoli
teatrali e nel 1918, in collaborazione con Clavel, rappresenta a Roma i Balli Plastici, uno
spettacolo in cui attori e ballerini sono sostituiti da marionette di legno con musiche di Casella,
Malipiero, Bartok, Tyrwhitt.

Dopo la guerra, Fortunato Depero partecipa a varie mostre, anche a quella di Milano, dove
Martinetti cerca di riunire e rilanciare i Futuristi del dopo guerra.

Nel 1919 apre a Rovereto la "Casa d’Arte Depero" nella quale vengono prodotti oggetti d’arte
applicata, tarsie in panno e collages; nel stesso periodo realizza anche decorazioni e
arredamenti d’interni, come il Cabaret del Diavolo per il quale realizza anche le decorazioni
murali.

Nel 1924 durante la tournee del Nuovo Teatro Futurista, mette in scena al Teatro Trianon di
Milano, il Balletto Meccanico Anihccam del 3000 (la parola macchina al rovescio), che verrà
poi riproposto in più di venti città italiane.
Nel 1925 a Parigi, insieme a Prampolini e a Balla, rappresenta l’Italia all’Esposizione
Internazionale delle Arti Decorative (Art decò) e due anni dopo realizza il libro imbullonato
"Depero-Dinamo Azari", primo esempio di libro-oggetto futurista, nel quale l'artista esprime in
pieno la sua fantasia grafica.

Prima della partenza per New York, nel settembre del 1928, Depero si era dedicato in modo
particolare alla grafica pubblicitaria realizzando molti manifesti lavorando in particolar modo
per la ditta Campari per la quale realizzò più di cento bozzetti.

In America, dove rimane per quasi due anni, si impegna nel mondo della scenografia teatrale e
nella pubblicità e quando torna in Italia, fonda e dirige a Rovereto la rivista "Dinamo
Futurista", pubblica le Liriche radiofoniche, partecipa a numerose mostre nazionali ed
internazionali e si dedica alla realizzazione di mobili, oggetti e pannelli decorativi con un nuovo
materiale nato dall'autarchia imposta dal regime Fascista per far fronte alle sanzioni del 1928,
il Buxus, un materiale per rivestimenti utilizzato da arredatori ed ingegneri del tempo, che non
ebbe fortuna oltre il ventennio né oltre i confini d'Italia.

Con l'avvento del fascismo Depero si era avvicinato a questa corrente politica credendo che il
futurismo potesse interagire con la politica, infatti la sua passione politica comprende anche gli
esponenti futuristi di sinistra.

Durante la seconda guerra mondiale si ritira a Serrada di Folgaria e accusato di essere stato un
fascista per aver pubblicato, durante l'ascesa di Mussolini, il libro "A passo romano", nel 1948
trasferisce di nuovo negli Stati Uniti, dove cerca di pubblicizzare il nuovo materiale da lui
utilizzato, il buxus.

Depero trova New York cambiata, ostile al futurismo perché considerato arte fascista, perciò
decide di ritirarsi in un paesino del Connecticut dove lavora fino al rientro in Italia.

Tornato a Rovereto nel 1956 completa la decorazione della Sala del Consiglio Provinciale di
Trento e l’anno seguente, in collaborazione con il Comune di Rovereto, realizza la Galleria
Permanente e museo Depero, istituzione che oggi conta più di 3000 fra dipinti e disegni, circa
7500 manoscritti e una ricca biblioteca sul Futurismo.

L’artista muore a Rovereto il 29 novembre 1960, un anno dopo aver inaugurato il primo museo
futurista in Italia.

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