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Una nuova coscienza musicale

Autore: Massimo Claus | Contatti: clausmassimo@gmail.com | www.massimoclaus.com


Una nuova coscienza musicale

UNA NUOVA COSCIENZA MUSICALE


ìMolti sono i musicisti che controllano l’accordatura del proprio strumento prima di incominciare
a suonare, pochi, davvero pochi, sono quelli che si preoccupano di controllare se sono accordati
loro prima di incominciare a farlo…..”

In Oriente l’arte è considerata la rappresentazione interiore dell'artista, l'essenza dell'essere umano.


Ognuno di noi pare che si avvicini ad un qualsiasi strumento musicale perché qualcosa dentro lo
spinge verso il suono prodotto dallo stesso. Alcuni sono attratti addirittura dalla forma. Volendo
andare più a fondo, potremmo azzardare l'ipotesi che ci si riconosce nell’insieme delle
caratteristiche che contraddistinguono i singoli strumenti.
Avete mai pensato quale misteriosa ragione vi ha spinto verso il vostro strumento? Pensate davvero
che sia avvenuto soltanto per caso? Io sono convinto di no.
Ogni essere umano fa parte di un disegno prestabilito. La vita di ognuno di noi è legata a tutta una
serie di fattori inspiegabili che restano tali fino a quando non si verificano i presupposti in ragione
dei quali tutto si spiega. Quante coincidenze hanno cambiato la vita di molte persone!
Avvicinarsi alla musica, riuscire a sfiorarle le ali, lasciarsi coinvolgere senza opporre la minima
resistenza, questo dovrebbe essere lo scopo di ogni musicista.
Quando ci si avvicina alla musica, le prime volte è sempre per gioco, per curiosità. Per alcuni, con il
tempo, questo diventa un'esigenza, una sottile linea di confine fra ciò che è reale e ciò che lo
diventerà.
Io credo che il musicista sia una sorta di mago che fa da tramite fra l'anima e il corpo.
Purtroppo, al giorno d’oggi è sempre più difficile riconoscere il senso del messaggio racchiuso fra
le note. Da sempre l'uomo ha intuito questo legame, ma oggi sembra averne paura. Molti non
riconoscono alla musica simili poteri e fanno di tutto per nascondere, soffocare la sua voce.
Riducono tutto a un’operazione commerciale.
Ho visto bambini molto ammalati reagire positivamente alla musica. Ho visto gente riuscire a
comunicare tramite i suoni le loro più segrete emozioni.
Da sempre, nella storia del mondo, la musica ha un ruolo estremamente importante. Mille leggende
raccontano di effetti miracolosi, misteriosi. Non è necessario capire, bisogna soltanto accettare: il
neonato non conosce cosa sia il latte ma nonostante ciò, ne trae vantaggio. Purtroppo più si conosce
e meno ci si abbandona. La musica è disarmante, nessuno può negarlo. Avviene qualcosa di
veramente magico dal momento in cui incominciate a suonare, a prescindere dal vostro grado di
preparazione. Non conta l'età che avete né da quanti anni o mesi suonate. La componente
fondamentale è ciò che voi mettete nella musica che suonate.
Siate coscienti della fortuna che avete nel saper suonare uno strumento: questo può rendervi liberi.
Ogni musicista ha l'obbligo morale di dare il meglio di sé al fine di migliorare lo stato psicologico
delle persone meno
fortunate di lui, anche se conosce soltanto pochi accordi o non ha grandi attitudini.
La musica è un linguaggio universale. Tutti lo sanno ma pochi la usano. Qualunque siano le vostre
aspirazioni, sappiate che tutto questo costantemente avviene sotto i vostri occhi, anzi sotto le vostre
orecchie!
Molti sono i musicisti che controllano l’accordatura del proprio strumento prima di incominciare a
suonare, pochi, davvero pochi, sono quelli che si preoccupano di controllare se sono accordati loro
prima di incominciare a suonare.
Quale attenzione prestate al vostro stato d'animo?
Quello che siete, come vi sentite, è trasferito nella musica che producete. La musica diventa voi
stessi. Voi siete la vostra musica. Fate attenzione al vostro stato d'animo.

Autore: Massimo Claus | Contatti: clausmassimo@gmail.com | www.massimoclaus.com


Una nuova coscienza musicale

Suonare è come produrre una formula chimica e come tale va preso sul serio e rispettato.
Sentirsi in sintonia con l'ambiente, vivere l'attimo, essere coscienti dei propri gesti e delle proprie
emozioni prima di suonare, è suonare prima ancora di farlo effettivamente.
Quando si suona in pubblico è inevitabile provare tensione. La grande cantante lirica Maria Callas
diceva che la paura va di pari passo con il talento.
La tensione del momento può paralizzarvi se non imparate a modificarla. Voi siete energia: non
dimenticatelo mai.
Immaginate di sprigionare, con la vostra musica, forza positiva allo stato puro: questo trasformerà la
paura in gioia.
Sentirsi a proprio agio è la condizione ideale per ottenere tutto questo.
Non chiudetevi in voi stessi, non irrigiditevi. Cercate di essere tutt’uno con lo strumento. Siate
aperti e rilassati e le vostre vibrazioni investiranno l'ambiente che vi circonda. Immaginate che la
musica vi esca dal cuore e sarà così che apparirà. Convincetevi di questo e sarà questo ciò che
otterrete. Cercate di vederla semplicemente in una maniera diversa. Ciò contribuirà ad acquietare il
vostro stato vitale e la soluzione apparirà.
Quando suonate, ascoltate la vostra musica, non la paura che avete di sbagliare. Nutrite la
tranquillità e questa crescerà in voi forte e rigogliosa. Sorridete alla vostra tensione e la porterete su
un piano cosciente: questo sarà sufficiente a sgretolarla per non subirla mai.
Cercate di dare attraverso la vostra musica. Immaginate che questa sia l'antidoto contro il disagio di
chi vi ascolta, che sia tutto ciò che serve alle persone che avete di fronte. La vostra musica, qualsiasi
essa sia, diventerà una preghiera.
Regalate entusiasmo attraverso la vostra capacità. La musica è il veicolo delle vostre emozioni.
Ricordatelo. Se provate paura, questa si trasferirà sulle persone che vi ascoltano. Quando state
vicino ad una persona ansiosa, non provate anche voi ansia? Lo stesso vale per la tranquillità.
Tutto questo può apparire ai più scettici, o spaventati, soltanto una serie di frasi fatte, anch’esse
molto musicali, ma nella realtà è tutto possibile e lo scopo di questa serie di incontri è indicare
all’allievo una strada differente, più spirituale, che ha poco a che vedere con il new age. Lo scopo
degli incontri è cercare di cambiare il punto di vista del musicista con argomenti mirati alla presa di
coscienza di quegli elementi che creano la paura, la conseguente tensione che è la causa di molti
fallimenti. Gli argomenti trattati sono: La Concentrazione, la meditazione, la presenza mentale.
Discipline millenarie ma raramente associate alla musica.
Dare allievo le basi per arginare quella tensione nervosa che gli impedisce di esprimersi al meglio,
di godere dell’evento musicale è lo scopo del presente ciclo di incontri. Il numero di incontri è da
concordarsi con l’ente o la scuola organizzatrice. Di seguito una breve descrizione delle diverse
discipline trattate.

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Una nuova coscienza musicale

LA PRESENZA MENTALE
Cosa s’intende per presenza mentale?
La presenza mentale è l’unione fra mente e corpo, ossia la piena coscienza del momento presente,
d’ogni gesto, d’ogni pensiero che la nostra mente insegue. Sono cose che, dette così, potrebbero
apparire quasi soprannaturali: nella realtà, possono diventare consuetudine.
Noi esseri umani abbiamo la tendenza a fare tutto metodicamente. Quindi, se ci abituiamo a vivere
intensamente e coscientemente ogni momento, sulle prime troveremo delle difficoltà dovute al
cambiamento, poi il nostro comportamento diverrà una nuova abitudine, che chiameremo cosciente.
Un atteggiamento negativo, così come un comportamento errato, dopo essersi insinuato in noi piano
piano tende ad allargarsi, facendo ruotare un’infinità d’altri comportamenti tutt’intorno: alla fine,
quell’atteggiamento negativo lo identifichiamo con la nostra natura.
Tutto è pura energia e questa non può essere annientata, ma solo modificata.
Sfruttando la nostra stessa natura, riusciremo a raggiungere lo scopo. Immaginate la vostra vita
come un grande giardino in cui a volte le erbacce sembrano crescere più rigogliose delle piante da
frutto. Soffermandoci a pensare o a notare esclusivamente quelle cattive, finiamo per non vedere
quelle buone anzi, il nostro atteggiamento non fa altro che innaffiare queste ultime,
indipendentemente dalla nostra volontà. La presenza mentale ci aiuta a centrare la nostra attenzione
verso noi stessi, portandoci ad essere più spontanei perché meno coinvolti dalle cause esterne. Il
primo risultato che si ottiene è uno strano senso di tranquillità, che ci porta a vedere le cose sotto
un’ottica diversa da quella solita.
La presenza mentale può essere paragonata all’obiettivo di una macchina fotografica o di una
telecamera: quando non è regolato nel modo giusto, fa apparire l’immagine sfocata. La
consapevolezza mentale ci porta a mettere a fuoco la nostra vita e tutto quello che ci accade,
facendo apparire gli esatti contorni di tutto ciò che ci circonda.
Anche i problemi, visti sotto quest’ottica assumono una grandezza diversa, che risulta poi essere
quella reale.
Normalmente, purtroppo, è come se vivessimo in sella ad un cavallo che corre al galoppo: non
sappiamo quale sia la direzione ma corriamo ugualmente. Viviamo come quel padrone che porta a
spasso il cane convinto di essere lui a condurre, mentre è il cane a guidarlo. Tutto è reso più difficile
da questo atteggiamento, che siamo convinti essere il nostro invece c’è imposto dalla vita che
conduciamo.
Ma come si può parlare di spontaneità cosciente?
La spontaneità diventa cosciente dal momento in cui non sono le cause esterne a condurre il gioco,
ma la nostra vera natura. Paolo Coelho, nel suo libro “Il manuale del guerriero di luce”, descrive
così la presenza mentale:
Un guerriero della luce compie un possente esercizio di crescita interiore prestando attenzione alle
cose che fa automaticamente, come respirare, strizzare gli occhi, o notare gli oggetti intorno a sé.
Si comporta così quando si sente confuso. In questo modo si sbarazza delle tensioni e permette alla
sua intuizione di agire più liberamente, senza l'interferenza delle paure o dei desideri. Alcuni
problemi che sembravano insolubili finiscono per essere risolti, certi dolori che riteneva
insuperabili svaniscono senza nessuno sforzo. Quando deve affrontare una situazione difficile,
adotta questa tattica”.

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LA MEDITAZIONE
La meditazione è una tecnica mentale naturale, che affonda le sue radici nell’antica scienza
orientale. Praticarla è molto semplice ed offre numerosi benefici pratici: la meditazione rimuove lo
stress e la fatica e procura energia e chiarezza mentale. é opportuno considerarla come un modo
semplice e piacevole per rigenerarsi quotidianamente e per sviluppare in maniera graduale
l’intelligenza e la creatività.
La meditazione si pratica per 15 o 30 minuti, al mattino e alla sera, comodamente seduti, con gli
occhi chiusi. Tutti possono impararla, anche i bambini. Per praticarla non serve avere doti
particolari.
Se una pianta sta seccando, non innaffiamo ogni foglia individualmente: innaffiamo la radice, e
questa sola operazione nutre l’intera pianta. Questo è lo scopo della meditazione. La meditazione ci
aiuta a riportare l’attenzione consapevolmente su noi stessi. Concentrarsi sulla nostra persona ci
aiuta soprattutto ad ascoltare il nostro stato d’animo: tutti i nostri pensieri, e con essi anche i nostri
problemi, vengono messi su un piano cosciente, rivelando così la loro vera natura. Se una pianta sta
seccando, non innaffiamo ogni foglia individualmente: innaffiamo la radice, e questa sola
operazione nutre l’intera pianta. Questo è lo scopo della meditazione. Praticare la meditazione ci
aiuta a scoprire le trame seguite dalla nostra mente, quindi a tracciarne di nuove o semplicemente ad
accettare quelle già esistenti.
Nel Buddismo Tibetano, al contrario di quello che la fantasia popolare potrebbe immaginare, la
meditazione non ha nulla a che fare con cose come il ìlevitare”. La parola tibetana che corrisponde a
meditazione è “Gom”. Il significato della parola è semplicemente ìAbituare”. Abituare sé stessi a
vedere le cose come sono, senza il filtro delle abitudini e dei preconcetti: la meditazione, in altre
parole, potrebbe costituire per noi un antidoto contro la confusione e la tensionedell’evento
musicale.

LA CONCENTRAZIONE
Esistono due tipi di concentrazione: attiva e selettiva. Nella concentrazione attiva la mente si
sofferma su qualsiasi fenomeno accada, compresi i cambiamenti. La concentrazione selettiva,
invece, si sofferma esclusivamente su di un solo punto. Praticare la presenza mentale nella vita di
tutti i giorni costituisce un ottimo allenamento per ottenere un valido grado di concentrazione.
Per un musicista è molto importante essere in grado di ottenere un buon livello di concentrazione.
Ciò gli permette di eseguire nel migliore modo possibile qualsiasi partitura, ma sopratutto lo mette
in condizioni di non subire lo stress creato dal momento dell’esecuzione.
é interessante notare come il musicista possa trovare nella musica la forza, o l’atteggiamento
mentale giusto, per raggiungere uno stato di concentrazione avanzato.
L’arte della concentrazione ci porterà ad avere il controllo della nostra mente.
In un paese dell'Oriente si racconta che un califfo, desiderando maritare la figlia, volle scegliere tra i
molti pretendenti il migliore. Ideò così una prova per stabilire il più meritevole e coraggioso: si
trattava di passare su un muro, largo pochi centimetri, camminando in equilibrio con in mano una
tazza di latte, piena fino all'orlo. Ai lati del muro, lungo tutto il percorso, le guardie avevano l'ordine
di sparare al passaggio del pretendente, in modo tale che i proiettili lo sfiorassero appena: un
piccolo sbilanciamento, al momento meno opportuno, poteva essere fatale e rendeva quasi
impossibile non versare almeno una goccia di latte. Tutti fallirono tranne uno, che arrivò al fondo
del muro senza che il liquido traboccasse dalla tazza. Il califfo, stupito di tanto coraggio, gli
domandò se non avesse avuto paura degli spari e il giovane rispose: "Spari? C'erano degli spari? Io

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ero preoccupato di non versare il latte!". Questo dimostra l’enorme importanza della
concentrazione.
CONSIDERAZIONE FINALI
Tutto ciò che porterà un miglioramento nella nostra vita si rifletterà positivamente anche sulla
nostra musica.
Diceva Platone, più di 2300 anni fa: "Il più grande errore dei medici è cercare di curare il corpo
senza darsi pena per lo spirito; eppure spirito e corpo sono una cosa sola e non dovrebbero mai
essere considerati separatamente". Chi è esposto per lungo tempo a situazioni di stress, spesso si
ammala. Comunemente si dicono malattie psicosomatiche quelle causate appunto da motivi
d’ordine psicologico, in particolare da stress. Le nostre menti non amano iniziare lavori in campi
nuovi: nelle situazioni che risultano familiari la maggior parte del lavoro è stato già fatto,
l’esperienza e le relazioni facilitano il lavoro, mentre un oggetto nuovo richiede più concentrazione
e sforzo. Ciò spiega la difficoltà di molti ad accettare nuove idee e a cambiare le proprie
convinzioni e i propri interessi: temono o detestano il nuovo e vi oppongono resistenza. Tra i primi
ostacoli che vi troverete a dover superare ci sarà il dubbio che tutto questo non c’entri, o c’entri
poco, con la musica.

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