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Lezione 21/02/2018

Sbobinatrici: Messina Sara, Galluzzo Noemi.


Argomenti: teorie sulla fonazione, fisiologia della fonazione, vocal tract.

Teoria mioelastica di Ewald:

Oggi tratteremo le teorie sulla fonazione. Una di queste a metà dell’800 è quella di Ewald. Questa è molto
vecchia, risale al 1898, vediamo che poi le ultime teorie le possiamo datare a fine 900. Ci dice che la
fonazione sotto la spinta della pressione dell’aria espiratoria, quindi sotto la spinta dell’aria sottoglottica
cioè quell’aria che risale durante la fase espiratoria, fa si che la forza della pressione esercitata sulle corde
le faccia aprire e contestualmente dall’apertura delle corde si ha una caduta della pressione sottoglottica,
sottostante e un aumento della pressione sovrastante che determina a sua volta la chiusura nuovamente
delle corde vocali.

Cominciamo quindi questo concetto che sta alla base dell’apertura e della chiusura. La principale pecca di
questa teoria è tutto il resto , cioè il ruolo anche del sistema nervoso centrale, il ruolo dell’apparato
respiratorio, il ruolo delle cavità di risonanza. Però questo è il concetto della ciclicità dell’apertura e della
chiusura, quindi il meccanismo che sta alla base. In questo ciclo si ha: l’apertura della glottide, la fuga
d’aria iniziale, la riduzione della pressione sottoglottica, la depressione sottoglottica (aspirazione),
termina con la chiusura della glottide, questo a sua volta dà luogo nuovamente a un aumento della
pressione sottoglottica e si apre di nuovo la glottide facendo ripetere il ciclo. Quello che non veniva fuori da
questa teoria in effetti era semplicemente il ruolo che poteva avere anche la mucosa, cioè le corde vocali
perché sembra un movimento quasi passivo cordale che dipende solo dalla pressione sopraglottica e
sottoglottica. In realtà noi sappiamo che le corde vocali hanno un ruolo attivo mediante la messa a moto
dei movimenti dei muscoli intrinseci, soprattutto quelli intrinseci laringei. Quindi non hanno solo un ruolo
passivo sotto la spinta verso l’alto.
Baglioni:

Viene un po’ successivamente incontro a cercare di modificare questa teoria Baglioni. Egli mette ancora di
più in evidenza la struttura del muscolo vocale. Abbiamo detto fin ora che il muscolo tiroaritenoideo è il
muscolo vocale vero e proprio, ma Baglioni fa uno studio di tipo istologico e mette in evidenza la struttura
proprio di questo muscolo vocale e si vede che in effetti ci sono delle fibre muscolari non hanno tutti la
stessa direzione. Ci sono delle fibre che decorrono lungo tutta la lunghezza della corda e sono i
tiroaritenoidei e poi vi sono dei fasci che partono dall’aritenoide e si fermano al legamento vocale , al
bordo libero della corda e sono gli Ari-vocali, i quali hanno un decorso obliquo. Abbiamo poi i Tiro-vocali,
quindi dalla cartilagine tiroidea verso il bordo libero della corda, che hanno invece un decorso trasversale.
Questa struttura così particolare del muscolo tiroaritenoideo fa in modo che contraendosi, proprio perché
queste fibre hanno una direzione diversa, determinerà l’apertura della corda vocale soprattutto nel punto
di incrocio di queste fibre che abbiamo visto. Quindi sarà il primo punto dove le corde vocali vanno così per
dire a “scollarsi”, quindi ad aprirsi.

Teoria neuro-cronassica di Husson:

In seguito, dopo queste prime teorie, più o meno nello stesso periodo, ci fu un altro autore che è Husson.
Egli pensava che il meccanismo di apertura e chiusura delle corde, che l’emissione del suono e la
produzione della voce, fosse dovuta esclusivamente a un problema di tipo centrale, neurologico, quindi
diceva che la vibrazione delle corde vocali derivava dall’affinità neuromuscolare: cioè il cervello fa partire
l’input che viene trasmesso attraverso l’innervazione motoria che poi determina il movimento del
muscolo. Il muscolo vocale risponderebbe ad impulsi nervosi di origine centrale. Avremmo così dei
movimenti di apertura e chiusura quasi cloniche visto che è determinato esclusivamente da input nervosi.
Ci sarà una fuga d’aria conseguente all’incurvamento del margine cordale per accorciamento delle fibre
tireo e ari-vocali. In tutto questo ragionamento però non è spiegato se uno fa un’espirazione che ha una
pressione maggiore sottoglottica o minore, non ha nessuna influenza secondo me questa teoria così come
non ha nessuna influenza quella che sarebbe la vibrazione della mucosa cordale che abbiamo detto che ha
un ruolo fondamentale nella produzione della voce, nel modulare la voce, quindi l’intensità e anche nella
tipologia di suono che vogliamo emettere.

Negli anni i vari autori cercano di comprendere sempre più rispetto a questo fenomeno perché in effetti è
molto complesso come vedete in quanto già all’inizio abbiamo detto che è il risultato di tante attività che
svolge l’organismo e devono essere tutte pronte, appositamente orchestrate, affinchè si abbia una
produzione verbale fisiologica e corretta, quindi una questione di controllo da parte del cervello che deve
controllare i muscoli intrinseci ed estrinseci. Abbiamo visto l’apparato uditivo che ha un suo ruolo
nell’acquisizione del linguaggio, abbiamo visto la respirazione polmonare che è importantissima perché
anche l’efficacia dell’intensità della nostra voce dipende anche dalle condizioni espiratorie. Non so se vi è
mai capitato di vedere o sentire come parla un paziente da un’insufficienza respiratoria grave, non ha
sufficiente fiato, quindi non ha un atto espiratorio talmente efficace ed efficiente da venir fuori
un’intensità del suono e quindi anche della voce alto, ma solitamente è quasi come se bisbigliasse
Teoria aero-dinamica di Moore e von Leden:

Durante la fonazione, l’aria espirata, passando attraverso la glottide, provocherebbe un fenomeno di


aspirazione verso la linea mediana delle corde vocali. Si realizzano così ritmiche compressioni e rarefazione
dell’aria. Quando passano da un diametro più ampio a uno più stretto aumenta la velocità di passaggio,
diminuisce la pressione circostante e fa aumentare poi la pressione sovrastante.

Teoria muco ondulatoria (Perellò):

Egli comincia una teoria un po’ più completa perché prende in considerazione anche quelli che sono gli altri
elementi che abbiamo visto. Quindi la vibrazione cordale è il risultato della messa in vibrazione dei tessuti
molli che rivestono il muscolo vocale durante la fase espiratoria . Quindi finalmente quà comincia a
comparire quello che è il ruolo della mucosa cordale, la quale fa anche muovere le corde vocali quindi
anche i muscoli che stanno alla base dell’apertura e chiusura della glottide. Questo perché?

 Perché la mucosa laringea è dotata di una grande lassità che spiega la frequenza degli edemi
laringei. Quando abbiamo un’edema laringeo, vedremo l’anno prossimo, il timbro laringeo cambia
completamente. Ciò significa che sicuramente a livello periferico , quindi l’organo periferico ha
un’importanza sulla qualità del suono che viene emesso, non è solo una questione che può essere
regolata esclusivamente a livello centrale.

 La secchezza della mucosa cordale può produrre disfonia (cambiamenti climatici, aria condizionata
ecc.). Questo perché la mucosa diventa particolarmente rigida quindi la vibrazione non avviene
fisiologicamente, anche nelle reazioni ormonali e quando ci troviamo di fronte a una corda che non
funziona e non si muove può nonostante tutto, se facciamo un esame, possiamo vedere che la
corda vocale è in grado di vibrare passivamente perché al passaggio dell’aria se è ancora mobile la
mucosa, cioè quando non è affetta da patologie soprattutto oncologiche che determinano
l’aderenza particolare della mucosa allo strato muscolare sottostante che impedisce la vibrazione
cordale, si deve capire se la mucosa vibra o non vibra ed è importante perché ci fa capire e ci dà
proprio questo elemento di aderenza agli strati sottostanti.

 Mentre se abbiamo la mucosa integra, normale e fisiologica era ancora in grado di vibrare anche se
la corda è paretica.

Quindi la vibrazione cordale sarebbe il risultato dell’alternarsi della rottura dell’equilibrio di due forze:

 Chiusura della glottide


 pressione dell’aria espiratoria sottoglottica

Strutture che partecipano alla fonazione

 Laringe
 vocal tract (apparato di risonanza e articolazione)
 sistema uditivo
 sistema nervoso centrale

Riguardo questi sistemi è importante che voi abbiate capito il ruolo che ciascuno di questi strutture hanno
ai fini della fonazione.
Apparato respiratorio

Esso interviene nell’altezza del suono, nell’intensità sonora e tutto dipende anche dalla capacità della
gabbia toracica. Funzioni che sono esercitate attraverso la produzione di un flusso aereo espiratorio a
pressione variabile. Infatti a seconda di come vogliamo modulare la nostra voce avremo un espirazione
differente, modulata a seconda del nostro obbiettivo. Inoltre la produzione di un flusso aereo espiratorio
può essere a pressione variabile grazie al ruolo attivo esercitato dai muscoli. Ci vuole sempre l’intervento
della funzionalità esercitata dai muscoli. Per esercitare una diversa apertura e chiusura della glottide è
necessario che viene modulato anche a livello centrale, interviene il nostro cervello a modulare quando
dobbiamo far contrarre quei muscoli per ottenere un determinato risultato. Se io voglio una corda vocale in
adduzione potenzierò al massimo i muscoli adduttori, se voglio invece una corda vocale in posizione
paramediana sarà un compromesso tra i muscoli adduttori e abduttori. Quando pensiamo all’importanza
del ruolo che ha l’espirazione quindi a livello polmonare, dobbiamo sapere che la modulazione della nostra
respirazione, soprattutto dell’atto espiratorio, dipende dai muscoli:

-addominali

-dorsali

-intercostali

Continuando a parlare della funzione della respirazione, quindi parliamo delle basse vie respiratorie,
durante la respirazione silente cosa succede? Che la fase inspiratorie <fase espiratoria (la fase inspiratoria
è minore di quella espiratoria). Gli atti respiratori non sono uguali nella loro durata temporale. Lo vediamo
se non parliamo quindi se abbiamo la respirazione silente, in cui la fase inspiratoria dura di meno di quella
espiratoria. Questo rapporto sarà completamente alterato nei pazienti in cui manca la valvola sovrastante
che è rappresentata dalla glottide perché poi alla fine è quella che regola meglio, ecco perché parliamo di
un apparato durante la respirazione silente oppure durante la fonazione: perché la durata degli atti
inspiratori ed espiratori è regolata proprio dalla valvola sovrastante della glottide. Venendo a mancare la
glottide, il paziente avrà l’atto inspiratorio ed espiratorio della stessa durata.

FISIOLOGIA DELLA FONAZIONE

Durante la fonazione la fase inspiratoria dura di più rispetto alla fase espiratoria. Perché la fase inspiratoria
dipende dal discorso che vogliamo fare, da come vogliamo emettere il nostro suono, la nostra produzione
vocale come dev’essere.

Il mantice respiratorio, grazie ai muscoli espiratori, comprime l'aria contro le corde vocali in adduzione. Di
conseguenza, l'aumento della pressione sottoglottica prevale sulla forza di chiusura esercitata dai muscoli
adduttori e si ha l'apertura delle corde vocali che iniziano a separarsi a partire dalla faccia inferiore, creando
così una fuga d'aria che determina:

• Riduzione della pressione sottoglottica


• Depressione sottoglottica
• Aumento della pressione sopraglottica

Le corde vocali che vanno ad aprirsi e a chiudersi compiono quindi un movimento ondulatorio “ come un
tappetto che si cerca di sbattere” che va dal basso verso l'alto.
La mucosa si sposta lateralmente sui piani sottostanti entrando in vibrazione; inoltre ,vi è un passaggio
dell'aria da una zona più larga a una più stretta che determina un aumento della velocità dell'aria e una
diminuzione della pressione nella zona da dove si sta spostando (effetto Bernoulli).

STRUTTURE CHE PARTECIPANO ALLA FONAZIONE

LA LARINGE
Le variazioni che si hanno nello sviluppo della laringe sono importanti perchè determinano la qualità della
nostra produzione verbale.
Alla nascita e nel lattante essa si presenta con una struttura fibromuscolare meno sviluppata, in posizione
più elevata e l'epiglottide è particolarmente voluminosa, per questo motivo tocca il rinofaringe e si
posiziona posteriormente al velo palatino, ciò permette al lattante di deglutire contemporaneamente
all'atto respiratorio (laringe intralarinale)

Durante l'infanzia la laringe si ingrandisce progressivamente e si abbassa. Nell'uomo l'angolo formato dalla
cartilagine tiroidea è minore rispetto a quello della donna (uomo 90°,donna 120°) e ciò comporta una
variazione della qualità della voce.

L'emissione della voce avviene grazie alla pressione dell'aria nella regione sottoglottica che vince la
resistenza della contrazione dei muscoli adduttori con conseguente apertura glottica e vibrazione della
mucosa cordale.

La FREQUENZA con cui avviene nel tempo la vibrazione della mucosa è proporzionale ai rapporti che
intercorrono tra:
• La pressione dell'aria
• La tensione e l'allungamento delle corde
• La pressione tra le corde vocali
Corde più lunghe producono un suono più acuto rispetto a corde più corte e/o più spesse ciò determina i
vari REGISTRI , in particolare la MODALITA' con cui avviene lo spostamento dell'onda mucosa determina il
registro.
• Registro di falsetto(la vibrazione interessa solo il bordo libero, la porzione più anteriore)
• Registro di voce piena(la vibrazione interessa tutta la massa cordale)

La CINETICA si occupa del movimento dei muscoli adduttori o abduttori della laringe che determinano la
modulazione dell'espressione vocale.
L' ADDUZIONE è svolta dai muscoli cricotiroidei laterali (medializzano il processo vocale) e
interaritenoidei(che avvicinano le aritenoidi). I cricotiroidei e i tiroaritenoidei sono tensori delle corde
vocali e partecipano anch'essi all'adduzione.

IL VOCAL TRACT

La cavità di risonanza è costituita da strutture che stanno al di sopra della rima glottica e determinano
soprattutto il timbro vocale. La porzione più anteriore del vocal tract interverrà non solo come cassa di
risonanza ma ha un ruolo importante nell'articolazione della parola.

LA FARINGE
La faringe può essere più o meno ampia a seconda dell'azione dei muscoli costrittori(superiore medio e
inferiore),perciò la variazione di volume determinerà un timbro differente quindi delle trasformazioni
acustiche.
Il muscolo COSTRITTORE INFERIORE(che determina più degli altri il volume della faringe) presenta 3 fasci:
• TIRO-FARINGEO
• CRICO-FARINGEO
• CRICO-TIROIDEO (nella porzione più bassa)

Questi, contraendosi riducono il diametro antero-posteriore e trasverso della faringe, la trasmissione della
vibrazione del suono diventa più rigida e il suono arriva in maniera più rapida.

Nella porzione più alta dell'orofaringe troviamo altri muscoli che modificano i rapporti volumetrici tra le
varie strutture variando la trasmissione del suono e sono:

• M.STILOFARINGEO che amplia il diametro faringeo


• PALATO-FARINGEI E TIROIDEI che riducono e accorciano la lunghezza della faringe e innalzano la
laringe e l'ipofaringe
• STERNOTIROIDEI allungano la faringe e abbassano la laringe

Le labbra partecipano attivamente all'articolazione dei suoni. La loro apertura modifica la risonanza mentre
la loro protrusione aumenta il volume del cavo orale.

Un'altra cavità importante è la rinofaringe, una sua occlusione provoca un'alterazione del timbro. Possiamo
avere RINOLALIA CHIUSA POSTERIORE e RINOLALIA CHIUSA ANTERIORE in base alla zona di occlusione.
Infatti a volte non a caso si dice parli con il naso.

PRINCIPALI CAUSE DI ALTERAZIONI DEL TIMBRO VOCALE


• MALFORMAZIONI FLOGISTICHE (le malformazioni in generale possono coinvolgere non solo la
laringe ma le altre strutture della cavità di risonanza) come ad esempio la patologia parodostici.
• TRAUMI CRANIO FACCIALI,TRATTAMENTI DEMOLITIVI come l’asportazione di parte della mandibola
o della lingua ,ESITI DI RADIOTERAPIA.

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