Linda Finardi
Comunicazione e
relazione nel vivere
quotidiano
Paul Gauguin, “Da dove veniamo? Che siamo? Dove andiamo?”, 1897.
Settembre 2010
Comunicazione e relazione nel
vivere quotidiano
(Webbizzazione dell’articolo cartaceo “Comunicare l’inquietudine”)
Contenuti
Note sull’Autore
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1. Le domande di Paul Gauguin
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prossimo all’essere legati da un motivo, che sia un impegno
assunto volontariamente, un dovere verso altri, morale o
economico, oppure un dono per provocare piacere.
Fonte: http://users.uniud.it/melchior/coselacomunicazione.htm
In una comunità la comunicazione funziona quindi
da collante sia che avvenga tramite la parola o che siano i
comportamenti, i simboli usati o anche il silenzio a
diventare il messaggio di sé stessi e delle proprie intenzioni.
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3. L’incomunicabilità
insita nel paradosso
L’attribuzione di
significato dato alla
comunicazione che inter-
corre tra due o più sog-
getti è anche conse-
guenza delle modalità in Fonte: http://www. istruzione.umbria.it
cui si sviluppa il processo
di ricezione, interpretazione e risposta non solo della
persona che dà il là alla relazione ma anche del ricevente.
Inoltre perché vi sia una relazione è necessario che il
ricevente comunichi a sua volta.
Questo però è solo il modello, uno stato ideale di cose
largamente dato per scontato. Bene illustra queste difficoltà
Watzlawick che in Pragmatica della comunicazione umana,
pubblicato in Italia nel 1971, riporta una copiosa lista di
situazioni paradossali dell’agire quotidiano.
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L’Autore sviluppa le sue osservazioni a livello micro,
all’interno dei rapporti famigliari, ma lo stesso meccanismo
è osservabile anche ad un livello macro nella società
attuale, anche perché accade che le modalità di interazione
famigliare diventano per un individuo modello di interazione
con tutta la comunità e viceversa.
Può succedere quindi che si frappongano degli
ostacoli nel processo di comunicazione, o se vogliamo di
condivisione e comprensione, dei punti di vista o dei
sentimenti. Alcuni di questi sono veri e propri paradossi.
Un muro invisibile
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Il problema principale è che questo fenomeno è
come un muro invisibile di cui non è facile averne
coscienza soprattutto quando si è immersi nella
situazione e i messaggi sono pregnanti per le persone. Se
poi in pericolo vi è la salute tutti sappiamo quanto può
renderci vulnerabili.
L’insidiosità di questi muri, difficili da abbattere sia
nel privato che nel pubblico, sta proprio nel fatto che non
vedendoli, cioè non potendoli percepire con i sensi, non si
riconoscono e sfuggono così alla consapevolezza o anche solo
all’intuizione che essi possano esistere. Proprio questi muri
diventano i limiti per eccellenza della comunicazione,
perché offrono esclusivamente una percezione distorta della
realtà e dell’Altro e su questa base non è possibile che
emettere una comunicazione altrettanto distorta.
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Influenza H1N1, Oms: attuale pandemia è meno grave di
altre
GINEVRA (Reuters) mercoledì 24
febbraio 2010 12:16
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4. Perché comunicare l’inquietudine?