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A proposito di "Ascolto" tonalit.

Se indubbio l'interesse di questa linea di


ricerca altrettanto vero che lo spazio dell'ascolto ne
risulta fortemente compromesso. Spostandosi il
problema su questi fondamenti biologici, passano in
Il convegno SIdAM sulle problematiche
secondo piano - o addirittura vengono trascurate - tutte
dell'Ascolto, tenutosi a Gaeta nel novembre scorso, ha
le istanze riconducibili alla sfera culturale del
confermato l'urgenza e l'improrogabilit di una
fenomeno musica, alle visioni del mondo di un'epoca,
riflessione adeguata su un tema cos importante, nei
alla complessa relazione tra il soggetto e l'oggetto
suoi rapporti con l'analisi e, pi in generale, con la
caratteristica essenziale della dimensione estetica.
tradizione musicologica. Quest'ultima, com' noto,
Il problema, infine, del rapporto tra psicologia
intrattiene con l'ascolto un rapporto difficile, per non
scientifica e psicologia umanistica - in altri campi assai
dire scomodo. Tutta l'attrezzatura metodologica
dibattuto - trova l'universo musicologico alquanto
dell'analisi musicale si indirizza verso un testo, in un
impreparato. Nel suo ambito, invece, andrebbe
paradigma di pensiero per il quale la conoscenza -
ricollocato un altro argomento scottante, quello della
muovendo da un oggetto concreto posto al di fuori
referenzialit (o semanticit) della musica, tema che
della sfera del soggetto - tende a ripercorrerne le linee
solo di recente ha riassunto una sua legittimit negli
genetiche. Non a caso, per Piaget, conoscere
studi teorici dopo che per decenni - forse per reazione
l'espressione di pensiero capace di ricostruire "il modo
ad una certa colorita letteratura - era stato vissuto con
in cui si producono i fenomeni"1. Nella musica,
astio ed imbarazzo. Si fa strada insomma la necessit di
dunque, il testo diventa l'oggetto da smontare e
riconsiderare dal profondo la nozione di musica, intesa
ricostruire, in un percorso conoscitivo che ha per fine
non pi come 'cosa' - di fronte alla quale porsi con
la 'spiegazione' di quelle cause che producono su di noi
l'occhio distanziato (e distanziante) dello scienziato -
un certo effetto. Tanto pi tale nesso causale
ma come problema relazionale. Feconda, a questo
stringente tanto pi l'argomentazione avvertita come
proposito, la prospettiva fenomenologica che parla di
scientificamente valida.
musica come 'oggetto intenzionale'. In tal senso
Ma il problema molto pi complesso in quanto
Thomas Clifton ha scritto che la musica non un
ascoltare un'attivit della mente e il suo studio deve
'oggetto' del mondo ma un significato per degli esseri
estendendersi alle discipline psicologiche. Nella
umani3.
prospettiva dominante, tuttavia, la ricerca si rivolge ad
Si delineano cos due indirizzi di ricerca - che si
indagare le modalit con cui la mente, entrando in
intersecano nella problematica musicologica - tra
contatto con dei dati sonori, pone in essere un'attivit di
spiegazione e interpretazione4. La prima, appannaggio
riconoscimento, di raggruppamento, di messa in
del metodo scientifico classico, ha per obbiettivo la
relazione, e cos via. In breve, si tratta di tecniche
certezza e la verit come dato oggettivo, pertinente alle
relative alla gestione delle informazioni, ma esse non
cose del mondo (nel nostro caso una musica/partitura).
toccano affatto il problema centrale dell'ascolto che
La seconda si propone invece di cogliere un senso tra i
quello della creazione di un senso intorno ad un
tanti possibili che la cosa si porta con s, ma non in
fenomeno culturale, quale la musica. Seguendo
quanto tale bens nel rapporto che intrattiene con noi.
l'impostazione della psicologia scientifica i processi
In altri termini il lavoro interpretativo - come ben
dell'ascolto decadono a modalit biologiche, dotate di
noto nella cultura psicanalitica - mira non a scoprire
tratti universali, e soggette ai processi evoluzionistici o
ma a creare una verit e quest'ultima, evidentemente,
di assimilazione. Per Risset e Wessel, per fare un
una nozione relazionale, implica un rapporto io-tu con
esempio, molte caratteristiche della nostra percezione
la cosa, coinvolge tutto un orizzonte di riferimenti
uditiva, particolarmente del timbro, pu essere meglio
culturali. Persino i nostri pregiudizi - come ha
compresa in prospettiva evoluzionistica, considerando
insegnato Gadamer5 - hanno, da questa prospettiva, una
i modi con cui l'udito si adatt per ricavare
connotazione positiva perch si fanno da tramite (come
informazioni utili all'ambiente. Per esempio l'udito
pre-comprensione) per una lettura del mondo e dei
molto sensibile ai cambiamenti: ben attrezzato per
fenomeni che non - e non pu essere - risolutiva, ma
stare all'erta []2".
storicamente situata.
Anche l'isomorfismo, spesso sottolineato, tra
ascolto (leggi: sistema percettivo) e produzione
2.
musicale l'espressione di un pensiero forte che
intende il primo come fondato su un'invariante
biologica. La musicologia che si ispirata ai modelli 3
Thomas Clifton, Music as Heard, Yale University
chomskiani ha palesemente abbracciato questa linea. Press, 1983, pag. 5.
Per gli autori della "Teoria generativa della musica 4
Karl Jaspers, nel lontano 1913, gi distingueva
Tonale" (1983), ad esempio, sorprendente l'analogia 'comprendere' (verstehen) e 'spiegare' (erklren).
tra i nostri universali linguistici e le strutture della Quest'ultimo concerne una forma di conoscere non intuitiva
in cui i nessi causali obbiettivi sono visti "dal di fuori". Cfr.
1
J. Piaget, I meccanismi percettivi, Giunti-Barbera, 1975 Psicopatologia generale, Il pensiero scientifico (Roma), 1965
(1961), pag. 427. (sull'ultima edizione del 1959), pag. 30, ma si vadano anche
2 le pag. 326 e seg.
J. Risset, David L. Wessel, "Exploration of Timbre by
5
Analysis and Synthesis", in D. Deutsch, The psychology of Hans Georg Gadamer, Verit e metodo, Bompiani,
Music, Academic Press, 1982, pag. 45. 1994 (1960)
Alla luce di questo percorso il delicato tema le nostre interrogazioni sul Mondo: da un lato
dell'ascolto musicale pu trovare una sua collocazione l'esigenza filologica, dall'altro l'anelito ad una societ
pertinente. Se ne occupa, da una prospettiva didattica, multietnica (pag. 18). Ne segue che, sotto questa
Paolo Russo in un interessante articolo sulla rivista prospettiva, "non c' sostanziale differenza di principio
BeQuadro (Aprile/settembre 1996, n. 62-63, pag. tra un Bach eseguito secondo prassi filologiche o con
15-22) dal titolo "L'ascolto: problemi e strategie di una tam tam, xilofoni, obaka e ogongo" (pag. 18).
tecnica didattica". Non un caso, peraltro, che Russo suggerisce un metodo, nelle strategia
proprio la didattica sia una disciplina molto avanzata su didattica, che quello di considerare la pratica effettiva
certi temi. Esposta in primo piano alle cruciali dell'ascolto "come un punto di arrivo successivo alla
problematiche dell'apprendimento e della conoscenza, elaborazione di un problema, rendendo cos esplicito il
la didattica si resa sensibile nei confronti di un nuovo punto di osservazione prescelto per il brano musicale
statuto del sapere, inteso non pi come contenuti da proposto" (pag. 18). Si tratta, cio, di eleggere e
travasare ma come libera messa in gioco di materiali da tematizzare preventivamente un punto di osservazione
far interagire. L'obbiettivo diventato quello di che sar alla base del percorso interpretativo. Proprio
"acquisire quella trasmissione di attrezzi che questo grado di consapevolezza che il gruppo di
consentono la ricerca individuale" (pag. 15). Anche il ascolto deve maturare costituisce, a mio avviso,
tema dell'ascolto, per conseguenza, va letto come un l'aspetto didatticamente pi proficuo. L'autore sostiene
percorso soggettivo lontano da quelle 'ricette gi che cos si evita il rischio di rendere "astratto, assoluto,
pronte' di cui si compiace certa letteratura dilettantesca, quasi sacrale, il testo musicale". Mi sembra tuttavia pi
ma altres lontano dal tipico approccio 'poietico' al testo importante, di questo metodo, la messa in primo piano
che da sempre, i depositari della cultura musicale, di un problema squisitamente epistemologico, che cio
hanno considerato l'unica via di accesso alla musica. la scelta di un punto di vista si riflette inevitabilmente
Russo parte dall'evidenza - per nulla scontata - che nel proprio oggetto, condizionandolo e relativizzando i
nella normalit siamo noi a scegliere una musica risultati ottenuti. Tale consapevolezza, nei gruppi
perch da essa ci attendiamo una risposta alle nostre d'ascolto, non diventa un presupposto esteriore al
domande (pag. 16) che riguardano il nostro umore, la metodo, ma ne costituisce un'aspetto integrante. Le
nostra cultura, le nostre curiosit. Si instaura, pertanto, letture che seguono sui 'significati' della Pastorale
un rapporto interpretativo entro il quale il testo beethoveniana, o sui vari altri brani prescelti per sue
musicale viene "usato", cogliendone quegli aspetti che, personali esperienze didattiche, dimostrano - con spunti
di volta in volta, sono pertinenti al nostro interrogarlo. di vivace interesse - la validit di questo percorso. Si
Ascoltare infatti una interrogazione continua, un parla ad esempio, per la Pastorale, di una lettura che ne
porre domande e ci avviene entro un campo consideri la validit di stereotipi comunicativi ispirati
relazionale in cui gli estremi, un Soggetto e un al mondo agreste, tema questo valido allora - in un
Oggetto, tendono a perdere la loro tradizionale clima uscito dalle molli atmosfere arcadiche che si
irriducibilit per fondersi in un orizzonte di senso scontra con immagini ben altrimenti robuste (come la
comune. Preziosi mi sembrano, a questo proposito, gli sinfonia ottocentesca) - ma anche oggi, nella nostra
strumenti teorici offerti dalla fenomenologia, non tanto cultura intrisa di jingles, di stereotipi, di citazioni, ecc.
quella di Husserl quanto quella di Merleau-Ponty e E gli esempi potrebbero continuare.
dello stesso Heidegger. Per quest'ultimo gli enti del
mondo acquistano un loro statuto esistenziale in virt 3.
della loro usabilit, che li rende congrui ai nostri Le esperienze riportate da Russo alla fine del suo
progetti. Non solo, ma suggerisce anche l'immagine di articolo riguardano un corso di aggiornamento per
una intimit col mondo, un termine nel quale possiamo maestre. Mi sono chiesto in che misura, mutati i
cogliere un abisso di risonanze. La 'tonalit affettiva' referenti didattici, possa essere inquadrato il problema
(Befindlichkeit) che colora le cose "non un fenomeno dell'ascolto all'interno di un corso di Analisi musicale.
che accompagni semplicemente la comprensione e Le premesse teoriche sono evidentemente comuni e
linterpretazione del mondo; laffettivit piuttosto possono essere riassunte in: 1) acquisizione, all'interno
essa stessa una specie di pre-comprensione, ancor pi della metodologia analitica, del campo relazionale
originaria della comprensione stessa6. ascoltatore/musica (ossia la tradizionale coppia Sogg./
La risonanza diventa dunque una dimensione Ogg.); 2) consapevolezza non solo della parzialit dei
pertinente dell'ascolto e per questo Russo dice che metodi analitici tradizionali, presi di per s, ma della
ascoltare, oltre che un controllo dei meccanismi necessit di acquisire - all'interno di un metodo
linguistici, un "ampliamento delle prospettive e dei prescelto - il contributo offerto da tale parzialit. Ci
riferimenti del proprio mondo" (pag. 19). Interessante significa che il metodo deve farsi critico di se stesso
, ad esempio, l'accenno di Russo all'esecuzione di introducendo, nella ricerca, la consapevolezza dei
Bach con strumenti etnici. Se partiamo dalla propri 'pregiudizi'7; 3) l'evidenza che l'universo
prospettiva, qui seguita, che quella di un 'uso' del culturale odierno sta vivendo una fase di nuova oralit,
testo, come risposta a possibili domande ci accorgiamo
che nelle varie (possibili) esecuzioni di Bach affiorano 7
Ce lo insegna Gadamer quando, parlando di pregiudizi,
scrive tra l'altro che l'interprete "nel rapporto col testo mette
6
Gianni Vattimo, Introduzione ad Heidegger, Laterza, alla prova la legittimit, cio l'origine e la validit di tali
1971, pag. 33. presupposizioni", Verit e metodo, cit., pag. 314.
in cui va inquadrata anche la invadente presenza di ascolto preventivo 'mirato' che, lungi dall'essere
musica che accompagna le nostre attivit quotidiane. In l'ascolto freddo e distaccato del ricercatore tradizionale,
una cultura che volge verso l'oralit, la riflessione sugli sia sensibile alla risonanza del brano, e ne sappia
oggetti culturali deve impostarsi di conseguenza. cogliere la Welt. In un saggio del 1991, Lawrence
L'oralit espressione di un sistema non-lineare ma Ferrara11 ha addirittura indicato, direi coraggiosamente,
complesso, fatto di risonanze e di rimandi, di feed- per questa fase preliminare di ascolto la necessit di un
backs, di salti concettuali e di ri-costruzione linguaggio naturale, non scientifico o tecnico. La
estemporanea di svariati livelli di verit. L'ascolto si scientificit del metodo, infatti, non pu che passare
inquadra nella modalit orale, laddove l'analisi dalla consapevolezza che il linguaggio specialistico
tradizionale profondamente condizionata dalle sue incapace di veicolare quei sensi che Imberty chiama,
radici culturali che affondano nella 'scrittura': gli studi giustamente, testimonianza dell'intenzionalit dello
analitici possono dunque ricavare un grande stile. Il linguaggio specialistico sar tanto pi efficace
giovamento da un pi stretto rapporto con una quanto pi il linguaggio naturale avr spianato delle
metodologia d'ascolto; 4) la necessit di considerare la tracce che coinvolgono i nostri vissuti.
conoscenza come una interrogazione del mondo. Ne Lo spunto metodologico di Ferrara - che in questa
deriva che il linguaggio (qui: la musica) , ed implica, sede non possibile approfondire - quello di
una forma di ascolto8 in un continuo 'ritorno' riflettente anteporre dapprima un tipo di ascolto aperto e libero a
il nostro universo culturale, la nostra visione del tutti i possibili percorsi di senso e, successivamente, di
mondo, i processi di integrazione (o meno) verso riprendere un'ulteriore fase di ascolto una volta
l'esterno, ecc.; 5) la necessit di acquisire all'interno del espletate le varie fasi di analisi di tipo sia
percorso analitico una rappresentazione 'semantica' del convenzionale che fenomenologico ed ermeneutico.
fenomeno musicale. L'ascolto cui egli allude un ascolto che non sia
preventivamente condizionato da presupposizioni
4. ideologiche che ne alterino il percorso naturale.
Vale la pena di riflettere su questi ultimi due punti Nell'ascolto 'esperto', infatti, confluiscono troppo
che creano un cortocircuito all'impianto metodologico spesso le proiezioni della nostra cultura musicale che si
del pensiero analitico convenzionale. Quest'ultimo, fa da tramite, da filtro. Non si intende, tuttavia, la mera
com' noto, predilige la posizione di tertium nei applicazione di una epoch fenomenologica: anche
confronti dell'oggetto-musica, quella cio di un quest'ultima, per Ferrara, una presupposizione. Siamo
osservatore esterno, 'fuori dal gioco'. L'ascolto rimette piuttosto in quell'area di problemi cui Nicholas Cook
invece tremendamente in gioco il Soggetto, lo ha dedicato un intero studio distinguendo tra ascolto
coinvolge dal profondo, con tutto se stesso, con la sua musicologico e ascolto musicale12. D'altra parte non
vita, il suo Mondo (la Welt heideggeriana). L'ascolto difficile intuire che i metodi convenzionali abilitano
richiama, per conseguenza, la necessit di un legame lanalista (losservatore) a cogliere della musica solo
con i significati, perch solo in essi, e tramite essi, pu ci che il metodo stesso stabilisce. Le domande rivolte
attivarsi tutta la complessa dinamica dei nostri processi al testo, in quanto pertinenti o congrue al metodo, sono
psichici interiori. Questi significati equivalgono ad una quelle che il metodo stesso pone. Non fuori luogo
struttura latente, alla stregua di un a priori. Essi fanno ricordare, ad esempio, che Schenker - attraverso
riferimento e coaugolano intorno ad alcuni nodi dal laffinamento della sua personale tecnica di notazione -
forte valore simbolico e sono questi che fungono da scrive il suo ultimo lavoro teorico, Five Graphics,
'interpretanti', per cos dire, alla comprensione del senza usare pi il linguaggio convenzionale, ma
fenomeno musicale. Ci ben noto alla letteratura lasciando parlare il metodo13. La pretesa di non
psicanalitica: per Fornari, ad esempio, il corpo e le cose contaminare l'oggetto da parte da un qualsivoglia
"sono gi abitati da una struttura di significazione che li medium lingustico, si rivela - sotto questa luce - una
segmenta in modo adatto" e ci precedente alla mera illusione.
significazione secondaria9.
Ma l'ascoltatore anche, forse soprattutto, colui
che parla della musica. Come scrive Imberty, la sua 10
Michel Imberty, Le scritture del tempo, Semantica
"parola per orientare l'ascolto, ha per unico appoggio psicologica della musica, Unicopli 1990 (1981), pag. 72.
11
sensibile l'esperienza vissuta dell'opera, e del suo stile, Lawrance Ferrara, Philosophy and the Analysis of
di cui condannata a ridire il senso ()". Quella Music, Greenwood Press, 1991.
12
dell'ascoltatore interpretazione che si manifesta Nicholas Cook, Music, Immagination and Culture,
"come una testimonianza psicologica osservabile Clarendon Press, 1990, specie il cap. 3.
13
dell'impatto semantico dello stile e della struttura Per Heidegger "il metodo non , specie nella scienza
intenzionale di senso che ricopre"10. Da qui moderna, un puro strumento al servizio della scienza; anzi
al contrario il metodo che ha assunto al proprio servizio le
l'importanza - nella metodologia analitica - di un
scienze", si veda Lessenza del linguaggio, In cammino
verso il linguaggio (1957-58), Mursia, 1990, pag. 141. Cos
8
Si vedano i saggi contenuti in Martin Heidegger, In vide Nietzsche (La Volont di potenza, n. 469) quando scrive:
Cammino verso il linguaggio, (1957-58), Mursia, 1990. Ci che caratterizza il nostro XIX secolo non la vittoria
9
Franco Fornari, Il codice vivente, Boringhieri, 1981, della scienza, ma la vittoria del metodo scientifico sulla
pag. 36. Com' noto, Fornari elabora in tal senso la nozione scienza.
di 'coinema'.
Si pu concludere che l'approccio colto alla musica prospettiva - l'analogo della tonalit - un mondo
smarrisce in buona misura la natura pi genuina perfettamente unificato, espressione di una realt
dell'ascolto inteso come disposizione, come status che distanziata e oggettivata17. Un brano tonale presuppone,
indica e illumina un percorso di senso. Occorre dunque allora, un ascoltatore ideale che disperde le proprie
ricollocare l'ascolto all'interno del metodo analitico, istanze a favore di uno sguardo obbiettivante che tutto
qualunque sia il livello di fruizione della musica, dal abbraccia. Ne deriva anche l'immagine di un Io
pi elementare al pi erudito. fortemente integrato entro una struttura in cui i corpi e i
fenomeni risultano uniti in uno spazio ideale. Quanto al
5. tempo, si passa da un flusso tipicamente newtoniano,
A partire da queste premesse possibile suggerire, lineare, che scorre deterministicamente in avanti - cui
a mo' di esempio, alcuni percorsi che l'analisi musicale corrisponde il caratteristico fraseggiare barocco - a
pu intraprendere. Ci pu avvenire di rimando ad una quello dello stile classico, in cui una pi compatta
pratica d'ascolto in cui, come ha indicato Russo, si sia visione organicistica rende il tempo reversibile e
preventivamente delimitata una prospettiva: nel nostro pianificato. In entrambi i casi l'ascolto si far carico di
caso pensiamo a quella ermeneutica. A titolo evidenziare queste caratteristiche e di renderle
sperimentale pu trattarsi di individuare quegli aspetti problematiche. Da qui lo spunto per rileggere, in sede
del linguaggio musicale che si fanno portatori di didattica, una serie di nozioni teoriche.
segnali circa una visione del Mondo, di un disposizione Come opera tecnicamente questo 'meccanismo
culturale ed emotiva, di uno stile esistenziale, come d'ascolto'? Il volume di Ratner sull'Armonia18 fornisce
direbbe Merleau-Ponty. Alludo, cio, ai tratti distintivi delle indicazioni utilissime. Fra i tanti spunti penso ai
di un autore e di un'epoca. Si tratta di quei referenti cap. 13 e 14 sulla costruzione - come realt psicologica
che, secondo gli studi di Imberty, attivano il campo - di quello spazio ideale a basso livello che il
delle rappresentazioni semantiche dello stile e che io 'periodo' musicale. Ne emerge un oggetto elastico, che
definirei la porta d'ingresso alla comprensione di si flette alle manipolazioni del compositore e che, pur
un'opera d'arte. L'ascolto, dunque, condotto in questi mantenendo una solida unit (gestaltica) si rende
termini, si fa mediatore per interrogare il testo suscettibile ad una serie di 'sceneggiature' di attese e
musicale: a partire da quelle domande l'analisi sar rimandi in un continuo gioco di interazione con
finalizzata. Tale atteggiamento sicuramente parziale - l'ascoltatore. Interessante diventa allora sovvertire certe
ho anzi detto che ci deve costituire una definizioni facilone e pensare alla cadenza, ad esempio,
consapevolezza acquisita al metodo stesso14 - ma credo come strumento non per arrestare il flusso - come
che su questo terreno di incontro tra ascolto ed analisi normalmente si dice - ma per protenderlo in avanti. La
vi sia molto da lavorare in sede didattica. nozione di progressione, per fare un altro esempio,
a) Uno spunto interessante pu essere l'ascolto e il ritrova un sua identit pi pertinente come fenomeno
relativo esame della letteratura polifonica classica che psicologico e non come vuota formula meccanica: una
ci parla di un forte processo di integrazione. Come ha tecnica di movimento, da un lato o di accumulazione
scritto Colazzo, "la polifonia induceva un'esperienza tensiva, dall'altro.
d'ascolto tendente a confermare l'idea che l'azione c) Un ascolto non condizionato pu anche
individuale inscritta all'interno di un reticolo di linee sollecitare un percorso analitico controcorrente. Tanta
di forza, capace di esercitare una potente integrazione, musica romantica, pi che implicare all'ascolto
delle singole spinte, favorendo con ci il relazioni di affinit, ci invita a seguire un percorso di
coordinamento istantaneo di eventi sonori differenti"15. allontanamento: siamo su quella strada di progressiva
Un'ottima proposta didattica sar allora, da questo disintegrazione dell'Io che condurr, per Imberty, alla
profilo, lo studio di certe pratiche di scrittura vocali musica novecentesca. De La Motte, a proposito di certi
tendenti ad una omogeneit di timbro pur nella Lieder di Schumann, suggerisce un'analisi "indirizzata
variegata differenziazione delle linee16. Al contempo si in senso contrario", capace di ricostruire le ragioni non
potr proporre, da quest'ottica, una rilettura di tutto il di una vicinanza, ma di una lontananza, di una deriva
pesante corpus di regole manualistiche troppo spesso da ci che precede19. E soprattutto egli ci invita a
segnate da un'assenza quasi totale di riflessione pensare, in Schumann, ad una nozione di tonalit che
problematica e dunque di senso. pi difficile definire a parole che non all'ascolto: una
b) Consideriamo la tonalit come 'meccanismo tonalit intesa "come un certo valore espressivo". Non
d'ascolto' capace di fornire delle linee guida lungo cui dunque un codice condiviso, ma la radice stessa
elaborare la nostra comprensione del testo. Tornano dell'invenzione.
alla mente gli studi di Panofsky che vedeva nella Ora, questo valore espressivo , nella letteratura
romantica, il valore di una certa 'presenza', vale a dire
14
Ferrara, nel libro citato, assegna a questo proposito l'emergere in primo piano di quella 'tonalit affettiva'
una fase apposita in cui si attua una meta-critica dell'intero
17
percorso analitico. E. Panofsky, La prospettiva come forma simbolica,
15 Feltrinelli
Salvatore Colazzo, Ascoltare, Nuova Rivista Musicale
18
Italiana, n. 4, Ott./Dic. 1995, pag. 689. Leonard G. Ratner, Armonia. Struttura e stile, Ricordi,
16 1996
Intorno a queste tematiche suggerisco il cap. IX del
19
volume di Marco De Natale, L'armonia classica e le sue Diether De La Motte, Manuale di Armonia, La Nuova
funzioni compositive, Ricordi, 1988. Italia, 1988 (1976), pag. 241.
cui si accennato prima. Cosa si coglie all'ascolto di
tanti brani dell'epoca se non - come nei quadri di
Friedrick - un'atmosfera che si pone ad un livello
anteriore ad ogni significazione? Ci anche una guida
per un mirato progetto analitico: pensiamo, ad esempio,
ai nuovi problemi di scrittura finalizzati alla creazione
di questa Stimmung. Besseler, in un suo famoso libro20,
cita alcuni moduli d'accompagnamento pianistico come
rappresentativi di un particolare modo di ascolto,
quello romantico. Anche i moduli apparentemente pi
ingenui indicano una presenza e una risonanza che va
ben oltre la mera funzione di armonizzazione della
melodia. E' lo sfondo ora ad assurgere a ruolo primario,
mentre la figura ne riflette semplicemente il colore,
caricandosi di quella presenza. Nei casi pi estremi -
come il celebre Preludio n. 4 di Chopin - la figura (la
melodia) diventa solo un tracciato intorno al quale pu
addensarsi e riflettersi la risonanza dello sfondo. Viene
da pensare, a questo proposito, che la scuola
schenkeriana, cos rivolta a cogliere della musica un
flusso dinamico orientato verso un obiettivo, trascura
un'ovviet: che un'autentica esperienza d'ascolto pu
implicare anche la semplice contemplazione di un
'sempre uguale' che trascolora.
d) Lo stesso emergere della dimensione timbrica
nella musica del '900 va inquadrato nel clima di una
lacerazione delle tradizionali strutture discorsive,
aprendoci verso un "abisso di oralit" come ci ha
illustrato Jean Charles Francois in un articolo
pubblicato qualche anno fa su questa rivista21. Lo
straniamento che ci coglie all'ascolto di tanta musica
d'avanguardia, non deriva dunque da un codice da
decifrare tout court con gli strumenti dell'analisi, ma
piuttosto la proiezione di un immaginario collettivo e
ne costituisce parte integrante. La nuova musica, come
scrive Mauro Mancia citando Adorno, "va compresa
con la coscienza del suo quoziente di
incomunicabilit"22. Se l'ascolto ci rimanda un
paesaggio straniato, l'analisi pu aiutarci a studiare in
cosa consista la strutturalit di tale difetto di
comunicazione, spianandoci la strada ad indagare
quella dimensione di 'oralit' piuttosto che compiacersi
di scoprire le infallibili leggi di costruzione che
presiedono ad un testo. Quest'ultime infatti ci
presentano un oggetto del tutto coerente al pensiero
razionale, ma esso non costituisce un senso-per noi
dotato di valore. Voglio dire insomma che le risposte
fornite da tante analisi di capolavori del '900 risultano
poco (o per nulla) pertinenti alle domande, spesso
cruciali, che essi ci evocano e che noi rivolgiamo loro.
Di quelle domande, di quella interrogazione infinita
che la dimensione estetica, solo l'ascolto potr farsi
proficuamente da tramite.

20
Heinrich Besseler, L'ascolto musicale nell'et
moderna, il Mulino 1993 (1959), pag. 89.
21
Jean Charles Francois, "Scrittura senza
rappresentazione e notazione illegibile", 1992, in Analisi, n.
15, Sett. 1994, pag. 15.
22
Mauro Mancia, Nello sguardo di Narciso, Laterza,
1990, pag. 180.

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