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Esaminiamo questo argomento dal punto di vista teorico: che cosa sta al di sopra, il diritto delle
nazioni allautodecisione o il socialismo? Al di sopra sta il socialismo.
ammissibile che, per evitare che sia violato il diritto delle nazioni allautodecisione, si getti in
pasto allimperialismo la repubblica sovietica, la si esponga ai suoi colpi nel momento in cui
l'imperialismo manifestamente piu forte e la repubblica sovietica manifestamente pi debole?
No. Non ammissibile. Questa non una politica socialista, ma una politica borghese.
E ancora. Avremmo una pace meno disonorevole, meno annessionista se restituissero a noi la
Polonia, la Lituania e la Curlandia? Dal punto di vista del borghese russo, s. Dal punto di vista del
socialista internazionalista, no. Infatti, liberando la Polonia (cosa che volevano un tempo alcuni
bourgeois in Germania), limperialismo tedesco soffocherebbe ancor pi la Serbia, il Belgio e cos
via.
federazione delle nazioni, come passaggio allunit cosciente e piu stretta dei lavoratori che avranno
imparato ad elevarsi volontariamente al di sopra delle discordie nazionali;
PRIMA STESURA DELLARTICOLO I COMPITI IMMEDIATI DEL POTERE
SOVIETICO
Noi siamo per il centralismo democratico. E bisogna capire bene quanto il centralismo democratico
si distingua dal centralismo burocratico, da un lato, e dallanarchismo, dairaltro. Gli avversari del
centralismo sostengono continuamente lautonomia e la federazione come mezzi di lotta contro gli
arbitri del centralismo. In effetti il centralismo democratico non esclude affatto lautonomia, anzi, al
contrario, ne presuppone la necessit. In effetti anche la federazione se realizzata entro limiti
ragionevoli dal punto di vista economico, se fondata su serie differenze nazionali che pongono
una reale necessit di una certa separazione statale non affatto in contrasto con il centralismo
democratico. In un regime veramente democratico, e a maggior ragione quindi nellorganizzazione
sovietica del regime statale, la federazione in realt soltanto un ponte di passaggio al centralismo
veramente democratico. Dallesempio della repubblica sovietica russa risulta appunto
particolarmente chiaro che la federazione, che noi introduciamo e che introdurremo, servir proprio
come il ponte pi sicuro verso la pi salda unione delle diverse nazionalit della Russia in un unico
Stato sovietico democratico e centralizzato.
Per stabilire chi sia il portatore della volont di una nazione di separarsi, il PCR si attiene a un
criterio determinato in modo storico e classista, considerando in quale fase di sviluppo storico si
trovi una determinata nazione: sulla via del passaggio dal medioevo alla democrazia borghese o
dalla democrazia borghese alla democrazia sovietica o proletaria, ecc. In ogni caso, da parte.,. 18
E ieri, non siamo forse stati costretti a fare la stessa cosa nei riguardi della repubblica basckira?
Quando Bukharin diceva: Si pu riconoscere questo diritto a certuni, ho annotato persino che in
questo suo elenco venivano a essere inclusi gli ottentotti, i boscimani, gli ind. Ascoltando questa
enumerazione pensavo: come mai Bukharin ha potuto dimenticare un'inezia, ha potuto dimenticare i
basclciri? In Russia non vi sono boscimani; quanto agli ottentotti non ho sentito dire che pretendano
di avere una repubblica autonoma, ma da noi ci sono i basckiri e i kirghisi ed ancora un serie di altri
popoli, e non possiamo rifiutarci di riconoscere questo loro diritto. Non possiamo rifiutarlo a nessun
popolo abitante nei confini del vecchio impero russo. Ammettiamo persino che i basckiri stessero
rovesciando gli sfruttatori e che noi li avremmo aiutati. Ci possibile per soltanto se il fatto
rivoluzionario gi completamente maturato. E bisogna farlo con prudenza, per non frenare col
nostro intervento quel processo di differenziazione del proletariato che dobbiamo affrettare. Ebbene,
che cosa possiamo fare nei confronti di popoli come i kirghisi, gli uzbeki, i tagiki, i turkmeni che
subiscono ancora linfluenza dei loro mullah? Da noi, in Russia, la popolazione, dopo una lunga
esperienza con i pope, ci ha aiutato a rovesciarli. Ma voi sapete che il decreto sul matrimonio civile
ancora male applicato. Possiamo forse andare da quei popoli e dir loro: Abbatteremo i vostri
sfruttatori? Non possiamo farlo perch essi sono interamente sottomessi ai loro mullah. Bisogna
aspettare allora che quella data nazione si sviluppi, che il proletariato si differenzi dagli elementi
borghesi, cosa che avverr inevitabilmente. Il compagno Bukharin non vuole attendere. preso
dall'impazienza: Ma perch? Dal momento che noi stessi abbiamo abbattuto la borghesia,
proclamato il potere sovietico e la dittatura del proletariato, perch dunque agire in tal modo?.
un appello incitatore che contiene unindicazione del cammino da seguire, ma se ci accontenteremo
di proclamare queste cose nel programma, non avremo un programma, ma un manifesto. Possiamo
proclamare il potere sovietico e la dittatura del proletariato e il nostro totale disprezzo per la
borghesia che lo merita mille volte, ma in un programma si deve scrivere con assoluta precisione
quello che esiste. Il nostro programma sar allora inattaccabile. Noi ci atteniamo strettamente a un
punto di vista classista. Ci che fissiamo nel programma il riconoscimento di quello che in realt
avvenuto dallepoca in cui parlavamo dellautodecisione delle nazioni in generale. In quel momento
non verano ancora repubbliche proletarie. Quando sono apparse, e soltanto nella misura in cui sono
apparse, abbiamo potuto scrivere ci che abbiamo scritto: Unione federativa degli Stati organizzati
secondo il tipo sovietico. Il tipo sovietico non ancora il soviet come esiste in Russia. Ma il tipo
sovietico sta diventando internazionale. la sola cosa che possiamo dire. Andare piu lontano, pi
lontano di un passo, di un centimetro, non sarebbe pi giusto, e quindi non conviene a un
programma. Noi diciamo: bisogna tener conto della fase in cui si trova quella data nazione, sulla via
che va dal regime medievale alla democrazia borghese e dalla democrazia borghese alla democrazia
proletaria. Questo assolutamente giusto. Tutte le nazioni hanno diritto allautodecisione; non vale
la pena di parlare particolarmente degli ottentotti o dei boscimani. Limmensa maggioranza, forse i
nove decimi di tutta la popolazione del globo, e forse il 95%, rientra in questo quadro, poich tutti i
paesi si trovano sulla via che va dal regime medievale alla democrazia borghese o dalla democrazia
borghese alla democrazia proletaria. Questo cammino assolutamente inevitabile. Non si pu dire
nulla di pi, perch non sarebbe vero, perch non sarebbe quello che esiste. Respingere
l'autodecisione delle nazioni e sostituirla con lautodecisione dei lavoratori sarebbe cosa
assolutamente errata, perch impostare cosi la questione vorrebbe dire non vedere quanto sia arduo
e tortuoso il cammino che segue la differenziazione allinterno delle nazioni. In Germania questo
processo si svolge diversamente che da noi: sotto certi aspetti si svolge pi rapidamente; sotto altri
segue un cammino pi lungo e pi cruento. Da noi nessun partito ha approvato unidea mostruosa
come la combinazione dei soviet e dellAssemblea costituente. Dobbiamo tuttavia vivere spalla a
spalla con queste nazioni. Gi ora i seguaci di Scheidemann dicono di noi che vogliamo conquistare
la Germania. Ci naturalmente ridicolo, assurdo. Ma la borghesia ha i suoi interessi e la sua
stampa, la quale in centinaia di milioni di copie grida queste cose di fronte a tutto il mondo, e
Wilson, nel suo interesse, appoggia questa campagna. I bolsceviche si dice, hanno un grande
esercito e vogliono, per mezzo delle conquiste, impiantare il loro bolscevismo in Germania. Gli
uomini migliori di quel paese, gli spartachisti, ci hanno raccontato che gli operai tedeschi vengono
aizzati contro i comunisti: vedete come vanno male le cose dai bolscevichi! Non possiamo dire che
da noi tutto vada molto bene. E l'argomento di cui ci si serve in Germania per agire sulle masse
che la rivoluzione proletaria in Germania apporterebbe lo stesso disordine che in Russia. Il nostro
disordine una nostra malattia cronica. Dobbiamo lottare contro terribili difficolt per creare da noi
la dittatura del proletariato. Fino a quando la borghesia, la piccola borghesia, o almeno una parte
degli operai tedeschi si trovano sotto l'azione di questo spauracchio: I bolscevichi vogliono
instaurare con la violenza il loro regime, la formula: Autodecisione dei lavoratori non render
pi facile la situazione. Dobbiamo fare in modo che i soci al traditori tedeschi non possano dire che
i bolscevichi pretendono di imporre il loro sistema universale, come se questo sistema potesse
essere portato a Berlino sulla punta delle baionette dei soldati russi. Ebbene, se si nega il principio
dell'autodecisione delle nazioni, ne risulta proprio questo.
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LENIN
lari. Su questa via dobbiamo agire con prudenza estrema. Bisogna essere
prudenti specialmente nei confronti di nazioni diverse, perch non vi
nulla di peggio della sfiducia di una nazione. Il proletariato polacco
sulla via della sua autodecisione. Ecco le ultime cifre concernenti la
composizione del soviet dei deputati operai di Varsavia 33 : social-
traditori polacchi, 333; comunisti, 297. Ci indica che, secondo il nostro
calendario rivoluzionario, in Polonia lottobre non pi lontano. Si
alF agosto e forse al settembre 1917. Ma, in primo luogo, il decreto
secondo il quale tutti i paesi dovrebbero vivere secondo il calendario
rivoluzionario dei bolscevichi non ancora stato emanato, e anche
se lo fosse, non verrebbe applicato. In secondo luogo, ora le cose stanno
cos: la maggioranza degli operai polacchi, pi avanzati dei nostri, pi
colti, sostiene lidea della difesa socialista della patria, del social-
patriottismo. Bisogna aspettare. Non si pu parlare in questo caso del-
lautodecisione delle masse lavoratrici. Dobbiamo fare propaganda per
questa differenziazione. La facciamo, ma non vi ombra di dubbio
che impossibile non riconoscere oggi stesso l autodecisione della na-
zione polacca. Ci chiaro. Il movimento proletario polacco segue la
stessa via percorsa dal nostro, va verso la dittatura del proletariato,
ma in modo diverso che in Russia. E si cerca di far paura agli operai
dicendo che i moscoviti, i grandi russi, i quali hanno sempre oppresso
i polacchi, vogliono portare in Polonia il loro sciovinismo grande-russo
sotto l'etichetta del comuniSmo. Il comuniSmo non si diffonde con la
violenza. Uno dei migliori compagni comunisti polacchi, a cui avevo
detto: Voi farete in modo diverso , mi rispose: No, faremo la stes-
sa cosa, ma meglio di voi . Non avevo assolutamente nulla da obietta-
re a questo argomento. Bisogna lasciare ai polacchi la possibilit di realiz-
zare il modesto desiderio di creare il potere sovietico in un modo
migliore del nostro. Bisogna tener conto del fatto che in Polonia la
via in una certa misura una via originale, ed impossibile dire: Ab-
basso il diritto delle nazioni all autodecisione! Noi concediamo il dirit-
to all autodecisione solo alle masse lavoratrici . Questautodecisione
segue un cammino assai complicato e difficile. Essa non esiste in nessun
luogo all'infuori che in Russia, e, prevedendo tutte le fasi di sviluppo
negli altri paesi, non bisogna decretare nulla da Mosca.. Ecco perch,
per principio, questa proposta inaccettabile.