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Agatocle (AFI: /a'gatokle/[2]; in greco antico: ??a??????

; in latino: Agathocles;
Terme, 361 a.C. o 360 a.C. Siracusa, 289 a.C.) stato tiranno di Siracusa dal
317/316 a.C. e basileus di Sicilia dal 307 a.C. o dal 304 a.C. fino alla morte.

Nacque da una famiglia di umili origini e, grazie alla sua prestanza fisica e
abilit militare, riusc ben presto a scalare le vette del potere della pentapoli
aretusea. Nel contesto della guerra civile di Siracusa, divenne prima capo fazione
dei democratici e in seguito venne nominato stratega e custode della pace. Alla
fine della guerra prese, con un atto di forza, il titolo di strategs autokrtor e
instaur a Siracusa una nuova tirannide.

Il suo governo fu in linea con quelli sorti in epoca ellenistica, segnata da


numerosi conflitti bellici e nuove scoperte territoriali. Durante la riaccesa
ostilit tra Cartagine e i Greci di Sicilia, Agatocle affront per la prima volta i
Cartaginesi su suolo africano durante la spedizione siracusana in Africa, andando a
minare le certezze dell'inviolato impero dei Punici.

Sotto il suo comando i Siracusani rimasero quattro anni nell'antica Libye (dal 310
al 307 a.C.) ma, dopo una serie di eclatanti successi, una disfatta militare
costrinse Agatocle a fare ritorno in Sicilia, dove con la Battaglia di Torgio
affront e vinse definitivamente la fazione oligarchica che gli si opponeva.
Conclusa la pace con Cartagine, si autonomin primo re di Sicilia, prendendo la
corona sull'esempio dei diadochi di Alessandro Magno. Si dedic al consolidamento
del suo regno e alla difesa della grecit italiota; nel 301/300 a.C. sbarc in
Magna Grecia, dove ingaggi un conflitto armato contro le popolazioni italiche, e
da qui giunse sul mar Ionio e sull'Adriatico per affrontare su mare e su terra le
truppe di Cassandro, re di Macedonia. Dopo aver sconfitto il Diadoco, Agatocle fece
sposare sua figlia Lanassa con Pirro, re dell'Epiro, e strinse rapporti con il
faraone d'Egitto, Tolomeo I, sposando la figlia della regina Berenice I, Teossena,
principessa adottiva del faraone.

Negli ultimi anni della sua vita present suo figlio Agatocle II come legittimo
erede al trono e lo fece riconoscere tale dal nuovo re di Macedonia, Demetrio
Poliorcete, che in qualit di alleato si un in seconde nozze con la figlia
Lanassa. Agatocle ebbe in tutto sei figli, ma nessuno di essi prese il suo posto
sul trono siceliota: violente lotte dinastiche impedirono ad Agatocle di continuare
la propria basileia, tanto da decidere in punto di morte di restaurare la
democrazia nominando ufficialmente, in assemblea, suo erede il popolo di
Siracusa.

Origini e giovinezza

Agatocle nacque a Terme, figlio di un vasaio (kerameus) esule di Reghion emigrato


in Sicilia, il cui nome era Carcino, e di una donna del luogo.[4] Terme (in seguito
detta Thermai Himeraai), situata sulla costa della Sicilia occidentale (che ha
rappresentato la parte punica dell'isola), fu una polis fondata per concessione dei
Cartaginesi con coloni Libici[5] e con i superstiti di Himera[6] (distrutta da
Cartagine nel 409 a.C.), per cui tenuta saldamente sotto l'influenza dei Punici.
Agatocle nacque nell'epicrazia cartaginese.[7]
La battaglia di Himera (opera di Giuseppe Sciuti). I superstiti Imeresi, sotto il
controllo di Cartagine, fondarono Terme, la citt dove nacque Agatocle
Il figlio del destino

La sua nascita fu accompagna da presagi; come del resto consuetudine che avvenga
per i condottieri divenuti celebri (la vicenda della sua venuta al mondo ricalca
quella edificata per Cipselo tiranno di Corinto e per il persiano Ciro il
Grande[8]). Egli il figlio del destino come lo definisce Diodoro, poich i
presagi indicavano che questo bambino avrebbe rappresentato, crescendo, il flagello
di Cartagine e della Sicilia (eco postumo delle sue imprese belliche).[9]
Narra lo storico di Agira che il padre di Agatocle, tormentato da oscuri presagi
sulla futura nascita di questo bambino, affid a dei theoroi (ambasciatori sacri)
cartaginesi il compito di recarsi presso l'oracolo di Delfi per sapere a cosa fosse
dovuto questo suo senso di tormento; i theoroi, di ritorno da Delfi, gli
comunicarono il responso che condannava il nascituro in quanto futura minaccia di
Cartagine.[10] Il padre, spaventato dalla reazione dei Cartaginesi a tale notizia,
decise di esporre pubblicamente il neonato e di darlo ai Punici, condannandolo a
morte certa. La madre, tuttavia, colta da piet, riusc a sottrarre il bambino dal
luogo pubblico e a metterlo in salvo.[10]

Il bambino crebbe con la madre nella casa dello zio materno Eraclide e port il
nome del nonno materno, Agatocle senior.[10] Tempo dopo il padre Carcino venne a
sapere della sua salvezza e pentito di ci che aveva fatto lo accett. Secondo la
versione diodorea, la famiglia di Agatocle sarebbe giunta a Siracusa per scappare
da Terme, avendo Carcino timore delle ritorsioni dei Cartaginesi nei loro
confronti, colpevoli di non aver ucciso l'Agatocle bambino.[10]
Arrivo a Siracusa

Diodoro afferma che Agatocle giunse a Siracusa quando aveva sette anni,[11] mentre
Polibio dice che il giovane ne aveva gi diciotto.[12] Molto probabilmente, data la
discordanza tra le fonti primarie (anche Diodoro in seguito si contraddice con la
durata del regno di Agatocle), giusto affermare che Agatocle giunse a Siracusa in
giovane o giovanissima et (prima dei diciotto anni presunti da Polibio[13]); in
una data non precisabile.[14]
Siracusa: l'isola di Ortigia, il golfo del porto Grande e la penisola della
Maddalena viste dall'alto

Nel 343-342 a.C. avvenne il bando di colonizzazione emesso dal generale corinzio
Timoleonte con il quale si invitavano i Sicelioti, i Greci della Magna Grecia e
quelli dell'Ellade a ripopolare Siracusa (fortemente provata dopo la caduta della
tirannide dionisiana); potrebbe essere questo il motivo che port Agatocle e la sua
famiglia a Siracusa.[15]

Secondo altri studiosi la sua venuta e cittadinanza potrebbe invece coincidere con
la successiva apertura di Timoleonte verso i nuovi coloni nel 339-338 a.C., dopo i
fatti del Crimiso[16] (la battaglia tra i Siracusani guidati da Timoleonte e i
Cartaginesi di Amilcare e Asdrubale).[17]

La madre di Agatocle, della quale non si conosce il nome, nel prosieguo della sua
vita a Siracusa, ebbe un presagio sul figlio: sogn la statua che lo raffigurava,
da lei stessa fatta erigere, avvolta da uno sciame d'api; chiaro simbolo di fama e
potere (le api sono notoriamente un presagio positivo; si vedano le similitudini
con le api che avvolgono la mano di Dionisio I e il responso dei Galeoti di Ibla).
[18] Dalle fonti risulta anche che Agatocle ebbe un fratello di nome Antandro, il
quale sar al suo fianco con ruoli di elevato livello durante gli eventi postumi.
La scandalosa giovinezza di Agatocle

Sia in Timeo che in Giustino (XXII 1, 2-3) Agatocle pais, comunque prima di
uscire dalla pubert, si abbandona al piacere altrui, fidando su quella bellezza e
forza fisica che doveva attrarre l'attenzione di smodati amanti (forma et corporis
pulchritudine egregius diu vita stupri patientia exhibuit).[19]
Omosessualit nell'antica Grecia; dipinto nella tomba del tuffatore (Paestum, V
secolo a.C.)

Timeo, indubbiamente avverso ad Agatocle, muove accuse ben precise al giovane


Agatocle dicendo, senza mezzi termini, che il giovane vendeva il suo attraente
corpo per scalare la vetta del potere. Egli era, secondo Timeo, un pubblico
prostituto disposto a concedersi a pi uomini pur di riuscire ad abbandonare la
ruota, il fumo, largilla.[19][20][21] Timeo lo descrive con tali termini:

Agatocle era disponibile per gli uomini pi incontinenti, sfrontato nelle parole,
lascivo, pronto a darsi in maniera impudica a tutti coloro che lo volessero [...]
[22]

Polibio critica aspramente lo scritto di Timeo, definendolo fazioso e


inaccettabile.[N 1] Diodoro sconsiglia addirittura la lettura dell'ultima parte
dei Sikelika timaici, incentrati su Agatocle, e parla espressamente di menzogne e
diffamazione[23] scaturite da Timeo nei confronti del suo nemico, mai affrontato
in vita e per questo offeso post mortem.[24] Timeo infatti per tutta la biografia
di Agatocle attribuisce al dinasta la mancanza di virilit e lo taccia di codardia;
aggettivi che n Polibio n Diodoro condividono.[24]

Lo storico di Agira afferma che il giovane Agatocle ebbe un solo amore maschile: il
generale dell'esercito siracusano Damas che notandolo per la sua bellezza lo prese
con s, facendo di lui un buon soldato e togliendolo cos dal mestiere di
ceramista.[21][25] Damas, suo tutore e suo erasts, rappresent la fortuna di
Agatocle. Anche Timeo cita Damas; si limita a dire che egli si invagh del giovane
vasaio[26] (e fu Damas il probabile appiglio per la porneia di Agatocle esagerata
da Timeo).[19] L'etica antica non condannava l'amore tra un giovane uomo e il suo
tutore (la pederastia greca), tuttavia pare che il rapporto tra Damas e Agatocle
sia continuato anche dopo l'et limite consentita per tale pratica; ci potrebbe
aver alimentato lo scandalo timaico.[27]

Dopo un certo periodo Agatocle rivolse le sue attenzioni alla moglie di Damas;
Giustino parla di adulterio, per cui i due avrebbero avuto rapporti sessuali quando
il tutore di Agatocle era ancora in vita.[26] Ad ogni modo quando qualche tempo
dopo Damas mor, stroncato da una malattia, Agatocle ne spos la moglie, della
quale sfugge il nome, e con lei al suo fianco consacr definitivamente il suo
ingresso nell'alta societ siracusana.[28] La donna in seguito lo rese padre di due
o tre figli.[N 2]

Secondo diversi studiosi, la figura del giovane Agatocle vittima della


deformazione da teatro (ovvero dell'eccessiva aggiunta di particolari falsi che
colpiscono il lettore), orchestrata ai suoi danni principalmente da Timeo; il quale
aveva appreso durante il suo esilio ad Atene questo genere di arte in maniera
ottimale e l'aveva usata come un'arma contro la memoria del dinasta.[29]
Le prime battaglie
La valle dei templi di Akragas; una polis che contrast sempre, fin dall'inizio, il
dominio di Agatocle e mai cess di essergli avversa

Quando era ancora in salute, Damas inser Agatocle all'interno della sua
chiliarchia; al fianco di Damas, secondo Diodoro, Agatocle fece il suo ingresso in
campo militare, combattendo per la prima volta in una guerra tra Siracusa e Akragas
(Agrigento), della quale per si ignora il casus belli. Siracusa e Agrigento erano
comunque due poleis che andavano spesso in conflitto tra loro;[30] probabilmente i
Siracusani volevano tenere sotto controllo le mosse degli Agrigentini, che a loro
volta ambivano a sostituirsi al ruolo egemone ricoperto dalla polis aretusea, dando
vita a dei veri e propri conflitti bellici (Agatocle infatti si riscontrer con
Agrigento qualche decennio pi avanti).[31]

Giustino, che non menziona Agrigento nella sua narrazione (ma in Giustino si sente
la mancanza di altri particolari rilevanti della biografia di Agatocle), ricorda
tuttavia un altro importante evento che va collocato sul finire dell'et
timoleontea o poco tempo dopo la morte del generale corinzio: lo storico romano
rende note le lotte dei Siracusani contro la polis di Etna (fondazione del primo
Gerone) e i mercenari Campani (situazione che va inquadrata nella volont di
pacificare il territorio etneo dopo la cacciata del tiranno di Katane, Mamerco);
ci accadde verso il 339 a.C. e il giovane Agatocle era in quell'occasione tra le
fila dell'esercito siracusano.[32]

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