Sei sulla pagina 1di 395

SCUOLA MARESCIALLI E BRIGADIERI DEI CARABINIERI

SINOSSI PER LA PREPARAZIONE AL CONCORSO


PER LAMMISSIONE AL 20 CORSO TRIMESTRALE
ALLIEVI V.B. DEL RUOLO SOVRINTENDENTI
(PARTE PROFESSIONALE)

2014
SCUOLA MARESCIALLI E BRIGADIERI DEI CARABINIERI

SINOSSI PER LA PREPARAZIONE AL CONCORSO


PER LAMMISSIONE AL 20 CORSO TRIMESTRALE
ALLIEVI V.B. DEL RUOLO SOVRINTENDENTI
(PARTE PROFESSIONALE)

2014

I
AVVERTENZA

In relazione al programma desame allegato al bando di concorso, la sinossi


costituisce un mero ausilio/riferimento per la preparazione delle prove concorsuali.
CONCORSO PER LAMMISSIONE AI 20 CORSO TRIMESTRALE
ALLIEVI V.B. DEL RUOLO SOVRINTENDENTI
(PARTE PROFESSIONALE)

INDICE GENERALE

TECNICA PROFESSIONALE
I TESI LORGANIZZAZIONE DELLARMA DEI CARABINIERI
II TESI IL TRATTAMENTO ELETTRONICO DELLE INFORMAZIONI:
BANCA DATI FF.PP. - SCHEDARI DI P.G.
III TESI ISTRUZIONE SUL CARTEGGIO - FORME E SVOLGIMENTO
DEL CARTEGGIO
IV TESI USO DEI MEZZI DI COERCIZIONE FISICA
V TESI PARTICOLARIT SUL SERVIZIO ISTITUZIONALE: SERVIZI
DI ISTITUTO (PATTUGLIE E PATTUGLIONI;
PERLUSTRAZIONI; BATTUTE E RASTRELLAMENTI; POSTI
DI BLOCCO E SQUADRIGLIE)

DIRITTO E TECNICA DELLA CIRCOLAZIONE STRADALE


I TESI CODICE DELLA STRADA. DISPOSIZIONI GENERALI
II TESI SERVIZI DI POLIZIA STRADALE
III TESI GUIDA DI VEICOLI - REQUISITI FISICI, PSICHICI E MORALI
IV TESI DOCUMENTI NECESSARI PER LA GUIDA DEI VEICOLI A
MOTORE
V TESI NORME DI COMPORTAMENTO

TECNICA DI POLIZIA GIUDIZIARIA


I TESI LA TECNICA DELLE PERQUISIZIONI PERSONALI E LOCALI
II TESI SERVIZIO DI OSSERVAZIONE CONTROLLO -
PEDINAMENTO (O.C.P.)
III TESI IL SERVIZIO DI IDENTIFICAZIONE: IL SEGNALAMENTO
FOTOGRAFICO DATTILOSCOPICO DESCRITTIVO
IV TESI GLI STUPEFACENTI: GENERALIT - LE PRINCIPALI
SOSTANZE STUPEFACENTI

- IV -
V TESI ATTIVIT TECNICO SCIENTIFICHE: POLIZIA SCIENTIFICA -
IL SERVIZIO CARABINIERI INVESTIGAZIONI SCIENTIFICHE

DIRITTO PENALE E LEGGI SPECIALI (NOZIONI)


I TESI IL DIRITTO PENALE - I REATI IN GENERALE
II TESI IL REATO - ELEMENTO OGGETTIVO. SOGGETTIVO E
ANTIGIURIDICITA
III TESI LE FORME DI MANIFESTAZIONE DEL REATO - IL
TENTATIVO - CIRCOSTANZE ATTENUANTI ED
AGGRAVANTI - IL CONCORSO
IV TESI LE CAUSE DI ESCLUSIONE DEL REATO
V TESI LE CAUSE DI ESTINZIONE DEL REATO E DELLA PENA
VI TESI LEGGE 20 FEBBRAIO 1958 NR. 75 ABOLIZIONE DELLA
REGOLAMENTAZIONE DELLA PROSTITUZIONE E LOTTA
CONTRO LO SFRUTTAMENTO DELLA PROSTITUZIONE
ALTRUI
VII TESI LEGGE 8 FEBBRAIO 1948 NR. 47 DISPOSIZIONI SULLA
STAMPA E NORMATIVA CONNESSA

DIRITTO PROCESSUALE PENALE (NOZIONI)


I TESI LA MAGISTRATURA
II TESI GENERALIT SUL PROCESSO PENALE
III TESI LA POLIZIA GIUDIZIARIA
IV TESI I SOGGETTI PROCESSUALI
V TESI LE INDAGINI PRELIMINARI
VI TESI GLI ATTI DI POLIZIA GIUDIZIARIA

DIRITTO DI POLIZIA
I TESI ORDINE E SICUREZZA PUBBLICA LA POLIZIA DI
SICUREZZA
II TESI I DOCUMENTI DI IDENTIFICAZIONE
III TESI LE MISURE DI PREVENZIONE PERSONALI (NOZIONI)

DIRITTO PENALE MILITARE


I TESI LE PERSONE SOGGETTE ALLA LEGGE PENALE MILITARE
IN TEMPO DI PACE

-V-
II TESI IL REATO E LE PENE MILITARI

STORIA DELLARMA
I TESI PREMESSE STORICHE SULLE ORIGINI DELLARMA DEI
CARABINIERI
II TESI LA FONDAZIONE DEL CORPO
III TESI LE PRIME PROVE
IV TESI LE GUERRE PER LINDIPENDENZA E LUNITA NAZIONALE
V TESI LE OPERAZIONI CONTRO IL BRIGANTAGGIO FRA IL 1860
ED IL 1870
VI TESI LARMA NEGLI ULTIMI DECENNI DEL XIX SECOLO
VII TESI ALLINIZIO DEL NUOVO SECOLO
VIII TESI LARMA NELLA PRIMA GUERRA MONDIALE
IX TESI IL PRIMO DOPOGUERRA
X TESI OLTREMARE
XI TESI LARMA NELLA SECONDA GUERRA MONDIALE, 10 GIUGNO 1940
8 SETTEMBRE 1943
XII TESI LARMA NELLA GUERRA DI LIBERAZIONE E NELLA
RESISTENZA
XIII TESI IL SECONDO DOPOGUERRA
XIV TESI LARMA NELLITALIA CONTEMPORANEA
XV TESI LARMA PROIETTATA VERSO IL FUTURO

- VI -
TECNICA PROFESSIONALE
I TESI LORGANIZZAZIONE DELLARMA DEI CARABINIERI

1. Premessa
Per far fronte alle esigenze istituzionali, l'Arma si articola in (art. 169 D.Lgs. 66/2010 Codice
dellOrdinamento Militare):

1. COMANDO GENERALE

2. ORGANIZZAZIONE ADDESTRATIVA

3. ORGANIZZAZIONE TERRITORIALE

4. ORGANIZZAZIONE MOBILE E SPECIALE

5. REPARTI PER ESIGENZE SPECIFICHE

Personale dellArma inoltre impiegato in:

ORGANISMI INTERFORZE DELLAREA DIFESA


(NAZIONALI ED ALLEATI)

ORGANISMI INTERFORZE DI POLIZIA


(NAZIONALI E INTERNAZIONALI)

2. Comando Generale
Il Comando Generale la struttura mediante la quale il Comandante Generale dirige, coordina e
controlla le attivit dellArma (art. 170 D.Lgs. 66/2010 Codice dellOrdinamento Militare).
In particolare:
assicura lanalisi dei fenomeni criminosi e il raccordo delle attivit operative condotte dalle attivit
dellArma;
mantiene per tutto ci che non attiene ai compiti militari, i rapporti con i ministeri e con gli altri
organi centrali della pubblica amministrazione nonch, nei casi previsti dalle norme in vigore con
gli organismi internazionali, fermo restando i rapporti di dipendenza funzionale dal Ministro
dellinterno.
Ad esso fanno capo tutte le Organizzazioni dellArma.
Il Comando Generale comprende larea di vertice decisionale, incentrata su:
Comandante Generale:

1
componente del comitato nazionale dellordine e della sicurezza pubblica, nonch del consiglio
generale per la lotta alla criminalit organizzata;
organo centrale di sicurezza dellArma dei Carabinieri e sulla base delle direttive del Capo di
stato maggiore della difesa:
individua i reparti e personale da impiegare per lassolvimento dei compiti connessi con le
funzioni di polizia militare e la partecipazione a operazioni militari in Italia ed allestero;
formula le proposte di competenza per la pianificazione operativa;
determina, relativamente allArma dei Carabinieri le modalit attuative della mobilitazione e
lentit delle relative scorte;
concorda con la Direzione generale competente la designazione del personale civile;
assicura, per lesecuzione di operazioni ed esercitazioni, nazionali e multinazionali, la
disponibilit quantitativa e qualitativa delle forze stabilite dal Capo di stato maggiore della
difesa, individuando i relativi reparti;
responsabile dellorganizzazione e dellapprontamento dellunit e dei reparti dellArma
anche per lassolvimento degli impegni derivanti da accordi e trattati internazionali;
dispone il concorso dellArma dei carabinieri alla difesa integrata del territorio nazionale;
promuove lo svolgimento di percorsi di formazione presso altre scuole delle amministrazioni
statali, nonch presso soggetti pubblici e privati, e di periodi di studio presso amministrazioni
e istituzioni dei Paesi dell'Unione europea e organizzazioni internazionali.
determina l'ordinamento, le circoscrizioni territoriali, gli organici e le modalit di funzionamento
dei comandi, reparti, unit, istituti ed enti vari, emanando le relative disposizioni nei settori di
attivit tecnico-operativa;
determina l'istituzione o la soppressione di posti fissi o stazioni temporanee;
approva i programmi e impartisce le disposizioni riguardanti l'addestramento e il
perfezionamento della preparazione professionale del personale dell'Arma;
approva le pubblicazioni dell'Arma dei Carabinieri.
nel settore tecnico-logistico:
determina le politiche di impiego, di gestione e di mantenimento del parco, le dotazioni e le
scorte, la regolamentazione tecnica;
sentito, su iniziativa del Capo di stato maggiore della difesa, il Comitato dei Capi di stato
maggiore delle Forze armate, determina:
le linee di pianificazione e programmazione tecnica;
i programmi, le ricerche, gli studi e le sperimentazioni;
l'adozione di nuovi materiali specifici per le esigenze dell'Arma.
Dal Comandante Generale dipendono:
la Commissione per il supporto della condizione generale del personale dellArma dei
Carabinieri;
la Commissione di Valutazione per lAvanzamento (Co.V.A.);
il Dirigente Generale responsabile dei Sistemi Informativi Automatizzati;

lUfficio Rapporti con la Rappresentanza Militare;


la Segreteria lAiutante di Campo;
Vice Comandante Generale che:
il Generale di Corpo dArmata in servizio permanente effettivo pi anziano in ruolo, con
mandato della durata massima di un anno e con funzioni vicarie in casi di assenza del
Comandante;

2
coadiuva il Comandante Generale assolvendo le funzioni delegategli;
ha alle dirette dipendenze, quale custode della storia e delle tradizioni dellArma, il Museo
Storico e lUfficio Storico;

Capo di Stato Maggiore che:


il diretto collaboratore del Comandante Generale, ne interpreta la volont e traduce in ordini le
sue decisioni;
dirige, coordina e controlla l'attivit dello Stato Maggiore;
segue costantemente la situazione nazionale ed internazionale, che prospetta al Comandante
Generale unitamente ai problemi riguardanti il servizio d'istituto, lefficienza dei mezzi, la
forza, la consistenza organica, il morale e l'addestramento dei reparti dell'Arma.
Dal Ca. SM dipendono:
lUfficio del C.S.M.;
il Reparto Autonomo con compiti logistici, amministrativi e di sicurezza nell'ambito della sede
del Comando Generale. Si articola in un Nucleo Comando, Reparto Comando,
Servizio Amministrativo, Centro Polispecialistico (con sede nella Legione Allievi Carabinieri di
Roma) e Servizio Sanitario. Dal Reparto Comando dipendono anche la Compagnia Speciale di
Pronto Intervento e il Centro Servizi Telematici;
la Direzione di Sanit;
la Direzione di Amministrazione;
il Servizio Assistenza Spirituale;
il Sottocapo di Stato Maggiore che:
coadiuva il Capo di SM nell'esercizio delle sue attribuzioni e lo sostituisce in caso di
temporanea assenza, impedimento o vacanza della carica;
provvede alla "determinazione" delegata degli impegni di spesa sui vari capitoli di bilancio;
svolge funzioni di indirizzo e coordinamento nel settore della previsione e gestione dei
capitoli di spesa, nei confronti dei Capi Reparto e, per l'attivit di decretazione delegata, nei
confronti del Capo Reparto Pianificazione Programmazione, Bilancio e Controllo nonch del
Direttore di Amministrazione;
sovrintende, tramite il dipendente Ufficio Legislazione, alle peculiari attivit di settore a
favore di tutti i Reparti;
esplica azione propulsiva, di coordinamento e controllo sui dipendenti Ufficio Legislazione,
Centro Nazionale Amministrativo e Centro Nazionale Selezione e Reclutamento;
presiede e coordina l'attivit dei gruppi di lavoro e di studio per l'approfondimento di
problematiche di primario interesse dell'Istituzione;
firma "d'ordine" gli atti e/o le determinazioni di pertinenza degli Uffici, dei Centri e delle
Direzioni, in base alle competenze attribuitegli e alle deleghe ricevute.
Ha alle sue dipendenze:
l Ufficio Legislazione;
il Centro Nazionale Amministrativo (CNA), con sede in Chieti, collegato tecnicamente con la
Direzione di Amministrazione (a sua volta dipendente dal Capo di Stato Maggiore), con
compiti di:
 gestione matricolare attraverso il S.I.G.Ma. (Sistema informatizzato per la gestione
matricolare);
 trattamento economico (attivit e quiescenza);
 assistenza fiscale a tutto il personale dellArma;

3
 denuncia mensile analitica allI.N.P.S. (gestione ex INPDAP) dei dati contributivi del
personale;
Centro Nazionale di Selezione e Reclutamento Carabinieri (CNSR), con sede presso la
Caserma Salvo dAcquisto in Roma (Tor di Quinto), che ha i seguenti compiti:
 attivit di reclutamento e concorsuali, relative alle varie forme di immissione;
 accertamenti fisico-psico-attitudinali sul conto degli aspiranti, nonch del personale in
servizio da destinare a particolari settori di specializzazione;
 sviluppo di contatti con altri centri militari, universit, enti e istituti specializzati, per
seguire programmi tecnico - scientifici in campo nazionale e internazionale, nonch
studiare nuovi strumenti fisio-psicodiagnostici in materia di selezione.
lo Stato Maggiore, articolato su 6 Reparti:
I Reparto (Organizzazione delle Forze), preposto alle attivit in campo ordinativo,
addestrativo, del governo del personale, disciplinare e assistenziale che si articola in: Ufficio
Ordinamento, Ufficio Addestramento e Regolamenti, Ufficio Personale Ufficiali, Ufficio
Personale Marescialli, Ufficio Personale Brigadieri, Appuntati e Carabinieri e Ufficio per
lAssistenza e il Benessere del personale;
II Reparto (Impiego delle Forze), con funzioni di comando ed indirizzo nel campo operativo,
che si articola in: Ufficio Operazioni, Ufficio Piani e Polizia Militare, Ufficio Criminalit
Organizzata, Ufficio Sicurezza, Ufficio dei Servizi Aereo e Navale, Ufficio Cooperazione
Internazionale. NellUfficio Operazioni collocata la Sala Operativa, centro propulsore del
Comando Generale, che informata da ogni Comando dellArma su fatti ed operazioni di
particolare spessore; informa, a sua volta, i vertici dellArma per fornire gli elementi
necessari al fine delleventuale adozione di decisioni urgenti e per consentire loro di
aggiornare costantemente le Autorit politiche e istituzionali circa lo stato e lo sviluppo
di situazioni dinteresse; supporta l'attivit decisionale;
III Reparto (Telematica), competente sui programmi di sviluppo tecnologico per
linformatica, le telecomunicazioni e la trasmissione dei dati che si articola in: Ufficio
Informatica e Telecomunicazioni, Ufficio Sistemi Telematici, Ufficio Armamento ed
Equipaggiamenti Speciali;
IV Reparto (Sostegno Logistico delle forze), con compiti di indirizzo e coordinamento nello
specifico settore, si articola in: Ufficio Logistico, Ufficio Infrastrutture, Direzione Lavori del
Genio, Direzione della Motorizzazione, Direzione di Veterinaria e Direzione di
Commissariato. Il Capo del IV Reparto, avendo alle dipendenze i quattro citati Direttori, ha
assunto i compiti di Ispettore Logistico;
V Reparto (Relazioni esterne e comunicazione) con compiti di indirizzo e coordinamento nei
settori relazionale e promozionale, nonch dei rapporti con i cittadini, che si articola in:
Ufficio Relazioni con il Pubblico, Ufficio Stampa e Ufficio Cerimoniale;
VI Reparto (Pianificazione, Programmazione, Bilancio e Controllo) preposto al
coordinamento dellattivit amministrativa e finanziaria, si articola in: Ufficio Pianificazione
Programmazione e Controllo, Ufficio Bilancio, Ufficio Approvvigionamenti.

3. Organizzazione Addestrativa
a. Generalit
L'Organizzazione Addestrativa provvede, secondo gli obiettivi definiti dal Comando Generale, alla
formazione, allaggiornamento e alla specializzazione del personale dellArma dei Carabinieri (art.
172 D.Lgs. 66/2010 Codice dellOrdinamento Militare).
Essa comprende:

4
COMANDO DELLE SCUOLE DELLARMA DEI CARABINIERI
da cui dipendono:

SCUOLA UFFICIALI CARABINIERI

SCUOLA MARESCIALLI E BRIGADIERI DEI CARABINIERI

LEGIONE ALLIEVI CARABINIERI

ISTITUTO SUPERIORE DI TECNICHE INVESTIGATIVE

SCUOLA DI PERFEZIONAMENTO AL TIRO

CENTRO DI PSICOLOGIA APPLICATA PER LA FORMAZIONE

CENTRO LINGUE ESTERE DELLARMA DEI CARABINIERI

CENTRO SPORTIVO CARABINIERI

Al vertice posto il Comando delle Scuole dellArma dei Carabinieri, con sede a Roma presso la
Caserma O. de Tommaso, retto da Generale di Corpo dArmata.
Esso svolge azione propulsiva, di coordinamento, indirizzo e controllo sulle Scuole dipendenti oltre
che sui reparti di cui ai successivi sottoparagrafi.
b. Scuola Ufficiali Carabinieri
La costituzione della Scuola Ufficiali Carabinieri risale al 1884, anno in cui presso la Legione
Allievi Carabinieri Reali di Torino (Caserma Cernaia) inizi a funzionare la Scuola per Aspiranti
al grado di Sottotenente. Tale Istituto fu trasferito a Roma nel Novembre 1885.
Nel 1906 esso assunse una fisionomia autonoma, con la denominazione di Scuola Allievi Ufficiali
dei Carabinieri Reali.
Nel 1926 la Scuola venne trasferita a Firenze, ove aveva sede la Scuola Allievi Sottufficiali
Carabinieri Reali ed i due Istituti nel 1928 assunsero la denominazione di Scuola Centrale dei
Carabinieri Reali.
Il 28 aprile 1951 il corso Ufficiali venne di nuovo trasferito a Roma ove fu istituita la Scuola
Ufficiali Carabinieri.
Il 10 novembre 1976 lIstituto si trasfer da via Garibaldi nellattuale sede in via Aurelia.
La Scuola, retta da un Generale di Divisione, Essa ordinata su :
Stato Maggiore;
Istituto di Studi Professionali Giuridici e Militari (ISPGM), istituito nel settembre 2000, con
il compito di assicurare linterdisciplinariet degli insegnamenti professionali e giuridico-
militari e svolgere le funzioni di centro studi pilota per le attivit di ricerca ed elaborazione
dottrinale. E articolato in Cattedre di: Servizio di Stato Maggiore e Tecnica Professionale,

5
Tecniche investigative, Arte militare e delle operazioni di mantenimento della pace, Informatica,
Diritto Militare. Sono state istituite ulteriori tre cattedre (Amministrazione e Commissariato;
Logistica; Medicina Militare), per ufficiali del Ruolo Tecnico-Logistico;
Reparto corsi;
Servizio Amministrativo.
Compito della Scuola di curare lo svolgimento dei seguenti corsi:
applicazione (biennale pi uno di perfezionamento), per i Sottotenenti del Ruolo Normale
provenienti dal biennio dell'Accademia Militare. Al termine del corso gli Ufficiali conseguono la
laurea in Giurisprudenza;
applicativo, di durata non inferiore ad un anno, per i Marescialli in servizio permanente effettivo,
vincitori dei concorsi previsti dalle leggi per il reclutamento degli Ufficiali in servizio
permanente effettivo del ruolo speciale;
formativo, di durata non inferiore ad un anno, per i vincitori di concorso per titoli ed esami,
comprendente i comparti amministrativo (specialit amministrazione e commissariato), tecnico
scientifico e psicologico (specialit investigazioni scientifiche, telematica, genio e psicologia
applicata), nonch sanitario (specialit sanit, suddivisa in medicina e farmacia, e veterinaria);
Presso la Scuola Ufficiali sono, tra laltro, svolti:
seminari per Generali destinati ai Comandi di Legione, per Colonnelli e Tenenti Colonnelli
destinati ai Comandi Provinciali e ai Gruppi, nonch quelli per Tenenti e Capitani destinati ad
assumere per la prima volta il Comando di Compagnia;
corsi per Capi Ufficio Personale e Logistico delle Legioni;
corsi integrativi, di perfezionamento, di aggiornamento o di specializzazione, di volta in volta
previsti per tutti gli Ufficiali con scopi e durata definiti dal Comando Generale;
corsi di carattere tecnico-operativo per il personale militare di polizia nazionale o straniero,
definiti e programmati dal Comando Generale.
Corso di istituto per maggiori del RN;
Corso di aggiornamento per capitani del RS.
Scopo generale degli insegnamenti di assicurare agli Ufficiali, seguendo levoluzione della
dottrina, della legislazione e della tecnica, la capacit necessaria per assolvere - con competenza - i
complessi compiti istituzionali.
La Scuola cura anche la redazione della Rassegna dell'Arma dei Carabinieri, pubblicazione
trimestrale che, attraverso la trattazione di argomenti di carattere militare, giuridico e sociale, tende
ad aggiornare ed indirizzare la preparazione del personale dell'Arma.
c. Scuola Marescialli e Brigadieri dei Carabinieri
La Scuola Marescialli e Brigadieri dei Carabinieri fu istituita in Firenze il 1 marzo 1920, come
Scuola Allievi Sottufficiali Carabinieri Reali, denominazione che mantenne sino al 1928 allorch
fu trasformata in Scuola Centrale Carabinieri Reali inglobando corsi per Ufficiali e Sottufficiali
dellArma. Con il trasferimento a Roma dei corsi Ufficiali, nel 1952 assunse la denominazione di
Scuola Sottufficiali dei Carabinieri.
Dal 1 Settembre 1996 essa ha preso la sua attuale denominazione.
La Scuola Marescialli e Brigadieri dei Carabinieri, retta da un Generale di Brigata/Divisione,
provvede allo svolgimento dei corsi previsti dalle leggi per il reclutamento e per lavanzamento del
personale non direttivo e non dirigente dellArma dei Carabinieri (Marescialli e Brigadieri), nonch
da disposizioni speciali.
Si articola su:
uno Stato Maggiore (Ufficio Personale, Ufficio Addestramento, Ufficio Logistico, Reparto
Comando, Sezione Sanit) presso la Caserma Mameli;

6
un Servizio Amministrativo;
due Reggimenti Allievi Marescialli:
il 1 Reggimento A.M.B., che ha sede in Velletri, si articola su quattro Compagnie Allievi
Marescialli e una Compagnia Allievi Vicebrigadieri. Nel suo ambito inquadrato anche il
Centro Addestramento Specializzati Telematica (CAST), preposto a curare la formazione di
base e specialistica per il personale destinato a ricoprire incarichi tecnici nel
settore telematico;
il 2 Reggimento A.M., che ha sede in Firenze, inquadra 2 Compagnie Allievi Marescialli.
Nella caserma Salvo d'Acquisto di Velletri si svolgono il primo ed il secondo anno del corso
triennale, previsto per la preparazione di base dei futuri Marescialli dell'Arma, e i corsi di
aggiornamento e di qualificazione per Allievi Vicebrigadieri.
Nelle caserme Mameli e Baldissera di Firenze si svolge il terzo anno del corso triennale per
allievi Marescialli, durante il quale viene completato e perfezionato linsegnamento delle materie
tecnico-professionali, ed il corso annuale per Marescialli.
Il corso triennale per Marescialli, a seguito di convenzione stipulata con lUniversit degli studi di
Roma-Tor Vergata, consente il conseguimento della laurea di 1 livello in Scienze Giuridiche
della Sicurezza.
Nelle sedi di Firenze e Velletri vengono altres svolti alloccorrenza corsi aperiodici, per altre Forze
Armate e Corpi di Polizia.
Il compito istituzionale della Scuola quello di formare, sotto il profilo militare e professionale,
Marescialli e Brigadieri dell'Arma, allo scopo di metterli nelle migliori condizioni di assolvere le
funzioni e i compiti d'istituto.
d. Legione Allievi Carabinieri
Dal 15 luglio 2008 operativo il nuovo assetto organizzativo degli Istituti di Istruzione dell'Arma
dei Carabinieri preposti alla formazione del personale del ruolo Appuntati e Carabinieri.
Il provvedimento ha soppresso la ''Brigata Scuole Appuntati e Carabinieri'' di Benevento e
determinato il passaggio delle funzioni di comando alla Scuola Allievi Carabinieri di Roma, che,
elevata al rango di Brigata, ha assunto la denominazione di Legione Allievi Carabinieri. Con sede
in Roma presso la Caserma Orlando De Tommaso di via Carlo Alberto Dalla Chiesa in Roma ha
attualmente alle sue dipendenze cinque Scuole Allievi Carabinieri: Roma, Torino, Campobasso,
Reggio Calabria ed Iglesias
Presso le sopracitate Scuole, vengono tenuti i corsi formativi per Carabinieri, della durata di 12 mesi
e curata la somministrazione di moduli didattici monotematici e/o per corsi aperiodici rivolti al
personale gi in servizio dei vari ruoli (c/o la Scuola di Campobasso).
(1) Scuole Allievi Carabinieri
(a) Generalit
Le origini della prima Scuola Allievi Carabinieri risalgono al 1822, anno di istituzione in
Torino di un Deposito di Reclutamento, in attivit fino al 24 Gennaio 1861, allorch in
quella stessa citt, venne istituita la 14 Legione Carabinieri Reali, incaricata di
provvedere al reclutamento ed alladdestramento del Corpo dei Carabinieri Reali.
Con il conseguimento dellunit nazionale e lattuazione della nuova organizzazione
statale, in data 10 Ottobre 1885 fu deciso il trasferimento del Reparto a Roma, presso
lattuale caserma, allepoca intitolata a Re Vittorio Emanuele II, ed assunse la
denominazione di Legione Allievi Carabinieri Reali.
Il 14 marzo 1894, nel corso di una solenne cerimonia, il Re Umberto I consegn la
Bandiera di guerra allArma dei Carabinieri (gi concessa con atto formale il 25 febbraio
precedente). Da allora, tale Istituto distruzione ha lalto onore di custodirla.

7
Nel dopoguerra essa assunse la denominazione di Legione Allievi Carabinieri e fu
intitolata alla M.O.V.M. Cap. Orlando De Tommaso.
Il 15 giugno 1971 assunse la nuova denominazione di SCUOLA ALLIEVI
CARABINIERI.
Dal 18 giugno 1862, ospita la Banda dellArma.
(b) Compiti
Le Scuole Allievi Carabinieri provvedono alla formazione militare e tecnico professionale
dei giovani che si arruolano nell'Arma per diventare Carabinieri.
Larruolamento dei carabinieri effettivi avviene mediante bando di concorso riservato ai
volontari con ferma annuale o quadriennale nellEsercito, nella Marina Militare e
nellAeronautica Militare.
e. Istituto Superiore di Tecniche Investigative dellArma dei Carabinieri
LIstituto Superiore di Tecniche Investigative dellArma dei Carabinieri, costituito il 6 ottobre
2008, un reparto addestrativo di eccellenza presso il quale vengono programmati e tenuti corsi
post formativi di aggiornamento per Ufficiali ed Agenti di P.G. impiegati nelle unit operative delle
organizzazioni territoriale e speciale e per operatori di polizie estere, con i seguenti obiettivi:
potenziamento qualitativo dellazione investigativa;
accrescimento:
professionale dei singoli operatori di p.g.;
della conoscenza degli strumenti di cooperazione internazionale di polizia;
miglioramento delle tecniche investigative derivante dal confronto in aula con operatori
qualificati;
incentivo delle sinergie fra le componenti investigative;
elaborazione e codificazione di una dottrina organica delle investigazioni di polizia giudiziaria.
Il Reparto posto alle dirette dipendenze del Comando delle Scuole dellArma e si avvale, per il
supporto amministrativo e logistico, del 1 Reggimento Allievi Marescialli e Brigadieri di Velletri.
Listituto comandato da Generale di Brigata o Colonnello, che assolve le funzioni di Comandante
di Corpo, da cui dipendono:
lUfficio Comando, retto da Ten.Col.;
lUfficio Addestramento, retto da Col./Ten.Col.;
la 1 Sezione Corsi, retta da Magg./Cap.;
la 2 Sezione Corsi, retta da Magg./Cap..
LI.S.T.I. dotato di sala ascolto per intercettazioni, aula interpretariato, sei laboratori
investigazioni scientifiche (rilievi antropometrici, bloodstain pattern analysis, chimica, calchi,
primo intervento, rilievi sulla scena del crimine), aree indoor di simulazione dove vengono allestite
le scene del crimine pi comuni per le esercitazioni tecnico-pratiche.
Lapproccio didattico di tipo pratico e mira a trasferire dal campo allaula le esperienze
operative della quotidianit maturate dai reparti investigativi di punta dellArma. I docenti sono
scelti fra le migliori professionalit oggi espresse presso le strutture investigative, quali i reparti del
Raggruppamento Carabinieri Investigazioni Scientifiche, del Raggruppamento Operativo Speciale
ed i Nuclei Investigativi provinciali maggiormente impegnati sul fronte del crimine organizzato,
oltre che Magistrati, Professori universitari ed esperti forensi.
f. Scuola Carabinieri di Perfezionamento al Tiro
Al fine di conferire all'addestramento al tiro con le armi individuali il massimo indice di
rendimento, nel 1971 venne costituito il Centro di Perfezionamento al Tiro. In data 10 febbraio
2004 il reparto ha assunto lattuale denominazione.

8
La Scuola, con sede a Roma presso la caserma Talamo, articolata come segue:
Nucleo Comando;
Sezione armamento, che effettua, diniziativa o a richiesta, ricerche, studi, sperimentazioni e
prove comparative sul materiale d'armamento e di equipaggiamento nonch su tecniche
realistiche dintervento;
Sezione Addestramento (retta da un Magg/Cap. facente funzioni di Vicecomandante della
Scuola) che svolge corsi di specializzazione per istruttori di tiro e tiratori scelti.
La Scuola, retta da un Colonnello/Ten. Col., dipende dal Comando delle Scuole dellArma.
Tutto il personale del Centro concorre inoltre alla formazione dei 10 Nuclei Tiratori Scelti,
costituiti per particolari esigenze di polizia giudiziaria e composti da militari, equipaggiati con armi
lunghe di precisione, addestrati per limpiego in ore diurne e notturne.
Dipende:
per limpiego, in ambito operativo, dal Comando Generale;
per la parte amministrativa, dal Comando delle Scuole.
Il Reparto dispone, in sede stanziale, di moderne infrastrutture ed apparecchiature idonee a simulare
condizioni ambientali e situazioni particolari dintervento nonch di un poligono a cielo aperto e di
uno in galleria.
g. Centro di Psicologia Applicata per la Formazione dellArma dei Carabinieri
Listituito il 1 settembre 2003, dipende direttamente dal Comandante delle Scuole. Retto da
Colonnello/Tenente Colonnello RTL (Specialit Psicologia), opera a supporto degli allievi e dei
formatori, al fine di realizzare uninterazione tra il momento della selezione iniziale e la successiva
delicata fase di inserimento, orientamento e formazione.
h. Centro Lingue Estere dellArma dei Carabinieri
Con decorrenza dal 1 maggio 2004, lUfficio Lingue Estere CC, gi inserito nello Stato Maggiore
del Comando delle Scuole dellArma, stato riconfigurato in Centro Lingue Estere dellArma dei
Carabinieri, transitando alle dirette dipendenze del Comandante delle Scuole. Il Centro, retto da
un Gen. B./Col. ubicato nella caserma Orlando De Tommaso di Roma, sede del Comando delle
Scuole dellArma dei Carabinieri. Tra i compiti, lorganizzazione di corsi di lingue straniere,
nonch la valutazione e certificazione della conoscenza linguistica del personale.
i. Centro Sportivo Carabinieri
Fino al 1960 lattivit sportiva dellArma veniva svolta da militari isolati, tesserati dalle varie
Federazioni sportive ovvero da nuclei sportivi temporanei creati allesigenza per la partecipazione ad
attivit interforze.
Successivamente, lorganizzazione sportiva ha subito diverse modifiche. In particolare, nel:
1962, era impostata su una Sezione dellUfficio Addestramento e Regolamenti, un Centro
Sportivo dellArma (Sezioni tiro a segno, judo, pugilato, pentathlon e attivit sportive
varie) presso la Scuola Allievi di Roma e Nuclei sportivi presso la 1 Divisione (tiro a segno, sci,
attivit sportive varie), la 2 Divisione (tiro a segno, ippica, cinofili, attivit sportive varie) e la
3 Divisione (tiro a segno, canottaggio e attivit sportive varie);
1964, era incentrata su un Centro Sportivo Carabinieri, presso l11 Brigata, con alla dipendenze
le varie Sezioni sportive;
1965, il Centro veniva trasferito presso il Comando Generale, assumendo la fisionomia di
Ufficio autonomo;
1974, le Sezioni Sportive venivano transitate alle dipendenze dei reparti presso i quali avevano
sede;
1978, il Centro veniva trasformato in Sezione dellUfficio Addestramento e Regolamenti;

9
1995, il comparto si incentrava sullUfficio Attivit Sportiva del V Reparto del Comando Generale
(a cui facevano capo il Distaccamento Atleti di Roma e le 10 Sezioni Sportive dislocate sul
territorio nazionale);
2000, gli assetti sportivi istituzionali venivano nuovamente ricondotti nellalveo del I Reparto,
costituendo la 4 Sezione Attivit sportive dellUfficio Addestramento e Regolamenti.
Nel 2009, per assicurare la gestione unitaria del settore sportivo e per meglio coordinare le attivit
espletate dalle Sezioni Sportive, distribuite sul territorio nazionale, si proceduto allistituzione del
Centro Sportivo Carabinieri, con sede in Roma, previa riconfigurazione del preesistente
Distaccamento Atleti in vera e propria unit organica, avente alle dirette dipendenze le dieci Sezioni
sportive (Judo, Taekwondo, Scherma, Pentathlon moderno e Triathlon, Tiro a segno e tiro al volo,
Equitazione, Nuoto, Atletica, Paracadutismo sportivo, Sport invernali). Di conseguenza, la 4 Sezione
dellUfficio Addestramento e Regolamenti del Comando Generale veniva contestualmente soppressa,
ripartendo i relativi compiti tra il neocostituito Centro e la 1 Sezione del medesimo Ufficio.
Nel 2011 le Sezioni Paracadutismo Sportivo e Sport Invernali sono state enucleate e poste alle
dipendenze, rispettivamente, del 1 Reggimento CC Paracadutisti Tuscania e del Centro CC
Addestramento Alpino, pur mantenendo un collegamento tecnico-funzionale con il Centro Sportivo
CC.
Il Centro, retto da Colonnello/Tenente Colonnello, al quale affidato il compito fondamentale di
mantenere il comparto sportivo dellArma al massimo livello di efficienza mediante limpiego delle
risorse a sua disposizione, svolgendo funzioni di comando, coordinamento e controllo delle Sezioni
sportive alle proprie dipendenze e di raccordo di quelle gerarchicamente inquadrate in altri reparti,
attualmente ha alle proprie dipendenze 8 Sezioni Sportive ed un Ufficio Comando.
j. Centri di formazione inquadrati in altre organizzazioni funzionali
Sono i seguenti:
(1) Centro Carabinieri Addestramento Alpino
Il Centro, inquadrato nella Legione Carabinieri Trentino Alto Adige, dislocato in Selva Val
Gardena (BZ) e provvede alla formazione e specializzazione del personale dellArma destinato
ad espletare lattivit istituzionale in ambiente montano.
Il Centro:
svolge corsi di specializzazione per sciatori e rocciatori da destinare ai reparti dislocati in
montagna;
seleziona e addestra i militari da impegnare in concorso a operazioni di soccorso.
(2) Centro Addestramento della 2^ Brigata Mobile
Si occupa della certificazione ed amalgama pre-missione del personale destinato allimpiego in
missioni di breve durata allestero nonch di quello da impiegare nei servizi di O.P..
(3) Centro Addestramento Specializzati per la Telematica (CAST)
Provvede alla formazione degli specialisti ed allo svolgimento di corsi di aggiornamento per la
telematica. E inquadrato nel 1 Reggimento A.M. e Brig. di Velletri.
Inoltre:
Pratica di mare (RM), per gli elicotteristi;
Genova, per i subacquei;
Firenze, per i cinofili;
Roma, per il personale a cavallo.

4. Organizzazione territoriale
a. Generalit

10
la struttura portante dell'Arma in quanto ad essa demandato lo svolgimento del servizio
distituto.
Sino al 1992 era articolata in Divisioni, Brigate, Legioni Territoriali, Gruppi, Comandi Intermedi
(Compagnie e Tenenze) e Stazioni, nonch un numero variabile di Posti Carabinieri, Stazioni
Temporanee, Posti Fissi e Posti di Pernottamento.
Tale organizzazione, che risaliva sostanzialmente al 1934/37, aveva retto bene, tenuto conto che
aveva operato in un contesto in cui lorganico era met dell'attuale e completamente diversi e meno
evoluti erano i fenomeni sociali ed operativi con cui lIstituzione si doveva confrontare.
Lart. 173 del COM (Codice dellOrdinamento Militare) definisce lorganizzazione territoriale
dellArma dei Carabinieri.
b. Attuale struttura
LOrganizzazione territoriale articolata in:
5 Comandi Interregionali:
PASTRENGO, con sede in Milano, da cui dipendono le Legioni Lombardia, Piemonte-
Valle dAosta, Liguria;
PODGORA, con sede in Roma, da cui dipendono le Legioni Lazio, Toscana, Umbria,
Marche, Sardegna;
OGADEN, con sede in Napoli, da cui dipendono le Legioni Campania, Puglia, Abruzzo,
Molise, Basilicata;
CULQUALBER, con sede in Messina, da cui dipendono le Legioni Sicilia e Calabria;
VITTORIO VENETO, con sede in Padova, da cui dipendono le Legioni Veneto, Trentino
Alto Adige, Friuli Venezia Giulia, Emilia Romagna;
19 Comandi Legione;
102 Comandi Provinciali (esclusa la Provincia di Aosta);
12 Gruppi (Roma, Ostia, Frascati, Milano, Monza, Napoli, Castello di Cisterna, Palermo,
Monreale, Aosta, Locri e Torre Annunziata);
5 Reparti Territoriali (Aversa, Olbia, Gela, Nocera Inferiore e Aprilia);
1 Gruppo Operativo Calabria (in cui inquadrato lo Squadrone Eliportato Cacciatori e la
Compagnia Speciale);
534 Comandi di Compagnia (compresa quella di Roma Aeroporti);
1 Comando CC Roma Piazza Venezia;
1 Nucleo CC Campione dItalia, che dipende dal Comando Provinciale Carabinieri di Como;
65 Tenenze;
4 Compagnie speciali (Roma, Napoli, Palermo e Vibo Valentia);
4589 Stazioni;
3 Posti Carabinieri: Ambra (Ar); Pergusa (En); S.Felice Circeo a mare (Lt); oltre che un Posto
CC Pronto intervento Piazza Roma (Ve);
27 presidi temporanei, di cui 17 posti fissi stagionali e 10 stazioni temporanee;
1 Squadrone Eliportato Cacciatori Sardegna;
1 Reparto Squadriglie, 7 Squadriglie in Sardegna;
6 Posti Carabinieri di frontiera, e 4 Centri Cooperazione Polizia e Dogana;
1 Reparto Servizi Sicurezza Enti Vari (dipende dal Gruppo di Roma);
14 Nuclei Tribunali;
1 Centro e 21 Nuclei cinofili;
1 Centro e 3 Nuclei subacquei;
194 Aliquote CC presso le Sezioni di P.G., di cui:

11
165 nellambito delle Procure della Repubblica presso il Tribunale;
29 nellambito delle Procure presso i Tribunali dei minorenni;
circa 70 unit navali;
14 nuclei elicotteri;
5 Reparti Servizi Magistratura (quello di Roma inquadra anche i Nuclei CC operanti presso la
Corte Suprema di Cassazione, il Consiglio Superiore della Magistratura ed il Consiglio di Stato);
54 Nuclei Banca dItalia.
c. Comandi Interregionali
Sono retti da un Generale di Corpo dArmata, che esercitano funzioni di alta direzione, di
coordinamento e di controllo nei confronti dei Comandi regionali e assicurano attraverso i propri
organi il sostegno tecnico, logistico e amministrativo di tutti i reparti dellArma dislocati nellarea
di competenza, anche se appartenenti ad altre organizzazioni.
d. Comandi Legione
Coincidono con la Regione Amministrativa (ad eccezione della Valle dAosta) e sono comandati da
un Generale di Divisione o di Brigata. Hanno alle dipendenze pi Comandi Provinciali nei confronti
dei quali svolgono attivit di direzione, vigilanza, controllo e coordinamento. Ai Comandi Legione
risale la responsabilit della gestione del personale, inoltre svolgono, in campo amministrativo, i
compiti e le funzioni previste dal Regolamento per lamministrazione e la contabilit degli
organismi della Difesa e, in tale quadro, emanano le disposizioni necessarie per lorganizzazione
amministrativa della Legione, ricorrendo, ogniqualvolta necessario, allistituto della delega per
alcune attivit particolari.
e. Comandi Provinciali
I Comandi Provinciali svolgono funzioni di direzione, coordinamento, controllo dei reparti
dipendenti. Ad essi risale la responsabilit dellanalisi e del raccordo delle attivit operative e di
contrasto alla criminalit condotte nella provincia anche da reparti di altre organizzazioni
dellArma.
Sono retti da Generale di Brigata/ Colonnello/Tenente Colonnello.
Ogni Comando Provinciale dispone, di massima, per lassolvimento dei compiti istituzionali, di:
Ufficio Comando (se a livello di Gen. Brig/Colonnello) articolato su: Sez. Op. e Log.; Sez. Segr.
Pers.; Sez. Amm.va;
Nucleo Comando se a livello di Tenente Colonnello;
Reparto Operativo, articolato in Centrale Operativa, Nucleo Investigativo, Nucleo Informativo,
nonch Nucleo Radiomobile se oltre alla Compagnia Capoluogo esistono anche una o pi
Compagnie urbane. Il Comandante del Reparto Operativo responsabile dellattivit
investigativa, della ricerca, raccolta e primo apprezzamento delle informazioni operative.
Aliquota CC. presso la Sezione di P.G;
un numero variabile di Compagnie, Gruppi e/o Reparti territoriali.
f. Comandi Infraprovinciali
I Comandi a livello infraprovinciale sono retti da ufficiale e differentemente strutturati in rapporto
alla loro estensione e rilevanza operativa, cui compete prioritariamente la responsabilit della
direzione e del coordinamento delle attivit di controllo del territorio e di contrasto delle
manifestazioni di criminalit a rilevanza locale, nonch l'assolvimento dei compiti militari.
(1) Comandi di Gruppo
Nelle grandi aree metropolitane di Roma (Roma, Frascati e Ostia), Milano (Milano e Monza),
Napoli (Napoli, Castello di Cisterna e Torre Annunziata), Palermo (Palermo e Monreale), per le

12
quali previsto un particolare ordinamento, sono costituiti pi Gruppi, retti da Tenenti
Colonnelli, dipendenti dai Comandi Provinciali dei rispettivi capoluoghi (In Valle dAosta
stato istituito un Gruppo dipendente dalla Legione Carabinieri Piemonte e Valle dAosta,
competente sullintero territorio regionale). Essi sono organi di demoltiplicazione delle funzioni
di direzione, coordinamento e controllo dei Comandi Provinciali da cui dipendono. Il
Comandante del Gruppo responsabile delle attivit di prevenzione e controllo del territorio e
della polizia di prossimit.
Gli ultimi due Gruppi in ordine di istituzione sono il Gruppo di Locri (RC) (5 aprile 2006) e
quello di Torre Annunziata (10 novembre 2008) posto alle dipendenze del Comando Provinciale
di Napoli, retto da Tenente Colonnello, avente alle sue dipendenze le Compagnie Carabinieri di
Torre Annunziata, Sorrento, Castellammare di Stabia e Torre del Greco.
(2) Reparti Territoriali
I Reparti Territoriali (Aversa, Olbia, Gela, Nocera Inferiore e Aprilia, rispettivamente alle
dipendenze dei Comandi Provinciali di Caserta, Sassari, Caltanissetta, Salerno e Latina) attribuiti
a Ten.Col., sono stati istituiti nelle zone a maggiore impegno operativo, per elevazione delle
preesistenti Compagnie Carabinieri, al fine di assicurare una puntuale rispondenza alle peculiari
esigenze del luogo, svolgendo azione di prevenzione investigativa e repressiva nonch di
direzione e coordinamento delle stazioni dipendenti.
La struttura si avvale di un Nucleo Comando, di una Centrale Operativa, di un NORM (retto da
Capitano), a sua volta suddiviso nella Sezione Operativa ed in quella Radiomobile (rette da
ufficiali inferiori) e delle Stazioni dipendenti.
(3) Comandi Compagnia
(a) Generalit
Svolgono azione di prevenzione, investigativa e repressiva nell'ambito urbano o su di una
parte della provincia, dirigendo e coordinando altres lazione delle Tenenze e delle Stazioni
dipendenti.
Si distinguono in base alla dislocazione in:
Compagnie Capoluogo, se hanno sede nello stesso stabile del Comando superiore;
Compagnie Urbane, se dislocate nello stesso centro abitato ove ha sede il Comando
superiore, ma ubicate in stabile diverso;
Compagnie Distaccate, se ubicate fuori dal centro abitato ovvero frazioni o localit, ove
ha sede il Comando superiore.
Operano alle dirette dipendenze di un Comando Provinciale o di un Gruppo.
Hanno alle dipendenze un numero variabile di Tenenze/Stazioni.
(b) Composizione
Nucleo Comando
E retto da un Maresciallo.
Nucleo Operativo e Radiomobile (N.O.R.M.)
costituito da un numero variabile di militari che operano al comando di un Ufficiale
subalterno o Maresciallo.
Esso comprende:
Centrale Operativa, quale organo di collegamento, coordinamento e controllo;
Aliquota operativa: con compiti investigativi propri e di sostegno alle Stazioni
dipendenti;
Aliquota Radiomobile, con compiti di prevenzione e di pronto intervento. Include,
quando prevista, la squadra motociclisti, nel qual caso laliquota radiomobile assume la
denominazione di squadra radiomobile.

13
I militari della Centrale Operativa e dellAliquota Operativa vengono registrati su un unico
Memoriale di servizio.
Il Comandante del N.O.R. il naturale sostituto del Comandante di Compagnia e,
pertanto, deve tenersi costantemente aggiornato sulla situazione complessiva della
giurisdizione, operando dintesa con il proprio superiore diretto. Coadiuva il Comandante
di Compagnia:
nella direzione e nel coordinamento dellattivit operativa svolta dai Reparti
dipendenti;
nel governo del personale, nel controllo dei servizi esterni effettuati nellambito della
Compagnia, compresi quelli disposti per la traduzione dei detenuti e del funzionamento
generale dei Reparti.
Aliquota CC presso le Sezioni di P.G. (eventuale)
Svolge esclusivamente compiti di P.G. alle dipendenze funzionali della competente A.G..
Per tutte le altre esigenze dipende:
dal Comando Compagnia se in sede distaccata;
dal Comando Provinciale se in sede di Capoluogo.
Nucleo Tribunali (eventuale)
Ha il compito di assicurare i servizi di assistenza e vigilanza presso le Aule e gli Uffici
Giudiziari.
Nucleo Carabinieri Banca DItalia (eventuale)
Ha il compito di assicurare la vigilanza nelle sedi provinciali della Banca d'Italia e le
scorte ai valori che vengono trasferiti dalla sede centrale agli uffici periferici e da una sede
all'altra.
dislocato presso lufficio periferico della Banca d'Italia sito in ogni capoluogo di
provincia e dipende dalla rispettiva Compagnia capoluogo; tuttavia riceve direttive dal
competente Ispettorato.
(4) Tenenze
Competenti su uno o pi comuni con elevato numero di abitanti (da 15.000 a 70.000) e rette da
Tenenti/Sottotenenti/Luogotenenti con solide esperienze territoriali, sono state recentemente
istituite (per la maggiore potenziando le Stazioni a pi gravoso impegno operativo). Si tratta di
reparti in grado di svolgere un servizio di pronto intervento nelle 24 ore ed unautonoma attivit
di polizia giudiziaria in ragione della dotazione di mezzi e materiali analoga a quella delle
Compagnie da cui dipendono.
g. Stazioni
Sono le unit operative di base, con competenza sul territorio di uno o pi comuni, comandate, di
massima, da un Luogotenente, Maresciallo Aiutante s. U.P.S. o Maresciallo Capo.
Peculiari articolazioni di base dell'Arma dei carabinieri a livello locale, ad esse compete la
responsabilit diretta del controllo del territorio e delle connesse attivit istituzionali, nonch
l'assolvimento dei compiti militari
Sono rette, di massima e in relazione alla rilevanza dell'impegno operativo, da maresciallo aiutante
sostituto ufficiale di pubblica sicurezza luogotenente e da maresciallo aiutante sostituto ufficiale di
pubblica sicurezza o maresciallo capo.
La forza organica commisurata all'estensione e alle caratteristiche del territorio assegnato nonch
alle esigenze operative dell'Arma.
Secondo la loro dislocazione, le Stazioni si distinguono in:
capoluogo, aventi sede nella stessa caserma del Comando Compagnia;

14
urbane, se ubicate nello stesso centro abitato in cui ha sede il Comando di Compagnia, ma
ubicate in caserme diverse;
distaccate, se ubicate in un centro abitato in cui non ha sede alcun comando superiore.
Inoltre, il Comandante Generale dellArma dei Carabinieri, su proposta dei Comandi di Legione, in
base agli elementi forniti dai Comandi Provinciali dintesa con lAutorit prefettizia, pu istituire:
Stazioni temporanee, per intensificare stagionalmente lazione di controllo del territorio in
determinate zone distanti dalla Stazione competente nelle quali contingenti situazioni
dellordine e della sicurezza pubblica non possono essere adeguatamente fronteggiate dalla
Stazione competente. Le Stazioni temporanee assolvono le medesime funzioni delle Stazioni,
sono competenti sulla circoscrizione territoriale loro assegnata con il provvedimento istitutivo e
dipendono dal medesimo Comando Compagnia;
Posti Fissi, con compiti specifici e definiti per soddisfare particolari esigenze che interessano
singole e determinate branche del servizio istituzionale;
Posti Carabinieri, con funzioni dosservazione, segnalazione, informazione e ricezione del
pubblico ed, eventualmente, di primo intervento, al fine di realizzare una maggiore prossimit
alla popolazione ed una pi facile accessibilit ai servizi di sicurezza pubblica da parte dei
cittadini.
Quindi il Posto carabinieri:
assicura la presenza dellArma in localit di minore impegno operativo;
ha una forza organica di 1 App. e 1 C/re;
dipende dalla Stazione nel cui territorio sono istituiti e della quale sono un distaccamento.

I compiti sono:
operativi: osservazione, primo intervento,raccolta di denunce che non richiedano
accertamenti complicati;
informativi: evasione, tramite la stazione, di richieste informative di minor rilievo;
segnalazione: alla propria stazione di situazioni riguardanti ordine pubblico e pubblica
sicurezza.

h. Gruppo Operativo Calabria


(1) Generalit
Il Gruppo Operativo Calabria stato istituito il 1 settembre 1992, dislocato nella base (ex-
aeroporto militare) di Vibo Valentia e dipende direttamente dal Vicecomandante della Legione
Carabinieri Calabria (presso la base suddetta hanno sede anche l8 N.E.C. ed un Nucleo
Cinofili).
(2) Struttura
Si articola in:
Comandante (Ten.Col/Magg.);
Nucleo Comando;
Sezione Operazioni;
Sezione Sanit;
Compagnia Speciale (comprende il Nucleo Cinofili);
Squadrone eliportato Cacciatori;
Plotone Comando e Servizi;
(3) Compiti

15
Compagnia Speciale: supporto allArma territoriale nei servizi di pattuglia, perlustrazione e
di ordine pubblico;
Squadrone Eliportato Cacciatori: controllo del territorio in tutta larea dintervento
assegnata, ad integrazione dellattivit istituzionale svolta dai reparti territoriali competenti,
in particolare ricerca di catturandi, nonch vigilanza e pattugliamento eliportati. Lazione
del reparto, particolarmente idoneo ad operare in zone impervie, si esercita principalmente
attraverso perlustrazioni, appostamenti, battute, rastrellamenti, posti di blocco, posti di
controllo,.
i. Squadrone Eliportato Cacciatori Sardegna
stato istituito il 1 settembre 1993, ha sede presso la base di Abbasanta (OR) - supportato dal
NEC di Olbia e da un nucleo conofili ivi dislocato. Dipende direttamente dal Vicecomandante della
Legione Carabinieri Sardegna.
(1) Compiti
Svolge azione di controllo su tutto il territorio della Sardegna (rastrellamenti, vigilanza e
pattugliamento eliportato etc..), con particolare riferimento alla ricerca di sequestrati e latitanti.
In caso di emergenza opera in supporto dei reparti territoriali interessati; svolge altres attivit
di soccorso in caso di pubbliche calamit, ricerca e soccorso di persone.
(2) Struttura
Si articola in:
Comandante (Capitano);
Squadra Comando e Servizi;
due Plotoni Cacciatori;
Nucleo Cinofili;
Sezione Sanit.
j. Reparto Squadriglie e Squadriglie (Sardegna)
Il reparto squadriglie ha sede a Nuoro e dipende dallomonimo Comando Provinciale.
Le squadriglie (in numero di sette) sono variamente dislocate sul territorio della provincia di Nuoro
e dipendono dalle rispettive Compagnie territoriali.
(1) Impiego e compiti
Operano nelle zone del nuorese pi sensibili sotto il profilo della pubblica sicurezza e svolgono
principalmente compiti di ricerca di sequestrati, ricerca di latitanti ed attivit preventiva.
k. Centro e Nuclei Cinofili
(1) Generalit
Il Servizio Cinofili dellArma dei Carabinieri stato istituito nel giugno 1956 al fine di
assicurare limpiego di carabinieri conduttori e cani, ad altissimo livello addestrativo, per scopi
di polizia giudiziaria, di ricerca, di soccorso in aree sensibili e in tutte le operazioni in cui tale
intervento sia di valido supporto.
(2) Articolazione
Il servizio Cinofili si articola in un Centro, con sede a Firenze e posto alle dipendenze del Vice
Comandante della Legione Carabinieri Toscana, e 21 Nuclei distribuiti sul territorio
nazionale, tutti dipendenti dalle Compagnie territoriali ove sono ubicati ad eccezione della
Squadra Cinofili di Roma-Castelporziano posto alle dipendenze del Reparto Carabinieri
Presidenza della Repubblica. Unit cinofile sono previste presso le Stazioni Carabinieri

16
Aeroporto Milano Linate e Roma Fiumicino, nonch presso la Stazione CC MM di San Piero a
Grado (PI).
Il Centro CC Cinofili retto da un Ten. Col.. Si articola in una Squadra Comando, una Sezione
corsi (che comprende, tra laltro, anche la squadra agonistica) e linfermeria quadrupedi.
(3) Compiti
Il Centro Carabinieri Cinofili provvede a:
effettuare corsi di specializzazione nel settore di competenza;
addestrare i cani di nuova rimonta nelle varie discipline dIstituto;
ricostituire le unit rimaste prive di conduttore o di cane;
rieducare i cani;
addestrare la Squadra Agonistica dellArma per la partecipazione a gare e competizioni
sportive a livello nazionale ed internazionale.
Le unit cinofile - secondo le caratteristiche dei cani - sono impiegate:
in operazioni di polizia giudiziaria, al fine di:
localizzare e seguire tracce di malviventi;
segnalare la presenza di persone nascoste o di indiziati di reato;
rintracciare oggetti e/o indumenti occultati;
fornire indicazioni, sulla base di oggetti e/o indumenti rinvenuti sul luogo ove sia stato
commesso un reato, circa leventuale partecipazione al fatto di persone sospette;
localizzare esplosivi e armi occultati;
nei servizi preventivi, per:
segnalare la presenza di persone nascoste;
inseguire e bloccare soggetti in fuga;
ispezionare boschi, zone impervie, casolari isolati, anfratti, grotte, etc., nel corso di
battute e rastrellamenti attuati per la cattura di latitanti;
garantire la sicurezza di unit che agiscono in particolari condizioni ambientali;
azioni di supporto:
nei posti di blocco;
nei servizi di scorta valori di particolare entit (eccezionale);
nei servizi di O.P.;
in operazioni di soccorso, per ricercare persone:
travolte da valanghe o da slavine; tale compito affidato, in particolare, alle unit
cinofile che operano a supporto del Centro Carabinieri Addestramento Alpino e presso
alcune stazioni ove sono dislocate dette unit;
sepolte da macerie, in caso di pubbliche calamit (terremoti, esplosioni, etc..).
Lintervento delle unit cinofile , infine, esteso a tutti i casi in cui prevedibile ottenere
risultati remunerativi in relazione alle specifiche capacit dei cani.
(4) Impiego delle unit cinofile
E determinato dal:
Comando Generale, per :
esigenze in campo nazionale;
limpiego operativo, fuori dalle aree di competenza;

17
Comando Interregionale, per le operazioni nellambito del proprio territorio di
giurisdizione;
Comando Legione, qualora disponga di reparti cinofili, per le esigenze operative verificatesi
nelle aree di competenza dei singoli reparti cinofili.
l. Servizio Subacquei
(1) Generalit
Il Servizio subacquei dellArma dei Carabinieri stato istituito nel 1953 per assicurare
all'Arma territoriale un valido apporto nelle operazioni di polizia giudiziaria che richiedono
lattivazione di ricerche in mare, nei laghi e nei fiumi (recupero di armi, munizioni, cadaveri,
relitti, corpi di reato e qualsiasi altro materiale che, nel particolare ambiente, sia stato occultato
o disperso).
Il Servizio subacquei, si articola in un centro, con sede a Genova Voltri, alle dipendenze
della Legione Carabinieri Liguria, e 3 Nuclei distribuiti sul territorio nazionale e dipendenti
delle Compagnie territoriali ove sono ubicati.
(2) Compiti
I Nuclei Carabinieri Subacquei svolgono compiti di:
recupero o ricerca, ai fini di P.G., di corpi di reato, armi, cadaveri, relitti, ecc.;
soccorso, nel caso di alluvioni, allagamenti, ecc., delle popolazioni e recupero di beni;
recupero di materiale archeologico e di altri beni dell'amministrazione dello Stato;
ricerche di natura scientifica, ecc..
(3) Articolazione
Il Servizio subacquei, articolato come segue:

DESCRIZIONE COMANDO SEDE COMANDO


Centro Subacquei GENOVA VOLTRI
Nucleo CC Subacquei ROMA

Nucleo CC Subacquei CAGLIARI

Nucleo CC Subacquei GENOVA

Il Centro Subacquei di Genova Voltri retto da un Ten. Col./Magg. articolato su un Vice C.te
(Uff. inf.), un Nucleo Comando, una Sezione Addestramento (per la formazione e
laddestramento di tutto il personale subacqueo dellArma dei Carabinieri) e un Nucleo
Operativo specializzato negli interventi subacquei di ricerche in acque interne ed acque marine.
(4) Dipendenze d'impiego
per limpiego in campo nazionale, dal Comando Generale;
per la disciplina degli interventi nellaria di competenza, dallufficio O.A.I.O. del Comando
Legione Carabinieri competente sullarea dintervento;
addestrativa e tecnico-logistica dei nuclei subacquei distaccati, dal Centro Subacquei.

18
m. Servizio Aereo 1
(1) Generalit
Il servizio aereo stato istituito nel 1964 per lo svolgimento di compiti di sorveglianza e
controllo del territorio.
Si articola su:
un Ufficio dei Servizi Aereo e Navale, inserito nel II Reparto della Stato Maggiore del
Comando Generale con funzioni di coordinamento, direttive, di programmazione,
addestrative, ispettive, logistiche e di consulenza tecnica;
un Raggruppamento Aereomobili (RAC), con base a Pratica di Mare (RM), alle
dipendenze della Divisione Unit Specializzate Carabinieri;
14 Nuclei Elicotteri (NEC), dipendenti dal RAC, omogeneamente decentrati sul territorio
nazionale al fine di garantire un tempestivo intervento, dipendenti dal RAC.
n. Servizio Navale2
(1) Generalit
Il Servizio Navale dellArma dei Carabinieri stato istituito l11/11/1969 per lo svolgimento
dei compiti istituzionali nelle acque interne, nel mare territoriale, nella zona di vigilanza
doganale e, limitatamente alle azioni consentite dalle convenzioni internazionali ratificate dallo
Stato italiano, in alto mare. Unitamente al Servizio Aereo e inquadrato nellambito del II
Reparto del Comando Generale dellArma, nellambito dellUfficio del Servizio Aereo e
Navale.
(2) Articolazione
II Servizio Navale articolato su Unit navali in dotazione ai Comandi Provinciali ed ai
Comandi di Compagnia. Tali mezzi, sulla base delle loro caratteristiche tecniche, sono
classificati in:
Motovedette d'altura: Motovedetta classe 800; Motovedetta classe N700; Motovedetta
classe 600;
Motovedette costiere: Motovedetta classe 200
Motovedette lagunari in servizio presso il nucleo natanti di Venezia (articolato su una
sezione operativa e radiomobile e una sezione servizi generali, che si avvalgono di:
Motovedette classe 300 per trasporto autorit; Motovedette classe 200 e 100; Motovedette
classe T121 e T122 per trasporto militari), con impiego:
continuo, nelle acque interne ed in quelle marine particolarmente sensibili:
stagionale, limitatamente ai periodi in cui i litorali di giurisdizione sono particolarmente
interessati al turismo ed alla navigazione da diporto (di massima dai primi di maggio alla
fine di settembre).
(3) Compiti
Le unit navali dellArma hanno compiti di:
pattugliamento lungo le coste e le acque interne, al fine di prevenire e reprimere le
violazioni relative alle norme sulla navigazione da diporto, sulla pesca e sullinquinamento;
appoggio ed assistenza ai carabinieri subacquei;
soccorso in occasione di sinistri;
traduzioni per mare, sui laghi, sui fiumi e sui canali;

1
I reparti di volo rientrano tra i Reparti/Unit per esigenze specifiche di cui allart. 175 del D.Lgs. 66/2010
2
Le Unit Navali rientrano tra i Reparti/Unit per esigenze specifiche di cui allart. 175 del D.Lgs. 66/2010

19
collegamenti con i Comandi dellArma dislocati nelle isole, in caso di interruzione dei
servizi civili di linea;
trasporto di ufficiali comandanti e magistrati.
(4) Dipendenze delle unit navali
dal Comando Generale dellArma sotto il profilo operativo generale (tramite la Sala
Operativa), secondo un piano generale di dislocazione ed impiego per le esigenze
contingenti sulla linea nazionale;
dai Comandi di Interregionali e Legionali per limpiego per compiti connessi a situazioni
contingenti locali e per fini ispettivi:
dai Comandi Provinciali e di Compagnia, cui sono in dotazione, con il compito di svolgere
la normale attivit di vigilanza sui tratti di costa della propria giurisdizione;
dallUfficio del Servizio Aereo e Navale del Comando Generale dellArma sotto il profilo
tecnico e logistico;
dal Comandante di Compagnia per l'impiego e l'aspetto disciplinare.

5. Organizzazione Mobile e Speciale


LOrganizzazione mobile e speciale comprende reparti dedicati, in via prioritaria o esclusiva,
allespletamento, nellambito delle competenze attribuite allArma dei Carabinieri, di compiti
particolari o che svolgono attivit di elevata specializzazione, ad integrazione, a sostegno o con il
supporto dellorganizzazione territoriale.
Il comparto trova al suo vertice un Comando Unit Mobili e Specializzate Palidoro, da cui
dipendono la Divisione Unit Mobili, la Divisione Unit Specializzate, il Raggruppamento Operativo
Speciale, il Comando Carabinieri MAE ed il Centro di Eccellenza per le Stability Police Units
(CoESPU).
a. Comando Unit Mobili e Specializzate Carabinieri Palidoro
Ha sede a Roma ed stato istituito il 1 gennaio 2001 a seguito dellelevazione dellomonima
Divisione Unit Mobili e Speciali. Svolge funzioni di alta direzione, di coordinamento e di controllo
nei confronti dei comandi di Divisione dipendenti. Il Comando retto da un Generale di Corpo
dArmata.
b. Divisione Unit Mobili Carabinieri
La Divisione Unit Mobili, con sede a Roma, si articola su due Brigate Mobili i cui compiti sono
connessi con la difesa integrata del territorio e la partecipazione alle operazioni militari allestero, il
mantenimento dellordine pubblico, il concorso nelle operazioni di protezione civile ed il supporto
allArma territoriale nel controllo del territorio. Detti reparti, infine, costituiscono riserva del
Comando Generale con funzioni di massa di manovra.
(1) 1 Brigata Mobile
La 1^ Brigata Mobile, con sede a Roma:
si articola su un Reggimento Carabinieri a Cavallo, l8 Reggimento Carabinieri Lazio
(con alle dipendenze il 9 Battaglione Sardegna), il 5 Reggimento Emilia Romagna (con
alle dipendenze il 6 Battaglione Toscana), il 1 Reggimento Carabinieri Piemonte (con
alle dipendenze il 2 Battaglione Liguria) ed il 10 Reggimento Campania (con alle
dipendenze l11 Battaglione Puglia) e 3 Battaglioni: 3 Lombardia, 4 Veneto e 12
Sicilia;
in caso di necessit, predispone gli assetti da impiegare nelle missioni allestero fuori area
per lassolvimento delle funzioni di polizia militare ed il sostegno di alcune attivit
logistiche.

20
(a) Reggimenti e Battaglioni Carabinieri
I Reggimenti e Battaglioni Carabinieri sono unit istituite per:
costituire riserva del Comando Generale, con funzione di massa di manovra;
fronteggiare, a reparti organici, le esigenze di O.P., e in caso di gravi perturbamenti,
svolgere interventi risolutivi per il ristabilimento dell'ordine e della sicurezza pubblica;
completare listruzione militare e professionale dei carabinieri di nuova assegnazione;
concorrere alle operazioni inerenti la Protezione Civile, con i Reparti di soccorso
costituiti alloccorrenza nellambito di ciascun Battaglione.
Detti Reparti:
sono articolati a livello di Compagnia e calibrati per interventi di emergenza dovuti a
pubblica calamit;
raggiungono, in tempi brevi, la zona colpita;
concorrono, con interventi immediati, a favore delle popolazioni colpite;
presidiano i punti principali di accesso alla zona colpita, costituendo una cintura di
sicurezza;
effettuano servizi mobili antisciacallaggio.

I Reggimenti e Battaglioni Carabinieri svolgono, altres, i seguenti compiti a supporto


dellArma territoriale:
controllo del territorio;
vigilanza fissa ad obiettivi sensibili;
rastrellamento di centri abitati ed aree extraurbane;
assistenza ai dibattimenti.
(b) Compagnie di Intervento Operativo (C.I.O.)
Le Compagnie dIntervento Operativo sono state costituite presso l8 Reggimento
Lazio, il 3 Battaglione Lombardia, il 4 Battaglione Veneto, il 6 Battaglione
Toscana, il 10 Reggimento Campania, l11 Battaglione Puglia e il 12 Battaglione
Sicilia per disporre di adeguati contingenti di rinforzo che consentano ai Comandi
territoriali di attuare servizi di controllo straordinario del territorio finalizzati a risolvere
criticit emergenti della situazione dell'ordine e della sicurezza pubblica in specifiche aree
del territorio di volta in volta individuate.
Le C.I.O., unitamente alle aliquote di personale del 1 Reggimento Paracadutisti
Tuscania, dello Squadrone Cacciatori e/o Gruppo Operativo Calabria, del 7 e 13
Reggimento CC formano una unit di rinforzo con configurazione e composizione
differenziata in ragione delle caratteristiche prevalenti delle aree di impiego (aree urbane,
extra urbane e rurali) che costituisce pacchetto di forza impiegabile per periodi di tempo
limitati (in linea di massima da 1 a 3 mesi) e previo minimo preavviso (24- 48 ore).
Le C.I.O. intervengono, su ordine del Comando Generale, a supporto dei reparti stanziali
di una o pi province al fine di prevenire attraverso una pi intensa e visibile attivit di
controllo del territorio la recrudescenza di specifici fenomeni criminosi quali rapine
gravi, estorsioni, attentati dinamitardi ed incendiari, contrabbando, sfruttamento della
prostituzione, limmigrazione clandestina, ecc., ovvero il verificarsi di episodi delittuosi di
particolare gravit quali omicidi, sequestri di persona, atti di eversione o terrorismo, ecc.
Le unit, nel contesto di mirate pianificazioni predisposte dai Comandanti Provinciali
competenti per territorio, effettuano pattugliamenti, posti di blocco e di controllo lungo gli
assi viari di principale interesse, rastrellamenti di aree rurali, perquisizioni locali e
domiciliari anche per blocchi di edifici, ecc..

21
(c) 4 Reggimento Carabinieri a Cavallo3
Il Reggimento, retto da un Colonnello che assolve le funzioni di comandante di corpo,
raccoglie il patrimonio delle nobili tradizioni della Cavalleria italiana e provvede alla
formazione del personale della specialit da impiegare:
in servizi preventivi e repressivi in talune zone del Paese contro particolari forme di
criminalit (banditismo, associazioni criminali, ecc.) che agiscono in zone impervie;
in servizi di perlustrazione a scopo preventivo;
nel noto carosello equestre che in innumerevoli occasioni ha riscosso plausi in
Italia ed all'estero, fornendo dimostrazioni di alto livello di addestramento nel settore
ippico.
Il personale a cavallo partecipa, altres, ai concorsi ippici nazionali ed internazionali.
Il reparto, che dal 20 ottobre 2007 ha assunto lattuale denominazione, ha sede a Roma,
nella caserma Salvo dAcquisto.
(2) 2 Brigata Mobile
E la grande unit elementare che provvede a predisporre, preparare, equipaggiare ed
addestrare i reparti destinati allimpiego nelle operazioni militari (servizi di ordine pubblico,
sicurezza pubblica) in Italia ed allestero e fra questi anche i reparti di polizia militare.
partecipa alle operazioni militari all'estero.
Difatti lArma dei Carabinieri partecipa alle operazioni militari allestero, nellambito delle
quali (art. 156, COM):
partecipa anche a operazioni per il mantenimento e il ristabilimento della pace e della
sicurezza internazionale, al fine, in particolare, di realizzare condizioni di sicurezza e
ordinata convivenza nelle aree d'intervento;
concorre ad assicurare il contributo nazionale alle attivit promosse dalla comunit
internazionale o derivanti da accordi internazionali, volte alla ricostituzione e al ripristino
dell'operativit dei corpi di polizia locali nelle aree di presenza delle Forze armate,
assolvendo compiti di addestramento, consulenza, assistenza e osservazione.
Per quanto attiene, pi specificamente, le funzioni di polizia militare, esse sono svolte in via
esclusiva dallArma dei Carabinieri per lEsercito, la Marina e lAeronautica (art. 90, COM).
La Brigata vi provvede a mezzo dei Reggimenti, del Reparto di Supporto Logistico e del
Centro di Addestramento (S. Piero a Grado - PI) dipendenti.
Istituita a Livorno il 15 settembre 2001 comprende:

(a) Gruppo Intervento Speciale (G.I.S)4 (art. 37 e 175, COM)


Costituito nel 1978, ha sede a Livorno.
E preposto alla risoluzione di:
interventi speciali di polizia su richiesta del Ministero dellInterno;
attivit operativa ad elevato rischio per lo svolgimento di interventi risolutivi e
supporto dellArma territoriale.
Le azioni speciali che possono essere assegnate al G.I.S. sono:
interventi in occasione di dirottamenti aerei;
liberazione di ostaggi;
A questi compiti, che potremmo definire principali, se ne aggiungono altri, quali:

3
Rientra tra i Reparti/Unit per esigenze specifiche di cui allart. 175 del D.Lgs. 66/2010
4
Rientra tra i Reparti/Unit per esigenze specifiche di cui allart. 175 del D.Lgs. 66/2010

22
il supporto ai reparti territoriali in occasione di importanti operazioni di Polizia;
la ricerca e sperimentazione di armi ed equipaggiamenti speciali;
l'addestramento e la qualificazione di personale incaricato di svolgere compiti di
protezione a persone e vigilanza a particolari obiettivi.
Dipendenze:
dimpiego: dalla 2^ Brigata Mobile;
operativa d'emergenza: dal Capo di Stato Maggiore del Comando Generale.

(b) 1 Reggimento Carabinieri Paracadutisti Tuscania5 (art. 37 e 175, COM)


Inquadrato fino al marzo 2001 nella Brigata Folgore dellEsercito, caratterizzato da un
altissimo livello di specializzazione e da spiccata flessibilit operativa, svolge:
compiti propri delle unit paracadutiste con partecipazione ad operazioni militari
fuori area;
compiti di sicurezza nei confronti del personale e delle sedi diplomatiche allestero in
situazioni demergenza;
concorso alle operazioni contro la criminalit organizzata condotte dallArma
territoriale;
addestramento tecnico-tattico di personale dellArma.
erede del I Battaglione Carabinieri paracadutisti, costituito a Roma il 1 luglio 1940 ed
impiegato nel 1941 in Africa Settentrionale, dove si distinse nella difesa del villaggio G.
Berta, importante nodo di comunicazioni provenienti dal deserto libico (Medaglia
dArgento al Valor Militare alla Bandiera dellArma).
Retto da un Colonnello, si articola in:
un Battaglione paracadutisti su 3 compagnie;
un Comando;
una Compagnia Comando e Servizi;
un Reparto Addestramento.
Il Reggimento ha sede a Livorno.
(c) il 7 Reggimento Carabinieri Trentino Alto Adige, con sede a Laives (BZ), con un
Battaglione in sede.
(d) il 13 Reggimento Carabinieri Friuli Venezia Giulia, con sede a Gorizia, con un
Battaglione in sede.
(e)
c. Divisione Unit Specializzate Carabinieri
La Divisione Unit Specializzate, con sede a Roma, costituita da reparti altamente qualificati, che,
inseriti in vari Dicasteri/Enti e posti alle dipendenze funzionali dei rispettivi Ministri/Responsabili,
operano per la salvaguardia di interessi collettivi particolarmente sensibili.
Dalla Grande Unit dipendono:

5
Rientra tra i Reparti/Unit per esigenze specifiche di cui allart. 175 del D.Lgs. 66/2010

23
COMANDO CARABINIERI TUTELA PATRIMONIO CULTURALE

COMANDO CARABINIERI BANCA D'ITALIA

COMANDO CARABINIERI ANTIFALSIFICAZIONE MONETARIA

COMANDO CARABINIERI PER LA TUTELA DELLA SALUTE

COMANDO CARABINIERI POLITICHE AGRICOLE E ALIMENTARI

COMANDO CARABINIERI PER LA TUTELA DEL LAVORO

RAGGRUPPAMENTO CARABINIERI INVESTIGAZIONI SCIENTIFICHE

COMANDO CARABINIERI PER LA TUTELA DELLAMBIENTE

RAGGRUPPAMENTO AEROMOBILI CARABINIERI

(1) Comando Carabinieri Tutela Patrimonio Culturale (T.P.C.)


(a) Generalit
Il patrimonio culturale costituito dai beni immobili e mobili, naturali o prodotti
dell'opera umana, qualificati da un interesse artistico o storico, che, per i loro requisiti,
offrono alla comunit sociale ed all'individuo un godimento ed un arricchimento spirituale.
Tali beni comprendono le bellezze naturali, le opere umane della preistoria e delle
primitive popolazioni, i beni che sono testimonianza delle civilt che hanno avuto lItalia
come sede o campo d'azione (civilt greca, etrusca, latina, romana ecc.).
Il compito di fare osservare le disposizioni di legge a tutela del patrimonio culturale ed
ambientale spetta, in via primaria, ai Soprintendenti ed ai Sindaci, i quali possono
richiedere lassistenza e lintervento degli ufficiali di P.G (6) .
Nel luglio del 1969 il Comando Generale dell'Arma ha istituito il Nucleo Tutela
Patrimonio Artistico (che successivamente ha assunto lattuale denominazione), allo
scopo di salvaguardare il patrimonio artistico nazionale. Il personale utilizza i pi moderni
sistemi informativi per l'archiviazione delle immagini e delle informazioni relative alle
opere d'arte che, collegati tramite rete dati al Comando Generale, consentono di
interpretare, catalogare e memorizzare su disco ottico il materiale d'interesse.
(b) Compiti
Il Comando Carabinieri Tutela Patrimonio Culturale:
ha compiti di polizia giudiziaria prevalentemente a carattere repressivo nei confronti
di reati in danno del patrimonio culturale ed artistico;
si interessa di trafugamenti, di esportazioni, di commercio illecito ecc. delle opere
d'arte e di interesse archeologico (con particolare riguardo a quelle catalogate presso

(6)
Gli ufficiali di P.G, quando risulta che vengano eseguiti scavi o saggi per scavi senza licenza o dopo che la stessa sia scaduta debbono procedere di loro iniziativa in
armonia alle norme del C.P.P..
Dellintervento dovranno, per, dare immediata comunicazione alla Soprintendenza competente.
Larresto consentito solo in flagranza nei confronti di coloro che si siano appropriati o abbiano tentato di appropriarsi degli oggetti antichi rinvenuti.

24
lIstituto Centrale per il Catalogo e la Documentazione del Ministero per i Beni e le
Attivit Culturali) di propriet dello Stato, di altri Enti pubblici, di musei e di privati.
(c) Articolazione
Il Comando Carabinieri Tutela Patrimonio Culturale articolato su:
un Comando con sede in Roma, presso il Ministero per i Beni e le attivit Culturali,
retto da un Generale Brigata che assolve le funzioni di Comandante di Corpo;
un Vicecomandante da cui dipendono 12 Nuclei TPC (Palermo da cui dipende la
Sezione di Siracusa - Monza, Venezia, Bologna, Firenze, Napoli, Bari, Torino, Genova,
Cosenza, Sassari e Ancona);
un Reparto Operativo, anchesso con sede in Roma, retto da un Ufficiale Superiore ed
articolato su un Nucleo Comando e tre Sezioni (Antiquariato, Archeologia, e
Falsificazione e Arte Contemporanea) con competenza sulle regioni Lazio e Abruzzo e
compiti di supporto ai nuclei T.P.C. sullintero territorio nazionale;
un Ufficio Comando, retto da Ufficiale Superiore, nel cui ambito sono inserite la
Sezione S.P, la Sezione Operazioni, la Squadra Servizi e la Sezione Elaborazione Dati
(S.E.D.) che cura anche la redazione della pubblicazione Arte in ostaggio bollettino
delle opere darte trafugate.
(d) Dipendenze
Opera alle dipendenze funzionali del Ministero per i Beni e le Attivit Culturali.
(2) Comando Carabinieri Banca D'Italia
(a) Generalit
Il Comando Carabinieri Banca d'Italia fu istituito il 1 Maggio 1982 per svolgere compiti
assolti in precedenza dalla Guardia di Finanza.
(b) Compiti
Il Comando:
Esercita la vigilanza sugli immobili in uso all'Amministrazione Centrale e sulle filiali
della Banca d'Italia di tutto il territorio nazionale;
assicura i necessari servizi di vigilanza e scorta al trasporto dei valori per conto del
medesimo Istituto.
(c) Articolazione
Lorganizzazione del Comando Carabinieri Banca DItalia comprende:
un Comando, retto da un Colonnello, con sede in Roma e da cui dipende:
un Ufficio Comando (retto da Ten.Col. o Magg.), articolato su una Sezione
Segreteria-Personale ed una Sezione Operazioni e Logistica;
due Ispettorati (retti da Ten.Col. o Magg.) con funzioni di consulenza tecnica:
quello per il Nord, con sede a Piacenza, da cui dipende una Compagnia formata
da 2 Sezioni di cui la prima per vigilanza e la seconda per scorte;
quello per il Centro Sud, con sede nella capitale, da cui dipendono la Compagnia
Banca dItalia di Roma e la Compagnia Banca dItalia Roma-Vermicino,
formate rispettivamente da tre sezioni, (2^-3^-4^), con compiti di vigilanza, e la
seconda da due sezioni con compiti di scorta (1^) e vigilanza (5^).
(d) Caratteristiche

25
Il Comando, gli Ispettorati e le Compagnie dipendono disciplinarmente e per limpiego
dalla Divisione Unit Specializzata Carabinieri. I Nuclei a livello provinciale (21 nel nord
e 33 nel centro sud), istituiti presso gli uffici periferici della Banca dItalia, pur
dipendendo dalle rispettive Compagnie dell'Arma territoriale, ricevono dagli Ispettorati,
nella cui area di competenza sono dislocati, direttive di carattere generale in ordine al
particolare servizio che sono chiamati a svolgere.
(3) Comando Carabinieri Antifalsificazione Monetaria
(a) Generalit
Il 19 ottobre 1992, di concerto con lIstituto di Emissione Nazionale, fu istituito il Nucleo
Operativo Antifalsificazione Monetaria alle dipendenze del Comando Carabinieri Banca
dItalia. In data 15 giugno 1999, il Reparto ha variato la denominazione in Comando
Carabinieri Antifalsificazione Monetaria.
Il Reparto retto da un Colonnello, C/te di Corpo, da cui dipendono:
un Nucleo Comando;
una Sezione Operativa.
(b) Compiti
I compiti del reparto sono:
individuazione dei flussi di falsificazione di interesse della criminalit organizzata;
attivit investigativa diniziativa e di intesa con i reparti delle organizzazioni
Territoriale e Speciale;
sviluppo di contatti e scambio informativo con gli omologhi organismi delle forze di
polizia estere specializzate nel campo della prevenzione e repressione del falso
monetario.
Inoltre, il Comando CC AFM, in qualit di reparto speciale a competenza nazionale, nel
corso delle sue attivit provvede a:
promuovere, attuare e intensificare, anche attraverso lattivit degli altri Reparti
dellArma, unadeguata azione preventiva e repressiva delle falsificazioni,
in particolare, di banconote e monete;
monitorare costantemente il fenomeno, seguendone landamento in campo nazionale;
mantenere un costante collegamento operativo con gli organismi specializzati esteri
attraverso i canali previsti;
garantire interventi qualificati nel settore addestrativo attraverso cicli di lezioni presso
le varie Scuole dellArma;
redigere, per conto dellAutorit Giudiziaria, dei reparti dellArma e delle altre Forze di
Polizia, note tecniche attestanti la falsit delle banconote sospette;
partecipare attivamente ai vari Gruppi di lavoro a livello europeo, collaborando cos
con la Commissione Europea e il Consiglio dellUnione Europea, Europol, Interpol e la
Banca Centrale Europea.
Le falsificazioni oggetto di interesse del Comando CC AFM sono quelle relative a:
banconote Euro ed estere;
monete metalliche Euro ed estere;
titoli di Stato;
titoli di credito di varia natura;
carte di credito e debito;
assegni;

26
valori bollati;
carte valori;
documenti.
(4) Comando Carabinieri per la Tutela della Salute
(a) Generalit
Il 15 ottobre 1962, previe intese tra il Ministero della Sanit, il Ministero della Difesa ed il
Comando Generale dellArma, furono istituiti i N.A.S. (Nuclei Antisofisticazioni).
Il 1 luglio 1996 il reparto, a seguito della fusione con il Comando Carabinieri Antidroga,
fu elevato a Comando Carabinieri per la Sanit ed il 1 ottobre 2005 ha assunto lattuale
denominazione. Il Comando ha compiti di prevenzione e repressione dei reati comunque
attinenti la tutela della salute pubblica, agisce d'iniziativa ed a supporto dell'attivit
operativa degli altri reparti dellArma. Il Comando Carabinieri per la Tutela della Salute
opera su tutto il territorio nazionale.
(b) Compiti
Il personale posto alle dipendenze funzionali del Ministero della Salute, esercita funzioni
di controllo e vigilanza igienico-sanitaria con interventi operativi a tutela dellinteresse
nazionale per quanto concerne:
la produzione e commercio legale delle sostanze stupefacenti e psicotrope in campo
nazionale per la preparazione di specialit farmaceutiche;
repressione del commercio, detenzione abusiva e spaccio di sostanze stupefacenti e
psicotrope in campo nazionale ed internazionale;
repressione di attivit illecite in materia sanitaria;
accertamenti ed indagini su tutto il territorio nazionale in esecuzione dei poteri di
vigilanza e controllo attribuiti al Ministero della Salute;
indagini di settore in materia di prevenzione e repressione delle frodi e delle
sofisticazioni degli alimenti e delle bevande.
Il Ministero della Salute si avvale, inoltre, del Comando Carabinieri per la Tutela della
Salute per:
attivit di controllo e di vigilanza sulla produzione e commercializzazione autorizzata
di sostanze stupefacenti;
attivit connesse al trattamento di tossicodipendenti.
Allo scopo di poter impiegare i N.A.S. anche per la prevenzione delle violazioni di natura
amministrativa, il Dicastero con:
Decreto 26 febbraio 2008 Riordino del Comando per la tutela della salute ha rivisto
lorganizzazione, lorganico ed i compiti;
Decreto lgs. N 502/1992, ha disposto che il personale sia preposto anche ai controlli
tesi a verificare la qualit dell'assistenza sanitaria dei cittadini.
A tal fine il Comando CC per la Tutela della Salute pu procedere, in qualunque
momento, anche a mezzo dei competenti comandi territoriali dellArma, ad ispezioni e
prelievi di campioni negli stabilimenti ed esercizi pubblici dove si producono, si
conservano in deposito, si commercializzano, e si consumano le predette sostanze, nonch
negli scali aeroportuali, marittimi, ferroviari e sui mezzi di trasporto in genere. Gli esami e
le analisi dei campioni sono eseguiti presso i laboratori delle ASL o presso le strutture
specializzate di investigazioni scientifiche dellArma.
Ai fini della vigilanza sulle attivit finalizzate al trattamento dei tossicodipendenti, il
Comando CC per la Tutela della Salute pu procedere, su richiesta del Ministro, ed anche

27
con il supporto dei competenti Comandi territoriali dellArma, ad ispezioni e verifiche
nelle aree e negli edifici dove vengono svolte attivit di recupero e trattamento dei
tossicodipendenti. In atto, il Reparto svolge vigilanza igienico-sanitaria (d'iniziativa, su
richiesta del Ministero e dei reparti dellArma nonch su segnalazione dei cittadini) su 18
settori merceologici e sulle strutture socio sanitarie (ospedali, case di cura private, case di
cura per anziani, comunit terapeutiche). Di particolare rilievo il fatto che nell'ambito
della Comunit Europea non esistono organismi similari ai Nuclei Antisofisticazione e
Sanit, per cui gli Stati Membri si avvalgono, per combattere le sofisticazioni alimentari,
di Agenzie o Servizi Repressioni Frodi.
(c) Articolazione
L'organizzazione del Comando Carabinieri per la Tutela della Salute comprende:
un Comando con sede in Roma, retto da un Generale di Divisione/Brigata, che assolve
le funzioni di Comandante di Corpo;
un Ufficio Comando, retto da Ten.Col./Magg.;
un Vice Comandante (Colonnello) dal quale dipendono:
un Reparto Analisi;
tre Comandi di Gruppo Carabinieri per la Tutela della Salute, retti da ufficiali
superiori (Ten.Colonnello/Maggiore), dislocati a Milano, Roma e Napoli, con
rispettiva competenza su Nord, Centro e Sud dItalia;
38 Nuclei Antisofisticazione e Sanit, al comando di Ufficiali
subalterni/Marescialli, dislocati nei centri di maggiore interesse industriale e
commerciale ed aventi giurisdizione regionale od interprovinciale (MI -BS-CR-
TO-AO-AL-GE-PD-UD-TV-TN-RM-BO-PR-AN-FI-LI-PG-CA-SS-LT-VT-
NA-SA-CE-BA-TA-LE-FG-PE-CB-CZ-PZ-PA-CT-RG-CS-RC).
(d) Dipendenze
Il Comando Carabinieri per la Tutela della Salute opera alle dipendenze funzionali del
Ministero della Salute.
(5) Comando Carabinieri Politiche Agricole e Alimentari.
La legge 4 dicembre 1993, n. 491 ha istituito un Reparto Operativo Carabinieri posto alle
dipendenze funzionali del Ministero delle Politiche Agricole e Forestali. Il Reparto ha assunto
successivamente la denominazione di Comando Carabinieri Tutela Norme Comunitarie e
Agroalimentari e in data 20.08.2001 lattuale.
Il reparto ha il compito di:
svolgere controlli straordinari nel settore dei reati in danno della Unione Europea,
commessi da parte di soggetti che percepiscono contributi comunitari nel settore
agroalimentare, della pesca e acquacoltura;
concorrere allattivit di controllo per la prevenzione e la repressione delle frodi nel settore
agroalimentare, dintesa con lIspettorato Centrale Repressione Frodi;
concorrere allattivit di controllo sotto il profilo quantitativo e qualitativo, sugli aiuti
alimentari ai Paesi in via di sviluppo.
Il Comando, operante alle dipendenze funzionali dal Ministero per le Politiche agricole e
Forestali e retto da un Colonnello, ha sede a Roma e si articola su:
Vice Comandante da cui dipendono tre Nuclei Antifrodi con sedi a Parma, Roma e Salerno;
un Nucleo Comando;
un Nucleo di Coordinamento Operativo, a livello centrale, per la gestione del numero verde,
degli apparati telefonici, della banca dati e dei materiali speciali.

28
Un Ufficiale del Comando operativo in seno alla Unit Agricoltura della Divisione
Investigazioni e Operazioni dellOLAF (Ufficio Europeo per la Lotta Antifrode), con il
compito di assicurare il costante scambio informativo con gli organismi comunitari
specializzati.
(6) Comando Carabinieri per la Tutela del lavoro
E' stato istituito nel 1995 ed ha dipendenza funzionale dal Ministero del Lavoro e delle
Politiche Sociali.
Ha assunto lattuale denominazione in data 20 aprile 2006 e si articola su:
un Comando, con sede a Roma presso il Ministero, retto da Col./Ten.Col.;
un Nucleo Comando;
un Vice Comandante (Ten.Col./Magg.) dal quale dipendono:
una Sezione Analisi, operante nelle sede centrale;

4 Gruppi CC Tutela del lavoro (Milano, Roma, Napoli e Palermo), da cui dipendono 101
Nuclei CC tutela del lavoro, dislocati, di massima, sino a livello provinciale presso le
Direzioni Provinciali del Lavoro Servizio Ispezione del Lavoro.
(a) Compiti
Vigilanza sullapplicazione delle leggi relative al lavoro, alla previdenza ed allassistenza
sociale.
Il suddetto Ministero, con Decreto del 16-01-1995, ha attribuito al personale del Comando
Carabinieri i poteri ispettivi di vigilanza e controllo sulla legislazione sociale, di cui
allart. 1 co. 10 del D.L. 9-12-1994 N 664, necessari per l'assolvimento dei particolari
compiti.
(7) Raggruppamento Carabinieri Investigazioni Scientifiche
(a) Generalit
Il 15 dicembre 1955 fu costituito in Roma il Gabinetto Centrale di documentazione e di
indagini tecnico-scientifiche dellArma dei Carabinieri.
Il 25 novembre 1965 acquis la denominazione di Centro Carabinieri Investigazioni
Scientifiche e fu trasferito presso la caserma Podgora.
Nel novembre 1976 il Reparto fu trasferito presso la Scuola Ufficiali dei Carabinieri e dal
2003 presso la caserma S.DAcquisto di Tor di Quinto.
Il 1 ottobre 1998 ha acquisito lattuale denominazione.
Il Raggruppamento Carabinieri Investigazioni Scientifiche (Ra.C.I.S.):
una struttura tecnico-operativa istituita ed organizzata al fine di soddisfare le esigenze
di indagine scientifica richieste dalla magistratura e/o dai comandi e reparti dellArma,
nellambito dellattivit di Polizia Giudiziaria o di particolari altri compiti di Istituto;
dotato di personale specializzato e di sofisticate attrezzature tecniche, tenute
costantemente aderenti al livello pi avanzato dei sistemi scientifici in continua
evoluzione.
(b) Articolazione
Il Raggruppamento Carabinieri Investigazioni Scientifiche, diretto da un Generale di
Brigata, si articola in:
Ufficio Comando (Sez.Pers.; Sez. Add. e Oper.; Sez. Log.);
Reparto Addestramento (Nucl. C/do; Sez. Corsi) preposto alla formazione e alla
qualificazione del personale nel settore delle investigazioni scientifiche;

29
Reparto Tecnico nel cui ambito sono inserite due Sezioni che curano le attivit di
sperimentazione e controllo qualit;
Reparto Analisi Criminologiche (Sez. analisi; Sez. Psicologia; Sez. Atti Persecutori)
preposto alla attivit di supporto alle indagini, mediante la ricerca di elementi di
connessione/analogia con altri fatti delittuosi, valutazione del profilo psicologico degli
autori dei delitti ed effettuazione di studi e ricerche sulle tecniche di esame della scena
del crimine (metodologie e tecniche esecutive);
Reparto CC Investigazioni Scientifiche di Roma;
Reparto CC Investigazioni Scientifiche di Messina;
Reparto CC Investigazioni Scientifiche di Parma;
Reparto CC Investigazioni Scientifiche di Cagliari;
29 Sezioni Investigative Scientifiche, dipendenti dal Raggruppamento sotto il profilo
tecnico-scientifico e addestrativo, ma inquadrate nei Nuclei Investigativi dei
competenti Comandi Provinciali sotto il profilo disciplinare e dimpiego.
A decorrere dal 1 novembre 2006 stato istituito, all'interno del Raggruppamento
Carabinieri Investigazioni Scientifiche, un Reparto Tecnologie Informatiche, articolato su
una Sezione Telematica e una Sezione Informatizzazione e Ricerca scientifica. Il Reparto:
effettua indagini tecnico-scientifiche sul materiale ad alta tecnologia (estrazione dei
dati da PC o memorie di massa, decriptazione di dati cifrati o file protetti da password,
etc.), a supporto delle attivit di indagine svolte dai vari reparti dell'Arma;
soddisfa le esigenze di ricerca scientifica nel settore delle tecnologie informatiche;
provvede alla creazione, gestione ed aggiornamento delle banche dati tecnico-
scientifiche del Raggruppamento.
Allinterno del Raggruppamento si trova anche il Reparto di Dattiloscopia Preventiva, che
dal 2006 collegato in rete ISDN allAFIS e soddisfa le esigenze di identificazione per i
Reparti dellArma dei Carabinieri a livello nazionale.
I Reparti Investigazioni Scientifiche si articolano su una Sezione Personale e
Addestramento e varie Sezioni Operative che curano i seguenti settori: Chimica, Esplosivi
e Infiammabili, Balistica, Biologia, Grafica, Impronte, Fotografie, Fonica ed Audiovideo.
Solo presso il R.I.S. di Roma esiste la Sezione Grafica e Fotografia (anzich Grafica), la
Sezione Impronte (anzich Impronte e Fotografia), la Sezione Fonica e Audio-video.
(c) Compiti
Il Raggruppamento Investigazioni Scientifiche di Roma cura:
nellambito territoriale dei Comandi Interregionali Podgora e Ogaden lesame
scientifico dei reperti trasmessi dai vari organi di P.G. e dallA.G., eccezionalmente da
altri Enti dello Stato e/o rilevati direttamente;
in ambito nazionale lesame di quei reperti da sottoporsi ad accertamenti, cosiddetti di
3 livello, non esperibili dai Reparti di Parma, Messina e Cagliari;
la consulenza tecnico-scientifica per il Comando Generale dellArma;
la ricerca di nuovi e pi avanzati sistemi di investigazione, apparecchiature e
materiali, in relazione allo sviluppo della scienza, della tecnologia e del modus
operandi della criminalit;
sviluppo ed aggiornamento dottrinale delle tecniche di P.G.;
concorso allattivit formativa, nel particolare settore, presso gli istituti distruzione
dellArma, nonch del personale dellorganizzazione territoriale ( stata prevista la
specializzazione di un Ispettore o Sovrintendente a duplice incarico- addetto ai

30
rilievi tecnici e repertamento presso ciascuna Aliquota Operativa delle Compagnie
distaccate al fine di incrementare le autonome capacit di intervento);
contatti e relazioni con gli organi similari italiani e stranieri. Il Ra.C.I.S. nel contesto
europeo e membro fondatore dellENFSI-European Network of Forensic Science
Institutes-, organismo internazionale che:
riunisce gli Istituti Forensi afferenti a 18 Paesi europei;
ha lo scopo di promuovere, nello specifico settore delle scienze forensi, la
cooperazione tra i Paesi membri attraverso la discussione delle problematiche
inerenti le varie branche della criminalit e lo scambio di informazioni circa i
metodi analitici, le procedure di controllo della qualit, laddestramento ed i
programmi di ricerca scientifica.
Il Ra.C.I.S. sviluppa tra laltro gli aspetti tecnici connessi con lattivit degli specializzati
nel settore rilievi tecnici, artificieri - antisabotaggio e analisi sostanze stupefacenti, che
costituiscono le Sezioni Investigative Scientifiche. I Reparti CC Investigazioni
Scientifiche di Messina, di Parma e di Cagliari curano rispettivamente nellambito
territoriale dei Comandi Interregionali Culqualber, Pastrengo, Vittorio Veneto ed in
ambito Legione Carabinieri Sardegna, lesame dei reperti trasmessi dai vari organi di P.G.
e dallA.G., eccezionalmente da altri Enti dello Stato e/o rilevati direttamente.
Nellambito del Ra.C.I.S. stata istituita una unit tecnico-scientifica per il
riconoscimento delle vittime in caso di grandi disastri. LUnit, denominata Nucleo per
lidentificazione di Vittime di Disastri fornir, alloccorrenza, supporto ai reparti
territoriali con proprio personale specializzato (psicologi, medici legali).
(8) Comando Carabinieri per la Tutela dellAmbiente
(a) Generalit
Il Nucleo Operativo Ecologico dei Carabinieri stato istituito 1'1.12.1986 in ossequio
all'art. 4 della Legge 8.7.1986, n. 349. In data 23 aprile 2001 ha assunto la denominazione
di Comando Carabinieri per la Tutela dellAmbiente.
(b) Compiti
Il reparto esercita la vigilanza, la prevenzione e la repressione per quanto attiene alla
tutela dell'inquinamento atmosferico, idrico ed acustico, alla salvaguardia del patrimonio
naturale, alla tutela dell'equilibrio ecologico ed a quant'altro il Ministro dell'Ambiente e
Tutela del Territorio ritenga necessario per lassolvimento delle funzioni attribuitegli
dalla legge. Ai sensi dellart.8 del D.lgs 22/1997 il personale del N.O.E. ha acquisito il
potere ispettivo per effettuare ispezioni e verifiche necessari allespletamento delle
funzioni di cui all8 della L.349/86. Non ha attribuzioni di natura tecnica (per queste viene
supportato dal S.S.N., dallA.N.P.A., dal Ra.C.I.S.).
(c) Articolazione
Il Comando Carabinieri per la Tutela dellAmbiente articolato su:
un Comando con sede in Roma presso il Ministero dell'Ambiente e Tutela del
Territorio, retto da un Generale di Brigata dellArma, che assolve le funzioni di
Comandante di Corpo;
un Vice Comandante (Col.) dal quale dipendono, oltre al Reparto Operativo anche, per
il tramite di tre Gruppi (Treviso, Roma, Napoli), 29 Nuclei Operativi (Genova,
Bologna, Udine, Ancona, Pescara, Firenze, Venezia, Cagliari, Napoli, Caserta, Bari,
Potenza, Reggio Calabria, Palermo, Milano, Torino, Roma, Treviso, Brescia,
Alessandria, Trento, Perugia, Sassari, Campobasso, Grosseto, Salerno, Lecce,
Catanzaro e Catania);

31
un Ufficio Comando (Sez. Pers.; Sez. Oper.e Logistica; Squadra servizi) retto da Ten.
Col./Magg.;
un Reparto Operativo, retto da Ten. Col., con sede a Roma e competenza sullintero
territorio nazionale, da cui dipendono:
una Sezione Operativa Centrale;
una Sezione inquinamento da sostanze radioattive;
una Sezione sullinquinamento atmosferico, industrie a rischio e ARS (Acqua,
Rifiuti e Suoli);
una Sezione analisi con compiti di elaborazione dei flussi informativi;

un Centro di elaborazione dati.


(d) Dipendenze
Il Comando Carabinieri per la Tutela dellAmbiente opera alle dipendenze funzionali del
Ministero dell'Ambiente e Tutela del Territorio.
(9) Raggruppamento Aeromobili Carabinieri(7)
Con limmissione sulla linea di volo degli aeroplani Piaggio P180 stata determinata la
revisione ordinativa del Raggruppamento Elicotteri Carabinieri con la conseguente
ridenominazione in Raggruppamento Aeromobile Carabinieri.
Il RAC dislocato presso laeroporto di Pratica di Mare. Assolve compiti di carattere
concettuale ed organizzativo per gli aspetti addestrativi, operativi, tecnico logistici propri e dei
Reparti dipendenti, nonch assolve a quelli di carattere esecutivo al proprio livello. Oltre
all'ordinaria attivit di comando, il REC esercita la direzione tecnico-funzionale nei confronti
dei Nuclei dipendenti, curando che gli stessi si attengano ai criteri d'impiego, verifica la
fattibilit tecnica delle missioni, assicura la disponibilit presso i reparti della copertura
organica degli aeromobili, assicura il sostegno logistico ai NEC per gli aeromobili ed i supporti
a terra. Dal Comandante del RAC (Gen. B./Col.) dipendono:
Capo di Stato Maggiore, cui ricondurre gli Uffici dello SM;
Reparto Addestramento;
Servizio amministrativo;
Ufficio Sicurezza del Volo;
Reparto Supporto;
Reparto Elicotteri, alle cui dipendenze c 1 Nucleo Elicotteri;
Reparto Aeroplani, alle cui dipendenze c 1 Nucleo Aeroplani.
(a) Nuclei Elicotteri
I 14 Nuclei Elicotteri Carabinieri (NEC), che garantiscono la copertura operativa del
territorio nazionale in tempi di intervento contenuti in 30 minuti, sono comandati da
Tenente Colonnello/Maggiore/Capitano (pilota) e costituiscono le unit operative
elementari, cui attribuita una fisionomia organizzativa che li rende autonomi dal punto di
vista tecnico (manutenzione di 1 livello) e logistico. Operano in relazione alle direttive
tecnico-funzionali del RAC ed in base alle esigenze operative dei diversi Comandi
Territoriali, ubicati nel territorio di competenza. Sono collegati alla "Sala Situazione" del
RAC tramite una rete multimediale che monitorizza su scala nazionale il movimento dei
singoli aeromobili e ne consente la puntuale gestione.
Compiti dei NEC
ricognizione;

(7)
Rientra tra i Reparti/Unit per esigenze specifiche di cui allart. 175 del D.Lgs. 66/2010.

32
aerocooperazione;
trasporto;
soccorso.
Dipendenze
Disciplina, impiego, addestrativa, tecnica e logistica dal Raggruppamento Aeromobili
Carabinieri.
Configurazione ordinativa dei NEC
Sono comandati da Magg./Cap., da cui dipendono:
Nucleo Comando;
Sezione Operazioni;
Sezione Tecnica.
Criteri di impiego
Il Comando Generale dispone:
il trasporto di Autorit di Governo che dovranno, comunque, prospettare lesigenza
direttamente alla Presidenza del Consiglio dei Ministri;
le missioni di volo per situazioni di emergenza o di crisi di importanza nazionale;
le missioni di volo a seguito di richieste derivanti dalla linea addestrativa.
I Comandi Legione:
pianificano periodicamente le missioni di perlustrazione aerea;
autorizzano leventuale imbarco di autorit locali, magistrati e funzionari dello
Stato per finalit di pubblico interesse.
I Comandi della linea Territoriale o Speciale (da Interregionale a Provinciale o
paritetico) possono inoltrare ai Nuclei del territorio di competenza le richieste di
missione, mentre i rimanenti reparti possono avanzare direttamente richieste di
supporto aereo allemergenza o quando necessario.
d. Raggruppamento Operativo Speciale (R.O.S.)
(1) Compiti
Il Raggruppamento Operativo Speciale stato istituito nel 1990 in attuazione del Decreto
Legge n.234/1990 emanato dal Governo per fronteggiare con maggiore incisivit lemergenza
della criminalit organizzata. Retto da un Gen. D. /Gen. B. si articola su un:
Vice Comandante (Col.), da cui dipendono:
un Servizio Centrale che comprende:
I Reparto Investigativo su due Sezioni;
II Reparto Investigativo su due Sezioni;
III Reparto su due Sezioni;
5 Reparti Anticrimine (Milano, Roma, Napoli, Reggio Calabria, Palermo), 18 Sezioni, 1
Nucleo;
Ufficio Comando (Ten.Col./Magg.), articolato su 3 sezioni (S.P., Add.to e Logistica) e un
Nucleo Servizi;
Reparto Indagini Tecniche suddiviso in 3 sezioni;
Reparto Antieversione, articolato su 3 Sezioni;
Reparto Crimini Violenti, articolato su 2 Sezioni.
Esso svolge attivit di contrasto alla criminalit organizzata comune, a quella eversiva e
terroristica, ed esercita, a tal fine, la direzione tecnico-funzionale nei confronti di

33
Reparti/Sezioni/Nuclei Anticrimine, che costituiscono Servizi Interprovinciali dellArma dei
Carabinieri, svolgendo i relativi compiti esclusivamente in relazione ai delitti di cui agli artt.
416 bis e 630 del Codice Penale, nonch per i delitti di cui allart. 74 del Testo Unico
approvato con D.P.R. 309/1990 (stupefacenti).
(2) Dipendenza d'impiego e disciplinare
Dal Comando Unit Mobili e Specializzate Carabinieri " Palidoro ".
Il flusso delle comunicazioni relative al settore operativo e logistico si sviluppa direttamente
con il Comando Generale e, per conoscenza, con il Comando Unit Mobili e Specializzate
Carabinieri "Palidoro".
e. Comando Carabinieri Ministero Affari Esteri
Istituito in Roma nel 1958 presso il Palazzo della Farnesina, svolge compiti di vigilanza presso il
Ministero ed alcune sedi delle Rappresentanze Diplomatiche italiane allestero.
Le sedi estere a maggior rischio, peraltro, vengono temporaneamente rinforzate, a richiesta del
Dicastero, con altri militari tratti anche dal 1 Reggimento Carabinieri Paracadutisti Tuscania.
Il Comando, retto da un Gen. D., si articola in:
Ufficio Comando, retto da Ten.Col. che assume anche la funzione di Vice C/te, su due Sezioni
(Segreteria e Personale; Operazioni e Logistica);
Reparto Sicurezza e Vigilanza, retto da Ten.Col., su due Sezioni (Sede; Estero).
(a) Compiti
ordinari: sicurezza e vigilanza (sede della Farnesina e Villa Madama);
straordinari: di protezione, effettuata da personale del 1 Rgt paracadutisti Tuscania
nei confronti di ambasciatori e personale diplomatico;
eventuali: servizi di Cifra; missioni tecnico operative di breve durata missioni a carattere
internazionale derivanti da obblighi dellItalia nel quadro di programmi dintervento
nellambito ONU, NATO, UE e bilaterali.
f. Centro di Eccellenza per le Stability Police Units (CoESPU)
stato attivato, il 1 marzo 2005, nella caserma Chinotto di Vicenza, sulla base degli impegni
assunti nel vertice G8 di Sea Island del giugno 2004, ove si concordato di addestrare circa 75.000
unit (il 10% delle quali appartenenti a Forze di polizia), provenienti in via prioritaria dal
continente africano, da impiegare nelle missioni di peace keeping. Il progetto, fortemente sostenuto
dagli USA, stato affidato allArma dei Carabinieri in relazione alla consolidata
esperienza maturata nello specifico settore. Il Centro di Eccellenza per le Stability Police Units,
retto da un Generale di Divisione o Brigata CC, quale assetto nazionale aperto alla partecipazione di
altri Paesi:
centro di alti studi, polo dottrinale, centro addestrativo sotto il patrocinio del Dipartimento per
le operazioni di pace delle Nazioni Unite diretto a perfezionare le capacit delle
forze assimilabili a Carabinieri e Gendarmeria;
ha il compito di sviluppare la dottrina e le procedure operative ordinarie per limpiego delle
forze assimilabili ai Carabinieri nel corso di peace support operations;
interagisce con tutte le componenti istituzionali in grado di fornire il proprio apporto nello
specifico settore, nonch con gli istituti accademici e di ricerca nazionali ed esteri, con i centri di
ricerca militari e con il Quartier Generale della Forza di Gendarmeria Europea;
fornisce i pacchetti addestrativi per gli Ufficiali Superiori/Ufficiali di Stato Maggiore e
Quadri Intermedi/Comandanti di Squadra, che avranno il compito di fungere a loro volta da
istruttori nei Paesi di provenienza. Il COESPU, costituito quale Ente Amministrativo,

34
garantisce, attraverso i propri organi esecutivi, il sostegno tecnico, logistico ed amministrativo del
Quartier Generale della Forza di Gendarmeria Europea, ubicato nella stessa sede.

6. Reparti per esigenze specifiche


Alcuni reparti, non compresi tra quelli inquadrati nellambito delle organizzazioni sin qui esaminate,
sono istituiti presso organismi o enti vari per lespletamento di specifiche attivit (art. 175 del D.Lgs.
66/2010). Tra questi, oltre a quelli gi trattati in precedenza (Raggruppamento Aeromobili Carabinieri,
Unit navali, Reggimento Carabinieri a Cavallo, G.I.S. e 1 Reggimento Carabinieri paracadutisti
Tuscania):
a. Reggimento Corazzieri
La costituzione dei Corazzieri risale al 1868 quando, in occasione delle nozze del Principe
Umberto, fu costituita in Firenze (allora capitale) una scorta donore al corteo reale. Tale reparto,
che fu poi trasferito a Roma, assunse nel tempo varie denominazioni ed ultima quella di
Carabinieri Guardie del Re fino a che rimase la Monarchia. Con lavvento della Repubblica fu
trasformato in 3 Squadrone Carabinieri a cavallo ed il 1 agosto 1965 assunse la denominazione di
Comando Carabinieri Guardie del Presidente della Repubblica. Il 24 dicembre 1992 ha assunto
lattuale denominazione. Al reparto sono affidati i servizi di guardia e scorta donore al Capo dello
Stato, nonch quelli di sicurezza e rappresentanza allinterno del Palazzo del Quirinale.
Il Reparto si articola in:
Comandante (Colonnello);
Ufficio Comando;
Gruppo Squadroni (con due Squadroni montati);
Reparto Comando;
Reparto di Sicurezza (con Nuclei "operativo", vigilanza e di "protezione");
Servizi Amministrativo, Sanitario e Veterinario.
Il Reggimento dipende dallUfficio del Consigliere per gli Affari Militari.
b. Reparti per le esigenze degli Organi Costituzionali o a rilevanza costituzionale
(1) Reparto Carabinieri Presidenza della Repubblica
Svolge, unitamente al Reggimento Corazzieri, i servizi di sicurezza e scorta ravvicinata a
favore del Presidente della Repubblica negli spostamenti in territorio nazionale ed allestero,
nonch dei Capi di Stato esteri durante le visite ufficiali in Italia. inserito nella
Sovrintendenza Centrale dei Servizi di Sicurezza della Presidenza della Repubblica.
(2) Comando Carabinieri Senato della Repubblica, Comando Carabinieri Camera dei
Deputati, Comando Carabinieri Corte Costituzionale, Comando Carabinieri C.N.E.L. e
Comando Carabinieri Corte dei Conti che assolvono compiti di vigilanza e sicurezza alle
sedi istituzionali.
c. Banda dellArma dei Carabinieri
Gi Fanfara e poi Musica, fu istituita come Banda dalla Legione Allievi Carabinieri nel 1920 e
nel 1928 assunse la denominazione di Banda dellArma dei Carabinieri Reali.
Dopo il secondo conflitto mondiale assunse lattuale denominazione.
Ha sede in Roma presso la Legione Allievi Carabinieri.

7. Reparti che svolgono compiti di polizia militare e di sicurezza a favore delle Forze
Armate
a. Generalit

35
Le funzioni di polizia militare, svoltae in via esclusiva dallArma dei Carabinieri (art. 90 D.Lgs.
66/2010), sono assicurate:
dalle unit in servizio presso comandi e reparti delle Forze Armate italiane nonch presso gli
organismi previsti da accordi NATO o bilaterali Italia - USA;
dal personale addetto allAutorit Giudiziaria Militare.
In particolare sul territorio nazionale:
a livello centrale operano:
Reparto Carabinieri Difesa Gabinetto;
Reparto Carabinieri Stato Maggiore Difesa;

Compagnia Carabinieri Raggruppamento Unit Difesa. Il Raggruppamento Unit Difesa


(RUD) stato costituito il 1 ottobre 1984 dal Ministro della Difesa e posto, ai
fini dellimpiego, alla esclusiva dipendenza dellAutorit per le Informazioni e la Sicurezza
Esterna (AISE). Tale speciale unit preposta alla difesa delle installazioni e delle
infrastrutture e al supporto operativo, addestrativo e tecnico logistico dellAISE. La
Compagnia Carabinieri inserita nellorganico del RUD;
Comando Carabinieri di Polizia Militare presso SME con allinterno il Reparto Carabinieri
Segredifesa;
Comando Carabinieri per la Marina Militare;

Comando Carabinieri per lAeronautica Militare;


a livello periferico:
Sezioni e Nuclei di PM presso Comandi ed Enti dell'Esercito e dell'Area Industriale
Interforze;
presso la Magistratura Militare con personale dellArma impiegato nelle varie sedi
giudiziarie.

8. Organi interforze di Polizia Nazionali


Nellambito del Dipartimento della Pubblica Sicurezza, personale dellArma altres inquadrato in
organismi interforze di polizia nazionali. Essi sono:
Direzione Investigativa Antimafia e Centri Operativi Periferici;
Direzione Centrale per i Servizi Antidroga (Ufficiali di Collegamento);
Ufficio per il Coordinamento e la Pianificazione delle Forze di Polizia (Servizio I
Coordinamento e Pianificazione della FF.PP.; Servizio II Relazioni Internazionali; Divisione N-
SIS);
Scuola di Perfezionamento per le FF.PP..
Provvede all'espletamento di corsi di alta formazione ed aggiornamento previsti dallart. 22 della
L.1/4/1981 N121 a favore di Funzionari della P. di S., Ufficiali dei CC., della G. di F., del
Corpo della Polizia Penitenziaria e del Corpo Forestale dello Stato;
Direzione Centrale della Polizia Criminale:
Servizio Cooperazione Internazionale di Polizia;
Servizio Analisi Criminale;
Servizio Centrale di Protezione e Nuclei Operativi di Protezione dipendenti;
Servizio per il Sistema Informativo Interforze;
Ufficio Affari Generali;
Ufficio Tecnico Giuridico Contenzioso.

36
II TESI IL TRATTAMENTO ELETTRONICO DELLE INFORMAZIONI:
BANCA DATI FF.PP. SCHEDARI DI P.G.

1. Normativa
Fin dagli anni 70 le varie Forze di Polizia italiane si dotarono di sistemi informatici per
larchiviazione di dati ed informazioni utili per lattivit di polizia ma tali sistemi lavoravano
separatamente gli uni dagli altri. Tale situazione si protrasse sino al 1981, quando - in occasione della
riforma dellamministrazione della pubblica sicurezza - fu stabilito che lArma dei Carabinieri, la
Polizia di Stato e la Guardia di Finanza facessero confluire i dati e le informazioni archiviate nei loro
sistemi informatici, in un unico elaboratore comune interforze, la Banca Dati delle Forze di
Polizia.
Listituzione ufficiale di questo nuovo organo trova riscontro nella legge 1aprile 1981 nr.121 Nuovo
ordinamento dellamministrazione della pubblica sicurezza, che ne regola la dipendenza ed i
compiti.
In particolare:
la BB.DD.FF.PP. attualmente inquadrata alle dipendenze del Ministero dellInterno, Dipartimento
della Pubblica Sicurezza, Direzione Centrale Polizia Criminale Servizio per Sistema Informativo
Interforze ( originariamente era inquadrata entro lUfficio per il Coordinamento e la pianificazione
delle Forze di Polizia) ;
questo ufficio deve provvedere - tra laltro - alla classificazione, analisi e valutazione delle
informazioni e dei dati che devono essere forniti anche dalle forze di polizia in materia di tutela
dellordine, della sicurezza pubblica e di prevenzione e repressione della criminalit e loro
diramazione agli organi operativi delle suddette forze di polizia (art. 6), compiti che assolve
grazie al Centro Elaborazione Dati che costituisce il cuore della Banca Dati per le Forze di
Polizia. Questo articolo sancisce quindi lobbligo per le forze di polizia di aggiornare la banca dati,
e prevede lambito entro cui possono essere raccolti;
lart. 7 prevede lobbligo del riscontro cartaceo per i dati raccolti e le fonti da cui essi possono
provenire (documenti conservati dalla P.A., sentenze e provvedimenti dellA.G. o da indagini di
polizia). E sancito inoltre il divieto di raccogliere informazioni e dati sui cittadini per il solo fatto
della loro razza, fede religiosa od opinione politica, o della loro adesione ai principi di movimenti
sindacali....;
lart. 8 sancisce listituzione del Centro Elaborazione Dati presso il Ministero dellInterno, per
lassolvimento dei compiti sopra citati. I criteri e le norme tecniche per lattivit del C.E.D. sono
stabiliti da una Commissione Tecnica nominata dal Ministro e composta di funzionari di tutte le
FF.PP.;
lart. 9 (pi volte modificato) prevede quale personale pu accedere (venire a conoscenza) ai dati
ed alle informazioni contenute nella Banca Dati, stabilendo inoltre che le stesse possono essere
utilizzate solo per fini di tutela dellO.P. e della P.S., nonch prevenzione e repressione di reati:
ufficiali ed agenti di P.G. appartenenti alle forze di polizia (Arma dei Carabinieri, Polizia di
Stato, Guardia di Finanza, Polizia Penitenziaria e Corpo Forestale dello Stato);
ufficiali di pubblica sicurezza;
funzionari dei servizi di sicurezza;
funzionari delle prefetture addetti al rilascio della certificazione antimafia;

37
personale della Polizia Municipale in servizio di polizia stradale ed in possesso della qualifica di
agente di P.S., limitatamente al controllo dei veicoli;
autorit giudiziaria, limitatamente ai procedimenti in carico.
lart. 10 della legge, nella sua formulazione originaria, prevedeva che sullattivit della Banca Dati
fosse fatto un controllo da parte del Comitato parlamentare di controllo sui servizi segreti
(l.801/77), il cosiddetto CO.PA.CO. A seguito dellentrata in vigore della legge 31 dicembre
1996 nr.675 Tutela delle persone e di altri soggetti rispetto al trattamento dei dati personali,
lart.10 stato integralmente sostituito ed ora le funzioni di controllo sono esercitate dal Garante
per la protezione dei dati personali (c.d. Garante per la tutela della privacy). E inoltre prevista la
possibilit per il cittadino di produrre istanza allUfficio per il Coordinamento e la Pianificazione
delle FF.PP. al fine di conoscere i dati personali che lo riguardano in possesso del C.E.D..
LUfficio pu omettere in tutto od in parte la comunicazione al cittadino, se da ci possa nascere un
pregiudizio per la tutela dellO.P. e della P.S., ma in questo caso dovr informare il Garante. E
infine previsto il diritto per il cittadino di proporre ricorso al Tribunale al fine di rettificare,
cancellare od integrare dati che lo riguardano, raccolti in violazione di legge o di regolamenti;
lart. 11 prevede lemanazione di un successivo regolamento per stabilire norme di dettaglio per
lattivit del C.E.D. (poi emanato con D.P.R. 378/1982);
lart. 12 prevede le sanzioni in cui incorre il pubblico ufficiale che utilizza in modo indebito o
comunica a persone non autorizzate i dati e le informazioni contenute nella Banca Dati. Tali
sanzioni, che si applicano salvo che il fatto non costituisca pi grave reato, sono:
la reclusione da uno a tre anni per lipotesi dolosa;
la reclusione fino a sei mesi per lipotesi colposa.

a. Fonti Normative
legge 1 aprile 1981 nr.121 Nuovo ordinamento dellamministrazione della Pubblica Sicurezza;
D.P.R. 3 maggio 1982 nr. 378 c.d. Regolamento di esecuzione;
Normativa tecnica approvata con D.Min.Int. 5/2/1983;
Guida per laggiornamento e la consultazione degli schedari elettronici di polizia ed.1994, del
Comando Generale dellArma dei Carabinieri;
legge 31 dicembre 1996 nr.675 Tutela delle persone e di altri soggetti rispetto al trattamento dei
dati personali.
D.P.R. 22 giugno 2000 n.225 Regolamento recante modifiche al D.P.R. 3 maggio 1982 n.378, in
materia di accesso del personale della Polizia Municipale allo schedario dei veicoli rubati presso
il centro elaborazione dati dei Dipartimento della pubblica sicurezza;
legge 26 marzo 2001, n. 128 Interventi legislativi in materia di tutela della sicurezza dei cittadini
(c.d. pacchetto sicurezza);
D.Lgs. 30.6.2003, n. 196 Codice in materia di protezione dei dati Personali;
Decreto legge 31 marzo 2005, n. 45 Disposizioni urgenti per la funzionalit dellAmministrazione
della Pubblica Sicurezza, delle Forze di Polizia e del Corpo Nazionale dei Vigili del Fuoco
(trasferimento del CED alle dipendenze della D.C.P.C).

2. Il Progetto SDI
Il Sistema Di Indagine nasce da un ambizioso disegno di progettare un sistema interforze che permetta
di avere a disposizione ununica Banca dati dove i vari tipi di informazioni siano alimentati in un
unico formato da tutte le forze di Polizia.
Ha il grande merito di rendere omogenei i dati, di aumentare il volume delle informazioni a
disposizione, di realizzare un ambiente integrato e correlato, flessibile agli eventuali adattamenti e

38
strutturalmente e tecnologicamente molto avanzato e infine di rendere pi snelle e veloci le procedure
di aggiornamento e consultazione.
Le soluzioni proposte per la realizzazione di un siffatto sistema sono state quelle di avere a
disposizione in prima battuta una base dati molto efficiente, seguita da applicazioni efficaci, corredate,
per la buona riuscita, di una infrastruttura tecnologicamente avanzata.
La base dati scelta di tipo relazionale, che molto bene si adatta alle caratteristiche evidenziate. Per
ogni tipo di evento significativo stata quindi sviluppata lopportuna applicazione di alimentazione
dati.
Linsieme dei dati raccolti forma le comunicazioni, che sono un flusso informativo di interesse per la
Banca Dati. Le comunicazioni al loro interno trattano soggetti e/o oggetti.
I soggetti si suddividono in:
persone fisiche caratterizzate da una anagrafica e da una propria realt psicofisica;
persone giuridiche che sono delle organizzazioni stabili alle quali lordinamento riconosce capacit
giuridica.
Entrambi sono parte di un insieme organizzato di dati di interesse per le Forze di Polizia quindi
inseriti nel sistema.
Gli oggetti, invece, si suddividono in base alle proprie caratteristiche e alla propria struttura e sono
classificati nelle seguenti categorie:
documenti;
titoli/effetti;
banconote;
armi;
veicoli o targhe.
Non tutti gli oggetti per possono essere compresi nella Banca Dati. Il sistema, infatti, non permette
linserimento di oggetti che non siano unici, cio caratterizzati da un numero di matricola, di
registrazione o di emissione che li rende inconfondibili (es.: la matricola delle armi, il numero di telaio
delle automobili, le targhe di veicoli, il numero dei documenti, ecc.) e che siano inclusi in una
comunicazione.
Per comunicazioni si intende ad esempio:
le denunce, relative ad oggetti sia censiti in Banca Dati come i documenti, veicoli, targhe,
titoli/effetti, armi e sia denunce generiche relative ad oggetti non censiti in Banca Dati ad esempio,
autoradio, pellicce, carte di credito, telefoni cellulari, assegni, ecc.;
i fatti, che indicano la dinamica e il luogo di svolgimento dellevento avvenuto al soggetto o
alloggetto coinvolto, assegnandone loro un ruolo nellevento stesso. Una volta inserito in Banca
Dati, gli elementi che caratterizzano il fatto (soggetti, oggetti) diventeranno dei punti nodali
correlandosi ai dati gi presenti in Banca Dati. Esempio: La stessa vittima di due eventi criminosi
diverr il punto di connessione tra questi due eventi. Da una ricerca su uno dei due fatti si potr
giungere allaltro tramite la vittima;
i provvedimenti, che sono atti formali emessi dalle autorit competenti nei confronti di soggetti od
oggetti coinvolti o meno in uno specifico fatto di riferimento, che pongono gli stessi in uno stato di
attenzione nei confronti delle Forze di Polizia (misure di sicurezza, misure cautelari, misure di
prevenzione, misure alternative,.). Un provvedimento pu subire nel tempo variazioni di stato
(notificato, revocato,.). Tali variazioni sono comunicate in Banca Dati con ulteriori
provvedimenti.
le segnalazioni, che sono comunicazioni che non rientrano nellambito dei provvedimenti o che
sono desunte da indagini svolte dalle Forze di Polizia ed evidenziano le caratteristiche particolari di

39
soggetti od oggetti coinvolti nelle indagini (specializzazione criminosa, grado di pericolosit del
soggetto, alias, soprannome,.).
Tutte le comunicazioni, per poterle inserire in Banca Dati, devono rispettare due criteri:
avere un protocollo di riferimento detto Protocollo SDI ;
tutti gli oggetti/soggetti devono avere un Ruolo che pu essere variato in base al tipo di
comunicazione.
Il protocollo SDI composto da tre campi:
- Ufficio segnalante: codice composto da sei caratteri di cui i primi due identificano la provincia, il
terzo la forza di polizia (P = Polizia di Stato, C = Carabinieri, G = Guardia di Finanza, F =
Forestale, X = Polizia Penitenziaria), il quarto identifica il tipo del comando (es. S = stazione CC,
C = Compagnia, P = Provinciale, ecc.), il quinto e sesto carattere identificano il numero
progressivo attribuito al comando\reparto\ente;
- Anno (in riferimento alla comunicazione);
- Numero identificativo della comunicazione: numerazione progressiva di sei caratteri.
Tale protocollo che deve essere trascritto sui registri cartacei dellufficio segnalante (comando, reparto
o ente), identifica univocamente nella base dati una comunicazione, e pertanto anche un fatto, e pu
essere utilizzato per ricerche dirette, ovvero per collegare fatti fra loro o provvedimenti a fatti.
Il protocollo SDI destinato ad avere unimportanza fondamentale anche per gli sviluppi futuri, infatti
prevista lacquisizione automatica delle notizie di reato direttamente da SDI. In particolare, le notizie
di reato saranno inviate tramite SDI dalle Forze di Polizia alle Procure territorialmente competenti. In
tempi successivi, si giunger anche ad una comunicazione dal Sistema Informativo della Giustizia
(Casellario Giudiziale, ovvero uffici Giudiziari) verso SDI per laggiornamento dello stato del
procedimento di competenza (notizia archiviata, individuo imputato, condannato o assolto). Tutte le
predette comunicazioni avranno come principale riferimento il protocollo SDI che rappresenter il
punto di collegamento con il numero del RE. GE. (Registro Generale).
La procedura automatizzata per la ricezione delle denunce V-2 in fase di gestione di un fatto o
denuncia, origina automaticamente un protocollo SDI che, fra laltro, viene stampato sul relativo
verbale (in alto a sinistra). I protocolli SDI originati con tale procedura hanno la caratteristica che il
numero identificativo della comunicazione incomincia con il carattere 9 (es. 900001, 900002, ecc.).
Laltra chiave che identifica una comunicazione il ruolo cio il motivo per il quale un soggetto od un
oggetto vengono inclusi in una comunicazione e quindi inseriti in Banca Dati. Dal Ruolo pu scaturire un
'eventuale azione da intraprendere o l'atto giudiziario correlato. Il Ruolo pu essere attivo o passivo (es.:
"vittima" per un soggetto o "rubato" per un oggetto).

Per spiegare meglio limportanza dei Ruoli e del Protocollo SDI facciamo due casi desempio di
un possibile evento:
Esempio A
Viene rubata una autovettura, viene effettuata la denuncia di furto dal proprietario e inserita in
Banca Dati. Al proprietario verr assegnato il ruolo di Vittima, mentre allautovettura il ruolo
di Rubato. La denuncia, per essere immessa in Banca Dati, dovr quindi avere assegnato un
Protocollo SDI;
un malvivente compie una rapina in una banca. Lo stesso rapinatore, per fuggire, usa la macchina
di cui era stato denunciato il furto;
viene immesso in Banca Dati il fatto rapina con i suoi dati (Data e Ora dellevento, luogo, importo
bottino, ecc.). Vengono quindi immessi i dati identificativi dellistituto di credito, al quale sar

40
assegnato il ruolo di Vittima. In seguito alle indagini effettuate, si risale al Protocollo SDI
del furto dellautovettura. Verr inserito il Protocollo SDI del furto, come protocollo di
riferimento nellimmissione del Fatto rapina. Ora lautovettura, sar presente in Banca Dati
con il ruolo di:Uso no ricerche;
per chiudere liter relativo allautovettura, si dovr procedere ad un inserimento di revoca
delloggetto autovettura nella Banca Dati.

Facciamo ora un esempio di pi fatti e generiamo un legame fra loro.

Esempio B
Viene rapita una persona. Questa verr inserita in Banca Dati nel ruolo di Scomparso. Verr
quindi assegnato un numero di Protocollo SDIal Fatto;
dopo del tempo viene ritrovato il rapito, ma morto. Questo verr immesso in Banca Dati con il
ruolo di Ritrovato. Verr quindi generato un altro Protocollo SDI, ed in questo, verr
immesso il riferimento al primo Fatto SDI, in modo da legare i due fatti.
Quindi, potremmo affermare che, i principi di raccolta dei dati finora menzionati servono a creare le
modalit di base per un corretto inserimento allinterno della Banca Dati per poi ottenere, a secondo
delle esigenze degli utenti, consultazioni veloci e correlate fra loro.
Infatti i processi relativi al Sistema si riferiscono a tre macroattivit:
- attivit operativa, nella quale sono ricompresi i processi di acquisizione delle informazioni
necessarie alle attivit di controllo del territorio, nonch i processi di consultazione delle
informazioni finalizzati all'operativit immediata, caratterizzati da sinteticit, chiarezza di
contenuti, semplicit di interrogazioni;
- attivit investigativa, nella quale sono ricompresi i processi necessari ad un utente specializzato a
svolgere le proprie attivit investigative. Tali processi non presentano criticit nei tempi di
risposta, ma devono attenersi a criteri di completezza informativa e di dinamicit nelle tipologia
di richiesta;
- attivit statistica, nella quale sono ricompresi i processi necessari volti a soddisfare esigenze di
tipo statistico. E necessario evidenziare tuttavia che disponendo di una base dati di tipo
atomico, risulta semplice aggregare gli stessi in qualsiasi momento in funzione delle singole
esigenze.
Per quanto interessa questa sede, in cui verranno trattati solo le prime due tipologie di utenti (utente
operativo e utente investigativo) sono stati creati tre diverse modalit di interrogazione alla Banca
Dati: una tramite il Cruscotto Operativo , una mediante lInterrogazione di Sintesi e,infine, attraverso
le Ricerche Investigative.
E importante evidenziare preliminarmente che le metodologie di ricerca in Banca Dati che
lapplicazione mette a disposizione dellutente possono essere suddivise in due modalit:
- modalit sincrona (risposta in contemporanea) quando il risultato della richiesta viene fornito
subito dopo linterrogazione;
- modalit asincrona (risposta in differita) quando il risultato della ricerca non visibile
alloperatore in modo automatico ma solo dopo un ulteriore passo di elaborazione. Pu succedere
quindi che lapplicazione non sia in grado di fornire immediatamente una risposta ad
uninterrogazione, e che tale risposta venga fornita a posteriori dopo un tempo di elaborazione pi
o meno lungo.
Il fatto che una risposta venga fornita in modo sincrono o asincrono dipende da diversi fattori:

41
se viene richiesta, ad esempio, la ricerca di una persona fisica, fornendo solo il cognome il
sistema dovr cercare tutte le persone presenti in archivio, alle quali corrisponde il cognome indicato.
E logico supporre che una ricerca cos avviata richieda un tempo decisamente lungo, ecco perch
conviene sempre inserire il maggior numero possibile di parametri noti prima di avviare una ricerca;
il coinvolgimento nella ricerca stessa di Banche Dati Esterne (per esempio la motorizzazione
civile): lo scambio di informazioni con un archivio remoto pi lento rispetto ad una ricerca di
informazioni in archivi locali.
a. Il Cruscotto Operativo
Il CRUSCOTTO OPERATIVO permette un controllo immediato sul territorio al fine di ottenere
dati sullidentit di una persona fisica /giuridica, notizie inerenti la targa o il telaio di un veicolo,
oppure segnalazioni relative a un documento.
Questa applicazione molto indirizzata alle pattuglie radiomobili, nei posti di blocco, nei controlli
in luoghi pubblici, quando si deve verificare rapidamente la posizione di soggetti, dei loro
documenti ed eventualmente del veicolo su cui si trovano.
La peculiarit di questa applicazione sta nel fatto che una volta lanciata la richiesta di ricerca in
Banca Dati, il sistema oltre a dare informazioni generiche, visualizza contemporaneamente il
grado di pericolosit di un soggetto qualora questi sia colpito da una segnalazione di
specializzazione criminosa, gli eventuali provvedimenti della targa o telaio di un veicolo e i
documenti delle persone fermate nonch leventuale azione consigliata da intraprendere.
b. Le Interrogazione di Sintesi
Le INTERROGAZIONI DI SINTESI permettono di realizzare delle ricerche in Banca Dati
mirate ad un singolo argomento specifico legato ad un soggetto o un oggetto. Sono un ottimo
strumento, molto efficiente sia per lattivit degli utenti operativi che per quelli investigativi. In una
Interrogazione di Sintesi le maschere per linserimento dei dati sono semplici ed essenziali, le
ricerche vengono elaborate sulla base di un numero ridotto, ma preciso, di parametri (per esempio
tutti i dati anagrafici), che consentono tuttavia di ottenere un quadro riassuntivo completo della
situazione analizzata.
E possibile procedere ad Interrogazione di Sintesi per:
Persone Fisiche;
Persone Giuridiche;
Documenti;
Gare dappalto;
Armi;
Titoli/Effetti;
Banconote;
Veicoli e Targhe.
Le Interrogazioni di Sintesi non sono visibili a chiunque provi a collegarsi allapplicazione: esiste
un controllo degli accessi che verifica, per ogni collegamento, lautorizzazione ad effettuare il
collegamento stesso.
Viene inoltre tenuta traccia in memoria di ogni collegamento effettuato, lunico caso in cui non
viene coinvolta la sicurezza quella delle Gare dAppalto; ci dovuto alla disponibilit esterna
dei dati legati ad una gara dappalto, infatti, possibile reperire gli estremi di una gara sia sui
quotidiani sia con internet in maniera completamente trasparente. Sarebbe quindi inutile negare
laccesso agli utenti in questo caso particolare.
c. Le Ricerche Investigative

42
Lapplicazione stata sviluppata tenendo come primario obiettivo quello di aiutare lutente in
ogni sua operazione di ricerca, ci significa che egli avr a sua disposizione una serie di strumenti
utili per navigare nellapplicazione come la Guida in linea. Questultima ha lo scopo di aiutare
loperatore nella corretta compilazione dei campi che si ritengono pi critici.
Il sistema inoltre consente alloperatore una immissione facilitata su alcuni campi attraverso una
lista di scelta, il men a tendina. I campi che hanno questo aiuto sono quelli con accanto una freccia
rivolta verso il basso. Selezionando tale freccia si visualizzano una serie di opzioni relative al
campo.
Sui campi possibile effettuare delle ricerche parziali. Ci significa che i campi contrassegnati con
(*) possono essere compilati anche parzialmente inserendo il carattere % nella parte mancante
dellinformazione. Si consiglia di utilizzare tale carattere solo in casi di effettiva necessit per
evitare che la ricerca diventi molto onerosa e quindi, oltre ad eliminare tempi lunghi per la risposta,
si eviteranno anche un insieme di notizie poco utili alla ricerca che si st effettuando.

3. Struttura della Banca Dati delle Forze di Polizia. Archivi e schedari di P.G.
La Banca Dati, intesa come insieme organizzato delle informazioni raccolte e memorizzate nelle
strutture elaborative del CED interforze, divenuto un ingente patrimonio informativo, attualmente
alimentato in tempo reale per la quasi totalit dei dati.
Dopo la sua costituzione (1981), la Banca Dati ha subito profonde evoluzioni nel 2001 con lavvio del
Sistema di Indagine (SDI), che ha cambiato radicalmente lorganizzazione delle informazioni nonch
le modalit di accesso e di gestione.
Le informazioni di Banca Dati, sino allavvio di SDI, erano memorizzate e organizzate presso il
CED Interforze, in due tipologie di dati:
schedari, ove erano registrate sostanzialmente informazioni di sintesi, di tipo strutturato,
utilizzate soprattutto per le attivit di controllo del territorio, e costituenti ordinari dati dufficio a
normale grado di protezione (accesso tramite identificativo utente e password i reparto);
archivi, ove sono memorizzate informazioni analitiche, riferite a persone, organizzazioni ed
eventi interessanti ai fini dellattivit di prevenzione e repressione dei reati. Sono prevalentemente
a testo libero e riguardano la criminalit comune e organizzata, nonch la criminalit terroristica ed
eversiva. Sono utilizzate per le attivit dindagine e hanno carattere particolarmente riservato, con
conseguente elevato grado di protezione (accesso tramite badge personale).

43
I dati e le informazioni contenute nella Banca Dati sono suddivise secondo un duplice criterio: per
argomento e per grado di riservatezza. Da tale principio deriva che la sua struttura costituita da pi
livelli, a riservatezza crescente:
Archivi di 1 Livello
Ordinari dati dufficio, non particolarmente riservati, o comunque indispensabili per lespletamento
della normale attivit di polizia. Possono essere acquisite da tutti i soggetti di cui allart. 9 L.
121/81.
Archivi di 2 Livello
Dati ed informazioni di dettaglio, trascrizione di testi estesi, relativi alla criminalit organizzata e
comune. Le informazioni sono suddivise per argomenti in archivi documentali e possono essere
acquisite solo da soggetti espressamente autorizzati, facenti parte di reparti il cui compito primario
la lotta alla criminalit organizzata (Reparto Operativi, ROS, DIA):
SOGC: soggetti criminali facenti parte criminalit organizzata;

SEQU: sequestri di persona a scopo di estorsione;

BNRI: bollettino nazionale delle ricerche. E gestito dalla CRIMINALPOL. In tale archivio
sono inserite tutte le segnalazioni di ricerca a livello nazionale;
LATI: informazioni sui ricercati pi pericolosi per la sicurezza dello Stato;

CRIM: in questo archivio confluiscono le segnalazioni degli eventi criminosi di maggiore


gravit commessi in tutta Italia nellanno corrente;
CRXX: ove XX rappresenta una variabile, perch ad essa si sostituiscono le cifre dellanno che
si vuole consultare. Contiene documenti relativi allanno precedente rispetto al CRIM;
CRIV: contiene i documenti relativi ai periodi che precedeono sia quelli contenuti nel CRIM
che nel CRXX;
CRID: contiene i dati relativi ad avvenimenti precedenti il 1987;

LEDI: un archivio di servizio che contiene la trascrizione di tutte le leggi, i decreti e le


circolari esplicative del C.E.D. relative al funzionamento della Banca Dati FF.PP.;
DBO2: contenente estratti completi delle pi importanti sentenze su procedimenti penali contro
la criminalit organizzata.
Archivi di 3 Livello
Dati ed informazioni di dettaglio, trascrizione di testi estesi, relativi alla lotta al terrorismo e
alleversione. Le informazioni sono suddivise per argomenti in archivi documentali e possono
essere acquisite solo da soggetti espressamente autorizzati, facenti parte di reparti il cui compito
primario la lotta al terrorismo e alleversione (ROS):
ORTE: organizzazioni terroristiche;

EVER: segnalazioni fatti eversivi;

SOG2: soggetti legati al terrorismo;

DOCE: documentazione fatti eversivi;

EVE 1 EVE 2: sentenze di eventi con contenuto eversivo.

Archivi di 4 Livello
Database costituiti su richiesta dellA.G., contenenti dati e notizie ancora coperte da segreto
istruttorio, con accesso riservato alla Magistratura.
Con lavvio di SDI tutti gli schedari (unitamente agli archivi di 1 livello e CRIM) sono stati
migrati dalla vecchia banca dati, rendendosi operativi nella nuova struttura, con nuova
organizzazione dei dati.

44
I rimanenti archivi sono ancora memorizzati nella vecchia struttura, pertanto il loro accesso
operativo ancora con la vecchia modalit (con badge da parte di operatori abilitati).

4. Altre Banche Dati


a. Generalit
Il Sistema Informativo delle FF.PP. dispone della propria Banca Dati nella quale sono memorizzate
le informazioni inerenti le attivit di Polizia ed direttamente alimentato dagli operatori delle varie
Forze di Polizia abilitati a tale scopo.
Al fine di poter implementare le attivit di indagine, il Dipartimento della P.S. Direzione Centrale
della Polizia Criminale Servizio per il Sistema Informativo Interforze 2^ Divisione C.E.D.
dispone di collegamenti esterni con le altre banche dati della Pubblica Amministrazione e
istituzioni private.
In particolare, le Basi Informative attualmente consultabili tramite il Portale CED Interforze -
Portale di produzione (SDI Operativo e Basi Dati Informative Esterne BIE), sono quelle di
seguito riportate:
BASI INFORMATIVE ESTERNE:
Puntofisco;
Banca Dati A.N.I.A.;
P.R.A./A.C.I.;
Infocamere TELEMACO;
Banca Dati I.N.P.S.;
Banca Dati Motorizzazione Civile;
Banca Dati IVASS;
Banca Dati SISTER;
Banca Dati Comune di Roma;
BASI INFORMATIVE FORZE DI POLIZIA:
Banca Dati Istituti di Pena (SIDET);
Ri.Sc.;
SIS II (Banca Dati Schengen);
SCNTT.

b. La Banca Dati PuntoFisco


La Banca Dati, ubicata presso la Societ SOGEI di Roma, consente a tutti gli operatori delle FF.PP.
abilitati, laccesso dati contenenti informazioni di natura fiscale e finanziaria estremamente utili per
lattivit investigativa.
Il servizio web consente di consultare le informazioni fiscali di ogni singolo contribuente. E
possibile identificare il soggetto attraverso tre tipi di ricerca:
Codice Fiscale (inserendo in alternativa al codice fiscale la partita IVA);
Persona Fisica (dati anagrafici completi ovvero parziali, indicando obbligatoriamente il
cognome e il nome);
Soggetti Diversi (indicando obbligatoriamente almeno la denominazione).
Ad individuazione avvenuta vengono forniti, oltre a allultimo codice fiscale attribuito/partita IVA,
le informazioni anagrafiche e di residenza, le variazioni apportate alla residenza o domicilio fiscale,
le societ di cui il soggetto rappresentante ovvero, nel caso di societ, i suoi rappresentanti,
nonch le informazioni circa le partite IVA cessate.

45
Dai dati precedentemente ottenuti si pu visualizzare una tabella di selezione che ci illustra
suddivisi per anno dimposta:
i dati delle dichiarazioni dei redditi;
gli accertamenti eventualmente fatti;
le dichiarazioni IVA;
gli atti dellUfficio del Registro;
eventuali rimborsi e sgravi;
verifiche eseguite dalla Guardia di Finanza;
atti del P.R.A.;
catasto Immobiliare;
catasto Terreni.

c. La Banca Dati dellA.N.I.A. (Associazione Nazionale tra le Imprese Assicuratrici)


La citata B.D. ubicata presso il CED dellA.N.I.A. di Milano.
Tale organismo mette a disposizione le seguenti informazioni riguardanti:
veicoli assicurati con le compagnie aderenti allA.N.I.A.;
estremi della compagnia assicuratrice;
marca, modello e dati tecnici del veicolo;
eventuali incidenti occorsi;
eventuali riferimenti alle persone (solo se stata compilata la constatazione amichevole).
Sono disponibili due modalit di accesso:
Ricerche F.O. (modalit riservata alle Forze dellOrdine): consente la verifica della copertura
assicurativa del veicolo interrogato;
Ricerca per targa: oltre alla copertura assicurativa fornisce alcune informazioni relative ai
sinistri, furti, ecc..
d. La Banca Dati del A.C.I./P.R.A.
La Banca Dati del P.R.A.-ACI ubicata presso la Direzione Centrale Sistemi Informativi dell
A.C.I di Roma e consente di accedere agli archivi magnetici centralizzati attraverso
l'interrogazione tramite le seguenti modalit di ricerca:
cronologico propriet;
codice fiscale;
partita I.V.A.;
dati anagrafici;
targa (anche se parziale: possibile omettere al massimo gli ultimi due caratteri finali della
targa sostituendo la parte mancante con il carattere * ). Per eseguire interrogazioni di targhe
parziali possibile effettuare richiesta direttamente allAci, previo apposito link presente nella
banca dati, indicando il proprio indirizzo mail istituzionale (elaborazioni BATCH);
il telaio del veicolo.
e. Infocamere TELEMACO (Banca Dati Camere di Commercio Italiane)
La banca dati gestita dalla "Societ Consortile di Informatica delle Camere di Commercio Italiane
per Azioni"),ed raggiungibile anche attraverso un link sul portale leonardo.

46
La citata B.D. ubicata presso il CED INFOCAMERE di Padova e Milano ed alimentata dalle
Camere di Commercio Italiane, cui compete l'aggiornamento dei dati relativi alle imprese iscritte
nei pubblici registri che operano sul territorio nazionale. Allinterno di essa possibile estrarre
informazioni da:
Registro imprese
E' l'Anagrafe Informatica delle imprese italiane e contiene i dati pubblici e tutti gli operatori
tenuti ad iscriversi al Registro delle Imprese. Dalla Banca Dati possibile ottenere informazioni
dettagliate su singole imprese (natura giuridica, data di costituzione e capitale sociale, codice
fiscale, attivit svolta, organi sociali, poteri di rappresentanza associati agli organi sociali,
eccetera), elenchi di aziende selezionate in base a vari parametri di ricerca combinati tra loro
(localizzazione geografica, natura giuridica, settore di attivit, eccetera) e conoscere le
variazioni pi importanti che hanno riguardato la vita delle singole imprese (cessazione,
liquidazione, fallimento, variazione delle cariche, trasferimenti).
Bilanci
E' una Banca Dati ottica sulla quale vengono integralmente caricati i bilanci completi, cos come
sono presentati dalle Societ di capitale. Per il suo carattere di completezza informativa,
copertura nazionale e continuit temporale, essa costituisce a tutti gli effetti la Banca Dati
istituzionale dei bilanci societari.
Registro informatico dei protesti
E' la Banca Dati che contiene i dati relativi ai protesti levati in tutte le province italiane, a carico
di persone fisiche e giuridiche.
Tale Registro ha sostituito il bollettino quindicinale pubblicato in precedenza dalla Camera di
Commercio.
Partecipazioni societarie
La Banca Dati contiene gli elenchi Soci che dal 1994 le Societ di capitale non quotate in
mercati regolamentati ed i Consorzi con attivit esterna devono per legge depositare presso le
Camere di Commercio.
Integrando la Banca Dati possibile ottenere la Scheda Societ o la Scheda Socio.
La Scheda Societ consente di conoscere l'assetto proprietario di una determinata impresa
attraverso l'elenco analitico dei soggetti (persone fisiche o giuridiche) che detengono quote o
azioni. La Scheda Socio permette, invece, di sapere in quali Societ un Soggetto (persona fisica
o giuridica) ha partecipazioni. Le partecipazioni Societarie sono disponibili anche in forma
storica.
Procedure concorsuali
E' l'archivio che consente di ottenere le informazioni ufficiali contenute nel Registro delle
Imprese relative alle Procedure Concorsuali (scioglimenti, liquidazioni, fallimenti, concordati
preventivi, ecc.) esistenti.
f. La Banca Dati dell'I.N.P.S.
La banca Dati dellINPS, ubicata presso lIstituto Nazionale Previdenza Sociale di Roma,
costituita da molti archivi e da alcune procedure aggreganti che permettono di accedere in maniera
integrata a tutte le informazioni degli archivi.
BD-STAT (Banche dati statistiche).
BD-DOC (Banca dati documentale compresi i messaggi con i consolati).
AZIENDE
ARCHIVIO LAVORATORI DIPENDENTI
LAVORATORI AUTONOMI

47
ARCHIVIO PENSIONATI
ARCHIVIO LAVORATORI AGRICOLI
ARCHIVIO LAVORATORI DOMESTICI
ARCHIVIO PROSECUTORI VOLONTARI
ARCHIVIO SERVIZIO SANITARIO NAZIONALE
ARCHIVIO FONDI SPECIALI SOSTITUTIVI
PROCEDURE AGGREGANTI:
ARCA (Indice generale delle persone);
HYDRA (Lavoratori dipendenti ed aziende);
UNEX (Estratto conto unificato).

g. La Banca Dati della Motorizzazione Civile


La citata B.D. ubicata presso il CED della Motorizzazione Civile di Roma ed attraverso la
procedura:
INFOMOT consente di visualizzare:
dati anagrafici persone fisiche, patente di guida, certificato di idoneit alla guida del
ciclomotore, certificati di abilitazioni professionali, veicoli posseduti, contrassegni
ciclomotori;
dati anagrafici persone giuridiche, veicoli posseduti;
dati anagrafici e tecnici dei veicoli
estratto conto e visualizzazione verbali attivi a carico di una patente.
PATMOT consente di visualizzare i seguenti dati:
inserimento dei verbali relativi alle infrazioni al Codice della Strada;
estratto conto dei punti delle patenti;
visualizzazione verbali attivi a carico di una patente.
h. Banca Dati IVASS (Istituto per la Vigilanza sulle Assicurazioni)
La citata B.D. ubicata presso la sede di Roma ed in essa sono disponibili le seguenti ricerche:
dati Soggetti Coinvolti (ricerca sinistri per nominativo soggetti coinvolti);
per identificativo del veicolo (ricerca sinistri per identificativo del veicolo);
FGVS Dai Soggetti Coinvolti (ricerca FGVS Fondo garanzia Vittime della Strada ricerca
sinistri per soggetti coinvolti);
FGVS per identificativo del veicolo (ricerca FGVS Fondo garanzia Vittime della Strada
ricerca sinistri per identificazione del veicolo).
i. La Banca Dati SISTER (Sistema dinterscambio del Territorio)
E' possibile accedere alla Banca dati INFOCAMERE attraverso il link
http://sister2.agenziaterritorio.it raggiungibile tramite il portale leonardo. La citata B.D.
ubicata presso la Societ SOGEI di Roma ed offre la consultazione di visure catastali, per estrarre
situazioni censuarie, attuali e storiche, degli immobili, atti di aggiornamento del catasto terreni,
mappe catastali e planimetrie catastali di unit immobiliari urbane e delle ispezioni ipotecarie, per
consultare registri, formalit e titoli depositati presso le Conservatorie dei registri immobiliari,
limitatamente a quelle per le quali stata attuata, anche per periodi temporali ristretti,
linformatizzazione dei dati relative a tutto il territorio nazionale.
j. Banca Dati Comune di Roma

48
E' possibile accedere alla Banca dati del Comune di Roma per il tramite del Portale CED
Interforze - Portale di produzione (SDI Operativo e Basi Dati Informative Esterne BIE)
attraverso il link https:\\servizi.comune.roma.it/popolazione/ .
La citata B.D. ubicata presso i servizi telematici del Comune di Roma. La Porta applicativa
dellAnagrafe comunale permette laccesso in sola lettura ad alcuni dati presenti nella Banca dati
della popolazione romana:
residenza;
stato famiglia;
convivenze;
domiciliati per indirizzo;
ricerche su anagrafiche con dati parziali.
k. La Banca Dati dellamministrazione Penitenziaria Sistema Informativo Detenuti (SIDET)
Il SIDET (ubicata presso il Ministero della Giustizia) rende disponibile alla consultazione i
sottoindicati archivi:
MATRICOLA DETENUTI: Gestisce tutti i dati giuridici e penitenziari di soggetti sottoposti a
misure detentive;
STORICO DETENUTI: Contiene tutte le notizie di soggetti che sono stati sottoposti ad una
misura detentiva;
ARCHIVIO LIBERTA: (ALI) Contiene tutte le informazioni riguardanti le misure cautelari
personali.
l. Banca Dati Ri.Sc. (Ricerca Scomparsi)
La B.D. Ri.Sc. ubicata presso il CEN di Napoli della Polizia di Stato.
Il Ri.Sc. un sistema informativo che permette di catalogare e gestire, in modo completo ed
interconnesso con S.D.I. i dati relativi alle persone scomparse ed ai cadaveri non identificati,
attraverso le schede persona scomparsa (mod. A.M.) e le schede cadavere non identificato
(mod. P.M.).
m. Banca Dati SCNNTT (Sistema Centralizzato Nazionale Targhe e Transiti)
La B.D. SCNNTT ubicata presso il CEN di Napoli della Polizia di Stato e contiene informazioni
relative alle targhe dei veicoli che transitano nei tronchi autostradali.

5. Il Sistema di Informazione Schengen


La Convenzione di Schengen, avendo creato un territorio comune senza controlli alle frontiere interne
ed in cui le persone sono libere di circolare, si preoccupata anche di introdurre delle misure che
aiutino a mantenere un livello adeguato di sicurezza.
La misura principale senza dubbio la realizzazione di un sistema informatico di dati, il Sistema di
Informazione Schengen (SIS), che permette agli operatori dei Paesi aderenti - in occasione dei
controlli di polizia e di dogana nonch del rilascio di visti e di permessi di soggiorno a stranieri
extracomunitari - di disporre delle segnalazioni relative alle persone, ai veicoli ed agli oggetti ricercati
da ognuno degli Stati membri.
In sostanza, essendo anche i criminali liberi di circolare nel territorio di tutti gli Stati Schengen,
giusto che per rintracciare un ricercato le forze di polizia dispongano non solo delle segnalazioni
nazionali, ma anche di quelle degli altri Paesi contraenti.
Dal 29 marzo 2013 stato attivato il sistema SIS II il quale ha apportato numerose modifiche al
sistema informativo.

49
a. Persone ed oggetti segnalati nel SIS
I Paesi aderenti hanno inserito ed inseriscono i dati relativi agli oggetti ed alle persone previsti dalla
Convenzione. Le segnalazioni nel SIS hanno sempre un limite di permanenza nel Sistema, diverso a
seconda dell'inserimento, trascorso il quale il dato viene cancellato, salvo richiesta di rinnovo.
Le attuali Reason che possono essere assegnate nel sistema SIS sono riassunte nella sotto indicata
tabella:

Reason for request - Article Categoria


Alert for the purpose of arrest and surrender or extradition - Art 26 (ex art 95) Persona
SIS II Decision
Third country nationals to be refused entry or stay into the Schengen Area - Persona
Art. 24 (ex art 96) SIS II Regulation
Missing person (Adults) - Art 32 (ex art 97) SIS II Decision Persona
Missing person (Minors) - Art 32 (ex art 97) SIS II Decision Persona
Person to assist with a judicial procedure - Art 34 (ex art 98) SIS II Decision Persona
Person for discrete check - Art 36 (2) (ex art 99.2)SIS II Decision Persona
Person for specific check - Art 36 (2) (ex art 99.2) SIS II Decision Persona
Person for discrete check for national security - Art 36 (3) (ex art 99.3) SIS II Persona
Decision
Person for specific check for national security - Art 36 (3) (ex art 99.3) SIS II Persona
Decision
Object (vehicle, boat, aircraft or container) for discrete check - Art 36 (2) (ex Trasporto
art 99.2) SIS II Decision
+
Object (vehicle, boat, aircraft or container) for specific check - Art 36 (2) (ex Trasporto
art 99.2) SIS II Decision
Object (vehicle, boat, aircraft or container) for discrete check for national Trasporto
security Art. 36 (3) (ex art 99.3) SIS II Decision
Object (vehicle, boat, aircraft or container) for specific check for national Trasporto
security Art 36 (3) (ex art 99.3) SIS II Decision
Object (all as defined in Art 38 (2) (ex art 100.2) SIS II Decision) for seizure - Oggetto
Art 38 (1) SIS II Decision
Object (all as defined in Art 38 (2) (ex art 100.2) SIS II Decision) to use as Oggetto
evidence in criminal proceedings - Art 38 (1) (ex art 100.1) SIS II Decision

Occorre tuttavia considerare che ciascuna segnalazione ha un tempo limite di permanenza


sullarchivio Schengen, tale durata (indicata in anni) si diversifica in base al tipo di entit segnalata
ed all'articolo applicato, ovvero:

Durata massima
Tipo Segnalazione Articolo
(anni)

WP 24-26-32-34 3

WP 36 1

VE-BT-AC-CO 36 5

VE-BT-AC-CO-BE-IE-FA-VD-ID-BD-LP-BK-SE 38 10

50
La data di scadenza di ogni segnalazione calcolata in automatico dal sistema, con laggiunta
matematica del numero di anni alla data di inserimento della segnalazione.
Resta comunque facolt dell'utente di specificare un periodo di "vita" inferiore rispetto a quella
prevista.
Il sistema di informazione Schengen si basa su di un elaboratore centrale situato a Strasburgo (C-
SIS) a cui sono collegati elaboratori nazionali situati in ogni Stato (N-SIS).
Lo scambio dei dati avviene solo per il tramite del C-SIS che riceve la segnalazione da un N-SIS e
provvede a trasmetterla a tutti gli altri N-SIS, garantendo l'identicit degli archivi dei dati.
Ogni sezione nazionale del SIS comprende inoltre un ufficio SIRENE che, pur non essendo
espressamente citato nella Convenzione, trova il suo fondamento giuridico nell'art. 108 del trattato.
Il SIRENE praticamente una sala operativa, con personale delle tre principali forze di polizia, in
funzione ventiquattro ore su ventiquattro, con il compito di assistere l'agente di polizia o di dogana
che ha trovato una persona od un oggetto segnalato nel SIS (fornendogli informazioni
supplementari), di scambiare informazioni con i SIRENE degli altri Stati contraenti, di prendere i
contatti necessari con le autorit nazionali competenti.
b. Integrazione di SDI con il Sistema Schengen
Dal 29 marzo 2013 stato attivato il sistema SIS II e gli utenti potranno continuare ad interrogare
in modo integrato (e quindi accedendo direttamente da SDI) tutte le categorie di record esistenti
nella Banca Dati SCHENGEN. Tali interrogazioni saranno eseguite sulla Banca Dati On-Line
con risposta aggiornata. Tali innovazioni hanno semplificato sensibilmente le operazioni degli
utenti, in quanto, accedendo dal Cruscotto Operativo, da Interrogazione di Sintesi e da Sistema
Utente Investigativo si possono consultare entrambi gli archivi SDI SH.
La realizzazione del nuovo sistema informativo si prefissa lo scopo di realizzare un sistema di
integrazione pi efficiente dovuto allimplementazione di automatismi sincroni tra i processi che
collegano i due sistemi e ad un ottimale allineamento delle basi dati che si referenziano tra loro con
attributi univoci condivisi. Lintegrazione dei due sistemi stata estesa a tutte le categorie di
segnalazioni ed anche alle immagini.
In particolare occorre considerare che linterazione tra le due banche dati automatica e facilmente
verificabile dallutente, per le operazioni di implementazione, cancellazione e correzione di tutte le
categorie di segnalazioni ad esclusione che per le segnalazioni di persone.
Linserimento dei dati avviene secondo le modalit gi in uso nel sistema precedente, ovvero
mediante diretta interazione dellutente con lapplicazione SDI ed N-SIS per i seguenti casi:
interrogazioni di sintesi;
implementazione, correzione e cancellazione delle sole segnalazioni Wanted Persons;
cancellazioni relative a tutte le categorie si segnalazioni laddove dal sistema SDI non fosse
possibile lidentificazione univoca della segnalazione in N-SIS.
Lintegrazione stata estesa ed applicata a tutte le categorie Schengen, anche alle immagini.
Una specifica componente configura le associazioni tra i provvedimenti SDI e gli articoli
Schengen, diventando, in tal modo, un elemento di riferimento nella guida di tutto il percorso
funzionale tra SDI e SIS e viceversa.
Le entit informative interessate dai processi di comunicazione e integrazione con il sistema
informativo Schengen II sono le seguenti:
persone ricercate/segnalate;
veicoli;
targhe;
armi;
documenti di registrazione veicoli;

51
documenti in bianco;
documenti intestati;
banconote;
titoli;
container;
aeromobili;
imbarcazioni e natanti;
motori natanti;
apparecchiature industriali.

Le segnalazioni inserite in ogni sistema nazionale vengono comunicate al sistema centrale per
essere controllate e successivamente, se superati i controlli ( opportuno rammentare che per
inserire alcuni provvedimenti in N-SIS necessario prendere contatti diretti con lufficio SIRENE
locale), registrate nella propria base dati. Il sistema centrale provvede a comunicare le segnalazioni
a ciascun sistema di ogni stato membro e a renderle, pertanto, definitivamente circolanti in tutto il
sistema Schengen.
Questo processo di alimentazione e di allineamento dei sistemi dura un tempo (mediamente 3
minuti) durante il quale effettivamente loperatore che a video ha richiesto la conferma di
registrazione non ha ancora a disposizione la segnalazione inserita.

52
III TESI ISTRUZIONE SUL CARTEGGIO - FORME E
SVOLGIMENTO DEL CARTEGGIO

1. Generalit
Il carteggio linsieme dei documenti, anche informatici, che i Comandi e gli Enti, militari e civili, si
scambiano per esigenze di carattere istituzionale.
Per documento si intende qualsiasi atto, cartaceo, informatico, foto-grafico ecc..
Deve essere trattato in modo uniforme da tutti i Reparti dellArma secondo le norme contenute nella
pubblicazione N. I - 4 Istruzione sul carteggio per lArma dei Carabinieri.

2. Suddivisione e classificazione del carteggio


a. Generalit
Il carteggio in uso presso i Comandi dellArma si distingue in:
classificato
non classificato, che comprende:
carteggio ordinario;
carteggio permanente.

b. Carteggio Ordinario
(1) Generalit e suddivisione
Il carteggio ordinario tratta affari concernenti la normale attivit operativa e burocratica.
E riferito allanno solare e, pertanto, deve essere rinnovato annualmente.
Presso i Comandi Provinciali, Gruppi, Reparti Territoriali, Compagnie, Tenenze, Stazioni e
Nuclei, il carteggio ordinario ripartito in tre divisioni che riguardano:
prima divisione: il Personale, lAssistenza ed Affari diversi: si suddivide in 3 categorie,
comprendenti 23 specialit;
seconda divisione: le Operazioni, lAddestramento, le Informazioni e l Ordinamento:
si suddivide in 4 categorie, comprendenti 27 specialit;
terza divisione: lAmministrazione del personale, lAmministrazione del Materiale e
dei quadrupedi e la Matricola: si suddivide in 3 categorie, comprendenti 19 specialit.
Le specialit contengono le pratiche, ogni pratica raccoglie tutta la corrispondenza relativa ad
un medesimo affare.
(2) Impianto del carteggio ordinario
I Comandi dellArma, entro la fine del mese di dicembre di ogni anno, devono provvedere ad
impiantare il carteggio ordinario dellanno successivo comprendente:
Copertine indice per gli atti del carteggio, una per ciascuna specialit(2);
uno specchio di riscontro,
e nel corso dellanno successivo, ogni volta che se ne presenti la necessit, devono impiantare
le varie pratiche da inserire nelle rispettive Copertine indice per gli atti del carteggio sulle
quali (le pratiche) saranno elencate e numerate progressivamente.

(2)
Listruzione sul Carteggio, al n.17, stabilisce che le Copertine indice (e le relative pratiche) debbono essere
impiantate man mano che, nel corso dellanno, si presenti la necessit.

53
Per pratica sintende, dunque, linsieme degli atti riguardanti uno stesso affare, classificati e
raccolti entro apposita Copertina per gli atti del carteggio.
Ogni pratica deve essere registrata sul Registro di Protocollo informatico (DOcsPA) e
contraddistinta con un numero progressivo.
(3) Numero di protocollo e sottonumero
(a) Numero di protocollo
Il numero di protocollo si pu riferire ad una pratica o ad un atto e, quindi, pu essere cos
distinto:
numero di protocollo di una pratica;
numero di protocollo di un atto.
Entrambi sono strettamente correlati. Il numero di protocollo di una pratica consiste in un
solo numero che corrisponde al numero dordine assunto dalla pratica sul Registro di
Protocollo informatico; esso viene apposto in alto a sinistra della copertina per gli atti del
carteggio (che costituisce la pratica) allatto del suo impianto. Serve per
contraddistinguere una pratica e poterla rintracciare anche a distanza di tempo.
Il numero di protocollo di un atto consiste, invece, in una frazione il cui numeratore il
numero assunto dalla pratica sul Registro di Protocollo informatico ed il denominatore e
il numero progressivo che il singolo atto assume nella pratica stessa; esso viene apposto su
ogni atto delle varie forme di corrispondenza (es. lettere, messaggi, ect...) al momento in
cui viene redatto.
Esempio: 27/3 di prot.
Quando nella trattazione della corrispondenza, si fa riferimento ad un atto degli anni
precedenti, bisogna far seguire allindicazione del relativo numero di protocollo lanno di
impianto della pratica.
Esempio: rif. f. n. 54/15 di prot. 2014.
(b) Sottonumero
Quando, con una medesima pratica, sono trattati pi argomenti della stessa indole, ma
riferiti ad operazione o a fatti diversi, consentito luso di sottonumeri per distinguere gli
argomenti luno dallaltro.
Di conseguenza, tutti gli atti riguardanti lo stesso affare hanno il numero di protocollo
formato da una frazione, il cui numeratore rappresentato da un solo numero ed il
denominatore da due numeri distinti, divisi tra loro da un trattino (es. 2/4-1).
Nellesempio tra parentesi:
il numero 2 rappresenta il numero dordine assunto dalla pratica nel Registro di
Protocollo informatico;
il numero 4 indica il numero progressivo che quel tale argomento particolare viene ad
assumere nella pratica stessa;
il numero 1 (dopo il trattino), infine, il numero progressivo che il singolo atto viene
ad assumere nella trattazione del particolare affare.
Se, ad esempio, ad un Comando di stazione arriva uninterpellanza per attivit sportiva ed
il numero dordine della pratica della stazione con loggetto attivit sportiva il 4, il
carteggio si svolge nel modo seguente:
arriva linterpellanza per i campionati dArma di sci: atto n. 1 (latto va classificato ed
assume il n. prot. 4/1);
risposta negativa: 4/1-1;

54
arriva linterpellanza per un corso di judo: atto n. 2 (latto va classificato ed assume il
n. prot. 4/2);
riserva di comunicare la risposta per assenza di due militari 4/2-1;
perviene il sollecito dellinterpellanza di judo: 4/2-2;
risposta allinterpellanza di judo: 4/2-3;
arriva linterpellanza per le gare di scherma: atto n. 3 (latto va classificato ed assume
il n. prot. 4/3);
risposta negativa: 4/3-1;
Ogni pratica mantiene il suo numero di protocollo fino alla completa trattazione.
(c) Classificazione delle pratiche e degli atti
Al momento dellimpianto sul Registro di Protocollo informatico, a ciascuna pratica
oltre al numero di protocollo, viene assegnata - in base alloggetto - la CLASSIFICA, che
consta di tre numeri riguardanti: il primo la categoria, il secondo la specialit ed il terzo la
posizione che la pratica occupa in seno alla specialit, desumibile dalla copertina indice
della specialit stessa.
I numeri suddetti sono riportati sulla copertina della pratica in corrispondenza delle parole:
Categoria, Specialit, Pratica.
Esempio: Categoria 1
Specialit 8
Pratica 2
Anche agli atti, a loro volta, viene assegnata la CLASSIFICA apponendo sullangolo in
alto a sinistra - in rosso - una frazione, il cui numeratore dato dal numero progressivo (ed
eventualmente dal sottonumero) che compete allatto nellambito della pratica ed il
denominatore dai tre numeri - separati tra loro da trattini - che costituiscono la classifica
della pratica.

55
(d) Il protocollo informatico
Il Comando Generale (circ. n. 54/11, datata 21/10/2004, dellUff. Informatica e
Telecomunicazioni), in aderenza alla normativa vigente (D.P.R. n. 445 del 28 dicembre
2000 e disposizioni tecniche emanate dal Centro Nazionale per lInformatica nella
Pubblica Amministrazione) ha disposto a partire dal 1 gennaio 2005, con contestuale
abolizione del registro cartaceo attualmente in uso, ladozione del protocollo informatico,
di un sistema di archiviazione documentale e di gestione dei flussi (workflow) per la pi
ampia diffusione dei documenti elettronici sia allinterno dellAmministrazione che negli
scambi con Enti esterni.
Lapplicativo utilizzato per la gestione del Protocollo informatico, denominato
DocsPA, un prodotto basato interamente sul web ed offre complete ed avanzate
funzionalit di interoperabilit nella gestione documentale (integrando la firma digitale),
consentendo la collaborazione nei flussi di lavoro.
c. Carteggio permanente
(1) Generalit
Il carteggio permanente istituito per lo svolgimento dellattivit info-operativa dellArma.
Non soggetto a periodico rinnovo in quanto ha carattere permanente. Esso comprende:
un Registro di Protocollo Permanente;
le pratiche permanenti;
un classificatore alfabetico delle informazioni, contenente le schede delle
informazioni (mod. OP/98), che vengono raccolte in ordine alfabetico.
(2) Modalit di impianto del carteggio permanente, e numero di protocollo e classifica degli
atti
Il carteggio permanente caratterizzato dallimpianto di una pratica singola per ogni
nominativo-ente-argomento.
Tale pratica denominata PRATICA PERMANENTE.
Essa deve essere registrata sul Registro di Protocollo del carteggio permanente e
contraddistinta con un numero progressivo (numero di protocollo) che poi viene trascritto, a
caratteri grandi, in alto a sinistra e in basso a destra, sulla relativa copertina.
Allinterno di essa vanno raccolti tutti gli atti riguardanti lintestatario, ad eccezione degli
eventuali atti classificati che vanno custoditi nellarmadio corazzato (secondo le norme della
pubblicazione PCM-ANS 1/R) ed al loro posto sono inserite apposite note di rinvio.
Il numero di protocollo di un atto del carteggio permanente formato con le stesse modalit del
carteggio ordinario seguito dalla lettera P.
Il numeratore della frazione dato dal numero di protocollo della pratica, mentre il
denominatore costituito dal numero progressivo dellatto allinterno della pratica medesima,
seguito dalla lettera P.
Esempio: N. 4587/3 di prot. P.
La classifica di un atto del carteggio P avviene apponendo sullatto, nellangolo in alto a
sinistra, in rosso, una frazione il cui numeratore dato dal numero progressivo dellatto nella
pratica ed il denominatore dal numero di protocollo della pratica (sul registro di protocollo P)
seguito dalla lettera P.

56
Attraverso il classificatore alfabetico delle informazioni, il militare pu risalire
immediatamente, conoscendo i dati di ogni singolo nominativo, ente od argomento, al numero
progressivo occupato da ciascuna pratica P nellarchivio del Comando.
Ogni Comando di Stazione deve tenere le pratiche permanenti (vds. tabella n.8 dellIstruzione
sul carteggio) per:
la situazione politico-economico-amministrativa di ognuno dei comuni del territorio;
la situazione dellintero territorio;
ogni Ente, associazione, istituto, impresa siti nel rispettivo territorio;
ogni persona della quale i comandi abbiano occasione di occuparsi. Per ogni persona
devono intendersi quelle nate o residenti nella giurisdizione, ovvero, ancorch non nate n
residenti, dinteresse operativo gravitanti nel territorio.
d. Carteggio classificato
(1) Generalit
Il carteggio classificato uno speciale carteggio istituito per la tutela del segreto di Stato e per
la trattazione di notizie che rivestono carattere di particolare riservatezza o che possano
interessare la sicurezza nazionale.
E ripartito in quattro categorie (vds. tab. 1 - 2 - 3 e 4 dellIstruzione sul Carteggio):
Segretissimo (SS) suddiviso in TRE specialit;
Segreto (S) suddiviso in CINQUE specialit;
Riservatissimo (RR) suddiviso in CINQUE specialit;
Riservato (R) suddiviso in SEI specialit.
La copertina indice di ogni specialit contiene le pratiche con gli atti relativi agli argomenti
trattati.
Il carteggio classificato regolato, in particolare, dalla pubblicazione PCM-ANS/2006
(Presidenza del Consiglio dei Ministri - Autorit Nazionale per la Sicurezza) Norme
concernenti la protezione e la tutela delle informazioni classificate.
(2) Modalit dimpianto e numero di protocollo
Il carteggio classificato riferito allanno solare ed quindi soggetto a periodico rinnovo.
Allinizio di ogni anno vengono pertanto impiantati i seguenti Registri di protocollo:

57
uno per il carteggio Segretissimo (SS);
uno per il carteggio Segreto (S) e Riservatissimo (RR);
uno per il carteggio Riservato (R);
nonch:
diciannove copertine indice, una per specialit.
Di volta in volta che viene interessato tale speciale carteggio, vengono impiantate distinte
pratiche per ogni argomento trattato.
Il numero di protocollo di un atto classificato viene formato con le stesse modalit del
carteggio ordinario ed seguito dalla sigla che specifica la categoria (SS, S, RR, R).
Esempi:
3/2 di prot. SS.
4/2 di prot. S.
5/4 di prot. RR.
9/3 di prot. R.
Anche la classifica delle pratiche e degli atti segue le norme previste per il carteggio ordinario.
Esempi:
Classifica di una pratica:
Categoria, RR
Specialit, 2
Pratica, 1
Classifica di un atto:

3. Forme e modalit di svolgimento del carteggio


a. Generalit
Il carteggio si svolge mediante varie forme di comunicazioni scritte che possono essere redatte ad
uso interno del comando/ufficio originatore o dirette verso lesterno. Esse sono: messaggi

58
(telegrammi, fax, telescritti), rapporti, verbali, relazioni, attergati, specchi, elenchi di trasmissione,
ordini del giorno, fogli dordine, circolari, periodici, appunti etc..
E consentito luso di stampati o simili nel caso di lettere, prospetti, etc. nei quali vengono usate le
stesse formulazioni.
E da evitare di sollecitare il disbrigo del carteggio se non nei casi di vera urgenza o manifesta
trascuratezza.
Il Comando che riceve una lettera, diretta per conoscenza ad un terzo comando, deve inviare la
risposta anche a questultimo.
Quando il testo del documento comprende pi pagine, queste debbono essere numerate, in alto al
centro, in ordine progressivo. Nei documenti non classificati la prima pagina non viene numerata,
mentre in quelle classificati la numerazione riportata su tutte le pagine ad eccezione delle pagine
in bianco.
(1) Lettera
La lettera la forma di corrispondenza pi frequentemente usata; comunemente chiamata
anche foglio.
La lettera composta da: intestazione, corpo, gruppo firma e bollo dufficio.
(a) Intestazione della lettera
Lintestazione comprende:
Classifica di segretezza ed eventuale numero di controllo (solo per i documenti
classificati);
Denominazione del Comando o ufficio mittente;
Numero di protocollo, localit e data;
Indicazione del numero dei documenti allegati;
Oggetto;
Indirizzo/i.
(b) Corpo della lettera
Il corpo della lettera consiste nella trattazione dellargomento indicato nelloggetto.
Il Testo della lettera pu essere cos articolato:
una parte introduttiva, che richiama 1argomento;
una parte di sviluppo dellargomento;
una parte conclusiva, contenente eventuali richieste o proposte.
In relazione alla complessit o alla lunghezza dellargomento, il testo pu essere articolato
in paragrafi e questi in ulteriori suddivisioni.
Stile e forma da usare
Nella compilazione del testo delle lettere devono essere tenuti presenti i seguenti
criteri:
trattare il solo argomento indicato nelloggetto, secondo un ordine logico e
cronologico;
usare uno stile piano, appropriato e conciso, in modo che il contenuto risulti
chiaro, esauriente e, per quanto possibile, breve;
le comunicazioni, in genere, devono essere espresse in forma impersonale; tale
forma deve essere sempre usata quando la corrispondenza indirizzata ad un
ufficio, esempio: si prega codesta Prefettura, si informa codesto Comando, ecc.;
entrare subito in argomento e chiudere senza formule di complimento, evitare
ogni preambolo, frase o parola inutile, come ad esempio: in risposta al foglio

59
sopraindicato, si resta in attesa di risposta o si resta in attesa di sollecito
riscontro;
specificare se la risposta riveste carattere di urgenza, es.: urgente o meglio,
risposta entro il giorno....;
quando la risposta ad una richiesta negativa sufficiente scrivere Risposta
negativa e, se si tratta di specchi e prospetti negativi, si potr omettere il tracciato.
Abbreviazioni, sigle ed uso del C.I.P. (Codice di Identificazione Personale - ex.
matricola meccanografica)
Per le abbreviazioni di carattere militare devono essere usate quelle previste dalle
pubblicazioni ordinarie.
Nella corrispondenza diretta al Comando Generale necessario indicare sempre la
matricola E.I ed il C.I.P. dei militari eventualmente citati.
Documenti allegati (eventuali)
Sono documenti che si allegano ad un documento base (lettera, elenco di trasmissione,
informativa, circolare, etc.) e servono per chiarire o completare, in dettaglio, particolari
aspetti, allo scopo di non appesantire il testo.
Richiesta di ricevuta
E da evitare di richiedere ricevuta di lettera, se non per documenti importanti per i
quali occorra la certezza che il destinatario li abbia ricevuti.
Ai documenti classificati SEGRETISSIMO, SEGRETO o RISERVATISSIMO, va
allegato apposito modulo di ricevuta, che deve essere firmato dal ricevente e
restituito immediatamente al mittente, senza lettera di accompagnamento.
(c) Gruppo Firma
II gruppo firma, da apporsi immediatamente sotto il testo della lettera strutturato in due
righe e prevede lindicazione:
alla prima, della carica (con laggiunta, ovviamente solo quando ricorrono i
presupposti, dei vari acronimi: int., in s.v., f.f.);
alla seconda, del grado, del nome e del cognome;
la firma autografa, da apporsi a penna con inchiostro nero o blu scuro; essa deve
essere intellegibile ed offrire, a prima vista, garanzia di autenticit.
(d) Bollo dufficio
II bollo dufficio il bollo rotondo metallico a umido (comunemente chiamato bollo
tondo) e reca al centro lo stemma dello Stato circoscritto dalla denominazione del
Comando/Ufficio; esso costituisce il sigillo ufficiale del comando ed lo strumento di
autenticazione degli atti emanati dal Comando/Ufficio stesso. II bollo dufficio viene
apposto a fianco e immediatamente a sinistra della firma. Se la lettera costituita da un
solo foglio con intestazione a stampa recante lo stemma di Stato, il bollo dufficio non va
apposto.
(2) Minuta
Di ogni atto della corrispondenza (lettera, elenco, messaggio, etc.), i Comandi dellArma che lo
originano, devono compilare una copia, denominata MINUTA che, dopo essere stata
classificata, va conservata, come documento dufficio, nella rispettiva pratica.
(3) Copia conforme di lettera
Nessuno pu estrarre per proprio uso personale copie di lettere o di documenti dufficio, (n 21
Ist. Cart.) tuttavia, per ragioni dufficio, le lettere e qualsiasi altro documento possono essere
riprodotte con i mezzi a disposizione (es. fotocopiatrice).

60
In tal caso, nelle copie riprodotte deve essere posta la dicitura per copia conforme (P.C.C.),
seguita dal bollo dufficio e dal gruppo firma del titolare del Comando/Ufficio che ne attesta la
conformit.
(4) Circolari
Le circolari sono lettere a carattere normativo che vengono diramate dal Comando
originatore a tutti i Comandi dipendenti, fino ad un determinato livello gerarchico.
Il Comando che emana una circolare provvede - di massima - a predisporre il numero di copie
occorrenti per la distribuzione fino a livello di diramazione.
(5) Elenco
Lelenco consiste in una distinta con la quale vengono trasmessi uno o pi documenti,
contenente lordinata elencazione dei documenti stessi con la relativa descrizione sommaria e
con lindicazione delluso e del motivo per cui si trasmettono.
(6) Attergato
Lattergato viene usato, di norma, quando necessario che una disposizione/notizia,
proveniente da un Comando gerarchicamente superiore, giunga integralmente, cio come
stata originalmente formulata, ad uno o pi Comandi inferiori.
In tal caso il foglio del Comando superiore viene ritrascritto o fotocopiato integralmente dal
Comando che redige 1attergato ed in calce, dopo la firma (in mancanza di spazio, sul tergo del
foglio), riportato oltre alle normali indicazioni previste per le lettere, un breve testo formato
normalmente dalle parole: per conoscenza, allorquando il contenuto del foglio del Comando
superiore deve essere solo conosciuto, o per norma, quando essa contiene disposizioni cui il
Comando destinatario deve attenersi, o per informazione..., quando trattasi di notizie che il
Comando destinatario deve conoscere, o per competenza, allorquando si tratta di
notizie/informazioni che il Comando destinatario deve assumere e riferire, etc..
(7) Periodici
I lavori periodici - che sono annuali, semestrali, trimestrali e mensili sono comunicazioni
scritte - per lo pi di contenuto statistico - che tutti i Comandi dellArma devono trasmettere
superiormente, entro la data stabilita dalla tabella 10 dellIstruzione sul carteggio.
Trattasi di lavori destinati a ridursi (se non a scomparire) con 1informatizzazione
dellattivit dufficio.
(8) Fogli dordini del Comando Generale
Il Comando Generale tratta, fino a livello di Comando di Corpo (compreso), gli argomenti
sottoindicati con i seguenti documenti:
foglio dordini:
promozioni nei vari gradi di Marescialli appartenenti ai ruoli, Brigadieri, Appuntati e
Carabinieri;
formazione dei quadri di avanzamento a scelta;
avvisi di pubblicazione;
foglio dordini amministrativo:
disposizioni di carattere amministrativo.

(9) Messaggi
Il messaggio una forma di corrispondenza scritta, redatta in stile telegrafico ed inoltrata con
mezzi rapidi di trasmissione, impiegata per comunicare ordini, notizie, disposizioni, etc. che
occorre siano sollecitamente conosciute.
Il messaggio viene normalmente redatto su apposito modulo per messaggio a stampa,
tuttavia possono essere usati anche moduli semplificati.

61
Luso del messaggio deve essere limitato ai casi di effettiva urgenza o necessit e si deve
ricorrere alla lettera ogni qual volta possibile.
(a) Suddivisione dei messaggi
A seconda del mezzo usato per la trasmissione, i messaggi si suddividono in:
fonogrammi, se trasmessi a mezzo telefono o radiotelefono (non possono essere usati
per comunicazioni di carattere classificato);
telescritti, quando il messaggio viene inoltrato a mezzo telescrivente.
(b) Trattazione e custodia dei messaggi
I messaggi devono essere trattati come la normale corrispondenza, pertanto vengono
protocollati, classificati e conservati nella rispettiva pratica. Ogni centro trasmissione di
Centrale Operativa di Comando Provinciale o Comando di Compagnia deve avere inoltre
due registri; ove vanno registrati in uno i messaggi in partenza, nellaltro i messaggi in
arrivo.
(c) Qualifiche dei messaggi
Ad ogni messaggio il mittente deve assegnare una qualifica di precedenza, in base al
contenuto ed alla urgenza con cui il messaggio deve essere trattato, inoltrato e recapitato
(non viene assegnato ai telegrammi ed ai fonogrammi in partenza dalla Stazione CC).

LIMITE DI MASSIMA DEL


QUALIFICA DI
ABBREVIAZIONI TEMPO DI TRATTAZIONE DEL
PRECEDENZA
MESSAGGIO
Non fissato. La trattazione deve
essere estremamente rapida. I
Z LAMPO (FLASH) messaggi con tale qualifica
dovrebbero essere espletati
possibilmente entro 10 minuti
IMMEDIATO
O Massimo entro 1 ora
(IMMEDIATE)

P PRIORIT (PRIORITY) Entro 6 ore

Entro linizio del successivo giorno


R ORDINARIO (ROUTINE)
lavorativo

(d) Modalit di compilazione del messaggio sullapposito modulo (MOD. 1859, GRANDE E
MOD. 1860, PICCOLO)
La compilazione del messaggio va effettuata nellordine di successione che segue:
Qualifica per competenza:
nella casella omonima il compilatore deve scrivere per esteso la qualifica di precedenza
attribuita al messaggio, riferita al/ai destinatario/i per competenza.
Qualifica per conoscenza:
si riferisce alla qualifica di precedenza riferita al/ai destinatario/i per conoscenza (pu
essere diversa da quella per competenza). Quando non vi apposta alcuna qualifica, il
messaggio viene inoltrato come ordinario.

62
Gruppo data orario (GDO):
costituito da un gruppo alfanumerico composto da un numero di sei cifre e da una
lettera dellalfabeto. Sta ad indicare la data e lora in cui il messaggio stato
redatto;
le prime due cifre indicano il giorno del mese (da 01 a 31), le seconde due lora
(dalle 00 alle 23), le ultime due i minuti (da 00 a 59), (ogni numero da 0 a 9 deve
essere sempre preceduto dallo 0);
la lettera dellalfabeto indica il fuso orario dellEuropa Centrale che comprende il
territorio nazionale:
si usa la lettera A quando in vigore lora solare;
la lettera B, quando in vigore lora legale.
Esempio:
121325/A significa che il messaggio stato redatto il giorno 12 alle ore 13.25.
La lettera A o B seguita dalle prime tre lettere del mese.
Esempio:
ore 9.30 del 17 maggio = 170930/B - MAG
Quando si fa riferimento ad un messaggio la cui data non rientra nellanno in corso
devono essere aggiunte le ultime due cifre dellanno in questione.
Esempio:
170930/B-MAG. 98
Classifica di segretezza:
da indicare per esteso o abbreviata nellapposita casella.
Esempio:
NON CLASSIFICATO
(O UNCLAS(2))
Numero di protocollo del mittente:
da apporre nellapposita casella.
Da (FM = from):
Comando mittente.
A (TO):
Comando/i destinatario/i.
PERCO (INFO = Information):
Comando/i cui il messaggio diretto per conoscenza.
Testo:
il messaggio deve essere compilato in stile telegrafico, va scritto con lettere maiuscole
e va adoperata la doppia spaziatura fra rigo e rigo.
Prima del testo vanno apposti di norma:
riferimenti/seguito (eventuali) a foglio precedenti;
oggetto, in maniera sintetica.
Nel testo:
sono ammesse le abbreviazioni duso corrente;
i numeri possono essere trascritti in cifre oppure in lettere;

(2)
Dallinglese unclassified.

63
i numeri romani e gli ordinali non sono ammessi; in loro vece deve essere adoperata
la corrispondente parola scritta in lettere, oppure il numero cardinale
corrispondente, in cifre arabe; ad esempio VIII si scriver OTTAVO, oppure 8;
devono essere abolite tutte le forme di cortesia, gli articoli, le preposizioni, i segni
di punteggiatura, sempre che non venga compromessa la chiarezza del testo stesso;
deve essere evitata la ripetizione, per enfasi, di una o pi parole per dare maggiore
rilievo;
opportuna invece la ripetizione di una parola per prevenire errori di
interpretazione, in tal caso la ripetizione deve essere preceduta dalla parola ripeto,
ad esempio: BROWN, RIPETO BROWN;
allorch per la comprensibilit del testo stesso sia necessario fare uso di segni di
interpunzione, questi devono generalmente essere sostituiti dalle seguenti
abbreviazioni:
punto interrogativo ITG = (?)
lineetta o trattino TRAT = (-)
due punti DUEPT = (:)
parentesi PAREN = ()
punto ALT = (.)
punto e virgola SEMIALT = (;)
virgola VRG = (,)
barra BARRA = (/)
paragrafo PARA = ()
apri virgolette APRI VRG = ()
chiudi virgolette CHIUDI VRG = ()
consigliabile che le date, eventualmente contenute nel testo, siano scritte mediante
una o due cifre indicanti il giorno, seguite, se necessario, dalle prime tre lettere del
nome del mese e dalle ultime due cifre dellanno. Ad esempio:12 dicembre 1999 =
12 DIC 99; una notte sar espressa a mezzo delle due date tra cui intercorre. Ad
esempio: notte 29/30 SET 99; notte 30 SET/1 OTT 99.
la firma preceduta dalla sola indicazione del grado del mittente, ovvero: nel
caso che il messaggio sia diretto a Comandi/Uffici non dellArma, lindicazione del
grado deve essere sempre completata con la qualifica carabinieri.
Esempio. . . FINE MAR.ORD. CARABINIERI BRINI;
nel caso di comando interinale, segue la dizione COMINTER, il grado e cognome;
nel caso di firma per, far precedere la dizione PER COMANDANTE (seguono
grado, cognome e firma).
Indicazioni da apporre sul messaggio
Accade sovente che il messaggio, per mancanza dellapposito modulo, venga redatto
su un comune foglio, nel qual caso deve essere scritta, in alto al centro, la parola
MESSAGGIO e, sotto, il gruppo data orario:
Esempio:
MESSAGGIO
(091505/B-APR)
Sul messaggio, trasmesso via telefono e radiotelefono, oltre le indicazioni gi
accennate, devono essere trascritti, dopo la trasmissione, il nominativo del militare

64
trasmittente e quello del militare ricevente, con a fianco lindicazione dellora di
trasmissione/ricezione.
Messaggi in cifra
Si usano per trasmettere documenti classificati ovvero quando si devono comunicare
fatti di disciplina o di servizio che possano risultare lesivi per il buon nome e prestigio
dei militari dellArma o di altre Armi o Corpi delle FF.AA., ed in tutti i casi in cui i
fatti da segnalare sono di natura riservata ed importante, oppure conveniente che
lautorit cui diretto il messaggio ne abbia conoscenza prima che i fatti diventino di
dominio pubblico, i messaggi devono essere cifrati integralmente (tale prassi interessa
quasi esclusivamente i Comandi dUfficiale).
La cifratura viene effettuata presso i nuclei cifra dei Comandi di Legione e dei
Comandi Provinciali (non in sede di Legione), ai quali i messaggi devono essere inviati
dai Comandi mittenti, in chiaro, in duplice copia (una sar restituita con lannotazione
della ricezione), con plico sigillato, a mezzo corriere.
(10) Appunto
E una forma particolare di comunicazione per uso interno di un reparto.
Pu essere utilizzato per:
riferire/informare su un argomento di specifica competenza di uno o pi Uffici:
Chiarire un argomento o una questione dubbia;
proporre i provvedimenti da adottare in merito a qualche avvenimento;
ricordare i punti essenziali di una questione.
(11) Fac-Simile
I1 fac-simile un mezzo di trasmissione che consente linoltro immediato, ad utenti collegati,
di documenti in copia. Va usato nei casi di particolare urgenza.

65
IV TESI USO DEI MEZZI DI COERCIZIONE FISICA

1. Mezzi di coercizione fisica


a. Generalit
Nel caso di fermo o di arresto di persone in flagranza di reato o su esecuzione di ordini restrittivi o
di traduzione di persone ristrette in istituti di pena militari o comunque private della libert
personale, i carabinieri possono impiegare le manette (individuali).
Lapplicazione dei suddetti mezzi di coercizione fisica tende a vincolare il traducendo, per prevenire
possibili evasioni, atti autolesionistici, tentativi di suicidio o di aggressione nei confronti dei militari
operanti. E da evitare sia lesposizione di persone sottoposte a provvedimenti restrittivi agli
obiettivi televisivi o fotografici, sia il comportamento incerto o compiaciuto del personale operante,
che pu dare persino la sensazione di indugiare volutamente, per meglio permettere le riprese.
b. Manette
Le manette per uso individuale sono costituite da due anelli di acciaio, ciascuno con una parte
mobile, collegati fra loro da una catena. In caso di impiego, i due anelli sono stretti attorno ai polsi
di una persona e bloccati nella posizione di massimo serraggio, dalla quale possono essere allentati
od aperti con limpiego di una chiavetta. Poich la chiavetta usata per il bloccaggio e lapertura
degli anelli di semplice costruzione e comune a tutti i tipi di manette, i militari che lappongono
devono tener presente che esse possono essere aperte usando una rudimentale chiavetta o un
semplice gancio metallico. Costituiscono materiale di equipaggiamento tecnico e sono distribuite
individualmente. Ciascun paio di manette reca inciso un numero di matricola.
c. Modalit di applicazione
Le manette sono uno strumento coercitivo che consente di operare in condizioni di sicurezza.
Pertanto, esso deve essere utilizzato tenendo conto dei seguenti fattori:
pericolosit del soggetto;
pericolo di fuga;
circostanze ambientali.
Le modalit di esecuzione dellammanettamento devono salvaguardare comunque la dignit della
persona.
Nel caso si proceda nei confronti di minorenne, donna (con particolare riferimento a quella incinta),
anziano det superiore a 65 anni, malato o portatore di handicap dovr essere svolta pi
approfondita e attenta valutazione, per procedere allammanettamento solo in caso di effettiva
necessit.
Al fine di impedire eventuali azioni aggressive o di autolesionismo, le manette sono applicate con le
mani dietro la schiena, compatibilmente con la conformazione fisica della persona fermata o
arrestata. Per le tecniche di ammanettamento si rimanda al contenuto della pubblicazione n. P-11
Procedimenti dazione per i militari dellArma dei carabinieri nei servizi distituto.

2. Criteri di valutazione per lapplicazione delle manette


a. Generalit
La legge 12 dicembre 1992, n. 492 ha imposto, per i servizi di traduzione, un diverso uso dei mezzi
di coercizione. Il Comando Generale dellArma ha recepito tali norme fissando una serie di criteri
da tenere presente per lapplicazione delle manette.
b. Arresto in flagranza di reato o fermo

67
Lapplicazione delle manette obbligatoria in caso di soggetto:
responsabile di reato anche tentato commesso con armi o violenza o resistenza o
danneggiamento o di evasione;
con precedenti per i reati di cui sopra accertati alla banca dati di P.G.;
che potrebbe verosimilmente essere favorito nella fuga da persone del luogo;
nei cui confronti sussistono concreti elementi che possano far presumere la possibilit di
evasione.
c. Arresto in esecuzione di ordine di custodia cautelare
Lapplicazione delle manette obbligatoria quando:
espressamente prevista dallAutorit Giudiziaria mandante;
il soggetto:
colpito da provvedimento restrittivo per reato anche tentato commesso con armi o violenza
o resistenza o danneggiamento o per evasione;
ha precedenti per i reati di cui sopra da accertare preventivamente alla banca dati di P.G. ed
agli uffici;
potrebbe verosimilmente essere favorito nella fuga da persone del luogo;

sussistono concreti elementi che possano far presumere la possibilit di evasione.


d. Traduzione di persone detenute presso istituti di pena militari (art. 42 bis co. 5 L. 354/75)
Le traduzioni sono servizi eseguiti per trasferire coattivamente, da un luogo ad un altro, persone
detenute, internate od arrestate.
Le persone detenute in istituti di pena militari sono tradotte singolarmente/collettivamente secondo
le prescrizioni dettate dallAutorit Giudiziaria o dalla direzione penitenziaria competente.
Nelle traduzioni individuali l'uso delle manette ai polsi vietato. E consentito quando lo richiedono
la pericolosit del soggetto o il pericolo di fuga o circostanze di ambiente che rendono difficile la
traduzione.
Nelle traduzioni collettive, luso delle manette obbligatorio.
e. Arresto, fermo, accompagnamento, traduzione di minorenni (art. 20 D.Lgs. 28 Luglio 1989, n.
272)
Nellesecuzione dellarresto e del fermo, nellaccompagnamento e nelle traduzioni devono essere
adottate le opportune cautele per proteggere i minorenni dalla curiosit del pubblico e da ogni
specie di pubblicit nonch per ridurre nei limiti del possibile, i disagi e le sofferenze materiali e
psicologiche.
E vietato luso di strumenti di coercizione fisica, salvo che ricorrano gravi esigenze di
sicurezza.
Il minorenne condotto presso gli uffici di polizia giudiziaria in esecuzione di un arresto, di un fermo
o di un accompagnamento trattenuto in locali separati da quelli dove si trovano maggiorenni
arrestati o fermati.
f. Traduzione dellarrestato prosciolto
Larrestato in flagranza di reato, subito posto a disposizione del P.M. e quindi del Giudice
dUdienza per la convalida ed il contestuale giudizio direttissimo, se prosciolto nei cui confronti
viene disposta limmediata liberazione:
accompagnato, senza alcun mezzo di coercizione fisica, presso la caserma per il disbrigo delle
formalit conseguenti alla liberazione (notifica del verbale di scarcerazione);
pu recarsi, a richiesta, presso la caserma anche senza accompagnamento per il disbrigo delle
formalit conseguenti alla liberazione (notifica del verbale di scarcerazione).

68
V TESI PARTICOLARIT SUL SERVIZIO ISTITUZIONALE: SERVIZI
DISTITUTO (PATTUGLIE E PATTUGLIONI;
PERLUSTRAZIONI; BATTUTE E RASTRELLAMENTI; POSTI
DI BLOCCO E SQUADRIGLIE)

1. Vigilanza nei centri abitati (Pattuglie e Pattuglioni)


Il servizio di pattuglia ha lo scopo di esercitare attiva sorveglianza nellabitato, per il
mantenimento dellordine e della sicurezza pubblica.
Pu essere attuato a piedi, o su automotomezzo.
I militari di pattuglia debbono avere esatta conoscenza degli itinerari, delle vie e degli obiettivi pi
importanti da vigilare (uffici pubblici, associazioni, istituti bancari, consolati, ambasciate, pubblici
esercizi etc.), nonch dei servizi di pronto intervento cui far capo - anche telefonicamente - per
esigenze varie (ospedali, farmacie, posti di soccorso, sedi dei vigili del fuoco, abitazioni di medici o
levatrici, autorimesse, etc.).
Nei centri di particolare importanza il capo pattuglia deve essere munito di una guida della citt
corredata dellelenco degli indirizzi e numeri telefonici di maggiore interesse.
Percorrono litinerario loro fissato prestando la massima attenzione su tutto quanto possa interessare la
pubblica sicurezza e la protezione che devono accordare ai cittadini, ed effettuano i controlli alle
persone sottoposte a misure di sicurezza, di prevenzione ed altre misure restrittive della libert
personale (es. arresti domiciliari etc.), secondo quanto stabilito dal Comandante di Stazione.
Specie di notte, debbono rendersi conto di ogni anormalit accertandone la causa. Se constatano che
siano rimasti incustoditi negozi, magazzini, case, etc. ne avvertono prontamente i proprietari
assicurando, nel frattempo, la necessaria vigilanza e, qualora vi fosse ragionevole motivo di ritenere
che allinterno si stiano consumando o si siano consumati reati, adottano senzaltro le necessarie
misure, informandone sollecitamente il Comandante della Stazione.
Debbono mostrarsi sempre premurosi, urbani e cortesi alle richieste dindicazioni o di intervento da
parte dei cittadini.
Vigilano sui pregiudicati e sulle persone socialmente pericolose.
Vigilano, specie di notte, sugli individui di apparenza sospetta e su quelli che per la loro condotta
diano ragionevole motivo di dubitare delle loro intenzioni. Occorrendo, i Carabinieri li invitano a
comprovare la loro identit e a giustificare la loro presenza in luogo, accompagnandoli, se del caso,
innanzi al Comandante della Stazione per le ulteriori incombenze, a norma del vigente testo unico
delle leggi di P.S..
I Carabinieri, peraltro, dovranno sempre tenere presente che per invitare una persona a dar conto di s,
od a dimostrare la propria identit, occorre che essa faccia, col suo contegno, sorgere fondati e seri
sospetti e dia luogo a giusta apprensione.
Il contegno dei Carabinieri in simili contingenze deve essere uniformato al pi scrupoloso rispetto
della libert individuale ed loro dovere procedere in queste circostanze con prudenza e
discernimento, impiegando molto tatto e accortezza nel distinguere i casi in cui pu essere necessario
richiedere le indicate giustificazioni. Essi devono facilitare allo sconosciuto i mezzi per comprovare la
propria identit ed accogliere e verificare con imparzialit tutte le prove e gli elementi che alluopo
egli offrisse; solo nei casi in cui le prove esibite non valessero a dissipare i sospetti ragionevolmente
sorti o quando linteressato, invitato a dar conto di s, non avesse conoscenza alcuna di persone
dabbene che possano testimoniare in suo favore, devono invitarlo a seguirli in caserma e lo
accompagnano mantenendo quella prudenza ed oculatezza che le circostanze richiedono.
Pongono attenzione affinch i manifesti di chiamata alle armi, le ordinanze, i bandi, le diffide o i
provvedimenti emanati dalle Autorit ed affissi al pubblico, non vengano lacerati o distrutti.

69
Vigilano sugli Istituti di Credito, sugli Uffici Postali e Finanziari aventi gestione di denaro pubblico,
particolarmente quando abbiano avuto comunicazione della giacenza in cassa di notevoli valori,
nonch sui luoghi di espiazione di pena quando vi siano rinchiusi detenuti pericolosi, od abbiano avuto
notizia di sosta temporanea di detenuti in traduzione.
La pattuglia che ha per compito la vigilanza di un determinato obiettivo e debba, perci, muoversi
dentro uno spazio limitato, considerata fissa con cambio sul posto. In tal caso i suoi doveri particolari
sono compendiati in apposita consegna che viene scambiata sul posto.
Quando la situazione dellordine e della sicurezza pubblica richiede particolari misure di vigilanza,
che non possono essere attuate dalla normale pattuglia, si ricorre allimpiego di uno o pi pattuglioni.
Il pattuglione formato da tre o pi militari, a seconda dellimportanza dei compiti che deve assolvere,
ed sempre comandata da un graduato.
Come per le pattuglie, il servizio di pattuglione disimpegnato a piedi o in automotomezzi e, nei
grandi centri, dai nuclei radiomobili, su autovetture veloci.
Il Comandante ha lobbligo di riferire le novit rilevate ai comandanti delle Stazioni dislocate nella
zona in cui opera.

2. Vigilanza fuori dai centri abitati (Perlustrazioni)


Il servizio di perlustrazione ha lo scopo di esercitare attiva vigilanza fuori dai centri abitati, per
assicurare, in particolare, la sicurezza delle vie di comunicazione e delle campagne.
Il servizio di perlustrazione svolto normalmente su automotomezzi.
Nel predisporre le perlustrazioni e fissare gli itinerari, il Comandante della Stazione deve tenere
conto della necessit di assicurare la vigilanza su tutta lestensione del territorio, facendo
visitare i comuni e le frazioni rispettivamente almeno due volte od una volta la settimana.
Nelle ore notturne i servizi perlustrativi possono essere integrati da appiattamenti, suggeriti da
particolari situazioni contingenti, da specificarsi sempre nellordine di servizio.
I Carabinieri di perlustrazione pongono speciale cura nel raccogliere tutte le notizie che possono
interessare il loro servizio, non omettendo di informarsi dei reati perpetrati, degli avvenimenti
verificatisi e di tutto quanto possa interessare lordine e la sicurezza delle persone e della propriet.
I Carabinieri di perlustrazione vigilano perch non siano commessi danni alle strade, alle auto
parcheggiate sulle pubbliche vie, agli acquedotti, ai metanodotti, agli oleodotti, ai depositi e
distributori di carburanti, ai ponti, alle ferrovie, agli impianti telegrafici, telefonici e di energia
elettrica, alle antenne di segnalazione luminosa per la navigazione aerea, alle centrali elettriche, alle
stazioni trasmittenti e ripetitrici radiotelevisive ed alle installazioni nucleari; perch non siano
incendiate le stoppie nei campi e nei boschi fuori dei tempi e dei modi fissati dai regolamenti locali o
ad una distanza minore di quella in essi stabilita; perch non vengano manomesse le propriet dei
cittadini, dei Comuni, delle Provincie, delle Regioni, e dello Stato, procedendo a norma di legge a
carico dei responsabili. Se riscontrano guasti o pericoli nelle vie di comunicazione, nelle strade ferrate
o tranviarie, nelle linee telegrafiche e telefoniche od elettriche e nelle condutture varie adottano le
misure idonee a prevenire infortuni, informandone immediatamente il Comandante della Stazione.
Vigilano affinch sulle vie di comunicazione, qualora vengano attuate ostruzioni o lavori che possano
riuscire pericolosi, siano collocati i prescritti segnali.
Vigilano altres sulla osservanza delle leggi e dei regolamenti in materia forestale, di caccia, di pesca,
di polizia stradale e ferroviaria.
Esercitano attiva vigilanza sui viandanti in genere e nei riguardi di coloro che hanno apparenze
sospette o che per la condotta destano ragionevoli motivi di dubitare delle loro intenzioni.
Dei controlli effettuati il capo servizio lascia traccia sullordine di servizio e nellallegato A.

70
3. Battute e rastrellamenti
a. Generalit
Per fronteggiare particolari situazioni della sicurezza pubblica, i comandanti di compagnia
possono organizzare nella circoscrizione del proprio comando perlustrazioni multiple
convergenti su di una determinata localit, dandone preventiva notizia ai Prefetti ed alle
Autorit di P.S. per le necessarie intese. Per tali particolari servizi (battute o rastrellamenti) sar
predisposto un apposito piano operativo, in cui dovranno essere sempre chiaramente indicati lo
scopo del servizio e le modalit di esecuzione.
I servizi sono diretti personalmente dal Comandante che li ha predisposti.
Oltre al personale delle Stazioni, potranno concorrervi altri reparti.
Alle battute ed ai rastrellamenti si far ricorso in modo particolare, quando se ne manifesti la
necessit, in zone infestate dalla delinquenza organizzata o frequentate da catturandi ed in quelle
ove si sospetta siano costituiti depositi di armi e materie esplodenti.
b. Battute
Oltre a quanto gi detto nella parte generale, opportuno aggiungere, in questa sede, che nelle
battute:
il campo di operazione viene limitato ad una zona determinata nella quale far convergere le
perlustrazioni di varie Stazioni;
le basi di partenza, gli itinerari, la velocit di marcia ed i compiti debbono essere
preventivamente stabiliti;
i mezzi da impiegare sono quelli di cui ciascun comando dispone normalmente.
In sintesi, si pu affermare che la battuta un servizio importante, delicato ed impegnativo che
ciascun Comandante territoriale pu assolvere con i propri mezzi.
c. Rastrellamenti
Il rastrellamento, a differenza della battuta, deve essere:
predisposto e studiato nei minuti particolari, anche topografici;
eseguito dai militari addestrati e con limpiego di armi di reparto e di speciali mezzi tecnici;
sostenuto con la costituzione di adeguale riserve e con una rete di collegamenti.
In conclusione, il rastrellamento unoperazione tipica che richiede una preventiva azione
informativa e che il comandante che la dirige non pu eseguire, con risultati proficui, senza avere
elementi di rinforzo, in uomini e mezzi, e senza il concorso operativo dei reparti contermini.
d. Servizi perlustrativi coordinati a largo raggio
I servizi perlustrativi coordinati a largo raggio sono azioni a scopo preventivo e repressivo,
pianificati a livello di Comando Compagnia, di Gruppo, Provinciale, di Regione e di Divisione,
nonch a livello nazionale su programmazione del Comando Generale o del Ministro dellInterno.
Essi sono disposti, di norma, in determinate zone (pi o meno vaste) allorquando si verificano
anormali e frequenti episodi criminosi, e sono svolti dai militari delle Stazioni e dei Reparti
Speciali.

4. Posti di blocco e posti di controllo


a. Generalit
I posti di blocco ed i posti di controllo sono servizi particolari attuati nei punti idonei delle vie di
comunicazione, generalmente in base a piani prestabiliti e nel caso di battute, rastrellamenti e
controlli di aree urbane, al fine di:

71
procedere ad un generale controllo del traffico di persone e mezzi;
ricercare e arrestare latitanti e malviventi;
recuperare mezzi e materiali rubati.
Essi possono essere attuati:
solo dallArma;
contemporaneamente da tutte le Forze di Polizia in attuazione di piani provinciali concordati dai
Comandi Provinciali dellArma, della Guardia di Finanza e della Polizia di Stato.
La spregiudicatezza e la decisione della criminalit (comune e organizzata), che comportano una
elevata probabilit di dover far ricorso alluso delle armi, hanno imposto di adottare su scala
nazionale ed interforze, modalit e criteri di impiego uniformi, soprattutto al fine di salvaguardare
al massimo lincolumit del personale operante e degli utenti della strada. Lattuale normativa
prevede:
POSTI DI BLOCCO
POSTI DI CONTROLLO.
Per lattuazione dei posti di blocco e dei posti di controllo prevista:
una precisa disposizione dei militari e dei mezzi nellambito del dispositivo;
una chiara specificazione dei compiti particolari assegnati a ciascun militare;
lutilizzazione di adeguata segnaletica;
la differenziazione nei seguenti tipi:
posto di blocco preordinato per un senso di marcia;
posto di blocco preordinato per due sensi di marcia;
posto di blocco su allarme (costituito da pattuglie gi in servizio di istituto);
posto di controllo (con 2 3 4 militari).

5. Squadriglie
Nelle zone in cui vengono a determinarsi anormali condizioni della sicurezza pubblica per il frequente
ripetersi di gravi manifestazioni criminose specie contro il patrimonio (Calabria, Sardegna), la
vigilanza preventiva e repressiva, ordinariamente affidata alle stazioni, pu essere integrata da appositi
reparti, denominati squadriglie, composte da militari a piedi o su automezzi.
Tali reparti al comando di Maresciallo o brigadiere - di numero e forza varia, a seconda delle necessit
e delle circostanze contingenti - saranno costituiti in seguito ad ordine, almeno dei comandanti
provinciali e di gruppo (dove esistenti) e, sempre, previe intese con le prefetture competenti.
Le squadriglie, le cui caratteristiche essenziali sono la mobilit e la celerit, opereranno, secondo
ordini e direttive superiori oppure di iniziativa, sulla base delle informazioni che i comandanti delle
squadriglie stesse, avvalendosi anche di confidenti, avranno cura di raccogliere giornalmente, con
puntate di sorpresa, con appiattamenti, specie notturni, e con rapidi servizi di rastrellamento.
Le squadriglie, per raggiungere determinati obiettivi possono essere raggruppate in una unit di
formazione superiore, affidandone il comando ad un Ufficiale o Maresciallo.

6. Aggiornamento delle procedure operative. Polizia di prossimit


Le priorit strategiche fissate dall'Autorit di governo, volte a migliorare le condizioni di sicurezza
generale, postulano tra l'altro il rafforzamento del legame tra cittadini e forze dell'ordine, attraverso la
concreta realizzazione di un servizio efficace di polizia di prossimit, ritenuto, a ragione, la
soluzione pi idonea a soddisfare tali esigenze.

72
In tale ambito riveste fondamentale importanza l'istituzionalizzazione del servizio preventivo con
l'impiego di un solo carabiniere, denominato carabiniere di quartiere, le cui diverse fasi di
sperimentazione ed il conseguente affinamento dei criteri di svolgimento ne consentono ora
l'inserimento tra le procedure d'azione ordinarie. L'appellativo utilizzato fornisce maggiore flessibilit
nell'individuazione delle aree, non vincolando le stesse alle dimensioni del quartiere, e non ingenera
nel cittadino aspettative non sostenibili atteso che il servizio non potr essere eseguito in tutte le aree
urbane.
L'attivit in parola integra il dispositivo di prevenzione generale attuato dalle pattuglie e perlustrazioni
e persegue lobiettivo prioritario di attendere ad un compito precipuamente orientato al servizio del
cittadino. Essa risponde a finalit differenti a seconda del contesto ambientale in cui viene a
collocarsi. In particolare, nei piccoli comuni, dove la conoscenza diretta tra carabiniere e cittadino si
sviluppa in modo naturale, consente l'aumento del livello di proiezione esterna dei reparti.
Parallelamente, nei centri pi grandi - sedi di Comando Provinciale o Infraprovinciale - determina
l'incremento della proiezione esterna dei reparti ed il recupero di un rapporto pi vicino alla
cittadinanza.
Lapplicazione nei centri fortemente urbanizzati, con criteri di continuit nell'esecuzione del servizio e
di stabilit di assegnazione del personale, contribuir a far diventare il carabinieri di quartiere
punto di riferimento istituzionale per i cittadini d aree ben determinate e delineate e consentir,
attraverso una presenza costante ed una efficace raccolta informativa, di prevenire i reati di natura
predatoria e migliorare la percezione di sicurezza.
Sempre in linea con i criteri della polizia di prossimit ed al fine di garantire una risposta alla
domanda di sicurezza proveniente da tutte le realt sociali, si reputa opportuno prevedere 1'esecuzione
di mirate attivit preventive anche nelle aree urbane particolarmente sensibili dal punto di vista
dell'ordine e della sicurezza pubblica ed in quelle rurali, caratterizzate da rarefazione delle abitazioni.
In particolare, nelle aree urbane degradate dovr essere previsto l'impiego delle stazioni mobili quali
presidi temporanei del territorio, da cui distaccare nelle zone circostanti pattuglie appiedate in grado di
esercitare attenta azione di vigilanza, visitare gli esercizi commerciali contattare la popolazione con la
necessaria cornice di sicurezza garantita dal reciproco supporto tra i militari. Analogamente, nelle aree
rurali, dovr essere ricercato nell'ambito delle perlustrazioni normalmente comandate un maggiore
contatto diretto con il cittadino da realizzare anche presso le abitazioni - per stimolare il dialogo,
fornire consigli ed informazioni nonch accogliere eventuali istanze di pertinenza anche di altre
amministrazioni, da coinvolgere successivamente.
a. "Carabiniere di quartiere"
(1) Finalit
L'esecuzione del servizio, con l'impiego di un solo Carabiniere normalmente appiedato,
risponde all'avvertita esigenza di integrare il dispositivo di controllo del territorio, soprattutto
nelle aree ove l'espansione urbanistica e la consistente concentrazione di popolazione
residente, unitamente ai sempre pi serrati ritmi della vita lavorativa e sociale, hanno di fatto
affievolito il tradizionale rapporto personale e diretto del carabiniere con il cittadino,
riducendo la capacit di recepire ed interpretare le istanze e le necessit della collettivit. La
particolare modalit operativa intende pertanto ristabilire prioritariamente tale capacit,
favorendo la conoscenza e la reciproca fiducia fra l'operatore di polizia e la popolazione.
L'acquisizione di informazioni e l'effetto deterrente, derivante dalla frequente e visibile
presenza del militare, rappresentano i naturali corollari dell'attivit, quale espressione della
prossimit e della vicinanza che da sempre contraddistingue l'operato dell'Arma svolto a
favore della comunit della quale parte integrante.
Il nuovo modello operativo, che recepisce le modalit gi sperimentate del "Carabiniere
singolo", si inserisce tra i procedimenti d'azione ordinari per la vigilanza nei centri abitati, di
cui ai numeri da 67 a 78 del Regolamento Generale per l'Arma dei Carabinieri.

73
(2) Ambiente operativo
Le aree urbanizzate costituiscono l'ambiente privilegiato di esecuzione del particolare servizio
in quanto in esse si realizzano quelle condizioni che, da una parte, sono causa della
progressiva spersonalizzazione dei rapporti fra il carabiniere e la cittadinanza, dall'altra,
rendono pi facile, per l'elevata concentrazione della popolazione, la possibilit di contattare o
essere visti e contattati da un maggior numero di cittadini.
All'interno di tali aree saranno individuati i settori nei quali svolgere i singoli servizi di
carabiniere di zona che rispondano alle seguenti caratteristiche:
- contenuta estensione territoriale, controllabile a piedi in un ragionevole arco di tempo (3/4
ore);
- presenza variegata di realt socio-economiche quali abitazioni, vie commerciali, uffici
pubblici/privati, scuole, mercati, ecc..;
- agevole percorribilit a piedi;
- esistenza di vie d'accesso anche agli automotoveicoli in servizio di prevenzione generale e
pronto intervento;
- particolari condizioni dell'ordine e sicurezza pubblica valutate anche alla luce
dell'andamento della delittuosit.
In sostanza, pur dovendosi evitare le zone maggiormente degradate per non esporre ad
eccessivi rischi il militare, si devono individuare all'interno delle aree selezionate le zone ove
forte la richiesta di sicurezza, soprattutto in relazione ai reati di criminalit diffusa, quali i furti
in abitazioni, di automotoveicoli, con strappo (scippi), con destrezza (borseggi), ecc. e
all'incidenza di fenomeni di intolleranza civile, quali i danneggiamenti della cosa
pubblica/privata, le manifestazioni di disturbo alle occupazioni/al riposo delle persone, gli
imbrattamenti, ecc.
Per le citt fortemente urbanizzate, il servizio di "Carabiniere di quartiere" deve essere
necessariamente caratterizzato dalla continuit dell'esecuzione e dalla stabilit di assegnazione
del personale. Il processo di selezione delle aree richiede, pertanto, un'ulteriore valutazione in
termini di sostenibilit fondata sui seguenti parametri:
ogni settore deve essere affidato ad un solo militare individuando un sostituto per garantire
l'espletamento del servizio in caso di temporanea indisponibilit del carabiniere
"affidatario";
nell'ipotesi in cui nella circoscrizione dello stesso reparto siano individuati due o pi
settori la designazione del sostituto potr essere unitaria, potendosi impiegare di volta in
volta lo stesso militare a copertura delle assenze dei titolari;
il settore deve essere vigilato con continuit attraverso una sufficiente ripetizione del
servizio nell'arco della settimana (almeno 5 volte).
Si deve evitare in ogni caso di far effettuare la specifica attivit del "Carabiniere di quartiere"
per brevi periodi o "a singhiozzo", in quanto tale situazione destinata a creare nella
cittadinanza giuste e comprensibili aspettative, moltiplicando l'effetto negativo sulla
percezione della sicurezza in caso di sospensione frequente o interruzione del servizio.
(3) Esecuzione
Il Carabiniere di quartiere, come pi volte detto, mira ad avvicinare la popolazione, a rendere
pi visibile la presenza dell'Arma e a consentire al cittadino un pi facile accesso ai servizi di
polizia; il relativo compito , pertanto, eseguito negli orari che, a seconda delle caratteristiche
ambientali della realt ove viene svolto, permettano di entrare in contatto o rendersi disponibili
nei confronti del maggior numero di persone possibile.
Lascolto della cittadinanza deve trovare il proprio naturale sviluppo nella ricerca informativa
finalizzata ad acquisire con tempestivit la conoscenza dei fenomeni emergenti, per leggerne la
potenziale diffusione e anticiparne le possibili degenerazioni, specie nelle aree metropolitane.

74
Nel contempo la vigilanza dei luoghi, garantita dalla presenza attiva dei militari, deve essere
orientata al contrasto dei pi comuni fenomeni di disordine urbano, compresi taluni reati
patrimoniali: dal danneggiamento dei beni pubblici, alloccupazione abusiva del suolo
pubblico, ai furti di beni mobili esposti alla pubblica fede, ai borseggi e taccheggi.
La fascia oraria nella quale, di massima, si realizza questa condizione quella compresa fra le
08.00 e le 20.00 entro la quale possono individuarsi i periodi pi favorevoli per una mirata
azione di contatto delle diverse fasce di popolazione che rappresentano il "target" del servizio.
Cos, ad esempio, in un settore nel quale sono ubicati diversi istituti scolastici la presenza del
carabiniere all'ingresso o, pi favorevolmente, all'uscita di alunni e studenti pu costituire
occasione preziosa per una produttiva azione informativa fra i genitori e i parenti in attesa,
come fra gli stessi studenti pi grandi che si trattengono sul posto al termine delle lezioni. La
scelta dell'orario costituisce pertanto un atto fondamentale ai fini dell'efficacia del servizio e
deve scaturire da una valutazione specifica del Comandante del Reparto.
Il servizio svolto normalmente a piedi e pu avere inizio dalla caserma o da altro punto
dell'abitato raggiunto utilizzando i mezzi in servizio di pattuglia o anche, in casi in cui ci sia
conveniente, i mezzi pubblici, situazione nella quale, condividendo con il cittadino particolari
momenti del vivere quotidiano, si realizza ulteriormente il carattere di vicinanza che
caratteristica fondamentale della "polizia di prossimit".
Particolarmente efficace inoltre la possibilit di collegare il Carabiniere di quartiere alle
Stazioni mobili, realizzando una moltiplicazione dell'effetto di prossimit derivante
dall'impiego di questo presidio operativo. Tale modalit "integrata" consente, infatti, di offrire
al cittadino non solo la possibilit di avvicinarsi spontaneamente e in modo pi agevole
all'offerta di sicurezza ma anche di riceverla a domicilio in modo strutturato.
In contesti ambientali particolari pu essere adottata anche una modalit di esecuzione di tipo
"misto", mediante l'effettuazione di pattuglie automontate composte di norma da due militari,
dalle quali un componente si distacca per la vigilanza a piedi, mentre l'altro militare continua il
servizio a bordo del veicolo, esercitando una sorveglianza dinamica nelle zone limitrofe.
Peraltro, anche il carabiniere a bordo del veicolo pu allontanarsi dallo stesso in tutte le
circostanze in cui ci sia richiesto da contingenti esigenze operative, derivanti da segnalazioni
o richieste dei cittadini. A tali fini anch'egli sar dotato di apparato radio portatile e degli altri
equipaggiamenti previsti per il carabiniere di zona. Egli entra in azione dopo aver
parcheggiato l'automezzo, chiuso con i dispositivo di allarme e antifurto inseriti e senza
documenti e materiali a bordo. Al termine del servizio effettuato i due militari possono
ricongiungersi per proseguire il servizio di pattuglia su automezzo, ovvero possono alternarsi
nel servizio singolo secondo necessit comunicando ogni iniziativa al reparto di provenienza.
La flessibilit delle procedure operative vigenti consente di adeguare le modalit esecutive del
sevizio ai nuovi obiettivi. La loro realizzazione ulteriormente agevolata dal contestuale
impiego dei due militari titolari, per 6 ore continuative, nellambito dei sottosettori
individuati, anche al fine di un immediato reciproco supporto in situazioni di emergenza
ovvero per lo svolgimento, in sicurezza, di mirati controlli. Inoltre i Comandanti provinciali
potranno disporre lo svolgimento del servizio nella fascia oraria dalle 07.00 alle 22.00, qualora
ritenuto utile sul piano operativo e praticabile per le condizioni ambientali delle zone di
riferimento.
Il servizio del "Carabiniere di quartiere" si integra nel dispositivo interforze realizzato con il
Piano di Controllo Coordinato del Territorio, di cui sfrutta le potenzialit in termini di
sicurezza. Tutti i servizi di pattuglia, impegnati nell'area nella quale sono compresi i settori da
vigilare secondo le previsioni del Piano CCT, devono essere, infatti, informati della posizione
e delle attivit dei militari in servizio singolo, per intervenire consapevolmente e rapidamente
all'emergenza. Analoghe informazioni devono essere fornite ai carabinieri di zona, in modo
che possano calibrare le proprie iniziative alle contingenti possibilit operative esprimibili dal
dispositivo di sicurezza nel suo insieme.

75
Determinati i settori, stabiliti gli obiettivi informativi e l'orario di svolgimento dell'attivit,
definite le modalit di esecuzione, da riportare nell'ordine di servizio, ed organizzata la cornice
di sicurezza areale, il Carabiniere singolo responsabile dell'azione di vigilanza, che effettuer
sulla base della propria iniziativa ed intuito professionale, non condizionato dall'assegnazione
di itinerari prestabiliti n di compiti eccessivamente dettagliati.
In particolare il militare deve:
proporsi nei confronti della popolazione rendendo espliciti il compito e lo scopo del
servizio svolto;
esercitare attenta vigilanza, che si concretizza nella vigile osservazione dei luoghi e nella
identificazione a vista delle persone note e, con l'adozione di particolari cautele, di quelle
sconosciute;
visitare gli esercizi pubblici con lo scopo di instaurare un proficuo dialogo con l'esercente,
osservare le persone presenti e le attivit che vi si svolgono, senza effettuare accertamenti
volti a verificare la regolarit della licenza o il rispetto di altri obblighi di carattere
amministrativo;
annotare e segnalare - anche ad altri enti (Vigili Urbani, aziende di servizio ecc.) - eventi,
situazioni particolari, notizie nonch modifiche intervenute sul territorio e ritenute
d'interesse (apertura o chiusura di esercizi commerciali, locali di intrattenimento, istituti
culturali e finanziari, ecc.).
L'azione sar, pertanto, diretta principalmente a colloquiare sistematicamente con i cittadini
dimoranti nel settore d'interesse, con i Vigili Urbani, le guardie giurate, gli altri operatori
pubblici e privati nonch con i titolari e/o i lavoranti di esercizi pubblici e commerciali. In
sostanza, l'acquisizione di notizie utili per l'esercizio di pertinenti azioni preventive e/o
repressive rappresenta il naturale sviluppo dell'attivit di ascolto e recepimento delle istanze
della cittadinanza; un'attivit da condurre con atteggiamento tradizionalmente composto,
disponibile e solidale, che testimoni la vicinanza dell'Istituzione ai bisogni dei singoli.
In tale ottica particolare, il carabiniere di quartiere provvede direttamente a soddisfare le
eventuali richieste per le quali in grado di fornire corretta ed esauriente risposta. Nelle
situazioni in cui, invece, i provvedimenti da attuare eccedano le sue possibilit operative o
esulino dalle competenze istituzionali attiva il proprio comando o gli uffici eventualmente
competenti. Egli, inoltre, deve aver cura di portare a conoscenza di coloro che a lui si sono
rivolti, nei limiti consentiti dalle norme e secondo le indicazioni impartite dal Comandante di
Stazione, l'esito delle azioni intraprese o i provvedimenti attuati, non tralasciando di informarsi
sulle misure adottate dagli organi esterni attivati sulla base delle sue segnalazioni.
(4) Collegamenti e modalit di coordinamento
Il Carabiniere di quartiere agisce in costante collegamento con la Centrale Operativa mediante
l'impiego di apparati radio portatili di ultima generazione, dotati di laringofono in modo da
garantirgli maggiore libert di movimento. L'efficienza dei collegamenti costituisce il
requisito operativo indispensabile perch il carabiniere possa interagire e coordinarsi con gli
altri servizi in atto nell'area di riferimento. Nell'esecuzione della sua vigilanza, infatti, il
militare pu procedere al controllo delle persone con l'adozione di particolari cautele. In tali
casi l'identificazione del soggetto deve essere preceduta dall'avviso alla C.O., che manterr con
continuit il contatto radio per tutta la fase del controllo, durante il quale il carabiniere di zona
opera, di regola, anche con l'assistenza di una pattuglia automontata, fatta tempestivamente
affluire dalla C.O.. Nelle ipotesi in cui il servizio di Carabiniere di quartiere sia di tipo
integrato con la Stazione mobile o di tipo "misto", l'appoggio garantito prioritariarnente,
dagli altri componenti dell'equipaggio della Stazione mobile o dal militare impegnato nella
sorveglianza dinamica a bordo dell'autovettura.
In situazioni di emergenza il militare deve dare immediatamente l'allarme via radio alla
Centrale Operativa, evitando interventi risolutivi in situazione di evidente inferiorit e

76
riducendo al minimo l'esposizione al pericolo dei cittadini presenti e di se stesso, fermi
restando gli obblighi di legge.
Ulteriori misure di coordinamento sono, inoltre, adottate per facilitare l' utilizzazione del
patrimonio informativo acquisito nel corso del servizio. A tal fine il Carabiniere di quartiere
rientrato in caserma, deve registrare nell'immediatezza tutti gli atti relativi agli interventi
effettuati e ragguagliare il comandante in merito al servizio, riferendo su particolari eventi o
notizie raccolte. La relativa documentazione vagliata dal Comandante di Stazione e posta a
disposizione per la consultazione da parte degli altri militari della sede per un loro opportuno
orientamento sia nell'esecuzione delle altre attivit preventive sia di quelle investigative. Al
riguardo, sono state poste allo studio specifiche predisposizioni volte ad automatizzare tali
incombenze attraverso il supporto informatico.
(5) Aggiornamento delle procedure operative
Il Comando Generale dellArma - II Reparto - SM - Ufficio Operazioni, con circolare n.
18102/43-285-1 "P" datata 4/11/2014 ha evidenziato un aumento degli episodi di aggressione
nei confronti di militari dell'Arma in servizio. Tale situazione, alla quale si aggiunge
l'accresciuta minaccia di matrice terroristica, acclarata anche da azioni criminose compiute in
altri Paesi, ha indotto ad adottare le dovute cautele operative affinch i servizi preventivi siano
attuati in un quadro di accentuata sicurezza. A tale riguardo, al fine di incrementare
ulteriormente i livelli di tutela del personale, stato disposto che tutti i servizi di controllo del
territorio - compresi quelli di "Carabiniere di Quartiere" - siano svolti con l'impiego congiunto
di due militari, ferma restando la possibilit di effettuare servizi con un singolo militare
esclusivamente per attivit di tipo logistico, burocratico, informativo (accertamenti anagrafici,
corriere, etc.), sempre valutando la cornice di sicurezza nella quale devono essere condotti.
b. Servizi di prossimit in aree urbane degradate ed in aree rurali
(1) Premessa
L'esigenza di qualificare maggiormente la relazione tra il cittadino ed il carabiniere nonch di
incrementare il rendimento dell'attivit operativa nelle aree urbane particolarmente sensibili
dal punto di vista dell'ordine e della sicurezza pubblica ed in quelle rurali, caratterizzate da
rarefazione delle abitazioni, rende necessario adottare modalit operative mirate, che si
fondano sugli stessi principi della polizia di prossimit, gi recepiti nei procedimenti
d'impiego del " Carabiniere di quartiere".
(2) Servizi nelle aree degradate
L'attivit deve essere attuata impiegando le Stazioni mobili, quali unit per il presidio
temporaneo del territorio, con un equipaggio composto da almeno 4 militari.
Durante la permanenza nella localit da presidiare, posta in posizione baricentrica rispetto
all'intera area da vigilare, dovranno essere distaccate una o pi pattuglie appiedate, composte
da due militari, con il compito di contattare i cittadini, i titolari degli esercizi pubblici
presenti lungo il percorso, le guardie giurate ed i vigili urbani, sempre al fine di instaurare un
sereno rapporto interpersonale. Nella circostanza, il personale che rimarr a controllo del
veicolo, nel garantire la sicurezza dello stesso, svolger anche le normali funzioni operative,
dalla ricezione di denunce alla redazione di atti giudiziari, all'assunzione di informazioni.
Il servizio cos pianificato ed il costante collegamento radio del personale di pattugliamento
con la stazione mobile e la centrale operativa, crea le necessarie condizioni di sicurezza per
gli operatori, in grado di garantirsi all'evenienza anche un supporto reciproco.
(3) Servizi nelle aree rurali
In tale contesto i militari in servizio di perlustrazione avranno cura di raggiungere il maggior
numero di abitazioni, specie se isolate, avvicinando i singoli residenti per stimolare il

77
dialogo, assicurare tranquillit, ottenere notizie utili per la conoscenza del territorio e
recepire eventuali istanze. Nella circostanza, dopo la dovuta presentazione - in linea con il
rigore e la compostezza tradizionalmente riconosciuti all'Istituzione - occorrer,
principalmente, illustrare le ragioni della presenza, esplicitando le finalit del colloquio e
l'attivit preventiva in atto.
Il servizio dovr essere svolto in orario diurno e, comunque, senza recare nocumento alla
privacy, rifuggendo da qualsiasi atteggiamento di invadenza. Nel contempo, dovr essere
riposta particolare attenzione nell'ascoltare i cittadini, evitando qualsiasi atteggiamento di
sufficienza e fornendo - ove possibile - un'adeguata risposta alle problematiche prospettate.

78
DIRITTO E TECNICA DELLA
CIRCOLAZIONE STRADALE
I TESI CODICE DELLA STRADA. DISPOSIZIONI GENERALI

1. Principi generali del codice


La circolazione dei pedoni, dei veicoli e degli animali sulle strade regolata dalle norme del Nuovo
Codice della Strada (D.Lgs. 30/4/1992 n. 285), dai provvedimenti emanati in applicazione dello
stesso, nel rispetto delle normative internazionali e comunitarie in materia.
Le norme e i provvedimenti attuativi si ispirano al principio della sicurezza stradale, perseguendo gli
obiettivi: di ridurre i costi economici, sociali ed ambientali derivanti dal traffico veicolare; di
migliorare il livello di qualit della vita dei cittadini anche attraverso una razionale utilizzazione del
territorio; di migliorare la fluidit della circolazione.
A tal proposito larticolo 1 del C.d.S., prevede che il Ministro delle infrastrutture e dei trasporti
definisca un Piano nazionale della sicurezza stradale. Inoltre le norme del Codice sono formulate nel
rispetto delle normative Internazionali e Comunitarie e il Governo impegnato a fornire annualmente
al Parlamento i risultati dei rilevamenti statistici, periodicamente disposti e relativi ai profili sociali,
ambientali ed economici della circolazione stradale.

2. La regolamentazione della circolazione


Al Ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti l'art. 5 del Codice attribuisce una competenza generale
ad "impartire ai Prefetti e agli Enti proprietari delle strade le direttive per lapplicazione delle norme
concernenti la regolamentazione della circolazione sulle strade di cui all'art. 2". Poich l'art. 2
dedicato alla definizione e classificazione delle strade, ne consegue che la competenza in materia di
regolamentazione della circolazione demandata al Ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti e le
competenze riconosciute agli altri organismi (Prefetto, Enti proprietari della strada, Sindaco) sono
esercitate sempre secondo le direttive dello stesso Ministro, che chiamato a decidere anche su
eventuali ricorsi avversi i provvedimenti di regolamentazione emanati da altri organismi. Allo stesso
Ministro, il Codice riconosce un potere di diffida (art. 5/2 comma) e un potere sostitutivo nel caso di
inosservanza della diffida esercitata secondo le modalit e le procedure disciplinate dall'art. 6 del
Regolamento.
Il provvedimento di diffida pu essere adottato quando sono accertate inosservanze di norme
giuridiche (art. 5/2 Cod. Strada) e deve indicare (art. 6/6 Reg. Esec.) i casi accertati di inosservanza,
senza che sia necessario specificare la fonte di informazione o la denuncia, le prescrizioni normative
che si ritengono violate e gli interventi ritenuti necessari per ovviarvi. e E fissato il termine, che non
pu essere, in genere, inferiore ai sessanta giorni, entro il quale l'ente proprietario, deve ottemperare
alla stessa. "In caso di grave situazione di pericolo" il termine pu essere motivatamente ridotto. Una
volta trascorso inutilmente il termine fissato, il Ministro, con "provvedimento notificato all'ente
proprietario inadempiente", pu disporre la immediata esecuzione delle opere necessarie "indicando
chi deve provvedervi e le modalit" (art. 6/8 Reg.). Eseguiti i lavori ordinati, il Ministro emette
ordinanza-ingiunzione a carico dell'ente proprietario, gi diffidato inutilmente, per la rivalsa delle
spese sostenute. L'ordinanza-ingiunzione "acquista immediata efficacia esecutiva ai sensi delle
disposizioni di legge vigenti".

3. Regolamentazione fuori dei centri abitati


Fuori dei centri abitati la regolamentazione della circolazione stradale cos articolata (art.6 Cod.
Strada):
Direttive
Il potere di impartire direttive per l'applicazione delle norme concernenti la regolamentazione
riconosciuta al Ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti.

81
Organi competenti ad adottare i provvedimenti
La competenza ripartita tra i Prefetti e gli Enti proprietari delle strade. Accanto a tali organi,
che hanno competenza generale, limitatamente alle strade interne aperte alluso pubblico, sono
riconosciuti analoghi poteri d'intervento al Direttore della circoscrizione aeroportuale per gli
aeroporti aperti al traffico aereo civile e al Comandante di porto capo circondario nelle aree
portuali, i quali vi provvedono a mezzo di ordinanze.
Contenuto dei provvedimenti
Il Prefetto (art. 6, commi 1, 2), per motivi di sicurezza pubblica o inerenti alla sicurezza della
circolazione, di tutela della salute, nonch per esigenze di carattere militare pu:
conformemente alle direttive del Ministro delle infrastrutture e dei trasporti, sospendere
temporaneamente la circolazione di tutte o di alcune categorie di utenti sulle strade o su tratti di
esse;
inoltre, nei giorni festivi o in particolari altri giorni fissati con apposito calendario, da emanarsi
con decreto del Ministro delle infrastrutture e dei trasporti, pu vietare la circolazione di veicoli
adibiti al trasporto di cose.
Il Prefetto stabilisce, anno per anno, le opportune prescrizioni per il transito periodico di armenti e
di greggi determinando, quando occorra, gli itinerari e gli intervalli di tempo e di spazio.
L'ente proprietario della strada (art. 6, commi 4 e 5), il cui intervento, di natura
tecnica/organizzativa, mira a regolamentare la circolazione stradale e a tutelare il patrimonio
stradale, pu:
disporre, per il tempo strettamente necessario, la sospensione della circolazione di tutte o di
alcune categorie di utenti per motivi di incolumit pubblica ovvero per urgenti e improrogabili
motivi attinenti alla tutela del patrimonio stradale o ad esigenze di carattere tecnico;
stabilire obblighi, divieti e limitazioni di carattere temporaneo o permanente, per ciascuna strada
o tratto di essa o per determinate categorie di utenti, in relazione alle esigenze della circolazione
o alle caratteristiche strutturali delle strade;
riservare corsie, anche protette, a determinate categorie di veicoli anche con guida di rotaie o a
veicoli destinati a determinati usi;
vietare o limitare o subordinare al pagamento di una somma il parcheggio o la sosta dei veicoli;
prescrivere che i veicoli siano muniti di mezzi antisdrucciolevoli o degli speciali pneumatici per
la marcia su neve o ghiaccio;
vietare temporaneamente la sosta su strade o tratti di strade per esigenze di carattere tecnico o di
pulizia, rendendo noto tale divieto con i prescritti segnali, non meno di quarantotto ore prima ed
eventualmente con altri mezzi appropriati.
La forma prevista per i provvedimenti l'ordinanza e si deve ritenere estesa sia al Prefetto che agli
altri soggetti legittimati, anche se il Codice la prevede espressamente solo per l'ente proprietario.

4. Regolamentazione nei centri abitati


Perch si possano esercitare le competenze previste in tema di regolamentazione della circolazione nel
centro abitato, necessario che questo esista ed abbia le caratteristiche indicate all'art. 4 del Codice.
Con deliberazione della Giunta Comunale, da pubblicarsi all'albo pretorio per trenta giorni e con
allegata la cartografia che evidenzi i confini sulle strade di accesso, si deve procedere a specifica
delimitazione. Il presupposto di fatto che sussistano i requisiti previsti dall'art. 3 comma I, punto 8
(insieme di edifici, seppure intervallato da strade o piazze, di almeno venticinque fabbricati e di aree di
uso pubblico con accessi veicolari o pedonali), comunque subordinato alla caratteristica principale di
raggruppamento continuo. L'esercizio completo delle competenze in materia di regolamentazione,
richiede che il centro abitato raggiunga almeno diecimila abitanti (art. 26 Cod.Str.). Per i tratti di

82
strade statali, Regionali o provinciali, correnti all'interno di centri abitati con popolazione inferiore a
diecimila abitanti, il rilascio di concessioni e di autorizzazioni di competenza del Comune, previo
nulla osta dell'ente proprietario.
Per quanto concerne l'articolazione dei provvedimenti, seppure appaiono tutti attribuiti all'ente locale
(Comune), la forma diversa a seconda delle ragioni e dei contenuti. Con ordinanza del Sindaco
possibile (art. 7):
adottare i provvedimenti indicati nell' art. 6, commi 1, 2 e 4 (Regolamentazione della circolazione
fuori dai centri abitati);
limitare la circolazione di tutte o di alcune categorie di veicoli, per accertate e motivate esigenze di
prevenzione degli inquinamenti e di tutela del patrimonio artistico ambientale e naturale,
conformemente alle direttive impartite dal Ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, sentiti, per
le rispettive competenze, il Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio ed il Ministro dei
Beni Culturali ed Ambientali;
stabilire la precedenza su determinate strade o tratti di strade, ovvero in una determinata
intersezione in relazione alla classificazione di cui all'articolo 2 e, quando la intensit o la sicurezza
del traffico lo richiedono, prescrivere ai conducenti, prima di immettersi su una determinata strada,
l'obbligo di arrestarsi allintersezione e di dare la precedenza a chi circola su questultima;
riservare limitati spazi alla sosta dei veicoli degli organi di Polizia Stradale di cui all'art. 12, dei
Vigili del Fuoco, dei servizi di soccorso, nonch di quelli adibiti al servizio di persone con limitata
o impedita capacit motoria, munite del contrassegno speciale, ovvero a servizi di linea per lo
stazionamento ai capilinea:
stabilire aree nelle quali autorizzato il parcheggio dei veicoli;
prescrivere orari e riservare spazi ai veicoli adibiti al carico e allo scarico di cose;
istituire le aree attrezzate riservate alla sosta e al parcheggio delle autocaravan di cui allart.185;
riservare strade alla circolazione dei veicoli adibiti a servizi pubblici di trasporto, al fine di favorire
la mobilit urbana.
Previa deliberazione della Giunta Comunale possibile "stabilire aree destinate al parcheggio sulle
quali la sosta dei veicoli subordinata al pagamento di una somma da riscuotere mediante dispositivo
di controllo della durata della sosta, anche senza custodia del veicolo, fissando le relative condizioni
e tariffe in conformit alle direttive del Ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, di concerto con la
Presidenza del Consiglio dei Ministri, Dipartimento per le aree urbane. L'art. 7, seppure dedicato alla
regolamentazione in generale della circolazione stradale, dedica ampio spazio alle problematiche della
sosta e dei parcheggi. Risultano infatti disciplinati la possibilit di accordare deroghe e permessi
speciali nei casi di provvedimenti di divieto o limitazioni di sosta. Possono essere destinatari di tali
provvedimenti i veicoli riservati a servizi di polizia, per esercenti professioni sanitarie
nell'espletamento delle proprie mansioni e alle persone con limitata e impedita capacit motoria,
muniti di speciale contrassegno.
Sempre con deliberazione della Giunta, i Comuni provvedono a delimitare le aree pedonali urbane e le
zone a traffico limitato, tenendo conto degli effetti del traffico sulla sicurezza della circolazione, sulla
salute, sull'ordine pubblico, sul patrimonio ambientale/culturale e sul territorio. In caso di urgenza, il
provvedimento potr essere adottato con ordinanza del Sindaco, ancorch di modifica o integrazione
della deliberazione della Giunta. Analogamente, i Comuni provvedono a delimitare altre zone di
rilevanza urbanistica nelle quali sussistono esigenze particolari di traffico.

83
5. Gerarchie delle strade
Nell'art.6 c.9, dedicato alla regolamentazione della circolazione fuori dei centri abitati, inclusa la
disciplina della priorit tra le strade. Opportunamente, tale previsione stata tolta dalla norma dedicata
alla precedenza, come avveniva nel codice abrogato, per inserirla tra la regolamentazione della
circolazione. Poich ogni strada naturalmente destinata a congiungersi con un altra, la
regolamentazione della precedenza alle intersezioni in cui confluiscono due o pi strade, costituisce
fattore essenziale per la razionale organizzazione della circolazione:
gerarchie tra strade: tutte le strade statali sono a precedenza, salvo che l'autorit competente
(Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti) non disponga diversamente per particolari
intersezioni in relazione a situazioni e condizioni specifiche, anche alla luce delle caratteristiche o
classificazioni delle strade interessate;
intesa tra gli enti competenti: quando due strade a precedenza confluiscono in una intersezione, la
precedenza regolata d'intesa tra gli enti stessi;
potere sostitutivo: nel caso l'accordo tra gli enti non sia raggiunto, decide il Ministro delle
Infrastrutture e dei trasporti con proprio decreto. Analogo potere d'intervento riconosciuto allo
stesso Ministro per attribuire la precedenza a strade diverse da quelle statali, motivata da particolari
caratteristiche o funzioni dell'arteria.

6. Notificazioni dei provvedimenti


I provvedimenti amministrativi che, sotto forma di ordinanza, regolano la circolazione stradale hanno
due forme di pubblicit: una riferita al provvedimento stesso, una relativa al dispositivo dell'ordinanza.
Mentre per il primo provvedimento valgono le disposizioni amministrative disciplinanti l'attivit
dell'Ente che emette l'ordinanza, il dispositivo della stessa reso pubblico ai soggetti interessati
mediante l'impiego dei segnali stradali, il cui significato per gi stabilito dalla legislazione e non
sono possibili adattamenti o variazioni.
I soggetti deputati, in quanto proprietari di strade, ad emanare ordinanze di regolamentazione della
circolazione sono (art.6 c.5):
per le strade e le autostrade statali: il capo dell'ufficio periferico dell'A.N.A.S. competente per
territorio;
per le strade regionali: il presidente della Giunta regionale;
per le strade provinciali: il presidente della Provincia;
per le strade comunali e le strade vicinali: il Sindaco.

84
II TESI SERVIZI DI POLIZIA STRADALE

1. I servizi di polizia stradale


La Polizia stradale si configura come branca della Polizia amministrativa specificamente destinata alla
vigilanza sullosservanza della legislazione in tema di circolazione stradale in senso lato. Lart. 11
dispone che costituiscono servizi di polizia stradale:
la prevenzione e laccertamento delle violazioni in materia di circolazione stradale;
la rilevazione degli incidenti stradali;
la predisposizione e lesecuzione dei servizi diretti a regolare il traffico;
la scorta per la sicurezza della circolazione;
la tutela e il controllo sulluso della strada;
Gli organi di polizia stradale concorrono, altres, alle operazioni di soccorso automobilistico e stradale
in genere. Possono, inoltre, collaborare all'effettuazione di rilevazioni per studi sul traffico.
Lobbligo dintervento per la rilevazione degli incidenti stradali non per finalizzato ai futuri
procedimenti giudiziari ma riguarda ogni tipologia di sinistro stradale. Tra i nuovi servizi di polizia
stradale, incluso la tutela e il controllo sulluso della strada, volendo cos esso prevedere specifici
compiti di vigilanza sul patrimonio stradale e sulluso della stessa da parte degli utenti.
Particolarmente interessante si rivela la previsione della possibile collaborazione degli organi di
polizia stradale nell'effettuazione di rilevazioni per studi sul traffico.
Ai servizi di polizia stradale provvede il Ministro dellInterno, salvo le attribuzioni dei Comuni nei
centri abitati. Allo stesso Ministro spetta il coordinamento dei servizi di polizia stradale da chiunque
effettuati. Lultimo comma dellarticolo prevede la possibilit, per gli interessati, di richiedere agli
organi di polizia stradale le informazioni relative ai sinistri stradali in cui sono coinvolti. Tale
previsione va vista alla luce della legge 7.8.1990, n.241, che prevede apposito titolo dedicato
allaccesso ai documenti della pubblica amministrazione e trova analoga corrispondente disciplina nel
D. Lgs. 7 settembre 2005, n. 209, per il controllo in tema di assicurazione obbligatoria.

2. Espletamento dei servizi di Polizia Stradale


Lespletamento dei servizi di polizia stradale spetta:
in via principale alla specialit Polizia Stradale della P.di S.;
alla Polizia di Stato;
allArma dei Carabinieri;
al Corpo della Guardia di Finanza;
ai corpi e ai servizi di polizia provinciale nellambito del territorio di competenza;
ai corpi e servizi di Polizia Municipale nellambito del territorio di competenza,
ai funzionari del Ministero dell'interno addetti al servizio di polizia stradale;
al corpo di polizia penitenziaria e al corpo forestale dello Stato, in relazione ai compiti di istituto;
limitatamente alla prevenzione e allaccertamento delle violazioni in materia di circolazione
stradale e alla rilevazione degli incidenti stradali, la competenza riconosciuta anche a tutti coloro
che rivestono la qualifica dei Agente ed Ufficiale di P.G.;
parziali attribuzioni sono pure riconosciute, nellambito delle rispettive sfere di competenza, a
soggetti appartenenti alle Regioni, Province, Comuni, dellIspettorato Generale per la circolazione
e la sicurezza stradale del Ministero delle infrastrutture e Trasporti, delle FF.SS., delle

85
circoscrizioni aeroportuali dipendenti dal Ministero delle Infrastrutture e Trasporti, alle Capitanerie
di Porto;
ai cosiddetti accertatori della sosta e ausiliari del traffico. Larticolo 68 della Legge 488/1999
ha stabilito che dal 1 gennaio 2000 le funzioni di prevenzione ed accertamento delle violazioni in
materia di sosta, previste dai commi 132 (Dipendenti comunali o delle societ di gestione dei
parcheggi limitatamente alle aree oggetto di concessione) e 133 ( Personale ispettivo delle aziende
esercenti il trasporto pubblico di persone) dellart.17 della legge 127/97, siano svolte solo dal
personale nominativamente designato dal Sindaco, previo accertamento dellassenza dei precedenti
e pendenze penali. Ne consegue la competenza a disporre la rimozione dei veicoli e poteri di
contestazione immediata nonch di redazione e sottoscrizione dei verbali di accertamento.
I servizi di scorta per la sicurezza della circolazione, nonch i conseguenti servizio diretti a regolare il
traffico, di cui allart.11, comma 1 lettere c) e d), posso inoltre essere effettuati da personale abilitato
a svolgere scorte tecniche ai veicoli eccezionali e ai trasporti in condizione di eccezionalit,
limitatamente ai percorsi autorizzati con il rispetto delle prescrizioni imposte dagli enti proprietari
delle strade nei provvedimenti di autorizzazione o di quelle richieste dagli altri organi di polizia
stradale di cui al comma 1.
La scorta e l'attuazione dei servizi diretti ad assicurare la marcia delle colonne militari spetta, inoltre,
agli ufficiali, sottufficiali e militari di truppa delle Forze armate, appositamente qualificati con
specifico attestato rilasciato dall'autorit militare competente.
I soggetti indicati nel presente articolo, eccetto quelli di cui al comma 3-bis (personale abilitato),
quando non siano in uniforme, per espletare i propri compiti di polizia stradale devono fare uso di
apposito segnale distintivo, conforme al modello stabilito nel regolamento di attuazione (art. 24).

86
III TESI GUIDA DI VEICOLI - REQUISITI FISICI, PSICHICI E
MORALI

1. Generalit
Dei fattori della circolazione stradale, sicuramente, luomo ha un ruolo preminente per ci che
riguarda la sicurezza perch sia il veicolo che la strada sono prodotti del suo ingegno. La circolazione
un fenomeno estremamente dinamico, dove le situazioni ambientali mutano in continuazione e
richiedono costanti valutazioni ed adeguamenti. Lattore, a cui sono richieste queste continue
valutazioni ed adeguamenti, il conducente, e ogni progetto, finalizzato alla sicurezza, non pu che
interessarsi in via primaria del fattore uomo. Del fattore uomo, diventano rilevanti, ai fini della
sicurezza, let, le capacit tecniche e alcune condizioni psicofisiche e comportamentali.

2. Let e lidoneit psicofisica


Chi guida veicoli, oltre ad essere idoneo dal punto di vista psicofisico deve avere i seguenti requisiti di
et (art.115):
- Anni quattordici per guidare:
veicoli a trazione animale o condurre animali da tiro, da soma o da sella, ovvero armenti, greggi
o altri raggruppamenti di animali;
sul territorio nazionale, veicoli cui abilita la patente di guida della categoria AM, purch non
trasportino altre persone oltre al conducente;
- Anni sedici per guidare:
veicoli cui abilita la patente di guida della categoria A1, purch non trasportino altre persone
oltre al conducente;
veicoli cui abilita la patente di guida della categoria B1, purch non trasportino altre persone
oltre al conducente;
- Anni diciotto per guidare:
veicoli cui abilita la patente di guida delle categorie AM, A1 e B1, che trasportano altre persone
oltre al conducente;
veicoli cui abilita la patente di guida della categoria A2;
veicoli cui abilita la patente di guida delle categorie B e BE;
veicoli cui abilita la patente di guida delle categorie C1 e C1E;

- Anni venti per guidare: veicoli cui abilita la patente di guida della categoria A, a condizione che il
conducente sia titolare della patente di guida della categoria A2 da almeno due anni;
- Anni ventuno per guidare:
tricicli cui abilita la patente di guida della categoria A;
veicoli cui abilita la patente di guida delle categorie C e CE;
veicoli cui abilita la patente di guida delle categorie D1 e D1E;
veicoli per i quali richiesto un certificato di abilitazione professionale di tipo KA o KB nonch
i veicoli che circolano in servizio di emergenza, di cui all'articolo 177;
- Anni ventiquattro per guidare:
veicoli cui abilita la patente di guida della categoria A;
veicoli cui abilita la patente di guida delle categorie D e DE.
Chi guida veicoli a motore non pu aver superato:

87
Anni sessantacinque per guidare autotreni ed autoarticolati, la cui massa complessiva a pieno
carico sia superiore a 20 t; possibile linnalzamento dellet di patente fino a 68 anni qualora il
conducente consegua uno specifico attestato sui requisiti fisici e psichici a seguito di visita medica
specialistica annuale secondo le modalit stabilite nel regolamento;
Anni sessanta per guidare autobus, autocarri, autotreni, autoarticolati, autosnodati, adibiti al
trasporto di persone. Tale limite pu essere elevato, anno per anno, fino a sessantotto anni qualora
il conducente consegua uno specifico attestato sui requisiti fisici e psichici a seguito di visita
medica specialistica annuale, secondo le modalit stabilite nel regolamento.
In base allart.126 Cod. Strada i titolari delle patenti di guida di cui ai commi 2, 3, 4 e 5, al
compimento dell'ottantesimo anno di et, rinnovano la validit della patente posseduta ogni due anni
(comma cos modificato dalla L. 4 aprile 2012, n. 35).
Come modificato dalla D.Lgs. 16 gennaio 2013, n. 2, i minori che hanno compiuto diciassette anni e
che sono gi titolari di patente di guida di categoria A1 e B1 potranno guidare, a fini di esercitazione,
autoveicoli di massa complessiva a pieno carico non superiore a 3,5 t, con esclusione del traino di
qualunque tipo di rimorchio, purch:
siano accompagnati da un soggetto titolare di patente di guida di categoria B o superiore da almeno
dieci anni;
siano muniti di unapposita autorizzazione rilasciata dal Dipartimento per i trasporti, la navigazione
ed i sistemi informativi e statistici;
abbiano effettuato almeno 10 ore di corso pratico di guida, delle quali almeno quattro in autostrada
o su strade extraurbane e due in condizione di visione notturna, presso unautoscuola con istruttore
abilitato e autorizzato;
sul veicolo non potr prendere posto, oltre al conducente, altra persona che non sia
laccompagnatore;
Inoltre:
il veicolo dovr essere munito di un contrassegno recante le lettere alfabetiche GA;
il minore non potr comunque superare la velocit di 100 km/h per le autostrade e 90 km/h per le
strade extraurbane principali;
laccompagnatore responsabile del pagamento delle sanzioni amministrative pecuniarie in solido
con il genitore o con chi esercita lautorit parentale o con il tutore del conducente minorenne;
nel caso in cui il conducente minorenne autorizzato alla guida commetta infrazioni per le quali
prevista la sanzione amministrativa accessoria della sospensione o della revoca della patente di
guida ovvero circoli senza avere a fianco laccompagnatore, sempre disposta la revoca
dellautorizzazione alla guida accompagnata. Il minore non potr conseguire una nuova
autorizzazione;
Le violazioni alle disposizioni dellart. 115, quando commesse con veicoli a motore, importano la
sanzione accessoria del fermo amministrativo del veicolo per giorni trenta (comma 6).
Coloro che guidano un veicolo e non si trovino nelle condizioni di et richieste (comma 3), incorrono
pertanto in sanzioni rilevanti, al pari di chi, avendo la materiale disponibilit dellauto o della moto,
consente loro la guida, in violazione delle prescrizioni imposte (comma 5). Tali prescrizioni, valide per
la circolazione della totalit dei veicoli, non sono valide per le Forze Armate e i corpi di Polizia che, ai
sensi dellart. 138 del Codice della Strada, provvedono direttamente con provvedimenti interni a
disciplinare la conduzione dei propri veicoli.

3. Esercitazioni di guida
A chi ne ha fatto domanda per sostenere l'esame per la patente di guida ovvero per l'estensione di
validit della patente ad altre categorie di veicoli ed in possesso dei requisiti fisici e psichici
prescritti rilasciata un'autorizzazione per esercitarsi alla guida, previo superamento della prova di
controllo delle cognizioni di cui al comma 1 dell'articolo 121, che deve avvenire entro sei mesi dalla

88
data di presentazione della domanda per il conseguimento della patente. Entro il termine di cui al
periodo precedente non sono consentite pi di due prove.
Per il conseguimento della patente, possibile esercitarsi alla guida, dopo aver ottenuto apposita
autorizzazione (foglio rosa), valida 6 mesi, purch a fianco, in qualit di istruttore, ci sia una persona
che non abbia superato i 65 anni di et, munita di patente valida per la stessa categoria conseguita da
almeno 10 anni o di patente superiore a quella che lallievo si appresta a conseguire. L'istruttore deve,
a tutti gli effetti, vigilare sulla marcia del veicolo, intervenendo tempestivamente ed efficacemente in
caso d