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.c .c
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c u -tr a c k Eh lascia .d o
c u -tr a c k

Ch'ei chieda a voglia sua. Ci ch'egli apprende,


Atto lo rende a giudicar fra noi.

SCI.
Se qui vivon gli eroi
Che alla patria giovar, tra queste sedi
Perch non miro il genitor guerriero?

PUB.
L'hai su gli occhi e nol vedi?

SCI.
vero, vero:
Perdona, errai, gran genitor: ma colpa
Delle attonite ciglia
il mio tardo veder, non della mente
Che l'immagine tua sempre ha presente.
Ah sei tu! Gi ritrovo
L'antica in quella fronte
Paterna maest. Gi nel mirarti
Risento i moti al core
Di rispetto e d'amore. Oh fausti Numi!
Oh caro padre! Oh lieto d! Ma come
S tranquillo m'accogli? Il tuo sembiante
Sereno ben, ma non commosso. Ah dunque
Non provi in rivedermi
Contento eguale al mio!

EMI.
Figlio, il contento
Fra noi serba nel cielo altro tenore.
Qui non giunge all'affanno, ed maggiore.

SCI.
Son fuor di me. Tutto quass m' nuovo,
Tutto stupir mi fa.

EMI.
Depor non puoi
Le false idee che ti formasti in terra,
E ne stai s lontano. Abbassa il ciglio:
Vedi laggi d'impure nebbie avvolto
Quel picciol globo, anzi quel punto?

SCI.
Oh stelle!
la terra?

EMI.
Il dicesti.

SCI.
E tanti mari,
E tanti fiumi e tante selve, e tante
Vastissime provincie, opposti regni,
Popoli differenti? E il Tebro? e Roma?...

EMI.
Tutto chiuso in quel punto.

SCI.
Ah padre amato,
Che picciolo, che vano,

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