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CARLOS CASTANEDA

IL SILENZIO INTERIORE
Prima Edizione

Cleargreen, Incorporated
Los Angeles, CA.
Titolo originale: La Conoscenza Silenziosa. Copyright 1996 di Carlos
Castaneda. Tutti i diritti riservati. Stampato in Messico. Nessuna parte di
questa pubblicazione pu essere utilizzata o riprodotta senza il permesso scritto
dell'editore, ad eccezione di brevi citazioni in articoli di critica e recensioni. Per
informazioni si prega di contattare Cleargreen, Incorporated, 11901 Santa
Monica Boulevard, Suite 599, Los Angeles California 90025.

Traduzione: Tycho Thal e P. Pourcell (Versione in spagnolo)

ISBN 1-888-294-12-4

Le didascalie sono tratte dal libro Tensegrit di Carlos Castaneda


ISBN 88-17-25817-2
INDICE

Introduzione 5

I Passi Magici 11

Il Centro per le Decisioni 17

La Ricapitolazione 20

Il Sognare 24

Il Silenzio Interiore 28

La Serie di Westwood 30
INTRODUZIONE

La Conoscenza Silenziosa era un aspetto intero della vita e delle attivit


degli sciamani o stregoni che vissero in Messico in tempi antichi. Secondo Don
Juan Matus, il maestro sciamano che mi ha fatto conoscere il mondo cognitivo
degli sciamani, la conoscenza silenziosa stato il risultato pi ambito da loro, e
la ricercavano tramite ciascuna delle loro azioni e pensieri.

Don Juan defin la conoscenza silenziosa come uno stato della coscienza
umana, in cui tutto ci che rilevante per l'uomo viene immediatamente
rivelato, non alla mente o all'intelletto, ma all'essere totale. Ha spiegato che c'
una fascia di energia nell'universo che gli sciamani chiamano la fascia
dell'uomo, e che questa fascia presente negli esseri umani. Mi ha assicurato
che per gli sciamani veggenti, che vedono direttamente come l'energia fluisce
nell'universo, e che vedono l'essere umano come un conglomerato di campi di
energia, sotto forma di una sfera luminosa, la fascia dell'uomo un bordo di
luminosit compatta che taglia trasversalmente la sfera luminosa con un angolo
di sinistra a destra. La dimensione dell'intera sfera luminosa data
dall'estensione delle braccia estese lateralmente e verso l'alto, e in quella sfera
luminosa, la fascia dell'uomo la banda dell'uomo misura circa trenta centimetri
di larghezza. La conoscenza silenziosa, ha spiegato Don Juan, l'interazione di
energia all'interno della fascia, un'interazione che immediatamente evidente
per lo sciamano che ha raggiunto il silenzio interiore. Don Juan disse che
l'uomo comune ha una vaga idea di questa interazione energia. L'uomo
percepisce, cerca di dedurre il suo funzionamento, e cerca di scoprire le sue
permutazioni. D'altra parte, un sciamano riceve un input della totalit di questa
interazione in qualunque momento in cui l'esecuzione di questa interazione
venga sollecitata.

Don Juan mi assicur che il preludio alla conoscenza silenziosa uno


stato di percezione umana che gli sciamani chiamano silenzio interiore, uno
stato privo di pensieri e verbalizzazione silente, che gli sciamani chiamano
dialogo interno.

Nonostante Don Juan cercasse di farmi capire le loro definizioni e


spiegazioni di conoscenza silenziosa, essa mi sempre rimasta oscura,
misteriosa, imperscrutabile. Nel suo sforzo di chiarire ulteriormente questo
punto, Don Juan mi forn una serie di esempi concreti di conoscenza silenziosa.
Quello che mi piaciuto per la sua portata e rilevanza, qualcosa che ha
chiamato i lettori dell'infinito.

Lettori dell'infinito qualcosa che suona come una metafora, ma ,


piuttosto, una descrizione fenomenologica che don Juan usato per descrivere
una condizione percettiva sciamanica. Disse che questa condizione sciamanica
coerente con gli obiettivi e le aspettative dell'uomo di oggi, e che l'uomo del
ventesimo secolo, un lettore che legge i testi con una speciale predilezione.
Tali testi possono essere sotto forma di un libro, uno scritto su un computer, un
manuale, letteratura, descrizioni tecniche, e cos via.

Nella loro continua ricerca per trovare soluzioni e risposte alle loro
richieste, gli sciamani dell'antico Messico hanno scoperto che quando si
raggiunge il silenzio interiore, la coscienza dell'uomo pu facilmente passare
alla percezione diretta dell'energia riflessa in un dato periodo. Hanno usato il
cielo e le montagne come orizzonte, o in un piccolo spazio, le pareti delle loro
abitazioni. Sono stati in grado di vedere l'energia riflessa in questi orizzonti,
come se stessero guardando un film. Descrissero concisamente questo
fenomeno come l'aspetto dell'energia nel mostrare una tonalit - per essere
precisi, un puntino rosso all'orizzonte, rosso granata. Lo chiamarono la
macchia color granata.

Questi sciamani affermarono che, in un dato momento, la macchia color


granata esplodeva e si trasformava in immagini che vedevano come se stessero,
in realt, guardando un film. Questo risultato percettivo li convert in quello
che chiamarono gli spettatori dell'infinito.

Don Juan credeva che, nel mio caso, fosse pi appropriato prendere in
considerazione leggere l'infinito piuttosto di vedere, dal momento che leggevo
con la stessa passione, se non di pi, di quanto gli sciamani dell'antico Messico
si impegnassero a vedere. Don Juan rese perfettamente chiaro che essere un
lettore dell'infinito non significa leggere l'energia come se si legge un giornale,
ma le parole sono formulate in modo chiaro come se si leggesse, come se una
parola tirasse l'altra, formando concetti totali che appaiono e poi svaniscono.
L'arte degli sciamani quella di avere la capacit di raccogliere e conservarne i
concetti prima di dimenticarsene ed essere sostituite con nuove parole, nuovi
concetti in un flusso infinito.

Don Juan inoltre mi spieg che gli sciamani che vissero in Messico in
tempi antichi, e che istituirono il suo lignaggio, sono stati in grado di
raggiungere la conoscenza silenziosa dopo essere pervenuti alla sua matrice: il
silenzio interiore. Afferm che il silenzio interiore una conquista di tale
enorme importanza, tanto da considerarlo la condizione essenziale dello
sciamanesimo.

Don Juan mise tanta enfasi su questo silenzio, che la mia ambizione fu
quella di raggiungerlo. Avrei voluto raggiungere immediatamente il silenzio
interiore. Sentii che non avevo un minuto da perdere. Quando chiesi a Don
Juan di darmi una spiegazione concisa delle procedure da seguire, rise di me.

Avventurarsi nel mondo degli sciamani disse, non come imparare a


guidare una macchina. Manuali e istruzioni sono necessari per guidare una
macchina. Per ottenere il silenzio interiore lo si deve intendere.
Allora, come posso intenderlo? Insistetti.
L'unico modo per poterlo intendere intenderlo. Dichiar.

Una delle cose pi difficili da accettare, per l'uomo di oggi, l'assenza di


procedure. Allo stato attuale, l'essere umano sembra essere sotto il potere di
manuali, pratiche, metodi, passi. L'uomo di oggi prende incessantemente
appunti, fa diagrammi, si profondamente coinvolto nel "sapere come". Ma nel
mondo degli sciamani, disse Don Juan, procedure e rituali sono semplicemente
strumenti per attirare e concentrare l'attenzione. Sono trucchetti che vengono
utilizzati per focalizzare il nostro interesse e la nostra determinazione. Non
hanno altro valore.

Don Juan credeva che l'uomo moderno adorasse le parole, come per
mantenere un sentimento che sopravvissuto fino ad oggi, il significato che
stato per lui nel parlare per primo. Questo sembra spiegare l'intensa
predilezione verso la parola. Gli incantesimi verbali sembrano essere un ritorno
a quello stato di infatuazione con le parole. Gli sciamani credono che una lunga
serie di parole, scandite ad alta voce, eserciti un potere ipnotico.

A causa della forza delle loro pratiche e dei loro obiettivi, gli sciamani
confutarono il potere della parola. Si definiscono come naviganti nel mare dello
sconosciuto. Per loro, la navigazione un fatto pratico, e navigare significa
spostarsi da un mondo ad un altro, senza perdere la sobriet, senza perdere la
forza; e, al fine di compiere questa operazione di navigazione, non ci possono
essere procedure o passi, ma un unico atto astratto che definisce tutto volto a
rafforzare il nostro legame con la forza che si estende in tutto l'universo, una
forza che gli sciamani chiamano intento. Dal momento che siamo vivi e siamo
consapevoli di noi stessi, e, siamo strettamente legato all' intento. Ci di cui
abbiamo bisogno, secondo gli sciamani, di rendere quel legame parte dei
nostri atti coscienti, e che prendere coscienza del nostro legame con l' intento
un altro modo per definire la conoscenza silenziosa.

Durante il tempo che ho trascorso con Don Juan Matus ho imparato,


per, una cosa per quanto riguarda le procedure e i metodi. Se c' qualcosa che
gli esseri umani hanno bisogno per raggiungere la conoscenza silenziosa,
incrementare il loro benessere, la loro lucidit e la loro determinazione. Per
intendere, si deve possedere destrezza fisica e mentale e uno spirito lucido.

In accordo con Don Juan, gli sciamani del Messico antico posero
un'enorme enfasi nella destrezza fisica ed nel benessere mentale e questa stessa
enfasi prevale negli sciamani del giorno d'oggi. Fui capace di corroborare la
verit delle sue affermazioni osservando Don Juan ed i suoi quindici compagni
sciamani. Il loro superbo stato di forma fisica e mentale era uno dei loro tratti
pi evidenti

La risposta che don Juan mi diede quando gli chiesi direttamente perch
gli stregoni posero cos tanta enfasi sul lato fisico dell'uomo, mi sorprese molto.
In quegli anni credevo nel lato spirituale dell'uomo, da una parte non potevo
essere del tutto convinto della sua esistenza, tuttavia, ero incline a considerarlo
come una possibilit. Per me, Don Juan, era un essere spirituale.
Gli sciamani non sono assolutamente spirituali disse. Sono esseri
molto pratici. risaputo che, in genere, vengono considerati eccentrici, o
addirittura pazzi. Forse per questo che a te sembrano spirituali. Appaiono
pazzi perch cercano sempre di spiegare cose che non possono essere spiegate.
Nel corso di tali futili tentativi di fornire spiegazioni complete che non possono
essere completate in alcuna circostanza, essi perdono la coerenza e dicono vere
e proprie follie.

Don Juan mi disse che quegli sciamani dell'antico Messico scoprirono e


svilupparono una serie di procedure per raggiungere il benessere fisico e
mentale, procedimenti che chiamarono passi magici. Disse anche che l'effetto
dei passi magici era cos soverchiante per loro, che col passare del tempo,
diventarono uno dei componenti pi importanti della loro vita. Don Juan spieg
che vennero tramandati come comportamenti rituali, questi sciamani nascosero
velocemente i passi magici nel mezzo di riti, e velarono l'atto di insegnarli o
praticarli sotto un gran segreto. Mi assicur che questi rituali erano totalmente
assurdi, ma per quanto fossero pi idioti, pi grande risult la capacit di
nascondere qualcosa di cos enorme valore.

Quando entrai nel mondo di Don Juan, l'insegnamento e la pratica dei


passi magici erano segrete, come erano sempre state, ma non erano racchiusi in
rituali eccessivi. Ci che Don Juan disse, a questo proposito, che il rituale
aveva perso il suo slancio dal momento che le nuove generazioni di praticanti
divennero pi interessati in termini di efficienza e funzionalit. Si raccomand,
tuttavia, che non avrei dovuto parlare dei passi magici, in nessuna circostanza,
con uno qualsiasi dei suoi discepoli, o con le persone in generale. Il motivo che
mi forn fu che i passi erano esclusivamente personali e che il loro effetto era
cos travolgente, che solo coloro che avevano preso il percorso del guerriero con
estrema seriet avrebbero potuto praticarli sul serio.

Don Juan insegn a me e alle sue tre discepole, Taisha Abelar, Florinda
Donner-Grau e Carol Tiggs, un gran numero di passi magici, ma insieme a
questo patrimonio di conoscenze, ci forn anche la certezza che saremmo stati
gli ultimi membri del suo lignaggio. L'accettazione di questa eredit significava
automaticamente la ricerca di nuovi modi per diffondere la conoscenza del suo
lignaggio, dal momento che la sua prosecuzione non era pi da prendersi in
considerazione.

A questo proposito devo chiarire un punto molto importante: a Don Juan


Matus non mai interessato insegnare la sua conoscenza, ma solo ed
esclusivamente perpetuare il suo lignaggio. Noi, i suoi quattro discepoli, siamo
stati gli elementi, i mezzi scelti disse, dallo spirito stesso dal momento che
lui non aveva partecipato attivamente in merito, per garantirne la loro
perpetuazione. Di conseguenza, si impegn nel compito titanico di insegnarci
tutto ci che sapeva sullo sciamanesimo, o stregoneria e sullo sviluppo del suo
lignaggio.

Durante il mio addestramento si rese conto che la mia configurazione


energetica era molto diversa dalla sua, e ci poteva voler dire solo la fine del
suo lignaggio. Gli dissi che non mi andava per nulla a genio la sua
interpretazione dell'eventuale differenza invisibile che esisteva tra noi. Il fatto
di essere l'ultimo del suo lignaggio era, per me, un fardello insostenibile non
capivo nemmeno i ragionamenti che l'avevano portato a tale conclusione.

Anche se danno l'impressione di non fare altro che prendere decisioni, in


realt gli sciamani non ne prendono mai, spieg. Tutto quello che hanno sono
i loro risultati. Non ho deciso di sceglierti e nemmeno che saresti stato cos
come sei. Dal momento che non ho avuto la possibilit di stabilire a chi avrei
impartito la mia conoscenza, ho dovuto accettare chiunque lo spirito mi
offrisse; e quella persona fosti tu, anche se dal punto di vista energetico eri
capace solo di concludere, non di continuare.

Disse che la conclusione del suo lignaggio non aveva nulla a che fare con
lui o i suoi sforzi, o con il suo successo o fallimento in qualit di sciamano alla
ricerca della libert totale. Lo compresi come qualcosa che aveva a che fare con
una scelta esercitata al di l del livello umano, una scelta che non venne presa
da esseri o entit, ma dalle forze impersonali dell'universo.

In un accordo unanime, le tre discepole di Don Juan e io accettammo


quello che ebbe definito il nostro destino. L'accettazione ci mise faccia a faccia
con un'altra questione che lui defin come chiudere la porta quando te ne vai;
vale a dire, assumerci la responsabilit di decidere esattamente cosa fare con
tutto ci che Don Juan ci insegn e farlo impeccabilmente.

Prima di tutto ci ponemmo la domanda cruciale di cosa fare con i passi


magici: l'aspetto pi pragmatico e funzionale della conoscenza di Don Juan.
Decidemmo di utilizzare i passi magici e mostrarli a chiunque volesse
impararli. La nostra decisione di porre fine alla segretezza che li circondava da
un periodo di tempo indeterminato era, ovviamente, il corollario della nostra
totale convinzione che, in realt, rappresentavamo la fine del lignaggio di Don
Juan. Sembrava inconcepibile, per noi, conservare segreti che non ci
appartenevano. Non stata una nostra decisione ricoprire i passi magici di
segreto. Tuttavia, una nostra decisione porre fine a tale condizione.

Noi quattro ci dedicammo, quindi, ad amalgamare le quattro linee diverse


di passi; passi che ci vennero insegnati a ciascuno di noi separatamente e
individualmente, secondo la nostra particolare costituzione fisica e mentale.
Cercammo di creare una forma generica di ogni movimento, rendendola adatta
a chiunque.

Questa combinazione ha comportato una configurazione leggermente


modificata di ciascuno dei passi che ci furono insegnati. Abbiamo chiamato
questa nuova configurazione Tensegrit, un termine che appartiene
all'architettura e significa: "la propriet della struttura muraria che combina
componenti di tensione continua insieme a componenti di compressione
discontinua in maniera che ciascuno di essi agisca con la massima efficacia ed
economia."

Per spiegare che cosa sono i passi magici scoperti dagli sciamani
dell'antichit, come li chiamava Don Juan, vorrei chiarire una cosa: i tempi
antichi. Per Don Juan questo significava un periodo di 7.000 a 10.000 anni fa;
un numero che sembra incongruo se esaminato dal punto di vista degli schemi
di classificazione degli studiosi moderni. Quando feci notare a Don Juan la
discrepanza tra la sua valutazione e un'altra che io consideravo una stima pi
realistica, egli rimase fermo nella sua convinzione. Riteneva che fosse un dato
di fatto che le persone che vivevano nel Nuovo Mondo da 7.000 a 10.000 anni
fa, fossero profondamente interessati per le questioni legate all'universo e alla
percezione che l'uomo moderno non immagina nemmeno.

Nonostante la diversit delle nostre interpretazioni, la segretezza che


circondava i passi magici durante le ere e l'effetto diretto che avevano su di me,
hanno avuto una profonda influenza sul modo in cui li sto trattando. Quello che
vi presento in questo lavoro una riflessione intima di questa influenza. Mi
sento obbligato ad illustrarli seguendo rigorosamente il modo in cui mi sono
stati presentati; per fare questo, ho bisogno di tornare all'inizio del mio
apprendistato con don Juan Matus.

Ha iniziato commentando la capacit fisica degli sciamani dell'antichit.


Sottolineava in tutti i modi la necessit di avere un corpo agile e flessibile;
promuoveva la sua elasticit e forza, come il modo pi sicuro per raggiungere il
pi grande successo nella vita di uno sciamano ovvero: la conoscenza silenziosa.

Il senso e la capacit fisica sono stati i due pi importanti nella vita di


questi uomini e donne ribad in una occasione. Sobriet e concretezza sono gli
unici due requisiti per ottenere la conoscenza silenziosa per poter entrare negli
altri regni della percezione. Per navigare nell'ignoto occorre assumere un
atteggiamento coraggioso, ma non imprudente. Per stabilire un equilibrio tra
audacia e avvedutezza, uno sciamano deve essere estremamente sobrio,
prudente, capace e in ottime condizioni fisiche.

Don Juan disse che c'erano cinque questioni nella vita di quegli sciamani
attorno alle quali ruotavano la ricerca della conoscenza silenziosa.

Queste cinque questioni erano: 1. I passi magici; 2. Il centro energetico


del corpo umano chiamato il centro delle decisioni; 3. La ricapitolazione: il
mezzo per aumentare la portata della coscienza umana; 4. Il sognare: la vera
arte di rompere i parametri della normale percezione; 5. Il silenzio interiore: lo
stato di percezione umana tramite il quale gli sciamani realizzavano ogni loro
raggiungimento percettivo.
I PASSI MAGICI

La prima volta che don Juan mi parl a lungo dei passi magici fu quando
fece un commento poco favorevole sul mio peso.
Sei decisamente troppo in carne, esclam, squadrandomi da capo a piedi
c scuotendo il capo con disapprovazione. Ti manca poco per poter essere
definito grasso. Cominci a mostrare i primi segni di tensione e stanchezza come
tutti gli altri membri della tua razza, hai un inizio di deposito di grasso sul
collo, al pari dei tori. arrivato per te il momento di prendere sul serio una
delle pi grandi scoperte degli stregoni: i passi magici.
Dal momento che, in precedenza, aveva menzionato i passi magici molto
superficialmente, in quel momento non mi ricordavo neanche cosa avesse detto
al riguardo.
Ma di quali passi magici stai parlando? gli chiesi in modo impertinente.
Come posso prenderli sul serio se non ho sentito mai parlare?"
Adesso stai facendo lo stupido, non vero? disse con un sorriso
malizioso. Non solo ne ho parlato molto riguardo i passi, ma ne conosci gi un
gran numero. Te li sto insegnando da tutto questo tempo.
Don Juan aveva ragione, mi stava comportando in modo detestabile. Mi
aveva sorpreso con un argomento che non mi aspettavo; ma non ero sicuro che
mi stesse insegnando i passi magici da tutto quel tempo. Protestai
veementemente come se la mia vita e la mia morte dipendessero dalle sue
asserzioni.
Non difendere con tanta passione il tuo splendido s, mi prese in giro.
Non volevo offenderti. Fece un gesto ridicolo con le sopracciglia in segno di
scusa. Quello che volevo semplicemente dire che tu imiti tutto ci che faccio, e
di conseguenza io ho approfittato di questa tua capacit di imitare. Fin
dall'inizio ti ho mostrato alcuni passi magici, e tu hai sempre pensato che io mi
stessi divertendo a far schioccare le giunture del mio corpo. Mi piace proprio il
modo in cui li hai interpretati: far schioccare le giunture. D'ora in poi ci
riferiremo ad essi con questa definizione.
Ti ho mostrato dieci modi diversi di far schioccare le giunture, riprese.
In realt, ognuno di essi un passo magico che si adatta perfettamente al mio
corpo e anche al tuo.
Come lui stesso aveva dichiarato, i passi magici a cui si riferiva erano i
modi in cui io pensavo facesse schioccare le giunture: era infatti solito muovere
le braccia, le gambe, il torace e le anche in vari modi specifici che, almeno
secondo me, dovevano creare la massima tensione di muscoli, ossa e legamenti.
Dal mio punto di vista, il risultato di questi movimenti di stretching era una
successione di schiocchi che io avevo sempre pensato producesse per divertirmi
o stupirmi; e s, mi aveva chiesto pi volte di imitare i suoi gesti.
Con un tono di sfida, mi aveva persino chiesto di memorizzarli e ripeterli
a casa finch non fossi riuscito a produrre con le giunture gli stessi rumori che
faceva lui. Pur non avendo mai ottenuto tali risultati avevo involontariamente
imparato tutti i movimenti.
Perch si chiamano passi magici? gli domandai.
Non si tratta semplicemente di un nome: lo sono davvero! Producono un
effetto che non pu essere spiegato in base ai normali criteri della vita di tutti i
giorni. Questi movimenti non sono esercizi fisici o semplici posture del corpo,
ma veri e propri tentativi d raggiungere una condizione ottimale. L' intento di
migliaia di sciamani permea questi movimenti. Eseguirli anche in modo casuale
ferma la mente.
Cosa vuol dire che fermano la mente? chiesi.
Noi riconosciamo e identifichiamo tutto ci che facciamo al mondo,
disse, convertendolo in linee di similarit.
Don Juan sembrava stare lottando per trovare un modo per definire
quello che stava dicendo. Fece una lunga pausa come per cercare la parola
giusta o la corretta disposizione dei pensieri. Rimasi in silenzio. Ne sapevo cos
poco che non ebbi nemmeno il coraggio di pensarci. Tutto quello che provavo
era una grande curiosit di sapere cos'erano questi misteriosi passi magici.
Don Juan si alz. Sembrava essere saturo. Eravamo seduti nella sala da
pranzo della sua casa a bere una tisana che aveva preparato con foglie
aromatiche di un cespuglio che cresceva nel suo giardino. Si scus e disse che
era giunto il momento per il suo pisolino. Don Juan faceva brevi sonnellini
durante tutto il giorno e tutta la notte. Il suo schema per dormire era quello di
farlo al massimo due ore alla volta. Quando ero molto stanco dormiva sei ore in
due fasi, con una breve veglia tra questi periodi.
Non parlammo sul tema dei passi magici per un lungo periodo di tempo.
Un giorno prosegu la sua spiegazione e, per me, fu una cosa improvvisa, ma
non per lui, perch sembrava essere a conoscenza della nostra soluzione di
continuit, che avevo completamente dimenticato.
Come ti ho gi detto esistono linee di similitudine per gli esseri umani
disse, linee di cose simili o che vengono allineati insieme per uno scopo
preciso. Per esempio, se io ti dico 'forchetta', questa parola ti fa subito venire in
mente il concetto di cucchiaio, coltello, tovaglia, tovagliolo, piatto, tazzina e
piattino, bicchiere di vino, chili con carne, banchetto, compleanno, festa.
Potresti senz'altro andare avanti, magari all'infinito, nominando cose
raggruppate insieme per un motivo ben definito. Tutto ci che facciamo
collegato in questo modo. Gli stregoni vedono che tutte queste linee di affinit,
intese come linee di cose unite per una data motivazione, sono associate alla
convinzione tipica dell'uomo che queste stesse cose siano immutabili ed eterne,
come la parola di Dio.
Non capisco per quale motivo tu debba tirare in ballo la parola di Dio in
questo frangente che cosa centra con quello che mi stai spiegando?"
Tutto! esclam Don Juan. "Sembra che nella nostra mente l'intero
universo sia come la parola di Dio, assoluto e immutabile. questo il modo in
cui ci comportiamo. Nel profondo della nostra mente c' un congegno di
controllo che non ci permette di fermarci a considerare che la parola di Dio,
cos come la accettiamo e crediamo, appartiene a un mondo ormai morto. Un
mondo vivo invece un flusso continuo, si muove, cambia e si rovescia.
I passi magici degli sciamani sono magici perch mettendoli in pratica il
corpo dei praticanti si rende conto che, invece di essere una catena ininterrotta
di affinit, invece una corrente, un flusso. Tutto nell'universo un flusso, una
corrente, e questa corrente pu essere fermata. Si pu erigere magari una diga
che ne devii o ne interrompa il flusso.
Le parole di Don Juan produssero in me una reazione singolare. Mi
sentivo stranamente minacciato, ma la minaccia non era di per s una minaccia
alla mia persona, era piuttosto, una minaccia per qualcosa che si sovrapponeva
a me. Per la prima volta, ebbi la netta sensazione che Don Juan stesse
esacerbando deliberatamente una parte di me che sembrava essere me, ma in
realt non lo era.
Dopo essere stato, per un momento, sopraffatto da tale contraddizione, mi
sentii totalmente confuso e parlai senza volont. Mi sentii dire:
Don Juan, mi stai dicendo che ogni volta che fai schioccare le tue
articolazioni, o ogni volta che ti imito, cambia davvero qualcosa in me?
Ah, qualcosa in te che non davvero te, arrabbiato ora, rispose Don
Juan, ridendo.
Avevo gi sperimentato un altro momento di intensa contraddizione
interna. Qualcosa dentro di me era molto arrabbiato, tuttavia, non potevo
essere io. Don Juan mi scosse le spalle con forza. Sentii il mio collo scuotersi, si
muoveva avanti e indietro, per la forza della sua presa. Questa manovra mi
calm immediatamente. Poi mi fece sedere su un piccolo muro di contenimento
fatto di mattoni. Invariabilmente, c'erano file di formiche che si arrampicavano
su questa parete e, di fatto, non avevo mai voluto sedermi l. I miei vestiti ne
venivano invasi all'istante. Ero sempre be all'erta nel sentire quando salivano le
formiche, ma, questa volta, le formiche si fermarono proprio nel momento in
cui mi sedetti. Le vidi roteare in entrambi i lati del mio corpo, come se fossero
offuscate, insicure. Fui colto dalla curiosit di sapere se si raggruppavano
davanti o dietro a me. Volevo vedere quale strada avrebbe preso, ma le parole di
Don Juan attrassero la mia attenzione e me ne dimenticai completamente.
Non preoccuparti per le formiche, disse Don Juan, leggendo i miei
pensieri. In questo momento sei carico di un'insolita energia prodotta dai tuoi
dilemmi interni. Alle formiche sembra impenetrabile e pericolosa e si
raggruppano, su entrambi i lati del tuo corpo fino a quando la tua energia
ritorna di nuovo normale, o fino a quando ti alzi e te ne vai. E ora, rispondendo
alla domanda che avevi in mente, sotto forma di una risposta maliziosa, s,
stiamo veramente alterando la struttura di base del nostro essere. Stiamo
ponendo una diga al flusso che ci stato insegnato a considerarlo come un
mucchio di cose immutabili.
Con un tono di voce lusinghiero, che non sembrava essere il mio, chiesi a
Don Juan di fornirmi un esempio di ci che significasse arginare questo flusso
di cui parlava. Gli dissi che avrei voluto visualizzarlo nella mia mente.
Nella tua mente? Faresti meglio a chiamare le cose con il loro vero nome.
Ci che tu chiami mente non la tua mente. Gli sciamani sono convinti che la
nostra mente qualcosa di estraneo che stato inserito in ognuno di noi.
Accettalo, per il momento, senza ulteriori spiegazioni su chi ce l'ha imposto, o
come stato imposto.
Sentii un'altra ondata della stessa sensazione minacciosa che avevo
provato in precedenza. Questa volta la sentii pi chiaramente. Questa ondata
non proveniva da me e tuttavia, era attaccata a me. Don Juan mi stava facendo
qualcosa di misteriosamente positivo e, al tempo stesso terribilmente negativo.
Mi sentivo come stessi cercando di tagliare una tela sottile che sembrava
avvilupparmi. Lo fissai senza battere ciglio, i suoi occhi erano fissi sui miei.
Distolse lo sguardo e cominci a parlare senza pi guardarmi.
Ti faccio un esempio, disse. Nel mio caso, alla mia et, io dovrei essere
afflitto da problemi di pressione alta. Se dovessi consultare un medico, questi
giungerebbe subito alla conclusione che sono un vecchio indiano, afflitto da
incertezze e frustrazioni, vittima di una cattiva alimentazione; tutto questo si
traduce naturalmente in condizioni prevedibili e di conseguenza alta pressione
sanguigna: un corollario accettabile per la gente della mia et.
Non ho alcun problema di alta pressione, non perch sia pi forte della
media, o a causa della mia struttura genetica, ma perch i passi magici hanno
fatto si che il mio corpo spezzasse qualunque modello comportamentale che
avrebbe potuto provocare la pressione alta. Posso dire in tutta sincerit che
ogni volta che faccio schioccare le giunture, seguendo i dettami dei passi
magici, blocco il flusso delle aspettative e il comportamento che porta ad avere
problemi di pressione alta alla mia et .
Un altro esempio che posso fornirti riguarda l'agilit delle mie
ginocchia. Non ti sei accorto che sono molto pi agile di te? Quando si tratta di
muovere le ginocchia sono un bambino! Grazie ai miei passi magici creo una
diga sulla corrente di comportamento e fisicit che col passare degli anni fa
irrigidire le ginocchia di uomini e donne.
Una delle cose che pi mi infastidivano, era il fatto che Don Juan, avrebbe
potuto essere mio nonno, ma in realt appariva infinitamente pi giovane di
me. In confronto, apparivo rigido, ostinato, ripetitivo. Ero senile. Lui, invece,
era forte, intraprendente, agile, abile; in breve, aveva qualcosa di cui io,
sebbene fossi pi giovane, non avevo: la giovent. Si divertiva a ripetermi che la
giovane et non sinonimo di giovinezza e non affatto un deterrente alla
senilit.
Dopo una sferzata di energia, che sembrava esplodere dentro di me,
ammisi apertamente il mio disgusto.
Come possibile?, Don Juan chiesi, che tu sia pi giovane di me?
Ho sconfitto la mia mente, rispose spalancando gli occhi come se
volesse mostrare il suo sbalordimento. Non ho una mente che mi dice che ora
di diventare vecchio, e non rispetto accordi a cui non ho preso parte. Ricordati
sempre che dichiarare di non rispettare gli accordi a cui non si preso parte
non un semplice motto degli sciamani: essere afflitti dalla vecchiaia, per
esempio, uno di questi accordi.
Rimanemmo a lungo in silenzio. Pensai che Don Juan stava aspettando di
vedere la reazione che le sue parole avevano suscitato in me. Quella che pensai
fosse la mia unit psicologica venne ulteriormente fatta a pezzi da una risposta
chiaramente duplice da parte mia. Se da una parte rifiutavo con tutta la mia
forza le sciocchezze che mi stava dicendo, dall'altra non potevo fare a meno di
notare quanto fossero accurate le sue annotazioni. Don Juan era vecchio e al
tempo stesso non lo era affatto. Era addirittura pi giovane di me. Era libero da
pensieri ingombranti e modelli comportamentali. Vagabondava per mondi
incredibili. Era libero, mentre io ero imprigionato da pesanti modelli e
abitudini di pensiero, oltre che da futili e meschine considerazioni su me stesso
che, per la prima volta, capii che non mi appartenevano affatto.
Infine, ruppi il silenzio dopo aver recuperato un minimo di controllo sulle
mie considerazioni contrastanti.
Come vennero inventati questi passi magici, don Juan? Chiesi.
Nessuno li ha inventati, mi rispose in tono severo. Pensare che sono
stati inventati implica l'intervento della mente, e questo un concetto del tutto
sbagliato. Tramite la pratica del sognare, gli sciamani dei tempi antichi hanno
scoperto che muovendosi in un certo modo, il flusso dei pensieri e delle azioni si
ferma.
I passi magici sono il risultato di uno stato in cui la mente non
interviene. O meglio, sono il risultato dello spegnere la mente. I praticanti
devono esercitare una tremenda disciplina su s stessi per sognare e il risultato,
la fuga della mente.
A che ti riferisci con la fuga della mente, Don Juan?
Il gran trucco degli sciamani dell'antichit fu affaticare le loro menti con
la disciplina. Scoprirono che se si sovraccaricava la mente con l'attenzione,
specialmente il tipo di attenzione che gli sciamani chiamano l' attenzione di
sogno, la mente fugge, e questo provoca, in tutti gli apprendisti coinvolti in
questa manovra, l'assoluta certezza dell'origine estranea della mente.
Mi sentivo veramente agitato. Volevo saperne di pi al riguardo e,
tuttavia, un strano sentimento dentro me mi urlava di trattenermi. Alludeva a
risultati strani e punizioni; qualcosa come l'ira di Dio che scendeva su di me per
essermi intromesso in qualcosa velato da Dio stesso.
Dovetti fare un sforzo supremo per permettere alla mia curiosit di
vincere la lotta.
Che cosa vuoi dire? Che cosa, che cosa? dissi Che cosa vuoi dire con
sovraccaricare la mente?
La disciplina sovraccarica la mente disse, ma la disciplina alla quale mi
riferisco non ha niente a che vedere con uno stile di vita spartano. Gli sciamani
interpretano la disciplina come la capacit di affrontare in modo sereno
eventualit che esulano dalle nostre aspettative. Per loro, la disciplina un atto
volitivo che permette di affrontare tutto ci che gli si presenti senza rimorsi n
aspettative. Per gli sciamani la disciplina un'arte: l'arte di affrontare l'infinito
senza vacillare, e non perch siano forti e duri, ma perch sono animati da
timore reverenziale. In poche parole, si pu dire che la disciplina l'arte di
provare una riverente ammirazione. In questo modo, tramite la loro disciplina,
gli sciamani vincono la mente: l'installazione estranea.
Don Juan disse che, tramite la pratica del sognare, gli sciamani del
Messico antico scoprirono che certi movimenti promuovevano ancor pi il
silenzio e, anche, producevano una straordinaria sensazione di pienezza e
benessere. Questa sensazione li attir a tale grado che si sforzarono per
riviverla nello stato di veglia.
Don Juan spieg che in un primo tempo credevano che si trattasse di uno
stato di benessere creato dal sognare ma, tentando di ripetere questo stato
spirituale, scoprirono che era impossibile farlo. Allora si resero conto che ogni
volta che avevano questa sensazione di benessere, erano sempre stati impegnati
in alcuni specifici movimenti fisici. Tramite ingenti sforzi, cominciarono a
ricostruire i movimenti che ricordavano. I loro sforzi furono ricompensati.
Furono capaci di ricreare quei movimenti che avevano giudicato reazioni
spontanee del corpo nella condizione di sogno. Don Juan disse che i passi
magici ne furono il risultato.
Incoraggiati dai successi ottenuti, riuscirono a ricreare centinaia di
movimenti che si limitarono ad eseguire senza mai cercare di classificarli in
uno schema comprensibile. Essi credevano che nella condizione di sogno i
movimenti avvenissero in maniera spontanea e che ci fosse una forza che ne
guidava l'effetto, senza l'intervento della loro volont. Spiegarono che questa
forza fosse un fattore agglutinante che unisce i nostri campi di energia per
convertirci, in un'unit coerente.
Per quanto riguarda l'aspetto pratico, per gli sciamani del Messico antico,
i passi erano dei veri percorsi che li preparavano per navigare nello
sconosciuto. Stabilirono un criterio di base per praticarli, lo stesso criterio che
oggigiorno usiamo per praticare la Tensegrit. Questo criterio si chiama
saturazione, e significa bombardare il corpo con una profusione di passi magici
tali da permettere che la forza che ci unisce ci guidi, creando il massimo effetto
totale.
IL CENTRO PER LE DECISIONI

Il secondo tema di grande interesse per gli sciamani che vivevano


nell'antico Messico era il centro per le decisioni. Basandosi sui risultati pratici
dei loro sforzi, gli sciamani sono infatti convinti che nel corpo umano esista un
punto dove vengono prese le decisioni: il punto a 'V' ubicato sulla punta dello
sterno, alla base del collo. un centro tremendamente sottile che immagazzina
un tipo specifico di energia che gli sciamani non sono capaci di definire.
Tuttavia, erano comunque certi di poterne percepire la presenza oltre che i suoi
effetti. Gli stregoni sono convinti che questa energia speciale venga sempre
spinta fuori da quel centro specifico molto presto nell'arco dell'esistenza di ogni
essere umano e non vi faccia mai ritorno, privando cosi gli uomini di qualcosa
forse pi importante di tutta l'energia degli altri centri combinati.
Gli sciamani hanno osservato, attraverso i secoli, che gli esseri umani
sono incapaci di prendere decisioni. Hanno osservato che, per questo motivo,
hanno creato gigantesche istituzioni che si assumono la responsabilit di
prendere le decisioni. Pertanto, gli esseri umani non decidono per s stessi, ma
lasciano che l'ordine sociale decida per loro e accondiscendono, meramente, alle
le decisioni che sono state prese in loro vece.
Per loro il punto a 'V' alla base del collo era un luogo di tale importanza
che raramente lo toccavano con le mani e, in tal caso, si trattava comunque di
un tocco rituale, eseguito sempre da qualcun altro che faceva ricorso a un
oggetto. Don Juan mi disse che utilizzavano pezzi di legno e ossa lucidate di
animali o anche di esseri umani, usando la testa rotonda dell'osso per avere un
oggetto dal contorno perfetto, grande quanto lo spazio incavo sul collo.
Premevano con le ossa o i pezzi di legno per creare una pressione sui bordi
dello spazio incavo. Don Juan mi disse che tali oggetti erano usati anche,
seppure pi raramente, per massaggi e per quella che adesso noi chiamiamo
acupressione.
Come hanno fatto a scoprire che quello spazio incavo il centro per le
decisioni? chiesi.
Ogni centro di energia nel corpo, mi rispose, mostra una
concentrazione o vortice di energia, simile a un imbuto che ruota in senso
antiorario rispetto alla prospettiva di colui che guarda in esso. La forza di un
centro particolare dipende dalla forza di tale movimento; se si muove a
malapena, il centro esausto, svuotato di ogni energia.
Don Juan mi spieg che esistono sei enormi vortici di energia nel corpo
umano che potevano essere utilizzati, o che erano accessibili alla
manipolazione. Il primo si trova nella zona del fegato e della cistifellea, il
secondo su pancreas e milza, il terzo su reni e ghiandole surrenali, il quarto sul
punto incavo alla base del collo nella parte anteriore del corpo. Descrisse questo
centro come fornito di un tipo speciale di energia che agli occhi dei veggenti
appare dotata di una trasparenza unica, qualcosa che si potrebbe dire assomigli
all'acqua, energia cos fluida da sembrare liquida. L'aspetto liquido di questa
particolare energia il segno distintivo di una qualit filtrante del centro
stesso, che esamina qualunque energia vi arrivi e ne attira solo l'aspetto simile
al liquido. Una tale liquidit un aspetto uniforme e consistente di questo
centro. Il quinto centro, limitato esclusivamente alle donne, l'area dell'utero.
Disse che in alcune donne l'utero possiede una energia liquida molto simile, un
filtro naturale per separare le energie superflue, ma non tutti gli uteri sono
provvisti di questa caratteristica. Esiste un altro centro, situato sulla sommit
del capo ma che gli antichi sciamani non volevano aver niente a che fare.
Ognuno dei suoi passi magici era in relazione con questi cinque centri, ma
nessuno era in relazione col sesto sulla sommit del capo.
Perch viene fatta questa discriminazione, Don Juan? gli chiesi.
Il sesto centro di energia rispose, non appartiene del tutto all'uomo.
Noi esseri umani siamo presi d'assedio, per cos dire. come se quel centro
fosse stato conquistato da un nemico invisibile. E l'unico modo per sconfiggerlo
fortificare tutti gli altri centri."
Non ti sembra che sentirsi presi d'assedio sia un atteggiamento
paranoico don Juan?
Per te, forse, ma non per me", ribatt. "Io vedo l'energia, e vedo che
l'energia che sovrasta il centro della sommit del capo non fluttua come
l'energia degli altri centri. Si muove andando avanti e indietro, un movimento
disgustoso e insolito. Vedo anche che in uno sciamano che stato capace di
sconfiggere la mente, che gli sciamani chiamano installazione estranea, la
fluttuazione di tale centro diventa uguale a quella degli altri centri. La
rotazione dell'energia al centro per le decisioni la pi debole di tutti. Ecco
perch l'uomo raramente in grado di decidere. Gli sciamani vedono che dopo
aver eseguito determinati passi magici quel centro diventa attivo ed essi
possono prendere decisioni che li soddisfano, mentre prima non erano in grado
di compiere alcun passo.
Don Juan sottoline con enfasi il fatto che gli sciamani dell'antico
Messico provassero un'avversione che rasentava la fobia quando si trattava di
toccare il loro punto incavo alla base del collo, sulla punta dello sterno. L'unico
modo in cui accettavano interferenze di qualunque genere con quel punto era
legato all'uso dei loro passi magici, che rinforzano il centro facendovi affluire
l'energia dispersa; in questo modo eliminavano qualunque esitazione per ci
che riguarda la capacit di prendere decisioni, condizione provocata dalla
naturale dispersione di energia derivata dall'usura e dalla fatica della vita
quotidiana.
L'idea generale che avevano era che il corpo umano, visto da un veggente,
una unit concreta e sigillata di campi energetici. Nessuna energia si pu
introdurre in questa unit sigillata e non pu nemmeno uscirne. Secondo gli
sciamani del lignaggio di Don Juan l'impressione di perdere energia, che prima
o poi ognuno di noi prova, deriva dalla dispersione o dalla espulsione
dell'energia stessa dai cinque centri energetici descritti prima. Questi sciamani
credevano che l'energia espulsa da questi centri si disperdeva ai limiti esterni
del nostro essere.
Quando gli sciamani del Messico antico si riferivano ai limiti esterni del
nostro essere, parlavano di come percepiscono gli esseri umani, vale a dire, un
conglomerato di campi energetici con l'apparenza di una sfera luminosa.
Consideravano che questa sfera di energia il nostro vero s; vero, nel senso
che per essi qualcosa di irriducibile in termini di energia.
In altre parole, erano capaci di estendere i limiti della loro percezione fino
al punto di potere percepire l'energia cos come fluisce nell'universo. Secondo
tali condizioni, gli esseri umani sono sfere luminose, e questa "visione"
irriducibile, poich sembra che quegli sciamani usassero la totalit del
potenziale umano per percepire, ed il percepire una sfera luminosa di energia
pura ne il risultato finale.
Quegli sciamani intendevano qualunque sensazione di guadagnare
energia, come la concentrazione dell'energia che era stata precedentemente
dispersa dai centri di vitalit gi menzionati. Chiamavano a questa manovra
"ridistribuire l'energia precedentemente dispersa." Usavano i passi magici per
potere realizzare questa distribuzione, poich la sua efficacia era stata
comprovata attraverso i millenni. La Tensegrit, la versione moderna di quei
passi magici, riesce a raggiungere la stessa meta: ridistribuisce l'energia
dispersa, ma lo fa senza il peso dei rituali degli sciamani.
LA RICAPITOLAZIONE

Il terzo tema di grande interesse per gli sciamani del Messico antico era
la Ricapitolazione. Quegli sciamani credevano che, come i passi magici, la
Ricapitolazione preparasse il terreno per raggiungere la conoscenza silenziosa.
Secondo loro, la Ricapitolazione era l'atto di rivivere esperienze passate,
necessario per potere raggiungere due mete trascendentali. La prima era un
sforzo che concordava con la loro visione generale dell'universo, della vita e
della coscienza; l'altra era una meta estremamente pragmatica: acquisire
fluidit percettiva.
La loro visione generale dell'universo, della vita e della coscienza era che
esiste una forza indescrivibile, che chiamavano, metaforicamente, l'Aquila; forza
che presta la consapevolezza a tutti gli esseri viventi, dai virus agli uomini.
Credevano che donasse la consapevolezza ogni neonato, che poi la amplia
tramite le sue esperienze di vita fino al momento in cui questa stessa forza non
ne pretende il ritorno. Secondo questi sciamani, tutti gli esseri viventi muoiono
perch sono costretti a restituire la consapevolezza che stata prestata loro.
Questa consapevolezza incrementata ritorna al suo donatore.
Don Juan disse che non c'era modo di spiegare tale cosa col nostro modo
lineare di pensare, dal momento che non esiste una spiegazione del perch la
coscienza si presta, o perch si riprende; un fatto dell'universo, e non tutti i
fatti dell'universo possono essere spiegati in termini di causa ed effetto, o con
un proposito che possa determinarsi a priori.
Gli stregoni dell'antico Messico credevano che ricapitolare significasse
dare a questa forza, l'Aquila, ci che essa cercava, consegnandole per con un
certo grado di controllo grazie al quale potevano separare la consapevolezza
dalla loro forza vitale. Ritenevano che la consapevolezza e la forza vitale non
fossero congiunte in maniera inestricabile ma fossero unite solo in modo
secondario. Affermavano che l'Aquila non voleva prendersi la nostra vita, ma
solo le nostre esperienze di vita. Bench, apparentemente, gli esseri umani
dovessero perdere unicamente la forza delle proprie esperienze, la mancanza di
disciplina impedisce loro di separare le due forze. La Ricapitolazione la
procedura grazie alla quale gli sciamani potevano dare all'Aquila qualcosa in
cambio della loro stessa vita. Consegnavano all'Aquila le esperienze della loro
esistenza raccontandole, ma conservavano la loro forza vitale.
Quando venivano esaminate secondo i termini dei concetti lineari del
nostro mondo, le rivendicazioni percettive degli sciamani non avevano alcun
senso. L'uomo occidentale abbandon qualsiasi tentativo di intavolare un
discorso filosofico serio basato sulle affermazioni fatte dagli sciamani del
Nuovo Mondo Per esempio, l'idea della Ricapitolazione pu apparire in qualche
modo legata alla psicanalisi. Qualunque studioso che si imbatte con essa
potrebbe pensare che la Ricapitolazione un procedimento psicologico, un tipo
di tecnica di auto analisi. In accordo con Don Juan Matus, l'uomo perde sempre
per omissione. Credeva che esistano forme alternative di relazionarsi con
l'universo, la vita, la coscienza e la percezione, e che la forma che oggigiorno
stiamo usando solo una delle molteplici opzioni.
Per i praticanti sciamani, ricapitolare significava fornire a una forza
incomprensibile, l'Aquila, ci che essa desiderava, e cio le loro esperienze di
vita, in pratica la consapevolezza che avevano ampliato grazie a tali esperienze.
Don Juan non era in grado di spiegarmi questi fenomeni nei termini della
logica standard, o in termini della necessit di trovare cause spiegabili. Disse
che tutto ci era pertinente al regno della pratica, e tutto ci che potevano
augurarsi di fare era realizzare l'impresa senza potere spiegarla. Disse inoltre
che centinaia di stregoni erano riusciti a farlo, conservando la loro forza vitale
dopo aver ceduto all'Aquila la forza delle loro esperienze di vita. Per don Juan
questo significava che quegli sciamani non morivano nel solito modo in cui noi
intendiamo la morte, ma trascendevano trattenendo la loro forza vitale e
svanendo dalla faccia della terra, imbarcandosi in un viaggio definitivo di
percezione.
Gli sciamani credevano che quando la morte avviene secondo queste
modalit, tutto il nostro essere si trasforma in un tipo speciale di energia che
conserva il marchio della nostra individualit. Don Juan cerc di spiegare tale
concetto in senso metaforico, dicendo che siamo composti da un gran numero di
singole nazioni o regni: la nazione dei polmoni, la nazione del cuore, la
nazione dello stomaco, quella dei reni e via di seguito e che ognuna di queste
nazioni a volte lavora in maniera indipendente dalle altre, ma al momento della
morte tutte loro vengono unite in una singola unit. Questo stato lo chiamava
libert totale, e diceva che un essere umano libero della socializzazione e del
dominio della sintassi e, trasformato cos, in una porzione di energia pura ed
unificata, sparisce, si volatilizza, svanisce, o come lo si vuol chiamare, nello
sconosciuto, nell'infinito, trasformato in un essere inorganico, un essere che
possiede consapevolezza ma non organismo.
Gli chiesi se questo era l'immortalit. Rispose che non era per niente
l'immortalit era semplicemente l'entrata in un processo evolutivo, ricorrendo
all'unico strumento per l'evoluzione che l'uomo ha a disposizione, cio la
consapevolezza. Gli sciamani erano convinti che l'uomo non potesse pi
evolversi dal punto di vista biologico; di conseguenza, ritenevano che la sua
consapevolezza fosse l'unico mezzo per evolversi. Per gli sciamani la
trasformazione in esseri inorganici era una forma di evoluzione e come diceva
Don Juan, ci significava aver ottenuto un nuovo e indescrivibile tipo di
consapevolezza che sarebbe durata per milioni di anni, ma che un giorno o
l'altro avrebbero comunque dovuto restituire al donatore, l'Aquila.
Chiesi a Don Juan se gli esseri inorganici, che secondo gli sciamani
abitano il nostro mondo gemello, erano forse degli uomini che si erano evoluti.
Rispose che erano intrinsecamente inorganici, nello stesso modo in cui noi
siamo stati intrinsecamente organici; sono esseri la cui consapevolezza pu
evolversi al pari della nostra e lo fa senz'altro, ma non ne possedeva una
conoscenza diretta del modo in cui ci avviene. Sapeva, comunque, che un
essere umano la cui consapevolezza si evoluta un essere inorganico di tipo
speciale.
Don Juan mi forn una serie di descrizioni di questo processo evolutivo,
che io considerai come poetiche metafore. Ne scelsi una che mi soddisfaceva in
modo particolare: la libert totale. Pensai che un essere umano che aspirasse a
raggiungere questo stato fosse l'essere pi coraggioso e immaginativo
possibile. Don Juan disse che io non stavo immaginando nulla e che per entrare
in questo stato un essere umano deve coinvolgere il suo lato sublime, che tutti
possiedono ma non usano mai.
Don Juan mi descrisse il secondo obiettivo della Ricapitolazione come
l'acquisizione della fluidit. Mi disse che la spiegazione logica degli stregoni era
legata a uno degli argomenti pi elusivi dello sciamanesimo: il punto di unione,
un punto di intensa luminosit grande quanto una palla da tennis, che gli
sciamani percepiscono quando vedono direttamente il fluire dell'energia
nell'universo. Come mi spieg precedentemente, un essere umano, visto dagli
occhi di un veggente appare come una sfera luminosa, e pu quindi vedere un
punto di grande brillantezza nella parte posteriore di questa sfera luminosa. Lo
chiamarono punto di unione vedendo che un numero astronomico di campi di
energia, sotto forma di filamenti di luce, convergono su questo punto e lo
attraversano. Questa confluenza di filamenti fornisce al punto di unione la sua
luminosit.
Il punto di unione permette a un essere umano di percepire l'energia
trasformandola in dati sensoriali, che poi interpreta come il mondo della vita
quotidiana, in termini cio di socializzazione e potenziale umano.
Don Juan disse che ricapitolare significa rivivere tutte o quasi le
esperienze che abbiamo vissuto; cosi facendo spostiamo il punto di unione,
leggermente o in maniera notevole, costringendolo con la forza della memoria
ad adottare la posizione che aveva quando avvenuto l'evento che stiamo
rivivendo. Questo gesto di spostarsi avanti e indietro dalle posizioni precedenti
a quella attuale fornisce al praticante la fluidit necessaria a sopportare
straordinari imprevisti durante il loro viaggio verso l'infinito, imprevisti che
non fanno in alcun modo parte della loro abituale cognizione.
Nei tempi antichi la ricapitolazione come procedura formale veniva
eseguita richiamando alla mente tutte le persone che il praticante aveva
conosciuto e tutte le esperienze in cui erano state coinvolte. Don Juan mi
sugger di scrivere un elenco di tutte le persone che avevo incontrato nell'arco
della mia esistenza, eseguendo cos una sorta di esercizio mnemonico. Dopo che
ebbi compilato la mia lista, mi spieg come usarla. Avrei dovuto prendere la
prima persona indicata nella lista stessa, che partiva dal presente e arrivava
all'epoca della mia prima esperienza di vita, e rivivere mentalmente l'ultima
interazione vissuta con lei. Questo atto viene definito sistemazione dell'evento
che deve essere rivissuto. Don Juan esigeva un ricordo minuzioso in quanto lo
strumento necessario a migliorare la propria capacit di ricordare. Disse che
per realizzare questo ricordo necessario avere tutti i dettagli fisici relativi,
per esempio l'ambiente in cui si svolto il fatto. Dopo che l'evento stato
sistemato, il soggetto dovrebbe entrare personalmente nella scena, prestando
particolare attenzione a qualunque configurazione fisica relativa. Se, per
esempio, l'interazione avvenuta in un ufficio, bisogna ricordare il pavimento,
le porte, le pareti, i quadri, le finestre, le scrivanie e gli oggetti che vi stanno
sopra, tutto ci che avrebbe potuto essere visto con un'occhiata e poi
dimenticato.
Don Juan afferm che, in qualit di procedura formale, la Ricapitolazione
deve iniziare con l'enumerazione degli eventi che sono appena avvenuti. In
questo modo, l'esperienza pi recente ha la precedenza: qualcosa che appena
successo si ricorda con grande accuratezza. Affermava che si possono
immagazzinare informazioni dettagliate di cui non siamo consapevoli: proprio
tali dettagli sono ci che vuole l'Aquila.
Per ricapitolare di fatto l'evento il soggetto deve respirare a fondo,
girando lentamente e dolcemente la testa da una parte all'altra, da destra a
sinistra e da sinistra a destra il numero di volte ritenute necessarie, mentre si
ricordano tutti i dettagli accessibili. Don Juan disse che gli sciamani definivano
questo gesto come l'inspirazione di tutte le emozioni vissute grazie all'evento
ricordato e all'espirazione di tutti i sentimenti non desiderati e le emozioni
indesiderate che il fatto stesso ha lasciato in noi.
Gli sciamani credono che il mistero della Ricapitolazione stia nel gesto di
inspirare ed espirare; poich la respirazione una funzione indispensabile per
mantenersi in vita, gli sciamani sono certi che grazie a essa sia possibile
consegnare alla forza che ci presta la consapevolezza i facsimile delle esperienze
della propria vita. Quando sollecitai Don Juan cercando di ottenere da lui una
spiegazione razionale, lui ribad che cose come la Ricapitolazione possono
essere solo sperimentate e non spiegate. Gli sciamani si liberano compiendo
tale gesto. Spiegarlo significa dissipare la nostra energia in sforzi inutili. Il suo
invito era consono a tutta la sua conoscenza, la necessit di agire.
La lista con i nomi delle persone viene usata come un esercizio
mnemonico che stimola la memoria a compiere un viaggio inimmaginabile. A
tale proposito, gli sciamani ritengono che ricordare gli avvenimenti che si sono
appena verificati spiana la strada a ricordare con la stessa chiarezza e
immediatezza avvenimenti pi lontani nel tempo. Gli sciamani considerano che
richiamare in questo modo le esperienze significa riviverle, ricavando da tale
ricordo una forza straordinaria, un impeto eccezionale in grado di stimolare
l'energia dispersa dai nostri centri di vitalit, che si accumulata ai bordi della
sfera luminosa, e di restituirla ai centri stessi. Affermano che questa
ridistribuzione dell'energia fornita dalla Ricapitolazione, ci permette di ottenere
la fluidit dopo aver dato all'Aquila quello che sta cercando.
A livello pi pratico, la Ricapitolazione ci permette di esaminare la
ripetitivit della nostra vita. La Ricapitolazione pu convincerci al di l di ogni
ragionevole dubbio che tutti noi siamo alla merc di forze che, sebbene a prima
vista possano apparire del tutto ragionevoli, sono totalmente assurde. Gli
sciamani affermano che qualunque cambiamento di carattere veritiero si
ottenga con la Ricapitolazione, l'unico strumento in grado di ampliare la
consapevolezza liberandola dalle richieste non espresse della socializzazione,
che sono cos automatiche da non essere mai notate ma possono essere
solamente osservate. Questa la ragione per la quale gli sciamani si riferiscono
alla Ricapitolazione come "la vista dal ponte."
Ci vuole molto tempo per compilare la lista delle persone, dal momento
che intimamente correlata con gli episodi. Alcune volte, semplicemente per
osmosi, vi sono persone che interagiscono con avvenimenti impersonali nei
quali non era coinvolta alcuna persona, ma che devono essere comunque
esaminati perch sono in qualche modo legati alla persona che sta
ricapitolando. In tal caso si deve esaminare l'evento di per s.
Ci che gli sciamani ricercavano avidamente eseguendo la
Ricapitolazione, era il ricordo dell'interazione, perch nell'interazione stessa
risiedono gli effetti profondi della socializzazione che essi si sforzavano di
dominare con tutti i mezzi disponibili.
IL SOGNARE

Il quarto tema nella lista di priorit degli sciamani del Messico antico il
sognare, l'arte di rompere i parametri della percezione normale. Per quegli
sciamani, come per i membri attuali del suo lignaggio, viaggiare nell'ignoto ,
veramente, la forza che d impulso allo sciamanesimo. Don Juan mi dimostr
innumerevoli volte che tutto ci che egli ed i suoi compagni facevano si basava
su quell'impulso. Le due arti sulle quali basavano i loro viaggi erano due linee
di attivit tremendamente sofisticate: l'arte del sognare e l'arte dell'agguato.
Per Don Juan l'arte dell'agguato era l'altra faccia della moneta in
relazione con l'arte del sognare. Per spiegarmi queste due arti, primo mi
present, quello che secondo lui era, la pietra angolare dello sciamanesimo: la
possibilit di percepire l'energia direttamente nel modo in cui fluisce
nell'universo.
Spieg che ci che gli esseri umani normalmente considerano come l'atto
di percezione , piuttosto, un atto di interpretazione dei dati sensoriali.
Sostenne che, sin dal momento in cui siamo nati, il nostro ambiente ci fornisce
una possibilit di interpretazione. Nel corso del tempo, questa possibilit
diventa un sistema completo con il quale effettuiamo tutte le nostre transazioni
percettive nel mondo. Era convinto che abbiamo avuto l'opportunit di prendere
in considerazione, anche per un istante, la capacit di percepire direttamente il
flusso di energia. Per Don Juan e altri sciamani come lui, ci che trasforma un
uomo ordinario in uno sciamano l'atto di annullare l'effetto del nostro sistema
interpretativo e di percepire direttamente l'energia.
Don Juan spieg anche che gli esseri umani hanno l'aspetto di sfere
luminose quando vengono visti direttamente come energia. Vedere l'energia il
punto cardine dello sciamanesimo. Mi ha assicurato che tutto ci uno sciamano
fa, ruota intorno a questo, o ne originato, e che l'arte del sognare e l'arte
dell'agguato sono i due principali campi di attivit che derivano dal vedere
direttamente energia.
Un altro argomento che ha trattato ampiamente il punto di unione.
Disse che quando gli sciamani sono in grado di vedere gli esseri umani come
sfere luminose, vedono anche il punto focale dello sciamanesimo: un punto delle
dimensioni di una palla da tennis avente una pi intensa luminosit rispetto al
resto della sfera luminosa. Don Juan lo chiam il punto di unione, e afferm che
la percezione avviene proprio l, in quel punto.
L'arte di sognare disse in una occasione, consiste nello spostare di
proposito il punto di unione dalla sua posizione abituale. L'arte dell'agguato
permette invece di mantenerlo volutamente fissato nella nuova posizione in cui
e stato spostato.
Secondo la spiegazione di Don Juan, queste due arti giacciono sotto una
cornice filosofica chiamata la via del guerriero, o la via degli sciamani: una
serie premesse attraverso la quale gli sciamani vivono e agiscono nel mondo.
Per Don Juan e i suoi compagni, seguire le premesse del guerriero era il
principale risultato dello sciamanesimo. Don Juan credeva che gli sciamani
possono trovare l'energia e la determinazione necessaria per viaggiare
nell'ignoto, solo attraverso la stretta aderenza alla via del guerriero.
Don Juan sottoline, in tutti i modi possibili, il valore di un
atteggiamento pragmatico da parte dei praticanti del sognare e dell'agguato.
Definito un atteggiamento pragmatico, come la capacit di assorbire qualsiasi
eventualit che possono sorgere lungo la strada del guerriero. Per me, era
l'esempio vivente di questo atteggiamento. Non c'era alcuna incertezza o
eventualit che la sua sola presenza non dissipasse.
Osserv che per ottenere questo atteggiamento pragmatico desiderato, il
praticante deve avere un corpo altamente flessibile, agile e forte. Disse che per
gli sciamani, il corpo fisico l'unica entit che abbia un senso, e non esiste
quella cosa chiamata la dualit tra corpo e mente. Gli sciamani credono che il
corpo fisico comprenda sia il corpo che la mente, proprio come li conosciamo.
Disse che per controbilanciare il corpo fisico, come unit olistica, gli sciamani
prendono in considerazione un'altra configurazione di energia: il corpo
energetico, noto anche come l'altro, il doppio, il corpo di sogno.
Don Juan descrisse l'arte di sognare come la possibilit della
consapevolezza umana di usare i sogni normali per entrare in altri regni della
percezione. Affermava che i sogni ordinari possono venire usati come una porta
che conduceva la percezione in altre regioni di energia, diversa da quella del
mondo della vite quotidiana e al tempo stesso simile per ci che riguarda la sua
essenza di base. Disse che il risultato di un simile passaggio era la percezione
dei mondi veritieri in cui potevamo vivere o morire, proprio come in quello in
cui viviamo, mondi diversi dai nostri e al tempo stesso, incredibilmente simili.
Pressato per una spiegazione lineare, Don Juan Matus ribadiva la sua posizione
tipica: le risposte a tutte quelle domande stavano nella pratica, e non nella
ricerca intellettuale. Per poter parlare di tali possibilit avremmo dovuto usare
la sintassi del linguaggio, qualunque sia il linguaggio che parliamo, e che la
sintassi, con la forza dell'uso, limita [e possibilit di espressione. La sintassi di
qualunque linguaggio si riferisce solo alla possibilit percettive che fanno parte
del mondo in cui viviamo.
Don Juan evidenzi una significativa distinzione tra due verbi spagnoli:
uno era soar "sognare", e l'altro ensoar, che significa sognare nel modo in
cui sognano gli sciamani. Don Juan ha anche descritto il sogno come uno stato
di profonda meditazione in cui un cambiamento nella percezione gioca un ruolo
chiave.
Don Juan, spieg anche che l'arte di sognare ebbe origine
dall'osservazione del tutto casuale che gli sciamani dell'antico Messico fecero
quando videro le persone addormentate. Notarono che durante il sogno il punto
di unione si spostava in maniera molto naturale e facile dalla sua posizione
abituale, e si muoveva ovunque lungo la periferia della sfera luminosa, o in
qualunque posto al suo interno. Mettendo in relazione il loro vedere con i
racconti delle persone che erano state osservate mentre dormivano, si resero
conto che maggiore era lo spostamento riscontrato del punto di unione, pi
sbalorditivi erano i resoconti degli avvenimenti e delle scene vissute in sogno.
Gli sciamani cominciarono a cercare avidamente di spostare i loro punti di
unione, e per riuscirci usarono piante psicotrope. Ben presto si resero conto che
lo spostamento ottenuto con l'uso di tali piante era irregolare, forzato e privo di
controllo. Don Juan disse che in cotanta confusione, scoprirono un elemento di
grande valore che chiamarono l'attenzione del sogno o la capacit che
permetteva ai praticanti di mantenere la propria consapevolezza sugli elementi
del sogno.
Il risultato finale dei loro sforzi fu l'arte di sognare come la conosciamo
oggi. Attraverso la loro disciplina sono stati in grado di sviluppare la loro
attenzione di sogno a un punto di straordinario. Erano in grado di concentrare
la loro attenzione su qualunque elemento dei loro sogni, e scoprirono cosi che
esistono due tipi di sogno. Al primo appartengono quelli che noi tutti
conosciamo, nei quali entrano in gioco elementi fantasmagorici qualcosa che
potremmo definire come il prodotto della nostra mentalit e della nostra psiche,
e che forse legato alla nostra connotazione neurologica. Dell'altra categoria
fanno invece parte i sogni che generano energia. Don Juan dichiar che gli
sciamani dei tempi antichi si ritrovarono in sogni che in realt non erano sogni,
ma vere e proprie visite compiute in una sorta di stato onirico in luoghi che non
appartengono a questo mondo, posti reali, proprio come quelli in cui viviamo,
dove gli oggetti producono energia, nello stesso modo in cui gli alberi, gli
animali o i sassi generano energia nel nostro mondo.
Le loro visioni di quei luoghi erano troppo fugaci e momentanee per poter
essere utili. Essi attribuivano questo difetto al fatto che il loro punto di unione
non restava fissato per un tempo sufficientemente lungo nella posizione in cui
essi l'avevano spostato. I loro tentativi di rimediare a tale situazione risultarono
nell'altra grande arte dello sciamanesimo: l'arte dell'agguato, o la capacit di
mantenere il punto di unione volutamente fissato nella nuova posizione in cui
era stato spostato. Questa fissit forniva loro l'opportunit di vedere altri mondi
in pieno sviluppo. Don Juan affermava che alcuni di questi sciamani non hanno
mai fatto ritorno dai loro viaggi. In altre parole decisero di restare laggi, in
qualunque luogo si sia trattato.
Don Juan disse che nell'esaminare gli esseri umani intesi come sfere
luminose, gli sciamani dei tempi antichi avevano scoperto nientemeno che
seicento punti nella sfera luminosa globale che corrispondevano all'entrata in
un mondo completamente nuovo, quando il punto di unione veniva fissato su
uno di essi. La sua risposta alla mia inevitabile domanda: Ma dove sono questi
mondi? fu: Nella posizione del punto di unione. Nulla pu essere pi vero di
questa affermazione e tuttavia, non ha alcun senso per noi.
Per gli sciamani, tuttavia, questo qualcosa di ragionevole se esaminato
dal punto di vista della loro capacit di vedere l'energia che fluisce
nell'universo. La sua ipotesi che nella sua posizione normale, il punto di
unione riceve un flusso di campi di energia dall'intero universo sotto forma di
filamenti di energia luminosa. Coerentemente, questi stessi filamenti, che sono
migliaia di miliardi passano attraverso il punto di unione e risultano nel mondo
che conosciamo. Se il punto di unione venisse spostato in un'altra posizione
verr attraversato da un altro insieme di filamenti energetici. Gli sciamani
credono che non sia possibile che questa nuova serie di filamenti energetici
possa comportare la stessa visione del mondo; per definizione, questo mondo
deve essere diverso dal mondo della vita quotidiana. Poich il punto di unione
non solo il centro dove avviene la percezione, ma anche il centro dove viene
effettuata l'interpretazione dei dati sensoriali, gli sciamani ritengono che il
punto di unione interpreti il nuovo flusso di campi di energia negli stessi
termini in cui interpreta il mondo della vita di tutti i giorni. Il risultato di
questa nuova interpretazione la visione di un mondo che stranamente simile
al nostro, eppure intrinsecamente diverso. Don Juan disse che questa
somiglianza solo l'interpretazione del punto di unione e che energeticamente,
gli altri mondi sono cos diversi dal nostro da non poterlo nemmeno
immaginare.
Per poter esprimere questa incredibile qualit del punto d'unione e le
possibilit di percezione portate dalla capacit di sognare necessaria una
nuova sintassi; o forse, nel caso in cui questa esperienza diventasse disponibile
a ciascuno di noi, e non solo agli iniziati sciamani, la stessa sintassi del nostro
linguaggio avrebbe potuto esprimerla.
L'affermazione di don Juan secondo cui non esiste una procedura vera e
propria della quale poter parlare per insegnare a sognare mi ha profondamente
interessato, pur lasciandomi sbalordito; e che pi di ogni altra cosa sognare
rappresentava uno sforzo immane da parte dei praticanti per mettersi in
contatto con la forza perenne e indescrivibile che gli sciamani chiamavano
intento. Dopo che questo legame stato instaurato, anche sognare diventa
misteriosamente possibile.
DonJuan dichiarava che tale legame avrebbe potuto essere ottenuto
assumendo un qualunque atteggiamento che comportasse una forma di
disciplina.
Ci che don Juan considerava di estrema importanza per poter sognare
era seguire la via del guerriero, o il costrutto filosofico che gli sciamani
utilizzavano per sostenere le loro azioni, qualunque fossero, in questo mondo o
in qualsiasi altro mondo oltre a questo. Seguendo la via del guerriero si crea
una uniformit di risultati, in assenza di qualsiasi schema preciso. I passi
magici, erano lo strumento che gli sciamani dei tempi antichi avevano a
disposizione per favorire lo spostamento del punto d'unione, dal momento che
erano designati per fornire la stabilit necessaria per evocare la loro attenzione
di sogno, senza la quale non avrebbero potuto sognare nel modo in cui lo
facevano gli sciamani del Messico antico. Se non emergeva l'attenzione di
sogno, i praticanti potevano sperare al massimo di avere sogni lucidi su mondi
fantasmagorici o forse avrebbero potuto avere visioni di mondi che generano
energia, ma per essi tutto ci non avrebbe alcun senso in mancanza di una
spiegazione completamente razionale, in grado di classificarli in maniera
adeguata.
IL SILENZIO INTERIORE

Il quinto tema, il culmine degli altri quattro, ci che gli sciamani


dell'antico Messico ricercavano con grande fervore: il silenzio interiore. Don
Juan defin il silenzio interiore come uno stato naturale della percezione umana
in cui i pensieri sono bloccati, e in cui tutte le facolt dell'uomo operano da un
livello di coscienza che non richiede il funzionamento del nostro sistema
cognitivo quotidiano.
Don Juan associava il silenzio interiore con l'oscurit, forse perch,
quando d privata del suo compagno abituale, il dialogo interiore, la percezione
umana cade in qualcosa che assomiglia a un pozzo oscuro, ovvero una versione
silente del processo cognitivo. Il corpo funziona come al solito, ma la
consapevolezza diventa pi acuta. Le decisioni sono immediate, e sembrano
nascere da una speciale forma di conoscenza che privata dalla verbalizzazione
del pensiero. Gli sciamani dell'antico Messico, che scoprirono e usarono i passi
magici che sono il nucleo della Tensegrit, credevano che la percezione umana
fosse capace di raggiungere livelli indescrivibili quando sottost alle condizioni
del silenzio interiore. Alcuni di questi livelli di percezione appartengono ad
altri mondi, che, credevano, coesistessero con il nostro; mondi che sono
inclusivi come quello in cui viviamo; mondi nei quali possiamo vivere o morire,
ma completamente inspiegabili in base ai paradigmi lineari a cui ricorre lo
stato abituale della percezione umana per spiegare l'universo.
In base alle dichiarazioni degli sciamani del lignaggio di Don Juan, il
silenzio interiore la matrice per un gigantesco passo dell'evoluzione: gli
sciamani del Messico antico lo chiamavano la conoscenza silenziosa. Ovvero il
livello della consapevolezza umana dove la conoscenza avviene in modo
automatico e immediato. A questo livello la conoscenza non il prodotto della
cognizione cerebrale o della induzione e deduzione logica,e nemmeno delle
generalizzazioni basate su similitudini o differenze. Al livello della conoscenza
silenziosa non c' nulla a priori, niente che possa costituire un corpo di
conoscenza perch ogni cosa adesso. Complesse informazioni potrebbero
essere comprese senza il bisogno di preliminari cognitivi.
Don Juan credeva che la conoscenza silenziosa fosse insita negli uomini
primitivi, che non erano per i possessori di tale conoscenza interiore. Un tale
processo era infinitamente pi forte di ci che l'uomo moderno pu
sperimentare ora che il fulcro della conoscenza il prodotto
dell'apprendimento. Credeva che sebbene avessimo perso la nostra capacit di
captare queste indicazioni la via che conduce alla conoscenza silenziosa sar
sempre aperta per l'uomo, e questa via proviene dalla matrice del silenzio
interiore.
Raggiungere il silenzio interiore il requisito per compiere tutte le azioni
che abbiamo trattato fin'ora. Don Juan insegn che il silenzio interiore deve
essere acquisito con una consistente pressione della disciplina. Disse che deve
essere accumulato o trattenuto pezzo per pezzo, un secondo dopo l'altro. In altre
parole,un individuo deve costringersi a essere silenzioso, anche se solo per
pochi secondi. Secondo lui, se una persona persiste in tale attivit, la
persistenza diventa un'abitudine, e di conseguenza possibile raggiungere una
soglia di vari minuti o secondi, che varia da un soggetto all'altro. Per esempio
se per un individuo, la soglia di silenzio interiore fosse di dieci minuti, una
volta superato questo limite il silenzio interiore avviene da s, spontaneamente.
Non c' modo di sapere quale sia la propria soglia. L'unico modo per
scoprirlo sarebbe stata l'esperienza diretta. Ed proprio quello che mi
successo. Seguendo il suggerimento di Don Juan avevo insistito
costringendomi a restare in silenzio e un giorno, mentre camminavo
all'Universit della California nel Dipartimento di Antropologia presso la
caffetteria, raggiunsi la mia misteriosa soglia. Mi resi conto di averla
aggiunta perch in un solo istante vissi un'esperienza di cui Don Juan mi aveva
parlato a lungo, definendola fermare il mondo. In un battito di ciglia il mondo
cess di essere ci che era, e per la prima volta in vita mia diventai consapevole
del fatto che stavo vedendo l'energia che fluisce nell'universo. Dovetti sedermi
su alcuni gradini di pietra: sapevo di essere seduto, ma solo a livello
intellettuale, grazie all'intervento della memoria. A livello empirico mi stavo
basando sull'energia. Io stesso ero energia, al pari di tutto ci che mi
circondava.
Mi resi conto allora, di qualcosa che mi terrorizz, qualcosa che nessuno
riusciva a spiegare, tranne Don Juan; mi resi conto che, sebbene stessi
vedendo per la prima volta in vita mia l'energia che fluisce nell'universo, in
realt avevo sempre visto tale energia senza per esserne consapevole. La
novit non era dunque rappresentata dalla capacit di vedere l'energia che
fluisce nell'universo, ma piuttosto dall'interrogativo che nasceva in me con tale
impeto da farmi ripiombare nel mondo della vita di tutti i giorni. Chiesi a me
stesso: che cosa mi aveva impedito fino ad allora di capire che in realt stavo
vedendo da sempre l'energia che fluisce nell'universo?
Don Juan me lo spieg facendo una distinzione tra la nostra
consapevolezza generale e essere deliberatamente consapevole di altro. Disse
che la nostra condizione umana possiede questa profonda consapevolezza ma
tutti gli esempi di questa profonda consapevolezza non raggiungono il livello di
poterne essere deliberatamente a conoscenza. Disse che, svolgendo il proprio
ruolo, il silenzio interiore aveva coperto questo intervallo e mi aveva permesso
di capire cose di cui ero, solamente, a conoscenza in senso generale.
LA SERIE DI WESTWOOD

Lo scopo di questa spiegazione presentare ci che don Juan chiamava i


cinque punti di interesse degli sciamani dell'antico Messico. Ha presentato i
seguenti punti di interesse ai suoi discepoli: i passi magici, il centro delle
decisioni, la ricapitolazione, il sognare e il silenzio interiore, nello stesso ordine
in cui li ha spiegati. Disse che questa sequenza era una sistemazione alla quale
erano pervenuti quegli sciamani dell'antichit, secondo e in conformit con la
loro comprensione del mondo che li circondava.
Don Juan spieg che una delle pi sorprendenti scoperte di questi
sciamani era l'esistenza di una forza agglutinante che lega i campi di energia
per creare unit concrete e funzionali. Disse che quegli sciamani descrivevano
questa forza come una vibrazione, o una condizione vibratoria che si estende
attraverso i vari gruppi di energia e, al saturarli, li unisce. Disse che i passi
magici compiono la funzione di questa condizione vibratoria, e che il loro scopo
era quello di saturare i suoi discepoli, seguendo lo stesso schema usato dagli
sciamani dei tempi antichi.
Don Juan spieg che quando quegli stregoni raggrupparono questi
cinque punti di interesse sciamanici, stavano copiando il modello energetico
che avevano scoperto vedendo l'energia che fluisce nell'universo. La forza
agglutinante si rivel essere i passi magici, e questi permearono le quattro
unit rimanenti raggruppandoli in una unit funzionale: cinque campi
energetici uniti da uno da uno di essi.
I passi magici, saturano le altre quattro unit, e quelli che venivano
insegnati al tempo degli sciamani dell'antico Messico solo agli iniziati nello
sciamanesimo, sono gli stessi passi della Tensegrit. Oggi, chiunque pu
utilizzare i passi magici senza che perdano la loro capacit di agglutinare
questi quattro campi di energia in un'unit concreta e funzionale.
Il gruppo di passi magici che svolge la funzione di agglutinare le altre
quattro unit si chiama La Serie di Westwood.
La Serie di Westwood divisa in quattro sezioni. La prima e pi
importante sezione costituita dai passi magici che facilitano il processo
decisionale. La seconda, in ordine di importanza, quella collegata alla
ricapitolazione. La terza si riferisce al sognare, e la quarta composta da passi
magici direttamente connessi con la preparazione per raggiungere il silenzio
interiore.
La Serie di Westwood verr presentata in tutti i seminari che si svolgono
quest'anno, sia negli Stati Uniti che all'estero.

I passi magici per fortificare il centro per le decisioni


Lo scopo di questo gruppo di passi magici di attivare l'area dell'incavo a
forma di 'V' situato alla base del collo, sulla sommit dello sterno, con un
particolare tipo di energia che gli sciamani dell'antico Messico credevano fosse
responsabile del processo decisionale.
l. PORTARE L'ENERGIA AL PUNTO 'V' MUOVENDO AVANTI E INDIETRO LE
BRACCIA
In questo passo magico si tendono le braccia in avanti con un'inclinazione
di quarantacinque gradi mentre si espira (fig. 125). Dopodich si ritraggono
inspirando con le spalle alzate per mantenere lo stesso livello di inclinazione
(fig. 126). Nella seconda fase di questo movimento le braccia vengono tese verso
il basso con una inspirazione e riportate poi nella posizione originaria con una
espirazione.

2. PORTARE L'ENERGIA AL PUNTO 'V' CON UN MOVIMENTO CIRCOLARE


DELLE BRACCIA
L'energia viene inviata al centro per le decisioni tracciando due cerchi
usando le mani e le braccia, le quali mantengono la stessa inclinazione di
quarantacinque gradi. I cerchi vengono tracciati con le le mani che
raggiungono la posizione di massima estensione (fig. 128); questi movimenti si
dividono in due fasi. Nella prima, si espira mentre si tracciano i cerchi e si
inspira mentre si riportano a posto le braccia. Nella seconda si inspira mentre
si tracciano i cerchi con le mani e le braccia e si espira quando le braccia
tornano nella posizione originaria.

3. PORTARE L'ENERGIA AL CENTRO PER LE DECISIONI CON UN


MOVIMENTO IN AVANTI E INDIETRO DELLE BRACCIA CON LE PALME
RIVOLTE VERSO L'ALTO
Questo movimento come il primo ed eseguito esattamente nello stesso
modo, tranne che viene fatto con le palme rivolte verso l'alto (fig. 127).
Inalazioni ed esalazioni sono identiche a quelle del primo movimento: nel primo
stadio l'aria viene espirata mentre le mani e le braccia si muovono in avanti con
un angolo di 45 gradi, e inalata quando le braccia si muovono indietro. Nella
seconda fase, l'aria viene inalata quando si abbassano le mani e le braccia ed
espirata quando le mani e le braccia tornano nella posizione originaria.
4. PORTARE L'ENERGIA AL CENTRO PER LE DECISIONI CON UN
MOVIMENTO CIRCOLARE DELLE BRACCIA CON LE PALME RIVOLTE
VERSO L'ALTO
Anche questo passo magico esattamente come il secondo, con le stesse
due fasi di inspirazione ed espirazione, salvo che i due cerchi sono descritti con
le braccia e le palme rivolte verso l'alto (fig 129). Nella prima fase, l'aria viene
espirata mentre le braccia e le mani si muovono in cerchio, e inalata quando le
braccia tornano nella posizione originaria. Nella seconda fase, l'aria viene
inalata mentre le mani e le braccia si muovono in cerchio, ed espirata mentre le
braccia ritornano verso le spalle.

5. PORTARE L'ENERGIA AL PUNTO 'V' DALLA PARTE CENTRALE DEL


CORPO.
In questo passo magico si piegano le braccia all'altezza del gomito e si
tengono ben in alto, al livello delle spalle. Le mani, chiuse a pugno, vengono
mantenute in questa posizione senza che si tocchino (fig. 130). I pugni sono
rivolti leggermente verso l'alto per facilitare una migliore effetto leva e si
muovono ondeggiando da destra a sinistra e da sinistra a destra. Tale
movimento non si compie coinvolgendo le spalle, ma contraendo i muscoli dello
stomaco che muovono la parte centrale del corpo a destra, a sinistra e poi
ancora a destra, e via di seguito, per agitare l'energia proveniente dal centro
delle decisioni per venti volte.

6. PORTARE L'ENERGIA AL PUNTO 'V' DALLA ZONA DELLE SCAPOLE


Le braccia si piegano come nel passo precedente, tranne che in questo
movimento vengono considerevolmente mosse in avanti. Il pugno destro si
incrocia al di sopra del sinistro (fig. 131). I gomiti piegati sono spinti in avanti
estendendo al massimo le scapole, uno alla volta. L'energia si agita a quello
livello e si trasferisce alla base del collo, nella parte anteriore del corpo.
7. AGITARE L'ENERGIA ATTORNO AL PUNTO 'V' COL POLSO PIEGATO
Dapprima si agita l'energia attorno al punto a 'V' con un movimento dolce
delle mani. Poi si lanciano in fuori le mani con una serie di colpi vigorosi
distendendo le braccia (fig. 132), una alla volta, formando un gancio, girate
piegando il polso verso l'interno (fig. 133).

8. TRASFERIRE L'ENERGIA DAL PLESSO SOLARE AL PUNTO 'V'.


Si mettono le palme delle mani una sopra l'altra al livello del plesso solare
(fig. 134). Con un movimento circolare della mano che ha la palma voltata verso
l'alto si agita l'energia due volte all'altezza dell'area del plesso solare e poi l'altro
braccio si allunga in avanti colpendo col bordo esterno della mano (fig. 135).
9. PORTARE L'ENERGIA DALLE GINOCCHIA AL PUNTO 'V'.
Questo passo costituito da una serie di movimenti unici; il primo dei
quali agita l'energia intorno al centro per le decisioni colpendolo con ciascuna
mano, come se a colpirlo fosse una frusta. La mano a frusta (fig. 137) si muove
due volte intorno alla testa prima di colpire: dopo aver colpito con entrambe le
mani, si inspira profondamente, mentre si alzano entrambe le braccia tenendo i
gomiti piegati e le palme una di fronte all'altra, poi si espira per portare le mani
e le braccia verso il basso fino ad arrivare all'altezza delle ginocchia. In questa
posizione, si inspira profondamente, poi si alzano entrambe le braccia
incrociate tenendo la sinistra pi vicina al corpo - e passando sopra la testa
vengono portate nella parte posteriore del collo (fig. 138). Si trattiene il respiro
mentre la parte superiore del tronco viene spostata tre volte da destra a sinistra
e da sinistra a destra. L'aria viene poi esalata mentre le braccia e le mani si
muovono verso il basso, tornando all'altezza delle ginocchia.
Si continua inspirando a fondo ed poi espirando mentre si piegano le
braccia al livello dei polsi e si alzano fino al punto 'V' (fig. 139). Il braccio
sinistro quello pi vicino al corpo. Con una successiva espirazione si
abbassano di nuovo le braccia e le mani vengono portate di nuovo all'altezza
delle ginocchia. Si ripete questa ultima parte del movimento, con lo stesso
schema di inspirazione ed espirazione, altre due volte. Gli sciamani che
scoprirono questo passo usavano le espirazioni per assicurare il trasferimento
dell'energia.

Il seguente gruppo di tre passi magici designato per trasferire l'energia


che appartiene unicamente al centro per le decisioni, dal bordo anteriore della
sfera luminosa, dove si accumulato attraverso gli anni, alla parte posteriore, e
poi dalla parte posteriore della sfera luminosa sul davanti. Si crede che
l'energia trasferita attraversi il punto a 'V', il quale agisce da filtro utilizzando
unicamente l'energia che gli propria e scartandone il resto.
interessante puntualizzare che, a causa di questo processo selettivo del
punto 'V', essenziale eseguire queste serie di passi il pi possibile.
10. L'ENERGIA ATTRAVERSA IL PUNTO A 'V' DALLA PARTE ANTERIORE A
QUELLA POSTERIORE E DA QUELLA POSTERIORE A QUELLA ANTERIORE
CON DUE COLPI
Questo passo magico inizia con una profonda inspirazione e si espira poi
lentamente mentre il braccio sinistro sferra un colpo in avanti, al livello del
plesso solare, con la palma della mano rivolta verso l'alto. L'energia si afferra
con una rapida stretta della mano. La mano si muove all'indietro come se
andasse a colpire con la parte posteriore del pugno (fig. 140). L'espirazione
termina contemporaneamente all'aprirsi della mano, liberando l'energia che
aveva afferrato.
Si inspira di nuovo a fondo. Si colpisce dieci volte l'energia con il palmo
della mano aperta e contemporaneamente si incomincia una lenta espirazione.
L'energia si afferra nuovamente con la mano prima di muovere in avanti il
braccio di fronte al punto a 'V' con un movimento che sembra un cazzotto (fig.
141). La mano si apre liberando l'energia. Il braccio si muove all'indietro e,
passando al di sopra della testa, colpisce l'energia con il palmo della mano,
come se l'energia fosse una bolla che scoppia per la forza del colpo, proprio di
fronte al centro per le decisioni; e a questo punto termina l'espirazione (fig.
142).
La stessa sequenza di movimenti viene ripetuta con il braccio destro.

11. TRASFERIRE L'ENERGIA DALLA PARTE ANTERIORE A QUELLA


POSTERIORE E DA QUELLA POSTERIORE A QUELLA ANTERIORE CON IL
GANCIO DEL BRACCIO.
Anche questo passo magico inizia con una profonda inspirazione. Si
espira poi lentamente muovendo il braccio sinistro in avanti con il palmo della
mano rivolto verso l'alto. A questo punto si afferra l'energia rapidamente. La
mano rapidamente serrata a pugno, viene ruota con un movimento circolare
passando al di sopra della spalla, ed assesta un colpo all'indietro con la parte
posteriore del pugno guardando verso l'alto. A questo punto la mano si apre per
liberare l'energia afferrata e l'espirazione finisce.
Si inspira profondamente. Poi si espira lentamente mentre la mano, che
assume la posizione di un gancio rivolto verso il basso, col polso piegato fruga
l'energia tre volte, come se l'arrotolasse in una palla (fig. 143). A questo punti si
lancia la palla verso l'alto (fig. 144) e si afferra rapidamente con la mano
piegata come un gancio al livello del polso (fig. 145). Il braccio si muove in
avanti verso la spalla destra e colpisce in avanti, come se mantenesse la palla di
energia nel polso piegato, tra la mano e l'avambraccio. A questo punto la mano
si apre per liberare la palla di energia afferrata, il braccio si muove all'indietro
e, passando al di sopra della testa, batte fortemente davanti con il palmo della
mano (fig. 146), rompendo la palla di energia giusto di fronte al centro per le
decisioni. L'espirazione finisce mentre il corpo intero trema per l'intensit del
colpo stesso.
I medesimi movimenti vengono ripetuti con l'altro braccio.
12. TRASFERIRE L'ENERGIA DALLA PARTE ANTERIORE A QUELLA
POSTERIORE E DA QUELLA POSTERIORE A QUELLA ANTERIORE CON TRE
COLPI
Anche questo passo magico inizia con una profonda inspirazione. Si
espira poi lentamente mentre il braccio sinistro colpisce in avanti con la mano
aperta, il palmo piatto rivolto verso l'alto. Si afferra rapidamente l'energia
formando un pugno e il braccio ritorna nella posizione originaria come se
volesse sferrare una gomitata all'indietro. Si muove poi di lato verso destra e
sferra un pugno di lato (fig. 147). Il braccio viene mosso di lato verso sinistra e
all'indietro, per sferrare il terzo colpo con il dorso della mano chiusa a pugno.
L'espirazione finisce quando la mano si apre e libera l'energia afferrata (fig.
148).
Si inspira profondamente. Si espira poi lentamente mentre la mano,
piegata verso il basso a forma di gancio, raccoglie tre volte l'energia (fig. 149).
Questa energia la si afferra con una presa. Il braccio si muove in avanti al
livello del centro per le decisioni con una stoccata del pugno (fig. 150). Descrive
un mezzo circolo davanti al corpo, muovendosi all'indietro in un movimento
circolare e, passando al di sopra della spalla, assesta un colpo con la parte
posteriore del pugno giusto al livello del centro per le decisioni. L'espirazione
finisce quando la mano sinistra si muove all'indietro con un movimento
circolare e, passando al di sopra delle spalle e della testa, assesta un colpo sul
davanti, liberando l'energia aprendo il palmo della mano (fig. 151).
Si ripete lo stesso movimento con l'altro braccio.
I passi magici che aiutano a ricapitolare

La ricapitolazione strettamente legata alla respirazione. Gli sciamani


dicono che la respirazione, essendo una magica funzione che sostiene la vita,
facilita anche la ricapitolazione. La parte centrale dei passi magici che aiutano
a ricapitolare la respirazione.
La ricapitolazione ha efficacia anche sul corpo energetico richiamandone
tutte le forze disponibili. Il corpo energetico essenziale per la ricapitolazione.

1. FORMARE IL TRONCO DEL CORPO ENERGETICO


Il tronco del corpo energetico si forma con tre colpi sferrati con il palmo
delle mani. Il primo colpo definisce le spalle del corpo energetico. Le mani
vanno tenute all'altezza delle orecchie con le palme rivolte in avanti; partendo
da questa posizione si colpisce in avanti, all'altezza delle spalle, come se si
volesse colpire le spalle di un corpo ben sviluppato. Le mani tornano poi nella
loro posizione d'origine intorno alle orecchie, con i palmi rivolti in avanti, e
colpiscono un punto al centro del tronco, all'altezza del petto. Il secondo colpo
non ampio come il primo, e il terzo molto pi stretto perch colpisce la
cintola di un tronco di forma triangolare (fig. 152).

2. SCHIAFFEGGIARE IL CORPO ENERGETICO


Questo passo magico traccia le braccia, gli avambracci e soprattutto le
mani dei corpo energetico. La mano destra e la sinistra con le palme distese si
muovono indietro in un movimento circolare e passando sopra la testa,
scendono bruscamente verso la parte anteriore a livello del plesso solare. Il
palmo di ogni mano scende creando una corrente di energia che definisce le
braccia, gli avambracci e le mani del corpo energetico. Il braccio sinistro si
muove diagonalmente per colpire il braccio sinistro del corpo energetico (fig.
153) e quindi il braccio destro fa la stessa cosa muovendosi diagonalmente per
colpire il braccio destro del corpo energetico.

3. ESPANDERE DI LATO IL CORPO ENERGETICO


Questo passo magico delinea la larghezza del corpo energetico come un
conglomerato di campi di energia. Gli sciamani che vissero in Messico in tempi
antichi affermarono che, nella sua forma naturale, il corpo energetico
leggermente pi flessibile rispetto al corpo fisico "visto" come una sfera
luminosa, o come un conglomerato di campi di energia. Mentre il corpo fisico
come una sfera luminosa, ha dei confini perfettamente delineati, il corpo
energetico non ha tale coerenza. "Espandere di lato il corpo energetico" un
movimento designato a creare in esso dei limiti definiti.
Il movimento inizia con le mani incrociate (fig. 154), senza che si
tocchino, a livello del plesso solare. Le palme delle mani sono rivolte verso il
basso. Si inspira e poi si espira mentre entrambe le braccia si muovono
lateralmente con un movimento vigoroso (fig. 155). Il bordo esterno delle mani
colpisce senza oltrepassare la larghezza del tronco. Poi si inspira e il movimento
viene ripetuto pi volte a mani alternate.
4. DEFINIRE IL FULCRO DEL CORPO ENERGETICO
Gli sciamani del lignaggio di Don Juan affermavano che il corpo umano,
visto come conglomerato di campi energetici, oltre a possedere limiti
perfettamente delineati, ha un fulcro di luminosit compatta, che gli sciamani
chiamano la fascia dell'uomo, che sono i campi energetici con cui l'uomo pi
familiare. L'idea che all'interno della sfera luminosa, che anche la totalit
dell'uomo, ci sono zone di energia di cui non ne siamo affatto consapevoli al
nostro livello normale di coscienza. Si tratta dei campi energetici situati alla
distanza massima dalla fascia dell'uomo.
Per eseguire questo passo magico si tengono gli avambracci in posizione
verticale all'altezza del petto, con gomiti vicino al corpo, separati da una
distanza pari alla larghezza del tronco. I polsi vengono spinti dolcemente prima
all'indietro e poi in avanti con grande forza, senza muovere gli avambracci (fig.
156).
5. FORMARE I CALCAGNI E I POLPACCI DEL CORPO ENERGETICO
In questo movimento si solleva il piede sinistro davanti al corpo con il
calcagno sollevato all'altezza della caviglia. Lo si posiziona perpendicolarmente
rispetto all'altra gamba. Il calcagno sinistro sferra poi un colpo a destra,
come se tirasse un calcio (fig. 157 e 158).
Lo stesso movimento viene poi eseguito con il calcagno destro.

6. FORMARE LE GINOCCHIA DEL CORPO ENERGETICO


In questo passo magico il peso totale del corpo viene sostenuto da una
gamba. Si inizia con il ginocchio piegato e sollevato all'altezza dei fianchi, o se
possibile ancora pi in alto. Si eseguono poi tre cerchi come se il ginocchio
girasse verso l'interno (fig. 159).
Lo stesso movimento viene ripetuto con la gamba destra e poi ripetuto
con ogni gamba, ma questa volta il ginocchio traccia un cerchio esterno (fig.
160). La gamba che sostiene il peso del corpo viene tenuta con il ginocchio
leggermente piegato.

7. FORMARE LE COSCE DEL CORPO ENERGETICO


Si piega leggermente il corpo in avanti mentre le mani scivolano gi
lungo le cosce. Le mani si fermano sulle rotule e, inspirando, vengono poi
riportate indietro facendo pressione sulle cosce, come se stessero trascinando
l'energia. Le mani sono tenute piegate quasi come due artigli (fig. 161).
Il movimento viene poi ripetuto, inspirando mentre si piegano le
ginocchia e si fanno scivolare le mani fino alle rotule, e si espira quando le si
trascinano alla posizione di partenza.

8. STIMOLARE LA STORIA PERSONALE RENDENDOLA FLESSIBILE


Questo passo magico allunga e rilassa i tendini del ginocchio alzando le
gambe, una alla volta, e piegandole all'altezza del ginocchio, a colpire le natiche
con un colpetto gentile del calcagno (fig. 162). Il calcagno sinistro colpisce la
natica sinistra, e il destro colpisce la destra.
9. RIMUOVERE LA STORIA PERSONALE COLPENDO VENTI VOLTE IL
PAVIMENTO CON IL TALLONE.
La gamba sinistra viene estesa in avanti con il piede allineato alle spalle.
Si pone il piede sinistro il pi lontano possibile davanti al corpo, mentre
appoggia quasi completamente il proprio peso sulla gamba destra. La gamba
destra viene tesa e contratta al massimo. La gamba sinistra colpisce venti volte
il pavimento con il tallone (fig. 163).
Gli stessi movimenti vengono poi eseguiti con l'altra gamba.

10. RIMUOVERE LA STORIA PERSONALE MANTENENDO IL TALLONE SUL


PAVIMENTO, MENTRE SI CONTA FINO A VENTI.
In questo passo si eseguono gli stessi movimenti descritti in precedenza,
ma, invece, di colpire con il tallone, contando fino a venti il corpo mantiene una
tensione regolare tenendo allungata la gamba (fig. 164)
Gli stessi movimenti vengono poi eseguiti con l'altra gamba.

I seguenti quattro passi sono intimamente connessi con la respirazione e


devono essere praticati con moderazione una volta al giorno.

11. LE ALI DELLA RICAPITOLAZIONE


Questo passo magico inizi con una profonda inspirazione mentre solleva
gli avambracci al livello delle spalle, con le mani all'altezza delle orecchie. Gli
avambracci sono in posizione verticale ed equidistanti l'uno dall'altro. Si espira
mentre gli avambracci vengono portati il pi possibile all'indietro senza per
oscillare (fig. 165). A questo punto si inspira di nuovo a fondo mentre il braccio
sinistro disegna un semicerchio che inizia a livello della spalla, continua in
avanti, al massimo della sua estensione, e poi lateralmente, disegnando un
semicerchio che si spinge il pi possibile all'indietro. Il braccio esegue una
curva al termine di questa estensione e ritorna davanti (fig. 166), e poi indietro
nella sua posizione iniziale di riposo di fianco al corpo (fig. 167).
Lo stesso movimento si ripete con l'altro braccio. Entrambe le braccia
tracciano questo semicerchio a forma di ala, facendo una lunga espirazione.
Dopo aver effettuato questi movimenti, il soggetto respira profondamente con
l'addome.

12. LA FINESTRA DELLA RICAPITOLAZIONE


La prima parte di questo passo magico esattamente uguale a quella del
precedente: si inspira a fondo con le mani sollevate all'altezza delle orecchie. Gli
avambracci sono in posizione perfettamente verticale. Si espira a fondo mentre
le braccia vengono spinte all'indietro. Si inspira poi altrettanto a fondo mentre i
gomiti sono spinti di lato all'altezza degli occhi, piegando leggermente gli
avambracci che si toccano, con i polsi piegati e le dita che indicano l'alto. Le
mani creano in questo modo un'apertura davanti agli occhi che sembra una
piccola finestra attraverso la quale, dicono gli sciamani, il praticante pu
sbirciare nell'infinito (fig. 168). Poi espirando profondamente mentre si
estendono lateralmente le braccia, anche le mani si estendono e si tengono allo
stesso livello dei gomiti (fig. 169).

In questo passo magico, la finestra della ricapitolazione, il braccio


sinistro quello pi vicino al corpo e quello destro gli si sovrappone.
13. I CINQUE RESPIRI PROFONDI
L'inizio di questo passo magico identico a quello dei due precedenti. Alla
seconda inspirazione le braccia si incrociano all'altezza delle rotule mentre il
praticante quasi accovacciato. Le mani sono poste dietro le rotule. L'indice e il
medio vengono posti sul tendine posizionato nel poplite e il pollice avvolge la
parte interna della rotula. L'espirazione finisce in quel momento e viene fatta
seguire da una profonda ispirazione mentre si tiene premuto il tendine (fig.
170).
Gli sciamani dicono che questa l'unica posizione in cui i praticanti
possono respirare profondamente per riempire completamente i polmoni, dal
basso verso l'alto, spingendo il diaframma verso il basso. Si fanno cinque respiri
in questo modo.

14. ESTRARRE L'ENERGIA DELLA NOSTRA FASCIA DI CONSAPEVOLEZZA


Gli sciamani credono che l'unico chiarore di consapevolezza rimasto negli
esseri umani si trovi sul fondo della loro sfera luminosa, un chiarore che si
estende in circolo e raggiunge il livello dei talloni. La prima parte di questo
passo magico, come avviene in questa serie di quattro, uguale a quella degli
altri tre. Alla seconda inspirazione si abbassano le braccia e le si avvolgono
intorno alle caviglie, andando dall'interno all'esterno, assumendo al tempo
stesso una posizione accovacciata. Il dorso delle mani appoggiato sulla punta
delle dita dei piedi; a questo punto il soggetto inspira ed espira profondamente
tre volte (fig. 171).Dopo l'ultima espirazione il corpo si raddrizza e si inspira
profondamente per terminare il passo magico.
I passi magici che aiutano il sognare

Il sognare ha a che fare esclusivamente con lo spostamento del punto di


unione. I passi magici che gli sciamani dell'antico Messico utilizzavano come
aiuto per il sognare sono designati per spostare il punto di unione portandolo
in avanti.

1. ALLENTARE IL PUNTO DI UNIONE CON UN MOVIMENTO CHE PONE IL


PALMO DELLA MANO DI FRONTE AGLI OCCHI
Il braccio sinistro sale di fronte al viso colpendo come una lancia verso
l'alto. Le dita sono tenute unite e tese.
Il palmo della mano gira fino a che il taglio o il dito mignolo stia di fronte agli
occhi (fig. 172 e 173).
Questo passo magico viene eseguito da ciascun braccio in successione
tante volte a piacere. Le ginocchia sono leggermente piegate per assicurare
maggiore stabilit e forza di spinta.

2. COSTRINGERE IL PUNTO DI UNIONE AD ABBASSARSI


Il corpo va mantenuto in posizione completamente verticale. Le ginocchia
sono bloccate, e i tendini del poplite il pi tesi possibile. il braccio sinistro
completamente allungato all'indietro, a pochi centimetri dal corpo con il palmo
della mano rivolto verso il basso, piegando il polso in modo pronunciato e le
dita tese sono rivolte all'indietro. Il braccio destro, viene posto davanti al corpo
nella medesima posizione, il palmo rivolto verso il basso, con il polso piegato in
modo pronunciato e le dita rivolte in avanti.
La testa gira nella direzione del braccio che viene tenuto all'indietro (fig.
174). Si ripete poi lo stesso movimento con l'altro braccio.
3. CONVINCERE IL PUNTO DI UNIONE A SCENDERE ATTIRANDO ENERGIA
DALLE GHIANDOLE SURRENALI E TRASFERENDOLA NELLA PARTE
ANTERIORE
Questo passo magico inizia posizionando il braccio sinistro dietro il corpo
con la mano all'altezza dei reni. Le dita si tengono unite nel mentre che la mano
scivola con forza attraverso l'area dei reni da destra a sinistra.
Il braccio destro esegue poi lo stesso movimento del braccio sinistro, con
le dita unite, spalma l'energia dell'area dei reni nell'area dello stomaco da destra
a sinistra (fig. 175 e 176). Questo passo magico si ripete in successione con
ogni braccio tante volte quanto il praticante desideri. Le ginocchia si
mantengono leggermente piegate per fornire maggiore stabilit e forza.

4. MUOVERE I TIPI DI ENERGIA 'A' E 'B'


Gli sciamani credono che tutto nell'universo sia composto da forze duali, e
che anche noi sottostiamo a questa dualit in tutti gli aspetti della nostra vita.
A livello energetico, essi credono che ci siano due forze che entrino in gioco. Gli
sciamani del giorno d'oggi le chiamano la forza 'A' e la forza 'B', o la forza 1 e la
forza 2, o la forza sinistra e la forza destra. Don Juan Matus le chiamava le
forze 'A' e 'B' quando le insegnava ai suoi discepoli. Diceva che la forza 'A' la
forza che usiamo comunemente per trattare con le questioni della vita
quotidiana, e la rappresentava con una linea verticale.
Diceva anche che la forza 'B' comunemente una forza oscura che non si
impiega quasi mai; si mantiene tesa orizzontalmente. La rappresentava come
una linea orizzontale disegnata alla base del lato sinistro della linea verticale,
formando in questo modo una lettera 'L' maiuscola alla rovescia.
Diceva che gli sciamani sono esseri che sono riusciti a convertire l'energia
'B', generalmente tesa in orizzontale e mai usata, in una linea verticale attiva. In
conseguenza, riuscirono a dare una pausa all'energia 'A.' Don Juan
rappresentava questo processo disegnando una linea orizzontale nella parte
destra della base della linea verticale, dando come risultato la lettera 'L'
maiuscola.
In questo passo magico il processo si rappresenta con gli avambracci. Si
incomincia con l'avambraccio destro alzato verticalmente davanti del corpo, col
gomito al livello delle spalle, ed il braccio sinistro flesso orizzontalmente con la
palma della mano rivolta verso il basso e la parte posteriore di questa giusto
sotto al gomito destro. Entrambe le braccia esercitano una pressione verso il
basso, e questa pressione viene bilanciata con una spinta verso l'alto, come se ci
fossero due forze che agiscono simultaneamente in entrambe le braccia. Le
braccia mantengono questa tensione mentre si conta fino a venti (fig 177). Lo
sguardo si mette a fuoco in un punto in mezzo alle due braccia, mantenendole
alla periferia del campo visivo.
Si esegue lo stesso movimento invertendo la posizione delle braccia.

5. AVVOLGERE L'ENERGIA DEL PUNTO DI UNIONE E PROIETTARLA VERSO


L'ESTERNO CON UN PUGNO
Si tengono le braccia al livello delle spalle con i gomiti piegati. Le mani
sono una sull'altra, girate con le palme rivolte verso il basso. Si tracciano tre
cerchi con le mani che ruotano una intorno all'altra (fig. 178); poi il pugno del
braccio sinistro viene sferrato in avanti come per colpire un oggetto invisibile
(fig. 179). Si tracciano poi altri tre cerchi con ogni mano e infine il braccio
destro sferra un pugno, cos come ha fatto il sinistro.

6. LANCIARE IL PUNTO DI UNIONE COME UN COLTELLO OLTRE LA SPALLA


Lo scopo di questo passo magico quello di lanciare il punto di unione
per staccarlo dalla sua posizione abituale. Il praticante prende il punto di
unione come se fosse un coltello. La mano sinistra si muove all'indietro, afferra
il punto di unione e lo lancia in avanti come se fosse un coltello. Poi la mano
destra esegue lo stesso movimento (fig 180 e 181). Gli sciamani dicono che il
tentativo di lanciare il punto di unione provoca un profondo effetto sul suo
spostamento reale. Le ginocchia sono leggermente piegate per assicurare
stabilit al lancio. Questo passo viene eseguito un numero di volte a piacere del
praticante.

7. LANCIARE IL PUNTO DI UNINE COME UN COLTELLO DA DIETRO LA


SCHIENA ALL'ALTEZZA DELLA CINTOLA
Le ginocchia sono piegate e il corpo inclinato in avanti. La mano sinistra
afferra il punto di unione e lo lancia in avanti con un vigoroso colpo veloce e
tagliente del polso, mentre il palmo della mano destra d un colpo al retro del
corpo e si tende, con le dita rivolte verso la parte centrale corpo (fig. 182 e
183). Gli stessi movimenti vengono ripetuti con la mano destra. Questo passo
viene eseguito un numero di volte a piacere del praticante.

8. LANCIARE IL PUNTO DI UNIONE COME UN DISCO DALLA SPALLA


Questo passo inizia con una lenta rotazione del corpo. Il braccio destro si
sposa verso il lato sinistro della gamba sinistra quindi il braccio sinistro si
sposta verso il lato destro della gamba destra e quindi il braccio destro gira
muovendosi verso il lato sinistro della gamba sinistra. A questo punto si arretra
di scatto la mano sinistra e si afferra il punto di unione prendendolo dalla zona
dietro le scapole (fig. 184) e lo lancia in avanti come se fosse un disco (fig.
185).
Le ginocchia sono leggermente piegate esercitando una notevole
pressione sulla parte posteriore delle cosce. Il braccio destro sferra un colpo al
retro del corpo, con la palma della mano estesa e le dita rivolte verso la parte
centrale del corpo, per stabilizzare cos il lancio del disco. Questa posizione
viene tenuta per un conteggio di venti.
Gli stessi movimenti vengono poi ripetuti con l'altro braccio.
9. LANCIARE IL PUNTO DI UNIONE SOPRA LA TESTA COME SE FOSSE UNA
PALLA
La mano sinistra si muove velocemente e afferra il punto di unione
(fig.186) poi esegue un ampio cerchio sopra la testa come (fig. 187), e con il
palmo della mano quasi completamente esteso e le dita leggermente piegate,
compie ii gesto di lanciare il punto di unione in avanti e sopra alla testa (fig.
188).
Questo movimento viene ripetuti con la mano destra. Durante l'esecuzione
di questo passo le ginocchia si tengono piegate.
I passi magici che aiutano raggiungere il silenzio interiore

Don Juan descrisse il silenzio interno come una condizione della


percezione umana nella quale la cognizione funziona senza il suo,
apparentemente, perenne compagno: il dialogo interiore. Don Juan e tutti gli
sciamani del suo lignaggio consideravano il silenzio interiore come la qualit
essenziale della percezione evoluta.

1. TRACCIARE DUE SEMICERCHI CON CIASCUN PIEDE


Si appoggia il peso totale del corpo sulla gamba destra, mentre il piede
sinistro traccia due semicerchi, cominciando da un punto situato a mezzo passo
di fronte del corpo. Il piede sinistro si muove lateralmente descrivendo un
semicerchio che termina all'altezza del tallone del piede destro, quindi traccia
poi un altro semicerchio che termina in un punto situato a mezzo passo dietro
al corpo (fig. 189).
Si eseguono poi gli stessi movimenti con il piede destro dopo che l'intero
peso del corpo viene trasferito sulla gamba sinistra. Il ginocchio della gamba
che sostiene il peso viene piegato per assicurare maggiore forza e stabilit. Il
praticante respira normalmente.

2. TRACCIARE UNA MEZZALUNA CON CIASCUN PIEDE


Questo passo magico incomincia con la gamba sinistra che traccia un
semicerchio attorno al corpo dal davanti all'indietro (fig. 190) mentre la gamba
destra sostiene tutto il peso del corpo col ginocchio leggermente piegato.
Lo stesso movimento si esegue con la gamba destra. Il praticante respira
normalmente.
3. LO SPAVENTAPASSERI NEL VENTO CON LE BRACCIA ABBASSATE
Si tendono le braccia di lato all'altezza delle spalle, tenendo i gomiti
piegati e gli avambracci a penzoloni verso il basso. Gli avambracci dondolano
liberamente da un lato all'altro, come se fossero mossi dal vento, mentre si
conta fino a venti. Gli avambracci ed i polsi sono tesi e in posizione verticale, ed
i gomiti si mantengono al livello delle spalle. Le ginocchia sono completamente
bloccate (fig. 191).

4. LO SPAVENTAPASSERI NEL VENTO CON LE BRACCIA ALZATE


Come nel precedente passo magico, le braccia vengono estese di lato
all'altezza delle spalle con i gomiti piegati, con l'unica differenza che gli
avambracci sono rivolti verso l'alto. Gli avambracci e i polsi sono tesi e in
posizione verticale (fig. 192), e oscillano poi liberamente in avanti e verso il
basso (fig. 193) mantenendo i gomiti al livello delle spalle, mentre si conta fino
a venti. Le ginocchia sono completamente bloccate.

5. SPINGERE L'ENERGIA ALL'INDIETRO CON TUTTO IL BRACCIO


In questo movimento si piegano tutte e due le braccia, con i pugni ben
chiusi e i polsi leggermente piegati, avvicinandole ai lati del corpo, a livello
delle ascelle (fig. 194); dopo si estendono entrambe le braccia all'indietro il pi
in alto possibile, con le mani chiuse a pugno. Le ginocchia sono completamente
bloccate e il tronco leggermente chino in avanti mentre si espira (fig. 195).
Quando si inspira, le braccia vengono riportate in avanti nella posizione di
partenza piegando i gomiti, mantenendo gli avambracci vicini al corpo il pi in
alto possibile. Questo movimento viene eseguito venti volte e poi la sequenza
della respirazione viene invertita: Invece di espirare muovendo all'indietro le
braccia, si inspira. Si espira piegando i gomiti mentre l'avambraccio si
mantiene incollato al corpo contro l'ascella.

6. RUOTARE L'AVAMBRACCIO
Le braccia sono tese davanti al corpo con i gomiti piegati e gli avambracci
in posizione verticale. Le mani sono piegate all'altezza del polso e portate a
livello degli occhi per sembrare a una testa di un uccello (fig. 196). I polsi
girano e le mani colpiscono leggermente avanti e indietro, usando gli
avambracci come perni tenuti verticali e diritti (fig. 197). Le ginocchia sono
piegate per assicurare maggiore forza e stabilit.

7. MUOVERE L'ENERGIA CON UN MOVIMENTO ONDULATORIO


Si tengono le ginocchia tese e il tronco piegato in avanti. Le braccia
dondolano ai lati del corpo. Il braccio sinistro si muove in avanti creando tre
piccole onde, quindi fa un taglio in forma di falce attraversando il corpo da
sinistra a destra e da destra a sinistra (fig. 198 e 199); il braccio si muove
ritornando di fianco al corpo creando altre tre onde piccole.
Gli stessi movimenti vengono ripetuti venti volte per ogni braccio.

8. L' ENERGIA A 'T' DELLE MANI


Si tengono gli avambracci ad angolo retto formando cos la lettera T,
proprio di fronte al plesso solare. Il braccio sinistro forma la barra orizzontale
della T con il palmo rivolto verso l'alto. Il braccio destro , invece, la barra
verticale della T con il palmo rivolto verso il basso (fig. 200). Le palme delle
mani si rovesciano venti volte sopra sotto con forza considerevole (fig. 201).
Questo movimento si esegue venti volte poi si inverte la posizione delle
braccia per altre venti.
9. PRESSARE IL POLLICE CONTRO IL DITO INDICE PIEGATO.
Si piegano le braccia tenendo gli avambracci davanti al corpo in una
posizione perfettamente orizzontale, separati da una distanza uguale alla
larghezza del corpo. Le dita si piegano in un pugno rilassato e l'indice,
notevolmente piegato si appoggia al pollice che si mantiene retto (fig. 202 e
203). Si esercita una pressione intermittente tra il pollice e l'indice, e tra le dita
piegate e il palmo della mano. Le quali si contraggono e si rilassano
diffondendo l'impulso alle braccia. Le ginocchia sono piegate per assicurare una
maggiore stabilit.
10. TRACCIARE UN ANGOLO ACUTO CON LE BRACCIA TRA LE GAMBE
In questo passo magico le ginocchia sono completamente bloccate, con i
tendini del poplite tesi il pi possibile. Il tronco piegato in avanti con la testa
quasi al livello delle ginocchia. Le braccia penzolano in avanti, e muovendosi
ripetutamente avanti e indietro tracciano un angolo acuto che ha il vertice in
punto tra le gambe (figure 204 e 205). Questo movimento lo si ripete venti
volte.

11. TRACCIARE UN ANGOLO ACUTO CON LE BRACCIA DAVANTI ALLA


FACCIA
In questo passo magico le ginocchia sono completamente bloccate, con i
tendini del poplite tesi il pi possibile. Il tronco piegato in avanti con la testa
quasi al livello delle ginocchia. Le braccia penzolano in avanti, e muovendosi
ripetutamente avanti e indietro tracciano un angolo acuto che ha il vertice in
un punto davanti alla faccia (figure 206 e 207). Questo movimento lo si ripete
venti volte.
12. TRACCIARE UN CERCHIO DI ENERGIA TRA LE GAMBE E DAVANTI AL
CORPO
In questo passo magico le ginocchia sono completamente bloccate, con i
tendini del poplite tesi il pi possibile. Il tronco piegato in avanti con la testa
quasi al livello delle ginocchia. Le braccia penzolano in avanti di fronte al
corpo. La mano sinistra si colloca sopra la mano destra mentre le braccia
oscillano all'indietro in mezzo alle gambe (fig. 208). Partendo da questa
posizione, ciascun braccio traccia un cerchio esterno davanti alla faccia. Alla
fine del cerchio le braccia sono tese in avanti, al livello delle ginocchia, la mano
sinistra incrociata sulla destra. (fig. 209),
Questo movimento lo si ripete dieci volte. Il polso destro viene poi messo
sopra al sinistro, e si ripete il movimento nello stesso modo; questa volta,
prestando attenzione alla mano destra per mantenerla incrociata sulla sinistra.
Anche questo movimento si ripete dieci volte.

13. TRE DITA SUL PAVIMENTO


Si inspira a fondo e si portano le braccia sopra la testa; si espira e si
abbassano le braccia fino a toccare il pavimento, mantenendo le ginocchia
bloccate e i tendini del poplite pi tesi possibile. L'indice e il medio di ogni
mano toccano il pavimento, a una distanza di trenta centimetri davanti al corpo,
poi anche il pollice viene appoggiato (fig. 210). Si inspira a fondo mentre si
raddrizza lentamente il corpo.

14. LE NOCCHE SULLE DITA DEI PIEDI


Si alzano le braccia sopra la testa con una profonda inspirazione; mentre
si espira le braccia scendono fino al pavimento; mantenendo le ginocchia
bloccate e i tendini del poplite rimangono tesi il pi possibile. Al termine
dell'espirazione le nocchie si appoggiano sulle dita dei piedi (fig. 211). Si
inspira a fondo mente si raddrizza il corpo.

15. ATTIRARE L'ENERGIA DA TERRA CON IL RESPIRO


Si inspira profondamente mentre si portano le braccia sopra la testa; Le
ginocchia son piegate; si volge il tronco verso sinistra e lo si piega verso il
basso il pi possibile. Le mani, con le palme rivolte verso il basso, si mettono
attorno al piede sinistro con quella destra davanti e la sinistra dietro; si
muovono davanti dietro cinque volte mentre si espira (fig. 212). Poi si inspira
profondamente raddrizzando il corpo portando le braccia sopra alla testa. Si
volge il tronco verso destra e lo si piega verso il basso il pi possibile mentre si
inizia a espirare lentamente. L'espirazione termina quando le mani si muovono
cinque volte davanti dietro. Si inspira ancora una volta profondamente e si
raddrizza il corpo portando le braccia sopra la testa. Si abbassano le braccia
mentre si espira.

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