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Tisana antibiotica

Quando arriva la stagione fredda regolarmente mi viene a trovare a casa qualcuno con la tosse, il
raffreddore, un virus virulento, insomma un untore portatore di germi, e siccome gli amici sono
sempre i benvenuti io mi becco tutto quello che portano, compresa la febbre!

Francesco con santa pazienza accorre al capezzale (io sono uno di quelli che quando sta male
rompe) e la prima cosa che si sente dire sempre mi fai la tisaaaanaaaaa? (con occhio triste e
labbro allingi).
La tisana per antonomasia qui a casa un infuso di aglio e limone (eh s, di nuovo la bioterapia
nutrizionale), e il sapore non che sia il massimo (bleah); ma se vi spiego quanto potente
rimarrete basiti.

Ingredienti:
un limone bio intero
uno spicchio daglio
acqua
Lavate il limone e mettetelo intero in un pentolino stretto e alto, in modo che sia completamente
immerso nellacqua (la tisana deve essere concentrata, quindi non usate pi di una tazza dacqua)
insieme allo spicchio daglio con tutta la sua buccetta.
Portate a ebollizione a fuoco medio, e calcolate esattamente 7 minuti da quando bolle.
Non alzate troppo la fiamma e non prolungate il tempo di ebollizione altrimenti il limone
allimprovviso si bucher e ne fuoriuscir il liquido interno. Non che la tisana non sia pi attiva in
quel caso, ma prende un sapore terrificante. Per lo stesso motivo sar molto meglio se userete un
limone di quelli con la buccia spessa, si bucano molto pi difficilmente.
Passati i 7 minuti togliete il pentolino dal fuoco, gettate subito il limone e lo spicchio daglio e
lasciate intiepidire un po la tisana prima di berla.
In caso di febbre e di tutte le sue complicazioni (dolori etc), quindi, si pu assumere questa tisana
ogni 4 ore, come un antibiotico. Non so se avete sentito parlare dellabuso di antibiotici che stato
fatto negli anni, qualcosa di recente potete leggerlo qui, ma storia vecchia, vecchissima. Lungi da
me sostenere linutilit degli antibiotici; per diventeranno sicuramente inutili se si continuano a
prendere con troppa disinvoltura. Questo tipo di medicine sono veramente necessarie solo molto
raramente.
Questo infuso ottimo anche per le bronchiti croniche, lasma, e per il virus dellherpes (di
qualsiasi tipo), oltre che per la varicella.
Se si vuole usare come preventivo invece basta prenderla una volta al giorno per due tre giorni.
Purtroppo non si pu aggiungere zucchero perch favorisce la replicazione batterica, sigh. Se
proprio vi fa schifo o se il vostro bambino ve la tira dietro potete aggiungerci un cucchiaino di
miele, visto che anche antinfiammatorio.
Dopo averla assaporata, aspettate che faccia effetto prima di mandarmi a quel paese, e ricordate che
le medicine a volte *non* hanno un buon sapore.

Decotto per la tosse


Ieri mattina il tempo era veramente grigio; quel tipo di tempo che durante tutta la mia infanzia mi
faceva sentire la bambina pi sfortunata e triste del mondo. Per almeno tirava scirocco, e la
temperatura era decisamente amichevole, cos sono uscita di casa con una certa fiducia per andare
alla mia ormai irrinunciabile lezione di yoga.

solo un mese che ho iniziato, ma mi sta facendo un bene che mai avrei creduto. Ad esempio la
pulcina e zac si sono gi fatti un paio di cicli di influenza e mal di gola, e io tutta bella arzilla che
giravo per casa, al massimo ho avuto un leggero mal di testa, passato sua sponte nellarco di un paio
dore. Lanno scorso a questora ero tumulata e dettavo il testamento a zac con voce morente :-)
stata unaltra occasione per ringraziare me stessa e la mia testardaggine per essere venuta ad
abitare in campagna: il centro dove faccio yoga non solo si trova a dieci minuti da casa mia, ma
anche immerso nel verde, a tal punto che quando ho aperto lo sportello ho dovuto litigare con tutta
una serie di fronde di ulivo che volevano entrare in macchina. Mi sembrato stupendo, sar che
quando vado l entro in una dimensione di seraficit (in verit zac questo stato danimo lo chiama
diversamente, ma temo sia irriferibile sulle pagine di un blog educato), per c una bella differenza
stare in una sala dove ognuna delle finestre guarda su un verde molto popolato, rispetto alle palestre
a Roma, che sono molto spesso semi-interrate.

Anzi, colgo loccasione per dirvi una cosuccettina sul centro, che magari potrebbe essere
interessante per quelli di voi che non hanno ancora preso impegni per il secondo fine settimana di
novembre.
Fatto sta che venerd, sabato e domenica, rispettivamente 4, 5 e 6 novembre, Mahel aprir le porte
ad una bellissima iniziativa: un festival non-stop che si chiama olisticamente, durante il quale
succederanno tante cose diverse, tipo verr proiettato un bellissimo film di Luc Besson, ci saranno
lezioni di yoga (anche per bambini), di Tai Chi, di meditazione con il gong (!), di tecniche di
respirazione, di omeopatia e di medicina cinese, e anche qualche conferenza, tra cui (ehm, cofff)
un incontro con izn (e mo chi questa?) che parla del pasto nudo e risponde a tutte le domande che
volete sullalimentazione consapevole. Anzi mi raccomando per chi viene preparatevi molte
domande perch per me molto meno imbarazzante rispondere e dialogare che mettermi a fare un
monologo davanti a un pubblico (anzi, ve lo dico, se mi fate parlare da sola cammino avanti e
indietro e leggo da un foglio, che mi distraggo se vi guardo) :-P
Si pu usufruire di tutto facendo una tessera di 15 euro (che vale per i tre giorni) a persona, tranne i
bambini che non pagano. Bisogna prenotare per tempo, quindi eccovi il link di Mahel, e beccatevi
anche il pdf con il programma della manifestazione, cos vi togliete tutti i dubbi.

Detto questo (smettete di ridere), passo alla parte ricettosa di questo post. Ch mi sa che c un po
di gente in questo preciso momento con un bel mal di gola e una gran tosse, e questa tisana della
bioterapia funziona alla grande, tanto vero che lunica cosa che ha fatto trascorrere a zac un
intera notte senza tosse, dopo che aveva provato nellordine ad annegare in una boccetta di propoli,
fare gli sciacqui di acqua e sale pi rumorosi della storia e consumare compulsivamente fialette di
acqua salina.
Sembra una sciocchezza, un po di camomilla, buccia di limone e miele, ma sapete cosa vi dico?
Provatela e poi mi direte. una mano santa, insieme allo sciroppo di cipolla e alla tisana antibiotica
che gi conoscete.

La camomilla secondo il librone di Fausto Aufiero lenitiva e antispastica, e antinfiammatoria per il


contenuto in azulene; la buccia del limone contiene degli importantissimi olii essenziali, e il miele
antibiotico e antivirale, oltre ad essere emolliente per le secrezioni bronchiali (quando ad esempio
c quel catarro denso, che non si riesce ad espettorare e si rischia una sovrapposizione batterica).
Quindi questo decotto oltre che per sedare la tosse stizzosa (non quella grassa) adattissimo anche
per le varie faringiti, faringo-tracheiti, broncospasmo e tutte quelle sindromi da raffreddamento che
interessano lapparato respiratorio.
Il librone dice anche che questo decotto ( unovviet, ma meglio ribadire, non si sa mai) non
adatto a chi allergico al miele e per i diabetici.

Inoltre meglio attaccare su pi fronti: tutte le tisane disponibili, il vostro rimedio omeopatico
personale, riposo a letto, pediluvio bollente con sale entro le ventiquattrore dallinfreddatura (e
quando dico bollente vuol dire che le orecchie devono diventare rosse, vero Sabine???!!), e ri-po-
so!!!! Toglietevi dalla testa questa cosa di andarvene in giro se non state bene, ch oltretutto
diventate anche degli untori insospettabili, visto che avete fatto sparire i sintomi con i medicinali
da banco(!!!).
Vabbeh. Anche oggi sono riuscita a rompere le scatole (anche per questa mia abitudine zac ha delle
espressioni molto pi colorite). Passo alla ricetta, prima che mi tiriate i pomodori marci sullo
schermo (i pomodoriii!!! In questa stagione!!! Non ci provate neanche!) :-)

Ingredienti:
250 grammi dacqua
un cucchiaino di fiori interi di camomilla
un limone con la faccia felice
un cucchiaio di miele non industriale (meglio se di eucaliptus)
Per prima cosa asportate tutta la buccia del limone con un coltellino e la santa pazienza (uno
strumento misconosciuto che in cucina serve tantissimo), cercando di non prelevare anche il bianco
che amaro.
Mettetela in un pentolino con la camomilla e lacqua fredda e portate il tutto a ebollizione a fiamma
medio-bassa, poi lasciate bollire per tre o quattro minuti.
Filtrate il liquido (colino a maglie sottili o tessuto di garza, altrimenti vi ritrovate con una miriade di
piccolissimi pezzettini di camomilla in giro per la tisana cosa comunque non necessariamente
sgradevole), aspettate che il decotto si intiepidisca un pochino (il miele perde le sue propriet se
viene scaldato oltre una certa temperatura se non sbaglio oltre i 45C) e scioglieteci dentro il
miele.
Dovrete poi bere la tisana durante il giorno ogni quindici venti minuti o alla comparsa dellinsulto
della tosse, come si fa con gli sciroppi per la tosse convenzionali.
Qualcosa per digerire
Buon natale a tutti voi, di vero cuore :-) Mi sono resa conto in questi giorni che questo per me un
natale speciale, perch il primo del pasto nudo, e attraverso questo squarcio nelletere posso
condividere lenergia positiva che permea questi giorni con tutti voi, amplificandola
esponenzialmente.

incredibile come, quando si d tanta energia ad un progetto, quella forza ti ritorni indietro
ingigantita e migliorata. Ieri pomeriggio, in attesa della cena, che per noi stata molto semplice, ho
fatto un bel giro tra i blog di cucina che amo e ho trovato tantissimi piatti appetitosi e suggerimenti
e ricette e biscotti e auguri, e unatmosfera festosa e colorata.
C poco da aggiungere a questo tripudio di cose buone, e infatti avevo intenzione di lasciarvi qui
solo auguri e baci; ma poi mi si accesa una lucina (a risparmio energetico) nel cervello, e ho
pensato che *forse forse* un piccolo regalino potevo farvelo trovare, quando avreste riaperto queste
pagine.
Cos sono andata a spulciare un po di libri di bioterapia per scoprire quali sono gli accorgimenti che
potrebbero essere utili quando si mangia troppo! Eccovi perci un noiosissimo e dettagliato
vademecum nutrizionale per digerire lindigeribile: qualche accorgimento di base che avrebbero
potuto tranquillamente passarvi le vostre bisnonne, qualcosa che forse non sapete, e qualcosa che vi
sorprender.

Se avete una borsa dacqua calda (o come me un bel sacchetto di noccioli di ciliegia eh, potevo
mai avere in casa una cosa *normale*?) provate ad appoggiarla sullo stomaco; dilater i vasi
sanguigni che apporteranno pi sangue, facilitando i processi digestivi.
Un altro presidio della bioterapia (e con questa vi basir definitivamente!!) bere zan zan
(musichetta di suspence tipo lo squalo) mezzo bicchiere di Coca Cola!!! Vi sembrer assurdo
leggere questo consiglio proprio qui, sul pasto nudo, ma a mali estremi, estremi rimedi: lo zucchero
contenuto in questa bevanda attiva la secrezione di insulina da parte del pancreas, che in questo
modo portato a produrre enzimi digestivi; inoltre il contenuto di caffeina aumenta la pressione del
sangue con la conseguente vasodilatazione di cui vi dicevo pi sopra.
Limportante che scegliate la Coca Cola normale, quella basica; scartate assolutamente tutte quelle
schifezze dolcificate artificialmente con edulcoranti che fanno malissimo, altrimenti la cura sar
peggio della malattia, e non esagerate: mezzo bicchiere, non di pi. Ricordatevi poi di berla a
temperatura ambiente: non mangiate n bevete niente di freddo se avete problemi di digestione;
andreste incontro a una congestione: il vostro stomaco gi impegnato in un superlavoro.
Un altro espediente che uso spesso, o meglio usavo quando ancora mi capitava di mangiare un po
di pi, quello pi semplice di tutti: mezzo cucchiaino di limone; dopo una ventina di minuti, se
ancora non avete digerito, altro mezzo cucchiaino. Su di me infallibile; se invece avete il tipico
mal di testa da bagordi, che la bioterapia chiama emicrania epatica, potete essere molto pi
creativi :-)
Intanto potreste pranzare con 180 grammi di pesce al sale (pesato cotto): coprite il pesce
completamente con sale grosso e cuocete in forno da 20 a 40 minuti a seconda della grandezza del
pesce, non aggiungendo nessun altro tipo di condimento. Lassociazione perfetta la otterreste con
due patate fritte (fritte nel modo che sapete) e un quarto di ananas. Il pesce preparato in questo
modo solleciter la tiroide senza aggravare il fegato, che sar invece stimolato a funzionare dalla
frittura e sostenuto dallamido delle patate; lananas invece gli apporter gli zuccheri che gli
serviranno per detossicare lorganismo, oltretutto antinfiammatorio e fluidifica il sangue.
Se avete gi mangiato tutto il pesce disponibile la sera della vigilia, tagliate una fetta sottile da un
bel limone biologico, ben lavato; impregnatela bene di zucchero da tutti e due i lati e masticatela per
qualche minuto prima di inghiottirla; il limone stimoler il fegato ad eliminare le tossine e lo
zucchero lo sosterr energeticamente.
Un altro rimedio infallibile, ma che non possibile applicare al Natale (a meno che non abitiate agli
antipodi) sarebbe sostituire interamente un pasto con un chilo di pesche bianche e basta (le gialle
non vanno bene perch contengono vitamina A e carotenoidi, che affaticano il fegato); le pesche
bianche stimolano il fegato indirettamente, e lo sostengono apportandogli gli zuccheri che sono cos
preziosi per il nostro organo fondamentale. Purtroppo io le pesche bianche bio non riesco a trovarle
neanche alla fine di Agosto, che sarebbero di stagione; mi sa che lanno prossimo devo cominciare a
pensare allacquisto di un pezzettino di terra (tipo un metro per un metro, che di pi non sono
capace), ecco!
Se invece vi siete svegliati con la bocca amara (che provocata da uneccessiva produzione di bile
ed quindi indice lampante di una cattiva digestione e di un fegato in difficolt, ), o se avete il
sospetto di avere una leggera intossicazione alimentare, potete ricorrere a quella che la bioterapia
nutrizionale chiama flebo orale glucosata e che non altro che un semplicissimo bicchiere di
acqua (non fredda) e zucchero (un cucchiaio da minestra di zucchero in 200 grammi dacqua);
dovrete berne un sorso ogni 20 minuti (naturalmente questultimo rimedio assolutamente da
evitare per i diabetici o le persone che hanno familiarit diabetica).
Altri alimenti detossicanti possono essere i carciofi, i cardi, i gobbi; spaghetti, riso e patate (idrati
di carbonio a lento rilascio di zuccheri). Da evitare invece in questi casi gli alimenti troppo ricchi di
ferro e di vitamina A, che il fegato tende a stoccare aggravando la sua funzione.
Se avete solo un bel mal di pancia, o come noi, una bimba urlante durante la notte e anche il solo
lontanissimo *sospetto* che stia cercando di demolire il muro del suono perch le fa male il
pancino, preparate una bella tisana di alloro, che semplicissima, veloce, e infallibile anche lei: vi
baster bollire due foglie di alloro in 150 grammi dacqua per due o tre minuti, e berla tiepida senza
dolcificare. Con Emma ha funzionato varie volte alla grande, e ci ha regalato quelle due ore di
sonno tranquillo che mi hanno fatto comprendere profondamente come mai lalloro compare
sempre nelle corone dei poeti e dei generali vittoriosi.
Beh, per essere Natale mi sa che ho pontificato abbastanza :-) Spero che queste indicazioni vi
possano essere utili se per caso ne aveste bisogno, ma il mio vero augurio che le cene e i pranzi di
queste feste vi lascino leggeri come uccellini. Se per caso mi venisse in mente qualcosaltro
aggiorner il post come al solito nel frattempo, buon relax!

Sciroppo di cipolla
Mi sa che domenica eravate tutti in posizione orizzontale in riva al mare, al lago, al fiume, o se
proprio cera scarsit dacqua nelle vicinanze, almeno in un prato, con dotazione di occhiali scuri e
maglietta leggerissima di cotone (eh, perch questanno le protezioni solari senza filtri chimici ce le
hanno rese molto pi complicate, sob).
Noi invece stavamo scontando lasilo e la primavera fredda e piovosa con una leggera bronchite
della piccola di casa. Adesso la pulcina sta molto meglio, ma anche questa se l beccata con tutti
gli optional: tosse secca, tosse grassa, febbre, sibilo nei polmoni e tutto il resto appresso. E meno
male che ho letto che i pargoli in questo caso il sibilo ce lhanno molto facilmente perch hanno i
bronchiolini piccoli piccoli. Altrimenti cera caso pure che mi spaventassi. Ogni tanto lansia
serpeggia anche qui da me, listinto materno, e guai se non ci fosse.
Insomma, a parte tutti i presidi omeopatici del caso, sono andata a vedere cosa poteva fare la
bioterapia nutrizionale per la bimba pi innervosita del mondo.
Guarda caso proprio qualche giorno fa mi era giunto fresco fresco di stampa il nuovissimo libro di
Fausto, luomo che salv la mia salute (e di conseguenza il mio umore) un bel po di tempo fa.
Rispetto agli altri che qualcuno di voi gi conosce, questo ha svariate cose in pi. Intanto ci sono le
fotografie, che spiegano un po meglio le ricette. Poi scorrendolo (non lho ancora guardato tutto,
sono quasi 700 pagine, abbiate piet per una povera mamma) mi sembrato che ci siano varie
preparazioni che sugli altri libri non compaiono.

Il giorno dopo Emma sorbiva a cucchiaini il liquido magico per la tosse (in Emmese si chiama
cos), e le pure piaciuto!! Avete idea di quanto sia difficile convincere un bimbo di quasitreanni ad
aprire la bocca se non gli va? Anche Bennato (fino a quando ha avuto la forza di essere Bennato) ce
lo raccontava, a modo suo. In questo caso stato facilissimo. E la tosse ha cominciato a calmarsi
dopo poche ore. Magia!

Ingredienti:
una cipolla
miele (preferibilmente di eucaliptus)
Tagliate la cipolla a fettine molto sottili. Cospargete ogni fettina con un cucchiaino di miele.
Lasciate perdere lesposizione artistoide che ho fatto nella foto e fate una bella torretta come si vede
nellimmagine del librone.
Lasciate riposare 24 ore. Trascorso questo tempo si sar raccolto ai lati della torretta un liquido
dolce; raccoglietelo e somministrate. Sa di cipolla, ma dolce e per un bimbo dolce vince su
cipolla.
Non vi dico neanche quante altre preparazioni magiche a base di cipolla ci sono sul libro. Spero
solo che da adesso in poi non mi serviranno pi: arrivato il caldoooooo! Se ne riparla a
novembre :-)

Bomba di miele, curcuma e zenzero


Siete tra quelli che hanno passato questo inverno (da queste parti pi un non-inverno) senza aver
avuto almeno una volta tosse, raffreddore, influenze assurde che non passavano mai, roba mista
intestinal-mal di testa-occhi dolenti-gola in fiamme-muco come se piovesse e cos via? No, perch
nel caso vi mando una medaglia doro, ch questanno qui stato un continuo di virus che
rimbalzavano tra asilo, amici, parenti, semplici conoscenti, estranei vicini-troppo-vicini, e chi pi ne
ha pi ne metta.
Voglio sperare che adesso con questo sole meraviglioso che ci sta graziando in questi giorni
abbiamo chiuso fino alla prossima stagione fredda; noi ci siamo difesi a suon di verdure e frutta
cruda e cotta, spremute di arance da annegarci dentro e poi come al solito vai con tisana antibiotica,
minestrine allaglio (e bruschette! un profumo), cipolla in tutte le sue multiformi coniugazioni,
anche quella semplicemente tagliata a met e lasciata accanto al letto durante la notte. Che insomma
non profuma la camera (no direi di no, no) per funziona tantissimo per la tosse (credo che sia per
gli olii essenziali che emana e che vengono inalati), soprattutto sui bambini che notoriamente
quando stanno male sono nervosi come delle scimmie e vagli a far bere tisane e sciroppi.
Io intanto vi faccio vedere questa meraviglia arancione che ho trovato su Green kitchen, un blog che
la meraviglia delle meraviglie (quelli da inserire tutti interi nella cartella dei bookmark, avete
presente quando entrate in un negozio e vorreste solo dire: mi incarti tutto e mandi a casa?). Ne
avevo visto uno simile anche da Heidi qualche giorno fa, per fatto solo con la curcuma in polvere e
da condire una volta in tazza con pepe e limone. Ma andiamo con ordine.

Questa radice, che appartiene alla stessa famiglia dello zenzero, pare sia addirittura utile nel
trattamento di alcuni tumori, oltre a essere anticoagulante, antipertensiva, antidiabetogena.

Potete usarla in una miriade di modi diversi, questi due t che vi mostro sono una possibilit, ma la
curcuma funziona alla grande anche nei piatti salati, oppure potete farvi una pasta di curcuma
mescolandoci pepe e acqua e cuocendola per un po, e tenerla da parte in frigo per usarla nei latti
vegetali o spalmata su crackers e formaggi.
Insomma, usatela come volete, ma integratela nella vostra alimentazione, se non altro per curiosit e
per arricchire ulteriormente le vostre giornate con un tocco di salute orientale. Tenete conto che la
versione con la curcuma e lo zenzero freschi ha il problema che nel t ci saranno sempre dei residui.
Se non li amate vi baster passare la tisana dopo averla lasciata qualche minuto in infusione.
Per la versione semplificata (quella di 101 cookbooks) sciogliete due cucchiaini e mezzo di
curcuma in polvere in 80 grammi di miele e conservatela come questa, che spiego sotto. Poi usate
per ogni tazza un cucchiaino da t di pasta di miele/curcuma e aggiungete sul momento una
generosa spruzzata di limone e una macinata di pepe nero. In questa versione secondo me la
curcuma mantiene un po quel suo sapore amaro e rimane sempre un po sabbiosa. Probabilmente
questo il motivo per cui di solito si cuoce prima in acqua, si scioglie meglio e rimane pi morbida.

Ingredienti:
120 grammi di miele felice
1 o 2 cucchiai di radice di zenzero fresco grattugiata
2 cucchiaini di radice di curcuma fresca grattugiata
1 limone
pepe nero in grani
La cosa molto semplice: mescolate tutti gli ingredienti (il pepe macinatelo, eh!); di zenzero ne
potete mettere fino a 4 cucchiai, ma solo se lo amate moltissimo io ne ho messo uno! Nel caso
assaggiate dopo aver mescolato e aggiungete altro zenzero o curcuma secondo il vostro gusto.
Versate tutto in un vasetto di vetro pulito, chiudete e conservate in frigo. Alloccorrenza scioglietene
due o tre cucchiaini in acqua calda (non bollente, per non uccidere il miele).

Latte doro
Non sento la necessit di avere sedici anni, o ventanni o insomma di essere pi giovane di quello
che sono. Perch ci sono gi passata, perch ci sono altri che hanno quellet, e questo perfetto.
E quella sensazione strana, angosciante ma soprattutto elettrizzante, che provo quando sono seduta
su una panchina mentre la pulcina svolge le sue interminabili sessioni di altalena e io guardo i
gruppi di ragazzi che si riuniscono e chiacchierano e flirtano tra loro e con se stessi, e che una volta
identificavo con linvidia o al meglio con la nostalgia, adesso ho capito che tuttaltro.
Che quellemozione che provo non altro che leco di ci che provano loro, ed bello poterlo
sentire senza dover rifare esperienze gi passate, che non avrebbe senso, grazie no, vorrei che la mia
evoluzione si muovesse in una sola direzione.
Credo che questa apertura, questa uscita dallindividualit, sia la cosa pi bella che gli anni mi
hanno regalato. Aver capito di far parte di un tutto, di essere una goccia dacqua e quindi tutto il
mare, tutte le nuvole, tutta la nebbia, tutto il vapore e tutto ci che acqua, e possedere dentro di me
ogni singola sensazione, bella e brutta, quelle delle persone, quelle degli elementi, quelle delle
A proposito di acciacchi e seccature (e a proposito di yoga kundalini), proprio laltro giorno per via
dei cambiamenti repentini di temperatura di questi giorni avevo uno dei miei attacchi di cervicale (a
proposito di irrigidirsi e speriamo che lo yoga ho cominciato ieri e gi lo adoro! si porti via
anche loro). Non uno di quelli violenti, ma chi ne soffre sa che questi attacchi iniziano sempre in
sordina, per poi raggiungere lapice dopo qualche ora, e l sono letteralmente dolori :-P
Per un caso assoluto (smanettavo sul portatile che di solito usa lo zac) ho ritrovato un post che
avevo messo tra i preferiti mesi fa, e che calzava proprio a pennello con il mio problema.
Il procedimento era molto semplice, lho preparato subito (leggermente modificato nelle dosi), e un
meraviglioso profumo di curcuma si sparso sulla mia serata post-addormentamento della pulcina.
Non so se sia stato quello, perch la bioterapia non d indicazioni sulla curcuma (troppo orientale!);
ma la cervicale passata e durante la notte mi sono alzata tre volte per (ehm. si pu dire fare la
pip?), cosa che invece di farmi arrabbiare mi ha fatto molto piacere perch si accompagnata ad un
senso di leggerezza che con i miei reni non provo spesso.
Sul suo blog Linda racconta che la curcuma una radice imparentata con lo zenzero, e che in
grado di contrastare diversi tipi di dolori, in particolare quelli riguardanti le articolazioni, quelli di
origine infiammatoria, ma anche udite udite, i dolori mestruali.
Dopo tutte questi input potenzialmente interessanti mica potevo fermarmi qui. Ho cercato altre
notizie sul latte doro e ho scoperto che una bevanda antica (roba di migliaia di anni me
ignorantissima), che la curcuma un toccasana per la digestione, la pressione alta, il sistema
immunitario, quello scheletrico (artrite, doloretti vari etc) e quello nervoso, i problemi della pelle, il
diabete (ovviamente non come *unico* rimedio, mi raccomando eh!) e insomma che c rimasto? Il
mal di denti? No, quello nellelenco non cera, mi sembra.
Sul blog che ho appena linkato, che mi sembra serio (ovviamente in rete non si pu mai giudicare
definitivamente, ma insomma non che stiamo parlando di curare infezioni o malattie mortali), la
ricetta era un po diversa, e devo dire anchessa molto interessante, perch se ho ben capito
preparandolo cos il latte doro viene spumoso tipo cappuccino :-P
Invece di mescolare solo latte, acqua, curcuma e miele come la ricetta che vi trascrivo di seguito, in
questa si prepara prima una pasta con la curcuma, una piccolissima percentuale (il 3% del
composto) di pepe (che avrebbe la funzione di rendere la curcuma pi biodisponibile) e un po
dacqua. Si mescola tutto a fuoco medio alto per un po fino a che non diventa una pasta bella
densa, si fa raffreddare, si mette in un vasetto e si conserva in frigo.
Questa pasta si pu poi usare per fare il latte doro, mescolandone un quarto di cucchiaino con una
tazza di latte (o di latte vegetale), un cucchiaino di olio doliva (o di mandorle, o di burro
chiarificato) e miele a piacere, e scaldando tutto sul fuoco fino a subito prima dellebollizione,
oppure spalmarla su crackers e formaggio (!) o su quello che insomma vi passa per la testa.
Non male, eh?
E se non vi dovesse bastare, in giro ho trovato anche una versione con il succo dagave o con lo
sciroppo dacero, una signora molto carina che la definisce un essential drink for women, e un
sito neozelandese dove c addirittura la prescrizione (una tazza al giorno per quaranta giorni) per le
articolazioni rigide e scricchiolanti, con un interessante upgrade rappresentato da una spruzzata di
cannella finale.
Vi venuta un po di voglia di assaggiarlo? Qui da me gi il fatto di scriverne ha fatto s che il
pacchetto di curcuma si aprisse magicamente, un cucchiaino artritico ci si tuffasse dentro e il latte
saltasse fuori dal frigo versandosi in un pentolino consenziente :-)
p.s.: se qualcuno di voi vedesse in giro una radice di curcuma fresca lo prego di farmelo sapere, che
mi metto in cerca. Se la curcuma fresca sta alla curcuma in polvere come lo zenzero fresco sta a
quello in polvere, ella deve essere mia >:-/

Ingredienti:
1 cucchiaino raso di curcuma
50 grammi dacqua pura
100 grammi di latte intero fresco
1 cucchiaino di miele
Sciogliete la curcuma nellacqua nel pentolino consenziente e mettetelo sul fuoco fino a quando non
comincia a bollire. A quel punto abbassate molto la fiamma e lasciate sobbollire piano per otto
minuti,mescolando ogni tanto perch la curcuma non si attacchi al fondo.
Aggiungete poi il latte e rimettete sul fuoco facendo attenzione a non farlo arrivare allebollizione.
Versate nella vostra tazza preferita e aggiungete un po di miele, o di sciroppo dacero, o quello che
vi va (quello che vi va inteso in senso pastonudista ovviamente).
Annusate prima di sorbire, a piccoli sorsi.

Scones alle noci gluten free (e non)


In questo periodo dellanno (da adesso in poi denominato la quasi-primavera, cos, giusto perch
amo moltissimo la stagione invernale, come sapete) immancabilmente mi si risveglia limpeto
creativo/grafico/illustrativo e sento un gran bisogno di dipingere, disegnare, modellare e tutto il
resto appresso.
Non mi bastano nemmeno pi tanto gli artbook, come quello che ho pubblicato sullaltro blog, che
poverino giace solo e abbandonato in un angolo remoto della rete; vorrei proprio dipingere tele
enormi, anche per vedere a che punto sto, se sono cresciuta un pochino o sono sempre congelata in
unimpotenza creativa da troppi pianeti in vergine. Un gallerista una volta mi disse che se avessi
voluto dipingere veramente bene avrei dovuto bere assenzio. Ma si pu. No, perch oltretutto se non
sbaglio anche un po illegale.
Poi ho questa convinzione dura a morire che quando ci metti meno tempo o fatica a fare qualcosa
rispetto a quello che serve lo paghi in qualche modo, a meno di aver raggiunto un tale livello di
evoluzione che sai come far arrivare ci che desideri senza sacrificare una parte di te. Ma ci sto
lavorando, eh :-D
Questi scones li ho fatti con la farina senza glutine di cui vi ho parlato lultima volta, e sono gi
buonissimi cos, ma gli dar una seconda chance sostituendo solo la farina per vedere come sono in
versione gluten s. Che poi sempre di glutine di tutto rispetto si parla, da farine di grani antichi
coltivati su un suolo amato e rispettato come tante volte vi ho raccontato (una su tante qui).
La ricetta lho trovata su un blog molto carino che ultimamente seguo spesso, si chiama The roasted
root e posta un sacco di ricette paleo e senza glutine. Purtroppo non avevo la meravigliosa crema di
sciroppo dacero che ha messo lei sugli scones, ma ho letto che fatta portando lo sciroppo dacero
a ebollizione, facendolo poi raffreddare e poi sbattendolo (la traduzione esatta sarebbe sbattere
nella zangola) finch non prende la consistenza del burro. Quindi il tempo di trovare una boccia da
un litro di sciroppo dacero e lo proviamo subito! Non perch ce ne voglia un litro, ma perch qui lo
sciroppo dacero va come il pane :-P

Flognarde alle mele


Non si sa mai nella vita, domani che domenica vi dovesse servire una colazione consolatoria e
avvolgente, che anticipasse il sapore dellautunno che gi arrivato e ve lo rendesse meno
antipatico (sto grigio che entra dalle finestre uff), io intanto vi lascio qui questa meraviglia,
che si prepara in dieci minuti.
Dopo ha bisogno di una quarantina di minuti di forno, giusto giusto il tempo per preparare, con una
certa pigrizia domenicale, un bel t (o tisana), il latte per gli eventuali bimbi (nel caso di Emma latte
di riso, ancora per un po), ovviamente il caff (montagnella di polvere di caff, tre buchini con la
coda del cucchiaino e fiamma bassissima, lo sapete, no?) e posizionare tovagliette e ammennicoli
vari tipicamente femminili, che rendono la tavola accogliente. Mamma mia, oggi sono un coacervo
di luoghi comuni. Un crogiuolo di frasi fatte. Sar stata la flognarde!? o_O

Dovete sapere prima di tutto che io sto flognarde fino ad ora lo avevo sempre chiamato clafoutis;
poi sono inciampata qui da adrenalina e spulciando i commenti ho letto che il clafoutis si chiama
cos solo se preparato con le ciliegie (con i noccioli, che pare gli dano un sapore particolare); tutti
gli altri (si pu preparare con le pere, con le fragole, con le prugne, con luva, con i mirtilli, con le
pesche, insomma quello che avete sottomano, meglio se un po asprigno, in modo da avere una nota
contrastante) si chiamano flognarde anche se la ricetta assolutamente la stessa.
Tranne quello senza frutta che si chiamerebbe, se ho ben capito, cajasse. La famiglia sarebbe quella
dei flan, se non sbaglio, ma a quanto pare ognuno di essi ha il nome giusto, quindi attenzione, eh :-)
Sti francesi, quanto ci tengono! E chi sono io per violentarli etimologicamente? Dunque che
flognarde sia. Qualunque cosa voglia dire (Artemisia in questo post ci dice che significa pupa
vezzosa).

Questo coso che pensavo si chiamasse clafoutis lavevo provato a fare varie volte, ma il fatto che
se le dosi non sono perfette viene fuori una specie di frittata al forno. Non che non si trovi qualcuno
che la faccia fuori lo stesso, ma non la stessa cosa. Poi c da dire che per sapere se questo
venuto bene mi sarebbe molto utile assaggiarne uno gi fatto, cosa che non mai accaduta. Dove
posso trovare una flognarde doc, e oltretutto bio? Chi mi invita? Va bene anche il clafoutis, ma solo
a maggio eh!!!!
La ricetta *giusta* mi caduta tra capo e collo ieri sera (il destino!!!), mentre gironzolavo, e se
qualcuno avesse qualche dubbio sul significato dellespressione rimbalzare sulla blogosfera
questa ne lesempio perfetto. Lho adocchiata da lei che laveva vista da lei, ma di clafoutis ne
trovate a bizzeffe, sparsi un po dappertutto, perch sono buoni, facili da fare e piacciono un po a
tutti.

Ingredienti:
2 mele grandi e un po acidule
3 uova grandi
100 grammi di zucchero grezzo chiaro
40 grammi di farina 00
40 grammi di amido di mais
40 grammi di farina di mandorle
300 grammi di latte intero fresco
2 cucchiai di panna fresca
un pizzico di polvere di vaniglia
un chiodo di garofano
un pizzico di cannella
un pizzico di sale
Preriscaldate il forno a 180C e imburrate per bene una tortiera di ceramica di 19-20 centimetri di
diametro. Sbucciate le mele, tagliatele a dadi e mettetele nella tortiera.
In una ciotola a parte mescolate la farina con lamido di mais, il sale e le spezie (prendete solo la
testa del chiodo di garofano e polverizzatela con le dita).
Montate le uova con lo zucchero fino a quando non saranno belle spumose e gonfie, ci vorranno una
decina di minuti; aggiungete poi la farina di mandorle e, setacciandolo, il composto di farina, amido
e spezie; infine il latte e la panna a temperatura ambiente. Mescolate bene (ma non frullate ad alta
velocit una volta aggiunta la farina), versate tutto nella teglia, sopra le mele, e infornate.
Lasciate cuocere 40-45 minuti, o fino a quando la vostra flognarde non sar bella rigonfia e dorata,
e portate a tavola. Volendo potete spolverizzare con un altro po di zucchero grezzo. buona sia
caldissima, sia tiepida, sia fredda (appena mangiata una fettina per merenda).

Frittelle di ricotta al limone


Queste non erano proprio in programma, visto che avevo ancora la torta di fragole quasi intonsa
(siamo stati di nuovo falcidiati dai virus post-asilo, sigh) e al limite fette di pane fatto in casa da
tostare; ma stamattina la pulcina mi ha guardata con i suoi occhi febbricitanti e mi ha detto: mi fai
le frittelle??.
E siccome erano tre giorni che praticamente non toccava cibo mi ci sono precipitata in cucina, dove
guarda caso mi aspettava una ricotta di pecora molto propensa ad essere cotta, che mi ha fatto
deviare dallintenzione iniziale verso unidea pi proficua e appetitosa, che prima del kitchen aid
accantonavo sempre causa che p ehm, che noia montare le chiare a neve.

Per la perfetta cottura delle frittelle vi rimando a questo meraviglioso post di Deb. Vi riporto le
dritte pi importanti:
la fiamma non deve essere troppo alta, ma nemmeno troppo bassa. Lei dice on the low side of
medium, che tradurrei a fiamma medio-bassa. Se sbagliate questo passaggio avrete con tutta
probabilit frittelle troppo cotte fuori e crude dentro;
non mettete troppo ghee (saprebbero di fritto) ma neanche troppo poco (si attaccherebbero);
secondo me basta un pezzettino grande come un fagiolo;
giratele con laiuto di una spatola quando si formano delle bollicine, che poi si bucano, sulla
superficie. Se mentre le girate si spande un pochino di impasto rimettetelo sotto la frittella con
laiuto della spatola;
una volta girate dovrete lasciarle cuocere molto meno del primo lato; basteranno un paio di minuti
(controllate lo stato di cottura sollevandole leggermente con la spatola).

Prima di annotare la ricetta per devo mettervi a parte di una cosa che per me significa molto.
Magari non importa niente a nessuno, ma siccome mi riempie di gioia vedrete che anche il pasto
nudo ne beneficer: ieri sera *ho ripreso a dipingere* dopo quasi quattro anni di stasi pressoch
totale. Ho disegnato solo la decorazione sulla cornice di una lavagna che troneggia in salotto, ma
magari un inizio. che, chiss perch, dallaltro giorno mi sento un pochino, ma solo un pochino,
pi serena.
La minizac ovviamente mi ha dato un aiuto decisivo scarabocchiando con il gesso balene e altri
animali del boschetto della sua fantasia sulla lavagna. E, s, purtroppo le pareti sono *gialle*, le
abbiamo trovate cos, giuro che appena ne avr la possibilit diventer tutto ma *tutto* bianco (in
ognuna delle sue meravigliose tonalit).

Ingredienti:
250 grammi di ricotta di pecora
2 uova felicissime
70 grammi di farina 1 verna-frassineto
100 grammi di latte intero fresco
1 limone grande
1 cucchiaio di zucchero grezzo chiaro
mezzo cucchiaino di polvere lievitante
1 presa di sale
burro chiarificato o ghee
Per prima cosa mettete a scaldare a fiamma media la padella antiaderente (senza teflon!) in modo
che quando dovrete cuocere le frittelle sar molto calda.
Con un frullatore a immersione mescolate molto brevemente insieme tra loro la farina, i due tuorli,
la ricotta, il latte, la polvere lievitante, il sale e lo zucchero, e grattugiateci dentro anche la parte
gialla della buccia del limone. Il composto non deve essere omogeneo, lasciate pure i grumi di
ricotta qua e l.
A parte montate gli albumi a neve, poi incorporateli allimpasto con un cucchiaio di legno, come al
solito mescolando dal basso verso lalto. Prendete un pezzettino di ghee, mettetelo su un lato della
padella e appena si sar sciolto adagiateci sopra una cucchiaiata molto abbondante (o due normali)
di impasto.
Servite le frittelle man mano che le cuocete (sono moooolto meglio appena fatte) con un po di
sciroppo dacero o miele. Se proprio volete servirle tutte insieme Deb consiglia di tenerle in caldo
in forno a 80C fino a quando non sono tutte pronte (ma assolutamente non pi di una mezzoretta
tre quarti dora. E buona colazione :-)
p.s.: dimenticavo: ieri era anche il compleanno dello zac (ehss, nato lo stesso giorno della mia
amata Marylin sar un caso?); che poverino usciva molto depresso dalla giorni di febbre e tosse
generale. Auguri amore mio :-) (COFF!)

Torta salata di misticanze e formaggi bradi


Siamo quasi a Pasquetta, e quali che saranno le condizioni meteorologiche, che qua ieri ha piovuto
la sabbia del deserto e laltro ieri pareva la Siberia, noi al tradizionale e agognato picnic non ci
rinunciamo, no no no no, pure se lo dobbiamo fare su una coperta distesa sul pavimento!
Volevo cimentarmi nel tortano (che cosa diversa dal casatiello, ma questa ve la spiegher
prossimamente), ma essendo un filo impegnata con alcune cose nuove che presto saprete, ho
ripiegato su questa torta salata facilissima che zac ha visto fare in tv dal mitico Giorgione (e che gli
volete dire a Giorgione? Ogni singola cosa che cucina mi fa desiderare di rubargliela dalla padella).

Durante lultimo mercato naturale della Waldorf (ve lho gi detto che si svolge ogni terza
domenica del mese, vero?) si svolto proprio un corso di riconoscimento delle erbe spontanee nel
vicino Parco dellInsugherata, una cosa troppo bella e interessante, non mi stancher mai di scoprire
nuove erbe commestibili :-)
Prima di lasciarvi alla ricetta vi segnalo uniniziativa molto bella con la quale sono venuta in
contatto, magari vi interessa o conoscete qualcuno a cui potrebbe interessare, ad ogni modo uno
dei tanti segni che nel mondo le cose si stanno muovendo eccome (anche da noi, guardate un po in
Trentino cosa succede).
Si tratta di un crowdfunding per un documentario su Karamea, una sorta di esperimento sociale,
economico ed ecologico per il quale un gruppo di persone si sta organizzando per vivere in modo
veramente sostenibile nella citt di Karamea, nel sud della Nuova Zelanda. Invece di limitarsi a
parlare dei problemi come il mondo alla deriva o di sciorinare teorie sociali e sistemi ecologici per
salvarlo, stanno mettendo in pratica un vero e proprio processo verso la sostenibilit in cui ognuno
prende la propria parte () Si tratta di una filosofia di qualit rispetto alla quantit che la gente
di Karamea pratica in ogni suo aspetto () e i risultati sono impressionanti: la prosperit, la
comunit, il successo, e quello sfuggente obiettivo delle persone del mondo moderno, la felicit.
Mi piace molto la loro idea, e penso che dovremmo prendere esempio da questo tipo di iniziative,
perch non delegano ad altri il cambiamento, ma vogliono essere il cambiamento essi stessi, e lo
sono. Questo esattamente quello che penso dovremmo fare anche noi, ognuno di noi, ogni giorno,
invece di lamentarci o scaricare addosso a chiunque il motivo della nostra infelicit.
Passiamo alla parte mangereccia del post! Io vi metto la ricetta come la vedete nelle foto, ma tenete
conto che se avete un po pi di tempo potete fare una versione secondo me ancora pi buona
dividendo la pasta in 4 parti, stendendole separatamente in 4 fogli molto sottili, e poi usarne un paio
per la base e un paio per la chiusura sopra, spennellando un po dolio tra una e laltra. Lo zac ha
detto che questa versione decisamente migliore, fermo restando che a lui pure se gli facevo la
pasta spessa due centimetri da una parte e il ripieno sfuso dallaltra non avrebbe avuto alcuna
remora a sbranarlo in due minuti (a lui dategli qualsiasi cosa che sia salato e che somigli a una pizza
ripiena e non e lo avete fatto felice).

Per la farina ho usato tre quarti di questa meraviglia di Janas, che molta in modo da essere un po
pi granulosa, ed veramente perfetta per fare la pasta e gli impasti tipo questo qui, mescolata con
un po della solita stupenda miscela di grani antichi di Floriddia, per ammorbidire un po il tutto.
Non c niente da fare, da materie prime spettacolari non possono che venire fuori manicaretti
imperdibili <3
Per il formaggio invece, come potete immaginare dopo la rubrica del cacio brado non sono pi
capace di usare roba qualunque, anche biologica, perch mi sembra tutto insapore, e cos ho dato
fondo alla riserva di fontina che ho comprato da Francesco al mercato bio della Waldorf di cui
sopra, e solo se frequentate le cose che vende lui potete capire! Se passate a Roma sud una
puntatina da lui fatecela sempre, e nel caso portatevi la tessera che lui tra le botteghe
convenzionate con noi, lo sapevate veroooo?? Comunque va bene qualsiasi formaggio brado non
troppo fresco abbiate sottomano, secondo me anche un bel provolone, e insomma, provate e
venitemi a dire!
Per le erbe, se non avete sottomano la misticanza, usate spinaci, cavolo nero, carciofi, quello che vi
pare! Non dovete fare altro che lessare appena il tutto (ma anche no, a seconda del tipo) e poi
ripassare in padella con un po di aglio e olio, ed eventualmente insaporire e speziare come vi pare.

Ingredienti:
200/300 grammi di farine semintegrali
acqua pura quanto basta
un uovo grande o due piccoli
un bel mazzo grande di erbe spontanee
formaggio a piacere, tagliato a dadini (almeno 100 grammi)
1 spicchio daglio
olio extravergine doliva
sale marino integrale
Per prima cosa mettete le farine in una ciotola, aggiungete un po di sale e cominciate ad aggiungere
acqua e a impastare fino a ottenere un impasto che non si appiccica alle mani; tra unaggiunta di
acqua e laltra mettete tre o quattro cucchiai di olio. Fate attenzione perch inizialmente limpasto
sembra asciutto e poi invece diventa appiccicoso tutto insieme, quindi versate lacqua poco alla
volta altrimenti sarete costretti ad aggiungere altra farina.
Una volta ottenuto il vostro impasto copritelo a campana (cio con una ciotola di vetro rovesciata
sopra) e dedicatevi al ripieno: come vi scrivevo prima non dovete fare altro che mondare e lavare la
verdura, lessarla per pochi minuti (io sempre meno possibile) e poi ripassarla in padella con aglio e
olio molto velocemente (potete aggiungere peperoncino e tutto quello che vi sembra opportuno in
questa fase).
Fatto questo lasciate intiepidire; intanto cominciate a preriscaldare il forno a 180C, poi sbattete
leggermente luovo in una ciotola a parte e poi aggiungeteci dentro il formaggio tagliato a cubetti.
Salate e pepate a dovere e mettete da parte.
Prendete una teglia di ceramica rettangolare non troppo grande (la mia misura 24 cm di lunghezza e
17 cm di larghezza) e oliatene il fondo. Riprendete limpasto, stendetelo sul ripiano infarinato in un
rettangolo un po meno stretto rispetto alla teglia (per lo sbordo) e lungo un po pi del doppio
(quindi lungo e stretto!), a circa tre o quattro millimetri di altezza; posizionatelo nella teglia in
modo che rimanga la met fuori per il lungo, che poi ripiegherete sul ripieno. In alternativa (ve lo
consiglio caldamente!) provate la versione a fogli sottili di cui vi ho scritto sopra, intervallando gli
strati con una spennellata dolio.
Riempite con la verdura, livellatela (senza schiacciare!) e versate esattamente al centro il composto
di uova e formaggio cercando di spargere i cubetti pi uniformemente possibile. Ripiegate la parte
lunga della pasta sul tutto, chiudete meglio che potete schiacciando un pochino sui lati con le dita o
con una forchetta. Spennellate il tutto con ancora un po dolio, infornate e aspettate che la
superficie della torta salata sia bella dorata come nelle fotografie e che un profumo celestiale si
diffonda in cucina. E buon picnic!! :-)
Potete farli a triangolo come da procedimento, ma se volete cimentarvi in una cosa pi carina e non
avete paura dei ritagli (ch quando li reimpasti non sono la stessa cosa!), potete provare a copparli
con un coppapasta come quelli che vedete nelle foto qui sopra e poco sotto :-)
Visto che come tutti sanno gli scones una volta freddi sono immangiabili e dopo un paio dore sono
dei sassi, sono andata a cercare il modo di surgelarli e ho trovato proprio un compendio
sullargomento, eccolo qui. In sintesi, se li volete congelare da crudi basta metterli su un vassoio
dopo averli tagliati, unoretta in freezer e poi via in un contenitore o una bustina di quelle per
surgelare. Poi basta tirarli fuori dal freezer mentre si preriscalda il forno e cuocerli ancora mezzi
surgelati (se no si spiattellano) lasciandoli qualche minuto in pi rispetto a quello che suggerisce la
ricetta.
Se invece volete surgelarli da cotti dovete lasciarli raffreddare completamemte (il post precisa:
resistendo alla tentazione di staccare i deliziosi angoli) e metterli in un contenitore a tenuta
stagna, magari separati uno dallaltro da un po di carta forno. Per riportarli in vita basta metterli in
forno preriscaldato a 180C per una decina di minuti. Tutti gli scones, crudi e cotti, vanno
comunque secondo larticolo consumati entro tre mesi quindi etichettate e controllate :-P

Ingredienti:
250 grammi di farina (con o senza glutine)
70 grammi di noci sgusciate
130 grammi di burro (o di burro di cocco)
1 cucchiaio di polvere lievitante
una generosa presa di sale marino integrale
1 cucchiaino di polvere di cannella
1/2 cucchiaino di polvere di vaniglia
90 grammi di latte animale intero fresco (o di latte di cocco)
Preriscaldate il forno a 200C.
Mescolate in una ciotola grandina (o, anche meglio, setacciate) le farine con la polvere lievitante, il
sale, la cannella e la vaniglia; tagliate il burro (freddo!) a dadini e con una forchetta mescolatelo e
schiacciatelo un po nella farina, poi sbriciolate il tutto con le mani (fredde, possibilmente) come si
fa per la pastafrolla, cio sfregando la farina e il burro tra il pollice e le altre dita.
Potete anche utilizzare il mixer, nel qual caso baster aggiungere il burro in due o tre pezzi e fare
attenzione a non farlo scaldare. Se usate il burro di cocco scioglietelo sul fuoco a fiamma molto
bassa e poi lasciatelo intiepidire prima di aggiungerlo alle farine.
Aggiungete al composto il latte freddo mescolato allo sciroppo dacero, un pochino alla volta, fino a
quando limpasto lo assorbe; deve essere a un passo dallappiccicoso, se vedete che si appiccica
troppo alle mani non mettetelo tutto. Se usate il mixer mettete prima il latte e alla fine lo sciroppo
dacero. Alla fine incorporate le noci tritate grossolanamente.
Formate una palla, spolverate il ripiano con un po di farina e passateci delicatamente il matterello
fino ad ottenere un disco dello spessore di un paio di centimetri. Tagliate poi questo disco in otto
triangoli uguali (basta tagliarlo a met e poi le met a met e vabbeh avete capito) e adagiateli su
una teglia da forno bassa che avrete ricoperto di carta forno oppure che avrete leggermente oliato o
imburrato con un po di burro chiarificato o di burro di cocco.
Spennellate i triangoloni con un po di burro (sempre chiarificato o di cocco) sciolto a bassa
temperatura e infornate il tutto a mezza altezza per 18/20 minuti, o comunque fino a quando gli
scones non si saranno leggermente sui bordi.
A questo punto tirateli fuori dal forno, lasciateli intiepidire appena un pochino, e serviteli con
sciroppo dacero e una spolverata di cannella. Se ne rimane qualcuno ricordate di dargli una
scaldata in forno o nel tostapane prima di mangiarli perch freddi gli scones non rendono proprio
:-P

Cake con zucchine e pecorino


Molti anni prima che il pasto nudo fosse concepito, avevo gi un weblog sulla rete, sul mio sito
artistico-professionale, in un angoletto dedicato a me stessa. Era una cosa molto personale, che
avevo cominciato quando ancora non cerano i blog con i commenti. Non cera confronto, solo un
appunto di ci che provavo, gettato sulla rete, in pasto a chiunque fosse passato di l.
Adesso non riesco pi a scriverci, o meglio lo faccio molto raramente, addirittura qualche tempo fa
mi sono resa conto di aver saltato un intero anno. Mi dispiace molto lasciarlo cos alla deriva, anche
perch qui sul pasto nudo mi sono imposta di parlare solo di cibo e di consapevolezza, o meglio del
punto nel quale il cibo e la consapevolezza si incontrano.
Per ogni tanto le riflessioni ve le beccate lo stesso (tanto lo sapete che potete sempre scappare
ecco, vi lascio qualche via di uscita se avete voglia di ascoltare musica, curiosit artistiche o volete
approfondire sulla consapevolezza alimentare), anche perch scriverle qui diecimila volte pi
comodo che andare dallaltra parte, dove non ho wordpress e devo scrivere, compilare lhtml e
uploadare tutto a mano.

Quei momenti brevissimi ma intensi nei quali la vita ci sembra la cosa pi desiderabile che si possa
concepire, quel tipo di sensazione che si prova soprattutto tra i dodici e i diciassette anni, quel senso
di potenza e di comprensione profonda, che ti avvicina allidealismo quello che sfocia nel
controproducente, quel filo che quando gli adulti ti ci vedono camminare sopra con leggerezza e
tranquillit ti urlano terrorizzati da millemila metri pi sotto che PERICOLOSOOOO!! :-)
Adesso ho scoperto che il mio primo chakra (se ho capito bene) inesistente, perch la mia energia
va tutta verso la testa e niente verso il corpo, e cos fluttuo nella non fisicit. Cosa tipica, a quanto
pare, di chi ha avuto grosse insicurezze economiche e affettive da bambino. Pare per che ci siano
delle tecniche per svuotare la testa dalle varie musichette (ad esempio quelle dei cartoni animati
sono la mia ossessione) o i pensieri ricorrenti (non che sento proprio le voci, eh, per quasi).
Alcune si possono provare da soli (tipo concentrarsi su un oggetto semplice quando si cerca di
addormentarsi e tutti i pensieri cercano di pensarti; che ne so, un bottone?), ma se si vuole fare una
cosa seria bisogna imparare a meditare, cosa che con tutta probabilit far a settembre quando
ricomincer il corso di yoga kundalini che si svolge (immerso nel verde) qua vicino. E devo dire
che la prospettiva di riuscire a sentire un po pi a lungo quella connessione pazzesca che in vita
mia ho afferrato solo per pochi attimi mi attrae talmente tanto che non vedo lora di cominciare.

Sto gi sperimentando, tipo quando stendo i panni sulla terrazza (unica occupazione casalinga che
adoro a parte cucinare) cerco di fare il vuoto nella mente semplicemente ascoltando ci che succede
attorno ( pazzesco di quante cose ci si accorge se non si concentrati su se stessi) o magari taglio
le verdure (zac ha detto che per il mio compleanno mi compra una cippatrice, eheheh) e cerco di
pensare *solo* a quello che sto facendo, e a nientaltro (per me questo il massimo del salto nel
vuoto, brrrr, mi sento strana solo a dirlo).
Insomma, signori, la consapevolezza chiama. Da me entrata dalla porta dellalimentazione, e devo
dire che piano piano ma inesorabilmente sta invadendo il territorio izn (a napoli si dice trase e sicc
e se mett e chiatto cio entra facendosi piccola piccola e poi si spaparanza).
E cos probabilmente il mio vecchio blog rimarr l, tra i rottami della rete, magari aggiornato una
volta allanno. Perch, forse non garantisco verit qualche cosina che esuli dal cibo ce la metto
anche qui. La fusione tra le due izn in atto! Passo al cake, o tortino che dir si voglia: esso, ello,
egli (il tortino) fa parte di una serie di sperimentazioni che sto facendo in vista dellapertura di una
nuova rubrica qui sul pasto nudo (a settembre) e di un nuovo progetto per adesso top secret, in
collaborazione con una persona *molto* interessante. Vi piacer :-)
Non credevo, ma questi cake, magari accompagnati da una verdura cruda, risolvono una cena
egregiamente. E sono molto digeribili nonostante il formaggio, cosa che per gli aspiranti
consapevoli non guasta. Si medita molto meglio a stomaco leggero.

Ingredienti:
200 grammi di farina semintegrale
150 grammi di zucchine
100 grammi di latte intero fresco
2 uova intere
un albume
80 grammi di olio extra vergine doliva
100 grammi di pecorino poco stagionato*
un mazzetto di maggiorana fresca
mezzo cucchiaino di sale marino integrale
10 grammi di polvere lievitante
*ho usato un meraviglioso pecorino invecchiato 7 mesi di Parco Produce, di cui vi parler
approfonditamente a breve (suspence!) :-)
Per prima cosa preriscaldate il forno a 200C e imburrate (o oliate) e infarinate uno stampo da
pancarr (o tot stampi da muffin).
Tagliate le zucchine a dadini piccolissimi (il peso di 150 grammi si riferisce alle zucchine gi pulite
e tagliate) e mettetele da parte; grattugiate il pecorino con la grattugia a fori grossi, e mettetelo da
parte. Setacciate la farina con la polvere lievitante; a parte sbattete le uova e lalbume e versatele
nella farina insieme al latte, lolio, il sale, la maggiorana tritata grossolanamente, il pecorino
grattugiato e le zucchine. Mescolate velocemente, il composto non deve diventare liscio, i grumi
sono nostri amici come al solito.
Versate il composto nello stampo, livellate alla meno peggio e infornate per una quarantina di
minuti; trascorso questo tempo, sfornate, lasciate raffreddare dieci minuti e servite con una dadolata
di pomodori datterini o pachino.
A detta di zac molto meglio tiepido-caldo. Se lo mangiate il giorno dopo fategli fare un giro nel
tostapane, pare guadagni molto. Bon appetit :-)

Biscotti normali alle mandorle


Povera piccola, e me madre degenerata. Ch siccome mi annoio a fare sempre le stesse cose e non
faccio altro che esplorare e sperimentare, lei si trova sempre a fare la cavia assaggiatrice e ormai
conosce tutti i possibili tipi di farine, cereali e non cereali, spezie erbe aromatiche grassi alternativi
insomma una gamma di sapori veramente troppo varia per la sua et.
Cos ogni tanto cpita che mi dica cose del tipo: Mamma mi fai dei biscotti *normali*?!. E
secondo voi un cuore di mamma pu mai sottrarsi a cotanta richiesta della sua prole? Noooooo.
Cuore, testa e mani si mettono immediatamente ai fornelli insieme ai sensi di colpa, al sito di Sigrid
e a una huge quantit di burro, zucchero grezzo chiaro (vabbeh lho diminuito un po!) e ehm
farina semintegrale di Tummina dei Molini del Ponte!!! Ihihih proprio non ce la faccio a farlo
normale normale normale! Per ci ho mischiato anche un po di farro bianco eh! :-D
Le foto che vedete si riferiscono a uninfornata di qualche mese fa fatta tutta con farina di grano
tenero (sempre antico), quindi tenete conto che se usate la farina di Tummina di cui sopra o
comunque una farina di grano duro semintegrale in genere, i vostri biscotti avranno un aspetto un
pochino pi rustico, ma saranno sempre ottimi.
Poi vabbeh, cavrei da scrivere la newsletter, contattare le nuove convenzioni (a proposito, tra oggi
e domani stiamo per aprire un nuovo negozio su Ammuna che vi piacer un sacco! Vi dico solo che
centra largilla e il fuoco eheheh), parlare con alcune persone che nel futuro prossimo entreranno a
far parte di alcune stanze del pasto nudo e altre sciocchezze del genere, ma i biscotti per la settenne
sono prioritari, voi lo capite, no? :-)
Come vi dicevo quando devo fare dei biscotti con tutti i crismi burrosi del caso vado sul sito del
cavoletto; mi ricordavo che in tempi non sospetti avevo visto dei biscottini suoi molto belli, che
per avevo rimandato ai tempi nei quali avrei posseduto degli stampini carini almeno un terzo di
quelli che aveva usato lei. Quel momento non arrivato, anche perch ogni volta che entro in un
negozio di cucina i cinque pianeti in vergine mi costringono a prendere cose che *loro* ritengono
utili (ma che prendi uno stampino per biscotti con tutte le cose importanti che ti mancano!!); cos ho
fatto ricorso al pozzo delle risorse che ho fondato durante la mia infanzia, che un po come la
tasca magica di Eta Beta o il cappello di Archimede pitagorico.

Ingredienti:
160 grammi di burro di alpeggio
100 grammi di zucchero grezzo chiaro
250 grammi di farina (io farro bianco e tummina semintegrale)
100 grammi di mandorle sgusciate (se volete risparmiare, altrimenti va benissimo la farina di
mandorle)
2 limoni felici
una presa di sale marino integrale
Montate il burro, che avrete fatto ammorbidire a temperatura ambiente, con lo zucchero; io ho usato
il Kitchen Aid con la foglia ma si pu tranquillamente fare anche con un cucchiaio di legno e un po
di pazienza. Non usate le fruste elettriche perch il burro si impiglia allinterno della frusta e non lo
levate pi (a meno che non siate particolarmente golosi). In un mondo perfetto dovreste ottenere
una crema spumosa.
Prendete le mandorle (se avete la farina di mandorle saltate questo paragrafo), sbollentatele per un
minuto esatto, lasciatele intiepidire appena, spellatele, lasciatele asciugare su uno strofinaccio pulito
e frullatele fino a ottenere una farina pi fine possibile (non esagerate perch se si scaldano troppo
tirano fuori lolio e diventano una crema).
Aggiungete al composto di burro e zucchero la farina di grano setacciata e la farina di mandorle, la
buccia grattugiata dei due limoni e il sale. Mescolate, versate su un piano di legno e impastate
velocemente con le mani (non troppo se no si attiva il glutine e invece di biscotti friabili avrete
biscotti gommosi). Non aggiungete acqua; se vedete che limpasto troppo sbricioloso bagnatevi le
mani (Sigrid docet). Formate una palla, avvolgetela nella pellicola senza pvc e mettetela in fresco
per unoretta).
Trascorso questo tempo stendete limpasto, ritagliatelo e stampatelo come vi pare
(preferibilmente stampi creativi fatti in casa con quello che cpita!!); mettete tutto su una teglia da
forno ricoperta di carta forno, sbattete in frigo, accendete il forno e aspettate che arrivi a 180C in
modalit statica.
Io li ho lasciati in forno poco pi di un quarto dora (e il mio forno pure moscetto), perch quando
si tratta di far cuocere il burro cerco sempre di fare almeno in modo che sia per meno tempo
possibile; comunque tenete conto che i biscotti devono essere appena abbronzati sui lati e che da
quella fase alla bruciatura c un buco spazio temporale nel quale facilissimo precipitare, quindi
teneteli docchio!
Tirateli fuori, lasciateli raffreddare qualche minuto (sono molto friabili da caldi e si rompono
facilmente) e poi lasciateli raffreddare bene su una griglia, aspirando voluttuosamente il profumo
pazzesco di burro e limone sparso in tutta la cucina (ch quando vi ricapita di fare dei biscotti
normali qua?!) :-)

Rusks sudafricani
Eccomi reduce da una bella traversata campagna-citt (e ritorno) tramite fr3 Roma Viterbo, che non
posso in tutta sincerit consigliare avendo la succitata linea quasi-ferroviaria lo stesso tipo di
organizzazione con la quale ho avuto modo di familiarizzare durante la mia infanzia a Napoli, e cio
battente bandiera anarchia totale, che lesatto contrario dellespressione americana user-friendly.

Non so come stia messa adesso la situazione nella mia citt natale, ma ricordo bene che gli
appuntamenti erano tarati sui trasporti e sul traffico, vale a dire ci vediamo alle quattro era
labbreviazione di ci vediamo dalle quattro in poi, dove quellin poi era una variabile dipendente
da una serie di possibili ostacoli totalmente casuali e assolutamente imprevedibili (signora che ti
ferma per strada per raccontarti i fatti suoi, macchina di traverso in vicolo a doppio senso unico,
conducente di autobus pigro, e non vado avanti perch i luoghi comuni alla De Crescenzo non li ho
mai potuti reggere (eccezione che conferma la regola).

E cos, in perfetta linea con la nuova izn dellera dellacquario, ho trovato la sfumatura positiva
anche nellapoteotica negativit della tristemente nota linea Roma-Viterbo: la necessit di
recuperare limperturbabile lentezza, quella della meditazione davanti al fuoco di un caminetto,
della silente contemplazione, aliena dal tempo, di un qualsiasi evento o scenario naturale, di quello
che in napoletano si chiama intalliarsi; insomma la necessaria transustanziazione di ritorno da
formica a cicala (e non osate dire come il perfido zac che oggi sono posseduta dallo spirito
dellinventore dello scarabeo).

Ed eccovi in anteprima, grazie alla mia meravigliosa amica doltreoceano (claudia sempresialodata)
che mi passa diciamo con qualche lieve sollecitazione (tipo a ma stai l da *due giorni* e ancora
non mi hai sciorinato tutta la tradizione culinaria sudafricana?!) e in omaggio alla lentezza (non
quella africana, perch non so se Johannesburg ne faccia parte, ma quella della cottura non
esattamente ecologica di questi biscotti che alcuni accostano ai nostri cantucci 8 ore in forno,
argh) eccovi lennesima esplorazione di una vera e propria tradizione. In attesa di capire quando
non esistevano i forni come facevano a fare questi cosi (li seccavano al sole? Accanto al fuoco?
Mah).
Per buonissimi, moooolto personalizzabili e durevoli nel tempo. Ch a tipo un mese dal natale,
come tutti sanno, le ricette biscottose devono fioccare.
Due parole su queste piccole meraviglie. In primis, io ho seguito pi o meno la ricetta originale, che
prevedeva burro e olio (ma ho sostituito il nostro olio doliva a quello consigliato, di canola che
cos?), ma ho il sospetto che si possa vantaggiosamente (per la salute) sostituire al quantitativo di
burro sia solamente olio, sia ghee (o burro chiarificato).
Secondo, ho usato una farina 2 di mulino Sobrino, che mi ha portato Sara che venuta a trovarmi il
fine settimana scorso, e prima o poi spero di andarli a trovare per vedere che combinano (se ho ben
capito tra Milano, Torino e Genova).
Terzo, a differenza della ricetta che li prevedeva pi o meno plain, cio senza semi and company,
ho usato un po di cocco macinato (giudizio di zac: poco cocco) e una manciata di semi di
girasole; ma nulla vieta di metterci dentro un sacco di muesli, semi di sesamo, semi di lino, noci,
mandorle, nocciole, fiocchi davena, e tutto quello che vi viene in mente tranne uvetta e simili,
perch credo che dopo una cottura di otto ore perdano qualsiasi morbidezza.
Quarto, non accoppiateli al latte per carit che a quanto pare non-si-fa. T, caff e infusi (meglio di
tutti il Rooibos), se volete rispettare la tradizione :-)
Quinto, io sono riuscita a tenerli in forno solo cinque ore perch era mezzanotte e stavo per
ritrasformarmi in una zucca; per dopo lassaggio devo dire che altre tre ore in forno ci sarebbero
state tutte (non so quanto consumi un forno classe A+ tenuto a 90C per otto ore, qualcuno ha
questa informazione che la inserisco?).

Ingredienti:
450 grammi di farina 2
50 grammi di cocco macinato
50 grammi di semi di girasole
1 cucchiaino di sale
due cucchiaini di polvere lievitante
125 grammi di burro di centrifuga
125 grammi di olio extra vergine doliva
140 grammi di zucchero grezzo chiaro
250 grammi di latticello fermentato
1 uovo
Per prima cosa preriscaldate il forno a 180C, e imburrate e infarinate il solito stampo da pan carr
(no teflon!).
Setacciate la farina con il sale e la polvere lievitante in una ciotola grande.
Aggiungete la farina di cocco e i semi di girasole e mescolateli bene con il resto.
Mettete in un pentolino il burro, lolio e lo zucchero e fate scaldare a fuoco bassissimo, mescolando
per far sciogliere il burro quanto pi sia possibile (la ricetta dice che deve sciogliersi
completamente, ma il mio non ne ha voluto sapere, temo che lo zucchero se non si alza la fiamma
non ne voglia sapere) spegnendo appena il burro sciolto.
In una ciotola a parte mescolate bene luovo sbattuto con il latticello, poi aggiungete questa mistura
ai grassi e allo zucchero (dopo che saranno tornati a temperatura ambiente, altrimenti luovo rischia
di cuocersi).
A questo punto, come da buona tradizione inglese, mescolate gli ingredienti secchi con quelli umidi
(otterrete un impasto piuttosto morbido ma consistente), versate il tutto nello stampo e lasciate
cuocere 50-60 minuti (fate la prova stecchino per essere sicure).
Quando questa specie di cake sar cotto, lasciatelo raffreddare un po nello stampo; poi sformatelo;
quando il dolce sar completamente freddo tagliatelo a fette dello spessore di un paio di centimetri e
poi tagliate ogni fetta in tre parti (dovreste ottenere dei parallelepipedi molto carini guardate la
foto).
Posizionateli per bene (mi raccomando lallineamento, ehehe) su una griglia e rimetteteli in forno a
90C per otto ore. Trascorso questo tempo aprite il forno a fessura e lasciateli raffreddare dentro
questo dovrebbe garantire una croccantezza perfetta.
Sperimentate! E poi ditemi, che sono curiosa come un picchio! :-)

Biscotti luuunghi
Avete bambini per casa che vi guardano con aria famelica allora di colazione e: avete finito il pane,
lultima fetta biscottata morta schiacciata sotto la sedia perch *loro* lhanno usata come disco
volante, le merendine sono un lontano ricordo e i biscotti non li avete comprati perch avete deciso
di essere consapevoli (izn dice di farli in casa) e adesso mi state mandando tutte le parolacce che vi
vengono in mente?
Va bene, va bene, non crediate che anchio non abbia un colpo al cuore ogni volta che la pulcina mi
dice mamma ho fameeee con quellaria imperiosa che solo i cuccioli sanno avere. Giustappunto
ieri sera mi sono resa conto con orrore che la colazione del giorno dopo sarebbe stata impossibile.

Soluzione: devo trovare nella mia lista infinita la ricetta di biscotti pi facile e pi veloce, e poi la
devo rendere del 50% pi facile e pi veloce, perch dopo cena sono troppo stanca anche per
respirare, figuriamoci per mettermi a ritagliare impasti con deliziose formine.
Dopo aver scartato tutte le preparazioni che comprendevano pi di due ciotole sono approdata da lui
:-)
Ho fatto met dose (causa riserve agli sgoccioli), ho sostituito lamido di riso con quello di mais
(perch quello di riso non ce lavevo, la prossima volta vorrei provare con quello di frumento
magari), usato la panna in scadenza (berchtesgadener ha fatto la nuova confezione in vetro e non ho
potuto esimermi dal comprarla, nonostante contenesse il doppio della quantit e nonostante qui la
panna si usi a dosi omeopatiche ma era nuova!!!) e invece di fare i cilindri (ch mi veniva faticoso
pure quello) ho versato limpasto direttamente sulla pellicola senza pvc, modellato velocemente con
le mani fino a formare un disco-quadrato di un paio di centimetri di altezza, avvolto per bene e
sbattuto in frigo.
Stamattina ho acceso il forno, tagliato a fette il disco cos comera e infornato, quindici minuti
compresa la cottura e il raffreddamento. Pulcina (molto) contenta e mamma in salvo. Fino alla
prossima.
Due parole sul tipo di farina che ho utilizzato. Avrete notato che quando faccio biscotti e paste frolle
continuo ad utilizzare la farina 00, bio naturalmente, perch avendo pochissimo glutine per via della
maggiore raffinazione rende questo tipo di impasti pi friabili e meno gommosi (una farina molto
glutinica sviluppa facilmente una maglia elastica, il contrario di ci che si vuole ottenere in questi
casi). Beh, mi sa che questa lultima volta che la vedrete usata, perch dopo una segnalazione di
Mab ho approfondito un po la cosa.
Mab mi ha bacchettato dicendo che la farina 00 non pu essere biologica perch un semplice
coacervo di amidi (belli inerti), ed un alimento (un riempitivo) tra i pi dannosi nel gi triste
panorama della nostra alimentazione. Lunica cosa sulla quale posso dissentire che non esista la
00 biologica; per quanto riguarda il resto, datemi qualche giorno e vi scrivo un post approfondito
sullargomento, ch mi sto studiando per bene la situazione.

Ingredienti:
100 grammi di burro di centrifuga
100 grammi di zucchero grezzo chiaro
240 grammi di farina 00
30 grammi di amido di mais
20 grammi di panna liquida
1 uovo
10 grammi di miele
una presa di sale marino integrale
1/2 cucchiaino di polvere lievitante
una presa di polvere di vaniglia
Lasciate ammorbidire bene il burro a temperatura ambiente, poi frullatelo con lo zucchero fino a
quando questultimo non sar sparito e il composto sar diventato una crema spumosa. Aggiungete
luovo, amalgamatelo molto bene, poi la panna, il miele, e solo alla fine la farina setacciata insieme
alla vaniglia, il sale, la polvere lievitante e lamido di mais.
A questo punto mescolate solo quel tanto che basta perch non si veda pi la farina (se mescolate
troppo si attiva il glutine e i biscotti vengono gommosi invece che friabili).
Formate il famigerato disco quadro e mettete a riposare in frigo avvolto nella pellicola senza pvc
fino a quando limpasto non sar bello duretto (io lho lasciato tutta la notte); quando avrete
raggiunto la consistenza, tirate fuori dal frigo, spacchettate e tagliate a fettine alte un mezzo
centimetro. Posizionate le fettine su una leccarda o una teglia per biscotti ricoperta di carta forno e
rimettete in frigo (teglia e tutto).
Intanto accendete il forno a 180C. Quando sar arrivato a temperatura passate i biscotti
direttamente dal frigo al forno, aspettate una decina di minuti, o fino a quando saranno dorati, e
tirate fuori. Metteteli su una griglia a raffreddare e poi (solo quando sono completamente freddi se
no si ammollano) in una scatola di latta. Sempre se non ve li mangiate tutti prima :-)
A me ci sono volute due infornate, tra luna e laltra naturalmente ho re-impacchettato limpasto
rimasto e rimesso in frigo in attesa del turno suo. Mi raccomando prima della seconda fase aspettate
che la leccarda si raffreddi bene (io la metto in balcone per qualche minuto, ma prima o poi mi
compro le teglie per biscotti promettooooo).
p.s.: Come vedete pi sopra, dopo che la piccola partita per lasilo scattato quel barlume di
creativit che mi si sveglia solo quando il sole alto, e ho pensato a quanto sarebbe stata carina e
buona una merendina di biscotto miele di acacia yogurt bianco biscotto. Che ve ne sembra?
Per me era paradisiaca :-9

Lune di quinoa e frumento


No, non mi sono stufata di cucinare, e neanche ho alcuna remora a stare attaccata alla macchina del
gas o ad accendere il forno, ch se fosse per me vivrei tutto lanno ai tropici, a respirare aria e acqua
a 38 gradi fissi; anzi, nella prossima vita rinasco succulenta, nel senso di pianta, e ubicata tipo a
Key West, vista mare :-)
solo che appena ho messo il naso fuori da casa (tendo a uscire appena la temperatura si alza, sotto
i 10 gradi preferisco un angolo di divano e un piumino) ho trovato talmente tante cose interessanti
da indagare, persone da conoscere, luoghi da visitare, esperimenti divertenti da fare, che i pasticci in
cucina sono passati in secondo piano, anche se accumularsi si accumulano, non sia mai detto che
smetta di spignattare, non ce la faccio proprio.
Quindi vi lascio respirare, giusto lo spazio di *una* ricetta, poi vi riseppellisco di novit (almeno
per me) sullacqua e su tutto il resto. Questi biscottini li ho visti la prima volta sul blog di Heidi,
eccoli qua. Solo che cera veramente un po troppo burro per i miei gusti (lho dimezzato drastica
eh), i biscotti erano nelle sue intenzioni pi degli shortbread, infatti non cera neanche luovo, che
io ho dovuto aggiungere, perch con meno burro le cose non legavano insieme ovviamente.
La farina di quinoa non ce lavevo, lho fatta frullando la quinoa nel bimby e devo dire che venuta
perfetta. Povero bimby, ne parlo sempre male invece il suo dovere lo fa impeccabilmente. Inoltre la
ricetta prevedeva dei pezzettini di cioccolata e una spolverata di cristalli di zucchero, che ho omesso
entrambi. Ero troppo curiosa di sentire il sapore della quinoa nei biscotti, non volevo fosse coperto
da altri aromi.

La cosa che mi ha attratto di pi del procedimento di Heidi la tostatura della farina. Ero l tutta
giuliva ad annusare quando la farina ha cominciato a scaldarsi nella padellona, e poi uscivo dalla
cucina, rimanevo due minuti in unaltra stanza e rientravo in cucina, solo per sentire meglio il
profumo della tostatura. In napoletano mi direbbero sei tutta scema :-) Per provateci voi a tostare
quella farina (e annusate), e poi mi fate sapere. Gli stampini a forma di nuvola non ce li avevo
(sigh) per avevo la luna, sempre in cielo sta, no? E poi Emma *adora* la luna :-)
Unultima cosa: non potevo non chiedermi se fosse possibile fare questi biscotti con *solo* farina
di quinoa, sopra tutto per riguardo alle persone che hanno problemi di intolleranza al frumento.
limpasto proprio non lega, nonostante due e dico due giorni di riposo in frigo. Ho fatto un tentativo
estremo, equivalente alla defibrillazione, aggiungendo un altro po duovo (circa mezzo) e sono
riuscita a stendere tutto alla meno peggio, e addirittura a ritagliare un po di lune. Risultato: nulla di
fatto, sembrano delle gallette un po farinose. giudizio di zac: allappanti.

Ingredienti:
100 grammi di farina di quinoa
150 grammi di farina di frumento 00
125 grammi di burro di centrifuga
1/2 cucchiaino di sale integrale
130 grammi di zucchero grezzo chiaro
1 uovo
Per prima cosa setacciate insieme le due farine. Mettetele in una padella molto larga, e ponete il
tutto sulla fiamma bassissima, mescolando ogni tanto con un cucchiaio di legno. Quando le farine
cominceranno a diventare molto calde, mescolate pi spesso, perch dovrete fare molta attenzione a
non superare un certo grado di tostatura, oltre il quale la farina prenderebbe un odore acre.
Lasciate tostare solo fino a quando la farina prender un bel colore dorato e un profumo celestiale,
poi togliete dal fuoco, versate in una ciotola di vetro e lasciate raffreddare a temperatura ambiente
(senza coprire non vorrete mica che si formi del vapore, no?).
Quando la temperatura sar scesa abbastanza, aggiungete lo zucchero e il sale, mescolate, coprite
con la pellicola, e mettete in frigo per far raffreddare bene il tutto. Intanto prendete il burro,
tagliatelo a cubetti di mezzo centimetro e rimettete in frigo anche lui.
Quando composto secco e burro saranno belli freddi tirateli fuori dal frigo, mettete i cubetti di burro
nella ciotola delle farine e molto velocemente, in modo che il burro non si sciolga) cercate di
schiacciarli con una forchetta in modo da sabbiare il composto pi possibile; poi dovrete continuare
questa operazione con la punta delle dita, come gi vi ho descritto altre volte.
Una volta ottenuto un composto simile a sabbia umida ma molto pi grumoso (non deve essere
regolare, i biscotti saranno migliori se alcuni pezzetti di burro molto piccoli rimangono visibili)
aggiungete luovo per legare il tutto, formate sempre molto velocemente una palla con limpasto,
schiacciatelo ai poli in modo da ottenere un disco di un paio di centimetri di altezza, avvolgetelo
nella pellicola senza pvc e mettete in frigo per alcune ore, meglio ancora per una notte intera.
Trascorso il tempo di riposo, che dovrebbe rendere il tutto pi elastico e maneggevole, tirate fuori il
disco di pasta, aspettate qualche minuto (pochi! tipo tre) che si ammorbidisca leggermente,
spolverate ripiano e matterello con un po di farina e stendete limpasto ad un altezza di mezzo
centimetro circa (anche un po meno).
Ritagliate i biscotti, posizionateli sulla leccarda del forno (o su una teglia da biscotti) rivestita di
carta forno e rimettete in frigo almeno per una mezzoretta. Non c bisogno di lasciare tanto spazio
tra i biscotti, perch cresceranno pochissimo.
Accendete il forno a 180; quando il tempo di riposo sar trascorso e il forno avr raggiunto la
temperatura da un po, infornate al volo. Dieci minuti circa di cottura o fino a quando non vedete
che i biscottini si colorano leggermente sui bordi.
Sfornate, aspettate due minuti, trasferite i biscotti su una griglia e quando saranno perfettamente
freddi metteteli in una bella scatola di latta.
Biscotti fondenti al limone
Questi non ve li volevo postare, perch anche se sono irresistibili avrei voluto rimanere sul
disintossicante e sul razionale viste le feste appena trascorse. Non sono un gran che consapevoli,
non tanto per la quantit di burro, o per lo zucchero, ma perch li ho provati sulla mia pelle e posso
dirvi che ne posso mangiare al massimo mezzo in una giornata.

Poi pu anche essere che in questo particolare momento il mio organismo abbia bisogno di tuttaltro
tipo di pietanze, e forse il vostro reagir in modo totalmente diverso. Quello che posso dirvi per
che ho dovuto trascrivere qui la ricetta stasera di corsa perch Sara, che venuta a trovarmi qualche
giorno fa con le sue due bambine, mi ha scritto un messaggio pi che perentorio sulla necessit di
rifare *quei* biscotti al limone perch le sue bimbe li rivogliono assolutamente, e quelle tra di voi
che sono mamme sanno molto bene quanto sia difficile resistere a quegli sguardi enormi che
sormontano una boccuccia deliziosa che ti chiede mamma, me li faaaai?.

Eccovi la ricetta, che ho copiato di sana pianta dal mai abbastanza citato blog di Tuki (lunica
variazione che lo zucchero a velo me lo sono fatto da sola frullando il mio solito zucchero grezzo
chiaro); per poi non dite che non ve lavevo detto.

Ingredienti:
260 grammi di farina 00
20 grammi di amido di mais
160 grammi di burro di centrifuga
125 grammi di zucchero a velo
la scorza grattugiata di due limoni
2 cucchiai di succo di limone
un pizzico di polvere di vaniglia
un pizzico di sale
Lasciate il burro a temperatura ambiente in una ciotola di media grandezza fino a quando non sar
bello morbido, poi unite lo zucchero a velo, le scorze di limone grattugiate con la microplane e la
polvere di vaniglia, e frullate con il mixer fino a quando non otterrete una crema spumosa e
morbida.
Unite anche il succo di limone e il sale e mescolate fino a quando saranno amalgamati.
Unite la farina setacciata con lamido di mais e lavorate molto brevemente, solo fino a quando gli
ingredienti non saranno uniti: se lavorerete troppo limpasto a questo punto otterrete biscotti pi
duri e scalderete troppo il vostro blob, e questo lo render molto pi difficile da manipolare.
Versate limpasto sulla spianatoia leggermente infarinata e formate un salsicciotto di tre o quattro
centimetri di diametro; se doveste avere difficolt a maneggiare il composto provate ad avvolgerlo
direttamente nella carta forno e dategli la forma finale in questo modo.
Mettete il rotolo malefico a riposare in frigorifero per tutta la notte.
Il giorno dopo, preriscaldate il forno a 180C, e intanto rivestite la leccarda o una teglia da biscotti
con un foglio di carta forno, tirate fuori dal frigo il salsicciotto e affettatelo con un coltello affilato a
rondelle dello spessore di circa un centimetro o poco pi.
Fate attenzione ad affettare solo il necessario per riempire la vostra teglia, e rimettete subito il resto
del rotolo in frigo in attesa di fare la seconda infornata.
Appena il forno avr raggiunto la temperatura, posizionate la teglia e aspettate 12 minuti, o fino a
quando non li vedrete leggermente colorati sul contorno.
Quando saranno cotti lasciateli intiepidire su una griglia; appena saranno maneggiabili passateli
nello zucchero a velo (con i biscotti caldi lo zucchero si attaccher pi facilmente).
Dolcetti di avena
Giallo zafferano spopola! Mi sto rendendo conto che ogni volta che voglio conoscere il modo
tradizionale di preparare una ricetta, quello normale, senza fronzoli, per prima cosa vado a dare uno
sguardo da loro per vedere che si dice.

le ricette sono talmente semplici e lineari che si prestano facilmente a variazioni di ogni tipo, un
po come chiamare la mamma per chiedere come si fa questo o quello, ma senza la caratterizzazione
regionale :-)
Questi dolcetti in particolare in realt per loro sono dei biscotti, ma siccome non contengono farina
(!), e siccome i miei, a differenza dei loro, non si sono sdraiati ma sono rimasti pi o meno a
forma di pallina, nonostante ad ogni infornata li schiacciassi di pi (ho dovuto infornarli in tre volte,
come al solito in notturna, che ultimamente riesco a dedicarmi ai biscotti solo quando la casa
tranquilla e semiaddormentata), ho deciso di cambiargli denominazione.
Non ho fatto quasi nessun cambiamento questa volta (a parte la conversione in tutto-bio), se non
sostituire lo zucchero grezzo a quello bianco e diminuire leggermente la cannella, ma la prossima
volta che li rifar vorrei provare con il burro chiarificato: sto progettando di cominciare a sostituirlo
al burro in qualunque preparazione debba essere cotto, a parte la pasta frolla e quella sfoglia, che
temo ne soffrirebbero troppo ma chiss per sperimentare c sempre tempo :-)
Vediamo che dice la bioterapia nutrizionale della graminacea che abbiamo infilato in questi dolcetti.

Lavena pu essere utile per chi deve affrontare una prestazione sportiva intensa ma di breve durata,
sotto forma di minestra (la famosa pappa davena) preparata sciacquando molto bene i chicchi,
mettendoli a bagno per una notte e bollendoli poi nellacqua dellammollo.
Per questo scopo la minestra si pu poi condire con olio, un po di sale integrale, e pecorino
grattugiato.

Ingredienti:
250 grammi di fiocchi di avena piccoli
125 grammi di burro di centrifuga
50 grammi di mandorle tritate (con la pellicina)
due uova (uno intero e un tuorlo)
125 grammi di zucchero
mezzo cucchiaino di polvere di cannella
mezza bustina di polvere lievitante
la buccia grattugiata di un limone
un pizzico di sale integrale
Preriscaldate il forno a 180C.
Ricoprite la leccarda del forno o una teglia da biscotti di carta forno e mettetela in sala dattesa ;-)
Prendete una ciotola di vetro capiente e versateci i fiocchi davena, lo zucchero grezzo, le mandorle
tritate, la cannella, la buccia del limone e la polvere lievitante.
Mescolate un po, poi aggiungete il burro che avrete fatto ammorbidire un pochino fuori dal frigo.
Cercate di amalgamare il burro agli ingredienti secchi con una forchetta, poi aggiungete le uova e
lavorate tutto con le mani, fino ad ottenere una palla abbastanza omogenea.
Lasciate riposare limpasto qualche minuto, poi ricavatene tante palline da 15 grammi ognuna; io ho
messo una ciotolina piena dacqua accanto al piano di lavoro, perch limpasto molto appiccicoso
ed necessario bagnarsi continuamente le mani.
Posizionate le palline in modo maniacalmente equidistante (lasciando un paio di centimetri tra luno
e laltro, non si sa mai i vostri a differenza dei miei decidessero di spiattellarsi un pochino),
schiacciatele leggermente con il palmo o con un cucchiaio e cuocete per una ventina di minuti o
fino a quando non li vedrete dorarsi.

Alberelli di zenzero
Non so se sia una malattia di tutto il genere maschile, ma per quanto riguarda zac il Natale potrebbe
tranquillamente essere del tutto privo di alberi, presepi, luminarie e decorazioni di qualsiasi tipo, e
anzi meno ci ha a che fare meglio , e mai che perda loccasione per fare una battutina sarcastica in
falsetto su quanto carino quel fiocchetto e come graziosa quella stellina dorata.
Per quanto mi riguarda come potete immaginare non amo molto le lucine di plastica colorata (per
non parlare delluso smodato che se ne fa sulle case di Formello), e come tante di noi proprio non
sopporto alberi e palline di plastica pseudoeterni, e mi viene uno scompenso se i suddetti alberi
sono anche variamente colorati (o bianchi. O rossi.).

Per questo, due anni fa ho disegnato un grande albero di natale con i gessi colorati su una
gigantesca lavagna che ho nel soggiorno, coercendo chiunque venisse a trovarci a disegnare la sua
pallina personale; lanno scorso ho ceduto allalbero di ikea, visto che poi glielo puoi riportare e lo
ripiantano nel terreno, salvo poi portarlo fino allingresso di casa e non avere il coraggio di farlo
entrare sempre per la succitata claustrofobia botanica, e addobbarlo cos al gelo in fretta e furia
guadagnandogli dal fratello di zac lappellativo di albero pi triste del mondo.
Insomma questanno, che la bimba comincia a capire e a pretendere tutte le carinerie del Natale, ho
dovuto riaffrontare tutti i miei atavici dubbi, e alla fine ho trovato il compromesso storico:
addobbiamo il benjamin di casa e chi s visto s visto, e per le decorazioni usiamo biscotti fatti in
casa e palline di cartapesta dipinte da noi.
Per quanto riguarda le palline vi dico solo che ho avuto la splendida idea di mettere in acqua i
cartoni usati delle uova invece della carta da giornale, che sono a mollo da una settimana, e che
hanno la stessa consistenza di quando erano asciutti; ma chi che li pressa, quei cosi, gli
sfasciacarrozze?
Per fortuna con i biscotti che sono pi campo mio va tutto molto meglio, ma *come sempre* zac il
miglioratore ha avuto unobiezione filosofico-pratica, sostenendo che la sua sorellina un natale di
molti anni fa adorn lalbero di casa con biscotti e fili di pop corn, e dopo qualche giorno i dolcetti
erano pieni di polvere e immangiabili, e mica vorrai consumisticamente gettare tutti i biscotti alla
fine delle feste, che scherziamo?

E cos ho dovuto rassegnarmi a preparare i biscotti solo in questi ultimi giorni, e a ricoprirli di carta
argentata perch non diventino immangiabili :-/
Tutto lo sproloquio solo per presentarvi dei biscottini ispirati ad una ricetta trovata sullinfallibile
joy of baking, i famosi gingerbread man, con una variazione fondamentale: al posto del burro fresco
ho usato quello chiarificato, e con mia grande sorpresa sono venuti fuori non solo ottimi ma anche
molto pi leggeri!
Il mio dubbio era soprattutto se con il burro chiarificato i biscotti mantenessero una buona friabilit,
se insomma non diventassero gommosi; beh, provate questa ricetta e poi mi direte cosa ve ne
sembra: io non riesco a star lontana dallalbero, e la piccola, che di solito non ne pu mangiare pi
di uno per la presenza del burro ( ancora un po intollerante al latte) stavolta ha potuto esagerare :-)

Biscottini alla carota superbuoni


Devo confessare che tra tutte le cose commestibili quella che mi piace di pi in assoluto preparare
sono sicuramente i dolci, biscotti e pasticcini in particolare, ma anche le torte quelle ripiene di
qualcosa, tipo nonna papera, oppure le barrette, le merendine, insomma tutto quello che sarebbe
meglio non mangiare spesso, e che per risulta essere una mano santa per la psiche accartocciata.
Niente di pi rilassante per me che prendermi quelle tre o quattro ore libere (che da quando c
Emma sono diventate tre o quattro minuti), preparare tutti gli ingredienti di una ricetta che mi ha
colpito particolarmente, in modo maniacale, ogni cosa nel suo contenitore pesata con precisione
millimetrica, e lavare man mano i vari utensili.
Senza beninteso lasciarli accumulare uno sullaltro a formare le terrificanti piramidi azteche che
invece mi ritrovo spesso a scalare nella mia cucina, perch devo sistematicamente interrompermi
per questa o quellaltra esigenza contingente e correre da una parte allaltra della casa a fare
qualcosa. Quando poi i biscottini sono i suoi non c neanche da parlarne :-9

Quindi vi anticipo che se per caso vi venisse in mente di fare questi dolcetti con il solito metodo per
la pastafrolla, cio sbriciolando il burro nella farina con le dita, sappiate che *non funziona*, anche
se shortbread tradotto biscotto di pasta frolla o frollino, ma non funziona proprio, vi
ritrovereste con dei dischetti mollicci (dal sapore direi pi che accettabile comunque).
In effetti non sono i soliti biscotti ai quali siamo abituati, sono meno croccanti e pi morbidi, ma
veramente uno tira laltro, poi mi direte voi. Seconda dritta, Ritagliate i biscotti con le formine che
preferite; io ho utilizzato un coppapasta del diametro di 4 centimetri, quindi piuttosto piccolo, e
semplicemente tondo, perch ho notato che i biscotti mentre cuociono non mantengono bene la
forma.
Non so come cavolo abbia fatto Heidi, i suoi cookies hanno una forma deliziosa, tutta merlettata, e
sono perfetti! Eppure ho seguito tutta la procedura standard, cio li ho ritagliati molto velocemente,
li ho posizionati sulla teglia del forno ricoperta di carta forno e li ho infilati in frigo per un paio
dore o pi Se qualcuna di voi ha unidea di quale possa essere larcano, ditemi!
La seconda volta che li ho fatti, un paio di giorni dopo il primo esperimento, mi sono fatta furba e
ho cambiato anche un paio di cose per adattare i biscottini al mio gusto: intanto partivano come
biscotti alla mela e alla carota, e ho deciso di eliminare la mela, che mi allungava la lista degli
ingredienti (eh eh, anchio nel loop della lista breve), e grattugiare la carota con la microplane
invece che con la grattugia per le verdure, che mi faceva venire fuori dei pezzettoni giganti. Ma
forse meglio partire dallinizio

Ingredienti:
50 grammi di semolino
150 grammi di farina semi integrale
150 grammi di burro
100 grammi di zucchero grezzo scuro
1 carota di media grandezza
la buccia di un limone
1/4 di cucchiaino scarso di polvere lievitante
Setacciate la semola con la farina, la polvere lievitante e il sale, e mettete da parte (avete notato che
gli americani hanno sempre questa cosa del mettete da parte? ma perch nelle ricette italiane non
c mai questa cosa? Forse perch passa qualcuno che se lo mangia?).
Spazzolate bene la carota con la spazzola per le verdure, cercando di abradere la parte superficiale,
e grattugiatela nel composto di farine con la microplane (o unaltra grattugia che vada bene anche
per le verdure). Mescolate bene in modo che i pezzettini di carota siano tutti ben infarinati
uniformemente, e poi fate lo stesso con la buccia del limone (e non dimenticate di annusare, ch una
delle cose belle di stare in cucina che si pu approfittare per fare aromaterapia).
In unaltra ciotola, un po pi capiente, frullate il burro con lo zucchero fino a quando non avrete un
composto leggero e gonfio; i granelli di zucchero dovrebbero sciogliersi pi possibile, ma con lo
zucchero grezzo non facile che questo avvenga perfettamente.
A questo punto non vi resta che incorporare il composto farinoso al burro, il pi velocemente
possibile, formare la solita palla, schiacciarla a forma di disco (dellaltezza di due o tre centimetri),
avvolgerla nella pellicola e metterla subito in frigo.
Questo impasto non molto semplice da lavorare, perch si scioglie facilmente; per cui anche se
nella ricetta originale Heidi parlava di lasciare limpasto in frigo per unoretta io ce lho lasciato
tutta la notte, ch dopo il primo esperimento volevo assolutamente che questi biscotti venissero
fuori come dovevano.
Il giorno dopo quindi, o comunque dopo che limpasto si sar ben indurito nel frigo, stendetelo sul
ripiano infarinato allo spessore di circa un centimetro. Dopo aver preriscaldato il vostro forno a
180C e atteso che abbia raggiunto abbondantemente la temperatura infornate i vostri biscotti per
una decina di minuti, o comunque fino a quando non saranno leggermente pi scuri sui bordi.
Tirateli fuori, aspettate tre o quattro minuti che si solidifichino e poi lasciateli raffreddare su una
gratella. Si conservano bene per qualche giorno, ma come al solito, tendono ad evaporare in
brevissimo tempo :-)

Le macine del mulino (laltro)


Visto che durante la settimana siamo stati bravi e abbiamo mangiato le zuppe di verdura, nel fine
settimana potremo concederci qualche biscottino, anche se c un po di burro (di centrifuga) e poca
poca panna (demeter), no?
In realt per quanto ci riguarda gli stravizi ce li siamo gi concessi ieri sera siamo stati ad una
degustazione di vino presieduta da Bruno (il nostro enologo, che gi conoscete), e avreste dovuto
vedere lespressione che aveva zac al ritorno vi dico solo che gli ho detto: ma non sarai un po
brillo? e lui mi ha risposto ma no, al limite puoi definirmi diversamente etilico.
Ho riso per tutto il viaggio di ritorno, beh per fortuna zac uno dei pochi uomini che conosco che
quando beve un po diventa pi divertente, invece di deviare verso il molesto (avete presente ad
esempio quelli che straparlano a voce altissima)?!
Lo spunto per queste bont lho preso da questo bel blog, sul quale tra laltro trovate anche la ricetta
per fare gli abbracci e i galletti :-) Ho solo ridotto le dosi e diminuito la percentuale di polvere
lievitante, per il resto mi sono attenuta alla ricetta, che Antonella ha trovato sui vari pacchi dei
famigerati biscotti che sapete. Se per volete renderli pi leggeri credo che potete tranquillamente
sostituire il latte alla panna.

Sono venuti fuori dei bei biscottoni croccanti e profumati, che ricordano alla lontana quelli del
mulino bianco, ma molto, molto pi buoni!

Ingredienti:
250 grammi di farina 00
50 grammi di amido di mais
75 grammi di zucchero a velo
100 grammi di burro di centrifuga
30 grammi di panna fresca
1/2 uovo
un pizzico di vaniglia in polvere
1 cucchiaino di polvere lievitante
1 pizzico di sale
con questi ingredienti vengono fuori una trentina di biscotti
Setacciate la farina insieme alla polvere lievitante, lamido di mais, lo zucchero a velo e il sale.
Mettete tutto in una grande ciotola di vetro e aggiungete la vaniglia e il burro freddo tagliato a
dadini, incorporandolo allimpasto utilizzando come al solito solo la punta delle dita, in modo da
non scaldare il burro. Quando non noterete pi pezzetti di burro e avrete ottenuto un composto un
po polveroso, aggiungete la panna e il mezzo uovo, amalgamate un po con una forchetta e poi
mettete insieme limpasto con le mani. Allinizio vi sembrer troppo polveroso, ma non aggiungete
altro liquido, diventer malleabile in pochi minuti e riuscirete a lavorarlo facilmente.
Una volta formata la palla schiacciatela fino a formare un disco di tre o quattro centimetri di altezza,
avvolgetela nella pellicola senza pvc e lasciatela riposare in frigo per unoretta. Trascorso questo
tempo, accendete il forno a 180C, rivestite una teglia da biscotti con la carta forno e mettetela in
frigo, e tirate fuori il vostro impasto.
Posizionatelo sulla spianatoia spolverata di farina e stendetelo in una sfoglia di circa un centimetro
di altezza. Prendete due tagliapasta, uno di circa cinque centimetri di diametro e laltro di uno o due
centimetri (regolatevi pi o meno con la misura dei biscotti che sapete), e ritagliate le vostre
macine. Man mano che le ritagliate mettetele sulla teglia nel frigo, cos si raffredderanno un po.
Infornate per dieci-quindici minuti, la ricetta parlava di forno ventilato, ma io li ho cotti in modalit
statica.
Io sono riuscita a cuocerne una quindicina per volta, quindi li ho cotti tutti in due infornate; per
fortuna avevo due teglie e cos mentre la prima era in forno laltra la tenevo in frigo.

Digestives del cavolo


Ogni tanto, lo sapete, devo fare qualche biscottino. I digestives, quando ancora mangiavo
convenzionale, li compravo al supermercato; se ricordo bene erano racchiusi in una bella scatola
rossa verticale ed erano grandi come un piattino :-)
Costavano un occhio della testa ma mi piacevano cos tanto che tra un pacco di pasta e un chilo di
patate ogni tanto me li concedevo. Questa volta per li ho dovuti fare perch ho puntato una
ricettina che prevede una base di digestives sbriciolati, e mica li potevo comprare, eh! Indovinate
cosa mi sono messa in testa di preparare? Lo saprete al prossimo post, ehhheheheh :-) Vi anticipo
solo che la ruber da un blog pieno di luce e molto bello e pulito graficamente, di una donna
curiosa, simpatica e dolce, e che frequenta il pasto nudo!

Sigrid consiglia di usare il burro demi-sel; stavo quasi pensando di aggiungere una puntina di sale
nel burro quando ho visto sul pacchetto del burro tedesco fantastico berchtesgadener che uso
sempre una scrittina piccola piccola: mild gesauert, che nella mia ignoranza ho pensato volesse
dire proprio mezzo sale e quindi il sale non ce lho messo (invece poi dopo ho scoperto che voleva
dire una cosa tipo leggermente fermentato).
Vabbeh, a parte la mia nerditudine, insomma il risultato si avvicina davvero molto ai veri digestives,
solo che necessario conservarli chiusi (forse in una scatola di latta?) perch perdono velocemente
la croccantezza, che una delle doti pi importanti per un biscotto che si rispetti!

Se avete altre ricette di digestives vi andrebbe di segnalarmele? Le aggiunger qui sotto e piano
piano le prover tutte, perch questi biscottoni meritano veramente una serie di tentativi, tanto
finiscono tutti in un paio di giorni.

Ingredienti:
100 grammi di farina di segale integrale
100 grammi di fiocchi di avena piccoli
100 grammi di burro mezzo sale
50 grammi di zucchero grezzo
un cucchiaino di polvere lievitante
2 cucchiai di latte
Mettete nel mixer i fiocchi davena e la farina e frullateli insieme fino a farli diventare una polvere
molto grossolana.
Aggiungete lo zucchero, il lievito e il burro fuso a fuoco bassissimo e tolto dalla fiamma appena
potete (lasciate sciogliere gli ultimi pezzettini che rimangono fuori dal fuoco, tanto il burro fonde a
40C).
Alla fine aggiungete il latte, formate una palla schiacciata ai poli e mettete in frigorifero per una
mezzoretta.
Passato questo tempo, preriscaldate il forno a 180C; stendete limpasto a tre millimetri di altezza;
siccome molto difficile da gestire potete stenderlo tra due fogli di carta forno, poi staccate
delicatamente quello superiore e ritagliate dei dischi con un coppapasta del diametro di cinque o sei
centimetri.
Infornate per dieci minuti o fino a quando i bordi non saranno leggermente scuri, togliete dal forno
e appena saranno abbastanza solidi (questione di due minuti) metteteli subito a raffreddare su una
griglia.
Sono poco dolci, addirittura ho letto qua e l che alcuni li mangiano addirittura con il formaggio (e
mica male lidea); per se volete una cosa dolce e consolante da inzuppare nel latte o nel t,
fregatevene della purezza delloriginale ed esagerate con lo zucchero :-P

Brutti ma buoni al cardamomo


I genitori di Francesco hanno degli amici che hanno un noccioleto(!); vale a dire un bosco di noci e
noccioli, con tanto di scoiattoli, ghiri, gerbilli e cos via. Qualche giorno fa sono arrivati a casa con
un dono bellissimo: un sacco (e quando dico un sacco non intendo in senso figurato) di nocciole
appena prelevate dal loro paradiso personale.
Ragion per cui mi sa che sar costretta a propinarvi un bel po di ricette realizzate con questo
ingrediente, e speriamo che nessuno qui odi la frutta secca; in particolare questi dolcetti mi danno
loccasione di utilizzare in parte i sacchetti di albume che ho messo in frigo a congelare (odio
gettare le cose da mangiare).
acinarli sul momento. Altrimenti usate pure quello in polvere, ma tenete conto che laroma sar
molto meno intenso e che dovete richiudere sempre benissimo il barattolino e tenerlo al buio e al
fresco.
Se per caso il cardamomo non vi piace sostituitelo con una presa di vaniglia, mi raccomando, non
lessenza artificiale, prendete il baccello o la scatolina di semini macinati.

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