Esplora E-book
Categorie
Esplora Audiolibri
Categorie
Esplora Riviste
Categorie
Esplora Documenti
Categorie
di Carlo Goldoni
L'AUTORE A CHI LEGGE
Poche sono quelle Commedie, nelle quali non entrino innamorati, e
in quasi tutte l'onesto amore il principale movente della Comica
azione. Questa Commedia, adunque, che ha per titolo gl'Innamorati,
dee rappresentar un amore pi violento di tutti gli altri. Due
persone che si amano fedelmente, perfettamente, dovrebbero esser
felici, tanto pi ch'io non figuro ostacoli che attraversino le loro
brame, ma la pazza gelosia, che nella nostra Italia principalmente
il flagello de' cuori amanti, intorbida il bel sereno, e fa nascer e le
tempeste anche in mezzo alla calma. Per maggiormente spiegare il
carattere de' veri amanti, affascinati dalla passione, convien che
sien leggieri, fantastici e quasi irragionevoli i motivi de' gelosi
sospetti, e ci per rendere vieppi ridicola una debolezza che
inquieta il Mondo, e arriva a far impazzire chi a tempo non sa
guardarsene, o moderarla. Darsi de' pugni pel capo, stracciarsi le
vesti, minacciare la propria vita sono galanterie di questo gentile
amore. Non da romanzo il coltello, con cui si vuol ferire l'amante
invasato da quest'amore. Ne ho veduti degli esempi cogli occhi
miei, e se non mi vergognassi, direi da chi li ho veduti. Povera
giovent sconsigliata! Volersi tormentar per amore! Voler che il
balsamo si converta in veleno! Pazzie, pazzie. Specchiatevi, o
giovani, in questi Innamorati ch'io vi presento; ridete di loro, e non
fate che si abbia a rider di voi.
PERSONAGGI
FABRIZIO, vecchio / cittadino.
EUGENIA, nipote di Fabrizio
FLAMMINIA, nipote di Fabrizio, vedova
FULGENZIO, cittadino / amante di Eugenia
CLORINDA, cognata di Fulgenzio
ROBERTO, gentiluomo
RIDOLFO, amico di Fabrizio
ATTO PRIMO
SCENA PRIMA
Flamminia e Eugenia.
ATTO PRIMO
SCENA SECONDA
Tognino e dette.
Flamminia - Poverino!
Flamminia - sdegnato?
Eugenia - Con questi uomini non bisogna poi essere tanto corrive;
e non sempre ben fatto far loro conoscere che si amano
tanto.
SCENA III
Eugenia e Tognino.
Eugenia - Che ha detto sua cognata, quando l'ha veduto venir cos
presto?
Tognino - Pu essere.
Tognino - Lo sa di certo?
Tognino - Subito.
SCENA IV
Flamminia e detti.
Flamminia - No forse?
Eugenia - Ma bene.
Eugenia - Ci fo la rima.
SCENA V
Flamminia ed Eugenia.
Eugenia - Niente.
Eugenia - Peggio.
Flamminia - E a me?
Eugenia - Peggio.
Fabrizio - Eh, gli uomini grandi, gli uomini di talento sublime, come
quello del signor Conte, non possono fare a meno di non
intendersi di ogni cosa. Vedr nella mia miserabile casa,
nel povero mio tugurio, nella mia capannuccia, dei tesori,
in materia di quadri, delle cose stupende. Cose che non le
ha il Re di Francia. Originali dei primi maestri dell'arte.
Signore nipoti, conducete questo cavaliere a vedere la
mia miserabile galleria. Fategli vedere quel quadro
maraviglioso, quell'opera insigne del pittor de' pittori.
Vedr, signor Cavaliere, un quadro spaventosissimo del
Tiziani, di cui mi hanno offerto due mila doppie, ed io l'ho
avuto per cento zecchini! Che dice eh? Per cento zecchini
un quadro che vale due mila doppie. Cosa vuol dire
intendersi delle cose! Oh, io poi per conoscerla non la
cedo ai primi conoscitori del mondo.
Fabrizio - Eh favorisca.
Roberto - No certo.
Roberto - Ne parleremo.
Fabrizio - Mi d parola?
GLINNAMORATI di Carlo Goldoni 17
Roberto - Contentatevi...
Fabrizio - Mi d parola?
SCENA VII
Succianespole - Signore.
Succianespole - Bene.
Succianespole - Ci ho gusto.
Succianespole - Gnor s.
Succianespole - Gnor s.
Succianespole - Gnor s.
Succianespole - Gnor s.
Succianespole - Gnor s.
Succianespole - Gnor s.
Succianespole - Gnor s.
Succianespole - Gnor s.
Succianespole - Gnor s.
Succianespole - Gnor s.
SCENA VIII
Lisetta e Ridolfo.
Ridolfo - Tutto al contrario. Vi dir quello ch'io son per fare, poich
Fulgenzio m'ha detto di dirlo pubblicamente. L'amico per
mezzo mio si licenzia dalla signora Eugenia. Desidera
farlo con civilt, ma qui non lo vedrete mai pi. (Se costei
glielo dicesse prima di me, mi farebbe piacere) (da s)
Ridolfo - Pu essere.
Lisetta - di l ora con un forastiere, che per ordine di suo zio gli
f veder certi quadri.
SCENA IX
Fulgenzio e detti.
Lisetta - (Mi pareva impossibile, che non avesse ad esser cos). (da
s)
Lisetta - di l che si veste. (Non gli dico niente del forastiere). (da
s)
SCENA X
Fulgenzio e Ridolfo.
SCENA XI
Eugenia - Sicuro.
Eugenia - Ha tabacco?
Fulgenzio - E perch?
Eugenia - Pazzo.
Eugenia - Andate.
ATTO SECONDO
SCENA I
Flamminia e Ridolfo.
Ridolfo - L'ho veduto qui, non sono ancora due ore. Mi figuro che si
saranno pacificati colla signora Eugenia.
SCENA II
Succianespole - Gnor s.
Fabrizio - Aspetta.
Succianespole - Gnor s.
Fabrizio - Fa presto.
Fabrizio - Ma spicciati.
Fabrizio - Ditegli che venga qui. Gli voglio far conoscere questo
degno galantuomo del signor Ridolfo. Vedrete un gran
cavaliere, signor Ridolfo: un pezzo grosso; uno di quelli,
che fanno tremare. Ma via, chiamatelo. (a Flamminia)
SCENA III
Fabrizio - Dille che venga qui, che una persona la vuol vedere, e le
vuol parlare.
Fabrizio - Parlo con ogni rispetto. So quel che dico, e la verit s'ha
da dire.
SCENA IV
Roberto - (Dica quello che vuole, io non voglio far una lite per
dargli gusto).(da s)
Fabrizio - Bene, si far la salsa verde per il mio padrone. Dica: gli
piace lo stufato?
Succianespole - Signore.
SCENA V
Eugenia, e detti.
Fabrizio - Eh, cosa dice mai? Lo riceve per grazia, per onore, per
gloria. Si accomodino. Una sedia al padrone. (porta una
GLINNAMORATI di Carlo Goldoni 38
sedia a Roberto) Ecco due sedie per le mie signore nipoti.
(porta le sedie) Stiano in allegria, si divertano, ch'io
ander a lavorare; ander a far il cuoco. Chi sono io? Sono
il cuoco del mio padrone.(parte)
SCENA VI
Lisetta e detti.
SCENA VIII
Fulgenzio e detti.
Eugenia - Per parte mia non v' dubbio; se voi poi non vi sentite in
istato di confermarlo...
SCENA IX
Fabrizio - Flamminia.
Fabrizio - No, fin tanto che il signor Conte sta in Milano, egli il
padrone di casa mia.
Fulgenzio - No certo.
Fulgenzio - (Mi fa specie che Eugenia non mi dice niente ch'io resti.
Segno che non le preme). (da s)
Eugenia - Che ragioni fiacche! dite che non volete restare, perch
vi preme di andare a casa, per non lasciar sola la signora
Clorinda vostra cognata. Ecco il perch. Ha ragione,
GLINNAMORATI di Carlo Goldoni 45
signor zio. Non l'obbligate a dar un dispiacere a quella
povera signorina.
Fabrizio - Oh bravo!
Fabrizio - Ors, non occorre altro. (So io quel che far. Ander io a
invitarla). Succianespole.
SCENA X
Succianespole e detti.
Fabrizio - (Ingegnati).
SCENA XI
Flamminia - Bravo, dite lor qualche cosa, che non istiano sempre
ingrugnati. (a Roberto)
SCENA XII
SCENA XIII
Eugenia - (Se ora mi tratta cos, guai a me se fosse mio sposo). (da
s)
Eugenia - Fermatevi.
Eugenia - In quell'altra?
Fulgenzio - Niente.
SCENA XIV
Eugenia - (Ah, trema della cognata. Gli duole che lo abbia veduto
ai miei piedi). (da s)
SCENA XV
Fulgenzio - Signora, non potere dire che sia stato sempre cos.
Eugenia - Che cosa sono questi segreti? Se avete dei segreti, non
avete tempo di comunicarveli in casa? Anche qui venite a
fare ci ci? Questo un volere provocare la mia sofferenza.
(parte)
SCENA I
Lisetta e Tognino.
Lisetta - Intesi dire che non lo fa, se non torna il di lui fratello.
Tognino - E il padrone?
SCENA II
Eugenia e detti.
SCENA III
Eugenia sola.
Flamminia e la suddetta.
SCENA V
Fulgenzio e dette.
Eugenia - Oh oh, ecco qui, ecco qui donde derivano le smanie del
signor Fulgenzio! Ecco lo sforzo della delicatezza d'onore!
Ha detto una parola torta alla dilettissima sua cognata. Ha
commesso un error grandissimo. Si sente morire d'averlo
Eugenia - Che? sono una bestia io? non merito l'assistenza del
cielo?
Eugenia - Anzi.
SCENA VI
Fulgenzio ed Eugenia.
Eugenia - Adempitelo.
SCENA VII
Ridolfo e detti.
SCENA VIII
Eugenia sola.
SCENA IX
Roberto - Tant' vero ch'io non lo credo, che se mai per avventura
accadesser di que' casi da me previsti, non avrei alcuna
difficolt ad offerirvi la mano.
Fabrizio ed Eugenia.
Eugenia - Ma signore...
Fabrizio - Non c' altro signore; converr ch'io trovi la dote, e voi lo
dovete sposare. (parte)
SCENA XI
Eugenia sola.
SCENA XII
Fulgenzio - No, ingrata. Gli palesai l'amor mio: gli spiegai la brama
di avervi in moglie. Il mio caro fratello me l'accorda
placidamente; mi esibisce poter condurre la moglie in
casa. pronto dividere, s'io lo voglio, l'abitazione e le
facolt. Mi ama tanto, che nulla seppe negarmi, e
permettetemi ch'io lo dica, se il zio non vi pu dar dote,
brama ch'io sia contento, e non avr per voi meno stima e
meno rispetto.
Eugenia - Povera me! son morta. (si abbandona sopra una sedia)
Fulgenzio - Quando?
Eugenia - Poc'anzi.
Fulgenzio - E perch?
SCENA XIII
Fulgenzio - Soccorretela.
Flamminia - Sorella.
Eugenia - S, perdonatemi.
SCENA XIV
Fabrizio e detti.
SCENA ULTIMA