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Ugo Foscolo

La vita
Niccol Foscolo (il nome Ugo venne
aggiunto in seguito) nacque a Zante
(anticamente Zacinto) una delle isole Ionie
che apparteneva allora alla Repubblica di
Venezia nel 1778
Nel 1785 la famiglia di Foscolo si trasfer in
Dalmazia, dove lui frequent i seminario
arcivescovile.
Dopo la morte del padre, a causa delle
difficolt economiche i quattro fratelli
Foscolo vengono divisi e affidati a diversi
parenti. Niccol (Ugo) torn a Zante presso
una zia fino a quando la madre superate le
difficolt non riusc a riunire la famiglia a
Venezia.
A Venezia Foscolo, nonostante parlasse
ancora meglio il greco dell'italiano, cominci
a frequentare i salotti dell'aristocrazia, tra
questi salotti, il pi importante era quello di
Isabella Teotochi Albrizzi che veniva
frequentato dai maggiori intellettuali del
tempo, (ad esempio Ippolito Pindemonte).
In questi anni Foscolo lesse i classici latini,
greci e italiani e la letteratura illuminista.
Frequent l'universit di Padova e fece i primi
tentativi poetici.
Dal punto di vista politico, Foscolo ader alle
idee rivoluzionarie (della rivoluzione
francese).
Nel 1797 Foscolo mette in scena la tragedia
Tieste, e che contraddistinta da un forte
spirito anti-tirannico, sul modello di quelle
scritte da Alfieri.
Divenuto un personaggio scomodo a causa
delle sue idee, fugge dalla repubblica
veneziana e si rifugia a Bologna che, con la
discesa dei francesi in Italia, era entrata a far
parte della Repubblica Cispadana.
Foscolo si arruola nell'esercito e pubblica
l'ode intitolata A Bonaparte liberatore.
Una volta che anche Venezia divenne parte
del territorio controllato dai rivoluzionari,
Foscolo vi fece ritorno, ma quando
Napoleone cedette Venezia all'Austria con il
trattato di Campoformio, Foscolo si sent
tradito e abbandon nuovamente la citt.
In questo periodo Foscolo si rec a Milano
dove conobbe Parini e Monti ed entr in
contatto con i gruppi giacobini (rivoluzionari)
e collabora alla redazione della rivista Il
monitore italiano.
Tornato a Bologna collabora col fratello che
aveva fondato una rivista intitolata Il Genio
democratico, inoltre inizia la stesura delle
Ultime lettere di Jacopo Ortis.
Quando le truppe austriache avanzano verso
Bologna, Foscolo si arruola nella Guardia
nazionale di Bologna e combatte al fianco dei
francesi.
In questo periodo Foscolo si innamora a
Firenze di Isabella Roncioni, e poi a Milano
di Antonietta Fagnani alla quale dedica l'ode
Alla Amica risanata.
In seguito ai comizi di Lione (1802) durante i
quali viene istituita la Repubblica italiana,
Foscolo rimane deluso dal ruolo di poco
valore riservato all'Italia nel sistema
napoleonico e quindi si dedica alla
pubblicazione delle Ultime lettere di Jacopo
Ortis, delle sue poesie e del commento alla
Chioma di Berenice di Callimaco.
Nel 1804 Foscolo si reca nel nord della
Francia al seguito dell'esercito napoleonico
che progettava di invadere l'Inghilterra.
Questo progetto viene rimandato e quindi
Foscolo si pu dedicare alla traduzione
dell'Iliade da greco e alla traduzione
dall'inglese dell'opera di Sterne intitolata
Viaggio sentimentale.
Tornato in Italia a Venezia e concepisce il
carme intitolato Dei Sepolcri.
Lavora all'Universit di Pavia ma poi la sua
cattedra verr eliminata.
Ormai i suoi contrasti con la cultura ufficiale
del regno napoleonico sono insanabili.
Infatti, la rappresentazione della sua
commedia Ajace viene vista come un attacco
diretto a Napoleone e Foscolo costretto ad
andarsene da Milano.
Soggiorna per due anni a Firenze
frequentando il salotto della contessa
d'Albany. Questo un periodo relativamente
tranquillo per Foscolo, infatti si pu dedicare
alla stesura delle Grazie, scrive la tragedia
Ricciarda, rivede e pubblica la traduzione del
Viaggio sentimentale di Sterne, alla quale
aggiunge la Notizia intorno a Didimo
Chierico e prosegue la traduzione dell'Iliade
dal greco.
Dopo la sconfitta di Napoleone a Lipsia
Foscolo torna a Milano e al rientro degli
austriaci a Milano riceve la proposta di
dirigere la rivista culturale chiamata
Biblioteca Italiana.
Ma Foscolo rifiuta l'offerta e si rifiuta anche
di giurare fedelt agli austriaci.
Nel 1815 fugge da Milano per la Svizzera
dove viene per perseguitato dalla polizia.
Pubblica a Zurigo la nuova edizione delle
Ultime lettere di Jacopo Ortis e l'anno dopo
emigra a Londra.
A Londra all'inizio viene accolto
favorevolmente ma presto, a causa del suo
carattere difficile, viene isolato anche dagli
altri esuli italiani.
In questi anni compone moltissimi scritti di
critica letteraria, ha gravi problemi
economici, vive assillato dai creditori e
finisce in prigione per debiti.
Negli ultimi anni della sua vita si prende cura
di lui sua figlia Mary (che aveva avuto da una
relazione con una donna inglese anni prima) e
alla fine mor nel 1827 a quarantanove anni.
La sua salma attualmente riposa nella chiesa
di Santa Croce a Firenze.

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