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Introduzione
la lettura:
personaggi che leggono
la lettura come coprotagonista: fahrenheit 451
la scrittura:
personaggi che scrivono
la scrittura come coprotagonista: l'uomo che amava le donne e Adele H?
conclusioni
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Capitolo 1
1 Intervista rilasciata a Luce Sand, Jeune Cinma, n. 31, maggio 1968 in A. Gillain, a cura di,
Tutte le interviste di Franois Truffaut sul cinema, Gremese Editore, Roma 1990, pag. 8
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che mi ha allevato nella prima infanzia, amava molto i libri. A quei tempi passavo
molto tempo in rue Laffitte, da un libraio dove lei acquistava e prendeva in
prestito libri [] lei che ha cominciato a leggermi dei libri e a insegnarmi a
leggere. [] In seguito ho vissuto con mia madre che non sopportava i rumori e
m'impediva di muovermi e parlare per ore e ore. Allora io leggevo: era la sola
occupazione a cui potessi dedicarmi senza disturbarla. Durante l'occupazione
tedesca ho letto moltissimo e poich stavo spesso solo mi misi a leggere i libri
degli adulti, quelli che leggeva mia madre. Arrivato a tredici o quattordici anni
comprai, a cinquanta centesimi al pezzo, quattrocentocinquanta volumetti
grigiastri, Les Classiques Fayard, e mi misi a leggerli in ordine alfabetico,
cominciando da A (Aristofane) per finire alla V (Voltaire) senza saltare un titolo,
un volume, una pagina.2.
La passione per la lettura coincide dunque con l'amore per i classici della
letteratura, amore confermato, nonostante qualche piccola correzione, anche
dall'amico dell'infanzia e di tutta la vita Robert Lachenay Il pomeriggio
discutevamo di George Sand era andata a letto con il dottor Pagello mentre De
Musset agonizzava? - senza occuparci di quel che succedeva in classe. Franois
aveva acquistato la collezione completa dei classici Fayard, a 0,65 franchi, e
aveva cominciato a leggerli per ordine alfabetico. Scopr Balzac, avendo saltato
Aristofane, e questo ci diede la possibilit di alimentare la nostra conversazione
letteraria per un intero anno scolastico. Io leggevo Paul de Kock, Pierre Loti e
Paul Bourget. Lui riusc a convincermi della superiorit di Balzac, e quando mi
parl del Giglio nella valle e del bacio sulla spalla di Madame de Mortsauf, che
lo sconvolgeva [] 3.
L'amore eversivo per Balzac, sottolineato ulteriormente dalle stesse
parole del regista Ero una pecora nera: tutto quello che facevo era mal visto e
cos io non andavo alle lezioni, mi rintanavo nella biblioteca municipale a
2 Ibidem, pag. 19
3 R. Lachenay, Una giovinezza, in A. Bergala, M. Chevrie, S. Toubiana, a cura di, Il romanzo di
Franois6 Truffaut, Ubulibri, Milano, 1986
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leggere Balzac.4 riemerger a pi riprese nell'opera cinematografica di Truffaut,
gi a partire da I quattrocento colpi. Ne rimane traccia anche nella corrispondenza
con l'amico Lachenay5 Ho ricevuto i tuoi due pacchi. Balzac in salvo. o
ancora Ho incontrato Alfred Adam a casa sua, ha tutto Balzac rilegato, e un
sacco di altri libri.
Per quanto riguarda invece il potere sconvolgente della lettura associato al
tempo stesso al conforto dalla solitudine e alla trasgressione, nuovamente il
regista a precisare che [] io marinavo la scuola, andavo al cinema di
nascosto, e poi si facevano tante bestialit durante la guerra che ogni volta che
sullo schermo c'era qualcuno nei guai, ogni volta che qualcuno si trovava in
situazioni irregolari, io mi identificavo con lui. La lettura di Madame Bovary per
me stato uno shock: era come marinare la scuola. Tanti amanti e cos pochi
soldi! Io mi esaltavo a tutto questo, detestavo tutto ci che era normale.6 Si tratta
dello stesso spirito che anima le poche relazioni non conflittuali con
rappresentanti del mondo degli adulti. il caso, ad esempio, della complicit che
lo lega alla madre del suo amico Claude Vega Franois era [] vivacissimo, era
divertente, anche se non sempre aveva da mangiare... e leggeva, leggeva... spesso
mia madre lo coglieva sul fatto e sobbalzava: Come! Leggi questa roba alla tua
et!. Lui rispondeva: molto interessante, mica leggo cose qualsiasi!7.
Sui gusti e le manie letterarie del regista si avr modo di tornare in seguito,
per adesso ci sembra sufficiente registrare che la prima passione, quella per la
lettura appunto, conflu quasi immediatamente nella passione che diventer il
fulcro della sua intera esistenza, il cinema. Nel frattempo per, Truffaut ha gi
attraversato la tentazione di specializzarsi nell'altro lato della lettura, la scrittura, e
alla domanda se abbia mai pensato di fare qualcosa di diverso dal regista, ossia lo
scrittore, risponde Lo scrittore, forse verso gli undici anni. Negli anni 1942-43,
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quando leggevo Zola, forse in quel momento l'ho pensato, ma in seguito a partire
dai film americani del 1946 ero regista8.
Si tratta di un breve innamoramento, durato giusto un paio d'anni prima
che la strada del cineasta divenisse il percorso ideale, eppure, Truffaut rimarr
scrittore ancora per almeno dieci anni. E nonostante l'amore incondizionato per il
cinema, sar costretto a frequentarlo a lungo attraverso e grazie al filtro della
scrittura. Il riferimento al periodo di apprendistato come critico nei Cahiers du
cinma diretti da Andr Bazin ovvio. Non si tratta della sua primissima
esperienza, ma sicuramente della pi formativa. Anche e soprattutto per la
presenza di Bazin che era diventato nel frattempo un solido punto di riferimento in
un momento della vita di Truffaut piuttosto tormentato, segnato dall'arruolamento
volontario per la guerra in Indocina in seguito a una delusione amorosa e
dall'accusa di diserzione dovuta al prolungamento abusivo di una licenza,
conclusasi con un periodo di carcere militare e infine con la detenzione in un
ospedale psichiatrico9. Esperienza in seguito alla quale Bazin divenne a tutti gli
effetti il tutore legale di Truffaut.
ricordando quel periodo infatti che il regista richiama quella che
considera un'opera che ebbe un ruolo molto importante nella sua vita, anche per
quanto riguarda la scrittura in senso stretto. Si tratta de Le journal du voleur
[Diario di un ladro] di Jean Jenet. In proposito Truffaut racconta Questo libro
l'ho rubato, giustamente, un giorno del 1948, tre mesi dopo aver deciso di
arruolarmi. possibile che abbia influenzato la mia scelta di disertare... ed
anche probabile che abbia contribuito a sviluppare in me il gusto dei diari, delle
cronache. Infatti, sotto le armi tenevo un diario e mi ricordo benissimo che dopo
la diserzione e l'arresto riuscii a tenere con me una sola cosa, un libro di piccolo
formato, facile da nascondere. Era Isabelle di Gide. Ed appunto sui margini di
Isabelle che ho continuato a scrivere, giorno dopo giorno, note a matita di
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nascosto ovviamente finch Andr Bazin non venne in mio aiuto10. Anche in
questo caso il rapporto con la scrittura e la lettura mantiene il suo carattere
eversivo, caratteristica che rimarr inalterata anche nel momento in cui Truffaut
sar oramai diventato un collaboratore fisso dei Cahiers du cinma, e il gusto per
l'eversione lo manifester nei contenuti delle sue critiche.
Le esperienze legate alla scrittura hanno per per Truffaut, anche a suo
dire, un carattere diverso, dovuto in grossa parte al rapporto estremamente
difficile con la scuola e la cultura accademica. L'infanzia di Truffaut, per sua
stessa ammissione, costellata di fallimenti scolastici, di scarso interesse nei
confronti delle lezioni e della cultura accademica. Questo lo porter col tempo a
definirsi un autodidatta specializzato11, dell'autodidatta infatti, ha senza ombra
di dubbio la foga, la voracit e l'ostinazione che lo porteranno a dire a proposito
del rapporto tra lettura e cinema Il mio passaggio nell'esercito mi aveva
disgustato del cinema. Da quando avevo dodici anni avevo annotato su un
taccuino tutti i film visti, in ordine alfabetico, mettendo delle croci accanto a
quelli visti pi volte [] sotto le armi avevo calcolato di aver visto quasi duemila
film in sei o sette anni e di aver quindi perso quattromila ore di lettura. Ero
disgustato di me stesso, pensai che non potevo neanche considerarmi un
autodidatta, perch un autodidatta si coltiva da solo e io invece non avevo ancora
imparato niente12.
Sicuramente un giudizio duro nei confronti di s stesso, ma almeno per
quanto riguarda la specializzazione, letteratura e cinema diventano delle vere e
proprie ossessioni Siccome sono un autodidatta che non si piace, io non
m'insegno nulla, o quasi. Ci che mi salver l'essermi specializzato molto
presto nel cinema13.
Eppure il suo rapporto con la formazione, e il fatto di non essere mai
approdato a un titolo di studio lo faranno sentire spesso incompleto sotto alcuni
10 Ivi
11 Cfr. P. Malanga, Tutto il cinema di Truffaut, Baldini e Castoldi, Milano, 1996, pag. 26 e segg.
12 A. Gillain, a cura di, Op. cit., pag. 19
13 F. Truffaut, Op. cit., pag. 49
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aspetti, e come sostiene Malanga anche se arriver ai vent'anni avendo letto
tanto quanto un professore universitario di letteratura francese, Truffaut avvertir
sempre come un handicap la mancata carriera scolastica14 percezione
d'incompletezza che lo porter addirittura a dichiarare che Nella vita mi sono
sentito spesso a disagio come giornalista, perch non avendo studiato ritenevo di
non avere il diritto di scrivere o temevo di scrivere male15 e ancora, in occasione
dell'allontanamento dai Cahiers du cinma escluso dalla lettura della rivista
chiunque non abbia una cultura universitaria...16. Ma oramai la vocazione per il
cinema l'aveva condotto alla consapevolezza che la sua strada era la regia
piuttosto che la critica, e lettura e scrittura erano gi destinate a diventare parte
integrante del suo universo cinematografico, componenti essenziali ma non
altrettanto essenziali quanto la finzione che prende vita sulla pellicola.
Su questo punto le sue parole sono quanto mai chiare Se il cinema finisse
io sarei spacciato. Non potrei fare niente, sarei come un infermo. La mia una
specializzazione pura, non ho mai la sensazione di stare al cinema per caso. []
La gente pu amare o non amare i miei film, ma non pu contestare il fatto che io
sia un cineasta. Voglio dire, insomma, che non c' stata impostura da parte mia,
non mi sono sbagliato sulla mia vocazione17.
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Filmografia