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Tali indagini non possono non richiamare in causa, se non riproporre, discussioni gi da tempo
affrontate nella storia del pensiero, seppur in modi e contesti diversi. Lidea di un contenuto co-
mune ai diversi sistemi di segni ben presente fin nellantichit: Aristotele nella Poetica accomu-
na il poeta e il pittore (ma il discorso vale anche per la musica e le altre forme letterarie) in quan-
to entrambi attuano nella loro opere una mimesis, precisando comunque subito che la mimesis
non soltanto la riproduzione, la rappresentazione del reale: si imitano le cose quali furono e so-
no, ma anche quelle che si dice e sembrano, oppure quelle che dovrebbero essere (1460 b t sgg.).
Le diverse arti per si differenziano perch imitano con mezzi diversi: ad esempio si pu imitare
le cose raffigurandole con i colori e le figure (schemata), oppure con la voce (gli altri due criteri di
differenziazione, relativi ai soggetti e ai modi (1447 a) sembrano riferirsi, negli esempi dello stagi-
rita, a distinzioni allinterno dei diversi sistemi semiotici, pi che tra essi).
Anche per i teorici greci e latini successivi ad Aristotele (da Dionigi di Alicarnasso a Quintiliano)
la descrizione poetica e la rappresentazione pittorica si inquadravano entrambe nella dottrina
mimetica: si deve a Plutarco laforisma secondo cui la pittura poesia muta, e la poesia pittura
parlante. Una tale concezione si rispecchia nella pratica dellEkfrasis, che per gli antichi era la de-
scrizione di opere darte reali o immaginarie (come il caso dello scudo di Achille nellIliade),
inserita come pezzo di bravura, dotato di un valore artistico autonomo, allinterno di opere let-
terarie, in genere sospendendone la continuit diegetica. Come osserva Hamon (1991), in quanto
momento di dispiegamento di un far vedere la descrizione , in questa concezione classica di
una rivalit con la pittura, associata indifferentemente alla poesia o alla prosa.
Lidea di una intersemioticit del contenuto figurativo si ripresenta nei repertori dellet medioe-
vale, periodo in cui, come ha osservato Maria Corti (1997), vi era una grande facilit nel collegare
descrizioni verbali e rappresentazioni iconiche. Secondo Garroni (1973) la stessa presenza nei vari
temi iconografici di poche variabili e di molte costanti iconiche favoriva non solo il loro ricono-
scimento, ma anche la loro trasposizione in sistemi semiotici diversi.
Ma in particolare il rinascimento che pone la dottrina mimetica come tronco comune della
teoria delle arti in generale e in particolare delle arti sorelle della letteratura e della poesia: il
tema dellut pictura poiesis, come incominci ad essere definito prendendo a prestito
unespressione dellArs Poetica (V, 361) di Orazio (il quale per altro si limitava a dire che certe
poesie, come certi quadri, piacciono una sola volta, mentre altri piacciono sempre). La teoria del-
la similarit tra le arti, come noto, rimase dominante fino al 700, nonostante gi Leonardo nel
Paragone tra le arti, prima parte del Trattato della Pittura, avesse operato un confronto tra le strut-
ture e le tecniche di realizzazione di musica, pittura e poesia, sottolineando i contrasti tra le ultime
due sia a livello di percezione (simultanea per la musica e la pittura, separata nel tempo per la
poesia), sia a livello del contenuto e del rapporto tra sistemi linguistici e mondo naturale (la poe-
sia pone le sue cose nella immaginazione di lettere, e la pittura le d realmente fuori dellocchio,
dal quale occhio riceve le similitudini, non altrimenti che selle fussero naturali; Trattato, 2, 17).
Sar per solo nel 700 che lopposizione tra la pittura, legata allo spazio, e la poesia, che si artico-
la nel tempo, verr teorizzata sistematicamente. Nei secoli che intercorrono, osserva Hamon
(1991), letteratura e pittura saranno spesso messi a confronto, in opposizione, in parallelo o in me-
tafora, ma bisogner aspettare il Laocoonte di Lessing perch la distinzione tra le arti sia posta
con chiarezza in base a un esame approfondito delle caratteristiche propriamente formali. Lessing
rifiuta lomologazione tra poesia e pittura, e lo fa in base a dei criteri non soltanto estetici, ma so-
prattutto semiotici (cfr. Parret 2000): pittura e poesia, infatti, si differenziano innanzitutto per i
mezzi o segni di cui ognuna si serve (figure e colori nello spazio la prima, suoni articolati nel tem-
po la seconda), in secondo luogo per gli oggetti che tali segni esprimono: oggetti nel caso della
pittura, azioni nel caso della poesia (Laocoonte, cap. xvi). La differenza posta, dunque, non solo
a livello dellespressione, ma cosa che pi ci interessa per il nostro discorso anche al livello
del contenuto.
Lopera di Lessing segna una svolta rispetto alle concezioni passate, inaugurando una tradizione di
pensiero che vedr per tutto lottocento un susseguirsi di tentativi di organizzare un sistema delle
arti, e che, dai formalisti russi al Della Volpe, si pone ancora oggi, in antinomia con la reazione
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crociana e con la tendenza unificatrice cos diffusa nella riflessione e nelle pratiche estetiche nove-
centesche, come uno dei poli di un dibattito che (come abbiamo gi osservato) costituisce uno
degli sfondi dello sviluppo della semiotica come disciplina.
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