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COMUNE CASTELLUCCIO SUPERIORE

Consiglio Comunale in Sessione Straordinaria Pubblica del 03 Marzo 2014

"ACCORDO DI COMPENSAZIONE PER L'ESERCIZIO DELLA CENTRALE ENEL DEL


MERCURE, CONDIVISIONE ED AUTORIZZAZIONE ALLA SOTTOSCRIZIONE"

Relazione del consigliere di minoranza Alessandro De Luca

Io sottoscritto Alessandro De Luca, in relazione all'Accordo di Compensazione oggetto


della seduta consiliare e alle vicende della Centrale Enel del Mercure,

MI DICHIARO

favorevole alla riapertura della Centrale ma a condizione che la stessa venga


contestualizzata e adattata al luogo che la ospita. A tal riguardo, giova ricordare, che
vari studi e lo stesso Piano del Parco (in via di approvazione) indicano, in aree
protette, potenze accettabili, anche in termini di approvvigionamento della biomassa,
intorno ai 5 MW. Un tale ridimensionamento la renderebbe ecologicamente sostenibile e
compatibile con l'ambiente e con il Parco del Pollino, offrendo, con maggiore certezza ed
efficacia, le necessarie garanzie, per le decine di migliaia di residenti, in termini di tutela
della salute.

Una soluzione del genere, probabilmente, garantirebbe il mantenimento degli attuali posti
di lavoro e la creazione di altri senza alterare gli equilibri ambientali e sociali in termini di
aumento di inquinamento e del traffico pesante sulle strade interne dell'area che, non
essendo idonee al transito quotidiano di decine e decine di autoarticolati, sarebbero fonte
di congestioni e di seri pericoli per la circolazione.

Un impianto pi appropriato (5 o max 10 MW) ridurrebbe enormemente le emissioni di


CO2, polveri sottili (PM10), SOx e NOx ma anche la filiera lunga e quindi il transito
giornaliero dei camion a vantaggio della filiera corta (produzione in loco della biomassa)
con un impatto ambientale enormemente pi ridotto e maggiori vantaggi economici per i
residenti. Un impianto da 35/41 MW, come attualmente immaginato, del tutto
incompatibile con la vocazione dell'area e con la presenza di un Parco Nazionale.

L'orientarsi verso un impianto di una potenza cos impegnativa sembrerebbe, a parere del
sottoscritto, essere dettato pi da: accordi tra lobbies economico-politiche
(autotrasportatori e chi li sostiene), piuttosto che da considerazioni produttive, energetiche
e di vera sostenibilit ambientale; e dalla necessit di Enel spa di ottenere gli ambiti
Certificati Verdi e gli incentivi statali che, tra l'altro, vengono pagati dai cittadini con la
propria bolletta.

Tale soluzione risulta insostenibile e poco appetibile anche in termini di posti di lavoro
effettivamente creati (non parliamo certo di 400/500 posti di lavoro! Ma solo di alcune
decine!), e comunque non paragonabili ai danni soprattutto ambientali, sia reali che
potenziali, ma anche in termini di immagine per l'intero territorio e quindi per il Parco
stesso. Probabilmente il danno che ne deriverebbe, anche in termini di ricadute
economiche negative in altri settori produttivi come quello turistico e agricolo, potrebbe
essere addirittura comparabile se non superiore ai benefici economici derivanti dalla
messa a regime di una centrale con una potenza simile.
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In tale ottica chiedo a tutti gli attori coinvolti in questa vicenda, e nello specifico
all'Amministrazione comunale di Castelluccio Superiore, nella persona del Sindaco (che,
tra l'altro, ha pi volte, in passato, manifestato il proprio dissenso verso un impianto cos
strutturato e solo ultimamente sembra aver cambiato idea, probabilmente, in coincidenza
dell'ingresso al tavolo delle trattative del comune di Lauria), di ritornare a mettere il bene
della Comunit (intesa nella pi ampia accezione del termine) al di sopra di ogni altro
interesse e considerazione.

Auspico che la Salute (che Il Bene Supremo e sinonimo di Vita) dei Cittadini e che,
ricordo, siamo noi ed i nostri figli, non diventi oggetto di uno scambio perverso.

Proviamo a riflettere e a chiederci quanti posti di lavoro metterebbe a rischio una riduzione
a 5 o 10 MW rispetto a quelli ipotizzati da Enel con una centrale da 35 MW. Qualche unit
per ogni comune?

Siamo disposti, quindi, ad accettare una valle, un territorio sicuramente pi inquinato,


invaso da Tir con una immediata riduzione della qualit della vita e con seri rischi per la
salute per le nostre famiglie solo per qualche posto di lavoro?

Basta guardarsi in giro per capire che per creare qualche posto di lavoro, forse anche una
decina per comune, in 20 anni (dal 1993-1997 che Enel ha smesso di funzionare con
continuit e regolarit) sarebbe bastata una maggiore capacit gestionale e amministrativa
per es. per valorizzare pi adeguatamente le aree artigianali che sono spesso tutt'altro che
produttive, anche con finanziamenti ad hoc sostenuti dalle rispettive Regioni (fin. tendenti
a rendere pi appetibile l'allocazione, in tali contesti, da parte di imprenditori delle loro
aziende).

Qualcuno obietter che il lavoro esso stesso un diritto/dovere fondamentale per una
societ e viene tutelato dalla stessa Costituzione come principio fondante di una
Repubblica democratica.

Niente di pi vero! Pu tuttavia il lavoro prevalere, ad ogni costo, anche sul diritto alla
salute e quindi alla vita?

Proviamo a rispondere vedendo cosa dice la Costituzione!

L'art. 1 recita: "L'Italia una Repubblica democratica, fondata sul lavoro." Quindi
sembra confermare la fondamentale importanza del lavoro, ma esso al di sopra del
diritto alla salute?

A tal proposito l'art. 2 ci ricorda che: "La Repubblica riconosce e garantisce i diritti
inviolabili dell'uomo...". E quale diritto pu essere superiore alla salute e quindi alla vita?

Inoltre l'art. 9 ribadisce che: "La Repubblica ....Tutela il paesaggio ......" E cos' il
paesaggio se non la natura in relazione all'uomo come rivela la parola stessa che ha una
radice antropocentrica in "paese".

In ultimo, ma non ultimo, l'art. 32 ci ricorda che: "La Repubblica tutela la salute come
fondamentale diritto dell'individuo e interesse della collettivit..."

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Basterebbe la lettura di questi semplici ma fondamentali articoli della Costituzione per
decidere senza alcun dubbio da che parte stare, d'altronde anche la saggezza popolare
rivendica una primazia della salute sopra ogni altra cosa!

REPUTO

L'Accordo di Compensazione proposto non solo tardivo e fortemente lacunoso ma anche


oscuro e inefficace a raggiungere gli obiettivi che si propone, ovvero:

a) superare il contenzioso amministrativo e giudiziario in essere tra parti firmatarie in


relazione alla riconversione a biomasse e all'esercizio della Centrale;
b) a rafforzare le garanzie ambientali connesse all'esercizio della Centrale gi
previste dai vigenti atti autorizzativi ed in particolare dal Decreto autorizzativo;
c) a favorire una sempre maggiore integrazione delle attivit connesse all'esercizio
della Centrale con le comunit locali;
d) a favorire il coinvolgimento dell'imprenditoria e della forza lavoro locali nelle
ricadute produttive ed occupazionali connesse all'esercizio della Centrale.

Innanzitutto si evidenzia la mancanza di un vero e proprio Crono-programma degli


interventi che individui concretamente le azioni da mettere in campo e che chiarisca quali
siano i ruoli e le responsabilit di ogni attore in scena e quali i tempi di realizzazione di
ogni azione.

Inoltre vi sono, all'interno dello stesso accordo, molti punti oscuri e assolutamente
discutibili come per esempio la previsione della costituzione di un Osservatorio Ambientale
(art 5) una Onlus che gestir 100 mila euro annue per otto anni con possibilit di ulteriore
proroga per ricerche e studi in campo ambientale a cura di esperti.

Mi chiedo perch fare ulteriori studi quando gi ne esistono, in gran quantit, in tutta Italia
per impianti simili e alcuni specifici sulla Centrale e che vengono puntualmente disattesi e
inascoltati? Perch spendere 100 mila euro all'anno per studi e consulenze che
dovrebbero rientrare nel lavoro ordinario di uffici regionali e Agenzie Ambientali e
soprattutto se poi abbiamo difficolt a rispettare leggi vigenti e pareri delle Istituzioni? Lo
stesso Accordo proposto, d'altronde, rappresenta un tentativo, palesemente maldestro, di
aggirare leggi e ostacoli normativi! Osservatorio Ambientale che va a sovrapporsi, tra
l'altro, al Comitato Tecnico Scientifico previsto dalla Convenzione, sottoscritta nel 2009, tra
il comune di Laino Borgo e Enel Produzione spa che chiamato ad esprimere un parere
tecnico-scientifico con perizia giurata pro-veritate sulla Centrale in ordine alla compatibilit
territoriale dell'impianto e alla tutela della salute e dell'ambiente a fronte di un costo, una
tantum, pari a 120 mila euro.

In definitiva siamo pronti a spendere cifre esorbitanti (intorno al Milione di euro o pi) per
studi la cui utilit tutta da dimostrare (laddove basterebbe un puntuale e attento
monitoraggio da parte degli uffici e le agenzie regionali preposti alla tutela ambientale).
Studi e consulenze che andranno a riposare nei cassetti di qualche scrivania oltre ad
alimentare ci che potrebbe apparire un sistema clientelare di alto borgo!

Ritengo pi consono e opportuno utilizzare tali fondi, o perlomeno gran parte di essi,
andando a rimpinguare la somma di 1.100.000 euro (gestita direttamente dai comuni) per
le iniziative verso le comunit locali (art. 6), cos da ottenere delle ricadute pi immediate e
tangibili per i cittadini della valle.
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Altri punti sono al limite della legittimit e/o legalit e forse anche oltre, mi riferisco alle
previsioni di cui all'art. 8 lettera a) e b) dove si prevede, rispettivamente, di privilegiare la
forza lavoro giovanile di nuova occupazione disponibile nell'ambito territoriale dei comuni
della Valle del Mercure e di coinvolgere le imprese (ed in special modo le PMI) della valle
del Mercure per l'affidamento di appalti di fornitura di beni e servizi inerenti le attivit della
Centrale, nel rispetto della normativa sugli appalti, per un valore indicativo di almeno il
50%...

Ora atteso che, secondo il Consiglio di Stato VI, sentenza 4711 del 17-09-2002, Enel
s.p.a. comunque un soggetto che mantiene natura pubblicistica anche a seguito della
trasformazione in s.p.a., in quanto tale veste formale inidonea a trasformare la natura pubblicistica di
soggetti che, in mano al controllo maggioritario dellazionista pubblico, continuano ad essere affidatari di
rilevanti interessi pubblici. Al fine di qualificare un Ente come organismo di diritto pubblico necessaria la
concorrenza di tre requisiti, cui la normativa nazionale, ricalcando quella comunitaria, subordina
lattribuzione di detta qualifica: a) il requisito della personalit giuridica; b) la sottoposizione ad una influenza
pubblica; c) il fine del soddisfacimento di bisogni di interesse generale non aventi carattere industriale o
commerciale.

E inoltre secondo la Corte dei conti, sez. giurisd. per la Regione Lombardia, 22/2/2006 n.
114 [...deve ritenersi che l'ENEL s.p.a rivesta natura di ente pubblico, ovvero di organismo
di diritto pubblico. Come chiaramente affermato dal Consiglio di Stato (Cons. Stato, sez. VI, 17 settembre
2002, n.4711), nonostante la sua trasformazione in societ per azioni e la progressiva liberalizzazione del
settore dell'energia elettrica, ENEL s.p.a. continua ad agire per il conseguimento di finalit pubblicistiche (la
produzione ed erogazione di energia elettrica rimane servizio pubblico essenziale anche se non pi gestito
in modo monopolista dallo Stato) e lo Stato, nella sua veste di azionista di maggioranza, continua a
indirizzare tali attivit societarie a fini di interesse pubblico generale, anche al di l e prescindendo dal mero
intento lucrativo. L'ENEL s.p.a. appartiene, comunque, alla categoria dell'organismo di diritto pubblico
(seppure sub specie di societ per azioni), essendo dotata di personalit giuridica, sussistendo un'influenza
dominante esercitata su di essa dallo Stato e la destinazione della relativa attivit a fini prevalentemente -
seppure non esclusivamente - di interesse generale. La natura di ente pubblico condivisa
altres dalle societ controllate in misura pressoch totalitaria dall'ENEL spa.
Sussistono, infatti, degli stretti vincoli che legano tra loro le societ appartenenti ad uno stesso gruppo e, in
particolare, le societ controllate alle relative controllanti (vincoli che, del resto, sono stati ratificati e codificati
dal novello Capo IX del Titolo V del Libro V del codice civile, intitolato alla "Direzione e coordinamento di
societ"). Ovviamente, il legame tra controllante e controllata non pu essere a senso unico ma impone,
necessariamente, una corrispondenza biunivoca, sicch appare irrazionale negare alla seconda la natura
che si inteso attribuire alla prima. In particolare, "lo svolgere, da parte di una s.p.a., di un'attivit
strettamente funzionalizzata ai bisogni della societ controllante, che, a sua volta, organismo di diritto
pubblico, determina il partecipare della prima alle stesse finalit della seconda, anche sotto il profilo del
soddisfacimento di bisogni di interesse generale, con la conseguenza che alla s.p.a. controllata va ascritta la
qualifica di organismo di diritto pubblico"].

Da quanto sopra riportato appare evidente che Enel spa e le sue societ controllate,
avendo natura di Ente pubblico, sono tenute al rispetto della normativa di accesso al
pubblico impiego e della legge sugli appalti e forniture pubbliche e quindi non si
comprende come possa onorare gli impegni indebitamente assunti all'art. 8 dell'Accordo di
Compensazione.

Inoltre all'art. 11, in riferimento al Piano del Parco, in fase di approvazione, viene chiesto,
come contropartita, alle Regioni Calabria e Basilicata, di valutare apposita deroga per la
Centrale Enel del Mercure relativamente alla potenza installata in quanto impianto
esistente prima dell'adozione del Piano stesso.

Richiesta quest'ultima che, qualora accettata dalle Regioni, richiederebbe la ridiscussione


del Piano del Parco modificato riportandolo all'attenzione della Comunit del Parco e del
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Consiglio Direttivo del Parco i quali dovrebbero fare atto di abiura per poi rilasciare un
parere positivo (sconfessando quello negativo gi emesso) alla realizzazione della
Centrale: un iter talmente farraginoso da apparire del tutto improbabile.

Sarebbe come chiedere all'Ente Parco di snaturarsi e annullarsi completamente e dunque,


costatata la sua totale inutilit, perch non chiederne lo scioglimento.

Senza contare, poi, che tutto ci e lo stesso Accordo di Compensazione proposto non
avrebbe alcun senso qualora il Consiglio di Stato nella data dell'otto aprile autorizzasse di
nuovo e definitivamente Enel spa a riprendere la propria attivit.

Pertanto,

per le motivazioni sopra esposte, ritengo di non condividere quanto contenuto nel presente
Accordo di Compenszione ed

ESPRIMO

il mio parere negativo alla sottoscrizione.

Castelluccio Superiore 03 marzo 2014

Il Consigliere di Minoranza

Alessandro De Luca

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