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Foucault rilevante per singolarit e attualit, in particolare per l'elaborazione del concetto di
ontologia critica dell'attualit. Con tale espressione, Foucault, in una felice rilettura dello scritto
kantiano Was ist Aufklrung? ripropone l'illuminismo come momento che per primo nell'et
moderna indica un rinnovato atteggiamento nei confronti dell'attualit e del nostro essere storico.
Respinto qualsiasi ricorso a una posizione che rientri nella tradizione dell'umanesimo, che serve
a colorare e a giustificare quelle concezioni dell'uomo a cui costretto a ricorrere1, tale pensiero si
caratterizza anzitutto per essere critico e marcatamente storico.
Tale posizione, presentata come cifra distintiva della modernit, rientra pi nelle corde del
pensiero dell'autore, in particolare per ci che riguarda il metodo genealogico e archeologico della
sua ricerca. La fecondit di tale posizione in assonanza con una certa concezione della storia nel
pensiero postmoderno: non pi una concezione della storia che affondi nell'assunto di
un'equiparazione tra melius e novum,2 bens di una problematizzazione dell'attualit.3
L'attualit posta al centro della riflessione non come esito di un continuum longitudinale
necessario nel presente, quanto come momento archimedeo di una critica e di una creazione
permanente di noi stessi nella nostra autonomia4
Una nuovo ruolo dell'attualit, che prelude a una sua de-realizzazione e analisi critica andando a
individuare quelle faglie molteplici, varie, contingenti, di discontinuit che ne sono le matrici: una
critica che archeologica, come metodo nel trattare gli ordini del discorso che articolano ci che
noi pensiamo, diciamo e facciamo come altrettanti eventi storic; e genealogica per farci cogliere
nella contingenza che ci ha fatto essere quel che siamo, la possibilit di non essere pi, di non fare
o di non pensare pi quello che siamo, facciamo o pensiamo.5
Emerge una concezione dinamica della realt, con un rinnovato ruolo del possibile: una storicit
in cui l'attualit non costituisce un punto inemendabile di gravitazione universale, ma l'effettivit
positiva di ci che presente ricompresa in una dimensione in cui ricompresa nella dimensione
di ci che, pur non essendo attuale, non perci ineffettuale6.
L'importanza etica di questo pensiero viene sottolineata dallo stesso Foucault, il quale parla di un
vero e proprio ethos filosofico, una modalit d'essere, in cui alla riflessione sulla storia si
cos, in questo gioco della verit e della finzione o se preferisce, della constatazione d ella fabbricaizone
consentir di fare apparire chiaramente cosa ci lega alla nostra modernit e al tempo stesso ce la far apparire come
alterato. L'esperienza tramite la quale noi giungiamo a individuare certi meccanismi [] e al tempo stesso ,
percependoli in forma totalmente diversa, riusciamo a staccarcene, deve essere una sola. [...]Partendo dall'esperienza,
occorre aprire la via di una trasformazione, di una metamorfosi che non sia semplicemente individuale, ma abbia un
carattere accessibile agli altri. Questa esperienza, cio, si deve poter legare, in certa misura, a una pratica collettiva e a
un modo di pensare.10
Quel che,inoltre, rende il pensiero del filosofo francese particolarmente interessante e in linea
con la proposta di una possibile etica per il post-moderno la concezione del soggetto.Nello studio
delle condizioni storiche di formazione delle modalit di soggettivazione, si include anche ci che
umano e individuale non : i dispositivi (di discorso, tecnici, istituzionali, culturali, ecc.11). Come
per Derrida non c' un fuori testo12, cos per Foucault, possiamo dire, non c' fuori (testo del) potere.
Il soggetto gi da sempre ecceduto da forze impersonali che lo effettuano ma verso cui pu
esercitare una potenza intesa come capacit trasformativa del suo stesso modo d'essere13. Il soggetto
decentrato in nome delle condizioni (pre-individuali) che l'hanno reso storicamente possibile, su
cui chiamato a render ragione in nome di un lavoro sui nostri limiti, vale a dire un travaglio
paziente che d forma all'impazienza della libert.14
Per collocare genealogicamente tali processi, Foucault si rivolge al pensiero greco, non per una
ripresa positiva del contenuto di tali ricerche15, ma per far emergere, attraverso una griglia
ermeneutica negativa, una frattura: quella che ha segnato la riduzione della verit filosofica alla
razionalit, con conseguenza l'estromissione del momento formativo o, meglio, trasformativo
dalla cura di s16 e la sua supremazia sulla spiritualit, intendendo con filosofia: la forma di
Scrive Foucault: non vi instaurazione della verit senza una posizione essenziale dell'alterit;
la verit non mai il medesimo; non pu esserci verit che nella forma dell'altro mondo e della vita
altra21.