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"... qui?"
Due rivoli d'acqua danzavano davanti ai loro occhi, lambiti da mani agili che
ne guidavano il moto.
"...io..."
Silenzio. Piccole stille caddero dal flusso d'acqua che stava controllando.
Poteva davvero rispondere loro, quando non riusciva a dar pace nemmeno al
proprio animo? Sapeva che alle spalle c'erano degli uomini persi, che
avevano disperatamente cercato la forza di seguire la sua visione, per quanto
folle potesse essere. Ma un solo sbaglio, il rischio di aver creduto una volta
ancora di poter cambiare le cose, e le loro speranze si sarebbero spente per
sempre.
"...abbiate fiducia."
Il ragazzo e la donna chiamati si unirono alle sue movenze, mentre altri rivoli
d'acqua sorgevano e si spostavano per aprire loro il passo verso il fondale.
Poco pi avanti, il tenue pendio della spiaggia da cui erano entrati lasciava
spazio ad una ripida discesa, tipica delle coste della regione, che poco pi
avanti si sarebbe tuffata nell'abisso inesplorato. Non era quella la loro
direzione, tuttavia, e dopo qualche decina di metri percorsi a fatica, la bolla in
cui viaggiavano prese a scendere in verticale, inclinandosi dolcemente verso
destra trasportata dalla corrente.
Rocce, come tante, alghe e pesci che si allontanavano rapidamente dai flussi
piegati con precisione alle sue movenze. Scambi un'occhiata con i
compagni: erano stanchi, e il viaggio non era stato dei pi leggeri; non
riposavano bene da giorni, ma nessuno diede cenno di mollare. Non ne
avevano mai discusso, non ce n'era stato bisogno: sapevano bene che
tornare in superficie senza aver trovato nulla sarebbe stato un destino molto
peggiore che annegare.
Con un respiro profondo, tolse il sudore dalla fronte e riprese, con ancora pi
vigore, a far vorticare quell'unica protezione che ancora rimaneva tra loro e
l'oceano.
"Sedna..."
La voce del vecchio vestito di pelliccia risuon nel silenzio, una nota cupa
dietro quell'unica parola.
"Sedna..." ripet.
"Lo sa, Nutaaq." intervenne Atka, togliendosi una ciocca di capelli ingrigiti dal
volto imperlato dalla fatica.
"Abbi fede."
Fu Anyu il primo ad avvistarlo. Il grido che gli sfugg fu cos forte che tutti e
tre rischiarono di perdere la concentrazione proprio ad un passo dall'enorme
portale di pietra di cui Sedna gli aveva parlato settimane prima.
"Lo so, l c' qualcosa! L'ho visto ti dico, sommerso dalle acque ma c'!"
aveva farfugliato in preda all'eccitazione.
"...ditemi che lo vedete anche voi, vi prego..." uggiol a met tra paura ed
euforia.
Sedna annu, e con un cenno del capo richiam all'ultimo sforzo gli altri due
dominatori, spingendo la sfera tra le rocce. Le ossa, improvvisamente, non
dolevano pi; i muscoli non gridavano impazziti per la fatica; gli occhi non
rischiavano pi di chiudersi senza riaprirsi. Forse c'erano solo pochi metri tra
loro e le risposte che l'intero mondo aveva cercato invano per anni: risposte a
quel mondo cos caotico che solo due decenni prima sembrava impossibile da
immaginare, racchiuse forse dietro quel fiore di loto sbiadito nella pietra.
Forse.
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+ Libro I - Acqua (Capitolo I - Per le strade di OmaShu / Jade
Empire: Metropolis I) +
La citt dei quattro picchi si ergeva maestosa sopra le teste dei due uomini
intabarrati nelle sottili vesti color terra. All'interno, file e file di case dai tetti di
giada, disposte su rigorosi anelli, risalivano le vette che puntellavano il
crinale. Loro, a confronto, erano nulla, niente pi che un puntino che
avanzava sul ponte di pietra, cesellato dal tempo e dalle movenze esperte di
generazioni di dominatori Come non sentirsi inermi di fronte a uno
spettacolo simile?
"Ora andremo l dentro e tu sar bene che parli il meno possibile, chiaro?"
"Non voglio che ci caccino prima ancora di aver fatto due passi, o peggio."
Il nerboruto sgherro ricambi per un istante l'occhiata, corrugando la fronte
incerto. Non era nel carattere di Je-Ha risentirsi per tanto poco, tuttavia, e con
un'alzata di spalle si scroll di dosso quel pensiero. D'altronde non era la
prima volta che il suo giovane signore se la prendeva con lui. Dopo una vita
intera passata a fargli da guardiano, sapeva che quello era il suo modo per
sfogare la tensione.
"Abbiamo un piano?"
"Per il momento troviamo un posto dove mollare questo schifo di carretto che
ti porti dietro e riposarci mezza giornata."
Je-Ha lanci un'occhiata al carico: provviste, quasi finite, fatte lungo la costa
una settimana prima; mezzo barilotto d'acqua; diversi sacchetti comprati a
caso al primo mercato trovato, che solo in seguito aveva scoperto contenere
erbe tritate.
Con un movimento fluido, provato e riprovato fino allo sfinimento solo per
quell'occasione, il giovane estrasse dal carro due sacchetti di erbe, che apr di
fronte al picchetto.
"Quanto alle mie merci, non per vantarmi, ma ho il miglior t della regione!"
Porse uno dei due misti d'erbe alla guardia che li aveva fermati.
La sentinella, pur impacciata nei movimenti dai lacci del cuoio bollito che
indossava, scans con una mano e un cenno di approvazione il pacchetto.
Una scintilla...
"Fatevi da parte, viandanti." si avvicin la prima guardia, la punta dell'arma
gi rivolta verso i sacchi di t.
"Non ci rovinerete la merce, spero! Sono erbe rare che vengono dalla costa,
solo il viaggio vale met del prezzo!", esord Je-Ha, allontanandosi dal carro in
un mezzo cerchio, e andando a posare la mano sulla spalla del giovane.
"E queste?"
Una seconda scintilla schiocc quasi impercettibile tra le dita indaffarate del
ragazzo, mentre Je-Ha strinse ancora di pi la presa sulla sua spalla, nel
tentativo di richiamarlo alla calma.
"Cosa...ah, le provviste."
"Cosa credete, dobbiamo campare anche noi tra un mercato e l'altro, no?"
Uno schiocco, poi un altro ancora: altre due scintille, come piccole schegge di
luce, che rapide attraversarono le mani del giovane mercante, ormai al limite
della tensione, avvicinandosi per riporre il bagaglio.
"Kija, lascia..." si offr Je-Ha, sollevando un sacco. Si, il peso era quello giusto
per stendere una guardia, ma le altre non avrebbero tardato a intervenire.
"EHI! E QUELLI?!" protest una voce in fondo alla coda dei viandanti in fila per
entrare in citt.
L'uomo si ritrasse dai sacchi d'erbe, e con un rapido cenno della mano intim
ai due falsi mercanti di scorrere verso il portale di pietra.
Dalla vetta delle due torri, ai lati del lastrone che chiudeva il passo, si udirono
due forti pestoni, e due guardiani iniziarono a far scorrere la roccia viva su s
stessa, guidata da kata rigidi e movenze a scatti.
"Ora per pareggiare i conti col karma dovremmo aspettarci come minimo i
ladri, eh?" ghign.
Lo sgherro estrasse da una tasca sotto la veste una fiaschetta, che stapp e
lasci sgocciolare dalle ultime patetiche stille di liquore.
Con un movimento di reni, il giovane si tir in piedi, e avanz fino alla testa
del carro, sollevandolo da terra.
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