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Periclitante, in pericolo
Scipito, insipido
Delibare, prendere un piccolo assaggio
Sinecura, ufficio poco faticoso e di poca responsabilit
Disadorno, povero e frusto, opacata dall'uso, decidua sciantosa, disperse ecolalie
d'infanzia, acclarata menzogna del vero, ringhier simulati rimbrotti, interventi stinti e
smessi, fatiscente cristianit, l'umidore delle gonadi frivole e cianciose
Manutengola, mezzana-ruffiana
SCherano, uomo facinoroso, sgherro, sicario
Improba, malvagia, triste, disonesta
Traccheggiare, indugiare, temporeggiare
mitridatizzare
indefettibile
frizzo motteggevole
ruminazioni musonesche
sinecure e prebende, santarellina infilzata; barracuda travestito da agnellino
quaresimale
licitare, vendere al miglior eofferente
servidorame o servitorame, complesso dei servitori, massa di persone servili
vezzoso, lezioso
citrullo patentato
pasteggiare Consumare un pasto; spesso con specificazione di una vivanda o di una bevand
Cretinoidi pisquani
villanzone
linguaggio da trivio
Verminosit
zinzino pezzettino, sorsettino
il mio penchant, la mia propensione, la mia inclinazione
lamentazioni e querimonie
vanerella persona fatua, leggera, superficiale
n camera caritatis una locuzione latina, dal significato letterale di nella camera di carit,
con significato traslato di in un posto dove nessuno possa sentire. Il detto di origine
medievale: la camera identifica il luogo in cui si esercitava il potere, e la caritas, da
intendersi in senso cristiano, rimanda ad un atteggiamento di amore verso il prossimo
quindi antitetico all'intransigenza tipica della legge. Per questo motivo il detto spesso
usato in relazione ad un rimprovero che vuole essere esposto solo all'interessato.
L'espressione viene anche usata quando si vuole confidare qualcosa che non deve per
diventare di dominio pubblico; se una persona afferma: "in camera caritatis, questo l'ho
fatto io", significa che effettivamente ha fatto quella cosa, ma negher ufficialmente con
tutta forza di averla fatta.
CASA
tugurio, abituro. stamberga, baracca, topaia, catapecchia, bicocca, casolare, villa, villino,
maniero, magione.
angusta, arieggiata, inospitale, accogliente, tetra, umida, soleggiata, modesta, sontuosa,
rustica, solida, cadente, padronale, signorile, popolare
abitare, alloggiare, tinteggiare
avaro, taccagno, tirchio, spilorcio, pitocco, gretto, sparagnino, sordido
"famiglia del dolore": accoramento, affanno afflizione, agonia, amarezza, ambascia,
angoscia, angustia, ansiet, compunzione, contrizione, contristamente, cordoglio,
corruccio, cruccio, desolazione, disperazione, doglia, duolo, esulcerazione, inquietudine,
ferita, laceramento, lacerazione, lutto, malinconia, mestizia, oppressione, paterna.
patimento, pena, premura, piaga, pianto, rammarico, rodimento, rimescolio, spina,
squarcio, sofferenza, schianto, spasimo, stilettata, strazio, struggimento, supplizio,
tormento, tortura, trambasciamento, trafitta, travaglio, tribolazione, tristezza
ifferenza di propriet fisiche in uno stesso corpo secondo le direzioni in cui esso si
present
Petulco ett. Di capre e animali dotati di corna, che cozza || estens. Aggressivo
Frustolo Qualsiasi frammento di materia di piccole dimensioni
Lappare Detto perlopi di animali, bere rumorosamente succhiando il liquido con la lingua
Ho in uggia Senso di fastidio e di noia, tedio: la campagna d'inverno mette l'u. addosso ||
avere, prendere in u. qlcu., averlo, prenderlo in antipatia | venire in u. a qlcu., diventargli
antipatico
Genius loci personaggio che una specie di simbolo del luogo nel quale vive
Etimologia: loc. lat.; propr. spiritello (genius) del luogo (loci), con
riferimento alle religioni del mondo antico che associavano ai luoghi e ai
paesaggi naturali la presenza di una divinit minore che ne costituiva il nume
tutelare.