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Vibrazioni Misura PDF
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1. Introduzione
Un corpo vibra quando descrive intorno ad una posizione di riferimento un moto oscillatorio i
cui parametri (ampiezza, valore medio, etc.) non sono in generale costanti nel tempo. La natura di
una vibrazione pu essere prevedibile a partire dalla conoscenza di precedenti ricorrenze, il
fenomeno in tal caso deterministico, o pu essere caratterizzata dallavere solamente alcune
propriet che seguono leggi statistiche, si parla in tal caso di moto stocastico o di vibrazioni random.
MOTO
Deterministico
Periodico
Armonico
Multiarmonico
Random
Non-periodico
Transitorio
Stazionario
ergodico
Non
stazionario
Urto
meccanico o il livello di vibrazione trasmesso al corpo umano, per confrontarlo con il valore
ammesso da norme di sicurezza o di igiene del lavoro, o per valutare le sollecitazioni
meccaniche indotte;
b)
delle forzanti, cio azioni che applicate ad un sistema in grado di vibrare lo pongono in
vibrazione;
c)
2. La catena di misura
Le misure di vibrazioni possono essere talvolta effettuate con strumenti abbastanza semplici,
come i vibrometri a mano, ma usualmente richiedono una strumentazione relativamente complessa,
che comprende almeno un Trasduttore, un Amplificatore e un Indicatore.
Il trasduttore uno strumento sensibile allo spostamento, alla velocit o allaccelerazione, in
grado di avere in uscita una tensione (o altra grandezza elettrica) proporzionale al valore istantaneo
della grandezza in ingresso. La grandezza elettrica in uscita dal trasduttore viene prima amplificata e
poi inviata ad uno strumento che ne indica il valore, o meglio, essendo opportunamente tarato,
indica direttamente il valore della grandezza (spostamento, velocit, accelerazione) rilevata dal
trasduttore.
Una catena di misura completa solitamente costituita dai seguenti componenti:
Trasduttore,
Pre-Amplificatore,
Condizionatore di Segnale,
convertitore Analogico / Digitale,
Analizzatore di Segnale,
altri dispositivi (Visualizzatore, Stampante, Plotter).
Il segnale (cio la grandezza elettrica il cui valore proporzionale a quello della grandezza
rilevata) proveniente dal trasduttore T viene dapprima amplificato dal pre-amplificatore PA, e
successivamente inviato ad un apparato CS, che lo tratta variamente, di solito amplificandolo
ulteriormente e compiendo eventuali altre operazioni, come il filtraggio in frequenza o
lintegrazione. Il filtraggio in frequenza pu essere effettuato sia con filtri analogici (in cui il segnale
in ingresso continuo) sia con filtri digitali posti a valle del convertitore A/D e interni allapparato
AS. Loperazione di filtraggio in frequenza sul segnale in ingresso consente il passaggio solo di
specifiche armoniche nel segnale in uscita. Un filtro passa-basso, ad esempio, permette il passaggio
solo delle componenti a frequenza inferiore ad un valore imposto (frequenza di taglio del filtro). Un
filtro passa-banda consente di filtrare tutte le armoniche al di fuori di una banda di frequenza
assegnata. I filtri passa-banda analogici vengono utilizzati per effettuare lanalisi in frequenza in
banda larga calcolando un parametro del segnale (di solito il valore RMS) per ciascuna banda in
frequenza e fornendo la tipica rappresentazione del segnale attraverso istogrammi in banda dottava
o 1/3 di banda dottava. Lanalisi in frequenza in banda stretta (Fast Fourier Transform) viene
effettuata a valle del convertitore A/D dopo che il segnale stato quantizzato.
Leventuale presenza aggiuntiva di un apparato integratore permette il passaggio
dallaccelerazione alla velocit e/o dalla velocit allo spostamento.
Il segnale condizionato viene di solito inviato ad un convertitore analogico digitale A/D, che
ne esegue il campionamento ad una frequenza scelta dallutente (fs=1/ t, sampling rate),
rilevandone il valore numerico a intervalli regolari
trasduttore un segnale analogico continuo, il cui andamento analogo a quello della grandezza
misurata; il convertitore A/D rileva il valore istantaneo del segnale a intervalli regolari di tempo,
trasformandolo in un insieme discreto di numeri (segnale digitale) che possono essere gestiti ed
elaborati da un calcolatore. Il segnale giunge infine allanalizzatore di segnale AS, il quale pu
operare sul segnale analogico mediante circuiti elettronici (filtri, derivatori, integratori); se invece il
segnale stato digitalizzato dal convertitore A/D, lanalizzatore costituito da un calcolatore, che
analizza il segnale campionato trattandolo come un insieme di dati numerici di ingresso, compiendo
su di esso le pi svariate operazioni matematiche.
La seguente figura mostra un grafico della velocit ad andamento costante per tutto lo spettro
di frequenze, con le corrispondenti curve di spostamento e accelerazione.
RMS
1 2
x (t )dt
T0
dove con x(t) si indicato landamento del segnale in funzione del tempo e T la
durata del segnale stesso. Nel caso di una grandezza sinusoidale di ampiezza A il suo
valore efficace RMS vale:
RMS
A
2
0,707 A
Nel caso di segnali digitali costituiti da N campioni il valore RMS si valuta mediante
la seguente espressione:
RMS
1
N
xi2
i 1
valore medio (Average), tiene conto della storia dellonda nel tempo ma ha scarso
interesse pratico non essendo correlato ad alcuna grandezza fisica:
T
Avg
Avg
1
x(t )dt
T 0
1
N
xi
i 1
Con esplicito riferimento alle misure di accelerazione, la durata T della misura viene
suddivisa solitamente in intervalli Ti per ciascuno dei quali viene calcolato il corrispondente valore
RMS. La base di misura per il calcolo del valore di RMS in media mobile solitamente di 1 s. In tal
modo possibile plottare landamento del valore RMS nel tempo e verificarne la correlazione con
eventuali picchi locali di ampiezza. Si definisce aeq, laccelerazione equivalente allenergia della
vibrazione, la media lineare del valore efficace calcolata in un intervallo di tempo T:
aeq
1
2
a RMS (t )dt
T 0
Il fattore di cresta viene definito come il rapporto tra il valore di picco e il valore RMS o il
rapporto tra il valore di picco e il valore di aeq. Fenomeni a carattere impulsivo (urti) presenteranno
fattori di cresta rilevanti e il picco massimo o il valore picco-picco saranno gli indici maggiormente
correlati al disturbo.
I livelli di vibrazione possono essere espressi, oltre che in unit metriche, in grandezze
logaritmiche; la scala impiegata quella del decibel (dB). Esso dato dal logaritmo del rapporto tra
il livello efficace quadrato misurato ed un livello di riferimento standard, pertanto una grandezza
adimensionale:
dB 10 Log (
x2
)
2
xrif
20 Log (
x
)
xrif
In tabella sono riportati i livelli di riferimento per i parametri accelerazione, velocit e forza,
secondo lo standard ISO/DIS 1683-2.
Limpiego di scale logaritmiche per la rappresentazione delle vibrazioni molto diffuso nella
pratica di misura se il segnale espresso in banda larga (banda dottava o 1/3 di banda dottava), in
particolare se occorre applicare particolari filtri di pesatura in frequenza come quelli imposti dalle
normative ISO 2631 e 5349. Uno dei vantaggi offerti quello di poter comprimere entro una scala
ragionevolmente ridotta una gamma di valori molto estesa; si sortisce, infatti, leffetto di dilatare sul
grafico le frequenze o i valori di ampiezza pi bassi e di comprimere quelli pi elevati, dando cos
la stessa percentuale di risoluzione sullintero grafico, pur mantenendo le dimensioni entro limiti
ragionevoli.
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my
kz
Re( Ze i ei t )
Z cos
m
(k
a2
2 2
(r ) 2
(1 a 2 ) 2
(2ah) 2
ampiezza di accelerazione:
Z
2
Y
1
2
0
2 2
(1 a )
(2ah) 2
angolo di fase:
arctan
r
k
arctan
2ah
1 a2
essendo:
il parametro adimensionale di frequenza
a
0
k
la pulsazione propria dello strumento
m
r
rcrit
r
2m
12
0<<
la massa
2
0
0 >>
segue che:
accelerazione
2
0
rz
kz
Ovvero la forza trasmessa attraverso dallelemento molla smorzatore data dalla somma dei
due termini inerziali dovuti allaccelerazione relativa della massa e allaccelerazione assoluta del
vincolo. Se lo strumento opera in zona quasi statica (a << 1 e
0 >>
massa trascurabile e dunque laccelerazione assoluta del corpo di cui si vuole misurare la
vibrazione si ottiene come rapporto tra la forza misurata e la massa sismica:
rz kz
m
13
F
m
6. Piezoelettricit
La piezoelettricit la propriet di alcuni cristalli di generare una differenza di potenziale
quando sono soggetti ad una deformazione meccanica. Tale effetto reversibile e si verifica su scale
dellordine dei nanometri. Il funzionamento di un cristallo piezoelettrico abbastanza semplice:
quando viene applicata una pressione (o decompressione) esterna, si posizionano, sulle facce
opposte, cariche di segno opposto. Il cristallo si comporta come un condensatore al quale stata
applicata una differenza di potenziale. Se le due facce vengono collegate ad un circuito elettrico
esterno, viene quindi generata una corrente elettrica detta corrente piezoelettrica. Al contrario,
quando si applica una differenza di potenziale al cristallo, esso si espande o si contrae.
Si consideri un cristallo di quarzo tagliato in direzione opportuna. Sollecitando il cristallo con
due forze F di compressione (o trazione o taglio) nascono sulle facce maggiori cariche elettriche
proporzionali alla sollecitazione:
Q = dij F
Come
detto,
il
cristallo
si
0 r
S
d
essendo
0
dij
F
C
dij
0 r
14
dij
d
0 r
my
d ij m y
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Accelerometri monoassiali
Accelerometri triassiali
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Limpiego alle basse frequenze limitato dalle caratteristiche del circuito in cui inserito il
cristallo come condensatore, dai cavi di collegamento, dalle fluttuazioni della temperatura ambiente
e dal taglio operato dal preamplificatore. Generalmente, solo con i tipi con il cristallo sollecitato a
taglio e con speciali circuiti di condizionamento si pu scendere al di sotto di 1Hz (anche fino a 0.2
Hz), mentre per i tipi standard il limite inferiore di frequenza si attesta intorno a 1.5-2 Hz.
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Assumendo:
C
Cq
1
R
1
Rq
Cc
Ca
1
Rc
1
Ra
20
V0 e
t
RC
Se il prodotto RC non molto maggiore del periodo del segnale da misurare, il condensatore
si scarica, rendendo impossibile o falsando la misura. Poich il cavo ed i suoi connettori hanno una
capacit finita, piccola e variabile con la lunghezza del cavo stesso, indispensabile che
limpedenza dingresso dellamplificatore sia la pi elevata possibile. Si spiega in questo modo
anche la difficolt di misurare con un accelerometro piezoelettrico segnali a bassa frequenza e
limpossibilit di misurare accelerazioni statiche a frequenza nulla.
Lamplificatore di carica dovr poi rendere disponibile la differenza di potenziale in un
circuito in uscita ad impedenza relativamente bassa, per potere consentire il collegamento con la
strumentazione di analisi del segnale (es.: analizzatore di spettro) o con un convertitore A/D.
La maggior parte dei preamplificatori hanno una o pi funzioni ausiliarie:
possibilit di selezionare su di essi la sensibilit del trasduttore;
regolazione del guadagno;
integratore elettronico, per convertire luscita proporzionale allaccelerazione in
segnali di velocit o di spostamento;
filtri passa-basso, passa-alto o passa-banda, per selezionare i limiti inferiore e
superiore di frequenza del segnale in uscita;
indicatori di sovraccarico e delle condizioni della batteria.
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10. Influenza dei cavi di collegamento nella catena di misura ad alta impedenza
Gli accelerometri piezoelettrici che presentano unelevata impedenza duscita possono
presentare dei problemi legati al rumore indotto nel cavo di collegamento. Questi disturbi possono
dare luogo a:
correnti verso terra: sono presenti in quanto laccelerometro e lapparato di misura sono
collegati
terra
separatamente;
si
evitano
isolando
elettricamente
la
base
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impedenza
La principale limitazione nellutilizzo degli accelerometri con uscita in carica risiede nel fatto
che il preamplificatore deve essere montato nelle vicinanze del trasduttore, poich la lunghezza del
cavo che porta le cariche non pu eccedere qualche metro per non ridurre troppo limpedenza del
circuito di ingresso. Inoltre certi tipi di misure presuppongono limpossibilit materiale di fissare il
cavo e i movimenti dello stesso possono influenzare sensibilmente la misura.
Per ovviare a queste limitazioni, da circa un decennio sono stati introdotti nel mercato degli
accelerometri con un circuito elettronico integrato allinterno del trasduttore; essi sono
contrassegnati dalla sigla ICP, acronimo di Integrated Circuit Piezoelectric.
Gli accelerometri ICP non necessitano pertanto di preamplificatore esterno, ma solo di un
alimentatore esterno a corrente continua. Il segnale in uscita dallaccelerometro in questo caso una
differenza di potenziale e la catena di misura detta a bassa impedenza. Lalimentatore esterno o
accoppiatore pu avere anche la funzione di amplificare il segnale attraverso un guadagno
regolabile.
Negli accelerometri ICP il segnale in uscita dal trasduttore come detto una tensione e
pertanto la sensibilit del trasduttore si misura in mV/(m/s2) (milliVolt al metro secondo quadro) o
in mV/g (milliVolt al g).
Nella pagina seguente sono illustrati gli schemi costruttivi di alcuni tipi di accelerometri ICP
con differente sollecitazione del cristallo.
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Perno incollato: si utilizza un dischetto metallico munito di perno da incollare con colla
epossidica o cianoacrilica.
Perno isolato e rondella di mica: si ricorre a tale metodo quando laccelerometro deve
essere isolato elettricamente.
Magnete permanente: un metodo veloce e di facile realizzazione che per limita il
campo utile di frequenza a circa 2,5 kHz e il campo dinamico a circa 100-200 m/s2 per la
limitata forza di attrazione del magnete.
Sonda impugnata manualmente: un metodo grossolano, ma comodo per una rapida
indagine preliminare a volte utile nella scelta del punto di misura ottimale ove verr
realizzato il montaggio stabile con uno dei metodi suddetti.
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Effetto dei transitori di temperatura: si possono avere variazioni del segnale di uscita per
piccole variazione della Tamb; ci pu rappresentare un problema solo per piccole ampiezze o basse
frequenze.
Deformazione della base: in caso di elevate deformazioni occorre utilizzare accelerometri
con basi rigide e spesse.
Umidit: gli accelerometri sono a tenuta stagna, lumidit pu entrare solo nel connettore; in
presenza di forte umidit, questultimo deve essere sigillato con silicone.
Rumore acustico: la sua influenza sul segnale in uscita trascurabile.
sostanze corrosive: tutti gli accelerometri sono costruiti con materiali resistenti alla maggior
parte delle sostanze corrosive
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16. Servoaccelerometri
Nella seguente figura mostrato lo schema costruttivo di un servo accelerometro.
La massa sismica sospesa alla cassa del trasduttore mediante molle, un fluido viene
utilizzato per smorzare il moto della massa sismica. Il funzionamento basato su di un sistema
elettronico che, grazie ad una bobina e ad una corrente circolante, mantiene fissa la massa sismica
rispetto alla scatola collegata al corpo di cui si vuole misurare la vibrazione. La corrente necessaria
per tenere ferma la massa proporzionale allaccelerazione dello strumento.
La frequenza propria di questi trasduttori solitamente inferiore ai 400 Hz e pertanto la loro
banda passante superiormente limitata. Sono dei sensori in genere pesanti e ingombranti che per
offrono il vantaggio di misurare con molta precisione segnali con bassa frequenza o accelerazioni
statiche, quindi non soffrono dei limiti alle basse frequenze tipici degli accelerometri piezoelettrici.
Hanno lo svantaggio di essere estremamente delicati quando non alimentati poich la massa
in grado di muoversi e le molle hanno bassa rigidezza.
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