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Circus Tyre Flip 2 – Heavy Tyre… Wow!

Vi è mai capitato di perdervi in riflessioni su problemi che per la maggior parte delle persone sono
(anche giustamente) insignificanti, di dilapidare energie e risorse per cercare di risolvere dubbi
così assurdi da vergognarsi anche a parlarne? A me succede spessissimo…
Qualche mese fa lessi questo articolo: “A temporal analysis of a strongman event: the tyre flip” di
Justin Keogh, Amenda Payne, Brad Anderson e Paul Atkins dell’ Institute of Sport and Recreation
Research New Zealand, AUT University, Auckland, New Zealand. In particolare, questa frase:
“future research needs to be conducted to determine whether the characteristics of a successful
Olympic lift are comparable to that of the tyre flip”, cioè “è necessario condurre una futura ricerca
per determinare se le caratteristiche di un sollevamento olimpico di successo sono comparabili con
quelle del tyre flip”.
Ecco, questa frase è il problema insignificante di prima: quanto girare una ruota è simile ad un
sollevamento olimpico? Per come sono fatto io, quando un “dilemma” del genere mi si ficca nella
testa, cazzarola ci penso fino a che non mi sono dato una risposta (e questo non è certamente un
pregio). Ora, dopo un paio di mesetti di prove e riprove ho la risposta che mi soddisfa, perciò la
pianto e passo ad altro: il tyre flip NON E’ equiparabile ai sollevamenti olimpici ma ha delle sue
ben precise peculiarità!
Il “wow!” del titolo è dovuto al fatto che, quando ho riletto il pezzo, ho notato che pur parlando di
una cazzata inumana (dai… è una ruota…) sono venute fuori considerazioni abbastanza complesse
e anche “profonde”: wow, esiste una professionalità anche per fare le cazzate!
Ruote fisse e ruote caricabili
A tutti noi piacerebbe avere una bella sfilza di manubri da 2Kg a 50Kg e sbaviamo a vedere quelle
palestre con schiere di manubri che si perdono all’orizzonte, ma alla fine ripieghiamo sui classici
manubrietti caricabili che occupano meno spazio anche se sono pallosi da preparare.

Un po’ di
una ruota tavolette

Dischi di
ghisa

Guanti da
lavoro

1 manubrio
3 elastici caricabile 1
Le ruote enfatizzano un pochinino di più il problemuccio dello spazio, dato che un set di gomme di
vario peso, diciamo dalla motozappa al caterpillar da cava, necessiterebbe di un hangar invece di
una rastrelliera…
Questo articolo è per i malati che già hanno in casa una ruota, risolvendo così il problema
principale: procurarsela senza che i testicoli si gonfino troppo a causa delle critiche dei parenti vari.
Nella foto ciò che ho usato per rendere la mia ruotina più pesante, non è sicuramente la soluzione
migliore quanto quella ottimale con il materiale che avevo a disposizione.

1 2

Ho montato un manubrio da 40Kg usando due dischi da 20Kg e l’ho piazzato dentro la gomma:
sono necessari proprio i dischi grandi, i miei sono da 35cm di diametro e quelli da 45cm si
sarebbero sicuramente incastrati meglio.

3 4 5

So benissimo che adesso tutti i fissati del bricolage avranno da ridire: “io mi sarei costruito uno
spessore in acciaio pressofuso usando l’altoforno portatile di mio zio”, “avresti potuto usare del
legno di tek invece del truciolato”, “un mio amico ha vulcanizzato i pesi direttamente sulla
gomma”. Ok, io avevo queste tavolette e queste ho usato per costruire uno spessore, poi l’ho
livellato con una tavoletta più grande.
Nel disegno seguente, tre banali elastici da portabagagli bloccano il tutto:
 Agganciate un elastico ad una estremità del manubrio, fatelo passare sotto la ruota, poi in
diagonale e giratelo intorno all’altra estremità, poi di nuovo sotto la ruota e nuovamente in
diagonale ad agganciarsi all’estremità di partenza.
 Ripetete con un altro elastico all’altra estremità del manubrio.
 Il terzo elastico gira semplicemente intorno alla ruota scorrendo sulla tavoletta

2
6 7 8

In questo modo la tavoletta crea uno spessore su cui si tende l’elastico centrale quando la ruota è
capovolta impedendo i movimenti in verticale, mentre gli altri due impediscono al manubrio di
scivolare a destra o a sinistra.
90+40=170!

Il risultato finale è questo: una ruota da 90Kg appesantita con 40Kg aggiuntivi, equivalente ad una
bella ruota da 170Kg. “Ehi, ma 90+40 fa 130, hai preso la laurea alla Scuola Radio Elettra?”.

Ma è un
barbatrucco! L2

L1
F

= = 90Kg
40Kg

P2

P1

L1 L
F P1  2 P2
L2 L2
1
L2  2 L1  F  P1  P2  45  40  85
2

3
Nel disegno precedente la schematizzazione con la solita leva: come avete studiato (nevvero?)
nell’altro articolo, una ruota da 90Kg equivale ad un peso di 45Kg al centro della leva. Se aggiungo
un peso di 40Kg proprio sull’estremità che sollevo non vi è nessun “effetto leva”, pertanto sollevo
proprio tutti quei 40Kg! In realtà i 40Kg non sono proprio sopra le mie mani ma più in avanti perciò
un po’ di “effetto” c’è, ma non facciamo troppo i saccenti…

L2 L2 Anche questo è
un barbatrucco?

L1 L1
F 80Kg F

90Kg
40Kg

P2
= 90Kg =
P3 L1
FKg  P3 ; L2  2 L1
P1 L2
1 170
FKg  P 3   85Kg
2 2

Un peso dentro la ruota mi permette di sollevare 85Kg complessivi. A questo punto, ragioniamo al
contrario:

A B

C D

E F

4
Se invece di piazzare i dischi all’estremità della ruota riuscissi a sospenderli nel buco al centro,
quanto ferro dovrei utilizzare per ottenere un effetto equivalente all’altra configurazione? Nel
disegno a sinistra la situazione con peso all’estremità, in quello al centro sopra i 90Kg ho
posizionato altri 80Kg ed ho rifatto i conti usando la solita formula della leva: i 170Kg al centro
della leva necessitano di una forza equivalente proprio di 85Kg ad una estremità. Invece di una
ruota da 90Kg ne ho rimediata un’altra da 90+80=170Kg!
Ciak, azione!
Nei fotogrammi precedenti un esempio di rovesciamento della ruota appesantita: devo dire che la
sensazione di “potenza” è notevole, è necessario essere veloci e concentrati altrimenti la ruota vi si
piazza in braccio e c’è da moccolare parecchio per schiantarla dall’altra parte. In questa versione
l’esercizio è ben più soddisfacente e un 10x3 risulta estremamente interessante ed impegnativo:
eccezionale, anche perché quando la ruota sbatte a terra fa ancora più casino.

2,5

2,0
Tempo (sec)

1,5

1,0

0,5

-
170Kg Tyre 90Kg Tyre
Spinta 0,59 0,46
Cambio presa 0,46 0,17
Trazione 1,31 0,89

Un po’ di dati relativi alle fasi attive del movimento, confrontando la ruota pesante con quella
leggera: le fasi di trazione da terra e cambio presa si allungano al crescere del carico e sebbene la
fase di spinta sia temporalmente identica l’impegno muscolare è decisamente superiore.
Come sempre accade in ambito “pesi”, il carico è il discriminante che permette di apprezzare pregi
e difetti di un gesto atletico: posso girare la ruota da 90Kg alla velocità che voglio mentre quella da
170Kg mi impone di essere veramente “esplosivo”, altrimenti al cambio presa mi si pianta in
braccio!
Flip tyre e Olympic Lifting
Ho fatto diverse clip per capire come stavo eseguendo il movimento, tenendo la schiena alla
curvatura naturale come fanno tutti i bravi stacchisti. Le sensazioni non “tornavano” con le riprese:
sebbene non sentissi una particolare tensione sulla schiena, se non quella “corretta” per il carico e
l’esercizio, mi rivedevo sempre con la schiena molto più orizzontale che rispetto ad uno stacco da
terra.

5
Nessuno sano di mente eseguirebbe un deadlift in questo modo ma, per quanto mi sia sforzato in
tutti gli allenamenti, questa è stata la postura migliore che abbia utilizzato: perché?

Nei disegni in alto un patetico tentativo di descrivere un power clean (non ho riportato la chiusura
finale in cui l’atleta si mette in piedi): per “girare” il bilanciere al petto è necessario strapparlo via
dal suolo velocemente come a volerlo scaraventate dietro di se!
Vi è un momento in cui l’atleta estende completamente piedi, anche e spalle, la tripla estensione, in
modo da accelerare il più possibile il bilanciere: immaginate di lanciare un oggetto pesante dietro di
voi tenendo le braccia tese, il modo più efficace è proprio l’uso contemporaneo della spinta dei
piedi e della rotazione indietro delle anche e delle spalle, proprio la tripla estensione.
Un errore comune è quello di tirare anche con le braccia, movimento che impedisce alle spalle di
andare indietro limitando di fatto la trazione verso l’alto. La qualità della tripla estensione è un bel
parametro di giudizio di chi esegue i sollevamenti olimpici, ed è ciò che permette a seghini di 70Kg
di sparare verso l’alto cumuli di rotelle gommate apparentemente senza sforzo mentre accanto il
grosso di turno arranca con la metà dei pesi (ok, questa è una immagine da complessato, lo
ammetto).
“Tirare” più in alto e a se che si può il bilanciere permette il successivo movimento di “infilata”
sotto di esso, “ruotandoci” sotto e usando le braccia solamente come elementi di direzionamento e
di stabilizzazione. Velocità e destrezza sotto carico, per questo i sollevamenti olimpici sono
giustamente ritenuti la massima espressione di “dinamismo” con i pesi!
Nei disegni in basso il sollevamento della ruota: pur condividendo alcuni elementi (banalmente, un
oggetto che va sollevato…), la meccanica dei due movimenti è completamente differente dato che
la ruota si sposta in avanti oltre che in alto, costringendo l’atleta a seguirla. E’ impossibile pertanto
eseguire una tripla estensione perché le anche non si potranno mai estendere completamente, ed è
anche impossibile una infilata sotto la ruota poiché questa si troverà troppo avanti rispetto ad un
bilanciere.
Per come la vedo io, è chiaro che un weightlifter olimpico è avvantaggiato nel tyre flip dato che è
già abituato ad azioni complesse con carichi notevoli, ma questo esercizio ha le sue particolarità per
cui alla fine necessita di un allenamento specifico e uno strongman specializzato sarà a parità di
condizioni più forte di chiunque altro: in altre parole, chiunque può imparare il tyre flipping e non è
necessario essere un sollevatore olimpico.
Ad esempio, una peculiarità che si impara quasi istantaneamente è la flessione di una gamba per
sostenere parzialmente la ruota mentre si girano le mani: un carico eccessivo o una condizione di
fatica vi porta di sicuro ad aiutarvi in questo modo.
6
Questa variazione del movimento è uno scadimento della tecnica, come si legge nell’articolo,
oppure una esecuzione funzionale all’esercizio? Video su youtube mostrano persone che rovesciano
gomme assurde fare proprio così in ogni ribaltata, facendomi propendere per la seconda ipotesi!
Il tyre flip fa male alla schiena?
Anche questa domanda è lecita vedendo sollevare gomme immense con la schiena orizzontale: è il
modo corretto oppure una abnorme follia? E perché, per quanto mi sia sforzato, non mi è riuscito
sollevare mantenendo la schiena alla stessa angolazione dello stacco? E perché non mi sono fatto
male pur avendo rovesciato la ruota per più di 2000 volte questa estate?
Rx

F
P Ry P
R
F

F F
R Ry
Rx
P P

=
>
A sinistra un ribaltamento cercando di sollevare con la schiena ad una angolazione simile a quella di
uno stacco, a destra invece una maggiore inclinazione, come viene naturale fare.
L’inclinazione in avanti permette una trazione che è parallela al lato “corto” della ruota e
perpendicolare a quello “lungo”: così facendo la coppia meccanica risultante è sempre massima in
qualsiasi punto della traiettoria, facendomi sfruttare meglio la forza che posso applicare!
Con un bilanciere questo tipo di sollevamento sarebbe fisicamente impossibile dato lo
sbilanciamento in avanti con conseguente testata in terra, ma una ruota ha sempre un punto di
contatto con il suolo e l’attrito della gomma trasforma questo punto in un giunto inamovibile, perciò
la ruota non slitta quando mi “butto” sopra di essa.
Nei riquadri i diagrammi delle forze nei due casi: a sinistra sono presenti solamente componenti
verticali, a destra la componente orizzontale della forza che applico alla ruota è contrastata dalla
reazione vincolare orizzontale del punto di appoggio. Se non ci credete, fate un po’ di tyre flipping
sul ghiaccio sollevando in maniera molto inclinata in avanti: mancando la reazione orizzontale il
vostro copertone slitterà davanti a voi in modo da farvi assaggiare una bella granita al sangue con
gustose praline di denti rotti.
Bene, sollevare inclinati in avanti è perciò meccanicamente più vantaggioso rispetto al non essere
inclinati ma… non è più pericoloso per la schiena?

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E’ incredibile come frasi tipo “schiena dritta” o “schiena tesa” si basino su supposizioni che
diventano immancabilmente degli assiomi: veri a prescindere. La schiena deve essere dritta se la
forza da contrastare è diretta verso il basso, ma… non è questo il caso!
Se il sollevamento è svolto inclinandosi secondo il lato “corto” della ruota, la forza da contrastare è
inclinata rispetto al suolo. Nella striscia di disegni in basso ho riportato solo i pezzi interessanti
degli omini, l’inclinazione della schiena e il vettore della forza generata: se ruotiamo l’omino a
sinistra come l’omino a destra i due disegni sono sovrapponibili, pertanto l’inclinazione della
schiena rispetto alla forza generata è la stessa, ma l’omino a destra deve generare meno forza
rispetto all’omino di sinistra perché sfrutta meglio la leva data dalla ruota.
Perciò, a fronte di inclinazioni della schiena identiche rispetto alla direzione della forza,
l’esecuzione a destra permette lo stesso risultato con un impatto inferiore sulla schiena proprio
perché l’intensità della forza è inferiore: non solo l’esecuzione inclinata è meccanicamente
vantaggiosa ai fini del movimento, ma è anche meno stressante per la schiena ed è così definibile
come l’esecuzione funzionale del tyre flipping!
Conclusioni
Il tyre flipping con una ruota “pesante” è decisamente più divertente, proprio perché esalta ancora di
più il contrasto fra tecnica e rozzezza: se uso la tecnica corretta la ruota si rovescia come per magia,
stesse sensazioni dei sollevamenti olimpici, ma se sbaglio posso chiudere il movimento lo stesso
muggendo come un bue da tiro, cosa impossibile nei sollevamenti olimpici.
In altre parole, un esercizio veramente divertente!
E’ incredibile come un esercizio di fatto “grezzo” necessiti di concetti complessi quali leve,
momenti meccanici, scomposizione delle forze per una sua piena comprensione.
Una cazzata da cavernicoli come questa ha bisogno di una conoscenza non elementare della Fisica,
non è sorprendente?
Wow…

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