Sei sulla pagina 1di 1

Paradoxa

Progetto M6.5 sta cominciando a suscitare il giusto interesse, anche grazie alla passione vera di chi lo
ha ideato.
Ma prima di continuare a sciorinare schede, studi sismici, scenari di danno, qualche considerazione è
necessaria (anche solo per rispondere alla domanda: ma io che posso fare per Progetto M6.5?).
Partiamo dalla semplice constatazione che, al di là dei numeri, delle statistiche e dei grafici, dalle nostre
parti viviamo più di un paradosso:
• abitiamo in uno dei territori più studiati da geologi e sismologi, ma pochi lo sanno (o fanno finta);
• dal punto di vista sismologico e strutturale le analisi sono tante e ci consentono di sapere tutto (o quasi) sul
comportamento degli edifici e delle infrastrutture sotto gli effetti di un terremoto, ma questa ricerca
scientifica ci serve a poco (o niente);
• si continua a progettare ed a costruire, ma la regolamentazione locale (Regolamento Edilizio) non ha mai
introdotto misure di incentivo per l'impiego di dispositivi e tecniche di mitigazione del rischio sismico, né la
pianificazione urbanistica ha tenuto conto della reale qualità dei siti (a proposito: a quando una seria ed
estesa campagna di microzonazione sismica?);
• abbiamo elaborato gli strumenti di base per la gestione dell'emergenza (Piano di Protezione Civile
comunale), ma alzi la mano chi li conosce (anzi, meglio: che fine ha fatto l'ultimo Piano? Sul web non c'è!);
• sono ancora sotto gli occhi di tutti le drammatiche vicende aquilane: lo Stato non è più in grado di garantire
risorse immediate e certe per la ricostruzione (non la costruzione ex novo, che è altra cosa), ma non si è
mai pensato (o meglio, pensato sì, messo in atto no) di strutturare forme collettive di garanzie finanziarie a
copertura del rischio sismico per il patrimonio edilizio privato.

Per farla breve: ci vogliono informazione ed il giusto grado di formazione per avere una
consapevolezza diffusa (mai terrore) del rischio che corriamo.
Anche questa è PREVENZIONE e questi possono essere gli obiettivi di tutti quanti vogliano
aderire a Progetto M6.5.

È meglio che lo ricordiamo (a noi stessi): dobbiamo difenderci dalla minaccia vera che, dopo quella
delle perdite (umane e materiali), è quella della dissoluzione completa di un tessuto sociale ed
economico; subito dopo la salvaguardia delle vite umane, l'obiettivo della PREVENZIONE è la tutela di quel
patrimonio di relazioni sociali ed economiche che consente ad un territorio di vivere (o di non estinguersi).

Il nostro peggior nemico è quel certo atteggiamento fatalista (retaggio


borbonico?) che ci fa ancora affidare alla sorte; rimane questo a fianco il solo,
vero strumento di prevenzione sismica...

Se avremo contribuito (ognuno per quello che può) a seminare


comportamenti più consapevoli e responsabili da parte di tutti (anche
sollecitando le istituzioni preposte), quello sarà già un buon risultato.

Buon lavoro!

Sulmona, 24 giugno 2010

pagina 1 di 1

Potrebbero piacerti anche