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DELL'OSPEDALE CIVILE

col senno del prima

Perchè parlarne? Per spargere panico?


Direi proprio di no! Non è questo l'obiettivo
(anzi, è vero il contrario) e, oltretutto, non
disponiamo di dati che ci consentano di trarre
conclusioni inoppugnabili sul piano tecnico.
Inoppugnabili no, però sicuramente
interessanti.
É senz'altro interessante, infatti, trattare
quello che è l'edificio strategico per
eccellenza, quello che dovrebbe costituire
l'ultimo baluardo in un'evenienza che non
vogliamo neanche evocare. Ed è ancora più
interessante alla luce degli sconvolgimenti che
il Piano Sanitario Regionale sta portando sul
territorio abruzzese.
archivio SIGEOIS - Regione Abruzzo
Di cosa parliamo? Dell'Ospedale Civile SS.
Annunziata di Sulmona; di quello che nel S.I.G.E.O.I.S. (Sistema Informativo per la Gestione degli Edifici e
delle Opere Infrastrutturali Strategiche) regionale viene identificato col numero AQ2607.
Due righe (si fa per dire) di cronistoria.

Nel 2003 Collabora Engineering ci dice quanto segue: stato di manutenzione scarso (ma questo lo
vediamo da soli); anno di progettazione: dal 1949 (1949!!!) al 1978, a seconda dei padiglioni; ultimazione
lavori: dal 1958 al 1990.

I tecnici di Collabora rilevano inoltre


che l'ala più vecchia (ultimata nel 1958) è
stata sopraelevata (sic!) nel 1978. É inutile
che ci diciamo quali fossero le norme in
vigore nel 1949 per le costruzioni in cemento
armato (per giunta in zona sismica)!!
Ai più audaci (e forti di stomaco)
segnalo che all'epoca si costruiva secondo
quanto previsto da un Regio Decreto del
1939, ossia: niente obbligo di calcoli statici e
qualità dei materiali... a piacere (o quasi)!

Non contenti di questo (benchè sia già


abbastanza), la Regione vuole approfondire
(in realtà deve farlo, perchè è obbligata da
un'Ordinanza della Presidenza del Consiglio dei Ministri del 2004).
Così, nel 2005, vara il Primo Programma per le verifiche tecniche dei livelli di sicurezza sismica delle
opere strategiche e rilevanti.

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Nell'ambito di questo programma, nel 2007, l'ingegner
Walter Bellotta esegue la verifica tecnica dei livelli di
sicurezza sismica dell'Ospedale Civile di Sulmona. Lo studio
viene ultimato ad aprile 2008. Quali ne sono gli esiti?
Sopravviverà la struttura (o per lo meno i suoi occupanti) ad
un sisma di forte intensità?
Sarebbe interessante conoscere tutto questo, ma la
Regione Abruzzo, a scanso di equivoci, non pubblica un bel
niente.
Una cosa è certa: di queste analisi ci resta, ancora in
bella vista, il buco qui a fianco!
*****
A voler essere pignoli, parlare di un singolo ospedale
ha poco senso. Piuttosto ha senso osservare la "rete
carotaggio di un pilastro in c.a.
ospedaliera" come "sistema" e la sua efficienza in caso di dell'Ospedale Civile di Sulmona
calamità.
Anche in quest'ottica, ossia di sistema ospedaliero
regionale, per vedere cosa succederebbe in emergenza, abbiamo un altro studio (del 1998): Disponibilità
post-terremoto del sistema di ospedali dell'Abruzzo e strategie di adeguamento .
Sorvoliamo gli aspetti tecnici (peraltro interessanti e a cui, chi scrive, ha dato un contributo). Il punto
essenziale (e non proprio confortante) è: l'Ospedale Civile di Sulmona, in caso di sisma M6.5 con
epicentro vicino, non sarebbe in grado di assicurare alcun posto letto!
Con tutte le cautele (e gli scongiuri)
del caso, che farebbe una popolazione di
50.000 e passa abitanti, se l'ospedale fosse
inagibile? Tanto più se lo fossero,
contemporaneamente, quelli più vicini? O
peggio: tanto più se quelli più vicini li
avessero chiusi da un pezzo?
Chissà se di questi aspetti
(biecamente tecnici) abbiano tenuto conto gli
amministratori regionali nella redazione del
nuovo Piano Sanitario abruzzese. Della
pericolosità sismica dei nostri territori, della
vulnerabilità sismica degli edifici strategici,
dell'accessibilità in emergenza dei singoli presidi sanitari, dei requisiti minimi (il numero dei posti letto, il grado
di protezione degli impianti essenziali al funzionamento dell'ospedale, etc.) che un singolo presidio debba
garantire al territorio in caso di calamità, chi se ne è interessato?
Sono serviti a qualcosa le analisi e gli studi fatti (e pagati)? Sarà per questo che vogliono (vorrebbero)
costruire ex novo un ospedale a Sulmona? É più conveniente ricostruire, piuttosto che adeguare? Costruire in
quali tempi? E, soprattutto: nel frattempo?
Chissà. Auguriamoci soltanto che non siano gli eventi naturali a doverci fornire risposte...

Sulmona, 26 agosto 2010

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