Nel 2003 Collabora Engineering ci dice quanto segue: stato di manutenzione scarso (ma questo lo
vediamo da soli); anno di progettazione: dal 1949 (1949!!!) al 1978, a seconda dei padiglioni; ultimazione
lavori: dal 1958 al 1990.
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Nell'ambito di questo programma, nel 2007, l'ingegner
Walter Bellotta esegue la verifica tecnica dei livelli di
sicurezza sismica dell'Ospedale Civile di Sulmona. Lo studio
viene ultimato ad aprile 2008. Quali ne sono gli esiti?
Sopravviverà la struttura (o per lo meno i suoi occupanti) ad
un sisma di forte intensità?
Sarebbe interessante conoscere tutto questo, ma la
Regione Abruzzo, a scanso di equivoci, non pubblica un bel
niente.
Una cosa è certa: di queste analisi ci resta, ancora in
bella vista, il buco qui a fianco!
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A voler essere pignoli, parlare di un singolo ospedale
ha poco senso. Piuttosto ha senso osservare la "rete
carotaggio di un pilastro in c.a.
ospedaliera" come "sistema" e la sua efficienza in caso di dell'Ospedale Civile di Sulmona
calamità.
Anche in quest'ottica, ossia di sistema ospedaliero
regionale, per vedere cosa succederebbe in emergenza, abbiamo un altro studio (del 1998): Disponibilità
post-terremoto del sistema di ospedali dell'Abruzzo e strategie di adeguamento .
Sorvoliamo gli aspetti tecnici (peraltro interessanti e a cui, chi scrive, ha dato un contributo). Il punto
essenziale (e non proprio confortante) è: l'Ospedale Civile di Sulmona, in caso di sisma M6.5 con
epicentro vicino, non sarebbe in grado di assicurare alcun posto letto!
Con tutte le cautele (e gli scongiuri)
del caso, che farebbe una popolazione di
50.000 e passa abitanti, se l'ospedale fosse
inagibile? Tanto più se lo fossero,
contemporaneamente, quelli più vicini? O
peggio: tanto più se quelli più vicini li
avessero chiusi da un pezzo?
Chissà se di questi aspetti
(biecamente tecnici) abbiano tenuto conto gli
amministratori regionali nella redazione del
nuovo Piano Sanitario abruzzese. Della
pericolosità sismica dei nostri territori, della
vulnerabilità sismica degli edifici strategici,
dell'accessibilità in emergenza dei singoli presidi sanitari, dei requisiti minimi (il numero dei posti letto, il grado
di protezione degli impianti essenziali al funzionamento dell'ospedale, etc.) che un singolo presidio debba
garantire al territorio in caso di calamità, chi se ne è interessato?
Sono serviti a qualcosa le analisi e gli studi fatti (e pagati)? Sarà per questo che vogliono (vorrebbero)
costruire ex novo un ospedale a Sulmona? É più conveniente ricostruire, piuttosto che adeguare? Costruire in
quali tempi? E, soprattutto: nel frattempo?
Chissà. Auguriamoci soltanto che non siano gli eventi naturali a doverci fornire risposte...
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