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S'io fossi assessore (provinciale o regionale)...

... aprirei le carte

Esterno giorno: Liceo Classico Ovidio, un mercoledì di


protesta. L'immobile è li, immobile appunto.
Chi si agita, invece, è in piazza: i ragazzi manifestano (a
ragione) il loro disagio ed esercitano un loro sacrosanto diritto
(quello di avere delle scuole adeguate). Che bello vederli animati
da passione civile e non seduti ad un pub o dietro uno spritz. E poi
è sempre un bel giorno di scuola mancato.
A guardar bene è anche un bel giorno di vita per un centro
storico mummificato, puntellato, mortificato dalla stupidità di chi lo
attraversa in un SUV (schivando, finchè può, i pensionati).
In questi giorni s'è sentito di tutto sulle sorti del Liceo Ovidio.
Ce la fa, non ce la fa? Sta in piedi o no? Lo sappiamo tutti che non
è questione di Norme Tecniche: se si vuole far stare in piedi un
fabbricato lo si fa. Basta volerlo e saperlo fare.
Il punto (vero) è: a quale costo? Vale la pena spendere tanti
soldi (ma quanti, chi lo sa?) per farci tornare i nostri figli? E, se si, perchè? O, piuttosto, potrebbe essere
questo il punto di partenza di una generale
rivisitazione di funzioni nel centro storico?
Sull'argomento abbiamo già speso troppe
parole.
A quelle parole aggiungerei solo il grafico
dell'andamento della popolazione scolastica
provinciale negli ultimi quattro anni (a fianco)
prima del

32 11
1919
tra 1919 e
1945
8 tra 1945 e
1960
Ma veniamo al nostro Liceo Ovidio.
tra 1961 e Forse è il caso di dirsi come sta il fabbricato, o meglio
7 1971 come stava prima del 6 aprile 2009 (anche a beneficio di chi
tra 1972 e dovrebbe provvedere, in ogni caso, ad assicurarne la

20 1981
dopo il
stabilità).
1981 Sperando che questo aiuti a capire che le polemiche
(dopo) hanno poco senso se non si agisce (prima).
Intanto questo a fianco è il quadro delle scuole di Sulmona (proprietà comunale o provinciale), divise
per anno di costruzione (patrimonio non freschissimo...).

Questo, invece, è il contenuto delle osservazioni riportate nelle relazioni tecniche che si trovano nel
Sistema Informativo per l'Edilizia Scolastica regionale ("Edilizia Scolastica e rischi territoriali", a disposizione
della Regione Abruzzo dal 2003):
"[...] il Direttore tecnico dei lavori ha segnalato: rifacimento del piano di fondazione del corpo nord-ovest con
infissione di nuovi ferri nei pilastri per aumentare la rigidezza di quelli preesistenti ormai corrosi;
consolidamento delle pareti murarie con rete elettrosaldata; irrigidimento dei solai al primo piano con

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l’inserimento di putrelle trasversali, relativamente ai locali della biblioteca e del bar, dove sono state eliminate
alcune murature portanti [...] il fabbricato non ha subito interventi di emergenza, ma sono intervenute
trasformazioni che hanno dato luogo a importanti incrementi di carico o riduzioni di resistenza sulle strutture."

Due domande, per tagliare corto:


1. a cosa serve la ricerca (in questo caso l'analisi), se non trova applicazione?
2. quanto dovremo aspettare ancora per una verifica approfondita di vulnerabilità dei singoli edifici scolastici?

Nel frattempo i ragazzi sono tornati a casa. Domani è un altro giorno (di scuola), la valle torna a
dormire. Interno notte.

Sulmona, 17 novembre 2010

P.S.: tanto per capirsi, una verifica sismica parte da una cosa così:
E, per finire con i numeri, il Dipartimento di Ingegneria Strutturale
dell'Università dell'Aquila, nel 2003 ci diceva che la stima percentuale
di danno per il Liceo Ovidio (periodo di ritorno del sisma di 95 anni) è
pari a 0,77. Tanto o poco? Tra le scuole di Sulmona è il massimo (ma
pur sempre un primato che condivide con altri, ben più recenti, edifici
scolastici).

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