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Quest'articolo era gi scritto quando abbiamo potuta prender visione del saggio di E. Pascal: La question de
l'hypzoUsrne, apparso nel numero di settembre-ottobre della Revue i'vltapsychique e da noi ampiamente
riassunto nell'ultimo fascicolo di Luce e Ombra>. Rinviamo a quel riassunto, e meglio ancra all'originale, chi
volesse avere un'idea compiuta dell'odierna crisi dell'ipnotismo , considerata specialmente dal punto di vista
psicoterapeutico. Il Pascal, infatti, non ha insistito sulla questione teoretica dell'ipnotismo come tale, e si soprattutto
preoccupato di rispondere alle critiche di coloro che lo avversano come mezzo di cura. Il nostro saggio, invece, cerca di
lumeggiare maggiormente il problema della natura dell'ipnotismo in s considerato, e del suo carattere di rai d'union
tra la psicopatologia ufficiale e la Metapsichica. Per una fortunata coincidenza, i due articoli non interferiscono che in
minima parte, e in complesso si integrano, contribuendo insieme a fornire alcuni criteri direttivi per le nuove ricerche.
coloro che approfondirono gli studi sul subcosciente, senza dei quali
vano sperar di capire qualcosa dei fenomeni ipnotici; dall'altra
coloro che nell'interpretazione di questi ultimi cercarono soprattutto
le leggi psicologiche, o fornirono comunque una spiegazione non
semplicistica o verbalistica. E chiaro poi che il movimento
metapsichico, iniziatosi di fatto nell'ultimo quarto del secolo scorso,
dovette illuminare singolarmente gli studi di coloro che ne
compresero tempestivamente il significato e l'importanza, mentre
ebbe l'effetto precisamente contrario sulle indagini, in tema
d'ipnotismo, dei misoneisti e dei denigratori.
Ricorderemo sommariamente qui le principali teorie che si
avvicendarono, dopo le lotte delle due scuole francesi, ad
interpretare i fenomeni ipnotici, e ci soffermeremo pi
particolarmente su quelle che secondo noi hanno felicemente
precorso o accompagnato i tempi. La vittoria del Bernheim e dei
suoi seguaci fu dovuta soprattutto alla evidente immaturit delle
spiegazioni a carattere fisiologico, e alla necessit di insistere sul
terreno psicologico prima che su qualunque altro. Scarso seguito
ebbero infatti gli studi del Lehmann, che cerc di ricondurre le
modificazioni organiche dell'ipnosi a fenomeni vasomotori, e le
teorie psicologiche della suggestione si divisero, come sin dal 1892
acutamente osservava il Wundt, in due serie: le une consideranti
lo stato ipnotico e in particolare la suggestione come un fatto
nuovo, avente un valore psicologico fondamentale, proprio a
gettare una luce inattesa sull'insieme della vita psichica, e a far
apparire di conseguenza i fenomeni gi conosciuti della coscienza
allo stato di veglia sotto una luce completamente nuova... ; le
altre partenti invece dalla coscienza normale e cercanti per
quanto possibile di spiegare per suo mezzo le anomalie che si
manifestano durante lo stato ipnotico e gli effetti che esso porta
seco. Nel primo caso si cerca di costruire sul fatto della suggestione
tutta una nuova psicologia, nel secondo, a trarre dai fatti conosciuti
dalla psicologia la suggestione e le sue conseguenze .
S'intende che il Wuncit stesso appartenne a questa seconda
serie, in cui possono allinearsi, oltre a tutti gli allievi del Bernheim
il Binet, il Duprat, il Lefvre, il Baudoin, il Cou (con tutta la nuova
scuola di Nancy) ecc. Meritano un particolare accenno il
Munsterberg, la cui teoria dell'eccesso di attenzione (over
attention), con qualche modificazione e integrazione anatomofisiologica, oggi una di quelle prevalenti tra coloro che non
negano la realt dei fenomeni ipnotici; e gli psicoanalisti, secondo
molti dei quali l'ipnosi consiste sostanzialmente in una repressione