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J.Evola: La Tradizione ermetica (1).

In Luce e Ombra, Fasc.III, marzo 1931 p.145

Neanche i pi ortodossi positivisti, crediamo, sarebbero oggi


disposti a sostenere che l'alchimia stata soltanto una specie di
nebulosa, da cui venuta mano a mano differenziandosi e
distinguendosi l'odierna chimica. Appare ormai abbastanza chiaro
che accanto ai souffleurs d'alambics e ai bruleurs de
charbon, agli alchimisti pasticcioni, insomma, fiorirono altri
alchimisti, che s'ingegnarono a velare sotto i simboli (non troppo
peregrini, d'altronde) del Mercurio, dello Zolfo o dell'Oro, principi e
dottrine d'ordine spirituale. Sulla base di questo Standpunkt, l'Evola
ha cercato coraggiosamente di ricostruire, attraverso i simboli,
l'insegnamento degli ermetisti e di confrontarlo con altri
insegnamenti occultistici tradizionali. L'opera, per quanto pu
giudicarne chi, come noi, non ha un'eccessiva familiarit con i testi
alchemici, risponde bene al suo scopo, nutrita ed erudita, e non si
pu neanche dire che pecchi di troppa tendenziosit.
Sar interessante vedere, ad ogni modo, come verr accolta dagli
storici della scienza da un lato, e da quelli delle religioni dall'altro.
EMILIO SERVADIO.

(1) G. Laterza ed., Bari, 1931, L. 18.

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