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14 edizione, s. v. Hallucination.
Lo stesso pu dirsi per molti altri processi psichici, ad es. per l'ipnotismo.
Das Ich als Subjelet und Objekt und Narzissmus, in Internat. Zeitschr. fr Psychoanalyse
, XV, 4.
Gesamm. Schr., V.
Considerazioni sulla concordanza esistente fra alcune tesi della dottrina psicoanalitica ed
alcuni dati della psicologia sperimentale, in Arch. gener. di neuropatol., psichiatr. e
psicoanalisi, VII (1926), p. 154 segg.
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Confidiamo anzitutto che quanto abbiamo sin qui esposto
valga a richiamare energicamente parecchi studiosi alla
considerazione della tipica, squisita soggettivit delle allucinazioni
telepatiche in generale (salve le eccezioni pi sopra ammesse, che
costituirebbero per in sostanza classi di diversi fenomeni). Infatti
si assiste, da parte di vari indagatori anche assai colti ed acuti, a un
processo assai curioso di spostamento : da un lato si ammette
che l'allucinazione telepatica soggettiva, poich vien percepita
soltanto
dall'individuo
interessato;
dall'altro
per
l'idea
meccanicistica della spedizione di un messaggio finisce per far
considerare anche l'immagine come un qualche cosa di spedito ;
mentre caso mai la spedizione potr concernere un determinato
stimolo, trasmesso in via paranormale; non gi l'immagine
allucinatoria, poich di allucinazione si tratta, la quale dovr pur
essere un prodotto psichico endogeno del percipiente. Altrimenti,
ripetiamo, non si tratterebbe pi di allucinazione, e si verrebbe
meno alle premesse. Se si ammette (come taluni sembrano
ammettere) che l'agente trasmetta un simulacro, una forma
fluidica, o simili, si ricade nell'a oggettivismo che abbiamo
respinto, e che contrasta in genere col fatto che la visione a ha
carattere individuale, sicch altri all'infuori dell'interessato non la
percepiscono.
Resta ben fermo, dunque, che la produzione dell'immagine
allucinatoria a carattere telepatico va studiata in modo speciale nei
confronti del percipiente. Che cosa possa eventualmente spedire
l'agente, noi non lo sappiamo. Si tratter magari di un'immagine,
ma tale ipotesi ci sembra troppo superficiale (10); riteniamo invece
pi logico pensare che si tratti di una vibrazione di carattere
ancora ignoto, che si comunichi da inconscio a inconscio; oppure
(forma che il Hyslop e il Bozzano chiamano di telemnesia) che
l'agente sia propriamente colui che percepisce l'immagine, che cio
il suo inconscio abbia attinto dall'inconscio altrui l'informazione
apparentemente telepatica. Il problema comunque quello del
modo in cui lo stimolo telepatico si trasforma in immagine
10
Questa ingenua concezione ha, strano a dirsi, antecedenti assai antichi: secondo Democrito
la sensazione era prodotta da una specie di emanazione proveniente dagli oggetti, e nel caso
della visione gli afflussi erano rappresentati da sottili copie delle cose da cui derivavano: copie
che Democrito chiamava appunto piccole immagini. Coloro che concepiscono lo stimolo
telepatico come prodotto da una piccola immagine si riallacciano dunque senza saperlo a
una concezione psicologica quanto mai elementare e superata ....