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D) Dovrei parlare anche dei pericoli? E' pur sempre necessario; siamo
tentati dal male. I pericoli sono reali per tutti, cos per il vostro gruppo. Ma gi
tanti altri, e in tante occasioni, ne hanno parlato. Conservate sempre quella
spia rossa accesa davanti ai vostri occhi.
E) Allora mi limiter alla domanda posta a me, in vista di questo
incontro: Che cosa attende il vescovo per la sua chiesa locale dai gruppi
del rinnovamento nello Spirito? .
Molto. E sia ben chiaro che quanto chieder qui a voi, lo domando
parimenti ad ogni realt viva che si impegna per la vita evangelica.
Capisco pure che ogni richiesta a voi nel contempo richiesta a me, ai
miei preti, alla chiesa locale.
L'integrazione ecclesiale
Amici, parliamo un po' distesamente di questo tema; appare di fatto uno
dei punti pi duri. Lasciamo perdere discussioni inutili sui significati deteriori
della parola integrazione ; non serve qui, tra noi, in quanto gi abbiamo
inteso dove vogliamo arrivare. Il punto di questa compresenza nella
Chiesa fu sempre piuttosto difficile lungo il corso dei secoli. Chi supera la
prova, ha la vita e l'avvenire con s.
E' apparentemente facile accettare la Bibbia, Ges, lo Spirito, Dio.
Ma niente sicuro e solido fino a che non si abbracciata, con amore
assoluto, la Chiesa, la mia Chiesa, quella vera e storica, dal volto preciso,
che si concretizza:
nella mia diocesi;
nella mia parrocchia che, in quanto vera, comunione e comunit di
comunit; casa ospitale per le legittime diversit.
nelle persone note e meno note, ma concrete, che incrocio lungo le mie
strade, accanto alla mia casa.
Chiesa.
1. Il vescovo
Io, vescovo, non sono dei vostri (parlo del gruppo), ma so che sono per
voi . Per un vescovo la gratificazione che pu dare un'appartenenza, conta
meno. Conta il dovere. Lo faccio volentieri il mio servizio a voi, sino in fondo
impendam et super impendam pr animabus vestris (2 Cor 12,15). Lo far
per ogni realt di Chiesa, per ogni spirito buono che c' nel mondo. Anzi mi
convinco che bene che io, vescovo, non sia dei vostri (come non posso
essere di nessun movimento o associazione). Non posso esserlo in modo
particolarissimo.
Perch bene? E' perch possa fare meglio il mio dovere, ben al di l
delle mie preferenze o delle mie amicizie.
Ecco il compito di me vescovo:
I vescovi in unione con il Romano
Pontefice, ricevono da Cristo-Capo il compito di discernere.i doni e le
competenze, di coordinare le molteplici energie e di guidare tutto il Popolo a
vivere nel mondo come segno e strumento di salvezza. Ad essi quindi pure
affidato l'ufficio di prendere cura dei carismi tanto pi perch la stessa
indivisibilit del ministero pastorale li fa perfezionatori di tutto il gregge .
Sentiamo quanto aggiunge ancora il testo: I pastori tutti, non dimentichi
del monito apostolico di non essere padroni tra i fedeli loro affidati, ma come
divenuti modelli sicuri del gregge (1 Pt 5,3), saranno giustamente consapevoli
del primato della vita nello Spirito, che esige che essi siano, nel contempo:
guide e membra; veramente padri ma anche fratelli; maestri nella fede e
particolarmente condiscepoli donati al Cristo; perfezionatori, s, dei fedeli, ma
anche veri testimoni della loro personale santificazione (cfr. n. 9 Mutuae
Relationes).
Sentite, amici, questa mia esortazione cui tengo molto: abbiate cura di
presentarvi ai vostri vescovi anche l, nella vostra chiesa, dove siete nati e
operate: vi occorre la stretta della loro destra (cfr. Gai 2,9). Non basta la
stretta di mano del vescovo di Rimini e di San Marino-Montefeltro. Ho gi
detto, a voi lo scorso anno, che, se in una chiesa o nell'altra, c' qualche
difficolt per la comprensione mutua tra voi e il vescovo, ci sar ben un
motivo; e sono certo che le colpe e gli ostacoli non saranno senz'altro e
unicamente dalla parte del vescovo o della chiesa locale o di qualche realt
di essa. Non coltiviamo riserve su questo punto; occorre realismo,
magnanimit e riconciliazione.
2. Il volto concreto di questa relazione con il vescovo e il suo presbiterio
Quanto ho detto sopra non autorizza a concludere che ci sar una
relazione solo, o quasi, estrinseca con l'autorit ecclesiastica. No. Si
domanda al vescovo un atteggiamento d'accoglienza e di comunione viva
abbandonati in Lui;
per la gioia che ci ha messo in cuore: gioia che vogliamo sia perfetta
come ci ha augurato la Parola di Dio.
E' la gioia di ritrovarci insieme, come fratelli, la gioia di formare un'unica
famiglia dei 450 gruppi sparsi in tutta Italia, la gioia del sentirci chiesa, giovane,
fresca, piena di fiducia, nella scia luminosa del Concilio, confortati
dall'incoraggiamento del Sommo Pontefice che ci ha mandato il suo messaggio e
desidera incontrarci presto a Roma. E' la gioia di chi ha fatto una scelta
irrevocabile: Ges, Signore della propria vita!
Per questo noi, oggi, lo proclamiamo ancora una volta solennemente:
Ges, tu sei il Signore della nostra vita! Alleluia!
Usciremo da questo cenacolo sempre pi consapevoli di questa grande
realt, per presentarci ai fratelli delle nostre comunit ecclesiali, veri testimoni
di Ges Signore che abbiamo contemplato... toccato... e abbiamo veduto
con i nostri occhi (1 Gv 1,2 ss).
Sarete miei testimoni (At 1,8): ecco il tema che lo Spirito ci ha suggerito
per questo appuntamento annuale. Dopo aver preso in serio esame il grande
evento dello Spirito che ha fatto irruzione nei nostri cuori (Rm 5,5) nella
prima Convocazione del 1978; preso atto della necessit che questa realt
ecclesiale si presenti credibile alla Chiesa tutta per la sua profonda
comunione con il Padre e con i fratelli, in servizio umile, stimolante e
onnipresente, nella seconda Convocazione dello scorso anno, eccoci oggi,
alla terza Convocazione, col tema fondamentale della testimonianza: Sarete
miei testimoni .
Vogliamo che questa celebrazione confermi il nostro cammino, lo renda
prezioso per la Chiesa;
vogliamo rinfrancare le nostre convinzioni, attingere nuova energia per
il servizio che ci attende nella chiesa locale dove siamo chiamati a vivere e ad
operare;
vogliamo gridare a tutti la nostra esperienza di aver incontrato Lui, di
averlo ascoltato, e di seguirlo facendoci annunciatori di un domani di
speranza, di amore, di gioia, in un Dio che Padre, che vivo, presente nel
mondo e nella chiesa;
vogliamo chiedere allo Spirito, in questi giorni, di poter essere fedeli
messaggeri della sua azione, nell'umilt e nella semplicit, ma con lo spirito
profetico di iniziative cristianamente creative e moderne nei confronti dei
bisogni pi urgenti della Chiesa e nei confronti della porzione pi cara al
Signore: ammalati, emarginati, poveri;
vogliamo, dopo aver esperimentato la gioia del vivere in gruppo,
diventato comunit di preghiera, di amore, di servizio gioioso, preparare le
condizioni per la fioritura di comunit ecclesiali nuove, ideali, veramente carismatiche, nello stile delle prime comunit cristiane, descritte dagli Atti (2,42
ss.);
vogliamo essere veri testimoni di Lui, del suo amore, testimoni
25 aprile 1980
Meditazione Padre Tomaso Beck S.J. di Triuggio
CONVERSIONE PERSONALE
II Dio dei nostri padri ha risuscitato Ges, che voi avevate ucciso
appendendolo alla croce. Dio lo ha innalzato con la sua destra facendolo
capo e salvatore, per dare a Israele la grazia della conversione e il perdono
dei peccati. E di questi fatti siamo testimoni noi e lo Spirito Santo che Dio ha
dato a coloro che si sottomettono a lui . E' questa la lettura e le lodi di oggi,
dal capitolo quinto degli Atti, versi 30-33.
Questa provvidenziale lettura io la ripeto affinch ciascuno di noi possa
impadronirsi nell'intimo del suo cuore, con dolcezza e profondit, della parola
salvifica che Dio oggi ci propone. Raccogliamoci ancora un istante nell'intimo
del nostro cuore, chiediamo alla Vergine Maria la grazia di capire
profondamente la Parola: essa infatti non parola di uomo ma Parola di
Dio.
II Dio dei nostri padri ha risuscitato Ges, che voi avevate ucciso
appendendolo alla croce. Dio lo ha innalzato con la sua destra facendolo
capo e salvatore, per dare a Israele la grazia della conversione e il perdono
dei peccati. E di questi fatti siamo testimoni noi e lo Spirito Santo che Dio ha
dato a coloro che si sottomettono a lui .
Dov' dunque la nostra testimonianza? La nostra testimonianza la
testimonianza di Ges di Nazareth innalzato dalla destra di Dio; di Ges di
Nazareth fatto salvatore dalla potente destra di Dio; di questo uomo unito
misteriosamente al Padre nella sua persona divina. Egli il nostro salvatore e
il nostro capo, stato risuscitato gloriosamente dal Padre per darci la grazia
della conversione e il perdono dei peccati. Di questo, noi siamo testimoni. La
prima testimonianza perci, miei cari fratelli, che precede e fonda tutte le altre
testimonianze, che Ges Signore risorto, nella sua potenza di risurrezione,
ha la forza di rimettere i nostri peccati e di donarci la grazia della conversione.
La prima cosa che dimostra che Ges Salvatore la forza che egli ha di
indurci alla conversione; la prima testimonianza che noi possiamo dare di
Cristo Signore risorto di farci convertire da lui. Ove Cristo Ges Signore
glorioso non riuscisse in questa impresa divina nella nostra conversione, non
potremmo dare testimonianza della sua gloria. La gloria di Ges infatti parte
dalla nostra conversione. La gloria di Ges non parte dalla nostra forza, la
gloria di Ges non parte dalla nostra giustizia: la gloria di Ges risorto parte
dalla nostra povert, parte dalla nostra debolezza che Ges ha la forza di
trasformare in ricchezza e in potenza. Egli un salvatore potente l dove la
nostra debolezza si trasforma in grazia.
Ges, tu sei il mio salvatore potente ogni volta che la mia tenebra si
trasforma in luce.
Signore Ges, io sono tuo testimone prima d'ogni altra cosa nella mia
conversione.
Signore Ges, chi sei tu?
Tu sei il Dio misterioso nel quale si raccolgono e si esaltano tutti gli
attributi di Jahv, laddove egli salv il suo popolo dall'Egitto trascinandolo
attraverso il deserto fino a fargli raggiungere la terra promessa.
Tu, Ges, sei il mio salvatore e io devo lasciare alla tua potenza la gloria
di salvarmi, perch se io non avr lasciato alla tua potenza la gloria di
salvarmi io non potr testimoniare la tua risurrezione, n potr seguire la
gloria degli apostoli i quali si dichiararono precipuamente testimoni della
risurrezione.
Anche noi, Ges siamo testimoni della tua risurrezione, ma non soltanto
di quella gloriosa risurrezione che avvenne 2000 anni fa l, nel Santo
sepolcro, ma anche di questa risurrezione che avviene oggi, dentro del mio
cuore, dove viene ribaltata ogni pietra e dove viene travolta ogni resistenza,
dove ogni tenebra si trasforma nella luce e ogni morte si trasforma nella vita.
Io sono testimone, Ges, che tu trionfi sui miei peccati. Io sono
testimone, Ges, che tu trionfi sulla durezza del mio cuore simile alla
durezza di quella pietra che chiudeva Ges dentro nel sepolcro della morte.
Quella pietra che detenne prigioniero Ges dentro nella tomba, sia pure per
breve tempo, il simbolo della durezza di cuore che detiene ancora Ges
prigioniero e che gli impedisce di salvarmi totalmente: onde quella pietra
deve essere rovesciata e Ges deve rinascere in modo trionfante dentro del
mio cuore. Io sono testimone, Ges, che tu hai vinto la durezza del mio
cuore e hai ribaltato non soltanto la pietra esteriore che chiudeva la bocca
del sepolcro, ma anche la pietra interiore che ancora mi detiene prigioniero
insieme con te nella morte.
Oh Ges, Signore glorioso, incarnato per scendere con la tua natura
umana nel mistero della morte, io ti lodo e ti benedico per la tua gloriosa
incarnazione attraverso la quale sei sceso dentro nel mistero della mia morte
e del mio peccato per farti fratello della mia debolezza e della mia povert e
per poter per me travolgere quella pietra che mi impedisce di vedere ancora
completamente la luce. Signore Ges, questi sono i giorni della tua gloria,
ma non di una gloria esteriore che si risolve soltanto in un canto delle
labbra. Ges, questi sono i giorni del tuo trionfo interiore il quale trova nelle
nostre labbra come un'eco meravigliosa e potente. Chiunque di voi ancora
detenuto prigioniero della tomba o in qualunque modo ancora sente davanti
a s la durezza di quella pietra sepolcrale, sappia quest'oggi che Ges
risorto per lui, sappia quest'oggi che Ges risorge per lui. Apriamo, dunque,
apriamo con forza la porta del nostro cuore, affinch Ges Signore glorioso
risorto, risorga dentro di noi, risorga in questa assemblea di fedeli. Lontano
da noi ogni pensiero che impedisca a Ges questa risurrezione, abbattiamo
le mura di Gerico, distruggiamo dentro di noi nella grazia del Signore risorto
qualunque cosa impedisca dentro di noi la sua gloriosa risurrezione.
Fermiamoci un solo istante nel silenzio per offrire a Ges Signore risorto
quella pietra tombale, ove essa in qualche modo ancora chiudesse la porta
alla sua uscita gloriosa nella luce. Allontaniamo da noi quell'ostacolo che in
questo momento ci impedisce di far trionfare Ges e di essere testimoni
veraci di questo suo trionfo, testimoni veraci di questa sua risurrezione,
testimoni veraci di questa sua gloria. Fermiamoci per un istante nel silenzio
del nostro cuore e offriamogli quella pietra, laddove essa ancora esista,
laddove essa ancora si frapponga nel nostro cammino. Offriamogli quella
pietra perch venga rotolata completamente via e il nostro cuore si apra a una
lode nuova, a una lode autentica, a una lode felice, alla lode della sua gloria.
Sostiamo un istante nel silenzio per offrire a Cristo Ges questa sua gloria di
risorgere dentro di noi.
P. Faricy: Grazie, Signore per questa tua parola. Dacci la grazia di
meditarla e di farla nostra
studio, della nostra meditazione, della nostra esperienza intima (come fece
Maria). Questo magistero ci ricorda con affettuosa insistenza che la nostra
comprensione della parola di Ges soprattutto affidata alla preghiera.
Quando preghiamo, la parola di Dio ascoltata riceve una risposta, produce un
colloquio col Padre mediante il nostro fratello e Signore Ges, che ci assiste
con il suo Spirito. Quando preghiamo, l'amore di Dio, che la sua parola ci
dichiara, si trasforma in seduzione e diventiamo amanti di Dio (cfr. DV 8.25).
Volendo approfondire il tema della testimonianza nella vita dei credenti in
Ges, ci chiederemo anzitutto: Qual il senso rivelato della categoria
testimonianza ? Contempleremo in un secondo tempo quali sono i dati
fondamentali che, secondo la Rivelazione danno contenuto e garanzia alla
testimonianza cristiana: Ges, lo Spirito di Ges, gli apostoli di Ges, i
successori degli apostoli di Ges.
Volendo rimanere coinvolti in tutta la nostra esistenza da questa profezia
di Ges, mediteremo infine sulla testimonianza che tutti i credenti, nei modi
pi diversi, sono chiamati a dare al Signore Ges: la testimonianza della vita,
la testimonianza della parola, la testimonianza del martirio .
I. IL SENSO DELLA TESTIMONIANZA NELLA RIVELAZIONE
I termini pi usati nella Scrittura in riferimento al tema della testimonianza
sono ed, ed, edt per la lingua ebraica, martyr, martyra, martys per la
lingua greca.
Sia nel Vecchio che nel Nuovo Testamento le espressioni, che indicano
una testimonianza, vengono adibite sotto una duplice accezione, giuridica la
prima, religiosa la seconda.
Alla base di ambedue questi usi sta un concetto comune, secondo il
quale rendere testimonianza significa ricordarsi di un fatto, formulare
un'idea e darne notizia agli altri ; oppure, in modo ancora pi generico:
fare professione di realt che sfuggono ad ogni verifica empirica, ma delle
quali chi parla pienamente convinto; si tratti di idee o di verit, di eventi o
di persone, di presente o di futuro (Grande Lessico del NT. VI, 1274.
1281).
In senso giuridico testimone chi depone su avvenimenti, ai quali ha
preso parte, o su persone e situazioni che conosce direttamente, pronto a
pagare di persona nel caso che la testimonianza fosse falsa (cfr. Dt 17,7;
19,18).
In senso religioso testimone chi proclama una verit di ordine superiore, soprannaturale, che oggetto di Rivelazione, e impegna tutto se
stesso a sostenerla. Cos intesa, la testimonianza si applica sia a Dio che si
rivela come salvatore degli uomini, sia ai profeti da lui scelti per ricevere
direttamente e proclamare la sua Rivelazione, sia agli uomini che ascoltano e
accettano la proclamazione dei profeti e annunziano agli altri il messaggio
ricevuto (cfr. GL VI, 1339).
8,28). Tutto ci che ha udito dal Padre, lo ha detto al mondo (Gv 8,26).
Che cosa ha visto e udito Ges nel cielo, presso il Padre? Non una
verit astratta, ma la verit, quale la definisce Ges stesso: l'opera del Figlio
di Dio, Verbo fatto carne, cio la verit che lui stesso: io sono la verit
(Gv 14,6).
Di questa verit, che lui stesso (cfr. Gv 3,26), basata sulla testimonianza
del Padre che l'ha inviato (cfr. Gv 3,34; 14,24), Ges il testimone, perch
deve proclamarla in un mondo pieno di ostilit al suo messaggio. Il suo
annunzio della salvezza, della verit, prende tutte le proporzioni di una
laboriosa difesa, sostenuta nel grande processo, al quale il mondo assoggetta
Ges.
Ges il testimone della luce, che era nel mondo, della luce che illumina
ogni uomo, ma che il mondo non riconobbe (Gv 1,10); le tenebre non
l'hanno accolto (Gv 1,5), gli uomini hanno preferito le tenebre alla luce
(3,19), i suoi non l'hanno ricevuto (Gv 1,11).
Ges il testimone delle cose del cielo, mandato nel mondo perch il
mondo si salvi per mezzo di lui (Gv 3,17), eppure nessuno accetta la sua
testimonianza (3,32).
Dinanzi al consesso di un mondo che gli ostile, che lo contesta, che
rifiuta di credergli, Ges si presenta come un testimone che non si stanca mai
di proclamare come sua difesa la verit di cui egli, ed egli soltanto, il
garante pi attendibile; che, cio, Dio ha tanto amato il mondo da dare il
suo Figlio unigenito, perch chiunque crede in lui non muoia ma abbia la vita
eterna (Gv 3,16). E questa verit lui stesso: luce del mondo, speranza del
mondo, cuore del mondo, Signore del mondo.
b. Ges il testimone fedele
La testimonianza di Ges, sulla quale insiste tanto san Giovanni
nell'Apocalisse, consiste nel trasmettere agli uomini solo ci che gli stato
commesso dal Padre (Ap 1,1-2).
Ges assume questo compito con piena affidabilit, perch egli colui
che ama noi che venuto a liberare (Ap 1,5), perch egli il principio di
tutto ci, che Dio nel suo amore crea, perch egli l'Amen di Dio (Ap 3,14).
A questa missione di testimonianza Ges ha assoggettato tutta la sua
esistenza, non questa o quella occasione. Questa testimonianza la
ragione per cui nato ed venuto nel mondo (Gv 18,37). Tutte le opere,
che egli compie nel nome del Padre hanno un unico scopo: garantire e
confermare questa testimonianza (Gv 10,25) le opere che faccio in nome
del Padre mio, esse mi rendono testimonianza .
La prova suprema della sua fedelt, Ges la da sulla croce. E' nella
croce che la fedelt di Ges alla testimonianza dell'amore del Padre
raggiunge il suo culmine e la sua massima potenza. E' dalla croce che la
testimonianza di Ges si impone al giudizio dell'universo con la forza di
una regalit che non ha riscontro in questo mondo: regnavit a ligno Deus.
Ges regna dalla croce e dalla croce attira tutti a s (Gv 12,32). Perch alla
croce tutti dovranno volgere lo sguardo, accolgano o respingano il
testimone fedele che vi inchiodato (cfr Gv 19,37).
Ges Cristo leggiamo nella prima lettera a Timoteo dinanzi a
Pilato attua la bella professione della sua testimonianza (1 Tm 6,13).
Come dire che nella sua passione dolorosa e nella sua morte in croce la
sua testimonianza raggiunge tale uno splendore, talmente fedele a se
stessa che non pu non essere accolta e creduta da chiunque dalla
verit (Gv 18,37).
c. Ges il testimone verace
La testimonianza resa da Ges alla missione affidatagli dal Padre degna
di fede perch veritiera, cio ha raggiunto il suo scopo imponendosi
vittoriosa dinanzi a tutta la creazione.
La testimonianza di Ges ormai irrefutabile; ha vinto la morte e ha
debellato tutti i poteri avversi del mondo: Egli il primogenito dei morti, e il
principe dei poteri della terra (Ap 1,5). In, virt della sua testimonianza
possiede la gloria e la potenza nei secoli (Ap 1,6), ha nelle sue mani la
pienezza del dominio sul creato (Ap 11,15), h a fatto precipitare l'accusatore
dei fratelli (Ap 12,10); e con lui furono precipitati anche i suoi angeli (Ap
12,9).
Faranno guerra all'Agnello, ma l'Agnello li sconfigger , perch Egli il
Signore dei signori, e il Re dei re, e con lui vinceranno i suoi, i chiamati, gli
eletti, i fedeli (Ap 17,14); i fratelli che custodiscono la testimonianza di
Ges, che lo spirito della sua profezia (Ap 19,10). Alleluia!
Rallegriamoci, esultiamo, diamo gloria a colui che si chiama Fedele e
Verace (vv. 7.11).
2 La testimonianza, dello Spirito Santo
La testimonianza di Ges rimane sempre attuale nella storia, diventa
contemporanea a tutti gli uomini mediante la cooperazione dello Spirito
Santo: cooperante Spiri tu Saneto mundum vivificasti (Canone della Messa).
Lo Spirito Santo, che Signore, colui che rende sempre viva tra i
credenti la testimonianza di Cristo Ges. Lo Spirito Santo il grande
testimone che fa tutti i cristiani portatori responsabili della testimonianza
di Ges. Quando san Giovanni afferma lo Spirito la verit (1 Gv 5,6)
vuoi dirci come gi spiegava S. Ireneo che lo Spirito di Dio colui
che ci da la conoscenza della verit (A.H. IV,33,7). Lo Spirito il vicarius
Christ (per usare una espressione cara ai Padri della prima chiesa), che
rende presente e operante nella vita dei credenti la verit attestata da
Ges (cfr. Tertulliano, De praescr. 28, 1-3).
sono cos? Perch vivono in tal modo? Che cosa o chi li ispira? Perch sono
in mezzo a noi? Ebbene, una tale testimonianza gi una proclamazione
silenziosa, ma molto forte ed efficace della Buona Novella (EN. 21).
E pi in l aggiunge: Si ripete spesso, oggi, che il nostro secolo ha
bisogno di autenticit. Soprattutto a proposito dei giovani, si afferma che
hanno orrore del fittizio, del falso, e ricercano sopra ogni cosa la verit e la
trasparenza... Tacitamente o con alte grida, ma sempre con forza, ci
domandano: Credete veramente a quello che annunziate? Vivete quello che
credete? Predicate veramente quello che vivete? La testimonianza della vita
divenuta pi che mai una condizione essenziale per l'efficacia profonda
della predicazione (EN. 76).
Tutti indistintamente siamo chiamati a rendere al Signore Ges la testimonianza della nostra vita. Si tratta di un compito tremendo che tutti ci
accomuna, quale che sia il servizio che svolgiamo in seno alla comunit
ecclesiale.
Devono rendere testimonianza di vita anzitutto i detentori del sacro
ministero, i sacri pastori.
Ricordino i pastori tutti ammonisce il Concilio che essi con la loro
condotta quotidiana e con la loro sollecitudine dimostrano al mondo la
faccia della Chiesa, in base alla quale gli uomini si fanno un giudizio sulla
efficacia e sulla verit del messaggio cristiano (GS. 43, 1458).
La condotta quotidiana e la sollecitudine, di cui parla il Concilio, non
significa sostituzione ai carismi dei singoli fedeli, ma promozione umile e
amorosa di quel bene dei fedeli , mediante il quale lo Spirito Santo
costantemente consolida la struttura organica e l'unit dei cuori nella Chiesa
(LG. 22,337). Perch alla vita di tutti i fedeli stata affidata da Ges la
testimonianza del vangelo della grazia di Dio (LG. 21,334), dinanzi alle
nazioni, ai popoli e ai re (LG. 24,342).
Devono dare testimonianza di vita tutti i religiosi.
I loro doni sono 'una manifestazione della infinita potenza dello Spirito
Santo', manifestazione che si attua in modo tutto suo proprio nella pratica
dei consigli che si sogliono chiamare evangelici (LG. 39,387). La loro
testimonianza di vita verginale, povera e obbediente dev'essere palese a
tutti perch sia glorificato il Padre che sta nei cicli (cfr. Mt 5,16). Quale
manifestazione della infinita potenza dello Spirito mirabilmente operante
nella Chiesa , lo stato religioso un ricettacolo di carismi; e come tale si
manifesta, se rende pi liberi i suoi seguaci dalle cure terrene, se
manifesta meglio ai credenti i beni celesti presenti in questo mondo, se
meglio testimonia la vita nuova ed eterna acquistata dalla redenzione di Cristo,
se meglio preannunzia la futura risurrezione e la gloria del Regno celeste
(LG 44,406).
Devono dare testimonianza di vita tutti i laici.
Ai laici spetta per vocazione di dimostrare al mondo che si pu cercare
il Regno di Dio, pur vivendo implicati in tutti e singoli i doveri e affari del
18). In questi casi la testimonianza dei laici alla Parola del Signore acquista
un carattere particolare, diventa un mandato , che risale al Signore perch
trasmesso per mezzo dei pastori da lui voluti.
Si realizza cos quella diversit di servizi nell'unit della identica
missione, che costituisce, ci assicura Paolo VI, la ricchezza e la bellezza
della Chiesa (EN. 66). Si da cos vita a quella presenza del corpo di Cristo
sulla terra, variamente formato da quanti, battezzati in un solo Spirito, si
sono_ abbeverati all'unico Spirito di Cristo (cfr. 1 Cor 12,12-14).
II corpo di Cristo che la Chiesa, leggiamo ancora nel documento Inter
insigniores, un corpo differenziato, nel quale ciascuno ha la sua funzione. I
vari compiti non danno adito alla superiorit degli uni sugli altri; non
forniscono alcun pretesto alla gelosia. Il solo carisma superiore, che pu e
deve essere desiderato, la carit. I pi grandi nel Regno dei cicli non sono i
ministri, ma i santi (EV. 6, 2146).
IV. LA TESTIMONIANZA SUPREMA DEL CRISTIANO: IL MARTIRIO
Testimonianza di vita e testimonianza della parola, viste nella via di Ges,
che la via della carit, raggiungono il loro significato supremo nell'evento
che passato alla storia come la testimonianza per eccellenza: la beata sorte
del martirio.
Martire colui che da testimonianza per Cristo e per la sua dottrina con il
sacrificio della vita.
Se la nostra vita ha un senso in quanto vissuta con Cristo, per Cristo e
in Cristo; se Ges il testimone fedele del Padre, che ha dimostrato il suo
amore per lui e per gli uomini attraverso la sua condanna a morte e la sua
crocifissione; anche chi vuoi seguirlo sino alla fine dev'essere fiero di
condividere la sua stessa sorte: II discepolo non da pi del suo maestro;
perfetto sar ogni discepolo, se sar come il suo maestro (Le 6,40).
Questo fu l'ideale evocato da una profezia pronunziata da un nostro
fratello del rinnovamento nello Spirito, l'il dicembre scorso alla presenza del
Vicario di Cristo: Noi vogliamo morire per Cristo perch sappiamo che
questo l'unico modo per vivere (cfr. Alleluia, marzo-aprile 1980, p. 14).
E' dottrina di fede, che tra i doni e le grazie, con cui lo Spirito esercita la
sua virt santificante e fortifica i credenti, il posto pi alto, pi insigne, pi
eccellente, occupato da quella forza, che assiste alcuni tra noi fino a subire
lo spargimento del sangue (cfr. LG. 15).
E' dottrina di fede, che il martirio la massima testimonianza di amore,
che i credenti nel Signore Ges hanno reso e possono rendere dinanzi a tutti
e specialmente davanti ai persecutori (LG. 12).
E' dottrina di fede che alcuni cristiani sono stati chiamati e lo saranno
sempre ad accettare come il Maestro, liberamente, la morte per la salvezza
del mondo e a conformarsi a lui nella effusione del sangue (LG. 42).
E' dottrina di fede che se a pochi concesso il martino, tutti per
Tu, Dio, sei bellezza, bont, pienezza infinita. Noi ti adoriamo. Cosa fai in
te?
Tu conosci te stesso, contempli tutta la meraviglia che sei tu. E quale
meraviglia! E' questo il tuo operare. Contemplando te stesso, generi la
espressione piena di te, la irradiazione totale di te, il Figlio chiamato Verbo,
Parola di te. Per questo in te sei Padre.
Tu sei Padre che in Dio, nel santuario, generi in te la luce del tuo volto
nella quale circola tutta la tua natura-Dio, luce radiosa, bellezza infinita, vita
senza fine. Ne sei affascinato! Tu, Padre, sei unicamente eterno trasporto,
riferimento al Figlio in cui esprimi tutto te stesso. Ed in questo sei Persona
che soltanto il pronunciare sostanziale Figlio! Figlio! . Tu sei mio Figlio;
oggi ti ho generato (SI 2,7; Eb 1,5).
Generando il Figlio, doni tutto te stesso a lui, nel quale ti scrivi come sul
tuo libro vivente da te generato. Ora, mentre preghiamo.
Questa, Padre, la tua gloria : Gloria al Padre .
Tu, Verbo, nel santuario, in questa eterna generazione dal Padre, sei
la totale vivente risposta al Padre, espressione piena del Padre, luce del
suo volto, come diario vivente che dice tutto il Padre, bellezza,
bont infinita e lo incanti, lo seduci.
Tu, Figlio, in questa eterna generazione dal Padre sei Persona in continuo
riferimento al Padre, fisso in lui, nella gioia di essere in lui; sei ]' Amen
eterno, il S a lui, nella piena circolazione del vostro vivere-essere Dio.
Ti lodiamo Verbo, la cui identit semplicemente dire , essere la
Parola-Persona che dici con tutto te stesso soltanto Padre! Abb Padre!
ed essere dono al Padre, totale adeguamento al Padre.
Quando noi preghiamo Padre! proclamiamo nello Spirito Santo (cfr. Gai
4,6) tutto te stesso che sei grido sostanziale Abb Padre! .
La tua gloria questa: Gloria al Figlio! .
Questa gloria della vita intratrinitarla noi la conosciamo perch tu,
Verbo, ti sei fatto visibile e sei la rivelazione il testimone a noi di quanto
sei per il Padre e dei segreti di Voi Tre. Tu hai assunto da Maria la naturauomo, per opera dello Spirito Santo, per unirla ipostaticamente a te e
testimoniarci la vita segreta del santuario increato, della Trinit: E il Verbo si
fece carne... Vedemmo la sua gloria... di unigenito dal Padre (Gv 1,13-14).
Lo stupore assume proporzioni infinite; la tua natura-uomo nella famiglia
trinitaria, partecipe sostanziale della tua generazione dal Padre e dell'unica
natura-Dio: Io e il Padre siamo una cosa sola (Gv 10,30) nello Spirito
Santo; Tu, Padre, sei in me e io in te (Gv 17,21) nella sostanziale
relazione di amore, di conoscenza reciproca, di potere, di azione. Per questo,
Ges, sei sempre proteso al seno del Padre (cfr. Gv 1,18), dono al Padre
che proteso a te, dono a te.
La tua vita terrena questo riferimento, dono al Padre. Nella volont: il
mio cibo (Gv 4,34) dall'entrare nel mondo, alla presentazione al tempio, alla
Passione; riferimento al Padre nell'azione, nella dottrina, preso nel vortice
Dal nostro battesimo in poi noi ci troviamo immersi nella generazione del
tuo Verbo ed essa profluisce continuamente a noi, e pur lasciandoci nella
nostra distinzione personale, ci immerge nella vita intratrinitaria, perch predestinati ad essere conformi all'immagine del Figlio tuo (cfr. Rm 8,29). Messi
in tal modo, tu in noi contempli lui, tua Parola e noi in lui, dentro di te, ed
esprimi Tu sei mio Figlio (Eb, 1,5); perch da Dio sono stati generati
(Gv, 1,13), sempre in riferimento a Ges e a noi che generi in lui.
In Ges con atto eterno e in noi stai scrivendo te, il tuo libro, Ges e noiChiesa, immersi nella vostra vita intratrinitaria, come richiede Ges
nell'Eucaristia: Come tu, Padre, sei in me e io in te, siano anch'essi in noi
una cosa sola (Gv 17,21).
Ges in continuo riferimento-dono a te, dalla incarnazione alla croce,
all'Eucaristia, e lo passando per Maria.
Noi in Ges dovremmo essere soltanto riferimento a te, soltanto pronunciamento Abb Padre! (cfr. Gai 5,22) assorbiti nello Spirito Santo.
E questo rinnovamento nello Spirito (cfr. Tt 3,5-6). Noi infatti in te, Ges,
ci troviamo nella tua generazione dal Padre, per essere luce del suo volto,
lettera vivente che dovrebbe dire esclusivamente Abb Padre! .
Cos scrive Elisabetta della Trinit: II Verbo imprimer nella tua anima
come in un cristallo l'immagine della sua propria bellezza, perch tu sia pura
della sua purezza, luminosa della sua luce (L. 228). San Paolo direbbe:
Lettera di Cristo che Lettera del Padre.
E quale impulso di amore del Padre e del Figlio scorre in noi, generati nel
Figlio dal Padre?
San Giovanni della Croce scrive: L'anima spira (ossia palpita) in Dio la
medesima spirazione d'amore (ossia lo stesso palpito-Spirito Santo) che il
Padre spira nel Figlio e il Figlio nel Padre...; non sarebbe una vera e totale
trasformazione, se l'anima non si trasformasse nelle tre Persone della SS.ma
Trinit (Cant. spir., str. 39,2).
Nella trasformazione che si pu conseguire in questa vita, assai di
frequente la detta (la stessa) spirazione (ossia lo stesso Spirito Santo) passa
da Dio all'anima e dall'anima a Dio... quantunque non... come nell'altra vita
(ih. 3).
Per via di partecipazione (l'anima) spira (palpita) in Dio come Dio spira
in lei... (l'anima) opera il suo atto di intelletto, di notizia e di amoie... nella
Trinit, unitamente con essa e come la Trinit stessa (ih.); infatti il Padre
genera in lei il proprio Verbo perch ella esprima Ges al Padre palpitando di
Spirito Santo.
^ E' l'applicazione della preghiera di Ges: Padre, l'amore con il quale
mi hai amato sia in essi e io in loro (Gv 17,26).
Noi immersi nell'oceano dell'amore infinito della vita intratrinitaria. Cos
siamo testimoni di questo abbraccio infinito e presi in esso, testimoni e presi
nel connubio sponsale tra il Padre e il Figlio nel santuario perch
impregnati di esso, vita dei Tre.
3. Avendo piena libert di entrare nel santuario per questa via nuova e vivente
Quanto sopra possibile soltanto per mezzo di Ges e nello Spirito Santo.
Per Cristo, con Cristo e in Cristo, a te, Dio Padre onnipotente, nella unit
dello Spirito Santo ogni onore e gloria . Per il nostro Signore Ges Cristo
che Dio e vive e regna con te nell'unit dello Spirito Santo, ogni onore e
gloria .
Infatti, Nessuno viene al Padre se non per mezzo di me (Gv 14,6b),
porta, via, mediatore, amen, testimone. Tu, Ges, la via nuova e vivente.
Anche e soprattutto cos ti mostri Signore: Dalla sua pienezza noi tutti
abbiamo ricevuto e grazia su grazia (Gv 1,16).
Tu, Spirito Santo, dono del Padre e del Figlio, ci guidi alla verit tutta
intera (Gv 16,13) che la vita intratrinitaria, perch tu sei per noi libert di
entrarvi. O luce di sapienza, rivelaci il mistero del Dio trino e unico, fonte
d'eterno amore!
4. Ma attraverso Ges Crocifisso
Per mezzo del sangue di Ges, per questa via nuova e vivente che egli
ha inaugurato per noi, attraverso il velo, cio la sua carne (Eb 10,19-20).
Entrare nel santuario , nella vita intratrinitaria, ma per mezzo del
sangue di Ges , quello della sua passione e della sua croce; sgorgato dalle
sue piaghe e dal suo costato trafitto (cfr. Gv 19,34) sangue che via nuova
e vivente , perch di Ges che Io sono la via... la vita (cfr. Gv 14,6).
Via che Ges ha inaugurato nell'obbedienza sacrificale (cfr. Eb 10,5-10)
per noi , che ama ad uno ad uno, attraverso il velo, cio la sua carne , il
suo costato, la sua Eucaristia, i suoi sacramenti nella concretezza della sua
storia terrena, della sua esperienza, dei suoi gusti.
Attraverso la sua carne totale, il suo corpo mistico, la sua Chiesa, l'uomo.
Noi dobbiamo passare per questa carne, per la Chiesa, per l'uomo, per
entrare nel santuario, nella vita intratrinitaria. E' il connubio di amore
sponsale: attraverso la sua carne! Ma affrontando la condizione in cui si
trova questa sua carne: Se qualcuno vuoi venire dietro a me rinneghi se
stesso, prenda la sua croce e mi segua (Mt 16,24). E questo percorso
tutto Eucaristia.
Ecco, essere testimoni della vita intratrinitaria; essere nello stesso
tempo adoratori: I veri adoratori adoreranno il Padre in spirito e verit (Gv
4,23) ossia nello Spirito Santo e nel Verbo incarnato immersi nei Tre.
Questo essere nel santuario , ossia Nel nome del Padre e del Figlio e
dello Spirito Santo , dove la Trinit tutta rivolta a Ges, all'uomo, alla
Chiesa e questa tutta rivolta alla Trinit, come dono reciproco: Dio a noi e
noi a Dio.
Maria il tipo fulgido di questa storia: Piena di grazia, il Signore con
t e (Le 1,28) il dare amoroso di Dio a lei; Eccomi, sono la serva del
potenze nemiche che si abbattono sulla Chiesa, Dio risponde con il dono
dello Spirito del coraggio e della franchezza. Il vangelo ha bisogno della
parola umana dell'apostolo, ma l'apostolo a sua volta ha bisogno dello Spirito
della franchezza e del coraggio. Il coraggio e la franchezza la testimonianza
che lo Spirito Santo dona alla parola dell'apostolo.
Anche qui dunque resa significativa la frase: Siamo testimoni noi e lo
Spirito Santo . Spesso siamo anime pavide, abbarbicate e chiuse nei nostri
problemi e non sappiamo che solo nel donarci agli altri, in pasto vivo di
testimonianza, con il coraggio dono dello Spirito che troviamo in radice
il superamento di ogni nostro problema: liberando e salvando i fratelli che a
nostra volta saremo salvati e liberati: poich donando la vita senza calcolo
n misura che la ritroveremo: questa la suprema legge del vangelo!
Ma c' ancora di pi. Nella preghiera che gli apostoli perseguitati rivolgevano al Signore, come abbiamo visto, si invoca da Dio una testimonianza
ancora pi forte: Stendi o Signore la tua mano perch si compiano guarigioni, miracoli e prodigi nel nome del tuo santo servo Cristo Ges . Sempre
il libro degli Atti descrive come, nonostante la persecuzione, anzi proprio per
questo, Dio abbia ascoltato la preghiera della sua Chiesa. Scrivendo ai
Tessalonicesi l'apostolo Paolo ricorda come il suo vangelo non si diffuso tra
i fratelli della comunit soltanto per mezzo della parola, ma anche con
potenza e con Spirito Santo. Che cosa questa potenza dello Spirito Santo
se non i segni, i miracoli e i prodigi che gli apostoli avevano chiesto in preghiera al Padre? Sempre san Paolo scrivendo ai Romani dice: Io parlo di
ci che Cristo ha operato per mezzo mio per condurre i pagani all'obbedienza
con parole ed opere, con la potenza di segni e di prodigi, con la potenza dello
Spirito Santo . E ancora scrivendo ai Corinti dir: La mia parola ed il mio
messaggio non si basarono sui discorsi persuasivi di sapienza umana, ma
sulla manifestazione dello Spirito e della sua potenza .
Segni, miracoli e prodigi sono dunque la testimonianza pi forte e pi
potente che lo Spirito rende alla parola del vangelo. Anche Ges aveva
proclamato il vangelo nella potenza dello Spirito: i miracoli che egli compiva
erano segni potenti dello Spirito che comprovavano la sua missione di salvezza.
Siamo testimoni dunque noi e lo Spirito Santo: fratelli e sorelle oggi come
ieri, come sempre nella vita della Chiesa.
Siamo testimoni noi perch abbiamo creduto ed accettato e partecipato a
livello di intensit di vita spirituale e sacramentale quindi di santit alla
vita di Ges e perci ci siamo resi disponibili alla sua testimonianza nel
mondo, disponibili soprattutto a che la nostra fede diventi vangelo vivo per
tutti gli uomini.
E' testimone lo Spirito Santo perch ci fa sperimentare la vita di Ges, ce
la fa toccare con i mano, perch ci dona il coraggio di esporre la nostra fragile
umanit e la nostra debole persona al mondo perch possiamo essere
veicolo di salvezza e di liberazione, ma soprattutto testimone perch ancora
oggi vuole accompagnare la nostra testimonianza con segni, prodigi e
profonda unione con Dio che mi mancava in caserma. Sono tornato con in
cuore il desiderio di essere totalmente del Signore, perch la vita in una
comunit di lode mi ha aperto all'ascolto e Cristo mi ha chiamato con forza.
Il desiderio di entrare in seminario per essere sacerdote stato pi forte di
me e ancora una volta la mia vita ha subito una svolta: una svolta decisiva
che assomma le esperienze di questo cammino nel rinnovamento e l'amore
di tutti i fratelli che ho incontrato, da Bolzano a Salerno, da Venezia a
Torino, da Triuggio 1976 a Rimini 1980.
Pu sembrare un'esperienza lontana dai nostri schemi, forse troppo
particolare, ma se avete una settimana a disposizione, provate a venire a
Lozio.
Alleluia!
prigionieri e gli oppressi (Le 4,18) e a distruggere le fortezze del nemico per portare ogni pensiero all'ubbidienza di Cristo (2 Cor 10,4-5)
con l'arma formidabile della preghiera (cfr. Ef 6,18-20), onde sia indebolita la
presa del nemico su quelli ai quali ha accecato la mente incredula,
affinch non vedano lo splendore del glorioso vangelo di Cristo che
immagine di Dio (2 Cor 4,4).
Il nostro un combattimento spirituale! Leggete l'epilogo della lettera
agli Efesini (6,10-20) e meditate questo passo meraviglioso e fondamentale!
Questa la nostra battaglia, fratelli! E convinciamoci che, se noi saremo
lievito nella massa, tutto il resto lo far il Signore. E infatti perch non abbiamo timore alcuno, il nostro Maestro e Signore ci fa trovare scritto nella
Bibbia per ben 356 volte ossia una volta al giorno il comando Non
temete . Ora, il non temete va riferito:
in primo luogo all'avversario: ma questo, lo sappiamo, gi vinto e
disarmato in Cristo Ges, come afferma Paolo, in Col 2,15, e come
leggiamo in Le 10,19-20: Vi ho dato il potere di camminare... sopra ogni
potenza del nemico; nulla vi potr danneggiare (v. anche SI 91);
in secondo luogo, va riferito ai nostri timori per la nostra umana
incapacit ad essere buon lievito nella massa. Ora, ci conforti subito,
quanto alla nostra chiamata, ci che scritto in 1 Cor 1,26-31, non ci
sono fra voi molti sapienti secondo la carne, non molti potenti, non molti
nobili. Ma Dio ha scelto ci che nel mondo stolto per confondere i
sapienti; ci che nel mondo debole per confondere i forti; ci che nel
mondo ignobile e disprezzato e ci che nulla per ridurre a nulla tutte le
cose che sono . E questi siamo noi, fratelli!
Non dobbiamo, quindi, avere esitazioni a lasciarci buttare come lievito
nella massa, a lasciarci impastare da lui. Ed allora, se siamo docili nelle sue
mani e se obbediamo al suo invito, non ci dester stupore se anche un nostro
minimo gesto di collaborazione potr avere conseguenze inimmaginabili,
perch il Signore sempre grande e meraviglioso nelle opere sue, anche
quando queste toccano campi che sembrano pericolosi ed inespugnabili.
E perch sia chiaramente impressa nella nostra mente e nel nostro cuore
l'affermazione del Signore: Non ti ho forse detto "se credi vedrai la gloria di
Dio"? (Gv 11,40), voglio chiudere con la testimonianza di un terrorista che
si convertito al Signore Ges. Sunteggio, per ragioni di tempo, la sua
testimonianza scritta, ripresa di Bibbie Reporter: trattasi di un giovane (di cui
si tace il nome per ragioni di sicurezza), povero, emarginato, che diventato
dapprima ladro di bestiame e poi, per una serie di circostanze, feroce
guerrigliero, pronto a sparare su chiunque non fosse della sua idea, in quanto
(sono sue parole) "li odiavo in blocco...". Un giorno qualcuno gli diede un
vangelo se lo mise in tasca e lo dimentic, fino a che le brigate
antiterrorismo lo fermarono e lo perquisirono. Portavo sempre con me
un'arma scrive se i soldati l'avessero scoperta per me sarebbe stata la
fine. Decisi di non lasciarmi arrestare e di vendere a caro prezzo la mia vita.
dicono che l'Emilia-Romagna rossa , e sono tre anni che Rimini ci riceve
con amore, con tenerezza... una citt che ama Dio, che ama Dio e che ama
veramente il Cristo vivente. Noi ci veniamo apposta, perch sappiamo che ci
ricevete con amore. Cos avvenuto in Bari vecchia, sentite.
La sera della penitenziale, dopo una conversione radicale di tutti gli
uomini, tutti uomini! ed era veramente da anni che quei poveretti non
trovavano Cristo , tutti si sono confessati, hanno deposto il loro peccato
con tenerezza davanti a Dio. Nessuno ha detto loro sei condannato ,
ma tutti hanno detto Dio ti ha perdonato, va' in pace . Ebbene, dopo
questa conversione, al momento del Sanctus che cosa succede? Dal fondo
della tenda era lunga circa 25 metri entra un gruppo di giovani, sui
25-30 anni. Circa 20 giovani entrano, tutti spavaldi, e vengono avanti. Io
ho visto alcuni altri giovani che avevamo scelto per guidare la realt della
tenda, ne ho vista una soprattutto che qui presente, una certa Raffaella,
che si precipita addosso a uno e ho intuito subito che c'era qualcosa che non
andava. Ero il celebrante principale, avevo accanto tanti sacerdoti che sono
anche qui, Antonio, Giuseppe, e altri e penso: questi vogliono venire per una
loro bravata. Difatti, in giornata si erano accordati per entrare al momento
della Messa e, se potevano, dissacrare il Santissimo. Avevano pi o
meno queste idee. Si stava cantando il Sanctus: in quel momento ho
preso in mano il microfono, ho sospeso il canto e subito ho detto: Arrivano
i nostri giovani, i nostri meravigliosi giovani! Dicono che Bari vecchia il
covo della malavita. Guardate che giovani stupendi! Venite, giovani! Il
Signore vuole entrare nella vostra storia, stasera; vuole entrare in voi
questa sera, vi vuole felici. Venite! . Sono rimasti tutti l fermi: tutti. Tutti a
guardare. Poi, cosa successo? Ho detto: Venite avanti, venite qui, venite
a vedere cosa sta succedendo. Il Signore vuole entrare nella vostra vita.
Venite! Questo pane, tra pochi istanti non sar pi pane, sar corpo,
sangue, anima di vita di Ges: di quel Ges che vi ama, vi ama! Venite
qui, sedetevi qui davanti e guardate. Guardate, osservate bene, voi vedete
ancora pane ma sar Ges, sar Ges, non pi pane! Venite, venite avanti!.
E vengono tutti avanti, si siedono l per terra, su un tappeto. Si siedono e
stanno l a osservare tutto, tutto. Io ad ogni momento mi fermavo per
spiegare loro, e arrivato al momento della comunione dico: Giovani!
Vuole entrare in voi, Ges. E' la sera dell'incontro col Signore. Volete
confessarvi? Vi confessiamo tutti; mentre diamo la comunione ai vostri
papa, alle vostre mamme, vogliamo confessarvi . Si sono confessati tutti!
Notate: giovani che non avevano fatto neppure la prima comunione,
poverini! Venticinque anni, nessuno aveva fatto la prima comunione! non fa
niente. Qualcuno ha detto: Ma come si fa...?. Beh, era il momento
nel quale Cristo voleva entrare in loro. Bisogna lasciare certe realt
giuridiche di fronte a certe realt, quindi noi abbiamo dato Cristo.
sangue di Cristo. Nessun uomo nel mondo pi ricco di voi sacerdoti. Date
questo sangue nei confessionali, entrate ancora e lavate le anime . Pi di
trecento fratelli, qui, hanno le mani piene del sangue di Ges. Volete che
questo sangue vi lavi questa sera? volete entrare in questa piscina di amore,
lasciarvi bagnare per diventare nuovi? Questa sera, dopo un unico bagno,
saremo un cuor solo e un'anima sola, una realt unica, Cristo vivente.
In questa realt, adesso fermiamoci un attimo, lasciamoci guardare
da Ges, facciamo un brevissimo esame di coscienza su quanto di pi profondo
c' nella nostra storia. Chiudete gli occhi e con gli occhi .della fede guardate
Ges, che vi guarda come guard Pietro, con amore e con tenerezza: non ha
vergogna di voi, siete il prodigio suo, ricordatelo e allora lasciatevi guardare
nell'abisso, nel profondo. E in questo sguardo:
Primo comandamento hai messo al primo posto il tuo Dio? Dio stato
veramente il Signore della tua vita?
Secondo comandamento che conto hai fatto del nome di Dio? l'hai
rispettato? l'hai sentito come miele alle tue labbra? come vivificatore della tua
vita? Forse l'hai bestemmiato, l'hai usato come un'esclamazione. Ora lasciati
guardare nel
Terzo comandamento il Signore ti ha dato sei giorni per provvedere alla
tua vita umana e su sette te ne ha chiesto uno. Fratello, sorella, gliel'hai dato,
quest'uno, al tuo Dio? Lasciati guardare ora nel
Quarto comandamento come hai saputo vedere tuo padre, tua madre, la
Chiesa, i vescovi, chi ti superiore, i tuoi figli, i tuoi fratelli... ti sei appropriata
delle tue figlie? sei stata capace di darle a Dio? di angustiarti di meno e pregare
di pi? Lasciati guardare bene in questo comandamento, fratello, la crisi
dell'autorit, il nostro secolo. Lasciati guardare anche nel
Quinto comandamento Ges ti guarda. Non hai ammazzato, no; ma hai
odiato? porti rancore? c' qualche fratello che non puoi vedere? che non riesci
a vedere, che non hai il coraggio di abbracciare se si accosta a te? Lui ha
rifiutato di parlarti? Forse qui ci sei dentro, fratello, sorella. Ges ha saputo
guardare Pietro, ha saputo guardare Giuda, ha saputo fissare la Maddalena: e
tu perch non ti lasci guardare dal tuo Ges? avrai cos il coraggio di guardare
il fratello che non riesci a guardare e diventerai nuovo, nuova. Lasciati
guardare anche nel
Sesto comandamento ricordati che il Signore ti dice: io ti ho intessuto nel
seno materno, io ti ho raccolto dal grembo della tua mamma, io ti porto dalla
nascita fino alla canizie, quindi anche il tuo corpo di Dio. Come hai saputo
guardarlo, rispettarlo, amarlo? Comunque, se hai sbagliato non temere: Ges ti
dir non peccare pi .
Settimo comandamento ti sei appropriato del sudore e della fatica dei
fratelli? Hai rubato il tempo sul lavoro, non l'hai impiegato tutto e hai preteso
egualmente ci che secondo te ti spettava? Lasciati guardare, Dio ti guarda
nell'
Ottavo comandamento hai qualche volta calunniato? Calunniare dire
26 aprile 1980
Meditazione Padre Tomaso Beck
SOTTOMISSIONE RECIPROCA
Solo Cristo il risorto pu convenirci. E quando noi ci lasciamo da lui
convenire, in noi avviene la sua risurrezione. La tua risurrezione, Ges, la
nostra gloria. La tua risurrezione, Ges, la nostra conversione. La tua
una risurrezione cos potente capace non soltanto di travolgere quella pietra
del sepolcro, ma capace anche di travolgere la pietra che sta dentro nel
nostro cuore, di renderci liberi, completamente liberi per essere
completamente investiti dalla forza della tua risurrezione. Tu, Ges, sei il
Signore dentro di me con una potente risurrezione che allontani da me
questa pietra.
Rimaniamo dunque un istante nel silenzio, chiedendo intensamente per
noi stessi e per i nostri fratelli che Ges si manifesti in noi Signore.
Signore con la sua risurrezione, allontanando dal nostro cuore quella
pietra che ancora pu separarci da lui.
Rivolgiamo a Ges un intenso atto di fede nella sua risurrezione,
chiudiamo i nostri occhi e abbandoniamoci alla potenza della sua
risurrezione; affidiamoci completamente alla potenza della sua risurrezione
perch questa ribalti dentro di noi ogni pietra e allontani ogni separazione.
Affidiamoci a Ges risorto con tutta la forza della nostra fede.
Ricordiamoci anche durante la nostra giornata di interporre dei momenti
di silenzio, di recarci umilmente davanti al SS. Sacramento e di offrire a
Ges tutta la nostra fede nella potenza della sua risurrezione, perch egli
agisca dentro di noi in un modo nuovo e travolga ogni ostacolo che ancora si
frapponga al nostro cammino.
Svegliati, o tu che dormi / destati dai morti / e Cristo ti illuminer .
Vigilate dunque attentamente sulla vostra condotta comportandovi non da
stolti ma da uomini saggi; approfittando del tempo presente perch i giorni
sono cattivi. Non siate perci inconsiderati, ma sappiate comprendere la
volont di Dio. E non ubriacatevi di vino, il quale porta alla sfrenatezza, ma
siate ricolmi dello Spirito, intrattenendovi a vicenda con salmi, inni e cantici
spirituali, cantando e inneggiando al Signore con tutto il vostro cuore,
rendendo continuamente grazie per ogni cosa a Dio Padre nel nome del
Signore nostro Ges Cristo. Siate sottomessi gli uni agli altri nel timore di
Cristo (Ef 5,14-21).
Sottoponiamo brevemente questo testo alla meditazione nostra di questa
mattina. O meglio, sottoponiamoci a questa parola, facendo in maniera che
essa domini nel nostro cuore.
blee di preghiera con una forza nuova, vogliamo metterti al centro delle
nostre assemblee di preghiera con una presenza nuova. E questa forza e presenza nuova di te Ges, centro della nostra preghiera e della nostra vita,
affidata alla nostra fede. Noi crediamo Signore Ges solamente in te e nella
tua potenza di salvezza; noi non crediamo nel valore dei nostri doni, n dei
nostri talenti quando non sono orientali verso di te. Donaci, o Signore Ges,
la grazia di riconoscerti con il tuo vero volto, te, Ges di Nazareth, Signore
della nostra assemblea di preghiera e della nostra vita. Donaci la grazia di
riconoscerti attraverso un gesto di fede rinnovato, un gesto di fede nel quale
noi ci abbandoniamo completamente alla tua misericordia.
Signore Ges, allarga il nostro cuore a una fede nuova, la fede nel tuo
amore che salva, rendici capaci di riconoscerti come nostro Salvatore. Tu che
ti sei umilmente fatto uomo e ti sei incarnato in mezzo a noi, renditi
riconoscibile nelle nostre assemblee con il tuo vero volto di Signore, affinch
siamo tutti resi capaci di uscire dalla nostra preghiera con un umile senso di
reciproca sottomissione, di ordine intcriore profondo che questa
sottomissione porta a noi nell'esercizio di tutti i doni che il Signore ci offre.
Rimaniamo dunque un istante nel silenzio, offrendo completamente il nostro
cuore a Cristo Signore in questo atto di fede, offrendo completamente noi
stessi a Ges che ci salva nella sua misericordia, a Ges che ci salva nel suo
amore, a Ges che ha la forza di salvarci nel suo amore e nella sua
misericordia.
Signore Ges, noi ti ringraziamo perch facendoti uomo tra noi uomini sei
sceso al centro delle nostre assemblee di preghiera e, rendendoti
riconoscibile attraverso il tuo volto umano, tu, Signore della misericordia, hai
perfezionato la nostra fede fino al punto che le nostre preghiere da te guidate
giungano al Padre nella sottomissione amorosa alla sua misericordia e ai
nostri fratelli, nella sottomissione devota e rispettosa delle loro persone e del
loro meraviglioso cammino che porter anch'essi verso il Padre. Rimaniamo
un istante in silenzio e offriamo tutta la nostra vita a questo Signore
misericordioso, centro e vita delle nostre assemblee di preghiera e della
nostra testimonianza di sottomissione.
Sulla tomba della mia mamma ho scritto queste parole finch viene ,
perch anche questo fa parte della nostra identit: un cristiano qualcuno
che aspetta il Signore. Non sappiamo quando, non abbiamo bisogno di
profezie di questo genere. Sar un po' pericoloso per la gente dell'anno 2000,
perch sono certo che molti profeti sorgeranno per dire tante cose. Il Signore
Ges, quando gli apostoli gli hanno domandato: Signore, quando sar il tuo
ritorno? , ha risposto: Questo non riguarda voi, riguarda il Padre mio. Ma io
so che il Signore viene, ecco la mia professione come risposta di fede alla
mia identit cristiana. Ed la mia risposta alla prima questione, quella della
nostra identit, della nostra professione di fede nel Cristo, oggi pi importante
che mai. Perch nel passato il nostro ambiente era cristiano, l'ambiente
italiano cristiano, l'ambiente francese, belga , e era, cristiano: ma voi
sapete meglio di me che questo ambiente viene di giorno in giorno sempre
pi secolarizzato: il padre mio fu cristiano e cos il padre di mio padre, ma
oggi non siamo pi cristiani, adesso la giovent si trova a dover prendere la
decisione personale di scegliere Cristo, una libera decisione che cambia la
vita. Non basta pi essere cristiano in un modo tradizionale; non basta pi
essere cristiano in un modo sociologico. Non basta, perch quando si cambia
di villaggio, di citt o di ambiente sociologico questa fede in pericolo se non
fondata su una professione viva nel potere dello Spirito Santo. Questo il
significato centrale del rinnovamento carismatico, questa la cosa
fondamentale: la vita futura di sviluppo del rinnovamento dipende da questo,
se accettiamo il senso e l'esperienza di quello che si chiama il battesimo
nello-'Spirito Santo. Che forse ancor meglio potrebbe definirsi un
rinnovamento, una nuova coscienza di quello che abbiamo ricevuto nel
battesimo sacramentale. E' una riscoperta, una nuova coscienza, ripeto, di
quello che abbiamo gi ricevuto, una grazia pentecostale, perch soltanto
questo cambia in profondit la persona umana. Basta fare la comparazione
tra Pietro prima della Pentecoste e Pietro la mattina della Pentecoste. Ci si
domanda veramente se la stessa persona. Io non lo riconosco pi: questo
Pietro che sta parlando alla folla la mattina di Pentecoste lo stesso che
fuggiva il venerd santo, che rinnegava il Signore, che era pieno di timore...?
Che cosa accaduto? Una conversione trasformante nello Spirito Santo.
Questa la grazia di oggi che il rinnovamento offre a tutti: non si tratta
soltanto dei gruppi di preghiera, occorre prima di tutto il rinnovamento
personale, questa grazia pentecostale personale e allora possiamo
corrispondere all'obbligo di essere testimoni di Ges Cristo nel mondo di
oggi. Questa la chiave: se accettiamo di parlare al mondo della nostra
esperienza del Signore. Che non vuoi dire esperienze straordinarie. S, ci
possono essere, ci sono conversioni straordinarie, ma normalmente cosa
che avviene per gradi; normalmente non ci si aspetta una conversione nel
modo di san Paolo, ma il Signore giorno dopo giorno opera questa
trasformazione e questo ci fa dire che il rinnovamento nello Spirito Santo la
grazia maggiore del nostro tempo dopo il Vaticano II
opinioni divergenti, sarebbe una cosa sine fine. Il Signore lavora all'unit
dei cristiani nella profondit del nostro essere cristiano, nella profondit del
mistero eucaristico, al quale veniamo tutti per ricevere lo stesso Cristo che
ci trasforma in se stesso, ci trasforma e ci unisce gli uni agli altri in se
stesso. Questo il pane eucaristico. Un padre della Chiesa diceva: il pane
fatto di chicchi di grano, ma questi chicchi devono esser messi insieme e
occorre il fuoco per dar loro una struttura, perch divengano pane. Il fuoco
necessario per unire i chicchi, cos lo Spirito Santo necessario per
unire i cristiani tra loro.
Il Vaticano II ha introdotto una bellissima innovazione, Vepiclesis cio la
preghiera dello Spirito Santo per la trasformazione del pane e del vino. E'
una preghiera prima della consacrazione, ma subito dopo la consacrazione
c' un'altra preghiera, un'altra epiclesis per chiedere che lo Spirito Santo
unisca i cristiani che stanno per ricevere il corpo e il sangue di Ges, questi
cristiani che sono chiamati a dare la testimonianza della loro unit al mondo.
Questa epiclesis importantissima proprio per l'unit, perch siamo uno
stesso corpo, non individui giustapposti, bens complementari gli uni degli
altri. Questo il significato dei carismi che adesso hanno nella Chiesa una
nuova vita, una primavera. Un carisma non qualche cosa che io possiedo
per mio uso personale, no; una grazia transeunte per la Chiesa tutta, per la
complementarit di tutti e di questo ha bisogno la Chiesa di oggi.
Abbiamo parlato molto, dopo il Vaticano II, della corresponsabilit, sulla
quale non ho da fare obiezioni, ho scritto un intero libro su questo tema. Ma
la corresponsabilit molte volte stata intesa in senso giuridico: siamo
corresponsabili, va bene, prendiamo insieme tu e io una decisione... ma,
ecco, i nostri punti di vista non sono uguali. La Chiesa non una
democrazia, la Chiesa non una monarchia, la Chiesa non una oligarchia.
La Chiesa di per s un mistero, dove la corresponsabilit essenzialmente
la complementarit dei nostri carismi, e il primo carismatico nella Chiesa si
chiama Giovanni Paolo. Nelle diverse chiese locali c' il vescovo, il quale ha
la grazia e il carisma del discernimento dei carismi, questa la sua
vocazione. E poi c' il ministero carismatico dei sacerdoti, che non soltanto
istituzionale ma anche carismatico; ho ricevuto la grazia del sacerdozio
tramite il vescovo che mi diceva ricevi lo Spirito Santo . Tutto dunque
insieme nella complementarit, questa l'immagine della Chiesa, questa
l'immagine della fratellanza cristiana.
E adesso, guardando alla grazia del rinnovamento, vedo, specialmente
per il futuro, qualche cosa di nuovo; vedo un po' in tutto il mondo nuove
comunit cristiane. Qualche cosa sta accadendo oggi nella Chiesa, qualche
cosa che come un ritorno alla Chiesa pentecostale, dove la fratellanza cristiana era visibile, perch si trovavano insieme, pregavano insieme, insieme
andavano al tempio, mettevano in comune i loro beni. Questa immagine sta
per rivivere e, lo vediamo, in modo molto diverso. Non si pu pi essere un
cristiano solitario, neanche una famiglia a s; bisogna essere insieme nel
venuta, il vecchio filosofo ha detto: Amico mio, per aver pane, la realt la
pi fondamentale della quale hai bisogno il sole. Senza sole non c' grano,
non ci sono messi, e tu non avrai pane nel tuo forno.
E questa la risposta mia, la nostra: senza il sole, che Ges Cristo, non
c' luce piena, non c' amore pieno; abbiamo tutti bisogno del sole. Questo
il senso della nostra fratellanza umana: andare a proclamare che la salvezza
del mondo, di tutti gli uomini, Ges Cristo, che la salvezza il senso della
vita.
Oggi si sente come non mai la vacuit della civilizzazione umana, tanta
gente non capisce pi la ragione di vivere. Hanno i mezzi per vivere, ma non
la ragione di vivere. Sono sempre commosso quando mi si narra il suicidio di
qualcuno, specialmente di giovani. Un suicidio, che cosa vuoi dire? E perch
sono sempre pi numerosi? E' una protesta contro il non senso del mondo.
Perch vivere? Qual la ragione finale della nostra vita? Perch attraverso la
sofferenza del mondo? Perch la morte? Se non ho una risposta a tutte
queste questioni fondamentali, perch vivere? Ho letto l'altro giorno che
stata fondata in Inghilterra una societ per persone disposte al suicidio: sono
gi seimila, e il giornale diceva: ogni mese sono mille in pi. Hanno una
piccola rivista, ma non la mandano subito a chi vuole abbonarsi, la mandano
soltanto dopo tre mesi, perch il suicidio non avvenga sotto impulso. E in
questa rivista si possono trovare i differenti modi di suicidarsi in maniera
gentile , la distinzione, i motivi pr o contro ciascun modo; e c' anche una
lettera di commiato da scrivere alla famiglia. E' una tragedia. Se volete
conoscere il nome, la societ si chiama Exit. Uscita, come negli aerei.
Ma che cosa significa questo? Significa che quei nostri fratelli umani
hanno perduto il senso della vita, il senso della loro morte. Ho visto questo
anche nei giornali di questi ultimi giorni, quando si parlava della morte di
Sartre, un uomo che aveva detto: la vita senza senso, un assurdo. Ecco il
dramma della vita di tanta gente: la vita non ha pi senso, la morte senza
senso, la sofferenza senza senso. E noi dobbiamo rivelare ai nostri fratelli
umani tutti non soltanto il senso della vita personale, ma anche il senso della
fraternit umana. Si parla molto di fraternit, ma quando non c' pi un
Padre, quando non si crede in Dio Padre, come possiamo essere fratelli
senza questa origine in un Padre comune? Siamo dunque noi i restauratori
della fratellanza umana, questo il nostro messaggio.
E' anche importante che il rinnovamento carismatico porti la sua testimonianza in tutti i campi della vita umana: umana personale, umana familiare, umana sociale, umana politica. Perch si dice: La gente carismatica
va molto bene nella preghiera, va bene in dirczione del ciclo: ma in dirczione
della terra, che cosa fa? Bisogna trasferire questa dimensione verticale nella
realt di tutti i giorni, essere fratelli con i fratelli umani. Ma il primo servizio da
dare al mondo e questo gli altri non lo capiscono di essere cristiano:
di essere il sole della vita.
Vorrei terminare dicendo che c' anche un'altra maniera di essere testi-
moni di Ges Cristo: non soltanto di appoggiare tutto quello che buono nel
mondo di oggi e ci sono tante e tante bellezze e ricchezze da appoggiare con
tutte le nostre forze, tutto il potere della luce e del bene. Abbiamo anche un
altro dovere, poich siamo nel mondo, ma non siamo del mondo e il Signore
ci ha affidato una missione di contraddizione. Nella vita di un cristiano c' una
dimensione contestataria contro il mondo: dobbiamo dire no a tutte le oscurit
morali del mondo, a ogni dissoluzione della moralit, a tutti quei problemi dei
quali si parla ogni giorno. Dobbiamo dire no, un no forte perch sappiamo
che anche qui il potere delle tenebre sta lavorando. I cristiani non credono
abbastanza alla realt del potere delle tenebre. Ci sono di quelli che lo
vedono dappertutto, e questa un'esagerazione per un altro verso: ma
dobbiamo sapere che noi combattiamo per il bene del mondo nel quale
esistono anche altri poteri. Combattiamo contro l'oscurit, contro le tenebre,
contro l'angoscia, contro la notte. Questo il nostro dovere, siamo testimoni
di Ges perch siamo figli della Luce e in questa linea vedo il futuro del
rinnovamento carismatico come un'immensa grazia per la Chiesa.
Termino dicendo: vi ringrazio per la vostra fede, per la vostra speranza,
per la vostra giovent, per il vostro sorriso, per la vostra fratellanza. Grazie
che il mio amico sacerdote, don Giacomo, siamo riusciti a diventare televisivi .
Come si svolgono le nostre trasmissioni? Abbiamo circa mezz'ora a disposizione
per parlare di quello che vogliamo. La nostra preoccupazione sono soprattutto i
lontani. Ci rivolgiamo a loro in forma molto semplice partendo dai fatti della
vita, dai problemi, dai valori umani per poi vedere che cosa dice la Parola del
Signore. I temi delle nostre conversazioni sono la sete di verit, la creazione,
l'amore, la luce, il valore della Scrittura... Tutto diventa uno spunto per
scoprire come la pensa il Signore e che cosa dice nella Bibbia.
Sappiamo che la trasmissione assai ascoltata. Molte persone, tra quelle
che conosciamo, ci fermano per la strada per dirci che ci vedono in televisione; i nostri amici: Ieri ti ho visto!; i nostri colleghi. Spesso si ha
l'occasione per intrattenersi con queste persone su quello che hanno ascoltato. In tutti i casi rimane una testimonianza, uno spiraglio di luce che sicuramente da i suoi frutti, anche se molto difficile vederli.
Dopo che si aperto il portone si sono aperte anche le porticine. Un mio
collega che collabora a una radio privata, al quale mi ero rivolto quando
cercavo di piazzare i miei programmi mi dice un giorno: Li hai sempre quei
programmi per la radio? Perch sai, ora da noi trasmettono i Testimoni di
Geova, sarebbe importante che ci fosse anche qualcosa di cattolico . Dopo
questa radio, un'altra emittente di San Remo ha accolto le nostre trasmissioni
radiofoniche. Ecco un modo semplice di predicare il vangelo sui tetti! Al
Signore la lode e la gloria! Alleluja!
Fin dall'inizio, direi dal nostro primo incontro, il desiderio di tutti era di
mettersi al servizio della Chiesa per annunciare il regno di Dio, perch
sentivamo come s. Paolo che l'amore di Cristo ci spinge (2 Cor 5,14).
Sentivamo l'intensit del richiamo d'amore di Ges per tutti coloro che sono
ancora sordi alla sua parola ma nondimeno cari al suo cuore.
Le domande che ci nascevano dentro erano le stesse di Paolo: Ma
come potranno invocare il nome del Signore se non hanno creduto? E come
potranno credere in lui se non ne hanno sentito parlare? E come ne
sentiranno parlare se nessuno l'annunzia? E chi l'annunzia se nessuno
inviato a questo scopo? (Rm 10,14-15). Cercavamo un'area specifica e la
trovammo. Perugia una citt universitaria con decine di migliaia di studenti
italiani e stranieri. Questa folla di giovani ci apparve subito come una folla di
diseredati, di poveri alla ricerca di qualche valore da possedere, di affamati di
speranza.
Eravamo agli inizi, e pochi, ma avevamo il senso che quando Ges ci
aveva indicato il nome della comunit, ci avesse dato insieme con il nome
anche un programma: fare come Maria, che appena ricevette Ges, in
fretta si mise in viaggio per portarlo ad Elisabetta che attendeva Giovanni.
Eravamo esortati a superare le ultime esitazioni dal pensiero del Concilio che,
preoccupato per i gravissimi errori, che cercano di abbattere dalle
fondamenta la religione, l'ordine morale e la stessa societ umana... esorta
vivamente tutti i laici perch secondo la misura dei loro talenti... . adempiano
con diligenza anche maggiore la parte loro spettante (AA Gap 6).
Cominciammo ad avvicinare gli studenti dove capitava, nelle aule, nei
dormitori, per strada e parlavamo di Ges. Ogni pretesto era buono. Per
esempio, io porto una croce di legno al collo e spesso alla fine della lezione,
o per strada, qualcuno mi fermava: Professore, perch porta quella croce? E
parlavamo di Ges. Era Ges stesso che ce li mandava. Era una festa!
L'interesse si leggeva nei loro occhi. Si rinnovava il fenomeno della
Pentecoste. C'era naturalmente chi diceva ironico: Sono completamente
ubriachi (At 2,13) ma c'era anche chi chiedeva, Fratelli, che dobbiamo
fare? (At 2,37).
- - II contatto continuava in parrocchia il gioved sera, quando ci
incontravamo a leggere e commentare il Vangelo. Abbiamo visto cose
meravigliose. Giovani che a vent'anni non avevano fatto la prima comunione,
che dicevano di rifiutare la Chiesa, che si vantavano di essere atei,
incontravano invece Ges e si fermavano affascinati. Molti di questi oggi
sono fratelli di comunit, alcuni sono diventati perfino catechisti.
Che fosse Ges a guidare le cose ne avemmo la prova quando, dopo il
primo anno di incontri per la lettura del Vangelo, all'inizio del nuovo anno
accademico, per difficolt sopravvenute, non sapevamo se ricominciare, anzi,
esitavamo. Una mattina, pregando ai piedi del letto, misi un vello davanti al
Signore ; e chiesi un segno chiaro e definito; poi andai al lavoro
all'Universit. All'una una fila ininterrotta di 35 studenti era passata per il mio
A me viene fatto di dirvi: noi non facciamo niente; perch, in fondo, vero, noi
non facciamo niente. Siamo in tre, altre sorelle del gruppo di tanto in tanto ci
accompagnano e qualche volta, parlando tra di noi, ci chiediamo che cosa
facciamo, e ci rendiamo conto che il Signore ci usa anche nella nostra povert:
perch quello che noi vediamo soprattutto una grande povert, una grande
debolezza da parte nostra. In realt, noi non andiamo l per salvare, non andiamo
l per redimere, perch noi non possiamo salvare nessuno, noi non possiamo
redimere nessuno. E' il Signore che salva, il Signore che redime. Noi andiamo l
per stare semplicemente insieme con queste ragazze, nient'altro. Cos, ci viene
spesso in mente quella parola del vangelo in cui si dice che Maria stava ai piedi
della croce di Cristo. Ecco, forse il nostro ministero proprio soltanto questo,
perch in fondo anche tutte queste realt di sofferenza sono realt di croce.
Qualche volta piuttosto difficile riconoscere una croce, quando si manifesta con
aspetti piuttosto provocatori, certe volte, direi, male; ecco, si presenta in maniera
disumanizzata, in maniera caotica, disarmonica, tanto che impossibile o,
almeno, difficile riconoscere Cristo sofferente in certi volti. Per sofferenza
anche questa, anzi forse la sofferenza pi forte, la sofferenza dell'emarginato,
di chi non ha nessuno. E quindi ecco, significa cercare di stare veramente ai piedi
della croce di Cristo cos come ci stava Maria, con gli atteggiamenti che aveva
Maria. In fondo, che cosa potremmo fare noi se non dare innanzi tutto il senso di
una presenza a queste persone? Ci siamo pi volte poste il problema:
dobbiamo andare l e fare una catechesi? Cio cominciare a leggere la "Parola
e poi commentarla? Non sarebbe piuttosto un qualcosa di astratto, di teorico? E'
giusto dire Dio ti ama a una persona che non amata da nessuno? Non
dobbiamo essere noi i primi, le prime ad amarla? E allora, ecco, abbiamo
pensato, e pensiamo, di partire dalla realt umana, di dare innanzi tutto il senso
di una presenza umana: perch questa la cosa principale, far sentire che c'
una possibilit di amore per tutti quanti. A questo punto, poi, quando si
instaurata questa amicizia, questa realt, si pu anche introdurre il terzo, Cristo,
che la persona pi importante e che deve diventare la persona pi importante.
Per, l'amore divino lo si pu vedere soltanto attraverso l'amore umano, l'amore
non si pu insegnare, vero?, l'amore si vive insieme e basta. Ecco, un'altra cosa
che sentiamo molto che in questo viviamo anche un po' quella che stata
l'esperienza di Maria ai piedi della croce. Viviamo infatti in mezzo alla
confusione, posso dirvi che in quegli ambienti abbiamo incontrato veramente il
male, il male nella sua realt, il male che attira le persone; e cos, di fronte a
certe cose, a certe manifestazioni, ci si chiede veramente se non c' una
Presenza, un Qualcuno che cerca di spingere queste ragazze fuori della strada
che loro stesse, e questo molto importante, sentono come strada giusta.
Perch loro stesse si rendono conto che la loro una vita priva di armonia e che
non possono continuare a vivere cos: per c' una forza potente che le tira
dall'altra parte. E che cosa faceva Maria davanti alla croce, quando non si capiva
pi niente, quando c'era confusione, quando non si capiva pi se il Cristo era
trionfatore o sconfitto, quando si vedeva solo un pover'uomo morto, fallito,
umanamente fallito e basta... che cosa faceva Maria? Ecco, lei stava l, rimaneva
l, e basta: non si confondeva. E questo quello che dobbiamo fare anche
noi, non lasciarci confondere.
Un'altra cosa che sento di dover dire questa: Maria ai piedi della croce era
una preghiera, e. anche noi sentiamo di poter fare solo questo. In fondo, che
cosa abbiamo fatto e che cosa possiamo fare? Se si tratta di trovare un lavoro,
possiamo farlo, e in alcuni casi abbiamo tentato di farlo; oppure, ecco, ad
esempio, una ragazza ha avuto un bambino e devo dire che tutto il gruppo si
impegnato per preparare il corredino a questo bambino. Opere in questo senso
se ne possono fare, per risultano veramente poca, piccolissima cosa, perch ci
rendiamo conto di quanto grande sia il nostro limite di fronte alla realt attuale di
queste persone senza una famiglia alle spalle, senza una realt solida alle
spalle. E allora sentiamo veramente che il nostro compito principale quello di
pregare; di andar l e pregare con loro, quando possibile, e pregare anche
dopo, per conto nostro, pregare sempre, in continuazione, offrirle in
continuazione al Signore. Ecco, certe volte assorbire in noi tutte le cose che ci
vengono dette, raccontate, confidate, in quanto si creato ormai un clima di
amicizia, di confidenza. Allora, prendere su di noi queste cose e offrirle al
Signore: ed veramente lui che fa.
E voglio chiudere proprio con un episodio che successo, per dimostrarvi
come il Signore agisce al di l di tutto, al di l anche della nostra piccolezza,
della nostra povert. E' la storia di una ragazza che viveva lontana dalla famiglia
in quanto era stata cacciata di casa. I genitori non volevano pi saperne di lei, e
nemmeno il bambino, che questa ragazza ha avuto a un certo punto,
riuscito ad avvicinarla un poco ai genitori. Le assistenti sociali avevano
provato in tutti i modi, erano andate a parlare alla famiglia, ma la famiglia
aveva sempre rifiutato questa ragazza, non ne voleva pi sapere. Noi
sentivamo di dover fare qualcosa, per non sapevamo che, e allora abbiamo
pregato, abbiamo pregato molto per lei. Poi, una mattina, una sorella che
viene con noi ha avuto questa idea: Adesso basta di pregare; abbiamo
pregato, adesso il momento di fare, di fare qualcosa. Senza perder troppo
tempo, ha preso la macchina e andata a casa di questa ragazza. I genitori
non l'hanno nemmeno fatta entrare l'hanno tenuta sulla porta e lei, credo con
molto calore, (io non ero presente, comunque ne sono sicura), con molto
calore, con molto entusiasmo ha parlato; ha detto la prima cosa che lo Spirito
le suggeriva in quel momento, che era responsabilit dei genitori curarsi di
una figlia per di pi minorenne... e basta, credo non abbia detto altro. L per l,
in quel momento, non successo niente, per la sera stessa i genitori sono
andati a trovare la ragazza, e dopo qualche giorno la ragazza era a casa. E
adesso ci sta con il bambino e, per giunta, con il marito; quindi la famiglia
aumentata'di tre persone, non di una sola! Ecco che cosa abbiamo fatto noi:
chiaramente niente, non son state delle povere parole umane a cambiare la
situazione: ma io credo veramente alla potenza della preghiera nostra e della
preghiera di tutti i fratelli che ci sostengono. Alleluja!
diversa da quella del proprio Istituto, ma allo Spirito che suscita e rinnova
ogni spiritualit. Cos le domenicane si sentono pi domenicane, le
francescane pi francescane, le benedettine pi benedettine, i sale-siani pi
salesiani. La vita consacrata, infatti, un donoe carisma dello Spirito e lo
Spirito quando rinnova non annulla le diverse vocazioni che sono l'opera sua,
ma le svecchia e rinvigorisce.
E' tempo allora di lodare il Signore perch gi vediamo i frutti della
testimonianza di vita rinnovata di tanti fratelli e sorelle consacrati. Li possiamo
cogliere nei diversi livelli della loro vita. A livello personale, l'effusione dello
Spirito fa grazia della seconda conversione ai fratelli e sorelle consacrati che
l-'hanno ricevuta. La seconda conversione un nuovo slancio di donazione
totale a Ges loro Signore, nel rinnegamento di se stessi e nella generosa
sequela di lui secondo il carisma della propria vocazione. A livello
comunitario, l'effusione dello Spirito fa dono del cuore nuovo che la
condizione fondamentale nei singoli consacrati per costruire la comunit
.nuova. Comunit nuova perch animata dalla legge nuova dello Spirito scritta
nei cuori e che da forza e vita alla legge scritta nella regola. Comunit di tede
e di amore perch avida del nutrimento delle Scritture e di Ges Eucaristia.
Comunit di contemplazione, adorazione e lode di Ges. Signore, servito
prima di tutto e di tutti gli altri. Comunit di servizi e ministeri che dalla
concentrazione sui difetti dei fratelli passa all'interessamento e riconoscimento
dei carismi di ciascuno. Comunit di comunicazione e correzione fraterna per
il comune perfezionamento. Comunit di guarigione che, dalla critica e
sopportazione e rifiuto reciproco, passa a pregare su ciascuno, per la
guarigione interiore del loro cuore e del loro corpo. Comunit di discernimento,
dove le scelte importanti vengono prese non nella discussione, ma nella
preghiera docile allo Spirito. Comunit di gioiosa testimonianza che
l'osservanza dei voti non un peso, ma un dono e forza dello Spirito.
Finalmente, a livello di governo, l'effusione dello Spirito rinnova nei superiori
e loro consiglieri i mezzi evangelici del governo.
Sono prima di tutto frutto dello Spirito: amore, gioia, pace, pazienza,
benevolenza, bont, fedelt, mitezza, dominio di s; poi, il dono di discernimento, di profezia, di sapienza e di animazione della preghiera comunitaria.
Appare allora come la testimonianza della vita rinnovata dei nostri fratelli e
sorelle consacrati indirizzata soprattutto ai loro Istituti, alle loro comunit, ai
loro superiori, alle loro consorelle e confratelli, per indicar loro che il desiderato
rinnovamento della vita consacrata non passa attraverso il volontarismo, le
programmazioni, i congressi, i diplomi, ma opera prima di tutto dell'effusione
dello Spirito e dei suoi doni, incominciando subito dal noviziato. Solo cos
riavremo numerose vocazioni perch, come dice Karl Rahner, quanto pi
apparir l'elemento carismatico proprio di un ordine religioso, tanto pi
attirer i giovani .
Cuore nuovo anche il titolo di un notiziario che ha lo scopo di aiutare
gli Istituti e le persone consacrate ad aprirsi all'effusione dello Spirito per
sacerdote nuovo e qui c' una sorella americana che stata attrice, maestra di
danza, tre studi di danza a New York , e che a un certo punto stata colpita
dal Signore. Cantante, attrice, (vi far anche un bel canto alla fine, perch se ci
sono carismi di questo tipo bisogna darli al Signore; adesso son tutti canti per il
Signore), e poi si consacrata totalmente al Signore. Non soltanto ha fatto
questo, ma ha avuto un bellissimo sogno: che altre persone venissero a
consacrarsi, nel rinnovamento, totalmente al Signore; perch questa l'esigenza
finale di chi veramente sente il Signore come Signore.
Siamo piombati in Italia attraverso l'invito dell'arcivescovo di Trento al quale
dobbiamo dire un grazie grandissimo, Alessandro Maria Gottardi, un vescovo
aperto al cento per cento al rinnovamento. Ci ha invitati ad aprire una casa di
preghiera totalmente carismatica, continua a sostenerci e adesso si prende la
responsabilit di una nuova famiglia religiosa che nasce nel contesto del
rinnovamento. Nel 1975 scriveva un messaggio di Pentecoste che parlava
appunto di un nuovo slancio nella vita dello Spirito . Rispondiamo con questo
al vescovo di Rimini sulla integrazione nella Chiesa cattolica: siamo pienamente
integrati, siamo davvero in una forte, forte comunione.
Adesso per c' la testimonianza sulla vita religiosa e su quello che succede
a Bolognano. Bolognano un paesello: si potrebbe dire, come di Nazareth, che
cosa di buono pu venir fuori da Bolognano? Beh, ci siamo piantati l, una cosa
complessa, non ve la possiamo spiegare in dieci minuti. Nasce una casa di
preghiera, nasce una Famiglia dell'Alleanza che si compone ormai di 33 persone
votate per la vita e per la morte al Vieni e Seguimi , che una missione per la
chiesa. E poi, nasce una famiglia religiosa: in un anno e mezzo. Noi non
sappiamo cosa succede, perci non possiamo spiegarlo a voi: una cosa al di
l delle nostre possibilit. Troverete una descrizione su dei dpliants. Lascio
invece a sorella Kay di darvi un messaggio, voi vedrete cosa sta succedendo;
cio, la regola di questa comunit nel messaggio di sorella Kay. Lei lo
aveva preparato in italiano, poi abbiamo pregato e si cambiato tutto: lo dir
in inglese ed io lo tra durr, perch la sua anima. Il giorno della Pentecoste
ognuno parlava nella propria lingua e tutti li intendevano nell'altra. Bisognava
fare cos, e il messaggio completamente differente da quello scritto. Adesso
domandiamo al Signore che illumini sorella Kay.
- - sorella Kay
Fratelli e sorelle nel Signore Ges, il Signore il Signore di tutte le
sorprese, non riusciamo a capire perch il Signore abbia preso un prete
italiano e una sorella americana per fare un qualche cosa di suo. Lo sapremo
un giorno in cielo. Ma successo, dieci anni fa in America. Un giorno Ges
mi disse: Kay! Vieni e seguimi! E io ho risposto: S, Signore, e quando?
Ges disse: Adesso. E io: Dove, Signore? E lui disse: In Italia. Cos in
fretta Signore? dissi io, per ho capito allora che quando si dice s al Signore
egli ti fa muovere in fretta. Allora venni in Italia Voglio che tu incominci una
casa di preghiera l , aveva detto Ges. Signore, ti voglio seguire ad ogni
costo, avevo risposto io: e oggi l'anniversario, due anni fa posi piede in
Italia. Alleluja, Signore Ges!
Nell'estate del 1979 Ges venne in potenza e disse: Kay, ti voglio usare
per una cosa, come uno strumento per portare una famiglia al mio cuore.
Voglio che tu raggiunga gente di ogni et per raggiungere il mio braccio e
questa famiglia sar chiamata Vieni e seguimi , ed ecco che quattro
meravigliose vocazioni sono subito piombate dentro. Incominciammo il
cammino il 10 febbraio, venuta addirittura una vedova con 2 figli e dei
meravigliosi nipotini. Per questo siamo qui a dire: il Signore chiama, e se il
Signore passa accanto guai a voi se voltate la testa e guardate dall'altra
parte, perch non c' et per il Signore, egli pu chiamare ad ogni et, in
ogni momento. Perch il Signore vuoi fare un'armata forte, sicura e convinta.
Vedo qui della gente che il Signore chiama e io dico: Fratelli e sorelle, siate
pronti a seguire il Signore, Ges vuole questa vocazioni.
Una sera egli mi disse: Kay, vuoi dare la vita a me? L'ho gi fatto,
Signore No, deve esserci qualcosa di pi. Tu devi essere pronta a morire
per me, e io voglio che tu vada e chiami la gente a scendere nella valle,, a
battere ad ogni porta, a presentare il vangelo per rivestire i poveri del
mondo. Allora ti user perch tu li raggiunga con la tua parola.
E io ripeto l'invito del Signore: Vieni. Vieni, segui il Signore, perch egli
l'unica via, l'unica verit, l'unica vita e ormai quattro anime sono qui per
dare la vita totalmente a Ges nel rinnovamento. La mia preghiera questa.
Forse non vedr mai questo sogno realizzato, ma saranno quattrocento e
"poi quattromila. Vedo tutte queste bellissime religiose qui attorno: anche
quelle devono essere rinnovate tutte. Dobbiamo essere tutti insieme per il
Signore! Allora non soltanto cammineremo, ma voleremo in tutte le nazioni e
non finiremo finch ogni ginocchio non sar piegato ed ogni lingua non
confesser che Ges il Signore. Alleluja!
- - Seguito testimonianza don Renato Tisot:
Mi concedono ancora due minuti per dirvi una cosa meravigliosa. Anche noi ci
sorprendiamo di giorno in giorno di quello che succede nella casa di preghiera.
Quando si apre con fede una casa di preghiera anche le pietre parlano. Io, nei
tempi della contestazione, ero vicerettore in seminario e non tiravo fuori mai
un ragno dal buco. Adesso mi capitarlo tutti i seminaristi del seminario di
Trento: in tre turni di esercizi consecutivi tutti i seminaristi han ricevuto
l'effusione, anzi tutto il seminario addirittura, il rettore, i vicerettori... una
cosa meravigliosa, effettivamente lo Spirito Santo, perch non ci sono
allo stesso tempo "naturale" e "sacro": perch tutto "vita". Quanto pi allora
il nostro Papa nei cicli guarda a noi suoi bambini con lo stesso sorriso, con lo
stesso compiacimento, qualunque cosa facciamo alla sua presenza.
Chiediamo allora al Signore che ci doni uno spirito di "vigilanza" perch
possiamo imparare a vedere una realt "trasfigurata" e non banale; perch
possiamo cio vedere oltre, come in trasparenza, la verit delle cose che
viviamo, strappandone il velo di banalit e di profano di cui le ricopre lo spirito
del mondo.
Federico e Omelia Zanda, Milano
27 aprile 1980
Meditazione Padre Tomaso Beck
COMPASSIONE RECIPROCA
Voglio rendere grazie al Signore per i fratelli che hanno pregato su di me
perch la mia voce stava ormai andando via e mi un po' ritornata, quanto
basta perch io vi possa dare una parola di conforto. Voglio soltanto
ricambiare questa preghiera che stata fatta su di me dicendo che essa era
guidata da quattro fratelli i quali hanno costituito un gruppo nella periferia di
una grande citt industriale; questa periferia conta centomila persone e i
fratelli che hanno costituito il gruppo sono quattro. Questo il buon auspicio. Adesso noi diciamo un'Ave Maria tutti assieme per questi quattro fratelli,
e poi per tutti quelli che essendo pochi e piccoli si trovano in mezzo a degli
ambienti molto grandi, superiori alle loro forze, questo la garanzia che il
Signore con loro. (Tutta l'assemblea prega l'Ave Maria).
Ecco verranno giorni dice il Signore / nei quali susciter a Davide
un germoglio giusto, / che regner da vero re e sar saggio / ed eserciter il
diritto e la giustizia sulla terra. / Nei suoi giorni Giuda sar salvato / e Israele
star sicuro nella sua dimora; / questo sar il nome con cui lo chiameranno:
Signore-nostra-giustizia (Ger 23,5-6).
Questo germoglio giusto, Ges, sei tu. Tu sei, Ges, il germoglio, perci nei
nostri cuori tu compari con piccolezza, e come nascesti in una stalla, in una
grotta e ti deponesti piccolo bambino nelle mani della Vergine Maria, cos
ancora tu ti presenti come piccolo germoglio nel nostro cuore. Oggi tu sei il
germoglio. Noi ti benediciamo, o divino germoglio; sei gi comparso a noi
ieri sera attraverso i nostri bambini, essi rappresentano te, Ges, il nostro
germoglio. Noi ti ringraziamo e ti benediciamo Ges germoglio. Tu
germoglierai nei nostri gruppi: ma perch tu nei nostri gruppi possa
germogliare necessario che i membri dei nostri gruppi si rendano reciproca
testimonianza. Una testimonianza interna tra i membri del gruppo fonder
una grande testimonianza nel mondo. Vi prego, cari fratelli, di allontanare in
questo momento dal vostro cuore le distrazioni, il pensiero della partenza, le
preoccupazioni, e di concentrare la vostra attenzione su Ges germoglio. Il
Signore mi suggerisce tre punti perch il divino germoglio possa
crescere nei nostri gruppi: sono tre punti che costituiscono una
testimonianza interna. Se noi non siamo capaci di darci questa
testimonianza intcriore, il Signore non ci aiuter perch possiamo dare la
testimonianza esterna al gruppo, la testimonianza in tutta la Chiesa, in tutto il
mondo.
I tre punti che la Vergine Maria propone tenendo in mano per voi,
l'amore: non siamo stati noi ad amare Dio, ma lui che ha amato noi e
ha mandato il suo Figlio come vittima di espiazione per i nostri peccati.
Carissimi, se Dio ci ha amato, anche noi dobbiamo amarci gli uni gli
altri. Nessuno mai ha visto Dio; se ci amiamo gli uni gli altri, Dio rimane in
noi e l'amore di lui perfetto in noi. Da questo si conosce che noi rimaniamo
in lui ed egli in noi: egli ci ha fatto dono del suo Spirito (1 Gv 4,7-8; 10-13).
Allora la ragione per cui anche gli altri sapranno che siamo discepoli
dipender dal fatto che noi avremo conosciuto Dio. E noi avremo conosciuto
Dio se avremo accettato la rigenerazione dall'alto, la novit di vita che
dipende dallo Spirito Santo infuso in noi. Questa conoscenza non qualcosa
che rimane al livello del sapere, ma vitale e personale esperienza d'amore:
perch l'amore di Dio stato riversato nei nostri cuori per mezzo dello
Spirito Santo che ci stato dato (Rm 5,5).
Effusione ed entusiasmo
L'amore Dio che prende possesso di noi. Ha preso possesso del suo
regno il Signore, in ciascuna persona che ha accettato le nozze. Una realt
del genere pu essere ottenuta solo come potenza dell'Altissimo. E' il
termine che il Nuovo Testamento usa per la pentecoste personale (Le 1,35;
24,49). Fu l'esperienza di Maria e degli apostoli; l'esperienza proposta da
Dio a tutte le persone, in tutti i tempi. Intendiamo per pentecoste personale
quella manifestazione - irruzione del divino nell'umano attraverso
l'effusione dello Spirito d'Amore.
Da parte di Dio essa sempre a disposizione: lo Spirito di Dio stato
effuso su tutto il mondo. Ma quando si passa dall'effusione all'infusione
nella singola persona che le difficolt nascono, perch succede che, per
quel delicato intreccio di offerta gratuita di Dio e di libera acccttazione
dell'uomo, l'uomo stesso deve mettersi in stato di recettivit, anzi di
provocazione di questo intervento di Dio, perch l'irruzione diventi
personale e testimoniata. Recezione o rigetto fan parte del tremendo
mistero della libert umana.
La luce splende nelle tenebre, ma le tenebre non l'hanno accolta.
Venne fra la sua gente, ma i suoi non l'hanno accolto. A quanti per
l'hanno accolto, ha dato il potere di diventare figli di Dio: a quelli che
credono nel suo nome, i quali non da sangue, n da volere di carne, n da
volere di uomo, ma da Dio sono stati generati (Gv 1,5.11-13).
L'ambiente ideale per l'incontro in potenza tra Dio e l'uomo resta sempre
quello indicato da Dio stesso e sperimentato da tutte le sante persone della
storia: l'ambiente della preghiera, un ambiente di provocazione .
C'era stata la preghiera corale del popolo d'Israele per la venuta del tempo
messianico: O cieli, piovete dall'alto: e nel tempo messianico i cieli
s'aprirono in forti contesti di preghiera. Mentre Ges stava in preghiera, il
ciclo si apr e scese su di lui lo Spirito Santo... e vi fu una voce dal ciclo:
aveva detto Ges: Avrete forza dallo Spirito Santo che scender su di voi e
mi sarete testimoni (At 1,8).
A seguito di ci, anche una meraviglia fu offerta agli occhi della storia:
finalmente gli uomini potevano essere un cuor solo e un'anima sola . E il
mondo poteva dire sorpreso: guarda come si amano. La comunit
testimoniante fu un vangelo incarnato, pronunciato e vissuto davanti al mondo.
Ieri come oggi: il fatto che si possa meditare, teologizzare e catechizzare
viene di conseguenza. I vangeli scritti nacquero solo dopo che il vangelo fu
vita nel cuore e nella carne dei fratelli cristiani. Prima di tutto, dal momento
dell'incarnazione del Verbo, il cristianesimo evento; e il vero catechismo
costituito da ogni cristiano in cui si vede che Cristo Signore e che la vita
nello Spirito un'esperienza.
E' stato fortissimo il richiamo dei vescovi italiani nel messaggio per il
centenario di S. Benedetto: Forse oggi essi scrivono le teologie, i
discorsi su Dio, per quanto importanti, non bastano pi. Ci vogliono esistenze
che gridano silenziosamente il primato di Dio. Ci vogliono uomini che trattano
il Signore da Signore, che si spendono nella sua adorazione, che affondano
nel suo mistero, sotto il segno della gratuit e senza compenso, per attestare
che egli l'Assoluto. E' questa la testimonianza pi urgente da dare, in un
mondo in cui il senso di Dio si oscura e c' bisogno come non mai di
riscoprire il suo Volto. L'incontro con Dio avviene nella preghiera .
Dall'entusiasmo all'evangelizzazione
Dalla preghiera all'esperienza dell'amore di Dio stato il percorso
dell'entusiasmo; dal nuovo spirito di preghiera alla condivisione dell'amore
divino con gli altri il percorso dell'evangelizzazione. Evangelizzare
condividere con tutti gli uomini la buona novella dell'amore di Dio.
Evangelizzare amare. Non divento un evangelizzatore quando e perch
qualche persona o qualche legge me lo comandano. Evangelizzo per quella
forza interna che mi fa pressione, che non mi lascia tacere, che mi spinge a
comunicare ci che Dio m'ha dato, che mi fa soffrire di fronte all'anima che
non si converte all'amore di Dio. Poich l'amore del Cristo ci spinge dice
san Paolo (2 Cor 5,14): un moto del cuore di Cristo in me.
E' bene ribadire che, prima di evangelizzare, io devo essere un
evangelizzato, cio l'esperienza dell'amore deve essere in me. Sarei altrimenti
solo un cembalo squillante.
Ma in che cosa consiste questa totale e normale natura del cristiano come
evangelizzato-evangelizzatore? Essa si rivela in due dimensioni chiave: il
godimento intimo del rapporto di paternit-figliolanza con Dio Padre e la forte
proclamazione della signoria di Ges Cristo. Sono i due effetti dell'effusione
dello Spirito Santo secondo la Sacra Scrittura: lo Spirito Santo ci fa gridare
Abba, Padre e lo Spirito Santo fa proclamare che Ges Cristo Signore.
Preghiera e proclamazione devono andare assolutamente insieme per essere
gonfia, non manca di rispetto, non cerca il suo interesse, non si adira, non
tiene conto del male ricevuto, non gode dell'ingiustizia, ma si compiace della
verit. Tutto copre, tutto crede, tutto spera, tutto sopporta (1 Cor 13,4-7).
A questo punto, proprio per vedere il vero senso della nostra
testimonianza all'amore, cerchiamo di riscoprire il termine biblico della
misericordia.
Provvidenzialmente, all'opposto di quel che capitato al termine amore,
usato e abusato dal mondo, misericordia un termine che non va d moda
nel linguaggio profano. Sapete perch? Perch il vero amore, quello che
soltanto di Cristo, l'amore difficile, l'amore sacrificale. E' un amore sino alla
fine .
Misericordia comprende due parole: miseria e cuore. La miseria nostra,
il cuore quello di Dio. E' stato il cuore ardente d'amore di Dio che si
assunto la nostra miseria. Ecco la dimostrazione pi forte dell'amore: Dio
manifestato in Cristo sofferente, il figlio dell'uomo che passa attraverso la
nostra miseria, la soffre e vi muore dentro per redimerla. L'amore il fiore, la
misericordia il frutto diceva suor Maria Faustina Kowalska. La
misericordia l'amore dimostrato, incarnato, crocifisso.
Dobbiamo fissare i nostri occhi sul Ges della misericordia, il Ges dal
cuore trafitto. E' l'immagine del Padre misericordioso. E' l'immagine che ci
richiamer la sintesi della morale evangelica: Siate misericordiosi, come
misericordioso il Padre vostro (Lc 6,36).
C' un passo della Redemptor Hominis di Giovanni Paolo II che dice
stupendamente: Se Dio tratt da peccato colui che era assolutamente senza
alcun peccato, lo fece per rivelare l'amore che sempre pi grande di tutto il
creato, l'amore che lui stesso, perch "Dio amore". E soprattutto l'amore
pi grande del peccato, della debolezza, della caducit del creato, pi forte
della morte: l'amore sempre pronto a sollevare, a perdonare, sempre pronto
a andare incontro al figlio! prodigo, sempre alla ricerca della rivelazione dei
figli di Dio, che sono chiamati alla gloria futura. Questa rivelazione dell'amore
viene anche definita misericordia e tale rivelazione dell'amore e della
misericordia ha nella storia dell'uomo una forma e un nome: si chiama Ges
Cristo (n. 9).
Per essere testimoni dell'amore dobbiamo assumere gli atteggiamenti del
cuore misericordioso di Ges. Ci accorgeremo che figurano all'opposto eli
quello che il mondo ci propone, anzi costituiscono un motivo di rigetto e di
persecuzione. Con questi atteggiamenti i discepoli testimoni diventano come
Ges un segno di contraddizione.
Prendiamo soltanto due caratteristiche base della misericordia: la pazienza e il perdono.
La pazienza trova il suo campo pi difficile nell'accettazione continua del
fratello, per quello che e per quello che fa. E' qui che l'amore viene
setacciato. Pensiamo all'amorosa pazienza di Ges verso coloro coi quali ha
scelto di fare un cammino quotidiano: essi non intuiscono i moti del suo
cuore, non ne capiscono gli insegnamenti, fanno a gara per garantirsi il primo
posto, dormono quando sono invitati a pregare, si abbattono di fronte alle
difficolt, tradiscono nel momento della crisi. Ora laccettazione continua e
paziente di Ges mette in rilievo che l'amore fedelt all'amico, che l'amore
misericordia nel senso della sopportazione e assunzione della miseria del
fratello. L'amore paziente croce.
Su questa via il dialogo col fratello non viene mai spezzato. Sul fondamento
della misericordia paziente a Pietro viene offerto un nuovo incontro d'amore
addirittura dopo il rinnegamento: Mi ami... mi ami... mi ami. E' estremamente
consolante pensare che come requisito base per il primo papa Ges non
richiedeva titoli di studio, qualificazioni professionali, qualit d'eccezione,
bens amore, grande rinnovato amore. Da questo tutti sapranno che anche il
papa un discepolo...
Tali considerazioni ci aiutano a superare una tentazione, quella del
perfezionismo, per cui pensiamo di dover essere sempre dei perfetti, lite
pura, e non accettiamo i momenti di debolezza e il cammino lento umile del
nostro rinnovamento in genere e di quello di ogni fratello in particolare.
Giovanni Paolo II magistralmente conclude la sua esortazione apostolica sulla
catechesi affermando che stiamo vivendo nella chiesa un momento
privilegiato dello Spirito , ma che in effetti il "rinnovamento nello Spirito"
sar autentico e avr una vera fecondit nella Chiesa, non tanto nella misura
in cui susciter carismi straordinari, quanto piuttosto nella misura in cui
porter il pi gran numero possibile di fedeli sulle strade della vita quotidiana,
allo sforzo umile, paziente, perseverante per conoscere sempre meglio il
mistero di Cristo e per testimoniarlo (Catechesi tradendae, n. 72).
Il papa non ci esorta a dubitare che il Signore possa fare anche opere
straordinarie fra noi (perch tutto in fondo ordinario per Dio, anche il
miracolo, e tutto ci si pu aspettare quando si vive per fede), ma egli ci dice
che il pi grande miracolo si manifesta in coloro che seno capaci di seguire
Ges sulla croce, di avere un amore sacrificale, paziente (= che patisce),
misericordioso nei rapporti e nelle situazioni del vivere quotidiano.
Questo s che cosa straordinaria.
Il perdono mette in rilievo la radice del cristianesimo. Il cristianesimo
nasce dal perdono di Dio. Possiamo sempre dire: non siamo dei perfetti, ma
siamo dei perdonati. Se questa la realt base, riusciamo a capire perch
Ges abbia fatto del perdono una condizione assoluta del discepolo. Da
questo soprattutto ci riconosceranno. Il perdono la cosa pi difficile al
mondo, al punto che non si pu perdonare se non per forza divina, cio per
partecipazione al grande perdono di Cristo in croce. Il perdono un
superdono e lo si spiega solo guardando al cuore misericordioso di Ges.
Nel vivere cristiano perci il perdono esteso a settanta volte sette, cio
illimitatamente, proposto come necessaria condizione del vero rapporto con
Dio e della possibilit stessa del pregare bene.
Comunit di totale guarigione (noi sappiamo anche per esperienza) sono
l'uno verso l'altro, sul fondamento dell'amore che voi avete per me. Vi dico
ora con fermezza che anche la fede pi forte non serve senza queste opere.
Vi dico ora che dovete porre una confidenza senza limiti in me,
abbandonandovi fiduciosamente a me che sono l'unico vostro Salvatore.
Sono il Ges che salva. Non c' salvezza in alcun altro. E mentre opero in voi
la salvezza vi chiamo all'unit. Vi chiamo a essere una cosa sola nella
famiglia di Dio.
Dovete liberarvi da ogni ira nei rapporti coi fratelli, per il mio nome. Dovete
allontanare ogni risentimento insediato in voi. Dovete abitare nella mia pace,
nel mio amore, nella mia misericordia; scambiatevi questi doni gli uni gli altri.
Dovete rinunciare al giudizio e alla condanna nei confronti dei fratelli. Dovete
amarvi come io vi ho amato.
Popolo mio, siete capaci di morire per me? Siete pronti ad accettare
quella morte a voi stessi che necessaria per l'unit, per essere una cosa
sola fra voi, come il Padre ed io siamo una cosa sola?
Siete pronti a dare la vita per quelle persone che ho posto con gran cura
accanto a voi, perch con loro facciate l'esperienza dell'unit?
Vi ho chiamati a morire per il popolo che vi ho dato. Sappiate che non
sareste qui se non vi avessi chiamato. Aspettatevi grandi cose in questa
battaglia per me, nella vostra testimonianza, nell'esercizio della misericordia
vicendevole. Aspettatevi libert e guarigione. Questo ho in mente per voi
perch sono il Ges della libert e della guarigione. Sono il Ges di ogni
sorpresa, sono il Ges della salvezza, sono il Ges della misericordia .
uomini come siamo tutti, soltanto una visione parziale di una sola Chiesa,
quella che, in un certo senso, si pu vedere. Non c' un'altra Chiesa, la
cosiddetta Chiesa carismatica, perch non ci sono due Chiese, una con una
dimensione visibile e l'altra con una dimensione invisibile. C' la Chiesa, che
allo stesso tempo istituzionale e carismatica: e questo il messaggio
centrale dei papi al rinnovamento carismatico.
Ma non solo non basta parlare della Chiesa istituzionale, dobbiamo
andare pi avanti nel mistero della Chiesa. Lo Spirito Santo ci introduce, ha
detto san Paolo, nelle profondit dei misteri di Dio. Solo lo Spirito Santo pu
darci la capacit di dire Padre come si deve dire al nostro Padre del
ciclo. Solo lo Spirito Santo pu farci dire Ges come si deve dirlo, con
l'adorazione profondissima del nostro cuore. Solo lo Spirito Santo pu
rivelare la profondit di Dio nel mistero di Maria. Solo lo Spirito Santo pu
mostrare la Chiesa nel suo aspetto profondissimo di mistero sacramentale.
Non esiste soltanto la Chiesa istituzionale visibile, ma l'istituzione
fondamentale l'istituzione sacramentale. La Chiesa costruita sui
sacramenti, questa la struttura fondamentale della Chiesa nella sua parte
visibile, e i sacramenti sono pieni del potere dello Spirito Santo.
La nostra tendenza sarebbe di dimenticare che Cristo che agisce nei
sacramenti: non il sacerdote che ci ha battezzato Cristo, per le mani del
sacerdote; Cristo che ci ha dato la cresima per le mani del vescovo;
Cristo che ci dice la parola di riconciliazione, di perdono, io, Cristo ti
assolvo , tramite il sacerdote; Cristo che lega insieme l'amore dei due
futuri coniugi, lui tramite il sacerdote, nello Spirito Santo; Cristo che
celebra oggi qui la cena eucaristica, Ges dice Io vi invito alla mia cena, al
mio corpo e al mio sangue che vi do ; Cristo il punto centrale, .l'animatore
fondamentale della Chiesa sacramentale, e la Chiesa sacramentale prima di
tutto la Chiesa eucaristica. L'eucaristia il centro del nostro culto sociale,
l'eucaristia Ges che ci invita a cambiarci in lui e che viene per invitarci alla
sua Pasqua. E siamo qui per fedelt a quest'ultima parola del Signore quando
ha istituito l'eucaristia, quando il gioved santo ha detto: Questo il mio Corpo,
questo il mio Sangue. Fate questo in memoria di me. Ecco la ragione
profonda dell'esistenza della Chiesa. Siamo qui, dal papa ai vescovi ai
sacerdoti, tutti ci siamo in funzione di questa parola, per fedelt a questa
parola del Signore: Fate quello che io ho fatto fino al giorno del mio ritorno,
fate questo in memoria i me.
Ma la parola memoria si deve capire, si pu far memoria del passato, ma
non questo, qui, il suo significato. Fate memoria vuoi dire riattualizzate
questo passato, quello che io ho fatto allora, venti secoli fa, fatelo adesso voi,
in memoria di me nel passato; ma in una presentazione nuova, in
un'attuazione nuova, e fatelo guardando al tempo futuro, finch io stesso
torner nel mondo, nel trionfo della misericordia mia e della mia risurrezione .
E', dunque, una memoria, ma del passato del presente e del futuro, finch io
venga .
Chiesa e per continuare nel mistero eucaristico ad esser fedeli all'ordine del
Signore: Fate questo finch io non ritorner nella gloria. Alleluja!
3. Il secondo giorno stato quello della missione. E' bello stare in casa
con il Signore, ma bisogna anche alzarsi e mettersi in cammino con il
Signore. Perch il Signore sempre in cammino.
A questo punto, il Signore ci ha posti davanti al nostro mondo e ci ha dato
occhi e cuore come i suoi: Ho piet di questo popolo... E ho altre pecore
che non sono di quest'ovile... perch si faccia un solo ovile sotto un solo
pastore .
Ges il Salvatore!
Bisogna uscire dal cenacolo e annunciare Ges risorto con franchezza
. Su questo punto vi sono ancora molte esitazioni. Ma il Signore non ha
mancato di far sentire il suo incoraggiamento: Coraggio, io ti ho chiamato
per essere segno della mia presenza potente . La mia parola salvezza:
ascolta, mio popolo. Nella tua povert io voglio manifestare la potenza del
mio Spirito. Non temere, io ti accompagner .
Dunque, nessuna paura. Andiamo avanti per questa strada.
Il Signore ci ha pure indicato i campi biondeggiami, pronti per la messe:
nei gruppi e nelle case di preghiera, per le vie e per le piazze, tra gli
emarginati e i perduti... Con un'attenzione continua alla vita e a tutte le realt
della vita. Iniziando dalla famiglia, dai figli, dalle coppie, dai ministeri esercitati
nei gruppi e nella chiesa locale.
Perch la chiesa e quindi anche la nostra testimonianza ha un
avvenire nella misura in cui incarnata nella storia e fa storia.
4. Il terzo stato il giorno dell''amore che salva. Un amore che, innanzi
tutto, crea le cose che non sono e le usa.
Considerate, fratelli, la vostra chiamata-vocazione: non ci sono tra voi
molti sapienti secondo la carne, non molti potenti, non molti nobili. Ma Dio ha
scelto ci che nel mondo stolto... Dio ha scelto ci che nulla... perch
nessun uomo possa gloriarsi davanti a Dio fi Cor l,26ss).
Solo Dio Dio e solo Ges il Signore!
Dio ha scelto le cose che non sono. Tu che dici di essere incapace, di non
avere mezzi, di non avere doni e carismi: proprio tu sei scelto per annunciare
Cristo risorto. Proprio persone che non sono, gente che umanamente non
esiste, sono scelte per annunciare che un Morto (e quindi non dovrebbe
esserci pi!) vivo.
E questo Morto-Vivente il Signore.
5. Soltanto uomini vivi possono annunciare il Vivente.
Quando sei vivo? Lo sei, se hai incontrato il Vivente.
Ma vivere non basta. Bisogna amare: Da questo tutti sapranno che siete
miei discepoli, se avrete amore gli uni per gli altri (Gv 13,35). L'amore
sempre dono, cio miracolo. Appartieni al rinnovamento e sei rinnovato, se
sei capace di amare.