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di
ADRIANA G. HOLLETT
Mulazzo
e il divino poeta
Fotografie di A. G. Hollett
Importante precisare che fin da prima della divisione dei Malaspina del
1221esistevano nei loro feudi i MUNICIPI che erano composti da un Consolo,
quattro o sei Consiglieri e un Massaro. La MAGISTRATURA era costituita da un
Giudice dAppello che era il Marchese, di un Podesta eletto dal marchese, un
Vicario del Podesta, un Notaro, un Corriere e un Custode delle carceri. Ogni
terra aveva il proprio Municipio e tutti assieme quelli del feudo formavano il
General Consiglio.
Nel secondo Libro sono annotate norme e regole di diritto civile ma si deve
ritenere che dovea esistere precedentemente regole e norme da disposizioni
scritte o da consuetudini inveterate.
Alcune di queste norme erano: la donna se dotata non poteva succedere ai
genitori, il marito non poteva donare o lasciare per testamento alla moglie cosa
veruna; nella vendita dei fondi dovevano esser preferiti nella vendita i condomini,
i parenti fino al quarto grado, i confinanti; la prescrizione degli immobili
incorrevasi col lasso di venti anni ecc..
Nel terzo Libro si determinavano le trasgressioni e i delitti punibili con
pene corporali o pecuniarie o afflittive: la fustigazione per tutta la terra, il bando
perpetuo, il taglio della testa, la forca e la morte per mezzo del fuoco, la confisca
dei beni. Si puniva lomicidio col taglio della testa, ladulterio con lire venticinque
per luomo e la donna, lo stupro con la pena capitale, il furto, labigeato, il taglio
degli alberi e la rimozione dei termini con pene pecuniarie. Per la falsificazione
delle monete si era arsi vivi, la falsa testimonianza o lo spergiuro con la galera, e
nelle scritture con la forca. Il delitto di lesa maesta portava al taglio della testa.
Questi quattro Libri o Statuti furono adottati da tutti i discendenti di
Federico per tutte le Terre e le Castella da tutti gli Uomini, Universita e
Comunita che a loro furono soggetti.
history, fathered Alberto Azzo I and Oberto Obizzo I. The first of these two gave
rise to the house of Este and the second to that of the Malaspina.
Oberto Obizzo I established himself on the passes of the
Liguria-Tortona-Piacenza Apennines, in the high valleys of the Trebbia and
Staffora, and in this last valley, the centre of his dominion, he founded his
residence in the rock of Oramala, the only fortified castle in the valley, later
considered the cradle of the Malaspina family.
Subsequently, Oberto Obizzo I had a series of castles built that were to
become formidable points of defence and particularly of control of trade routes
that constituted, in terms of tolls, a large source of riches.
The Malaspina made these tolls very expensive and at times went as far as
to besiege, by themselves, the passing caravans, behaving like highway brigands.
Their castle at Villafranca became known as Malvido and later Malnido (in the
diploma conferred by the emperor Federico to Opizone in 1164), due to
plunderous tolls and thefts perpetrated by them at the expense of the caravans that
passed by in the Cisa pass.
Little is known of Oberto Obizzos son Alberto I and of his grandson
Obizzo II; what is known is that the son of Obizzo II, Alberto II became known by
the name of Malaspina. This appears in the peace treaty of Luni stipulated in 1124
between the bishop Andrea, on the one hand, and the marquis Alberto II known as
Malaspina, on the other hand.
In the division between Corrado and Opizzino in 1221, to Corrado lAntico
(1253), were assigned the possessions to the right of the river Magra, while
Obizino (1301), who changed the coat of arms from the spino secco (bare
thorn bush), to the spino fiorito (blossomed thorn bush), had the part of the
territories to the left of the river.
The division, therefore, was not only in terms of possessions, it was also
heraldic in that the family blazon was modified. That of the spino secco
presented a bush with six branches, one vertical and five horizontal, three of
which set to the left and two to the right, all with prickles. That of the spino
fiorito presented a green bush with six branches, one vertical and five horizontal,
two to the left and three to the right, terminated with three tiny white globes in a
cross at the extremities so as to form little flowers. The original blazon had a black
thorn bush on a gold background with the motto ad medelam (to me, it offers a
remedy).
The members of the family multiplied and, as a consequence, the blazon
was often modified; the best known, however, is that which depicts a rampant
crowned lion, side by side with branches, alternatively of bare or blossomed
thorns or both. It is noted that the rampant lion was assigned to Corrado detto
lAntico (1253), by Luigi IX, king of France, for the help received from Malaspina
in the crusade in Egypt in 1248.
Opizzino or Opizzone (1301), the second son of Federico (1264), was the
ancestor of the Marquis and Masters of Villafranca. His widow, Tobia
Spinola, guardian of his infant offspring, is worthy of mention as she who
composed, ordered and established the STATUES for Aulla and other
territories of hers. (The Statutes of Aulla of 1303 are preserved by Dott. Francesco
Raffaelli and by Dott. Lorenzo Ferri of Bagnone (1)).
It is important to note that even before the division of the Malaspina
territories of 1221, there were already in existence in their territories, the
MUNICIPALITIES that were composed of a Consul, four or six Counsellors and a
Massaro (farm overseer). The MAGISTRACY was made up of an Appeal Court
Judge who was the Marquis, of a Podesta (high official), elected by the marquis, a
Podestas Assistant, a Public Notary, a Courier and a Prison Custodian. Each
territory had its own Town Hall and all those of the territory formed the General
Council.
In the second Statue or Book, were annotated rules and regulations of civil
rights; however, it is believed that there had to exist rules and regulations prior
to these, available in written form or in inveterate use.
Some of these regulations were: a woman in possession of a dowry was not
allowed to inherit from her parents; a husband was not allowed to donate or leave
anything at all in his will to his wife; in the sale of real estate, joint owners, distant
relatives, neighbours were to have precedence; the loss of unexercised rights to
real estate after twenty years, etc..
In the third Book, were defined the transgressions and crimes punishable by
corporal punishment or fines: flogging throughout the territory, banishment for
life, decapitation, hanging and burning at the stake, the confiscation of
possessions. Murder was punished by decapitation, adultery by a fine of twenty
five liras for both men and women, rape by capital punishment, theft, rustling,
felling of trees and removal of boundary stones by fines. Counterfeiting was
punishable by being burnt alive, perjury by imprisonment and forgery by hanging.
The crime of treason led to decapitation.
These Books (four in all), were adopted by all the descendents of Federico
Malaspina throughout all of their Territories and Castles by all of the Men,
Universities and Communities under their rule.
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Mulazzo
Fin dai tempi di Carlo Magno sembra che la Lunigiana, Provincia
Maritima Italorum, poi ager lunaniensis,o gran parte di essa, fosse posseduta
come feudo o come allodio dagli antenati della famiglia Malaspina conosciuti
sotto il nome di Adalberti e anche dei Bonifazi.
Scrive il Porcacchi, storiografo del XVI secolo, che nell' 802 Adalberto
ottenne da Carlo Magno i possedimenti della Lunigiana. Attraverso i secoli,
mentre nelle citta' libere il feudalesimo si andava spegnendo, con la famiglia
Malaspina in Lunigiana si era invece rafforzato.
Mulazzo nel 1221 era stata scelta da Corrado come centro del suo governo.
Non possiamo dire se le fortificazioni della rocca, sede dell'abitazione di
Corrado - che per primo della sua dinastia vi si era trasferito stabilmente - fossero
gia' esistite almeno in parte, comunque Corrado rafforzo' e fece costruire alte
mura, torri e fortificazioni di cui ben poco e' rimasto.
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La prima immagine di Mulazzo e' quella dei due arditi archi un tempo a
sostegno dell'acquedotto per il castello.
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Il borgo di Mulazzo arroccato entro la cerchia delle case che fanno naturale
barriera e fortificazione.
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Proseguendo si raggiunge
quello che doveva essere il giardino
pensile del castello.
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In anni passati,la cappella fu sede della Compagnia della Beata Vergine del
Rosario, successivamente fu adibita ad asilo infantile e teatrino.
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Un vecchio portale ci introduce per una scala sconnessa alla grande stanza
dai capitelli scolpiti.
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Su questa scala non e' difficile veder scendere dame, cavalieri e menestrelli.
Chi mai avra' abitato questa casa?
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Palazzo Malaspina.
Sul portale epigrafe del marchese Francesco Malaspina.
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D O M
PATRIAE AMICIS
SIBI SUIS - - SCIT
FR M M MARCH MULAT
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Palazzo Malaspina.
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Palazzo Malaspina.
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Il palazo Malaspina Zini si trova nel centro di Mulazzo sulla piazza della
chiesa di San Nicolo'.
Il palazzo appartenne ai Malaspina del" ramo del castello", una delle due
linee marchionali presenti nel feudo dalla meta' del XVI secolo.
Dopo l'estinzione di questo ramo ( l'altro, quello "del palazzo" si era gia'
estinto con la morte del Marchese Cesare Malaspina) il palazzo passo' alla
famiglia Zini. Il dott. Beniamino Zini l'abito', lo curo' e ne fece affrescare alcune
stanze al pittore spezzino Luigi Agretti.
All'interno era conservato l'archivio domestico dei Malaspina di Mulazzo
L'archivio nei secoli passo' di mano in mano; alcuni lo trascurarono altri lo
dispersero. Oggi, quanto rimane e' conservato nel palazzo Malaspina di Mulazzo.
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Sulla chiave di volta del portale lo stemma dei Malaspina dello Spino
Secco. (Uno dei due stemmi rimasti a Mulazzo) A destra in alto un ritratto di
Alesandro Malaspina.
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Piazza Malaspina
SACRA FAMIGLIA
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Piazza Malaspina
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Purgatorio Canto VIII " ...se novella vera di Lunigiana o di parte vicina sai,
dillo a me che gia' grande ella era..."
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Tal parlava Sennuccio, un de gli usciti cittadin bianchi di Firenze, in rima dicitore
leggiadro e fosco. Intanto battea la rocca di Mulazzo il nembo. E la tristezza del morente
autunno umida e grigia empiea le vaste sale di Franceschino Malaspina...
Giosue' Carducci
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Canzon tu te n' andrai ritta in Toscana a quel piacer che mai non fu piu'
fino. E fornito il cammino pietosa conta il mio tormento fiero, ma prima che tu
passi Lunigiana ritroverai il marchese Franceschino e con dolce latino li di'
ch'ancora in lui alquanto spero e come lontananza mi confonde pregal ch'io
sappia cio' che ti risponde.
Sennuccio del Bene
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Scale che portano alle torri che nei secoli del medioevo furono formidabili
capisaldi da difesa.
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Torri derute...
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e feritoie fortificate.
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Fu chiesa parrocchiale finche' nel 1300, come dimostra un' iscrizione alla base
del campanile della chiesa del borgo,questa alquanto distrutta e senza tetto venne
abbandonata.
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Questa cappella in puro stile liberty con stelle d'oro in un soffitto azzurro,
circondata da una balconata in ferro finemente lavorato, e' aperta sui quattro lati da
grandi vetrate policrome, ricche di gialli e azzurri. Sottili colonne scarenate alla base
decorano i lati delle vetrate.
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Il castello di Giovagallo
Foto del castello di Giovagallo eseguita nel 1902 dall'ing. Paolo Raffaelli di
Bagnone.Questi ha lasciato una ricca collezione di vetrini ottenuti fotografando
molti monumenti e luoghi della Lunigiana storica. La collezione viene conservata
presso l'archivio di Bagnone.
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Feudo di Giovagallo
Fu feudo malaspiniano indipendente e sede di castello.
Ricordato fin dal 1033, nel 1202 e' ricordato in uno degli accordi tra i
Malaspina e il vescovo di Luni.
Il feudo di Giovagallo si formo' nel 1266 con Manfredi Malaspina figlio
di Corrado "l'antico" marchese dello Spino Secco di Mulazzo.
Nel 1282 a Corrado successe il figlio Moroello, ricordato da Dante nella
Divina Commedia come " vapor di valdimagra".
Moroello sposo' Alagia dei Fieschi nipote di papa Adriano Ve da lei ebbe
Manfredi, il primogenito, il quale successe al padre e fu seguito dal figlio
Moroello III nel 1344.
La linea dei marchesi scomparve con la morte di Giovanni, discendente di
Moroello.
Il feudo allora torno' in posesso dei marchesi di Mulazzo e
successivamente ai Corsini.
Il castello e' quasi completamente scomparso e i suoi ruderi sono ricoperti
dalla vegetazione.
Anche la sua antica chiesa, dedicata a San Michele Arcangelo e' quasi del
tutto diruta. Viene ricordata col nome di Cappella de Zovagallo et Sadulo nelle
decime bonifaciane del 1296 e 1299.
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Antica chiesa di San Michele Arcangelo ricordata nelle decime bonifaciane del
1296-1299 come Cappella de Zovagallo et Sadulo.
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Queste immagini non sono attuali. Si dice che vi siano stati nel
frattempo altri crolli di pietre.
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Basta osservare la bellezza del portale per immaginare il resto della chiesa.
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Il castello di Madrignano
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Il castello di Castevoli
Feudo di Castevoli
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Feudo di Castevoli
il Borgo di Castevoli deve il suo nome al toponimo "Casteolo" ovvero
terra murata.
Le prime notizie risalgono al 1077 con la concessione di Arrigo III dei
marchesi d'Este, consorti dei Malaspina, ai quali Castevoli pervenne nel 1221
con la divisione tra lo spino secco e quello fiorito.
Attraverso i successori di Corrado l'Antico il feudo arrivo' a Cristoforo
di Azzone nel 1476. Si estinse nel 1754 e passo' ai marchesi di Villafranca fino
alla ribellione contro Tommaso Malaspina nel 1794.
Nel XVI secolo Tommaso I Malaspina unifico' il mastio alla torre
costituendo un unico edificio. Quando il feudo di Castevoli passo' dai
Malaspina di Mulazzo a quelli di Villafranca il castello comincio' a decadere.
Eretto a difesa della strada romana per Piacenza conobbe varie
ristrutturazioni, la piu' importante fu quella di Tommaso II Malaspina, come si
e' gia' detto, e in seguito il figlio Francesco succedutogli nel 1603, fu l'artefice
del borgo murato come lo vediamo oggi.
. Con l' invasione francese comincio' altra decadenza. Oggi e' proprieta'
privata e restaurato.
Il borgo e' protetto da due porte; la seconda, all'interno della prima, e'
caratterizzata da un bel portale con una grande maesta' marmorea riproducente
una Madonna affiancata da due angeli.
Poseguendo nel borgo tra le case vuote e derute arriviamo in fondo al
borgo dove vediamo i restidi una bellisima chiesa a cielo aperto.
Questa bellissima chiesa non ebbe danni col terremoto del 1920 ma a
seguito dell'incuria dell'uomo, giorno dopo giorno, anche a causa delle
intemperie e dell'indifferenza, l'antica chiesa di Santa Maria Assunta ci
accoglie oggi con le sue mura scoperchiate sotto il cielo.
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La chiesa di Santa Maria Assunta e' l'unica chiesa del borgo di Castevoli. A
differenza delle altre chiese del circondario non subi' danni col sisma del 1920,
ciononostante, per l'indifferenza di coloro che avrebbero dovuto custodirla, poco a
poco divenne inagibile e venne abbandonata.
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Gli abitanti del borgo di Castevoli sono costretti e recarsi nel lontano cimitero
per assistere alle funzioni sacre...
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Il castello di Pozzo
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Il feudo di Pozzo
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Il castello di Monteregio
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Il feudo di Monteregio
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Il castello di Lusuolo
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Castello di Lusuolo
Il castello di Lusuolo e' una fortezza di epoca altomedioevale.
Posto in posizione strategica in quanto si erge su una collina
prospiciente un guado sulla Magra, in passato consentiva il controllo del
fondo valle e della via Francigena.
Il castello nel XII secolo appartenne a Corrado l''antico" Malaspina
e verso la meta' del trecento passo' ad un suo pronipote Azzone Malaspina
insieme ad altri possedimenti territoriali.
La mancanza di figli maschi nella famiglia causo' il frazionamento
del feudo e la perdta d'importanza della poderosa rocca.
Il quattrocento fu un secolo difficile per Lusuolo: scampato
all'inizio del secolo alle bramosie di Genova subi' l'assedio di Galeotto da
Campofregoso che lo distrusse nel 1449.
Nel 1467, con l'aiuto del marchese di Fosdinovo e i Visconti di
Milano, i Malaspina ripresero il loro impoverito castello ( le pietre migliori
furono reimpiegate per costruire il castello di Tresana)
Nella seconda meta' del XVI secolo Ercole Malaspina chiese la
protezione del Granduca Francesco I dei Medici e subito dopo si mise
anche sotto la sua signoria.
Lusuolo alla fine del XVI secolo inizio' un graduale smantellamento
e la perdita d'importana.
La mancanza di dati e l'assenza di documentazioni scritte rendono
difficile in seguito la destinazione d'uso del castello.
L'interno e' caratterizzato da un cortile trapezoidale con pozzo; la
zona nord pare fosse destinata all'abitazione del marchese mentre il lato
sud pare fosse usato dalla guarnigione dei soldati.
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Lato ovest del castello; questo castello fu uno dei piu' grandi della
Lunigiana.
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Castello di Gavedo
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Il castello di Gavedo
Il feudo nacque dallo smembramento di quello di Mulazzo alla fine
del XV secolo.
Proprieta' di Azzone Malaspina morto senza eredi maschi, il
marchesato passo' al genero conte Landi di Piacenza, marito della figlia
Briseide, che nel 1549 lo vendette al Granduca di Toscana Cosimo dei
Medici.
Dopo una disputa legale il feudo torno' ai Malaspina, al nipote di
Azzone, Cristofano Malaspina, figlio del fratello Giovan Gasparo.
Nel 1577 il feudo torna ai Medici ma nel 1592 il Granduca
Fernando vendette la proprieta' al banchiere genovese Giulio Sale.
Da allora, attraverso diversi proprietari, rimase sempre un posssso
dei Brignole Sale fino alla soppressione dei feudi.
Il castello di Gavedo, di origine medioevale, faceva parte di un
ampio sistema di difesa che comprendeva diverse torri. Dalla fortezza
centrale si staccava una linea fortificata che scendeva a fondo valle lungo
il torrente Geriola.
La linea fortificata si individua ancora nella torre del castello, nella
comtemporanea torre inglobata nel palazzo settecentesco dei Brignole
-Sale, nella cosiddetta "torre del sole" e infine nella torretta sull'argine
del Geriola.
Il castello si presenta con un imponente struttura regolare a pianta
quadrangolare, con una torre medioevale circondata da un primo recinto
murario e da un involucro residenziale posteriore relativo al al secoli
XVII-XVIII.
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Il castello di Veppo
A Veppo troviamo ormai solamente pochi resti del castello recuperati ad uso
abitativo da alcuni privati.
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Il castello di Calice
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Il castello di Godano
Alessandro Malaspina fu l'ultimo padrone di Godano.
Il castello situato sulla collina sopra al paese nel 1525 venne distrutto dagli
abitanti che piu' non sopportavano i soprusi e le ingiustizie del marchese. Costui
petendeva lo jus primae noctis e le fanciulle che non si presentavano all'appuntamento
venivano trucidate in un pozzo irto di lame.( lo strabuchettu)
Gli abitanti di Godano decisero di sopprimere il tiranno e l'attesero mentre si
recava nel paese di Cornice da un cugino.Il marchese, giunto nella foresta del
Malconsiglio, venne raggiunto e percosso violentemente con dei sacchetti di sabbia che
lo ridussero in fin di vita. Gli aggressori lo percossero a morte perche' sapevano a quali
pene sarebbero incorsi se il marchese fosse sipravvissuto.
Il tiranno riusci' a raggiungere Cornice dove pero' mori'. Correva l'anno 1524.
La sua morte pose fine al dominio dei Malaspina su Godano che si dette alla
Repubblica di Genova.
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