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Caratteri strutturali

1)Policentrismo: La geografia policentrica dellItalia ne condiziona la storia e lo


sviluppo del suo sistema operistico. Listituto del teatro dopera nasce a Venezia, i
primi teatri veneziani erano sale gi adibite alle recite povere dei comici dellarte. Per
quello che riguarda il lato economico liniziativa privatistica prevale. Gli impresari pi
importanti furono Domenico Barbaja, Alessandro Lanari Per quello che riguarda il
cast nell800 emerge la figura dellagente teatrale che promuove e sfrutta le carriere
dei giovani cantanti. Il cast mobile e questo assicura in Italia la variet artistica.
Fino circa allUnit la scrittura (contratto) dei cantanti da parte dellimpresario il
primo importante passo nel processo creativo di unopera nuova. 2) Mobilit del cast:
variet artistica. Fino allunit la scrittura dei cantanti il primo passo per creare un
opera, la configurazione del cast, la loro gerarchia relativa e le loro specialit canore e
drammatiche la materia prima su cui devono lavorare librettista e compositore. Vi
sono poi compagnie itineranti, come i Febiarmonici e gli Accademici Discordati che
portano in giro le prime opere veneziane. 3) Intensit produttiva: Il primato, da met
600 a tutto il 700 il primato va a Venezia, i teatri attivi sono in media 4 o 5, con 2 o
pi opere ciascuno. Le altre citt riprendono e sfornano di tanto in tanto qualche
novit. La frequenza delle opere nuove decresce verso met 800, contraendosi il
mercato operistico e si tende ad avere un repertorio stabile. Per un secolo e mezzo,
comunque, lItalia aveva prodotto circa una 50ina di opere nuove allanno ( in media i
vari Scarlatti, Vivaldi, Paisiello, Rossini, Pacini, Donizetti producono 3-4 partiture
allanno. Bellini il primo che contratta al punto da potersi permettere un opera sola
allanno. Forte tendenza alluniformit stilistica (no repentine mutazioni). Nelle citt
con pi teatri la disposizione risponde a una gerarchia di rango che tiene conto della
specializzazione per generi e stagioni. 4) costituzioni del repertorio: stabilizzazione
di un repertorio durativo tardiva in Italia. E pi facile comporre partiture nuove che
inventare drammi sempre diversi, spesso si musica libretti gi fatti e si cambia il
titolo; nel 700 ci sono drammi per musica molto longevi, in veste musicale sempre
diversa e che sappia adeguarsi allevoluzione delle forme musicali, vengono
ammodernati. Il fenomeno diventa regolare con i drammi di Metastasio che passano
per le mani di decine di compositori fino al800 inoltrato, imprimendosi nella memoria
di ogni italiano di media cultura. Le prime opere italiane mai scomparse dalla scena: Il
barbiere di Siviglia, Rossini. La Sonnambula e la Norma di Bellini, Lesir damore e Lucia
di Lammermoor di Donizetti.

Da Verdi in poi loperista italiano punta alla popolarit come un passaggio obbligato per
conquistare un posto fisso nel repertorio. Secolo XX recupero dopere di nicchia dei
grandi compositori italiani e delle opere stranieri mal considerate. 5) Tipologia delle

fonti: la tradizione scritta della musica operistica rimane per i primi due secoli sotto
forma di manoscritti, poi spartiti per canto e piano. Mentre il testo pubblico, nelle
mani anche di spettatori o letterati, il libretto, la partitura completa solo nelle
mani degli addetti al lavoro. Nel 700 lunica partitura completa stampata fu quella di
Orfeo ed Euridice di Ferdinando Bertoni. In realt, con il sistema impresariale le
partiture diventano propriet del committente o dellimpresario (interesse a non
divulgarle al pubblico). Manca luso inglese di pubblicare i favourite songs dun opera di
successo, ma fiorisce il commercio dal 1670 a fine 700 di manoscritte con le arie di
opere scelte, per uso domestico (convento monache, turisti..).Passo decisivo
nelleditoria operistica lo compie Giovanni Ricordi, pubblicando nel 1808 lo spartito per
canto e piano di Adelasia ed Aleramo di Mayr, adottando il formato tedesco oblungo
ed il sistema di fascicoli rilegati, soddisfando sia i cantanti professionisti che i
dilettanti. Lo stesso avverr con Rossini e Bellini. 6) Diffusione in Italia: il sistema
dellopera italiana tende allespansione: il Trovatore di Verdi nel dal 1853 viene
rappresentato in 27 citt italiane nel giro di un anno. Nel 55 ha raggiunto citt come
Atene, Madrid, New York, etc. Inizialmente, tra il 1650 al 1750 accanto ad opere
serie di rapida diffusione ci sono forme di teatro dopera radicate in singole citt e
teatri, meno propense al circuito nazionale: le opere musicali alla spagnola a Roma, i
drammi civili e rusticali toscani, le opere musicali milanesi, le favole drammatiche
musicali a Siena, i melodrami avventurosi napoletani. Nascono tutte per volere ed
iniziativa di unaristocrazia cittadina che non ha interesse a renderle nazionali, senza
contare che il tipo comicit legato a allusioni e fatti noti allo spettatore. Di un opera
buffa italiane si pu parlare solo con lirradiazione nazionale della commedia
napoletana e dei drammi giocosi per musica di Goldoni e Baldassere Galuppi (Venezia,
49-1755) che raggiunger con difficolt in Sud-. Frenata la diffusione di autori
europei, anche Mozart, che ebbe fortuna soprattutto nell800, in citt austriache
come Milano,Firenze Trieste, Napoli Roma Torino, ma a Venezia o Bologna no. Pi
avanti a Firenze si sviluppa un culto per Meyeerbeer, che sar poi il presupposto per
lopera ballo, variazione italiana del gran opra.

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