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SAFAB S.p.A.
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1. Introduzione
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4. La normativa di riferimento
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a) Carico in stabilimento
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b) Trasporto
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c) Scarico in cantiere
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d) Sfilamento
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f) Posa in opera
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1. Introduzione
Le tubazioni in C.A. ordinario e precompresso per il convogliamento dei fluidi in pressione
costituiscono, nellambito del proprio campo applicativo, la soluzione pi valida dal punto
di visto tecnico economico evidenziando indici prestazionali di assoluta rilevanza rispetto a
tutte le possibili alternative attualmente disponibili. In particolare si possono
sinteticamente indicare nellaffidabilit e nella durabilit di tale tipologia di condotte gli
aspetti pi rilevanti per progettisti, committenze, realizzatori ed utilizzatori di opere
acquedottistiche.
Al fine di evidenziare tali caratteristiche, spesso ignorate in ambito professionale, verranno
proposte nel seguito alcune indicazioni di carattere progettuale, prestazionale ed esecutivo
da considerare per un corretto impiego del materiale e nel contesto delle differenti
soluzioni tecnologiche disponibili commercialmente. Per una pi organica articolazione
funzionale della esposizione verranno considerate sequenzialmente la fase di produzione
delle tubazioni con un richiamo alla loro evoluzione tipologica, le modalit di trasporto e
posa in opera, le verifiche di accettazione e collaudo in opera ed infine le procedure di
gestione ordinaria e di manutenzione del sistema acquedottistico in esame, corredate di
unappendice sui criteri progettuali di natura idraulica e strutturale.
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Sul finire dell800, sulla scorta di numerose e concordanti osservazioni, divenne prassi
comune il rivestimento delle condotte metalliche con malte cementizie o linglobamento di
getti in calcestruzzo allinterno di elementi tubolari in lamierino metallico.
Nel 1919 venne prodotto negli Stati Uniti il primo significativo quantitativo di condotte in
pressione costituite da un nucleo di lamierino metallico, con funzioni di tenuta idraulica,
inglobato in un getto di calcestruzzo, con funzioni statiche e di inibizione dei processi di
corrosione metallica. Tale combinazione diede origine ad un composito per la
realizzazione di tubazioni in pressione dotato di elevata officiosit idraulica e
sostanzialmente privo di perdite, nonostante gli elevati valori di pressione interna, e che
oggi si identifica nel tubo Bonna prodotto in Francia.
Ed proprio in questo contesto che i primi tubi in calcestruzzo ordinario furono immessi
nel mercato italiano, sin dai primi anni del secolo scorso, dalla Vianini di Roma che ne
aveva messo a punto i sistemi di fabbricazione industriale mediante centrifugazione,
pervenendo nel 1909 al conseguimento dei primi brevetti.
Successivamente i diritti di sfruttamento furono acquistati da importanti societ di diversi
paesi europei che a loro volta dettero inizio ad una notevole attivit con lo stesso metodo
della centrifugazione.
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In Italia nel periodo 1912-1915 oltre 150 km di tali tubi furono impiegati in varie
diramazioni dell'Acquedotto Pugliese, destinate ad alimentare tutti i centri abitati a nord di
Bari e, in parte, la stessa citt di Bari; seguirono negli anni 1925-1931 altri 100 km circa di
tubi in c.a.o. con cui furono realizzate altre importanti diramazioni dell'Acquedotto
Pugliese e, in particolare, i rami Adriatico e Jonico del Grande Sifone Leccese.
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Le prime applicazioni di tali tubi in Italia si ebbero nel 1934 con la realizzazione
dell'Acquedotto Industriale del Neto per conto degli Stabilimenti Montecatini di Crotone.
Si trattava di tubi del diametro 800 mm, in elementi lunghi tre metri e mezzo, con estremit
a cordone e bicchiere, collaudati in opera a 10 atm.
La fase sperimentale di questo tipo di manufatto si pu ritenere conclusa negli anni '50 con
le impegnative realizzazioni delle condotte forzate per gli impianti idroelettrici di Predazzo
in Trentino e di S. Antonio in Alto Adige con tubi di diametri 1900-2100 mm, nonch
dell'Acquedotto del Peschiera a Roma, con tubi di diametro 2000 mm e pressione di 14
atm e con i 75 km di tubi costituenti il gruppo degli Acquedotti Campani il cui successo,
confermando i buoni risultati delle precedenti condotte precompresse realizzate, determin
la successiva larghissima diffusione in Italia di questi manufatti, in elementi di 5-6 m di
lunghezza, anche per prestazioni sino allora riservate ai soli tubi metallici.
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esercizio dei tubi; dal diametro 800 mm del citato Acquedotto Industriale del Neto e dei
primi tronchi dellAcquedotto Pugliese, si pervenuti alla produzione di serie di tubi del
diametro 3.000 mm per lAcquedotto del Sinni in Basilicata ed eccezionalmente alla
fabbricazione dei tubi dei diametri 4500, 5000 e 5400 mm per il collettore principale della
rete fognaria della citt di Buenos Aires e per lattraversamento subacqueo del porto di
questa citt; altrettanto dicasi delle pressioni di esercizio, che raggiungono le 20 atm. per i
tubi di serie normale, con punte ben pi elevate, quali le 28 atm. di esercizio dei tubi da
1.900 mm della citata condotta forzata dellimpianto idroelettrico di Predazzo.
A quanto sopra vanno ad aggiungersi le prestigiose realizzazioni dellACEA di Roma con
lAcquedotto del Lago di Bracciano (circa 20 km del diametro 2500 mm) e significative
tratte del gi citato Acquedotto del Peschiera (circa 16 km dei diametri 2020-2200 mm),
dellEnte Irrigazione Puglia e Basilicata con lAdduttore S.VenereLocone (circa 50 km
del diametro 2800 mm), nonch dellENEL con le condotte di derivazione per limpianto
idroelettrico del torrente Cellina a valle di ponte Ravedis in Friuli (circa 30 km del
diametro 2650 mm) e con quelle subacquee diametro 2000 mm di adduzione di acqua di
mare per la centrale termoelettrica di Fiumesanto in Sardegna.
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Sul versante invece dei tubi in c.a.p., le applicazioni sempre pi impegnative a cui questi
sono chiamati a soggiacere soprattutto in termini di vincoli di tracciato, di pressioni e di
moto vario, nonch di competitivit prestazionale con i tubi metallici, hanno indotto
progettisti, utilizzatori e produttori a ricorrere ad un materiale tubolare che, pur
conservando tutti i pregi che hanno determinato la diffusione dei tubi precompressi,
presenti maggiori margini di resistenza meccanica e tenuta idraulica nei confronti di
casuali sovraccarichi idraulici transitori, e una maggiore adattabilit alle pi difficili
condizioni di posa.
Il diverso tipo di tubo che risponde a queste nuove esigenze, pu essere facilmente
individuato nei tubi precompressi con cilindro metallico inglobato, studiati e sperimentati
negli Stati Uniti d'America sin dagli anni '30 dalla Lock Point Pipe Company e utilizzati in
larga scala nello stesso Paese e altrove da circa 50 anni. I tubi in argomento sono i ben noti
prestressed concrete pressure pipes, embedded steel cylinder type (tubi per condotte in
pressione in calcestruzzo precompresso, del tipo con cilindro d'acciaio inglobato) di cui
alle norme AWWA (American Water Works Association) C-301, i cui primi impieghi
risalgono al 1953 negli Stati Uniti dove, a tutt'oggi, risulta ne siano stati posati ben oltre
8.000 km con diametro massimo di 6.400 mm e pressioni di esercizio oltre le 30 atm.
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Ad oggi, i primi tubi in c.a. ordinario per condotte in pressione sono perci in servizio da
oltre 100 anni e quelli in c.a. precompresso da circa 70 anni: tutti sono ancora
perfettamente funzionanti e in regolare esercizio.
In definitiva si pu concludere che levoluzione tecnologica degli ultimi cinquantanni ha
individuato differenti tipologie produttive di tubazioni in cemento armato ordinario e
precompresso, idonee a rispondere a particolari esigenze applicative, con particolare
riferimento al diametro della condotta ed alla pressione di esercizio.
Volendo classificare tali tipologie costruttive, in accordo con la normativa tecnica europea,
possiamo individuare:
-
2.4
2.1
Tubo in c.a.p.
con cilindro
d'acciaio
inglobato
1.8
1.5
Tubo in c.a.p.
1.2
0.9
Tubo in c.a.o.
con cilindro
d'acciaio
inglobato
0.6
0.3
Tubo in c.a.o.
DN (mm)
4200
4000
3800
3600
3400
3200
3000
2800
2600
2400
2200
2000
1800
1600
1400
1200
800
1000
600
400
200
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Procedimento di vibro-presso-centrifugazione
Legenda
1) Cassaforma
2) Rullo vibratore
3) Rullo costipatore
4) Tramoggia fissa
5) Alimentatore mobile
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Procedimento di precompressione
Legenda
1) Gruppo rotazione
2) Sistema di frenatura
3) Carrello distributore
4) Gruppo davvolgimento
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vengono man mano gettati, garantendo cos la massima omogeneit strutturale; quanto alla
superficie interna, il getto contro cassaforma metallica ne garantisce la perfetta levigatezza.
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Dopo la precompressione trasversale, il tubo viene sottoposto al collaudo idraulico con una
macchina di prova appositamente costruita per far s che nessuna parte del tubo, specie alle
estremit, resti esclusa dalla pressione pi di quanto lo sia in esercizio.
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sua superficie. Lo spessore standard del rivestimento di 5 mm, e viene raggiunto con due
strati di bitume ossidato con interposto un nastro di vetro tessile prebitumato.
Lefficacia del rivestimento protettivo bituminoso funzione delle sue caratteristiche di
aderenza, di resistenza alle azioni meccaniche e di isolamento elettrico. Allo scopo, sul
rivestimento vengono eseguite in stabilimento prove di strappo per valutare laderenza
sulla superficie del tubo.
Il rivestimento bituminoso viene infine protetto dal soleggiamento con un velo di latte di
calce.
4. La normativa di riferimento
Le tubazioni in pressione di calcestruzzo ordinario e precompresso sono regolamentate in
ambito nazionale dalle norme UNI EN 639 e UNI EN 642 del maggio 1996 (norme di
prodotto) e dalla norma UNI EN 805 del giugno 2002 (norma generale per i sistemi idrici);
dette norme sono le versioni in lingua italiana delle norme europee pari numero,
rispettivamente dell'ottobre 1994 e del gennaio 2000. Dette tubazioni sono oggetto anche
del preesistente DM LL.PP. 12.12.85 (Normativa tecnica per le tubazioni) e relativa
circolare esplicativa n.27291 nonch delle indicazioni propositive contenute in differenti
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raccolte di linee guida quali la "Proposta di norme per le tubazioni in c.a.p." del 1972 ed il
"Disciplinare della Cassa per il Mezzogiorno del giugno 1980.
Lo scopo principale delle norme UNI EN sopra indicate quello di fissare i requisiti
prestazionali e le modalit di fabbricazione delle tubazioni in pressione, indicando le prove
di accettazione dei materiali e dei prodotti finiti da effettuarsi in stabilimento, nonch le
modalit di verifica delle tubazioni in relazione alla pressione interna ed alle azioni esterne.
In particolare:
x
La norma UNI EN 805 indica le linee guida per la progettazione di reti idriche e tra
l'altro, per quanto attiene ai criteri di resistenza, stabilisce una nuova terminologia
di classificazione delle pressioni nelle condotte ed un diverso riferimento per la
scelta della classe delle condotte. Pi precisamente:
-
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nel progetto devono essere definite, lungo le tubazioni e per le varie tratte di esse,
le pressioni di esercizio pe come massimi valori della pressione p che pu
verificarsi in asse alle tubazioni per il pi gravoso funzionamento idraulico del
sistema, comprese le eventuali sovrappressioni p determinate da prevedibili
condizioni di esercizio, anche se conseguenti a fenomeni transitori; per queste
ultime, in assenza di calcolo specifico, si adotter un valore p = 2,5 kgf/cm2;
devono essere determinate con specifici calcoli le pressioni complementari nonch
le tensioni determinate, oltre che dal peso proprio e dell'acqua, dalle effettive
condizioni di impiego delle tubazioni, quali la natura e l'altezza del terreno di
copertura, i sovraccarichi esterni (statici e dinamici), le variazioni termiche e le
altre eventuali azioni, incluse quelle sismiche, ove necessario;
viene definita come pressione equivalente p0 la pressione assiale che conferisce al
tubo tensioni di trazioni massime uguali a quelle determinate in base alle specifiche
condizioni esterne indicate al punto precedente;
si definisce infine pressione nominale pn della tubazione la somma delle pressioni
di esercizio ed equivalente
pn = pe + p0
Tale valore pn costituisce sinteticamente l'elemento di base per la scelta della classe
dei tubi, dei giunti e dei pezzi speciali costituenti le tubazioni destinate all'esercizio
in pressione. E opportuno sottolineare che la pressione nominale pn non coincide in
generale con la pressione idrostatica che la condotta destinata a sopportare, in
quanto questultima costituisce solo una parte delle azioni esterne e vincolari che
determinano per sovrapposizione degli effetti la condizione pi gravosa di
sollecitazione della tubazione. Tanto maggiori risultano tali azioni complementari e
tanto minore sar la quota di pressione nominale residua destinata a fronteggiare la
pressione interna.
salvo diversa specifica indicazione in progetto, indipendentemente dalle condizioni
che hanno portato a determinare il valore della pressione nominale pn, i tubi devono
essere idonei a sopportare una sovrappressione dinamica p non inferiore a 2
kg/cm2.
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DN
600
700800
Q.t
Non ammesso l'uso di cavi o imbracature d'acciaio a diretto contatto con i tubi allo scopo di
non alterarne il rivestimento bituminoso. Durante il trasporto, se necessario, devono essere
utilizzate fasce in tessuto plastificato (tipo nylon).
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c) Scarico in cantiere
Lo scarico in cantiere deve avvenire con limpiego di adeguati mezzi di sollevamento e
coppie di idonee fasce atte a preservare il rivestimento protettivo esterno delle tubazioni ed
a sollevare il carico in modo equilibrato evitando urti accidentali con altri elementi del
carico.
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preservare lintegrit delle estremit da giuntare, avendo cura di bloccare i singoli elementi
mediante cunei idonei ad impedire improvvisi rotolamenti.
d) Sfilamento
L'operazione di sfilamento dei tubi consiste nel loro scarico a lato dell'allineamento della
condotta, da effettuarsi, di norma, prima dello scavo della trincea. Durante tale operazione
si effettua il primo accertamento dell'integrit dei tubi prima della posa (assenza di lesioni
e, soprattutto, integrit di maschio e bicchiere).
Le operazioni di scarico dei tubi dai mezzi di trasporto non devono provocare urti al
manufatto, in particolare non devono danneggiare le zone di estremit (maschio e
bicchiere) che sono di importanza fondamentale per la tenuta della condotta in opera. I
mezzi e le attrezzature di sollevamento e movimentazione devono essere adeguati al peso
dei tubi e verificati, con riferimento alla portata e alle condizioni generali delle stesse, dal
Responsabile di Cantiere prima del loro uso. Il personale incaricato salir sul pianale e
provveder all'imbraco. obbligatorio l'uso di fasce e/o bilancieri; sono da evitare le
catene che potrebbero danneggiare il rivestimento dei tubi e non garantirne la stabilit
durante le fasi di sollevamento (il tubo tende a scivolare). Le fasce dovranno essere
sistemate in modo baricentrico (tenendo conto del peso del bicchiere) e prossime alle
estremit del manufatto, affinch sia garantita la stabilit anche nel caso di movimenti
bruschi (da evitare per quanto possibile).
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Il sollevamento del tubo deve avvenire con l'uso di autogr di portata adeguata,
correttamente stabilizzata. In terreni nei quali il transito dell'autogr non pu avvenire
(terreni scarsamente portanti ed eccessivamente fangosi) potr essere utilizzato un
escavatore, dotato di Diagramma delle Portate e dispositivo di blocco del braccio, che ne
consenta l'uso come mezzo di sollevamento. Durante il sollevamento del tubo sono proibite
manovre a strappo. Il gruista, ricevuto il segnale dall'addetto all'imbraco, provveder al
sollevamento del tubo avendo cura di rispettare la tabella delle portate in funzione degli
sbracci consentiti. Durante tutta l'operazione, l'area di scarico dovr essere interdetta al
personale non addetto.
assolutamente vietato posizionarsi sotto il carico sollevato qualsiasi sia il tipo di
imbracatura e di mezzo di sollevamento utilizzato. Il tubo viene calato sul terreno
provvedendo, se necessario, ad impedirne il rotolamento con il materiale pi idoneo (ad
esempio cunei o selle di terra). Si ricorda che il tubo pu essere liberato dalle imbrache dal
personale addetto quando non sussiste alcuna possibilit di movimento del tubo.
e) Scavo e preparazione del letto di posa
La profondit degli scavi e le sezioni della trincea sono in genere quelli previsti nel
progetto esecutivo, ma opportuno vengano comunque realizzate in modo da garantire la
sicurezza e la buona tecnica delle attivit di posa.
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blindature degli scavi o impiego di palancole) nel caso in cui non sia possibile
realizzare le pendenze richieste e indicate in figura. In caso di presenza d'acqua lo
scavo dovr essere opportunamente drenato con idonee pompe di aggottamento ed
opportuno aumentare sia la larghezza dello scavo sia la pendenza delle pareti. La
larghezza dello scavo in corrispondenza della quota di posa deve essere superiore di
almeno 80 cm al diametro esterno del tubo per consentire la necessaria operativit. Le
attivit di scavo vanno condotte in assoluta sicurezza: importante verificare l'assenza
di qualsiasi sottoservizio e in particolare di cavi elettrici interrati o condotte in
pressione. Durante il movimento del braccio meccanico vietata la presenza di operai
nel campo d'azione della macchina operatrice.
Il materiale di scavo (da utilizzarsi poi per il rinterro) deve essere posto a buona
distanza dal ciglio dello scavo per evitare che con il suo peso vada a gravare sulle
pareti della trincea generando smottamenti. assolutamente vietato depositare il
materiale di risulta in zone di compluvio di acque. In corrispondenza degli scarichi
della condotta il deposito di materiale dovr essere interrotto.
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In caso di terreni con media o forte pendenza preferibile sostituire il letto di posa con
una platea di calcestruzzo semplice o armato.
Lo spessore del letto di posa deve essere uniforme lungo il tracciato, mai inferiore allo
spessore della parete del tubo, e comunque sempre superiore a 20 cm. Non sono
ammesse zone vuote, o cavit o grandi bolle affioranti sulla superficie di posa e di
contatto con il tubo. La formazione di un corretto letto di posa della tubazione, che
segua quanto pi possibile la livelletta teorica prevista nel profilo di progetto, di
fondamentale importanza per il buon funzionamento della condotta. In particolare, sia
lo scavo che la successiva operazione di stesa del materiale di sottofondo dovranno
sempre essere effettuati con un costante controllo delle quote altimetriche che potr
avvenire anche semplicemente con l'ausilio di tre biffe che, una volta posizionate, non
richiedono la presenza di un topografo, ma vengono usate dagli stessi operai addetti
alla posa. Un corretto letto di posa eviter disallineamenti non previsti tra tubazioni
contigue e, nel caso di pendenze modeste, eventuali contropendenze che darebbero
luogo a sacche d'aria che potrebbero ridurre la portata teorica dell'acquedotto e
provocare indesiderati e repentini fenomeni di "colpo d'ariete".
Per la realizzazione del letto di posa, gli operai accederanno al fondo scavo con una
scala regolamentare o con opportuna rampa di accesso. assolutamente vietato
utilizzare i tubi in tiro come "montacarichi" o "ascensori" per la discesa nello scavo.
Gli addetti che lavorano a fondo scavo per la realizzazione del letto di posa, attendono
che sia completata l'operazione di scarico del materiale sciolto prima di procedere al
livellamento.
f) Posa in opera
La posa delle tubazioni si articola nelle fasi di seguito descritte:
Movimentazione dei tubi per la posa - Le fasi di movimentazione del tubo per la
posa in trincea dovranno essere seguite attentamente per evitare qualsiasi danno a
persone, materiali e opere.
II tubo dovr essere imbracato con le fasce, con le modalit viste per lo scarico e il
mezzo di sollevamento, correttamente stabilizzato, effettuer le operazioni di discesa
sul fondo scavo.
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La posizione della macchina operatrice (autogr e/o escavatore) dovr essere tale
da non compromettere la stabilit delle pareti sotto il peso del mezzo e del carico
trasportato.
Durante la fase di trasferimento del tubo dal punto di deposito al punto di posa
vietato sostare entro il raggio d'azione dell'autogr.
II tubo verr calato nello scavo e guidato (dal personale presente nella
trincea), sino all'imbocco del
BICCHIERE
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Infilaggio dei tubi - L'attivit pi importante e delicata nella posa dei tubi quella
dell'infilaggio che consiste nell'accoppiamento del manufatto con quello precedente
gi posato, inserendo il lato
BICCHIERE
MASCHIO
MASCHIO
nel
BICCHIERE
occorre applicare al
tubo una spinta in senso assiale adatta a vincere l'attrito del terreno e la resistenza allo
schiacciamento della guarnizione. L'applicazione della spinta (che deve essere il pi
possibile assiale) in modo da non far deviare il tubo dall'asse della condotta, deve
essere applicata in modo graduale ed uniforme. Allo scopo deve essere utilizzato un
argano meccanico a leva, ad azionamento manuale od oleodinamico denominato
Tirfor. opportuno verificare frequentemente lo stato delle funi del Tirfor.
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MASCHIO.
La
500-700
2
800+1400
150'
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1500+3000
050'
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fondamentale importanza per la vita della condotta e la sua durata nel tempo,
l'operazione di rinfianco che deve essere la pi accurata possibile in modo tale da
creare un appoggio continuo alla tubazione. Sono da evitare tassativamente, durante la
posa, pietre o tacchi in legno utilizzati come spessori per allineare la condotta. E' inoltre
indispensabile che alla fine della giornata di posa i tubi vengano incavallottati per
evitare che, in caso di allagamento della trincea di posa, provocata da forti piogge, i
tubi vengano sollevati dalla spinta idraulica.
Applicazione della continuit elettrica - La spirale d'acciaio delle tubazioni in cemento
armato precompresso pu essere soggetta al fenomeno della corrosione, generato da
processi elettrochimici causati dall'aggressivit del terreno o da correnti vaganti o da
coppie galvaniche. Per ovviare a questo fenomeno la spirale di acciaio deve essere
protetta. Esistono due tipi di protezione:
-
protezione attiva;
protezione passiva.
Con la protezione attiva si applica una corrente elettrica che consente di ridurre a zero
la corrosione, per cui la condotta pu essere tranquillamente immersa in un terreno
altamente corrosivo senza che si deteriori. Il punto debole di questo tipo di
protezione che in caso di mancata periodica manutenzione, ed in particolare se non
vengono sostituiti gli anodi sacrificali una volta esauriti, le correnti galvaniche
corrodono rapidamente la spirale di precompressione con conseguente perdita
dell'intera condotta. Nei tubi in c.a.p. inserita una lamina metallica che consente,
all'atto della posa, di realizzare la continuit elettrica con un cavo di rame tra tubo e
tubo qualora i Capitolati prescrivano l'impiego di una protezione catodica attiva.
La protezione passiva invece normalmente garantita dall'applicazione degli strati
di rivestimento nei tubi (rivestimento cementizio e bituminoso). Infatti, sia il
rivestimento cementizio utilizzato (controllato con riferimento a porosit e
permeabilit), sia il sovrastante rivestimento bituminoso da 5 mm di spessore, armato
con lana di vetro, si sono dimostrati particolarmente efficaci nella protezione
dell'acciaio da precompressione.
L'esperienza pluridecennale su decine di chilometri di condotte posate, ha dimostrato
che preferibile affidarsi esclusivamente alla protezione passiva.
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La medesima prova viene quindi ripetuta dopo il completo rinterro delle tubazioni sulla
base delle risultanze del grafico del manometro. La prova a giunti scoperti ha durata di 8
ore e la seconda, dopo rinterro, di 4 ore. La pressione di prova deve essere raggiunta
gradualmente, in ragione di non pi di 1 atmosfera al minuto primo. I verbali, i dischi con i
grafici del manometro, eventuali disegni illustrativi inerenti le prove devono essere
consegnati al Collaudatore, il quale ha comunque facolt di far ripetere le prove stesse.
Limpresa deve provvedere, a sua cura e spese, a fornire lacqua occorrente, eventuali
flange cieche di chiusura, pompe, manometri registratori con certificato ufficiale di
taratura, collegamenti e quantaltro necessario. Lacqua da usarsi deve rispondere a
requisiti di potabilit, di cui deve essere fornita opportuna documentazione. La Direzione
dei Lavori, a suo insindacabile giudizio, pu vietare allImpresa luso di acqua che non
ritenga idonea. Delle prove di tenuta, che saranno sempre eseguite in contraddittorio, viene
redatto apposito verbale qualunque ne sia stato lesito.
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Giunti
semiflessibili
Giunti
semiflessibili
Giunti complementari
flessibili
Giunti complementari
flessibili
Radianti
Gradi
Radianti
Gradi
< 300
0,03
1 43
0,06
3 26
0,02
1 09
0,04
2 18
300 d DN d 600
0,01
0 34
0,02
1 09
600 d DN d1000
DN > 1000
0,01 x 1000/ DN 34 x 1000/ DN 0,02 x 1000/ DN 109 x1000/DN
Le curve, sono prodotte su richiesta con qualsiasi angolo. I componenti in epigrafe possono
essere collegati mediante adattatori.
Deviazione angolare massima del giunto
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APPENDICE
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della trazione dovuta alla pressione idraulica interna alla quale il componente viene
assoggettato e della trazione dovuta alle azioni esterne, entrambe dipendenti dalle
condizioni di posa del componente, la prima dipendendo dal regime idraulico e la seconda
dal letto di posa, rinfianco, acqua, peso del tubo, altezza e peso del rinterro.
La disuguaglianza suindicata indicher di volta in volta il grado di sicurezza alla rottura del
componente.
La disuguaglianza sopra detta espressa dalla:
prec = pED/2s + N/s 6M/s2
Tale disuguaglianza deve sempre fornire valori inferiori a quelli ammissibili per i materiali
costituenti la condotta, salvo prove a rottura.
Particolare attenzione deve essere prestata alla determinazione dei valori delle tensioni di
trazione in relazione al possibile verificarsi di fessurazioni.
I tubi devono essere calcolati per resistere alle sollecitazioni di flessione e trasversali
che risultano da ciascuna delle seguenti condizioni:
1)
2)
3)
2
per i tubi del tipo senza cilindro;
f ck
4)
2
per i tubi del
f ck
2
f ck
2
f ck
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OV 2 / 2 gD
nella quale J rappresenta la perdita di carico per unit di percorso, D il diametro della
condotta, V la velocit media, g laccelerazione di gravit e O lindice di resistenza.
Lindice di resistenza O pu essere valutato utilizzando la relazione di Colebrook e White
(C-W) ovvero da relazioni approssimate come la formula di Altschoult la cui espressione
fornisce esplicitamente il valore di O:
O
1
Re
(1.8 log
7) 2
Re H
10 D
Lequazione C-W una combinazione dellequazione di Prandtl (1952) per tubi lisci e di
quella di von Karman (1934) per tubi scabri, la sua espressione
1
2.51
H
2 log
3.71D Re O
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1
O
5 Q Q 2
Q gJ
2
0.203 log10
N Q2
g
D5
0.2
QD
4
Q
Q2
0.54 H
gJ
8/ 9
0.27
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0.2
H
D
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2Q
D
1
gJD
0.27
H
D
Essa consente quindi il calcolo diretto del diametro D, nellipotesi di lunga condotta in cui
siano trascurate le perdite localizzate.
E necessario sottolineare inoltre che, come conseguenza del modesto valore delle perdite
di carico distribuite il dimensionamento idraulico delle condotte in materiale lapidee
risulter pi sensibile agli effetti localizzati, (giunzioni, raccordi derivazioni,ecc.) rispetto a
quanto ipotizzabile teoricamente.
Le perdite di carico in corrispondenza di giunzioni e pezzi speciali possono essere
direttamente stimate come prodotto di un coefficiente di perdita Km, e della velocit di
massima.
H=Km V2/2g
Tali perdite di carico vengono espresse come lunghezza equivalente di tubo Le, che
rappresenta la lunghezza di tubo rettilineo che produrrebbe la stessa perdita di carico che si
verifica nel giunto. Esse assumono due espressioni differenti a seconda che ci si riferisca
alla formula di Hazen-Williams ovvero a quella di Darcy-Weisbach:
L=0.33Km V0.148/2g C1.852
L=Km D/f
Si deve sottolineare che i coefficienti di scabrezza determinati in laboratorio possono
essere inadeguati alla rappresentazione del comportamento idraulico della condotta dopo
linstallazione. Ci dovuto al fatto che i coefficienti determinati in laboratorio sono
ottenuti con sperimentazione con acqua priva di sedimenti, su tratti rettilinei di condotta
privi di qualsiasi tipo di ostruzione. Ci rende necessario introdurre un incremento di
scabrezza dellordine del 20-30% per ottenere coefficienti di progetto che tengano
effettivamente in conto della diversit delle condizioni reali nelle quali la condotta sar
operativa rispetto a quelle ideali di laboratorio. Il coefficiente di Manning di laboratorio
per i tubi in materiali cementizi pari a 0.009 - 0.010 viene usualmente incrementato ai
valori di 0.012 e 0.013 in fase di progetto.
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Nella tabella seguente vengono forniti alcuni valori di riferimento dei coefficienti di
scabrezza da introdurre nelle formule precedenti, nonch la loro variabilit temporale o
rispetto alle condizioni di laboratorio.
Tabella Valori dei coefficienti di scabrezza
Hlaboratorio
Causa
Hcampo
0.006y0.06 mm
Curve e giunti
0.09 y0.12 mm
|0.00 mm
Pellicola biologica
0.5 y0.7 mm
0.01 mm
Difetti di giunzione
0.06 mm
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