Sei sulla pagina 1di 179

See

discussions, stats, and author profiles for this publication at:


http://www.researchgate.net/publication/267328395

FARMACOLOGIA DELLE ALTE


DILUIZIONI
BOOK JANUARY 2005

READS

167
3 AUTHORS, INCLUDING:
Paolo Bellavite
University of Verona
199 PUBLICATIONS 2,703
CITATIONS
SEE PROFILE

Available from: Paolo Bellavite


Retrieved on: 30 September 2015

Nirmal C. Sukul, Anirban Sukul


(Dipartimento di Zoologia, Visva-Bharati University, India)

FARMACOLOGIA
DELLE ALTE DILUIZIONI
Studi biochimici e fisici sul medicinale omeopatico

Traduzione italiana e presentazione


a cura di Paolo Bellavite
(Dipartimento di Scienze Morfologico-Biomediche, Universit di Verona)

Salus Infirmorum

Titolo originale: High Dilution Effects: Physical and Biochemical Basis, edito da Kluwer Academic
Publishers (Dordrecht, The Netherlands).
Tradotto dalla prima edizione inglese, pubblicata nel 2004, a cura di Paolo Bellavite. Correzione testo a
cura di Chiara Braghetto, impaginazione a cura di Giovanni Gava, revisione a cura di Roberto Gava.

LEditore si assume la responsabilit della correttezza della traduzione: ogni parola stata scrupolosamente controllata e studiata nei suoi possibili significati sia in lingua inglese sia italiana ed stato scelto il termine che di volta in volta pareva pi adatto. Dato per che errare humanum est, lEditore ringrazia fin dora coloro che segnaleranno eventuali imperfezioni.

TUTTI I DIRITTI SONO RISERVATI


I diritti di traduzione, di memorizzazione elettronica, di riproduzione e di adattamento totale e parziale,
con qualsiasi mezzo (compresi i microfilm e le copie fotostatiche), sono riservati per tutti i Paesi.

Copyright 2005
Salus Infirmorum snc
Via Piovese, 181
35127 - Padova - Italia
Tel. e Fax 049 - 7.55.44.6
Http://www.edizionisalus.it
ISBN 88-86893-64-7
Salus Infirmorum una Societ Editoriale impegnata anche negli aiuti verso i poveri del Terzo Mondo:
parte del guadagno viene devoluta per il conseguimento di tale scopo.

Nota dellEditore Italiano


La pubblicazione di questo libro in italiano si deve alla Prof.ssa Noemi Favero del
Dipartimento di Biologia dellUniversit di Padova, che a suo tempo me ne parl
consigliandone la traduzione. Quindi, prima di tutto a lei che deve andare il nostro ringraziamento. Oggi non facile trovare docenti universitari con cuore e
mente aperti a ci che pu sembrare contrario a quello che tuttora il pensiero
scientifico dominante, come il caso dellomeopatia.
Il lavoro di Nirmal ed Anirban Sukul, che ho apprezzato per lo sforzo intellettuale fatto per cercare di dimostrare gli effetti farmacodinamici dei preparati omeopatici ad alta diluizione, non stato sicuramente facile: organizzare, completare e
pubblicare ricerche sperimentali con medicamenti omeopatici molto difficile per
carenza dei finanziamenti necessari, dato che la ricerca mondiale nelle mani delle
grandi multinazionali farmaceutiche, che sono economicamente disturbate da tutto
ci che parla di omeopatia.
Il merito dei Sukul duplice: oltre ad avere intrapreso molti studi sperimentali
con rimedi omeopatici, studi documentati dallampia letteratura riportata anche alla
fine di questa loro opera, sono riusciti a riassumerli nel presente volume permettendone la diffusione e una fattibile comprensione. Ci non poco, specie in questi
giorni in cui lomeopatia fa molto parlare di s.
vero, oggi si parla tanto di omeopatia ma, strano a dirsi specie in ambito scientifico, troppo spesso ne parlano di pi quelli che ne sanno di meno.
questa la nostra onest intellettuale?
questa la nostra Scienza moderna?
Fortunatamente, la potenza terapeutica del medicamento omeopatico evidente
sia a moltissimi pazienti sia ai loro medici e sappiamo tutti che la verit pu essere
nascosta o infangata, ma non pu essere cancellata. Lo conferma la storia della
stessa omeopatia, che da due secoli viene attaccata da ogni dove, ma che continua
silenziosamente a progredire donando salute e serenit a coloro che ricorrono ad
essa.
Le prove scientifiche a favore dellomeopatia sono gi molte, ma oggi si arricchiscono anche di questo lavoro dei Sukul che dischiude molti segreti del mondo naturale anche ai non addetti ai lavori, portando luce e stupore a coloro che con animo aperto e indagatore gli si accostano.
Alcuni passaggi, particolarmente nel capitolo 3, sono molto tecnici e potrebbero
creare qualche difficolt di comprensione a coloro che non hanno competenze di
fisica quantistica. In questo caso, si consiglia al Lettore di leggere tali parti cogliendo il senso generale, anche senza soffermarsi sui dettagli specialistici. Rispetto al testo originale, alcuni punti sono stati sviluppati o chiariti con note a fondo

NOTA DELLEDITORE ITALIANO

pagina a cura dellEditore e del Traduttore italiani. Nelle note sono stati talvolta
anche condensati dei dettagli sperimentali, originariamente presenti nel testo ma
non necessari per la comprensione del discorso fondamentale.
Come ogni opera scientifica, il testo non esente da imperfezioni di natura tecnica e probabilmente da errori, particolarmente nella parte che riguarda le prove
chimico-fisiche. A questo proposito, segnalo che, per garantire la massima correttezza nellinformazione, il testo del capitolo 3 stato sottoposto anche
allattenzione di un esperto di chimica (Prof. Giulio Jori, dellUniversit di Padova), che ringrazio personalmente della disponibilit, il quale ha sollevato varie critiche al testo. Ci ci ha consentito di eliminare una serie di errori e di revisionare
profondamente il capitolo 3 rispetto alla prima versione inglese, con il consenso
degli autori. In ogni caso, lEditore e il Traduttore non avvallano ogni affermazione
o interpretazione dei dati qui contenute, ma rimangono convinti del valore di
questopera pionieristica, testimonianza di una ricerca tanto povera nei mezzi
quanto, giustamente, ambiziosa negli obiettivi.
Vorrei infine porgere un ringraziamento anche allamico Paolo Bellavite, professore di Patologia Generale presso lUniversit di Verona e traduttore di
questopera, che da anni ha indirizzato i suoi interessi di ricerca, attraverso non pochi ostacoli, alle azioni farmacologiche e fisiopatologiche dei medicamenti omeopatici. La Presentazione da lui scritta arricchisce il volume con unaggiornata rassegna delle questioni attualmente pi dibattute in questo campo di frontiera della
medicina.
Come insegna Socrate, lumilt di fronte alla grandezza della natura principio e
garanzia di sapienza. Ed sulla consapevolezza dei limiti di ogni umana conoscenza che dovrebbero fondarsi anche la Scienza e la Medicina.
Padova, 28 novembre 2005
Dr. Roberto Gava

PRESENTAZIONE
La scienza emergente dellomeopatia
A cura di Paolo Bellavite

Lopera Farmacologia delle alte diluizioni rappresenta un originale contributo alla letteratura sulla questione omeopatica, di notevole interesse anche alla
luce della crescente diffusione di questa disciplina nel mondo medico e del favore che riscontra presso il pubblico. Diffusione e favore che non sono va
detto subito adeguatamente e proporzionatamente sostenuti dal supporto del
mondo scientifico ed accademico. Spesso lomeopatia ridicolizzata utilizzando definizioni quali (testualmente): acqua fresca, il nulla, un oltraggio alla ragione e via dicendo. Tali opinioni sono espresse pi che altro sulla base di
un ragionamento alquanto semplicistico, fondato sul senso comune: basse dosi, basso effetto, non dosi, no effetto. Come se tutto in biologia dipendesse
dalla quantit di materia, come se lunica informazione fosse quella molecolare, come se lunica ragione risiedesse nel pensiero lineare, che pure le scienze farmacologiche, immunologiche, biofisiche, neurologiche, per non parlare
delle scienze dei sistemi dinamici, si sono lasciate alle spalle.
Esistono molti pregiudizi nei confronti dellomeopatia anche in alcuni importanti organismi istituzionali. Vedi ad esempio la mozione del Comitato Nazionale di Bioetica (CNB), secondo cui il CNB preoccupato della proposta di
inserire le materie di insegnamento relative alle Medicine e alle pratiche non
convenzionali nei corsi di laurea di Medicina, di Odontoiatria, di Farmacia, di
Medicina Veterinaria, di Scienze Biologiche e di Chimica (mozione del 24
aprile 2004) e la conclusione di un lavoro che si riferisce alla conferenza dei
Presidenti dei corsi di laurea in Medicina (maggio 2004): In sostanza, non
accettabile in alcun modo linserimento di insegnamenti di Medicine alternative e complementari nel corso di laurea in Medicina1. Si tratta di posizioni che
trascurano il semplice fatto che le medicine complementari (da altri chiamate
anche non convenzionali), e tra queste soprattutto lomeopatia, sono largamente utilizzate dalla popolazione e dai medici e quindi andrebbero pi investigate e meglio conosciute. Sulla questione etica e legislativa intervenuto anche il nostro gruppo con un lavoro pubblicato dalla rivista Medicina e Morale2, con un intervento presso la Conferenza Nazionale degli Ordini dei Medici
dei Terni nel 20023 e con unarticolata risposta al documento del CNB4.

PRESENTAZIONE

Una delle accuse pifrequentemente mosse allomeopatia di essere irriducibile alle conoscenze scientifiche consolidate nella e dalla tradizione epistemologica occidentale (CNB, 18 marzo 2005). Ma anche qui si cela un equivoco. Esiste infatti un criterio fondamentale che distingue la conoscenza scientifica da qualunque altra forma di sapere, criterio che consiste nelluso del metodo sperimentale. Da questo punto di vista chiaro che la scienza fondamentalmente una e che non ha letteralmente senso pretendere di contrapporre
alla scienza cosiddetta ufficiale unaltra scienza alternativa. Questo libro
ne un chiaro esempio, prima ed al di l della forza delle prove sperimentali:
noto che ogni scienza cresce col tempo e, spesso, con percorso accidentato. Va
anche detto, per la precisione, che lomeopatia ha avuto unimpronta sperimentale sin dallinizio, rappresentando addirittura il primo esempio di ricerca sistematica degli effetti dei medicinali sulluomo sano.
A fronte dellacceso dibattito presente nel mondo sanitario e spesso anche nei
mass-media, che tocca persino il diritto di esistenza dei medicinali omeopatici, ben venga quindi un lavoro di sintesi e di rassegna sullargomento pi spinoso e paradossale: quello della possibile azione farmacologica di soluzioni
diluite al punto da non contenere pi molecole del principio attivo originale.
Non si tratta di unopera enciclopedica, quanto di un reportage dal banco di
lavoro, principalmente volto a presentare organicamente i risultati del gruppo
di ricerca indiano, per lo pi sconosciuti al pubblico ma anche a gran parte degli addetti ai lavori, in quanto pubblicati su riviste molto specialistiche.
Il lavoro dei Sukul e dei loro collaboratori unico nel suo genere, perch
spazia dalla biologia molecolare alla clinica, dalla fisica atomica alla tecnica
farmaceutica, senza dimenticare di far riferimento ai principi tradizionali e
classici enunciati dai primi Maestri dellomeopatia. In questa vastit di orizzonti stanno insieme il pregio ed il limite: da una parte lutilit di una visione
dinsieme e una consequenzialit che esaltano limportanza delle singole scoperte, finalizzandole alla valorizzazione dellintera omeopatia, dallaltra la difficolt di risultare totalmente convincenti nei dettagli, mancando talvolta il nesso tra il risultato descritto chiaramente importante e spesso clamoroso e una
esaustiva presentazione del metodo seguito per conseguirlo. Questo limite
comunque inevitabile per unopera come questa, che si rivolge ad un pubblico
di non-specialisti.
Oggi possibile trattare lomeopatia come una disciplina medica che ha una
sua dignit, non solo storica ma anche biomedica e farmacologica, e quindi
cominciare a comporre un mosaico di evidenze e di teorie coerenti, dalla figura
affascinante e sempre pi convincente. Il lavoro sperimentale dei Sukul, riportato in molte pubblicazioni scientifiche e compendiato in questo libro, fornisce
molti tasselli a tale mosaico, perch aumenta notevolmente la mole di prove
sperimentali in favore della realt di un effetto omeopatico, evidenziabile in

PRESENTAZIONE

sistemi di laboratorio. Tuttavia, tale lavoro non si limita ad una serie di studi
frammentati, piuttosto cerca di costruire una teoria pi completa, integrando i
dati nellambito di ipotesi fisiche e biochimiche di ampia portata.
In questa presentazione cercher di fornire un quadro degli studi scientifici e
delle ipotesi correnti, senza riassumere n ripetere ci che riferisce chiaramente
ed ampiamente il testo dei Sukul, ma collocando tale contributo in un contesto
di problematiche che riguardano lomeopatia e presentando risultati di altri
gruppi di ricerca, che tale testo spesso trascura in quanto orientato principalmente al lavoro dei nostri due Autori. In tal modo ci si potr fare unidea pi
completa dellargomento e valutare meglio anche alcuni evidenti limiti
dellopera dei Sukul, con la consapevolezza delle difficolt tecniche che sono
di fronte a chiunque si approcci allinvestigazione dellomeopatia, come avviene in ogni campo di frontiera.

La ricerca clinica
Leffettiva utilit clinica il primo problema che si pone a chi si rivolge, con
mente indagatrice e scevra da pregiudizi, allomeopatia. Pare ovvio che, in assenza di qualsiasi prova attendibile della sua efficacia, sarebbe spreco di tempo
e di energie addentrarsi nello studio del suo meccanismo dazione. Il libro dei
Sukul nella prima parte cerca di rispondere positivamente a tale domanda,
portando alcune esperienze degli omeopati. Va detto con franchezza che le
prove ivi riportate non corrispondono agli standard metodologici e qualitativi
che oggi sono richiesti per la validazione dei farmaci. Sono quindi solo delle
indicazioni, come dei suggerimenti, che indicano che lomeopatia potrebbe
essere efficace. Non per n intenzione n scopo del libro quella di riportare
una rassegna aggiornata sulla letteratura clinica in omeopatia.
Gli omeopati hanno da sempre svolto ricerca clinica, se non altro per affinare
le conoscenze degli effetti dei medicinali, cercando nella cura del malato la
controprova delle propriet di medicinali scoperte nei soggetti sani. La letteratura omeopatica vastissima, ma anche difficilmente accessibile sia perch
fatta da una serie di osservazioni frammentarie, sia perch pubblicata per lo pi
su riviste oggi non pi in corso di pubblicazione. La ricerca condotta con criteri
moderni ha cominciato a svilupparsi negli anni 70-80 del secolo scorso ed
oggi ha una discreta diffusione ed accessibilit, sebbene ad un livello incomparabilmente ridotto rispetto a quella sui farmaci ufficiali. Lomeopatia trova
ostacoli nella relativa piccolezza del mercato (di dimensioni inferiori ad 1/100
di quello dei farmaci convenzionali), nella non brevettabilit della maggior parte dei medicinali omeopatici unitari, nella mancanza di interesse o persino

PRESENTAZIONE

nella perdurante opposizione - da parte del mondo accademico e nella mancanza di cattedre universitarie.
La ricerca clinica in omeopatia complicata dal fatto che le dosi di medicinale sono bassissime o persino inesistenti sul piano molecolare, cosa che spesso
preclude lanalisi farmacocinetica. Tuttavia, lostacolo pi grosso nella ricerca
clinica in omeopatia soprattutto in quella classica - di ordine metodologico:
molto probabile che pazienti con la stessa malattia, ma con diversa storia, diversa reattivit vegetativa, diverso tipo costituzionale, diversa localizzazione
dei sintomi, richiedano diverse prescrizioni.
Unaltra ragione della scarsit di ricerca clinica in questo campo sta nel fatto
che nel corso della sua bicentenaria storia, lomeopatia si differenziata in
molti filoni, alcuni dei quali alquanto distanti dalla metodologia classica hahnemanniana, e le Scuole omeopatiche hanno sviluppato vari approcci clinici e
varie farmacopee (es.: diluizioni decimali o centesimali, formulazioni singole o
in complessi, alte o basse diluizioni), cosicch difficile valutare lefficacia
senza scendere in dettagli metodologici complessi. La letteratura che viene
passata in rassegna come omeopatica spesso non distingue tra tutte queste
diverse possibilit.
Gli studi clinici controllati (trials) condotti con criteri metodologici moderni sono entrati nelluso in tempi relativamente recenti e consistono in qualche
centinaio di pubblicazioni concernenti soprattutto le patologie dellapparato
vascolare e coagulazione, dellapparato gastrointestinale, dellapparato muscolo-scheletrico (inclusa la reumatologia), le patologie otorinolaringoiatriche e le
sindromi influenzali, la chirurgia e lanestesiologia, le patologie dermatologiche, quelle neurologiche, quelle ostetrico-ginecologiche e le allergie.
In sintesi, si osserva che il trattamento omeopatico si dimostrato efficace in
molti studi clinici controllati, mentre altri studi hanno dato risultati negativi,
indicando che lomeopatia pu essere trattata, dal punto di vista statistico, come altre forme di terapia. Alcuni Autori hanno messo in evidenza come la rigida applicazione del doppio cieco rischia di snaturare il metodo clinico
dellomeopatia, rendendo perci la ricerca meno aderente a quella che la reale pratica dellomeopatia, che richiede un continuo feedback di informazioni
dal paziente al medico curante.
I problemi metodologici, perci, non possono dirsi ancora risolti in modo definitivo. Le pi recenti rassegne e meta-analisi, inclusa quella di un Gruppo di
Studio istituito appositamente dalla Comunit Europea, indicano che nel loro
insieme tutte le ricerche fin qui compiute sono a favore di un effetto terapeutico dellomeopatia, statisticamente distinguibile da quello di un placebo. Anche
seguendo i criteri di giudizio pi rigorosi e prudenti, si deve concludere che
la probabilit che i risultati positivi finora riportati siano dovuti ad un effetto
placebo generalizzato o ad errori della ricerca sicuramente trascurabile. Un

PRESENTAZIONE

recente lavoro di meta-analisi pubblicato dalla rivista The Lancet che, contrariamente ai precedenti, sosteneva la equivalenza di omeopatia con placebo5
stato molto criticato perch ha preso in esame solo otto lavori, scelti in modo
inappropriato6. Un generale ripensamento metodologico sui trials clinici in
corso nella letteratura. Vari Autori sostengono, con buone ragioni, che nelle terapie complesse (come omeopatia ed agopuntura) scorretto e non ragionevole considerare come variabili indipendenti (cosa che fa il metodo classico in
doppio cieco) gli effetti specifici del medicinale e quelli aspecifici legati
alla conduzione della terapia ed alle aspettative del paziente7;8. unadozione
acritica del trial clinico in doppio cieco potrebbe portare a risultati falsamente
negativi.
pur vero che la mole di lavori indiscutibilmente dimostrativi comunque
scarsa anche perch sono moltissime le variabili nosologiche, metodologiche
e farmacologiche in gioco - e che mancano studi di conferma da parte di gruppi
indipendenti, cosa che rende difficile raggiungere conclusioni certe e fare raccomandazioni sullefficacia del trattamento omeopatico in una specifica patologia. A questo scopo, sarebbe necessario che i principali trials clinici pubblicati finora venissero ripetuti.
Anche il problema degli eventuali effetti avversi dellomeopatia stato gi
analizzato9-12. Gli Autori hanno concluso che i medicamenti omeopatici in alte
diluizioni, prescritti da medici esperti, sono probabilmente sicuri e non provocano importanti reazioni avverse. Secondo alcuni Autori, in una discreta percentuale dei casi (circa un quarto) si verifica il cosiddetto aggravamento
omeopatico, vale a dire un aumento dei sintomi o una comparsa di sintomi
pregressi, dovuti ad una reazione terapeutica dello stesso organismo13, ma questa controllabile se la terapia seguita da medici esperti. Secondo altri14, che
hanno esaminato la letteratura dei trial clinici, laggravamento omeopatico un
evento molto pi raro di quanto comunemente si ritenga.
Le ricerche cliniche finora disponibili sono sufficienti per sostenere che, se il
paziente lo richiede, sia giustificabile un approccio omeopatico nella terapia di
pazienti affetti da vari disturbi, sopra citati, particolarmente se tali condizioni
cliniche non mostrano andamento velocemente progressivo. In ogni caso, il
trattamento omeopatico non dovrebbe essere visto come alternativo, nel senso di opposizione a quello convenzionale, ma come un trattamento di primo
livello, applicato con prudenza e razionalit, quando ne sussistano le indicazioni, almeno come ipotesi di lavoro.
Soprattutto, ed ci che pi conta per il problema enunciato allinizio a questa trattazione della materia, dallesame della letteratura si deve concludere che
lomeopatia non equivale al placebo, come molti oppositori sono troppo frettolosamente portati a dichiarare. Pertanto, gli studi sul meccanismo dazione
dellomeopatia sono non solo utili ma necessari, al fine di dare dignit scienti-

10

PRESENTAZIONE

fica a questa disciplina, di precisarne natura e limiti e di sfruttarne le potenzialit sperimentali per far avanzare le conoscenze scientifiche sulluso dei farmaci.

Il Simile
Il Principio dei Simili, anche noto come Principio di Similitudine o semplicemente il Simile, costituisce un interessante esempio di come unidea basilare atta ad orientare le scelte terapeutiche possa affiorare nella storia della
Medicina in diversi Paesi ed in diversi contesti culturali. Nella sua forma pi
tradizionale, applicata dallomeopatia ma risalente gi ad Ippocrate, tale principio afferma che quando una sostanza capace di indurre una serie di sintomi
in un organismo sano, essa sarebbe anche in grado, in certe condizioni, di curare quegli stessi sintomi se applicata a bassa dose (Similia Similibus Curentur). Nelle sue versioni pi scientificamente sviluppate, lutilizzo del simile
in ambito medico si collega alle pratiche della vaccinazione (prevalentemente a
scopo preventivo) e della desensibilizzazione/induzione della tolleranza (prevalentemente a scopo terapeutico).
Il principale contributo di Hahnemann assimila le manifestazioni delle malattie spontanee alle manifestazioni di quelle malattie artificiali che si possono provocare e studiare mediante sperimentazioni sui soggetti sani. I sintomi,
se ben individuati e raccolti in modo ragionato, sono lespressione esterna del
disordine interno indotto dal medicinale. La sperimentazione sul sano - che
mette in luce gli effetti cosiddetti puri dei farmaci in quanto non influenzati
dalleffetto terapeutico - consente di definire leffetto del medicinale in modo
molto fine e dettagliato, comprendendo tutte le molteplici manifestazioni che
una certa sostanza in grado di produrre, a livello fisico e psicologico; la farmacologia viene cos enormemente raffinata in qualit. Allargando lo studio a
molte e svariate sostanze chimiche o biologiche, si amplia la farmacopea dal
punto di vista quantitativo, riuscendo a definire centinaia di diversi quadri sintomatologici caratteristici di diversi medicinali.
Quando i due versanti, le conoscenze derivanti dalla sperimentazione sul
soggetto sano da una parte ed i sintomi del malato con la malattia naturale
dallaltra, sono messi a confronto per la similitudine, si osserva che la malattia naturale definita nel suo complesso con linguaggio e criteri analoghi a
quelli che sono usati per definire gli effetti puri dei medicinali.
Secondo il simile hahnemanniano, il malato si trova in una situazione fisiopatologica di disregolazione tale per cui i suoi sintomi sono lespressione di
una attivazione/inibizione di determinati sistemi omeodinamici coinvolti nella

PRESENTAZIONE

11

malattia. Pertanto, per andare a toccare farmacologicamente quegli stessi sistemi e regolarli in senso terapeutico, plausibile che si possa usare quel medicinale che nel sano provoca gli stessi sintomi. A fronte di un simile trattamento, il malato risponde in modo che il disordine viene reversibilizzato avviando
un processo di guarigione integrato su diversi livelli.
Questo il cuore dellipotesi di lavoro rappresentata dal metodo omeopatico, che non ha nulla di magico ma si fonda sulle regole dellomeodinamica
dei sistemi complessi. Infatti, per comprendere adeguatamente il possibile modo dazione dellomeopatia, necessario inquadrare il problema allinterno di
una concezione di patologia ad impostazione sistemica e dinamica, che trova
molto sostegno nelle scoperte della scienza biomedica, pur non essendo (ancora) la veduta prevalente.15,16.
La visione dinamica del processo patologico, cui necessario riferirsi per
collocare nella giusta posizione lintervento medico, potrebbe essere cos sintetizzata: la storia patobiografica dellindividuo, fatta di fattori predisponenti di
tipo genetico e di incontri con i molteplici fattori patogeni, presenta continuamente fasi reattive, lontane dallequilibrio, nelle reti omeodinamiche locali e
sistemiche. Levoluzione di tali processi reattivi, nella maggior parte dei casi,
termina con il raggiungimento spontaneo (auto-organizzazione) di nuovi stati
dequilibrio, descrivibili come attrattori fisiologici. Tuttavia, quando il danno
molto grave e/o non rapidamente riparato, il sistema continua ad allontanarsi
dallequilibrio e provoca ulteriori danni (malattia acuta), oppure si sposta in un
nuovo attrattore (malattia cronica).
In altre parole, la malattia acuta pu guarire spontaneamente anche se
spesso a prezzo di marcati sintomi e di perdite di tessuto - perch appartiene allo stesso bacino dattrazione della fase reattiva e dellattrattore fisiologico,
ma pu costituire un momento critico in cui il sistema cambia il bacino di attrazione. La malattia cronica consiste sia in una forma di adattamento, cosicch il nuovo attrattore in s una forma di ordine con una certa stabilit energetica, sia in un disordine della gestione dellenergia, quindi delle comunicazioni e delle informazioni, un blocco del flusso informativo tra i nodi della
rete locale e/o delle sue comunicazioni con le reti sistemiche. Essenzialmente
per questi due motivi, la malattia cronica non pu guarire da sola e, allo stesso
tempo, questo il punto in cui si pu vedere un grande spazio per un intervento
terapeutico basato sulla complessit dellinformazione sistemica (come quello
omeopatico), piuttosto che per un intervento settoriale e meccanicistico (come
quello allopatico).
Il risultato terapeutico del metodo omeopatico ha quindi una sua plausibilit
scientifica e fisiopatologia che risiede essenzialmente nel principio di azionereazione, evocato dallo stesso Hahnemann nei paragrafi 63 e 64 del suo libro
Organon, dove egli torna sulla questione sostenendo che qualsiasi sostanza

12

PRESENTAZIONE

causa una certa alterazione nello stato di salute dellessere umano per la sua
azione primaria. A questazione primaria del medicamento, lorganismo oppone la sua forza di conservazione, chiamata azione secondaria o reazione, diretta a neutralizzare o compensare il disturbo arrecato dallazione primaria. Il
principio dazione-reazione evocato uno dei pilastri della fisiologia e della
biochimica. Pertanto, non si capisce perch non dovrebbe essere valido anche
in farmacologia.
La ricerca delle basi scientifiche del principio di similitudine, almeno per
quanto riguarda le sue applicazioni biologiche, pu essere facilitata dalla formulazione di ipotesi di lavoro e modelli razionali. A questo proposito abbiamo
proposto che questo principio, nella sua accezione fondamentale, possa essere
ricondotto al principio della inversione degli effetti:17-19 stimoli farmacologici o di altra natura (es. regolazioni biofisiche o psicologiche) possono determinare su un sistema omeostatico complesso (cellula, organo, organismo) effetti
inversi o paradossali (rispetto alleffetto previsto o atteso) qualora siano modificati o la dose dei farmaci stessi, o lintensit e la durata dello stimolo (es.:
apparente danno nel breve periodo, riattivazione e cura a tempi lunghi), o le
modalit di preparazione e di somministrazione, o la sensibilit e suscettibilit
dello stesso sistema trattato (es. stimolazione di una funzione nel sistema normale, inibizione o rallentamento nel sistema gi attivato o stressato).
Questa espressione del principio di similitudine pu essere utilizzata come
definizione operativa di unampia serie di fenomeni che vanno dal livello cellulare a quello clinico, fenomeni le cui basi comuni possono essere ritrovate nella
versatile adattabilit dei sistemi fisiologici e biologici.
Anche se con essa non si pu ritenere di aver incluso tutti i problemi posti
dallutilizzo terapeutico del simile, si ritiene di poter gettare le basi per una
comprensione dei suoi meccanismi fondamentali, che non sono n omeopatici n convenzionali, essendo iscritti nella natura degli esseri viventi e nel
modo con cui essi rispondono ai trattamenti farmacologici.

La questione delle diluizioni/dinamizzazioni


Poich uno dei principali argomenti in discussione nella teoria omeopatica riguarda proprio la possibilit che esistano azioni farmacologiche in assenza di
molecole, il tema delle alte diluizioni omeopatiche si collega ai temi di biofisica dellacqua e di elettromagnetismo, gi trattati da noi in altra sede19 e oggetto
principale del lavoro che presentiamo.

PRESENTAZIONE

13

Affinch si possa accettare che il medicinale omeopatico ultra-diluito agisca


con meccanismo biofisico, bisogna affrontare le seguenti due questioni fondamentali:
a) Pu un solvente, quale acqua o una soluzione idroalcolica, incorporare e
mantenere qualche forma di ordine o organizzazione che sia veicolo di informazioni in assenza del soluto originario? In altre parole: esiste la famosa
memoria dellacqua? E se esiste, come eventualmente la si pu spiegare?
b) Ammettendo che ordine e informazione possano essere incorporate e mantenute nelle soluzioni altamente diluite, in quale modo possono interagire
con il livello biologico? In altre parole: in che modo lorganismo legge e
recepisce tali propriet del rimedio omeopatico e le utilizza in senso regolativo?
Alla prima questione rispondono soprattutto le ricerche di laboratorio, per la
seconda necessario integrare le conoscenze sul medicinale omeopatico con
quelle sulla sensibilit biologica e le regolazioni sistemiche dellorganismo vivente.
A nessuno pu sfuggire che solo se tali domande avranno una risposta convincente, si potr affermare lesistenza di basi scientifiche dellomeopatia delle
alte diluizioni. Cercheremo di accennare alle sperimentazioni ed alle ipotesi
proposte per spiegare il possibile effetto biologico di tali preparazioni, che sono sicuramente molto utili per integrare quelle proposte da questo libro dei Sukul.
Negli ultimi anni vi sono stati molti tentativi di affrontare lo studio dei medicinali omeopatici con esperimenti fatti su colture cellulari e su piante, oppure
su animali da esperimento. Il lavoro dei Sukul a questo proposito molto significativo sia quantitativamente sia qualitativamente, ma non essendo un lavoro
di rassegna non comprende molti altri interessanti studi, che per completezza
noi quei citiamo in bibliografia20-39.
Tra le varie scoperte derivanti dagli studi su animali, che sono riportate dai
Sukul, ci pare importante sottolineare quelle che evidenziano un chiaro effetto
del medicinale omeopatico sul sistema nervoso centrale. Tali osservazioni, in
accordo anche con altri recenti studi su animali40 e sulluomo41;42, indicherebbero che il rimedio agisce su sistemi di controllo centrali e quindi sistemici
e non (solo) su singoli bersagli molecolari, cellulari o tessutali e ci rafforzerebbe le vedute sistemiche delleffetto omeopatico43-48.
I principali studi di laboratorio riguardano cellule del sistema immunitario e
del sangue. Uno dei campi dove i fenomeni di similitudine e di infinitesimalit
sono stati maggiormente indagati quello della regolazione dei basofili e delle
mastcellule, che sono cellule fondamentali dellinfiammazione acuta.49-52. Due
gruppi di ricercatori non sono riusciti a riprodurre leffetto di alte diluizioni di
IgE53,54. Tuttavia, secondo Benveniste, questi studi che apparentemente hanno

14

PRESENTAZIONE

sconfessato i suoi risultati erano soggetti ad alcuni errori metodologici e statistici55. Linibizione della degranulazione dei basofili stata ottenuta dal
gruppo di Belon/Sainte-Laudy anche con alte diluizioni/dinamizzazioni della
stessa istamina pura, cio con diluizioni/dinamizzazioni omeopatiche. Questi
risultati sono stati riprodotti molte volte nel corso di oltre dieci anni da diversi
laboratori56-64 tranne che da uno65, che ha osservato un effetto della soluzione
10-22 moli/l ma non della soluzione 10-34 moli/l. Tale modello sperimentale
stato quindi molto fruttuoso e pu ritenersi particolarmente consolidato e credibile, anche se, al pari di molte ricerche in questo campo, vi sono dei fattori
metodologici e tecnici, ancora sfuggevoli che impediscono la riproducibilit
completa del fenomeno in diversi laboratori.
Vi sono anche altri filoni di ricerca, su leucociti, fibroblasti e cellule vegetali,
ma non questa la sede di una completa rassegna, riportata, almeno fino al
2002, su un nostro libro19 e comunque ormai reperibile per gli anni pi recenti
nella banche-dati internazionali.
Alla luce delle prove cliniche, ma soprattutto di quelle biochimiche e biologiche, risulta quindi sempre pi rafforzata la conclusione che leffetto di soluzioni altamente diluite, sia reale, non quindi frutto di suggestione o di artefatti.
Permangono indubbiamente delle controversie metodologiche e difficolt nella
replica dei risultati, ma non tali da cancellare la grande serie di evidenze in favore del fenomeno omeopatico. Anche per questo il lavoro sperimentale e le
ipotesi esplicative proposte dai Sukul sono preziosi ed attuali, in quanto consentono di rivedere unampia porzione di tali problematiche in modo integrato
e organizzato.
Molti Autori si sono cimentati nel tentativo di formulare delle spiegazioni
sulla natura fisico-chimica del medicinale omeopatico quando si entra nella fascia delle alte diluizioni. In estrema sintesi, la maggior parte delle vedute converge sullidea che esista una informazione non-molecolare (o meglio metamolecolare) legata alla struttura del solvente (acqua o miscele di acqua ed alcol) e che questa possa interagire per risonanza con dei sistemi di regolazione
biofisici operanti nellorganismo. Ogni livello della gerarchia organizzativa
dellorganismo (molecolare, cellulare, organico, sistemico) possiede un caratteristico spettro di oscillazioni elettromagnetiche endogene originanti dai vari
processi metabolici ed elettrofisiologici. Interazioni di risonanza intra-livello
ed inter-livello devono avvenire per mantenere il funzionamento armonico,
fornendo una correlazione tra i vari processi. La risonanza una propriet dei
sistemi capaci di oscillare ad una determinata frequenza quando posti in relazione (ottica, acustica, meccanica) con altri sistemi aventi frequenze simili di
oscillazione. Le frequenze risonanti stabiliscono un certo tipo di interazione tra
oggetti che hanno lo stesso periodo (o multipli di esso - armoniche) cosicch il

PRESENTAZIONE

15

moto di un oggetto influenzer quello dellaltro senza un contatto materiale e


diretto.
Lo studio dellacqua costituisce un grosso capitolo della fisica. Nonostante le
conoscenze su questa straordinaria sostanza siano ben lungi dallessere complete, quanto attualmente si sa consente, quanto meno, di non poter escludere
che essa funga da deposito e trasmettitore di informazioni biologicamente significative. Nel libro dei Sukul viene presentata unampia serie di prove sperimentali e di teorie fisiche a sostegno della possibilit che le molecole dacqua e
di etanolo, tipici solventi dei medicinali omeopatici, siano connesse in una
specie di rete dinamica che possa codificare linformazione necessaria ad attivare i processi biologici, probabilmente a livello della membrana cellulare. Il
modello si riallaccia a precedenti lavori66-68 secondo i quali la memoria
dellacqua sarebbe basata sulla formazione di aggregati di molecole dacqua
in forma di clatrati o cluster. Si intende per clatrati, dal latino clathrus
(= inferriata), delle formazioni cave che verrebbero ad assumere le molecole
dacqua con una disposizione a rete, ripiegata attorno ad una nicchia interna.
La possibilit di formazione di cavit in liquidi universalmente accettata.
Nellacqua, le molecole possono allinearsi in forme pentagonali o esagonali
grazie a legami idrogeno. A loro volta, varie conformazioni poligonali possono
costruire, in certe condizioni (agitazione o sonicazione del liquido), figure
geometriche complesse, cave al loro interno69-71. Un certo numero di molecole
del composto originale verrebbe circondato, una volta sciolto nellacqua, da un
maggior numero di molecole dacqua che formano come un piccolo guscio,
una nicchia. Una simile nicchia potrebbe avere stabilit anche se il composto
originale viene espulso dalla nicchia stessa. Quindi, con continue diluizioni e
succussioni, comincerebbero a formarsi clatrati vuoti allinterno, i quali a loro
volta potrebbero divenire il nucleo per la formazione di altri clatrati, sempre
con lo stesso schema originale.
Il modello dei clatrati interessante in quanto consentirebbe di spiegare come
aggregati di molecole dacqua possano divenire il mezzo di trasmissione
dellinformazione. Tuttavia, bisogna ammettere che ancora non esiste una base
fisica per spiegare la permanenza di tali aggregati, in forme definite, per un
tempo sufficientemente lungo. Lipotesi corrente che si verifichino processi
di auto-organizzazione (eventualmente guidati dal soluto) e che questi aggregati di molecole di acqua (o acqua ed etanolo) riescano a mantenere, anche
in modo dinamico (vale a dire sciogliendosi, riformandosi e ri-organizzandosi)
traccia della struttura originale. Lacqua, in altre parole, non va vista come un
liquido amorfo, ma come un sistema intelligente, vale a dire capace di autoorganizzazione e di modifiche adattative e dinamiche, secondo le condizioni fisiche (temperatura, elettromagnetismo, pressione, ecc.) e chimiche (presenza

16

PRESENTAZIONE

di soluti, legame a macromolecole strutturali, formazione di specie radicaliche,


ecc.).
A riprova delle difficolt che i ricercatori incontrano in questo campo, va anche notato che le analisi spettroscopiche finora eseguite direttamente sui medicinali omeopatici (risonanza magnetica, fluorimetria, assorbimento della luce,
ecc.), del tipo di quelle riportate nel capitolo 3 di questo libro, non sono di una
forza dimostrativa tale da risultare del tutto convincenti e indiscutibili. Di fatto,
come anche riportano gli stessi Sukul, altri autori con le stesse metodiche non
sono stati in grado di evidenziare i segni di una diversit fisica delle soluzioni diluite e dinamizzate. Fondamentalmente, si torna anche qui alla questione
della riproducibilit: se prove apparentemente simili (ma impossibile ripetere
esperimenti assolutamente identici nei particolari) forniscono risultati diversi, a
quale si deve credere? Ma, cos posta, la questione trascura il fatto che la
scienza raramente fornisce certezze inconfutabili e perenni, essa piuttosto il
campo dellosservazione del fenomeno nuovo, dellipotesi, dellesperimento,
della nuova teoria, la quale si consolida (o si indebolisce fino a sparire) solo col
tempo. La questione quindi ancora molto aperta a nuove ricerche e ci si approssima alla verit per piccoli passi.
Un diverso approccio alla biofisica dellacqua, e quindi dellomeopatia, stato seguito da un gruppo di fisici dellIstituto di Fisica Nucleare milanese (E.
Del Giudice, G. Preparata e collaboratori), il cui lavoro non riportato nel testo
dei Sukul, ma merita ugualmente di essere conosciuto. Gli Autori si riallacciano alle teorie dellElettrodinamica Quantistica (Quantum Electro-Dynamics:
QED), che sono state pienamente stabilite sperimentalmente nel corso della seconda parte del XX secolo72;73. Lidea basilare di questa riconsiderazione della
QED nella materia condensata, liquida e solida, che insiemi macroscopici di
identici sistemi microscopici al di sotto di una certa temperatura (temperatura
critica) ed al di sopra di una particolare densit (densit critica) si comportano
in un modo completamente diverso da un insieme di oggetti microscopici tenuti insieme da forze elettrostatiche di corto raggio dazione, come ora viene universalmente ritenuto. Questi regimi coerenti, che sono stati chiamati Stati
Fondamentali Coerenti (Coherent Ground State: CGS), sono la conseguenza
rigorosa delle equazioni dinamiche della Teoria Quantistica dei Campi, come
la QED, e danno un quadro completamente nuovo della materia condensata. Si
dovrebbe notare che il livello incredibile di coerenza ed armonia tra materia e
campo stabilito allinterno del dominio di coerenza dalle interazioni elettrodinamiche consente un modo completamente nuovo di interazione tra tale sistema collettivo ed i campi elettromagnetici esterni ed in particolare uno scambio
efficiente di informazione basata sulle frequenze di oscillazione, tra i CGS di
sistemi differenti. Gli Autori73-77 riferiscono di aver scoperto suggestive propriet superconduttive dei Domini di Coerenza (CD) dellacqua, tali da ren-

PRESENTAZIONE

17

derli sistemi capaci di immagazzinare informazione in forma di frequenze, diventando allora impermeabili agli effetti disorganizzanti della temperatura.
Esistono evidenze che qualcosa di simile sia effettivamente operativo nella
realt fisica e biologica: stato mostrato che lirradiazione di una soluzione fisiologica con onde elettromagnetiche nel range delle microonde (non-termiche)
modifica la capacit della soluzione di influenzare lapertura e chiusura dei canali ionici di membrana. Anche dopo la fine del periodo di irradiazione,
lacqua mantiene le propriet acquisite78-80. Ci suggerisce che gli effetti dei
campi elettromagnetici sulle strutture biologiche potrebbero essere mediati da
modificazioni nella strutturazione del solvente (in questo caso lacqua). Gli
Autori citati parlano esplicitamente di un fenomeno di memoria elettromagnetica dellacqua.
Recentemente, altri risultati sperimentali, non riportati in questo libro, si sono
aggiunti. Il gruppo di Vittorio Elia delluniversit di Napoli ha condotto una
notevole serie di analisi chimiche sulle diluizioni omeopatiche adoperando varie tecniche: calorimetria isoterma, pHmetria, conducibilit elettrica e misure
di forza elettromotrice di celle galvaniche per la determinazione del coefficiente di attivit di NaCl aggiunto81-85. Da questi studi si pu affermare che esiste
una differenza misurabile tra i parametri chimico-fisici relativi al solvente acqua ed alle diluizioni omeopatiche la cui composizione chimica notoriamente
quella dellacqua pura. Le differenze sono permanenti nellarco di due tre anni
dalla preparazione, con una tendenza allincremento nel tempo. Gli Autori attribuiscono tale differenziazione tra solvente e diluizioni omeopatiche alla formazione di aggregati molecolari di molecole di acqua che alterano la struttura
sovramolecolare dellacqua, innescate dal processo di dinamizzazione. In altre
parole una diluizione omeopatica rappresentabile come una soluzione acquosa il cui soluto formato da molecole di solvente organizzate diversamente dal
solvente di partenza. Questo nuovo soluto lo si potrebbe definire un soluto fisico per sottolineare la sua composizione chimica identica a quella dellacqua,
ma la cui diversa organizzazione molecolare lo porta a differenziarsi dal solvente.
Lungi dallaver chiarito o dimostrato inequivocabilmente la base fisica
dellomeopatia, ed ancora in attesa di una esaustiva dimostrazione sperimentale
della loro validit, le teorie fisiche come quella dei cluster e dei domini di
coerenza rendono quanto meno plausibile lipotesi che lomeopatia delle alte
diluizioni abbia una consistente base fisico-chimica. In tal senso, il libro dei
Sukul fornisce ulteriore spessore a questa posizione, pur non fornendo certamente la spiegazione definitiva e indiscutibile del fenomeno.

18

PRESENTAZIONE

Prospettive
La principale difficolt dellomeopatia, evidente quando utilizza medicinali in
alte diluizioni, costituita dal fatto che essa apparentemente contraddice il modello biomedico dominante, che quello biochimico-molecolare. In una preparazione omeopatica, poche o nessuna molecola di medicinale sono presenti e
quindi non si riesce a capire, con le conoscenze farmacologiche attuali, come
una tale preparazione possa avere effetto.
Tuttavia, sta emergendo dalle frontiere della scienza, soprattutto dalla fisica
quantistica e da teorie e ricerche matematiche ancora non sistematizzate, una
nuova visione della materia e della vita, pi compatibile col possibile modus
operandi dellomeopatia. Gli organismi sono visti come sistemi dinamici altamente regolati e complessi, che mostrano una caratteristica meta-stabilit attorno a certi livelli omeostatici. Tale meta-stabilit fatta da continue oscillazioni, ritmi, network, amplificazioni e cicli di retroazione. I sistemi viventi sono sospesi tra ordine e caos, partecipano di queste due fondamentali caratteristiche della materia e le sfruttano in modo finalisticamente orientato alla sopravvivenza. Ordine e caos si ritrovano a tutti i livelli dellomeostasi, dalle molecole alla psiche e non si vede come tali nuove prospettive non possano avere
un peso anche nei nuovi orientamenti della medicina. La teoria, la metodologia
e la tecnologia della medicina sono sempre state strettamente connesse alle teorie scientifiche generali ed alle situazioni socio-economiche del tempo.
Lomeopatia torna a rivivere nellepoca attuale, che vede un vertiginoso aumento di conoscenze scientifiche accompagnate dalla consapevolezza di una
sostanziale indeterminatezza del reale. Ci non equivale, come molti sono portati a credere, al ricorso a paradigmi meta-fisici o esoterici per sfuggire
allangoscia del caos ed alla sfiducia nel sistema sanitario moderno. E invece
pi verosimile che buona parte del successo dellomeopatia dipenda proprio
dai suoi antichi presupposti, che sono insieme realistici nella teoria ed empirici
nei contenuti.
Lomeopatia rappresenta quindi un tentativo di approccio alla regolazione
bio-energetica dellorganismo umano, utilizzando una interfaccia fisicobiochimica dovuta alla estrema sensibilit dei sistemi biologici a questo tipo di
regolazioni. Il punto forte del metodo consiste nel fatto che si cerca di raggiungere il massimo grado di specificit dellintervento regolatore esogeno. Come
gi precedentemente avanzato, le dosi efficaci sono tanto pi basse quanto pi
specifico uno stimolo e quanto pi sensibile il sistema in oggetto. Ammettendo che uninformazione sia contenuta in forma meta-molecolare nel rimedio
omeopatico, tale informazione potrebbe agire in modo meta-molecolare anche
sul sistema bioenergetico in oggetto.

PRESENTAZIONE

19

Un altro segreto dellomeopatia che essa si rivolge a tutto lessere umano,


prendendo in considerazione massima i sintomi di tipo psicologico e quelli peculiari di ogni individuo (individualizzazione). Facendo cos, essa raggiunge un
alto livello di specificit, perch ormai noto a tutti che la risposta ai medicinali pu variare in base alle caratteristiche dellindividuo stesso.
La razionalit scientifica non solo non contrasta con lomeopatia, ma la pone
come una delle frontiere della farmacologia moderna. Per laccettazione generale di questo principio, per, non basta qualche ipotesi sperimentale e qualche
evidenza di farmacologia paradossale, serve un cambiamento pi profondo nella considerazione della natura delle malattie. Se la visione prevalente rimane
quella di un difetto locale o molecolare di qualche meccanismo organico,
lunico approccio quello di cercare di modificare quel meccanismo (farmacologicamente, geneticamente, chirurgicamente,). Se invece la malattia vista
come un disordine sottile, complesso, sistemico e dinamico (e questa la natura della maggior parte delle malattie odierne e in ogni caso del disordine che
sempre accompagna anche le malattie apparentemente semplici nel loro
meccanismo prevalente), lopzione di cercare una regolazione sottile, complessa, sistemica e dinamica sfruttando il principio del simile diviene una possibilit effettiva.
Il simile, trasferito sul piano operativo mediante luso dellanalogia tra i
sintomi del paziente e quelli patogenetici del medicinale, diviene un principio
euristico vale adire un sistema per trovare il medicinale che, almeno in via
ipotetica, potrebbe essere in grado di evocare risposte autoorganizzative teleonomiche in un sistema complesso quando non si possono controllare singolarmente i molteplici fattori patogenetici in gioco. Il ricorso a principi e analogie piuttosto che a certezze matematiche non un salto nel buio, ma un modo ragionevole di affrontare lincertezza che accompagna la scienza e larte
della medicina. Si tratta di un percorso metodologicamente gi tracciato, grazie
al lavoro degli omeopati, che attende di essere consolidato e perfezionato.
La farmacologia tradizionale punta alla modifica precisa e controllabile di un
meccanismo, di un insieme cellulare, di un organo. Il metodo basato sul simile, invece, punta allorganizzazione dei sistemi complessi, dove ci che conta
lintegrit del progetto, la teleonomia, la regolazione dinamica.
Riduzionismo ed integrazione hanno ciascuno dei vantaggi e degli svantaggi,
certamente nessun approccio pu dirsi esaustivo e pu pretendere di escludere
lutilit dellaltro. Lomeopatia deve rinunciare alle certezze del riduzionismo scientifico galileiano, ma ritrova la scienza a suo supporto nella teoria dei
sistemi dinamici, insieme agli sviluppi della biofisica e degli studi clinici, che
stanno dando un forte contributo alla rivalutazione dellomeopatia come metodo terapeutico. Certamente, si prende coscienza anche della difficolt di agire
in un campo dove molte certezze vengono a mancare e per ora bisogna affi-

20

PRESENTAZIONE

darsi a principi dal valore orientativo e molto generale. Al letto del paziente,
comunque, in questo modo lintervento/missione del medico conserva una
grande componente intuitiva e artistica, come in ogni disciplina medica,86
Il testo interesser sicuramente i cultori di omeopatia, tra cui mi auguro contribuisca a far crescere la passione per la ricerca scientifica, che altrettanto
necessaria quanto una buona pratica clinica. Ma il testo merita di essere conosciuto anche da chi, utilizzando la medicina tradizionale, vuole ampliare i propri orizzonti attingendo a fonti documentate.
giunta lora che la medicina che si definisce scientifica cessi di considerare
lomeopatia con sufficienza, pregiudizio o persino disprezzo, per vederla finalmente nel ruolo di una disciplina sperimentale, con sue peculiari potenzialit nella cura delle malattie umane, veterinarie e probabilmente anche
dellecosistema. Nonostante la sua antichit storica, lomeopatia si ripresenta
oggi come un campo emergente della medicina, che merita di essere pi conosciuto nella didattica medica e soprattutto pi sostenuto nella ricerca scientifica. Questo libro un passo avanti verso una medicina unita ed integrata.

Prof. Paolo Bellavite

Bibliografia della Presentazione


1. Lechi A, Vantini I. Riflessioni sulle Medicine alternative e complementari ed il Corso di
Laurea Specialistica in Medicina e Chirurgia. Med Chir 24: 919-923; 2004.
2. Bellavite P, Semizzi M, Musso P, Ortolani R, Andrioli G. Medicina ufficiale e terapie
non convenzionali: dal conflitto allintegrazione? Medicina e Morale 5: 877-904; 2001.
3. Bellavite P, Pomari S. Medicina ufficiale e MNC: integrazione fattibile. In Atti del Convegno Nazionale FNOMCeO: La professione medica e le medicine non convenzionali:
rischi e opportunit, pag. 43-74, Roma, 2002.
4. Bellavite P, Ortolani R, Semizzi M, Pomari S, Pontarollo F, Conforti A. Bioetica e medicine complementari. Medicina Naturale 15(3): 26-31; 2005.
5. Shang A, Huwiler-Mntener K, Nartey L, Jni P, Drig S, Sterne J A C, Pewsner D,
Egger M. Are the clinical effects of homoeopathy placebo effects? Comparative study of
placebo-controlled trials of homoeopathy and allopathy. Lancet 366: 726-732; 2005
6. Bellavite P. Lomeopatia placebo? Medicina Naturale. Novembre 2005 (In corso di
stampa).

PRESENTAZIONE

21

7. Weatherley-Jones E, Thompson E A, Thomas K J. The placebo-controlled trial as a test


of complementary and alternative medicine: observations from research experience of
individualised homeopathic treatment. Homeopathy 93: 186-189; 2004.
8. Paterson C, Dieppe P. Characteristic and incidental (placebo) effects in complex interventions such as acupuncture. Br Med J 330: 1202-1205; 2005.
9. Dantas F, Rampes H. Do homeopathic medicines provoke adverse effects? A systematic
review. Br Hom J 89 (Suppl 1): S35-S38; 2000.
10. Pomposelli R, Codec G, Bergonzi R, Andreoni C, Salvi G, Costini G, Piasere V, Bellavite P. Terapia omeopatica in pazienti con patologia artroreumatica. Medicina Naturale
13: 44-50; 2003.
11. Muscari-Tomaioli G, Allegri F, Miali E, Pomposelli R, Tubia P, Targhetta A, Castellini
M, Bellavite P. Observational study of quality of life in patients with headache, receiving homeopathic treatment. Br Hom J 90: 189-197; 2001.
12. Trichard M, Chaufferin G, Nicoloyannis N. Pharmacoeconomic comparison between
homeopathic and antibiotic treatment strategies in recurrent acute rhinopharyngitis in
children. Homeopathy 94: 3-9; 2005.
13. Thompson E, Barron S, Spence D. A preliminary audit investigating remedy reactions
including adverse events in routine homeopathic practice. Homeopathy 93: 203-209;
2004.
14. Grabia S, Ernst E. Homeopathic aggravations: a systematic review of randomised, placebo-controlled clinical trials. Homeopathy 92: 92-98; 2003.
15. Bellavite P. Fisiopatologia dei sistemi complessi. Verona, Edizioni Il Sentiero; 2004.
16. Bellavite, P. Biodinamica, malattia e similitudine. Parte seconda: la malattia (omeopatologia dei sistemi complessi). Il Medico Omeopata 9 (26): 33-44; 2004.
17. Bellavite P, Andrioli G, Lussignoli S, Signorini A, Ortolani R, Conforti A. Scientific
reappraisal of the Principle of Similarity. Med Hypoth 49: 203-212; 1997.
18. Bellavite P, Lussignoli S, Semizzi M, Ortolani R, Signorini A. The similia principle.
From cellular models to regulation of homeostasis. Br Hom J 86: 73-85; 1997.
19. Bellavite P, Signorini A. The Emerging Science of Homeopathy. Berkeley (CA), North
Atlantic; 2002.
20. Cazin J C, Cazin M, Gaborit J L, Chaoui A, Boiron J, Belon P, Cherruault Y, Papapanayotou C. A study of the effect of decimal and centesimal dilutions of Arsenic on
the retention and mobilisation of Arsenic in the rat. Human Toxicology 6: 315-320;
1987.
21. Harisch G, Kretschmer M. Jenseits vom Milligramm. Die Biochemie auf den Spuren der
Homoopathie. Berlin-Heidelberg, Springer-Verlag; 1990.
22. Bastide M. Information and communication in living organisms. In Schulte J, Endler P C
(eds): Fundamental research in ultra high dilution and homeopathy, pag. 229-239,
Dordrecht, Kluwer; 1998.
23. Youbicier-Simo B J, Boudard F, Mekaouche M, Bayle J D, Bastide M. Specific abolition reversal of pituitary-adrenal activity and control of the humoral immunity in bursectomized chickens through highly dilute bursin. Int J Immunopathol Pharmacol 9: 43-51;
1996.
24. Oberbaum M, Weisman Z, Kalinkovich A, Bentwich Z. Healing chronic wounds performed on mouse ears using silica (SiO2) as a homeopathic remedy. In: Bastide M (ed).
Signals Images, Dordrecht, Kluwer; pag. 191-199; 1997.

22

PRESENTAZIONE

25. Poitevin B, Aubin M, Royer J F. Effet de Belladonna et Ferrum phosphoricum sur la


chemiluminescence des polynucleaires neutrophiles humains. Ann Homeop Fr 3: 5-12;
1983.
26. Bildet J, Guyot M, Bonini F, Grignon M C, Poitevin B, Quilichini R. The effect of dilutions of Apis mellifica and Apium virus on ultraviolet light-induced erythema in the
guinea pig. Ann Pharm Fr 47: 24-32; 1989.
27. Conforti A, Signorini A, Bellavite P. Effects of high dilutions of histamin and other natural compounds on acute inflammation in rats, in Bornoroni C (ed): Omeomed92, pag.
163-169, Bologna, Editrice Compositori; 1993.
28. Palmerini C A, Codini M, Floridi A, Mattoli P, Buffetti S, Di Leginio E. The use of
Phosphorus 30ch in the experimental treatment of hepatic fibrosis in rats. In: Omeomed92. Bornoroni C (ed), pag. 219-226, Bologna, Editrice Compositori; 1993.
29. Conforti S, Bertani S, Metelmann H, Chirumbolo S, Lussignoli S, Bellavite P. Experimental studies on the anti-inflammatory activity of a homeopathic preparation. Biomed
Ther 15: 28-31; 1997.
30. Bertani S, Lussignoli S, Andrioli G, Bellavite P, Conforti A. Dual effects of a homeopathic mineral complex on carrageenan-induced oedema in rats. Br Hom J 88: 101-105;
1999.
31. Linde K, Jonas W B, Melchart D, Worku F, Wagner H, Eitel F. Critical review and meta-analysis of serial agitated dilutions in experimental toxicology. Hum Exp Toxicol 13:
481-492; 1994.
32. Kundu S N, Mitra K, Bukhsh A R. Efficacy of a potentized homoeopathic drug (Arsenicum album 30) in reducing cytotoxic effects produced by arsenic trioxide in mice: III.
Enzymatic changes and recovery of tissue damage in liver. Complement Ther Med 8:
76-81; 2000.
33. Mitra K, Kundu S N, Khuda Bukhsh A R. Efficacy of a potentized homoeopathic drug
(Arsenicum album 30) in reducing toxic effects produced by arsenic trioxide in mice: II.
On alterations in body weight, tissue weight and total protein. Complement Ther Med 7:
24-34; 1999.
34. Jonas W, Lin Y, Tortella F. Neuroprotection from glutamate toxicity with ultra-low dose
glutamate. Neuroreport 12: 335-339; 2001.
35. Porozov S, Cahalon L, Weiser M, Branski D, Lider O, Oberbaum M. Inhibition of IL1beta and TNF-alpha secretion from resting and activated human immunocytes by the
homeopathic medication Traumeel S. Clin Dev Immunol 11: 143-149; 2004.
36. Macedo S B, Ferreira L R, Perrazzo L L, Tavarea-Carvalho J C. Anti-inflammatory
activity of Arnica montana 6ch. Preclinical study in animals. Homeopathy 93: 84-87, 20.
37. Varshney J P, Naresh R. Comparative efficacy of homeopathic and allopathic systems of
medicine in the management of clinical mastitis of Indian dairy cows. Homeopathy 94:
81-85; 2005.
38. Ruiz-Vega G, Perez-Ordaz L, Proa-Flores P, Aguilar-Diaz Y. An evaluation of Coffea
cruda effect on rats. Br Hom J 89: 122-126; 2000.
39. Ruiz G, Torres J L, Michel O, Navarro R. Homeopathic effect on heart rate variability.
Br Hom J 88: 106-111; 1999.
40. Ruiz-Vega G, Poitevin B, Perez-Ordaz L. Histamine at high dilution reduces spectral
density in delta band in sleeping rats. Homeopathy 94: 86-91; 2005.
41. Bell I R, Lewis D A, Lewis S E, Schwartz G E, Brooks A J, Scott A, Baldwin C M. EEG
alpha sensitization in individualized homeopathic treatment of fibromyalgia. Int J Neurosci 114: 1195-1220; 2004.

PRESENTAZIONE

23

42. Bell I R, Lewis D A, Schwartz G E, Lewis S E, Caspi O, Scott A, Brooks A J, Baldwin


C M. Electroencephalographic cordance patterns distinguish exceptional clinical responders with fibromyalgia to individualized homeopathic medicines. J Altern Complement Med 10: 285-299; 2004.
43. Bellavite P. Complexity science and homeopathy. A synthetic overview. Homeopathy
92: 203-212; 2003.
44. Hyland M E, Lewith G T. Oscillatory effects in a homeopathic clinical trial: an explanation using complexity theory, and implications for clinical practice. Br Hom J 91: 149;
2002.
45. Bell I R, Lewis D A, Lewis S E, Brooks A J, Schwartz G E, Baldwin C M. Strength of
vital force in classical homeopathy: bio-psycho-social-spiritual correlates within a complex systems context. J Altern Complement Med 10: 123-131; 2004.
46. Bell I R, Baldwin C M, Schwartz G E. Translating a nonlinear systems theory model for
homeopathy into empirical tests. Altern Ther Health Med 8: 58-66; 2002.
47. Bell I R, Caspi O, Schwartz G E, Grant K L, Gaudet T W, Rychener D, Maizes V, Weil
A. Integrative medicine and systemic outcomes research: issues in the emergence of a
new model for primary health care. Arch Intern Med 162: 133-140; 2002.
48. Milgrom L R. Vitalism, complexity and the concept of spin. Homeopathy 91: 26-31;
2002.
49. Boucinhas J C, DeMadeiros Boucinhas I D. Prophylaxie des crises dasthme bronchique
chez lenfant par lusage de Poumon histamine 5ch. Homeopathie Franc 78: 35-39;
1990.
50. Poitevin B. Relation generale entre Homopathie et immunoallergologie. Encycl Med
Chir/Homeopathie 38255A; 1988.
51. Poitevin B. Experimental study of homoeopathy in allergology. Biological studies. Br
Hom J 87: 154-164; 1998.
52. Davenas E, Beauvais F, Amara J, Robinson M, Miadonna A, Tedeschi A, Pomeranz B,
Fortner P, Belon P, Sainte-Laudy J, Poitevin B, Benveniste J. Human basophil degranulation triggered by very dilute antiserum against IgE. Nature 333: 816-818; 1988.
53. Ovelgonne J H, Bol A W J M, Hop W C J, Van Wijk R. Mechanical agitation of very dilute antiserum against IgE has no effect on basophil staining properties. Experientia 48:
504-508; 1992.
54. Hirst S J, Hayes N A, Burridge J, Pearce F L, Foreman J C. Human basophil degranulation is not triggered by very dilute antiserum against human IgE. Nature 366: 525-527;
1993.
55. Benveniste J. Memory of water revisited (letter). Nature 370: 322; 1994.
56. Sainte-Laudy J, Belon P. Inhibition of human basophil activation by high dilutions of
histamine. Agent Actions (Inflamm Res) 38: C245-C247; 1993.
57. Sainte-Laudy J, Belon P. Analysis of immunosuppressive activity of serial dilutions of
histamine on human basophil activation by flow cytometry. Inflamm Res 45: S33-S34;
1996.
58. Sainte-Laudy J, Belon P. Application of flow cytometry to the analysis of the immunosuppressive effect of histamine dilutions on human basophil activation: effect of cimetidine. Inflamm Res 46: S27-S28; 1997.
59. Sainte-Laudy J. Modulation of allergen and anti-IgE induced human basophil activation
by serial histamine dilutions. Inflamm Res 49: S5-S6; 2000.

24

PRESENTAZIONE

60. Belon P, Cumps J, Ennis M, Mannaioni P F, Sainte-Laudy J, Roberfroid M, Wiegant F


A C. Inhibition of human basophil degranulation by successive histamine dilutions: results of a European multi-centre trial. Inflamm Res 48: S17-S18; 1999.
61. Belon, P, Cumps J, Ennis M, Mannaioni P F, Roberfroid M, Sainte-Laud J, Wiegant F
A. Histamine dilutions modulate basophil activation. Inflamm Res 53: 181-188; 2004.
62. Brown V, Ennis M. Flow-cytometric analysis of basophil activation: inhibition by histamine at conventional and homeopathic concentrations. Inflamm Res 50: S47-S48;
2001.
63. Lorenz I, Schneider E M, Stolz P, Brack A, Strube J. Influence of the diluent on the effect of highly diluted histamine on basophil activation. Homeopathy 92: 11-18; 2003.
64. Lorenz I, Schneider E M, Stolz P, Brack A, Strube J. Sensitive flow cytometric method
to test basophil activation influenced by homeopathic histamine dilutions. Forsch Komplementarmed Klass Naturheilkd 10: 316-324; 2003.
65. Guggisberg A G, Baumgartner S M, Tschopp C M, Heusser P. Replication study concerning the effects of homeopathic dilutions of histamine on human basophil degranulation in vitro. Complement Ther Med 13: 91-100; 2005.
66. Smith C W, Choy R, Monro J A. Water-friend or foe? Lab Pract 34: 29-34; 1985.
67. Smith C W. Quanta and coherence effects in water and living systems. J Altern Complement Med 10: 69-78; 2004.
68. Anagnostatos G S. Small water clusters clathrates in the preparation process of homoeopathy. In Endler P C, Schulte J (eds): Ultra High Dilution, Dordrecht, Kluwer, pag.
121-128; 1994.
69. Gregory J K, Clary D C, Liu K, Brown M G, Saykally R J. The water dipole moment in
water clusters. Science 275: 814-817; 1997.
70. Kratky K W. Homeopathy and structure of water: a physical model. Forsch Komplementarmed Klass Naturheilkd 11: 24-32; 2004.
71. Liu K, Brown M G, Carter C, Saykally R J, Gregory J K, Clary D C. Characterization of
a cage form of the water hexamer. Nature 381: 501-503; 1996.
72. Preparata G. Quantum electrodynamic coherence in matter. Singapore, World Scientific,
1995.
73. Preparata, G. Regimi coerenti in Fisica e Biologia. Il problema della forma. Rivista di
Biologia/Biology Forum 90: 434-436; 1997.
74. Arani R, Bono I, Del Giudice E, Preparata G. QED coherence and the thermodynamics
of water. Int J Mod Phys B 9: 1813-1841; 1995.
75. Del Giudice E, Preparata G, Vitiello G. Water as a free electric dipole laser. Phys Rev
Lett 61: 1085-1088; 1988.
76. Del Giudice E, Preparata G. Coherent dynamics in water as a possible explanation of biological membranes formation. J Biol Phys 20: 105-116; 1995.
77. Del Giudice E, Galimberti A, Gamberale L, Preparata G. Electrodynamical coherence in
water. A possible origin of the tetrahedral coordination. Mod Phys Lett B 9: 953-961;
1995.
78. Fesenko E E, Gluvstein A Y. Changes in the state of water, induced by radiofrequency
electromagnetic fields. FEBS Lett 367: 53-55; 1995.
79. Fesenko E E, Geletyuk V I, Kazachenko V N, Chemeris N K. Preliminary microwave irradiation of water solutions changes their channel-modifying activity. FEBS Lett 366:
49-52; 1995.

PRESENTAZIONE

25

80. Fesenko E E, Popov V I, Novikov V V, Khutsian S S. Water structure formation by


weak magnetic fields and xenon. Electron microscopic analysis. Biofizika 47: 389-394;
2002.
81. Elia V, Niccoli M. Thermodynamics of extremely diluted aqueous solutions.
Ann.N.Y.Acad.Sci. 879: 241-248;1999.
82. Elia V, Niccoli M. New physico-chemical properties of water induced by mechanical
treatments. A calorimetric study at 25C. J.Thermal Anal.Calorim. 61: 527-537; 2000.
83. Elia V, Niccoli M. New physico-chemical properties of extremely diluted aqueous solutions. J.Thermal Anal.Calorim. 75: 815-836; 2004.
84. Elia V, Baiano S, Duro I, Napoli E, Niccoli M, Nonatelli L. Permanent physicochemical properties of extremely diluted aqueous solutions of homeopathic medicines.
Homeopathy. 93: 144-150; 2004.
85. Elia V, Marchese M, Montanino M, Napoli E, Niccoli N, Nonatelli L, Ramaglia A. Hydrohysteretic phenomena of extremely diluted solutions induced by mechanical treatments. A calorimetric and conductometric study at 25 C. Journal of Solution Chemistry
34: 947-960; 2005.
86. Braunwald E, Hauser S L, Fauci A S, Longo D L, Kasper D L, Jameson J L. The practice of medicine. In: Harrisons Principles of Internal Medicine, 15th ed. pag. 1-5;New
York, McGraw-Hill, 2001.

Dedicato al Dr. B. N. Chakravarty,


che in lunghi anni di osservazioni cliniche
ha esplorato limmenso potenziale
terapeutico dellOmeopatia.

PREFAZIONE
Al giorno doggi, il concetto di farmacologia limitato allinterazione tra farmaci e biomolecole. Ogni interazione, che vada oltre le molecole o la specificit dellinterazione molecolare, nellarena della scienza considerata un mito.
Poich le alte diluizioni dei medicamenti che superano il numero di Avogadro
non contengono molecole, si ritiene che tali diluizioni non possano causare alcuna attivit su un sistema biologico. Eppure, gli effetti delle alte diluizioni sono divenuti esperienza comune dei medici omeopati e dei loro milioni di pazienti in tutto il mondo.
Oltre alle evidenze cliniche, oggi esistono moltissime evidenze sperimentali
che confermano che unazione dei medicamenti sullorganismo che vada oltre
le molecole una grande realt. Una sostanza lascia qualcosa, che potrebbe
forse essere considerata come unentit ombra, nella sua alta diluizione.
Qual la natura fisica di questa ombra?
In che modo le ombre di sostanze diverse differiscono tra loro?
Come agiscono su un organismo?
sempre necessario un organismo vivente per produrre unazione, oppure tali medicinali in alte diluizioni si comportano esattamente come una sostanza
chimica che reagisce con unaltra sostanza chimica?
Questo libro esprime il tentativo di trovare risposta a tutte queste domande attraverso un approccio totalmente scientifico e basato sulle attuali conoscenze
scientifiche.
Medicamenti in diluizioni ultra-alte vengono usati nel sistema terapeutico
conosciuto come omeopatia da circa 200 anni. Tale sistema declin verso la
met del XX secolo per una marcata competizione con la farmacologia tradizionale, ma nelle ultime due decadi pare aver riguadagnato la popolarit di un
tempo. Ci dovuto soprattutto al fatto che i suoi medicinali sono ritenuti efficaci, sono relativamente poco costosi e sicuramente non invasivi rispetto ai
farmaci convenzionali, avendo pochi effetti collaterali negativi.
Rivelare i misteri di questo importante sistema terapeutico una sfida non solo per il biologo ma anche per il fisico e per il chimico. Bench il business farmaceutico dei rimedi omeopatici ora non sia cos lucrativo come quello dei
farmaci tradizionali, la ricerca scientifica sullomeopatia aprir certamente
nuove strade per il benessere dellumanit.
Il libro ha quattro capitoli, oltre allintroduzione.

PRESENTAZIONE

29

Nel primo capitolo sono descritti i modi per preparare i rimedi omeopatici e
per conservarli.
Il secondo capitolo tratta delle evidenze cliniche ottenute a sostegno delle alte diluizioni negli esseri umani e inoltre vengono riportati alcuni esperimenti di
laboratorio fatti su animali e su piante.
Il terzo capitolo descrive le caratteristiche fisiche dei medicamenti in diluizioni ultra-alte, cos come sono evidenziate mediante la risonanza magnetica
nucleare, gli spettri allinfrarosso, gli spettri elettronici e di fluorescenza di alcune preparazioni dinamizzate. Poich lacqua ritenuta essere capace di
trattenere le informazioni delle molecole o delle particelle sciolte in alte diluizioni, vengono discusse la struttura e le dinamiche dellacqua liquida, che il
principale mezzo di soluzione dei medicinali omeopatici.
Nel quarto capitolo vengono discussi i possibili meccanismi dazione delle
alte diluizioni sui sistemi viventi, in termini di interazione molecolare fra
lacqua strutturata di una determinata soluzione ed il suo principale bersaglio
molecolare in un organismo. Infine, viene discussa la possibilit che la strutturazione dellacqua abbia avuto un importante ruolo nelle forme di vita primordiali durante la comparsa della vita su questa terra.
Noi considereremmo il nostro lavoro come degno di essere compiuto se sviluppasse interesse negli scienziati e nei medici pratici al fine di incrementare
una ricerca seria ed aprire la scatola nera dellomeopatia allesplorazione del
suo vasto potenziale terapeutico.
Ringraziamo gli studenti Palamita Sarkar, Souvik Ghosh, Ashis De e Sudeshna Ghosh per avere condotto tutte le ricerche sperimentali. Ringraziamo il
Dr. B.N. Chakravarty per il suo supporto finanziario alle nostre ricerche pi recenti ed il direttore del dipartimento di zoologia dellUniversit di VisvaBaratti per aver messo a disposizione le necessarie strutture di laboratorio alla
ricerca sperimentale sullomeopatia.
Santiniketan (West Bengal), settembre 2003
Prof. Nirmal C. Sukul
Prof. Anirban Sukul

Capitolo 1

PREPARAZIONE DI SOSTANZE IN ALTE


DILUIZIONI
Come si detto nellintroduzione, in omeopatia sono utilizzate sostanze in alte
diluizioni. Ad oggi sono stati preparati e vengono usati pi di tremila medicamenti omeopatici.

1.1. Origine delle sostanze omeopatiche


I rimedi omeopatici sono prodotti da sorgenti naturali come piante, animali,
minerali, tessuti patologici umani, ecc., ma possono essere prodotti anche a
partire da soluzioni alcoliche esposte alle radiazioni ionizzanti. I rimedi prodotti da sorgenti vegetali ed animali sono normalmente denominati secondo la
nomenclatura binominale introdotta da Linneo (1753).

1.1.1. Materiali vegetali


Le piante costituiscono pi del 60% dei rimedi omeopatici. Possono essere utilizzate diverse parti delle piante, come radici, cortecce, gemme, foglie, fiori,
frutti, semi.
Le radici delle piante annuali sono raccolte nel momento in cui la pianta d i
frutti. In caso di piante perenni, le radici dovrebbero essere raccolte in primavera, quando la pianta stessa ha due o tre anni. Cos ad esempio sono trattate
Ipecacuanha e Bryonia (Cook, 1988).
Le foglie pienamente sviluppate e sane sono raccolte in mattinata, prima della
stagione della fioritura. Esempi sono Rhus toxicodendron e Ocimum sanctum.
I fiori sono raccolti appena cominciano ad aprirsi, come ad esempio nel caso
di Cina, ottenuta usando le sommit fiorite della pianta Artemisia cina.
Le cortecce sono raccolte da piante giovani, come ad esempio nel caso di
Cinchona (China officinalis).

PREPARAZIONE DI SOSTANZE IN ALTE DILUIZIONI

31

I bulbi sono germogli sotterranei modificati. Essi vengono raccolti quando


sono pienamente cresciuti ed alcuni esempi sono i bulbi di Allium cepa, di Allium sativa e di Colchicum autumnale.
Semi secchi sono la materia prima per Nux vomica e per Ignatia.
Lycopodium prodotto con le spore della pianta Lycopodium clavatum;
Opium viene prodotto dal lattice delle capsule del papavero Papaver somniferum e Carbo vegetabilis dal carbone.
Comunque, possono essere usate anche piante intere, come nel caso di Aconitum napellus, Calendula officinalis, Chamomilla, Phytolacca decandra (Cook,
1988).

1.1.2. Sostanze animali


I prodotti animali costituiscono il 20% dei rimedi omeopatici e sono raccolti da
animali interi o da loro parti.
Apis mellifica preparata dallintero corpo dellape; Cantharis dalla polvere
secca dellinsetto Cantharis vesicatoria; Sepia officinalis dalle ghiandole
dellinchiostro della seppia; Lachesis dal veleno del serpente detto terrore dei
boschi; Tarentula hispanica da un velenoso ragno spagnolo (Cook, 1988).
Lac caninum preparato dal latte di cagna e Calcarea carbonica dal guscio
di ostrica.

1.1.3. Minerali e sostanze chimiche


I rimedi omeopatici sono prodotti da minerali come oro (Aurum metallicum),
ferro (Ferrum metallicum), rame (Cuprum metallicum), argento (Argentum metallicum), zinco (Zincum metallicum).
Alcuni rimedi sono preparati da composti inorganici, come cloruro di sodio
(Natrum muriaticum), cloruro di mercurio (Mercurius corrosivus), carbonato
di magnesio (Magnesia carbonica), ossido di arsenico (Arsenicum album), acido solforico (Sulphuricum acidum), solfuro di calcio (Hepar sulphuris calcareum), bicromato di potassio (Kali bichromicum).
Altri rimedi sono preparati da composti organici, come acido picrico (Picricum acidum), acido acetico (Aceticum acidum), acido lattico (Lacticum acidum), nitroglicerina o nitrato di glicerolo (Glonoinum), zucchero di canna o
saccarosio (Saccharum officinalis), glicerolo (Glycerinum), cloroformio (Chloroformium), stricnina (Strychninum), ecc.
Altri ancora sono preparati da rocce (Hecla lava) o acqua di sorgente (Sanicula aqua).

32

CAPITOLO 1

1.1.4. Altri materiali biologici


I nosodi sono medicamenti prodotti da tessuti malati. Alcuni esempi sono: Tuberculinum, ottenuto da tessuti infettati con il bacillo tubercolare; Medorrhinum, ottenuto da secrezioni gonorroiche; Bacillinum, preparato a partire
dal bacillo tubercolare; Psorinum, ottenuto da pustole della scabbia; ecc.
I sarcodi sono invece preparati dagli estratti di organi freschi o di ghiandole,
ottenuti da bovini, suini o ovini. Esempi sono: Pancreas, Polmone, Rene, ecc.
I nosodi intestinali sono invece derivati da colture di batteri intestinali presenti nelle feci umane. Esempi sono Proteus, Bacillus N. 7, ecc.

1.2. Il proving dei farmaci


Sin dallinizio, le sostanze omeopatiche preparate a scopo medicinale furono
testate su volontari umani sani secondo una particolare procedura detta proving (sperimentazione). Ad una persona viene richiesto di assumere un singolo medicinale e vengono registrati i sintomi prodotti nel corso del tempo. Secondo Hahnemann, come riportato nella traduzione inglese del suo libro,
lOrganon della Medicina (VI edizione)1, lidea del proving fu inizialmente di
Albert von Haller.
La dose iniziale della sostanza dipende dalle sue propriet, perch in molti
casi si usano sostanze che possono essere anche potenzialmente tossiche. La
dose pu essere gradualmente aumentata durante il proving e la somministrazione pu durare da pochi giorni a varie settimane.
Talvolta, durante la sperimentazione della sostanza pura non emergono i sintomi che sono indotti con le forme altamente diluite e dinamizzate della stessa
sostanza. Per questo si preferisce dare ai volontari le forme dinamizzate (dette
anche potenziate) delle sostanze, di solito la trentesima potenza (30ch), nella
quantit di una dose al giorno a stomaco vuoto per vari giorni (discuteremo nei
paragrafi successivi cosa si intende per dinamizzazioni e potenza in omeopatia). La quantit del medicinale potenziato pu essere aumentata se produce un
effetto molto modesto; infatti, sono possibili variazioni individuali in risposta
ad una particolare sostanza data per un certo periodo.
Per uniformare la raccolta dei dati, si somministra a molti volontari sani la
stessa sostanza e sono raccolti tutti i sintomi che emergono. I sintomi dei medi-

Hahnemann S. Organon "Dell'Arte del Guarire". S.I.M.O.H. Scuola Italiana di Medicina


Omeopatica Hahnemanniana, Roma, 1993.

PREPARAZIONE DI SOSTANZE IN ALTE DILUIZIONI

33

cinali omeopatici, raccolti adeguatamente in tal modo, costituiscono la base


della Materia Medica Omeopatica.
La veridicit dei dati e della Materia Medica stata da alcuni messa in dubbio, ma le evidenze della moderna tossicologia e le esperienze di molti medici
omeopati sono sostanzialmente in accordo con la Materia Medica omeopatica
(Fisher, 1981; Sukul, 1997). Infatti, una ripetizione a posteriori del proving di
Belladonna ha confermato i risultati di proving precedenti, con laggiunta di
ulteriori sintomi (Bellows, 1906).2 Si dovrebbero comunque fare dei tentativi
per verificare i sintomi in modo scientificamente aggiornato, usando tecniche e
statistiche moderne.
Ci sono tuttora molti problemi metodologici, ancora non completamente risolti, nel proving dei medicinali omeopatici. Ad esempio, gli sperimentatori
potenziali potrebbero non essere tutti perfettamente in salute e le loro risposte
ad un certo medicinale o ad una certa dose potrebbero pertanto essere diverse
da quelle che ci sarebbero state se essi fossero stati in perfetta salute.
Royal (1991) ha discusso i problemi nei protocolli del proving in un apposito
lavoro. Alcuni recenti studi sui proving sono stati condotti in modo sistematico
(Walach, 1997; Goodyear et al., 1998). Dantas e Fisher (1998) hanno revisionato i lavori dei proving ed hanno suggerito dei metodi per il miglioramento
qualitativo di questo tipo di studi.

1.3. Preparazione delle tinture madri


Per la preparazione dei rimedi omeopatici e delle loro diluizioni sono usati tre
tipi di solventi o eccipienti:
- etanolo in acqua (di solito etanolo al 90%),
- acqua,
- lattosio.
Le materie prime vegetali ed i prodotti animali sono estratti a temperatura
ambiente con etanolo in fase idroalcoolica.
I sali minerali sono di solito sciolti in acqua distillata, in proporzioni di 1:9 o
1:99 in base alla loro tossicit.
Ci sono nove classi di sostanze usate in omeopatia e, secondo la classe del
medicinale, variano le proporzioni di materia prima e di solvente. In caso di
2

Negli ultimi decenni sono state fatte numerose risperimentazioni dei proving di due secoli fa
e nella maggior parte dei casi esse hanno confermato i sintomi precedentemente raccolti e
in molti casi lo sperimentatore ha anche usato le medesime espressioni.

34

CAPITOLO 1

metalli, per la prima potenza omeopatica si usano i precipitati. Tutte le sostanze solubili in etanolo in fase idroalcoolica sono estratte con questo mezzo e la
prima soluzione estratta chiamata tintura madre. Molte tinture madri, particolarmente quelle di prodotti non tossici, vengono somministrate ai pazienti direttamente, quindi in dosi ponderali. Tuttavia, le dosi sono comunque molto piccole: 10 o 20 gocce in un po dacqua. Questa parte dellomeopatia molto simile ad altri sistemi medici correnti (per esempio la fitoterapia).
Le tinture madri sono indicate come TM o con il suffisso . La concentrazione alcolica finale delle tinture madri pu essere del 33%, del 50% o dell8090% (v/v)3, secondo il contenuto acquoso ed il materiale di partenza (Cook,
1988).

1.4. Dinamizzazione delle sostanze


La particolarit dellomeopatia sta nelluso di diluizioni estremamente alte di
sostanze che superano il numero di Avogadro. Tali diluizioni vengono preparate in modo specifico e sono chiamate potenze. Il procedimento di preparazione chiamato dinamizzazione o potenziazione. Il processo di dinamizzazione fu elaborato nella quinta edizione dellOrganon e pubblicato sia nel 1833
sia in un successivo lavoro di Hahnemann, le Malattie Croniche,4 pubblicato
nel 1828.

1.4.1. Diluizione e succussione


Le tinture madri sono diluite mediante successivi passaggi. La tintura madre
mescolata con il suo mezzo diluente (di solito etanolo in fase idroalcoolica) in
due proporzioni, 1:9 o 1:99 v/v. Le potenze omeopatiche preparate in proporzioni di 1:9 e 1:99 sono chiamate rispettivamente potenze decimali e centesimali. La scala centesimale fu introdotta da Hahnemann e la scala decimale da
Costantino Hering, quando Hahnemann era ancora in vita.
La tintura madre diluita con etanolo al 90%, in una delle due dette proporzioni. Secondo la Farmacopea Omeopatica Americana, la tintura madre dovrebbe essere diluita in etanolo all87% (Anonimo, 1920). La bottiglia riempita fino a due terzi del suo volume con la sostanza diluita e poi viene chiusa e
3
4

v/v: volume/volume.
Hahnemann S. Le Malattie Croniche. S.I.M.O.H. Scuola Italiana di Medicina Omeopatica
Hahnemanniana, Roma, 1995.

PREPARAZIONE DI SOSTANZE IN ALTE DILUIZIONI

35

sbattuta fortemente dieci volte con colpi dallalto verso il basso, esercitati con
la forza del braccio. Questo processo di agitazione meccanica chiamato succussione.
Il medicamento preparato in questo modo viene detto prima potenza. Tutte
le potenze successive sono preparate diluendo ulteriormente ciascuna potenza
nella stessa proporzione usata inizialmente e dando alla miscela dieci colpi
dallalto verso il basso. Cos la concentrazione di una sostanza nella prima potenza centesimale si riduce di cento volte (concentrazione 10-2).
Le potenze centesimali in uso regolare nella clinica sono 4, 5, 7, 9, 15, 30,
200, 1000, 10000 o anche pi alte5. Esse sono scritte in numeri semplici, o con
numeri romani, con o senza il suffisso ch, come ad esempio Nux vomica 30 o
30ch.
Le potenze decimali sono indicate dal suffisso x, come ad esempio Ferrum
phosphoricum 3x o 6x. Normalmente, le potenze decimali pi usate sono 1x,
2x, 3x, 6x e 12x.
Il metodo di Hahnemann per diluire e dinamizzare le sostanze richiede tempo
e un gran numero di contenitori. Un metodo pi veloce e pratico, che fu introdotto da Korsakov nel 1832, richiede un singolo contenitore per la preparazione di alte potenze. Il contenitore semplicemente svuotato e riempito con il
mezzo diluente ad ogni passaggio per fare le successive diluizioni. Il contenitore, anche se svuotato dalla soluzione, contiene ancora aderente alle pareti una
piccola quantit residua della potenza precedente, che viene quindi utilizzata
per ulteriori diluizioni.
La diluizione e la succussione possono essere fatte a mano o con una macchina. La preparazione manuale non pu essere uniforme per ci che riguarda
la forza esercitata ogni volta che una fiala o bottiglia di laboratorio vengono
succusse. Per la preparazione di alte potenze, come le CM (diluite 1:100 per
100.000 volte) e le MM (diluite 1:100 per un milione di volte), necessaria
una macchina.
Hahnemann segu anche la scala dodicesimale, che era in voga ai suoi tempi,
per cui sceglieva preferenzialmente le potenze secondo i numeri 6, 12, 24, ecc.
Potenze pi alte, come 200ch, 1M, CM, introdotte successivamente, sono basate sul sistema metrico decimale.
Oltre alle serie decimali e centesimali, preparate rispettivamente mediante diluizioni seriali di 1:10 e 1:100, esiste la serie millesimale che basata su diluizioni seriali di 1:1000 e che denotata dal suffisso M (Cook, 1988).
Verso la fine della sua vita, Hahnemann introdusse unaltra nuova serie
chiamata cinquantamillesimale o LM. Essa fu menzionata la prima volta nella
5

Queste sono le principali diluizioni, ma sono disponibili anche molte diluizioni intermedie,
come la 3, 6, 12ch.

36

CAPITOLO 1

sesta edizione dellOrganon. Qui la sostanza triturata fino al livello di una


3ch con lattosio, quindi una parte su 100 di questa potenza diluita con 500
parti di etanolo al 20%. Una parte di questa diluizione a sua volta diluita
1:100 in soluzione idroalcolica e succussa 100 volte. Una goccia di questa
usata per bagnare 500 piccoli globuli di zucchero al fine di preparare la prima
potenza chiamata 1LM. Un globulo di 1LM mescolato con 100 parti di etanolo e la miscela sua volta succussa 100 volte e una goccia di questa usata per
bagnare 500 piccoli globuli di zucchero per preparare la 2LM. In tal modo si
possono preparare potenze fino alla 30LM.6 In ogni passaggio di diluizione si
diminuisce la concentrazione della soluzione precedente di circa 50.000 volte.

1.4.2. La triturazione
Le sostanze farmaceutiche solide e insolubili in un mezzo acquoso, o in miscele di etanolo ed acqua, sono inizialmente mescolate con un mezzo solido come
il lattosio fino alla terza riduzione ponderale e poi sono mescolate in etanolo in
fase idroalcoolica per le successive diluizioni. In questo caso, per la miscelazione iniziale con il lattosio, una parte in peso della sostanza mescolata, in un
mortaio di porcellana, con 33 parti in peso di lattosio. La mistura triturata con
il pestello di porcellana per sei minuti e quindi mescolata con una spatola per
quattro minuti. Il processo ripetuto ancora e quindi altre 33 parti in peso di
lattosio sono aggiunte e mescolate alla mistura di partenza. Di nuovo, le altre
33 parti rimanenti di lattosio sono mescolate alla triturazione sin qui ottenuta.
In questo modo si ottiene la prima potenza centesimale (1ch) della sostanza
preparata con triturazione. La potenza successiva viene preparata aggiungendo
una parte della potenza precedente a 33 parti in peso di lattosio e ripetendo poi
come prima per altre due volte le aggiunte di lattosio (in questo modo si ottiene
la 2ch).
Nella scala decimale il metodo lo stesso, cambiando solo le proporzioni di
sostanze e lattosio (da 1:100 a 1:10).
Limportanza della triturazione nel liberare le propriet medicinali della sostanza sar discussa nel capitolo 3.

1.4.3. Conversione delle potenze solide in potenze liquide


Una parte in peso della terza potenza (3ch) di una sostanza preparata mediante
triturazione in lattosio disciolta in 50 parti in peso dacqua distillata. Poi, 50
parti in peso di etanolo vengono aggiunte a tale miscela acquosa ed il tutto vie6

In realt, oggi sono disponibili diluizioni fino alla 300LM.

PREPARAZIONE DI SOSTANZE IN ALTE DILUIZIONI

37

ne messo in un contenitore scelto in modo che venga riempito per due terzi del
suo spazio complessivo. La provetta o la bottiglia, secondo il volume, chiusa
e sbattuta con 10 colpi dallalto verso il basso. In questo modo si ottiene la
quarta potenza centesimale (4ch). Le potenze successive sono preparate mescolando una parte in volume della quarta potenza con 99 parti in volume di etanolo 90% ed assoggettando la miscela a 10 succussioni.
Nel caso delle potenze decimali, una parte in peso della sesta triturazione decimale (6x) di una sostanza miscelata con 50 parti in peso dacqua distillata
in una provetta. Vengono quindi aggiunte 50 parti in peso di etanolo e la miscela succussa dieci volte. Questa la ottava potenza decimale della sostanza
(8x). Una parte in peso di questa potenza mescolata con nove parti in peso di
etanolo 90% e la miscela succussa dieci volte, cos da produrre la nona potenza decimale della sostanza (9x). Tutte le successive potenze della scala decimale sono preparate nel medesimo modo.
Tali metodi, usati dai farmacisti e dalle Case Farmaceutiche, sono descritti
nella Farmacopea Omeopatica (Anonimo, 1920 e 1962). Le pi recenti Farmacopee omeopatiche sono menzionate nella sezione che segue.

1.5. Conservazione dei rimedi e forme farmaceutiche


I rimedi omeopatici sono disponibili in forme liquide e in globuli di saccarosio
(Anonimo, 1962). I globuli sono preparati con zucchero di canna purificato,
che dovrebbe essere bianco. Essi sono di diverse grandezze denotate da numeri
che vanno da 8 a 80. Il numero che specifica una grandezza determinato disponendo 10 globuli in fila a stretto contatto tra loro: la lunghezza, in mm, della linea costituita da 10 globuli fornisce il numero corrispettivo a quella grandezza dei globuli.
Una provetta (o un vaso per maggiori quantit) riempita fino a due terzi del
suo spazio con i globuli di una certa grandezza. I globuli di zucchero vanno
asciugati in un forno a 100 gradi per dieci ore prima di essere impregnati con la
sostanza, allo scopo di rimuovere ogni umidit dai globuli. Alcune gocce di
una potenza liquida sono versate nella provetta, giusto per inumidire tutti i globuli. Il contenitore dove i globuli vengono impregnati con la potenza liquida
viene capovolto o sbattuto o rotolato, in modo che tutti i globuli siano uniformemente impregnati. Il coperchio del contenitore viene poi allentato e la fiala
viene rovesciata in modo da svuotare leventuale eccesso di liquido. Dopo aver
tenuto la fiala in posizione rovesciata per nove o dieci ore, essa viene raddrizzata. Le potenze liquide rimangono in fini screpolature dei globuli di lattosio.

38

CAPITOLO 1

Nel primo volume del suo libro, le Malattie Croniche, Hahnemann consigli di
inumidire i globuli tenendoli a contatto con alcune gocce di una potenza liquida per un minuto in un vaso di porcellana.
Il contenuto della provetta viene quindi versato su una carta da filtro asciutta,
cosicch leccesso di liquido assorbito ed i globuli si asciugano rapidamente.
I globuli secchi sono quindi tenuti in una boccetta, in un luogo fresco e lontano
dalla luce. Poich letanolo altamente volatile, le potenze liquide tendono a
evaporare rapidamente. Si ritiene che i globuli impregnati da una sostanza preparata in questo modo mantengano le loro propriet per molti anni. Le medicine omeopatiche dovrebbero essere tenute lontano dalla luce diretta del sole, da
qualsiasi radiazione, da forti campi magnetici, da sostanze odorose volatili come la canfora. Le potenze liquide sono fornite in bottigliette di vetro ambrato,
dotate di contagocce.
Le procedure standard per la manifattura dei differenti rimedi omeopatici e la
loro conservazione sono state descritte nelle Farmacopee omeopatiche.
Ci sono varie Farmacopee omeopatiche:
- la Farmacopea omeopatica indiana, seconda edizione del 1966 (Manager of
publications, Ministry of Health, Governament of India),
- la Farmacopea omeopatica americana, del 1976 (American Institute of Homeopathy, Washington DC),
- la Farmacopea omeopatica britannica, seconda edizione del 1999 (British Association of Homeopathic Manufacturers),
- la Farmacopea omeopatica tedesca, del 2001 (Deutescher Apothek Verlag,
Balogh International Inc.),
- la Farmacopea omeopatica europea, quarta edizione del 2002 (Directorate for
the quality of medicines of the Council of Europe).
La Federazione Internazionale Farmaceutica (FIP: The International Pharmaceutical Federation) (The Hague, Olanda) ha stabilito le linee-guida per la
buona pratica farmaceutica in un apposito convegno svoltosi a Tokyo il 5 settembre 1993. Tali standard devono essere seguiti dalle Case Farmaceutiche e
recepiti dalle Autorit governative. Le autorizzazioni alla produzione vengono
rilasciate alle Case Farmaceutiche che adottano la buona pratica farmaceutica
(GMP: Good Manufacturing Practices) e le buone pratiche di laboratorio
(GLP: Good Laboratory Practices). Tutto il procedimento deve avere un apposito controllo di qualit.
Non ci sono delle regole fisse concernenti la diluizione, la succussione e la
triturazione. Di fatto, lo stesso Hahnemann propose diverse diluizioni e un diverso numero di colpi per preparare una potenza (Royal, 1991). Lagitazione
mediante Vortex e la sonicazione al posto di unagitazione manuale possono
produrre potenze efficaci (Sukul, 1997). Noi abbiamo recentemente osservato

PREPARAZIONE DI SOSTANZE IN ALTE DILUIZIONI

39

che anche delle semplici diluizioni successive senza unagitazione meccanica


producono una potenza omeopatica ugualmente efficace (Sukul et al., 2001).

Sommario
Le sostanze usate in omeopatia si ricavano da materie prime come piante, animali, minerali, parti malate delluomo o una soluzione idroalcolica irradiata.
Lestratto etanolico di una sostanza (Tintura Madre) mescolato con etanolo in
fase idroalcoolica, solitamente al 90%, nella proporzione di 1:9 o 1:99 e la miscela sbattuta con forti scosse dallalto verso il basso per preparare rispettivamente la prima potenza decimale o centesimale. Le successive potenze sono
preparate mediante ulteriori diluizioni seriali della prima potenza con etanolo
in fase idroalcoolica e succussione della miscela stessa.
Il metodo di Korsakov usa una singola provetta, che svuotata e riempita
nuovamente con etanolo in fase idroalcoolica durante il processo di dinamizzazione di una sostanza; il residuo lasciato nella fiala usato per la successiva diluizione.
Nelle potenze LM introdotte da Hahnemann, la diluizione di 1:50.000.
Nella serie millesimale, denotata con i suffisso M, la diluizione di 1:1000.
Le sostanze insolubili in etanolo in fase idroalcoolica o in acqua sono inizialmente miscelate con lattosio mediante triturazione fino alla terza potenza e
poi diluite con etanolo in fase idroalcoolica per le successive dinamizzazioni.
I globuli di saccarosio sono bagnati con i medicamenti liquidi e, una volta
asciugati, vengono conservati in una boccetta chiusa.
Agitazione con Vortex e sonicazione di una diluizione invece dellagitazione
manuale producono potenze ugualmente efficaci. Nelle nostre esperienze, successive diluizioni con mescolamento, ma senza ulteriore agitazione meccanica,
producono potenze medicinali ancora efficaci.
Le medicine omeopatiche sono prodotte secondo i metodi descritti nelle Farmacopee omeopatiche. Le Case Farmaceutiche omeopatiche devono adottare le
pratiche di buona fabbricazione e di buon laboratorio (GMP e GLP) per garantire lalta qualit dei loro prodotti.

Capitolo 2

EVIDENZE DI EFFETTI DELLE ALTE


DILUIZIONI

I medici omeopati hanno da sempre osservato e segnalato effetti di sostanze


dinamizzate, ma gran parte di queste osservazioni non furono riportate adeguatamente, almeno se si considerano i requisiti attuali della ricerca clinica. Esistono comunque alcuni lavori ben documentati. Le evidenze pi forti e scientificamente convincenti della reale esistenza degli effetti delle alte diluizioni
vengono dai risultati di esperimenti su animali e su piante. Alcune evidenze,
sia cliniche che sperimentali, sono state riportate in un precedente libro (Sukul,
1997).

2.1. Evidenze cliniche


In omeopatia non c un unico medicamento per una determinata malattia, perch i medicamenti vengono scelti sulla base dei sintomi dei pazienti in modo
individualizzato. Da questo deriva la possibilit di raccogliere evidenze cliniche in supporto dellomeopatia solo seguendo tali principi. Questi studi dimostrano che le malattie, qualunque sia il loro nome, possono essere curate o migliorate da medicine potenziate. Guardando alle evidenze da questo punto di
vista, possiamo trovare certamente molte prove in favore dellomeopatia.
Nel descrivere la Materia Medica di alcune medicine omeopatiche, Nash
(1913) present molti interessanti casi clinici guariti.7 Egli menzion anche
lesatta potenza impiegata, il numero di volte che essa fu somministrata e in alcuni casi le caratteristiche patologiche dei suoi pazienti.
Ghatak (1927), un famoso omeopata dei primi anni del 900, riport in maniera accurata pi di 17 casi di trattamenti. Per ogni caso riport dettagliatamente
e cronologicamente i cambiamenti dei sintomi avvenuti nei pazienti in risposta

Nash E. B. La Testimonianza della Clinica. Edizioni Salus Infirmorum, Padova, 2003.

42

CAPITOLO 2

al trattamento con appropriati rimedi. Di seguito riportiamo, a titolo esemplificativo, alcuni di questi casi.8
CASO CLINICO 1 - Tumore della cervice uterina in una paziente di 34 anni con
tre figli. Non detto se il tumore era benigno o maligno. Sintomi: dolore emorroidario; dolore pungente al basso ventre; sanguinamento e perdita di fluidi;
aggravamento nella stagione piovosa e miglioramento con il calore; febbre
ogni sera; perdita del senso del gusto; miglioramento dei dolori addominali con
il calore; desiderio di suicidio allaggravamento dei dolori addominali; desiderio di aria aperta; aggravamento dei dolori di notte; pus maleodorante
nellorecchio; frequenti vertigini, soprattutto nel piegare la testa verso il lato
destro. Trattamento: Aurum metallicum 1000ch, poi Thuja occidentalis 1000ch,
Aurum metallicum 10000ch, Aurum metallicum CM, Thuja occidentalis
1000ch. Il trattamento continu per un periodo di circa nove mesi e la paziente
si ristabil da tutti i suoi sintomi.
CASO CLINICO 2 - Maschio di 21 anni con leggera febbre remittente serale, violenti starnuti e raffreddore allergico. Al mattino ed alla sera, sensazione di
freddo con desiderio di coprire lintero corpo; avversione per il bagno; sensazione di corpo estraneo in gola; sensazione di bruciore in tutto il corpo durante
la febbre, ma senza il desiderio di togliersi le coperte; bocca secca ma non sensazione di sete; storia di febbre malarica da cinque anni. Si sospettava trattarsi
di leishmaniosi ma non fu mai posta diagnosi con test di laboratorio. Trattamento: Sabadilla 200ch, poi Sabadilla 1000ch ed Arsenicum iodatum 200ch. Il
trattamento continu per circa tre mesi con totale scomparsa dei sintomi.
CASO CLINICO 3 - Maschio di 37 anni con fistola anale, gi operato, ma con pus
giallognolo fuoriuscente da un piccolo foro circondato da unarea dura, rilevata
e bruciante. La malattia inizi da un foruncolo dieci anni prima e dopo poco
tempo molti foruncoli apparvero sulla schiena; dolore nella fistola che aumentava dopo la defecazione, sia con feci liquide che solide; paziente di natura
molto irritabile; sudorazione maleodorante alle palme delle mani ed alle piante
dei piedi; pollachiuria; non tollerava il freddo ma si sentiva male anche nella
stagione calda. Trattamento: Nitricum acidum 200ch, poi Nitricum acidum
1000ch, Hepar sulphuris calcareum 200ch, Nitricum acidum 10M, Nitricum
acidum 50M. Dopo questo trattamento, riport bruciore alle palme delle mani
ed alle piante dei piedi; fu quindi somministrato Sulphur 1000ch, poi Nitricum
8

Un altro libro molto utile sotto questo punto di vista quello di Gunavante (Il Meraviglioso
potere dellOmeopatia), edito da questa stessa Casa Editrice, che riporta la descrizione
dettagliata di ben 200 casi clinici difficili curati con i medicamenti omeopatici (molto spesso
con un unico rimedio).

EVIDENZE DI EFFETTI DELLE ALTE DILUIZIONI

43

acidum CM. Il trattamento continu per un periodo di 14 mesi ed il paziente


guar completamente.
CASO CLINICO 4 - Maschio di 36 anni con asma bronchiale cronica, sofferente
da 12 anni. Durante la crisi asmatica stava seduto in posizione curva, sudava
alla fronte e desiderava essere sventolato; espettorazione di muco denso la mattina, bruciore alle palme delle mani ed alla pianta dei piedi; stava meglio con
applicazioni fredde; irritabilit; storia di eruzione pustolosa sulle mani e sulle
ginocchia dovuta a scabbia; storia di emorroidi. Trattamento: Carbo vegetabilis
200ch, poi Sulphur 30ch, Sulphur 200ch, Carbo vegetabilis 500ch, Natrum
sulphuricum 1000ch, Nitricum acidum 1000ch. Il trattamento continu per sette mesi ed il paziente fu curato da tutti i suoi sintomi.
Da tali descrizioni, appare evidente il modo di procedere dellomeopata, anche
se in tutti questi quattro casi, risalenti agli anni 1913-1922, la diagnosi era alquanto approssimativa ed il risultato del trattamento non fu riportato in modo
adeguato e convincente. Inoltre, le relazioni su questi casi riferiscono che i pazienti avevano ricevuto trattamenti allopatici prima di intraprendere la cura
omeopatica.
Di solito, le malattie croniche richiedono pi di un anno per essere curate con
le medicine omeopatiche, mentre ci sono rapidi risultati quando vengono trattate le malattie acute. Nella mia pratica (NCS) di Medicina omeopatica, negli ultimi 35 anni ho osservato azioni molto rapide nel trattamento di casi acuti come
attacchi di cefalea, diarree, sindromi influenzali, forti coliche, vomiti, vari tipi
di dolori, crisi epilettiche, raffreddori, febbri, emottisi, ulcere cutanee dovute a
traumi o ustioni, stomatiti, sanguinamenti emorroidari, ematurie dovute ad uretrite o cistite, tossi, vertigini, parotiti. In tutti questi casi ho notato, dopo trattamento con medicine dinamizzate, una risoluzione dei sintomi in un tempo molto breve, da pochi minuti a 7-8 giorni.
Il Dr. B. N. Chakravarty, medico del Presidente dellIndia e del Governatore
del West Bengala, ha gentilmente fornito alcuni altri interessanti casi clinici
che, sinteticamente riassunti di seguito, possono servire, sempre a titolo esemplificativo, per capire come viene utilizzata e cosa possa fare lomeopatia.9
CASO CLINICO 1 - Donna giapponese di 28 anni con encefalite virale. Sintomi:
incosciente da 19 giorni, emiplegia sinistra, movimenti convulsivi costanti sul
9

Forse non superfluo precisare che gli attuali orientamenti della ricerca clinica ed
epidemiologica rivalutano limportanza delle serie di casi e persino di singoli casi clinici, se
ben descritti, pur non consentendo tali studi di discriminare leffetto del medicinale da quello
di fattori terapeutici aspecifici e, talvolta, dalla guarigione legata al decorso naturale della
malattia.

44

CAPITOLO 2

lato destro del corpo e perdita di tutti i riflessi superficiali e profondi. Viene riferito che, prima dellinizio di questa malattia, la paziente sognava regolarmente di essere assassinata da un gruppo di persone. In seguito ella svilupp cefalea, febbre e stato soporoso. Trattamento: Lachesis 200ch, poi Lachesis 1M,
per inalazione. La paziente recuper in tre settimane (1987).
CASO CLINICO 2 - Donna di 25 anni con ipoglicemia idiopatica spontanea. Sintomi: ricorrente shock ipoglicemico, glicemia 18-20 mg/100 ml durante
lepisodio, ipertermia, fortissimo desiderio di dolci, sogni stravaganti. In precedenza ella aveva avuto ricorrenti tonsilliti e una dermatite trattate con antibiotici. Trattamento: Sulphur 30ch in due dosi. Miglior in una settimana
(1983).
CASO CLINICO 3 - Ragazza di 14 anni affetta da epatite B. Sintomi: coma durante il quale giace in uno stato di rigidit, come un tronco di legno. Trattamento: Zincum metallicum 200ch per inalazione ogni tre ore. Si riprese completamente in un mese (1990).
CASO CLINICO 4 - Ragazza di 15 anni con emorragia cerebrale per trauma cranico. Sintomi: coma, perdita dei riflessi superficiali e profondi, afasia; giace in
uno stato di rigidit come se fosse un tronco di legno, con lieve tremolio ai
piedi. Trattamento: Zincum metallicum 200ch dato in ripetute dosi per inalazione. La paziente guar completamente in un anno (1994).
CASO CLINICO 5 - Donna di 35 anni con infertilit primaria ed amenorrea secondaria, cessazione della funzione ovarica e fibroma uterino sulla parete posteriore alla giunzione tra terzo superiore ed i due terzi inferiori dellutero. Sintomi: amenorrea da due anni, obesit, sudore alle palme delle mani ed alla
pianta dei piedi, desiderio di uova, storia di mestruazioni irregolari. Trattamento: Calcarea carbonica 200ch ripetuta cinque volte e seguita da Thuja occidentalis 200ch ripetuta tre volte. La paziente guar in due anni (1994).
Tutti questi cinque casi clinici indicano chiaramente che le potenze omeopatiche possono curare o migliorare anche dei casi molto gravi in un tempo relativamente breve, purch la scelta del rimedio sia corretta. Si pu notare che in
questi casi c una precisa scelta di un rimedio singolo per una certa condizione
clinica in presenza di particolari sintomi.
Sono ora riportati, sempre a titolo esemplificativo, altri due casi di un medico
omeopata (Dr. Rathin Chakravarty).

EVIDENZE DI EFFETTI DELLE ALTE DILUIZIONI

45

CASO CLINICO 1 - Donna di 35 anni sofferente di fibroadenoma mammario bilaterale. Sintomi: mancanza di sete, persona molto emotiva e sensibile, tendenza ad accaldarsi facilmente. Trattamento: Pulsatilla 200ch, in quattro dosi, da
prendere due volte al giorno. Il rimedio fu ripetuto dopo due mesi. La guarigione avvenne in tre mesi (2000).
CASO CLINICO 2 - Donna di 25 anni sofferente di fibroma uterino. Sintomi: dolore addominale, dismenorrea, menorragia, nervosismo; le piace il latte ed ama
viaggiare. Trattamento: Tuberculinum bovinum 200ch, dato in quattro dosi. La
guarigione avvenne in due mesi (2002).
Questi due casi mostrano che pazienti affetti da tumori benigni e trattati con i
rimedi adatti possono effettivamente guarire in tempo relativamente breve.
ovvio che singoli case-report non sono dimostrativi sul piano clinicoepidemiologico e che per questo sono utili anche studi osservazionali pi ampi
e trial clinici condotti con metodologie adeguate. Per questo sono stati condotti
degli studi controllati su un gran numero di pazienti trattati con rimedi omeopatici ed i risultati sono stati positivi in molte condizioni cliniche (Reilly et al.,
1986; Ferley et al., 1989; Fisher et al., 1989). Una lista di riferimenti biografici
sulla ricerca in omeopatia stata compilata da Fisher (1991). Relazioni sulla
ricerca omeopatica sono state pubblicate dalla Foundation for Homeopathic
Education & Research della California (USA) (1989 e 1990); esse contengono
un breve sommario di importanti lavori sullomeopatia.
Kleijnen et al. (1991) hanno passato in rassegna 96 studi pubblicati su un totale di 107 studi clinici controllati, fatti con omeopatia. Secondo tali Autori, i
metodi adottati in una notevole parte degli studi non erano sufficientemente
corretti e, soprattutto, gli studi non erano stati riprodotti sufficientemente per
poter trarre delle conclusioni definitive a sostegno dellefficacia dellomeopatia
in singole malattie. Tuttavia, gli Autori ritengono che i risultati indicassero un
trend positivo.
Recenti studi di meta-analisi di trial clinici controllati fatti con i medicamenti
omeopatici mostrano cumulativamente una differenza tra leffetto riscontrato
nei pazienti trattati col medicamento omeopatico e quello nei controlli trattati
con placebo (Linde et al., 1997; Cucherat et al., 2000).
stata fatta uninchiesta su 829 pazienti sofferenti di malattie croniche come
eczema, artrite reumatoide, angina instabile, colite ulcerativa, psicosi maniacodepressiva, cirrosi biliare, asma, ecc. Di questi pazienti, il 61% mostrarono un
consistente miglioramento dopo la terapia omeopatica (Sevar, 2000). In questi
stessi casi, il trattamento convenzionale aveva fallito o leffetto si era stabilizzato in modo insoddisfacente oppure si erano manifestati degli effetti avversi
con i farmaci convenzionali.

46

CAPITOLO 2

In un altro studio osservazionale, condotto in collaborazione tra 30 medici,


stata confrontata la terapia convenzionale con quella omeopatica (Riley et al.,
2001): sono stati presi in considerazione gli obiettivi primari come la guarigione o un grosso miglioramento. I pazienti (456) sono stati osservati per:
- malattie del tratto respiratorio superiore incluse le allergie,
- malattie del tratto respiratorio inferiore incluse le allergie,
- patologie otorinolaringoiatriche.
I pazienti che hanno mostrato risposte positive costituivano l82,6% nel
gruppo trattato con omeopatia e 68% nel gruppo trattato con i farmaci convenzionali.
I lavori finora pubblicati confermano la necessit che negli studi clinici si ponga in atto una corretta valutazione dellefficacia dellomeopatia. Per questo
motivo si dovrebbero condurre degli studi controllati con placebo in modo
adeguato, accompagnati da procedure diagnostiche moderne come le analisi
del sangue, la diagnostica per immagini e test elettrofisiologici (ECG, EEG).
Bisogna per tenere presente che i risultati degli studi clinici in omeopatia potrebbero essere influenzati da una marcata variabilit individuale, a causa della
disposizione miasmatica dei soggetti. Inoltre, va anche considerato che
lefficacia della terapia omeopatica potrebbe non apparire evidente su grande
scala per lesistenza di blocchi miasmatici in alcuni individui. Discuteremo dei
miasmi nel capitolo 4.

2.2. Evidenze su animali da esperimento


Vari modelli animali sono stati usati per la dimostrazione dellazione di medicine omeopatiche dinamizzate. Si partiva dal presupposto che, se questi medicamenti agiscono sulluomo, devono agire anche sugli animali.
Nella Medicina allopatica, per lo sviluppo di nuovi farmaci sono stati usati da
molto tempo dei modelli animali, particolarmente ratti, topi, hamster, cavie,
conigli e scimmie. Sono stati usati molti animali di laboratorio con patologie
che servono da modello di malattie umane, come la leishmaniosi, la malaria, la
tripanosomiasi, la filariasi, lechinococcosi, ecc. Sono disponibili buoni modelli animali anche per altre malattie come cancro, iperglicemia, ipertensione arteriosa, epilessia, ecc.
I modelli animali sono stati di grande aiuto per comprendere lo sviluppo delle
malattie a livello tessutale, cellulare e molecolare. Essi servono anche per
comprendere il meccanismo di assorbimento, distribuzione, trasformazione ed
escrezione dei farmaci. Anche i dosaggi e le reazioni avverse dei farmaci sono

EVIDENZE DI EFFETTI DELLE ALTE DILUIZIONI

47

di norma studiati su modelli animali prima della sperimentazione in campo


umano.
Molti rimedi tradizionali e popolari usati nelluomo e negli animali per centinaia di anni sono stati recentemente testati su precisi modelli sperimentali in
animali. In questo modo sono stati identificati i principi attivi di piante medicinali e di prodotti animali. Molti farmaci allopatici di uso corrente sono stati
scoperti grazie a intensive ricerche e screening su modelli animali. Una volta
che un composto ha superato i test animali, pu essere sperimentato sulluomo.
Solo dopo lesecuzione di studi preliminari eseguiti sulluomo con effetto positivo, il farmaco pu essere commercializzato per luso generale.
In omeopatia, il sistema esattamente opposto, cio si iniziato con la sperimentazione sulluomo per passare solo in tempi pi recenti a quella animale.
Poich i rimedi dinamizzati sono altamente diluiti e sono usati in dosi molto
piccole, finora non sono state imposte particolare restrizioni alluso umano dei
medicamenti omeopatici. Di fatto, queste medicine sono state usate per malattie umane da 200 anni. Oggi, comunque, sono stati iniziati numerosi studi su
animali per provare la loro efficacia e comprenderne il meccanismo dazione.10

2.2.1. Effetti biologici su animali e uccelli


Le medicine omeopatiche vengono usate da molto tempo per il trattamento di
malattie degli animali domestici.
Infatti, Caulophyllum, somministrato a maiali di allevamenti, ha prevenuto la
morte precoce del feto (Dey, 1984).
Microdosi di Arsenicum album hanno facilitato lescrezione dello stesso metallo nelle urine e nelle feci di ratto (Cazin et al., 1987).
Zincum metallicum 12x ha modulato il rilascio di istamina dalle mastcellule
stimolate di ratto (Harisch e Kretschmer, 1988).
Silicea 6ch e 10ch ha stimolato il rilascio di PAF (Platelet-Activating Factor)
da macrofagi peritoneali di topo (Davenas et al., 1987).
Piccole dosi di Interferone hanno mostrato unattivit immunomodulatrice su
linfociti B e T del topo (Daurat et al., 1988).
Alte diluizioni di sostanze endogene come la Timulina, un ormone estratto
dal timo, e la Bursina, estratta dalla borsa di Fabrizio delluccello, hanno pro-

10

noto che molti sollevano obiezioni nei confronti delle pratiche di sperimentazione su
animali. LEditore ed il Traduttore rispettano tale sensibilit sul piano etico e concordano
con la necessit di ridurre al minimo, nella ricerca biomedica, luso di modelli animali,
limitandoli ai test indispensabili e insostituibili. Per quello che si pu desumere dai lavori qui
riportati, essi paiono eseguiti secondo i metodi convenzionali e le norme condivise di buona
pratica di laboratorio.

48

CAPITOLO 2

dotto immunomodulazione rispettivamente nel topo e nei polli borsectomizzati


(Bastide e Boutard, 1998).
Alte diluizioni di Silicea hanno accelerato la guarigione su modelli sperimentali di lesioni da perforazione dellorecchio del topo (Oberbaum et al., 1998).
Alte diluizioni di Caffeina e di Adenina hanno prevenuto gli effetti teratogeni
indotti da alte dosi delle stesse sostanze somministrate in dosi ponderali nel topo (Taddei-Ferretti e Cotugno, 1998).
Burlakova (1998) ha osservato effetti di alte diluizioni di varie sostanze biologicamente attive a livello di organismi, cellule e macromolecole su piante e
su animali. LAutore ha affermato che questi effetti non potevano essere dovuti
ad alcuna sostanza contenuta in dosi ponderali nelle soluzioni usate.
a) Modello di catalessi
Nel nostro gruppo di ricerca abbiamo messo a punto un modello animale, senza
pratiche di vivisezione, con cui siamo riusciti a dimostrare gli effetti biologici
di medicinali dinamizzati come Agaricus muscarius, Graphites, Cannabis indica e Gelsemium alla 30a e 200a potenza (Sukul et al., 1986). Questi medicamenti hanno modificato significativamente la catalessi indotta nei ratti dalla restrizione del movimento. La catalessi uno stato transitorio di immobilit in
cui gli animali non riescono a correggere la loro postura a partire da una posizione anormale. Essa pu essere indotta da una restrizione del movimento o da
dei farmaci. un fenomeno dovuto ad una funzione del sistema nervoso centrale che coinvolge molti sistemi di neurotrasmettitori (Sanberg, 1980, Hartgraves e Kelly, 1984; Klemm 1983, 1985; Sukul et al., 1988; Zarrindast e Habibi-Moini, 1991). Nel Repertorio omeopatico di Kent, sotto la rubrica catalessi sono elencati molti rimedi omeopatici (Kent, 1911). Noi abbiamo migliorato la tecnica per ottenere la catalessi ed abbiamo osservato che Agaricus
muscarius dinamizzato pu influenzare significativamente la catalessi nel topo
albino, in cui stata indotta da alcune manipolazioni dei neurotrasmettitori. In
particolare, Agaricus muscarius 30ch ha soppresso la catalessi indotta
dallaloperidolo (5 mg/kg i.p.), antagonista dei recettori della dopamina (DA).
Tuttavia, Agaricus muscarius ha favorito lo sviluppo della catalessi quando
stato somministrato insieme allapomorfina (5 mg/kg), agonista della DA, ed
alla bromocriptina, agonista dei recettori D2. Mentre lapomorfina non produce
catalessi da sola, la bromocriptina produce una leggera catalessi (Sukul e
Klemm, 1988).
Questo un buon modello, ma si deve prestare molta attenzione a che gli
animali non siano stressati prima di iniziare un esperimento. I risultati nel loro
insieme, mostrano che le potenze omeopatiche possono interagire con i farmaci
neurotrasmettitori.

EVIDENZE DI EFFETTI DELLE ALTE DILUIZIONI

49

Efficacia dellomeopatia per via orale


Abbiamo inoltre osservato che Agaricus muscarius 30ch pu reversibilizzare la
catalessi da aloperidolo solo quando viene somministrato per via orale (Sukul,
1995). Agaricus muscarius 30ch ha anche soppresso la catalessi del topo indotta da agonisti adrenergici come la fenilefrina, un agonista alfa1 (2 mg/kg i.p.), e
la clonidina, un agonista alfa2 (1 mg/kg i.p.). Anche in questi esperimenti, Agaricus muscarius si rivelato efficace solo se somministrato per via orale e non
per via intraperitoneale (Ghosh et al., 1997). Tali risultati suggeriscono che
leffetto delle potenze omeopatiche potrebbe essere mediato da recettori presenti sulla mucosa orale.
Prove di dose-effetto ed efficacia della succussione
Se Agaricus muscarius 30ch ulteriormente diluito con etanolo 90% senza alcuna agitazione meccanica (dinamizzazione) pu essere ugualmente efficace
nel ridurre la catalessi da aloperidolo fino alla diluizione di 1:20.000. Diluizioni pi alte come 1:40.000 e 1:50.000 non hanno prodotto alcun effetto anticatalettico. Tuttavia, la diluizione 1:50.000 poteva essere resa efficace dopo un
trattamento con succussione, in questo caso prodotta mediante sonicazione.
Leffetto anti-catalettico in questi esperimenti fu osservato quando Agaricus
muscarius era somministrato o prima o immediatamente dopo laloperidolo
(Sukul et al., 1996). Ci mostra che c un limite di diluizione di una potenza
omeopatica e che lagitazione meccanica gioca un ruolo nel mantenere
lefficacia di un rimedio diluito.
In un recente studio abbiamo osservato che anche la semplice diluizione seriale, con solo mescolamento della soluzione senza agitazione meccanica, potrebbe produrre una potenza omeopatica efficace, ma in quei casi la diluizione
era al massimo di 1:100 in ciascun passaggio successivo. Passaggi seriali con
diluizioni di volta in volta pi alte richiedevano agitazione meccanica per essere efficaci.
b) Modello del riflesso di raddrizzamento
Oltre al modello della catalessi, abbiamo sviluppato altri modelli di valutazione
degli effetti dei medicinali omeopatici in animali trattati con etanolo. Si sa che
le persone ubriache camminano oscillando da una parte allaltra per la perdita
dei riflessi di una normale postura. Mediante i riflessi di raddrizzamento, gli
animali recuperano e mantengono la normale postura eretta operando una serie
di risposte integrate soprattutto a livello del mesencefalo (Ganong, 1989).
Letanolo pu indurre la perdita del riflesso di raddrizzamento nel topo, effetto
che pu essere misurato come tempo che lanimale trascorre come fosse addormentato (Draski et al., 1992; Reeve et al., 1992): per la perdita del riflesso

50

CAPITOLO 2

di raddrizzamento dovuto allingestione di etanolo, gli animali, posti in posizione distesa, non si muovono ma stanno inerti, come se stessero dormendo.
Nux vomica un medicinale omeopatico tradizionalmente conosciuto come
efficace per curare gli effetti dellalcolismo (Kent, 1911; Boericke, 1927). Noi
(Sukul et al., 1999) abbiamo osservato che Nux vomica 30ch, somministrata
per via orale, riduce significativamente il tempo di sonno indotto dalletanolo
nel topo albino. I topi ricevevano per via intraperitoneale una soluzione al 25%
di etanolo, nella quantit di 4 grammi per chilo di peso corporeo, sei ore dopo
il trattamento con Nux vomica 30ch. Questo semplice modello pu essere facilmente testato in qualsiasi laboratorio.

Etanolo in fase idroalcoolica come mezzo efficace


Nel nostro laboratorio abbiamo preparato Nux vomica 30ch, partendo da un
estratto etanolico dei semi di Strichnos Nux vomica L. Abbiamo usato il 90% di
etanolo per preparare le successive diluizioni della tintura madre di Nux vomica. In questo caso, invece della succussione manuale abbiamo dinamizzato ciascuna diluizione per sonicazione a 20 kHz per 30 secondi. Oltre che con il 90%
di etanolo, abbiamo preparato Nux vomica 30ch usando altri diluenti, come
etanolo puro ed acqua pura. In questa serie di esperimenti, abbiamo osservato
che il mezzo pi efficace era etanolo in fase idroalcoolica, mentre n letanolo
puro, n lacqua pura erano in grado di produrre una potenza di Nux vomica efficace a dimostrare leffetto anti-ipnotico nel topo albino (Sukul et al., 1999a).
Questo esperimento mostra quindi che letanolo in fase idroalcoolica il
mezzo migliore per la preparazione di una efficace potenza omeopatica.
Va comunque tenuto presente che, poich le medicine dinamizzate erano
stoccate nel laboratorio per almeno sei mesi prima di testarle su animali, possibile che le preparazioni dacqua pura possano avere perso la loro efficacia
durante lo stoccaggio. Questo esperimento, perci, dovrebbe essere confermato
con altri modelli. Comunque, i risultati sono importanti in relazione alle ipotesi
sulla base fisica di una potenza omeopatica.
2.2.2. Effetti biologici su anfibi
Il rospo viene comunemente utilizzato come animale di laboratorio, soprattutto
per esperimenti biologici e farmacologici. Noi abbiamo condotto degli esperimenti sul rospo, usato come un possibile modello animale per dimostrare gli
effetti biologici delle potenze omeopatiche.
a) Rospi giovani
In una prima serie di esperimenti, giovani rospi (Bufo melanosticus) del peso di
0.03-0.22 g, venivano testati per la perdita del riflesso di raddrizzamento indot-

EVIDENZE DI EFFETTI DELLE ALTE DILUIZIONI

51

to da etanolo in presenza o in assenza di Nux vomica 30ch. In questo caso, Nux


vomica 30ch era preparata con etanolo 90%, etanolo puro, acqua pura o lattosio. Le preparazioni in lattosio erano fatte per triturazione. Soluzioni di controllo erano costituite dallo stesso solvente, diluito in 30 passaggi seriali, seguiti da
sonicazione, per senza ovviamente usare la tintura madre di Nux vomica nel
primo passaggio. I controlli per le potenze solide erano preparati con triturazione di lattosio senza la tintura madre di Nux vomica nel primo passaggio.
I medicamenti o i rispettivi controlli erano diluiti con acqua distillata ed i
piccoli rospi erano esposti a tale miscela in immersione per cinque minuti. Il
trattamento era ripetuto due volte al giorno per tre giorni consecutivi. Il quarto
giorno gli animali erano esposti ad una soluzione 209 mM di etanolo con immersione parziale. Ogni dieci minuti, gli animali erano momentaneamente rimossi dal bagno etanolico e posti in posizione supina su di una superficie piana
ed asciutta. Lincapacit di recuperare la posizione nomale (dorso in alto) entro
60 secondi veniva considerata come perdita del riflesso di raddrizzamento. I risultati hanno mostrato che nei rospi trattati con Nux vomica 30ch, preparata
con etanolo 90%, ci voleva un tempo significativamente pi lungo prima che
andasse perso il riflesso di raddrizzamento rispetto ai rospi trattati con la sola
soluzione di controllo (Fig. 1).
Nux vomica 30ch preparata con altri solventi non mostr alcun effetto sullo
stesso modello sperimentale, se confrontata con il controllo. Tali esperimenti
mostrano nuovamente che letanolo in fase idroalcoolica il solvente adatto
per la preparazione di una potenza omeopatica (Sukul et al., 1997). opportuno segnalare che anche in questo caso le potenze omeopatiche erano state stoccate per alcuni mesi prima di essere utilizzate per gli esperimenti.
b) Rospi adulti
Abbiamo fatto altri esperimenti usando rospi adulti della specie Bufo melanosticus trattati con Nux vomica 200ch e 1000ch per bocca (30 in ciascun gruppo). Sei ore dopo, gli animali ricevevano per via intraperitoneale uniniezione
di etanolo 25% alla dose di 8 g/kg di peso corporeo. Veniva quindi misurato il
tempo durante il quale gli animali restavano come addormentati: un metodo gi
menzionato negli esperimenti sui topi. I rospi trattati con le potenze di Nux vomica (sia la 200ch sia la 1000ch) recuperavano il riflesso di raddrizzamento pi
velocemente di quelli dei gruppi di controllo.

CAPITOLO 2

52

% degli anfibi che perdono il riflesso di raddrizzamento

Controllo

Nux vom 30

Tempo di esposizione in minuti

Fig. 1 - La perdita del riflesso di raddrizzamento durante lanestesia con etanolo 209
mM ridotta significativamente nei giovani rospi trattati con Nux vomica 30
ch preparata in etanolo 90% con sonicazione, rispetto ai controlli (p < 0.005,
test X2). Controlli: (); trattati (). N = 60 in entrambi i gruppi (riprodotta,
con autorizzazione, da Sukul et al.: Hydrated ethanol, the effective medium
for a homeopathic potency as tested by a new toad model. Indian J. Landscape Syst. Ecol. Stud. 1997; 20:155).

Questo mostra che i rospi adulti possono servire come buoni modelli animali
per dimostrare gli effetti biologici di una potenza omeopatica (Sukul et al.,
2000b; Sukul et al., 2000c). Abbiamo anche dimostrato che Nux vomica dinamizzata ha significativi effetti anti-alcolici, sia sugli anfibi sia sui mammiferi.

2.2.3. Effetti sullalcolismo cronico


Lalcolismo cronico un grande problema di salute in tutto il mondo e
lomeopatia ha alcuni rimedi efficaci per curare questa condizione. Noi abbiamo testato la Nux vomica, che uno di questi rimedi, per valutare i suoi effetti
anti-alcolici sui ratti.

EVIDENZE DI EFFETTI DELLE ALTE DILUIZIONI

53

a) Consumo di etanolo
Alcuni ratti del ceppo Charles Foster erano lasciati nuotare in una bacinella di
plastica con acqua profonda 20 centimetri. Essi nuotavano vivacemente, fermandosi di tanto in tanto. In ogni test veniva registrato il periodo di immobilizzazione in cui il ratto non nuotava ma sporgeva la testa sulla superficie
dellacqua. I ratti che erano caratterizzati da una motilit pi elevata avevano
periodi di immobilizzazione complessivamente inferiori a 130 secondi, mentre
quelli meno attivi avevano periodi maggiori di 300 secondi. In questo modello,
la durata dellimmobilizzazione direttamente proporzionale ad uno stato simil-depressivo.
In una popolazione casuale di ratti, il consumo di etanolo varia notevolmente;
quindi, soltanto i ratti potenzialmente alcolisti furono utilizzati per questi esperimenti sul consumo di alcol. Si sa che sono i ratti meno attivi quelli pi soggetti allalcolismo (Paul et al., 1992). Questi ratti furono selezionati per dei test
di consumo delletanolo. A questi ratti fu somministrata una bevanda al 20% di
etanolo per dieci giorni, quindi veniva data loro la possibilit di bere sia etanolo 20% sia acqua, a scelta in due diverse bottiglie. I ratti erano quindi trattati
oralmente con Nux vomica 30ch o Nux vomica 1000ch. Mentre Nux vomica
1000ch fu preparata mediante il solito processo di succussione, Nux vomica
30ch fu preparata con sonicazione. A un gruppo di ratti fu anche somministrata
Nux vomica 30ch mediante la via intraperitoneale e un altro gruppo serv come
controllo non trattato. Mentre Nux vomica 1000ch fu somministrata alla posologia di una dose al giorno, Nux vomica 30ch fu data alla posologia di una dose
ogni 15 giorni. I trattamenti ed i test giornalieri del consumo di etanolo e
dacqua furono continuati per un mese. Sia Nux vomica 30ch sia Nux vomica
1000ch ridussero significativamente il consumo di etanolo rispetto ai ratti non
trattati. Tuttavia, Nux vomica 30ch somministrata per via intraperitoneale non
diede alcun effetto, rispetto al controllo. Nux vomica 30ch (orale) fu un po pi
efficace di Nux vomica 1000ch (Fig. 2).

CAPITOLO 2

% di ingestione di soluzione alcolica rispetto a acqua

54

Controllo
2a dose

Nux vom 30s (i.p.)


Nux vom 1000 (orale)
Nux vom 30s (orale)

Giorni di osservazione

Fig. 2 - Effetti di Nux vomica dinamizzata sullassunzione di etanolo in ratti albini. Nux
vomica 30ch, preparata con sonicazione e somministrata per via orale una
volta ogni 15 giorni, ha ridotto il consumo di etanolo. Nux vomica 1000ch,
preparata con succussione e somministrata una volta al giorno, ha ugualmente ridotto il consumo di etanolo rispetto ai controlli. Nux vomica 30ch, preparata con sonicazione e data per via intraperitoneale (i.p.), non ha mostrato alcun significativo effetto rispetto ai controlli (riprodotta, con autorizzazione,
da Sukul et al.: High dilution effects of Strychnos Nux vomica L on hypothalamic neurons and adrenergic nerve endings of alcoholic rats. In: High dilution effects on cells and integrated systems. C. Taddei Ferretti, P. Marotta [editors]. Copyright 1998 by World Scientific Publishing Co Pte Ltd).

Questo esperimento potrebbe suggerire che la sonicazione sia un buon mezzo


per dinamizzare i medicinali omeopatici e mostra ancora una volta che la via
orale una via efficace per lazione di una potenza omeopatica. Probabilmente
ci sono dei recettori orali che mediano lazione della potenza omeopatica
nellorganismo (Sukul et al., 1998).

EVIDENZE DI EFFETTI DELLE ALTE DILUIZIONI

55

In un altro esperimento abbiamo osservato che il consumo alcolico nei ratti


ridotto significativamente sia da Nux vomica 30ch sia da Nux vomica TM (Sukul et al., 2000a).
b) Neuropatia alcolica
noto che lalcolismo cronico pu causare disfunzione del sistema nervoso autonomo e una neuropatia periferica. Nei pazienti con neuropatia alcolica riportata una degenerazione del nervo vago e dei nervi simpatici. In un modello
sperimentale su ratto (Ferreira et al., 1975), il consumo prolungato di rhum
(contenente etanolo 40%) ha causato gravi lesioni degenerative nei plessi nervosi adrenergici delle valvole atrioventricolari. Noi abbiamo fatto un esperimento per vedere se Nux vomica 30ch, preparata con sonicazione, poteva curare la neuropatia alcolica periferica nei ratti.
In questo esperimento, ai ratti veniva somministrata una dieta normale ma,
per due mesi, essi potevano bere solo etanolo 20%. Di seguito, gli animali furono trattati con Nux vomica 30ch, una dose ogni 15 giorni per quattro mesi.
Durante tutto il periodo di trattamento, i ratti erano tenuti in gabbie con la possibilit di bere da due bottiglie: una contenente etanolo 20% e laltra contenente acqua potabile. Il consumo giornaliero di etanolo e dacqua veniva registrato
per ciascun ratto per tutto il periodo di sei mesi durante i quali durato
lesperimento. Oltre ai gruppi di ratti trattati e non trattati con il rimedio omeopatico, ai quali veniva somministrato letanolo, cera anche un gruppo senza
etanolo. Dopo sei mesi, tutti i ratti sono stati sacrificati e sono state esaminate
le loro valvole atrioventricolari per la presenza di cambiamenti degenerativi dei
plessi nervosi adrenergici. Tali degenerazioni sono state riscontrate nei ratti a
cui era stata somministrata la dieta alcolica e non erano stati trattati con il medicinale omeopatico. Il trattamento omeopatico, infatti, aveva ridotto il consumo di etanolo ed ha portato ad una notevole rigenerazione delle terminazioni
nervose che precedentemente erano degenerate per la somministrazione di etanolo.
Questo esperimento mostra che una potenza omeopatica pu produrre dei
miglioramenti sintomatologici e dei cambiamenti anatomici obiettivabili (Sukul et al., 1998).

2.2.4. Effetti su malattie infettive e parassitarie


Oltre alle malattie dovute a disordini metabolici ed immunologici, a traumi o a
sostanze tossiche, anche le malattie causate da parassiti o altri germi patogeni
sono state trattate efficacemente con le medicine omeopatiche. stato riportato
che le epidemie di colera in Europa furono contrastate efficacemente dalla me-

56

CAPITOLO 2

dicina omeopatica (Leary, 1994). In quel caso particolare, ci si riferiva alle


grandi epidemie del 1854. Comunque, alcuni potrebbero obiettare che quei risultati potrebbero non essere del tutto attendibili, perch le moderne tecniche
epidemiologiche a quel tempo non erano ancora disponibili e non furono condotti studi con adeguati controlli e con placebo. Per questo sono particolarmente utili e dimostrativi gli attuali esperimenti condotti su animali.
In una clinica veterinaria tedesca, stato testato Abrotanum 1x su 27 cani e
26 gatti affetti da nematodi intestinali ed i risultati sono stati positivi (Krause,
1993). Inoltre, alcuni rimedi omeopatici hanno mostrato effetti antivirali sulle
malattie dellembrione di pollo (Singh e Gupta, 1985).
La trichinosi (o trichinellosi) una malattia causata nelluomo da un parassita
nematode: la Trichinella spiralis. I parassiti adulti infettano anche ratti, topi,
animali selvatici, maiali, ecc. Linfezione umana deriva soprattutto
dallalimentazione con carne di maiale poco cotta e contenente le cisti della
Trichinella. Non ci sono rimedi efficaci per leliminazione della Trichinella
spiralis dallospite; il tiabendazolo (3 g/die per cinque giorni) pu ridurre alcuni sintomi, ma non eliminare le cisti dai muscoli (Webster, 1991). Noi abbiamo
condotto un esperimento sul topo albino inoculato con Trichinella spiralis. I
topi venivano anche trattati con idrocortisone, un immunosoppressore, per aumentare e diffondere linfezione. Trenta giorni dopo linoculazione, i topi di un
gruppo furono trattati con Cina 1M per tre giorni seguita da Calcarea fluorica
CM. Cera un altro gruppo di animali in cui veniva dato, come secondo medicamento, Thuja occidentalis CM. Calcarea fluorica e Thuja occidentalis furono usate perch la trichinosi provoca delle cisti nei muscoli. Cina fu usata sin
dallinizio perch la causa che provoca la cisti un parassita di forma rotonda.
Le densit delle larve nei muscoli furono determinate nei giorni 10, 17 e 24
dopo lultimo giorno di terapia, sacrificando 6 topi per ciascun gruppo. I controlli non trattati mostrarono un aumento della densit delle larve rispetto al periodo prima del trattamento di +14.79%. Le terapie ridussero significativamente le densit delle larve nei muscoli dei topi quando confrontati con i controlli
(-40.97% e -62.62% rispettivamente per Cina+Calcarea fluorica e Cina+Thuja
occidentalis). Leffetto terapeutico stato attribuito alla reazione immunologica specifica ed aspecifica del topo, promossa dalla sostanza dinamizzata.
Riteniamo che lazione del rimedio omeopatico sia mediata dal sistema nervoso centrale che, a sua volta, attiva le risposte infiammatorie aspecifiche e generalizzate capaci di contrastare linvasione del parassita. Poich i rimedi erano
somministrati per via orale, essi potrebbero aver agito mediante le vie afferenti
dalla cavit orale alla corteccia, che passano attraverso il nucleo del tratto solitario ed il talamo. Nella corteccia, il messaggio potrebbe essere elaborato e trasformato in un segnale in uscita, che a sua volta pu influenzare le funzioni del
sistema immunitario, tra cui plausibilmente la citotossicit cellulo-mediata an-

EVIDENZE DI EFFETTI DELLE ALTE DILUIZIONI

57

ticorpo-dipendente (ADCC)11, la quale potrebbe distruggere, almeno parzialmente, la Trichinella spiralis. Vi sono molte evidenze che i meccanismi orali
influenzano le risposte immunitarie e linfiammazione (Barnes, 1994; Roitt et
al., 1993; Libert, 2003; Wang et al., 2003).
Anche il rilascio di istamina dalle mastcellule influenzato dai neurotrasmettitori. I topi sani hanno mastcellule e basofili con IgE legate ai recettori di
membrana. Il legame di antigeni a tali IgE attiva la degranulazione delle mastcellule, un fenomeno che gioca un ruolo importante nelleliminazione degli
elminti (Foreman, 1994). Questo potrebbe quindi essere il possibile meccanismo per cui i medicamenti dinamizzati riducono linfezione da Trichinella spiralis nel topo (Sukul, 1997). Recentemente abbiamo riprodotto lo stesso lavoro
con simili risultati.
La Dirofilaria immitis un nematode (microfilaria) capace di parassitare
laorta dei cani. I cani infetti hanno la microfilaria nelle sangue ed il numero di
parassiti pu essere contato al microscopio. Poich Cina usata in generale per
le infezioni da vermi, abbiamo provato questo rimedio per il trattamento della
dirofilariasi canina. Cina un rimedio omeopatico estratto dalle cime fiorite
della pianta Artemisia nilagirica. Nei nostri studi abbiamo usato la tintura madre di Cina e le sue due potenze Cina 200ch e Cina 1000ch. Il trattamento dei
cani (4 per ciascun gruppo) si protratto per 30 giorni. La dose giornaliera di
ciascuna potenza era di 0.1 ml per cane. Nel caso della tintura madre, essa fu
lasciata evaporare ed il residuo somministrato oralmente alla concentrazione di
10 mg/kg/die per i primi 15 giorni e 20 mg/kg/die per i successivi 15 giorni.
Le preparazioni di Cina TM, Cina 200ch e Cina 1000ch hanno ridotto la microfilariasi nei cani del 78.38%, 63.06% e 71.40% rispettivamente (Sukul et
al., 1999b). Si sa che le larve di filaria causano immunosoppressione (Ottesen,
1980). quindi possibile che Cina dinamizzata abbia rimosso tale immunosoppressione e indotto una vigorosa risposta immunitaria dellospite verso il
parassita, fino ad eliminare la microfilaria dal sangue (Sukul et al., 1999).
In un altro esperimento su cani microfilaremici, abbiamo dato Cina 30ch preparata con successive diluizioni e sonicazione (20 kHz per 30 secondi in ciascun passaggio). Il trattamento continu per 30 giorni ed i cani furono seguiti
per 120 giorni con test ogni 15 giorni. Si osserv una marcata riduzione della
conta di microfilarie fino ad un massimo del 93% (Fig. 3) (Sukul et al., 2000).

11

ADCC: Antigen Dependent Cell mediated Cytotoxicity.

58

CAPITOLO 2

% di cambiamento della densit di microfilarie

Controllo

Cina 30c
Periodo di trattamento

Giorni di campionamento

Fig. 3 - Variazione della percentuale media di densit delle microfilarie nel sangue di
cani non trattati () e trattati () per un periodo di 120 giorni. Cani (n = 4)
infetti naturalmente con Dirofilaria immitis erano trattati con Cina 30ch: una
dose al giorno per 30 giorni. Altri 4 cani servivano come controlli. La densit
di microfilarie al giorno 0 posta come standard. La barra orizzontale vicino
allasse delle ascisse indica il periodo di trattamento. Il sangue fu testato ogni
15 giorni (riprodotta, con autorizzazione, da Sukul et al.: Antifilarial effects
of Artemisia nilagirica at an ultra high dilution on canine dirofilarialis. In:
Waste Recycling and Resource Management in the Developing World. BB Jana,
RD Banerjee, B Guterstam, J Heeb [editors]. Copyright 2000 by University
of Kalyani, India and International Engineering Society, Svizzera).

2.2.5. Studi elettrofisiologici


Nei precedenti paragrafi abbiamo visto che gli effetti biologici dei rimedi
omeopatici si manifestano dopo intervalli di tempo che possono variare da poche ore a diversi giorni. Secondo la nostra ipotesi, le potenze omeopatiche negli animali agiscono attraverso il sistema nervoso. Le informazioni farmacologiche sarebbero convogliate al cervello dalle afferenze orali sensitive, mentre
gli effetti clinici sarebbero mediati dal sistema nervoso autonomo (Sukul,
1997).

EVIDENZE DI EFFETTI DELLE ALTE DILUIZIONI

59

Poich le funzioni autonome sono controllate centralmente nellipotalamo,


potremmo aspettarci dei cambiamenti nellattivit elettrica dei neuroni ipotalamici immediatamente dopo che un rimedio omeopatico venga posto sulla
mucosa orale. Per verificare queste idee abbiamo effettuato una serie di esperimenti.
a) Neuroni ipotalamici laterali del gatto
In questo esperimento, nove gatti di entrambi i sessi furono anestetizzati con
uretano e fissati su una tavola stereotassica. Scariche elettriche di singole unit
nervose erano registrate con un elettrodo a tungsteno (1.5 micrometri di diametro, resistenza 2-3 m) dai neuroni ipotalamici laterali (LHA)12. Dopo una registrazione delle attivit di fondo del neurone per 10 minuti, veniva applicata
una soluzione di controllo ed era registrata lattivit neuronale per altri 10 minuti. Il medicamento veniva quindi somministrato per via orale e lattivit neuronale era registrata per altri 15-20 minuti, poi il medicamento veniva ripetuto
ancora una volta e la registrazione protratta per lo stesso periodo. Abbiamo
usato tre rimedi omeopatici: Arnica montana 30ch, Hypericum perforatum
200ch ed Arsenicum album 30ch.
Arnica montana un rimedio usato normalmente per i traumi, Hypericum
perforatum per una ferita da arma appuntita che tocca i nervi ed Arsenicum album per alcuni effetti tossici dei farmaci. Infatti, gli animali usati nei test di laboratorio subivano traumi e ferite appuntite quando la calotta cranica era esposta agli elettrodi infissi nel cervello. Inoltre, gli animali erano anestetizzati, cosa che si potrebbe considerare come un effetto di tossicit farmacologica.
I risultati sono riportati in Fig. 4. Lattivit elettrica era registrata dai neuroni
dellarea LHA del lato destro e sinistro negli animali, trattati con Arnica montana 30ch. Questo medicamento ha prodotto una significativa riduzione della
frequenza di scarica di 5 neuroni. Tale effetto durato da 1.5 a 7 minuti ed
aveva un periodo di latenza che variava da 30 secondi a 60 minuti. In un neurone, la frequenza di scarica aumentata entro 30 secondi dalla somministrazione del rimedio e leffetto durato tre minuti. Tre neuroni del lato sinistro ed
un neurone del lato destro non hanno mostrato alcun cambiamento nella frequenza di scarica a seguito della somministrazione di Arnica montana 30ch.

12

LHA: Lateral Hypothalamic Area.

60

CAPITOLO 2

Arnica 30

Impulsi/10 sec.

Iperico 200

Arsenico 30

Tempo (min)

Fig. 4 - Effetti inibitori di Arnica montana 30ch e Hypericum perforatum 200ch ed effetti eccitatori di Arsenicum album 30 sullarea ipotalamica laterale di neuroni
di ratti. Le frecce indicano il tempo di applicazione dei rimedi omeopatici sulla lingua degli animali di laboratorio (riprodotta, con autorizzazione, da Sukul et al.: Neuronal activity in the lateral hypothalamus of the cat and the
medial frontal cortex of the rat in response to homeopathic drugs. Indian Biologist 1991;23:19).

Hypericum perforatum 200ch ha prodotto un calo nella frequenza di scarica


in quasi tutti i neuroni (eccetto uno) e gli effetti sono durati da 3 a 14 minuti
con un periodo di latenza tra 10 secondi e 6 minuti.
Arsenicum album 30ch ha prodotto un istantaneo aumento nella frequenza di
scarica di 5 neuroni (latenza che andava da 1 secondo fino a 1 minuto), ma
leffetto era transitorio (da 50 secondi a 1 minuto). In un neurone tale rimedio
ha prodotto un calo nella frequenza di scarica dopo la seconda applicazione, effetto che durato per 30 secondi con una latenza di un minuto. Un neurone non
ha risposto ad Arsenicum album 30ch (Sukul et al., 1991).

EVIDENZE DI EFFETTI DELLE ALTE DILUIZIONI

61

b) Neuroni corticali dellarea frontale media di ratto


In ratti maschi albini fu inserito un microelettrodo di argento rivestito di vetro
(diametro 3.5 micrometri, resistenza 1.5-2.5 m) nellarea frontale media. Tale
elettrodo, montato su un micromanipolatore, fu fissato sulla superficie del cranio con resina acrilica, in modo che il micromanipolatore rimanesse disponibile
per essere utilizzato. La registrazione elettrofisiologica, iniziata quattro giorni
dopo loperazione, cio quando era finito leffetto dellanestesia ed il ratto si
comportava normalmente, veniva continuata per diversi giorni. Dopo lultima
sessione di registrazioni, lanimale veniva sacrificato ed il cervello era esaminato istologicamente.
Con questo tipo di esperimento s pu evitare linterferenza dellanestesia sui
test farmacologici e si pu studiare il ratto da sveglio. Le soluzioni di controllo
ed i medicamenti erano somministrati per via orale.
Su questo modello, Arnica montana 30ch ha prodotto un abbassamento nella
frequenza di scarica dei neuroni e leffetto durato per pi di 20 minuti con
una latenza che andava da 1.5 fino a 6 minuti. In un neurone la risposta stata
evidenziabile solo dopo la seconda applicazione del rimedio. Arnica montana
30ch ha prodotto un aumento nella frequenza di scarica in un solo neurone, con
1.5 minuti di latenza e con un effetto durato due minuti.
Hypericum perforatum 200ch ha prodotto un calo nella frequenza di scarica
in 5 neuroni e leffetto durato da 1.5 a 14 minuti con una latenza che andava
da 1 secondo fino a 2 minuti. In due neuroni vi stato un transitorio aumento
della frequenza seguito dalla sua inibizione. In un solo neurone vi stato un
aumento nella frequenza di scarica entro 2 minuti dalla somministrazione del
rimedio e leffetto durato 11 minuti.
Arsenicum album 30ch ha prodotto un marcato aumento nella frequenza di
scarica in tutti i neuroni entro 1 secondo e leffetto durato 20 secondi.
In tutti i casi le soluzioni di controllo non hanno mostrato alcun cambiamento
nella frequenza di scarica (Sukul et al., 1991).
Negli esperimenti menzionati osserviamo che lazione delle potenze omeopatiche inizia entro pochi secondi fino ad un massimo di pochi minuti dalla loro
assunzione. Lo stesso rimedio pu produrre effetti inibitori ed eccitatori in differenti neuroni. Alcuni neuroni possono anche essere totalmente non responsivi
ad un medicamento.
evidente che i medicamenti omeopatici svolgono il loro effetto attraverso
recettori orali. Sappiamo comunque che leffetto terapeutico finale di una qualsiasi sostanza medicamentosa dipende ovviamente dalla interazione di differenti neuroni in differenti aree del cervello.

62

CAPITOLO 2

c) Risposte neuronali ipotalamiche a Nux vomica in ratti alcolisti


In un altro esperimento, abbiamo esaminato le risposte dei neuroni ipotalamici
di ratti dopo lassunzione di Nux vomica dinamizzata. I ratti usati nei test elettrofisiologici appartenevano al ceppo Charles Foster.
Un gruppo di 15 ratti ha ricevuto come bevanda etanolo 20% nella quantit di
1.5 ml/kg di peso corporeo per 7 giorni. Essi ricevevano inoltre cibo ed acqua
ad libitum. Allo scadere dei 7 giorni, era registrata lattivit neuronale nellarea
ipotalamica laterale (LHA) di questi ratti, in risposta a etanolo 20%, acqua distillata, Nux vomica 200ch e Nux vomica 1000ch.13 Le soluzioni di rimedi
omeopatici e quelle di controllo erano poste sulla lingua dei ratti e veniva registrato il cambiamento bioelettrico rispettivo. In 7 ratti era registrata lattivit
totale di tipo elettrico nella LHA, mentre in altri 7 ratti era registrata lattivit
di singoli neuroni della stessa area. Nel caso dellattivit totale, fu scelto di
considerare una scarica di ampiezza prefissata e di registrare la sua frequenza
per 20 secondi. Nel caso della misurazione di una singola unit neuronale, furono contati gli impulsi prodotti in 20 secondi. Dopo ciascun esperimento, il
ratto era sacrificato e perfuso, attraverso il ventricolo sinistro del cuore, con
una soluzione salina contenente formalina al 10%, cosicch il sito di registrazione poteva essere esaminato istologicamente.
In questo modello sperimentale, Nux vomica 200ch e Nux vomica 1000ch
hanno aumentato le attivit neuronali nella LHA dei ratti alcolisti. Questo aumento di attivit neuronale stato pi pronunciato con Nux vomica 1000ch rispetto alla Nux vomica 200ch. Acqua distillata ed etanolo 20% hanno ridotto
lattivit neuronale nella LHA. Anche lapplicazione di Nux vomica in tintura
madre ha ridotto lattivit bioelettrica. Tale effetto dei rimedi omeopatici era
istantaneo, cio si manifestava in pochi secondi e durava da alcuni secondi ad
alcuni minuti (Paul et al., 1992; Sukul et al., 1998).
In questo esperimento, i ratti erano stati condizionati nel senso che avevano
ricevuto continuamente una bevanda contenente etanolo. Questo potrebbe essere il motivo per cui le risposte neuronali ai farmaci erano alquanto uniformi.
Infatti, Nux vomica 200ch e 1000ch era sempre eccitatoria, mentre etanolo
20%, acqua e Nux vomica TM erano sempre inibitori (Fig. 5). probabile che i

13

Dettagli nel testo originale: I ratti erano anestetizzati con paraldeide (1.28 mg/kg i.m.) e
posti su una tavola stereotassica. Sul cranio veniva praticato un foro in corrispondenza della
LHA con coordinate stereotassiche specifiche (Konig e Klippel, 1963) e veniva inserito un
elettrodo dargento rivestito in vetro (punta 0.5 mm, resistenza 0.002 ), fissato con resina
acrilica alla superficie del cranio e connesso ad un oscilloscopio (L&T Gould) e ad un
registratore con due canali (L&T) attraverso un preamplificatore (AK 100, Digitimer, UK), un
amplificatore e un filtro (Digitimer). Le scariche di singole unit della LHA erano registrate
per mezzo di un microelettrodo dargento rivestito in vetro (punta 3.5 micrometri in diametro,
resistenza 1.5-2.5 m).

EVIDENZE DI EFFETTI DELLE ALTE DILUIZIONI

63

neuroni di ratti alcolisti abbiano assunto uno stato fisiologico caratteristico e


che per questo motivo rispondevano in modo univoco agli stessi farmaci.
Si potrebbe speculare sul fatto che i neuroni, in uno stato di malattia, potrebbero andare incontro a cambiamenti specifici, cosicch divengono responsivi
ad un appropriato rimedio in modo non casuale. Tali cambiamenti si potrebbero manifestare anche nei sintomi della malattia. Nei nostri ratti stata indotta
unaumentata suscettibilit.
Le risposte elettrofisiologiche sembrano costituire dei processi olistici. Altri
Autori hanno osservato che uno stimolo applicato con medicinali omeopatici
evoca
una
risposta
amplificata
osservabile
sia
da
parte
dellelettrocardiogramma (ECG) che dellelettroencefalogramma (EEG), sia
nei ratti sia nelluomo (Torres, 2003).14
d) Risposte neuronali ipotalamiche al Natrum muriaticum in ratti tenuti a
dieta ipersalina
Nel nostro laboratorio, abbiamo condotto un altro esperimento con dei ratti
condizionati in un diverso modo e con rimedi appropriati. Ratti albini del ceppo Charles Foster erano tenuti in un regime dietetico contenente il 4% di sale
(cloruro di sodio) per 7 giorni. Essi furono poi anestetizzati e posti su una tavola stereotassica. Un microelettrodo dargento rivestito di vetro (punta 3.5 micrometri di diametro, resistenza 1.5-2.5 m) fu inserito nellarea ipotalamica
laterale e connesso ad un oscilloscopio mediante pre-amplificatore e filtro. Dopo aver registrato lattivit elettrica neuronale per 5 minuti su un registratore a
due canali, alcune gocce di Natrum muriaticum 30ch e Natrum muriaticum
200ch venivano versate sulla lingua dellanimale.
Natrum muriaticum 30ch ha prodotto una riduzione della frequenza di scarica
(-51.7% 12%, p<0.05) e leffetto durava da 4 a 57 minuti in vari esperimenti.
Una seconda applicazione di Natrum muriaticum 30ch ha prodotto una ulteriore riduzione di frequenza in tutti i sei esperimenti fatti.

14

Ancora pi recentemente un effetto elettrofisiologico dei medicinali omeopatici sul SNC


umano stato documentato in studi clinici controllati con placebo dal gruppo di Iris Bell
dellUniversit dellArizona: Bell IR, Lewis DA, Lewis SE, Schwartz GE, Brooks AJ, Scott A,
Baldwin CM. EEG alpha sensitization in individualized homeopathic treatment of
fibromyalgia, Int J Neurosci 2004;114:1195-1220; Bell IR, Lewis DA, Schwartz GE, Lewis
SE, Caspi O, Scott A, Brooks AJ, Baldwin CM. Electroencephalographic cordance patterns
distinguish exceptional clinical responders with fibromyalgia to individualized homeopathic
medicines, J Altern Complement Med 2004;10:285-299.

CAPITOLO 2

64

Numero di impulsi/20 secondi

H2O

H2O

H2O
Nux
Nux 200

Alcol
20%
Nux 1000
Nux 200

Nux 200
Nux 1000

Tempo (secondi)

Fig. 5 - Tracciati che mostrano leffetto eccitatore di Nux vomica 200ch e 1000ch e
leffetto inibitore dacqua distillata (H2O), Nux vomica in tintura madre (Nux
) ed etanolo 20%, applicati per via orale, su neuroni dellarea ipotalamica
laterale di ratti che avevano ricevuto come bevanda etanolo 20% nella dose di
15 ml/kg di peso corporeo nei precedenti 7 giorni. A e B: attivit totale; C: attivit di singola unit neuronale (riprodotta, con autorizzazione, da Sukul et
al.: High dilution effects of Strychnos nux vomica L on hypothalamic neurons
and adrenergic nerve endings of alcoholic rats. In: High dilution effects on
cells and integrated systems. C. Taddei Ferretti, P. Marotta [editors]. Copyright 1998 by World Scientific Publishing Co Pte Ltd).

Anche Natrum muriaticum 200ch ha prodotto un effetto inibitorio sui neuroni


LHA (Sukul et al., 1992). La somministrazione di soluzioni di controllo non ha
prodotto alcuna significativa variazione della frequenza di scarica. Lacqua distillata ha causato un effetto eccitatorio di circa il 160%.
Nei ratti con dieta ipersalina aumentava la sete e lingestione dacqua, in proporzione allosmolalit del plasma, che percepita dai recettori ipotalamici.
Lacqua distillata, che calma la sete, ha mostrato avere un effetto eccitatorio
sui neuroni dellarea LHA. Pertanto, si pu ipotizzare che le vie afferenti del
segnale prodotto dal rimedio dinamizzato e dallacqua distillata siano le seguenti: dai recettori orali attraverso il nervo glossofaringeo ed il vago, poi il
nucleo del tratto solitario, il lemnisco mediale del talamo e dal talamo
allipotalamo. Infine, gli impulsi raggiungono la regione associativa della cor-

EVIDENZE DI EFFETTI DELLE ALTE DILUIZIONI

65

teccia, dove vengono elaborati i comportamenti adattativi dellanimale. Il rimedio Natrum muriaticum, preparato con il sale di salgemma, appare contrastare il disordine fisiopatologico indotto dalleccessivo consumo di sale nella
dieta.
In un altro esperimento, abbiamo somministrato Natrum muriaticum 30ch,
una dose al giorno per 18 giorni, a dei ratti albini e li abbiamo poi testati in
modo da valutare leffetto di Phosphorus, un rimedio tradizionalmente considerato antidoto di Natrum muriaticum (Boericke, 1927). Natrum muriaticum
30ch ha causato una riduzione del 47% della frequenza di scarica dei neuroni
LHA dei ratti ed anche Phosphorus 200ch, applicato sulla lingua dei ratti pretrattati con Natrum muriaticum ed anestetizzati, ha causato una riduzione di
scarica (-53%) dei medesimi neuroni. Lacqua distillata, anche in questo caso,
ha prodotto un effetto eccitatorio (+83%) (Sinhababu et al., 1998).
Con questo esperimento si visto che i ratti trattati per 18 giorni con diluizioni omeopatiche di sale, si sono comportati come se fossero stati trattati con
dieta ipersalina. Probabilmente entrambi i trattamenti producono una riorganizzazione, centrale e periferica, del sistema recettoriale del gusto, che diviene
sensibile al trattamento con Natrum muriaticum dinamizzato. Gli esperimenti
sono stati condotti sia nel nostro laboratorio (Visva-Bharati), sia nel laboratorio
dellInstitute of Higher Nervous Activity dellUniversit di Leningrado.
e) Effetti sulla trasmissione sinaptica
I risultati degli esperimenti elettrofisiologici indicano che i neuroni ipotalamici
e corticali giocano un importante ruolo nel mediare lazione terapeutica dei rimedi omeopatici dinamizzati. Se lattivit elettrica dei neuroni ipotalamici va
incontro a cambiamenti dovuti allapplicazione di una potenza omeopatica,
probabile che anche la trasmissione sinaptica a livello dellarea ipotalamica laterale (LHA) vada incontro a qualche cambiamento. Questultimo tipo di cambiamenti dovrebbe essere evidenziabile a livello dei neurotrasmettitori e dei loro metaboliti ipotalamici. Infatti, questi fenomeni sono stati osservati
nellesperimento che ora descriviamo.
Abbiamo gi notato che Agaricus muscarius dinamizzato influenza la catalessi nel topo. Si sa gi che i neurotrasmettitori dopamina e serotonina sono
coinvolti in tale fenomeno di catalessi. Perci, abbiamo voluto studiare se una
potenza di Agaricus muscarius altera i livelli di dopamina (DA) e serotonina
(5-HT) o dei loro metaboliti nei topi. Questo esperimento stato condotto nel
laboratorio di neuroscienze e nel dipartimento di Medical Anatomy della Texas
A & M University (USA).
Agaricus muscarius 12ch stato somministrato per via orale a 6 topi (di 3035 g) alla dose di 3.1 ml/kg. La stessa quantit di soluzione di controllo, costituita da etanolo 90%, stata somministrata ad un altro gruppo di 6 topi. Sei ore

66

CAPITOLO 2

dopo la somministrazione del rimedio o del controllo, tutti i topi sono poi stati
sacrificati per decapitazione. Il cervello stato rapidamente rimosso, tenuto in
ghiaccio, e lipotalamo escisso per mezzo di un micromanipolatore, trasferito
in una provetta da centrifuga, pesato e congelato a -70C.

Gruppo
animale
Controlli:
Media
E.S.
Agaricus muscarius:
Media
E.S.
Valori T
Df = 10

Dopamina
(ng/g)

DOPAC
(ng/g)

5-HT
(ng/g)

5HIAA
(ng/g)

DOPAC/DA 5HIAA/HT

318.9
26.4

125.2
4.5

902.4
49.4

747.8
52.5

0.410
0.043

0.840
0.074

445.1
56.6
-2.02

191.1
28.7
-2.27*

926.3
31.2
-0.41

902.8
28.2
-2.60*

0.431
0.027
-0.42

0.979
0.039
-1.67

Tab. 1 - Aumento significativo (p<0.05, t-test) di acido diidrossifenilacetico (DOPAC) e


acido 5-idrossindolacetico (5-HIAA) nellipotalamo di topo a seguito del trattamento con Agaricus muscarius 12ch per via orale. Le concentrazioni di dopamina (DA) e di serotonina (5-HT), non sono cambiate significativamente. *:
variazioni statisticamente significative (riprodotta, con il permesso
dellAutore, da Sc. Cult. 56:134-135;1990).

I valori dei campioni sono stati calcolati per il loro contenuto di amine/grammo di peso umido del cervello.15 Il gruppo trattato ha mostrato un aumento statisticamente significativo (p<0.05) in DOPAC e 5-HIAA, mentre non
15

Dettagli nel testo originale: la massa ipotalamica umida variava da 7 a 12 mg nei controlli e
da 8.5 a 18 mg per il gruppo trattato. I livelli di dopamina (DA), serotonina (5-HT) e dei loro
metaboliti acido diidrossifenilacetico (DOPAC) e acido 5-idrossindolacetico (5-HIAA) sono
stati determinati mediante cromatografia HPLC, con un sensore elettrochimico.
Immediatamente prima dei dosaggi, ciascun campione era sonicato in acido perclorico
0.16% contenente uno standard interno. Il campione era centrifugato due minuti a 13000xg
ed i composti menzionati erano determinati iniettando il sopranatante dellomogenato di
cervello su una colonna di fase inversa C-18. Dopo leluizione delle amine con la fase
mobile (0.0465 g Na2HPO4; 2.8 g acido citrico; 1.6 mg EDTA; 20 mg sodio octilsolfato in
900 ml dacqua di distillata con 100 ml di metanolo), le medesime amine venivano
quantificate con un elettrodo al carbone vetrificato con potenziale di +0.62 V. La colonna
era riscaldata a 35C; la velocit del flusso della fase mobile era di 0.8 ml/min. Le altezze
dei picchi dei campioni di DA, DOPAC, 5-HT e 5-HIAA tessutali erano confrontati con
laltezza di picchi standard delle stesse sostanze, che erano state trattate e processate nello
stesso modo. Lo standard interno era usato per tenere conto dei cambiamenti
nellestrazione e della sensibilit dei mezzi di rilevazione. Ci fu fatto mediante confronto
dellaltezza dei picchi del campione con quella degli standard e in presenza di una quantit
nota del tracciante epinina. Gli standard non estratti erano anche usati per tenere conto di
una eventuale perdita di amine durante lestrazione.

EVIDENZE DI EFFETTI DELLE ALTE DILUIZIONI

67

vi stato cambiamento significativo nei livelli dei neurotrasmettitori DA e 5HT (Tab. 1). Non sono stati osservati cambiamenti significativi nei rapporti
DOPAC/DA e 5-HIAA/5HT (Sukul 1990).
Questi risultati suggeriscono che, a seguito dellassunzione orale di Agaricus
muscarius dinamizzato, hanno luogo degli aumenti nella trasmissione dei neuroni dopaminergici e serotoninergici nellipotalamo. In sintesi, anche questi
esperimenti indicano che lipotalamo gioca un importante ruolo nelliniziare e
mediare lazione di una potenza omeopatica.

2.3. Evidenze sperimentali su piante


Kolisko (1926; citato da Righetti, 1994), osserv un aumento di crescita germinativa dei semi che avevano ricevuto diluizioni omeopatiche di nitrato
dargento (Argentum nitricum). Lesperimento fu ripetuto da Pelikan e Hunger
(1965; citato da Righetti, 1994) usando Argentum nitricum 8x e 19x.
Pongratz ed Endler (1994) e Pongratz et al. (1998) hanno usato Argentum nitricum 24x, 25x e 26x per la germinazione di semi di grano confermando i risultati ottenuti dagli Autori precedenti. Parecchi effetti di rimedi omeopatici su
piante sono stati riportati da altri Autori (Boiron e Zervouacki, 1962; Boiron e
Mann, 1971; Auquire et al., 1981 e 1982; Jones e Jenkins, 1981 e 1983; Dutta, 1989; Bornoroni, 1992; Brizzi et al., 2000).

2.3.1. Effetti su parassiti e germi patogeni delle piante


Come nel caso delluomo e degli animali, i rimedi omeopatici possono curare
le malattie delle piante causate da parassiti ed altri patogeni. Arsenicum album
199ch e Kali iodatum 200ch hanno diminuito le malattie che fanno marcire i
frutti del guava e del mango (Khanna e Chandra, 1977 e 1978). Questo lavoro,
tuttavia, era viziato dal fatto di non avere adeguati controlli.
Cina, Santonina e Filix, alla concentrazione di 1 ppm, hanno inibito parzialmente la schiusa delle uova del nematode Meloidogyne incognita che causa
danni alle radici delle piante alimentari (Sen e Dasgupta, 1985). In questo esperimento furono usate le tinture madri dei farmaci.
Meloidogyne incognita un parassita ubiquitario dei vegetali. Esso attacca
cereali, the, caff, alberi da frutto, ecc., producendo un particolare tipo di nodosit lungo le radici delle piante. Poich Cina efficace contro i parassiti ne-

68

CAPITOLO 2

matodi delluomo e degli animali, questo rimedio stato scelto per il trattamento delle malattie delle piante causate dallo stesso tipo di parassiti.16
Piantine di Vigna unguiculata, cresciute in vaso, sono state inoculate con larve al secondo stadio di Meloidogyne incognita. Quattro giorni dopo
linoculazione, uno dei gruppi di piante inoculato stato trattato con uno spray
di una soluzione di Cina 1000ch sulle foglie, una volta al giorno per dieci giorni. Il trattamento era somministrato in modo che tutte le foglie della pianta venissero completamente inumidite dalla soluzione. Un altro gruppo di piante,
inoculato con lo stesso parassita, stato trattato allo stesso modo con la soluzione di controllo. Tutte le piante venivano sradicate 30 giorni dopo
linoculazione e venivano misurate la biomassa, il numero dei noduli sulle radici, la popolazione di nematodi allinterno delle radici ed il contenuto di proteine di queste ultime. Come si vede dalla Tab. 2, il trattamento con Cina
1000ch ha incrementato la crescita della pianta ed ha ridotto linfestazione da
nematodi in modo significativo. Questo esperimento stato ripetuto due volte
(Sukul e Sukul, 1999).
I dati indicano che le soluzioni di rimedi omeopatici applicate sulle foglie
delle piante infette non possiedono la capacit di uccidere i nematodi. Perci,
le potenze omeopatiche hanno probabilmente agito stimolando la risposta difensiva naturale delle piante che, invece, viene compromessa dallinfezione
stessa.
Le piante non hanno cellule immunocompetenti specializzate, ma tutte le cellule vegetali hanno comunque la capacit di riconoscere il self dal non-self. La
conseguenza di questo riconoscimento molecolare in risposta ad uno stimolo
locale viene trasmessa a tutta la pianta (Bowles, 1992).
Ad esempio, si ritiene che delle proteine specificamente correlate alla patogenesi (proteine PR)17 si accumulino nelle piante di patata a seguito della invasione delle radici da parte di nematodi cistici (Hammond-Kosack et al., 1989).
Una precedente inoculazione di piante di patata con Meloidogyne incognita
pu indurre la resistenza delle piante stesse ad una differente specie di parassita
come il Meloidogyne halpla (Ogallo e McClure, 1995).

16

Dettagli nel testo originale: Cina prodotta dallestratto etanolico delle sommit fiorite della
pianta Artemisia cina. Il rimedio Cina 1000ch e gli altri medicamenti omeopatici sono stati
prodotti da C. Ringer di Calcutta secondo la Farmacopea omeopatica indiana (1966). I
globuli di saccarosio, bagnati con la soluzione omeopatica in etanolo 90%, sono stati poi
mescolati con lacqua distillata nella proporzione di 7.2 mg di globuli/ml dacqua. La
soluzione di controllo stata preparata nello stesso modo, a partire da globuli di saccarosio
bagnati con etanolo 90% e poi sciolti in acqua distillata.
17
PR: pathogenesis-related.

EVIDENZE DI EFFETTI DELLE ALTE DILUIZIONI


Trattamen- Lunghez- Peso del Lunghezto delle
za del germoglio
za
piantine
germoglio
(g)
delle
(cm)
radici
(cm)
Non inoculate e non
2509a
2287a
324a
trattate
Inoculate e
non tratta24810a
2308a
205b
te
Inoculate e
trattate con 2616b
2436b
287a
Cina
1000ch

Cecidi
delle
18
radici

Nemato- Nematodi/2g di di/200g di


radici
terreno

69

Peso
delle
radici
(g)

Noduli
delle
radici

Proteine
delle
radici
(mg/g)

152a

807a

261b

685b

40316a

15838a

42420a

202c

986c

6510b

47827b

12217b 13.60.2a

12.80.5a
6.20.3b

Tab. 2 - Aumento della crescita e diminuzione del nematode che provoca noduli sulle
radici (Meloidogyne incognita) nelle piante di Vigna unguiculata trattate con
spray fogliare di una soluzione acquosa di Cina 1000ch. I valori sono rappresentati dalla media E.S. dei risultati di 10 piante per ciascun gruppo. Le lettere b e c vicino ai numeri indicano una differenza significativa rispetto
al corrispondente valore di controllo a (p<0.01) calcolata con il test
ANOVA (riprodotta, con autorizzazione, da Environ. Ecol. 17:269-273;1999).

Sappiamo anche che lacido salicilico aumenta in tutta la pianta dopo che solo una parte della stessa colpita da uninfezione; a seguito di questo aumento
di acido salicilico, vengono espresse le proteine PR (Malamy et al., 1990, citato da Jones, 1994). Infatti, si sa che lacido salicilico o il suo analogo acido
acetilsalicilico inducono una rapida espressione dei geni PR (Ward et al., 1991
citato da Jones, 1994).
Da tutte queste considerazioni, risulta molto probabile che la Cina dinamizzata sia stata in grado di indurre una resistenza sistemica nelle piante e quindi
di ridurre linfezione dei nematodi che parassitano le radici. In accordo con
questi nostri risultati, recentemente, Betti et al. (2003) hanno osservato che
lArsenico triossido dinamizzato induce laumento di resistenza nelle piante di
tabacco al virus del mosaico del tabacco (TMV).19
Se si potessero controllare le malattie delle piante con medicinali omeopatici,
ci non solo eliminerebbe il rischio della permanenza di residui pesticidi sulle
piante alimentari, ma porterebbe anche ad una notevole riduzione
dellinquinamento ambientale dellecosistema agricolo. Per questo si dovrebbe
sviluppare una nuova Materia Medica per le piante, provando i farmaci sulle
piante e integrando le conoscenze di patologia vegetale con quelle degli studi
tossicologici.
18

Il cecidio una reazione delle piante ad uno stimolo determinato da un organismo estraneo,
vegetale o animale, consistente in una deviazione morfologica dello sviluppo.
19
TMV: Tobacco Mosaic Virus.

70

CAPITOLO 2

2.4. Evidenze da test in vitro


Test su sistemi di laboratorio e in vitro sono stati condotti su organi isolati, colture cellulari e macromolecole come quelle proteiche.
Alte diluizioni di Apis mellifica e di istamina hanno influenzato la degranulazione dei basofili umani (Poitevin et al., 1988). Alte diluizioni di anticorpi anti-IgE hanno dimostrato la capacit di stimolare la degranulazione dei basofili
umani in vitro (Davenas et al., 1988). Questo lavoro del famoso gruppo di
Benveniste, pubblicato sulla rivista Nature, gener notevoli controversie tra gli
scienziati. Per, anche Belon et al. (1999) hanno dimostrato leffetto inibitorio
di alte diluizioni di istamina sulla degranulazione dei basofili umani.
Alte diluizioni di farmaci hanno mostrato effetti positivi sui microsomi di fegato di ratto (Kretschmer e Harisch, 1990).
Van Wijk e Wiegant (1998) hanno osservato che le cellule di epatoma di ratto, pre-trattate con uno shock termico o con arsenito di sodio o con cloruro di
cadmio, hanno sviluppato un caratteristico schema di proteine da shock termico
(Hsps).20 Quando le cellule sensibilizzate venivano esposte a dosi bassissime di
ciascuno di questi tipi di stress, si sviluppava un gruppo di proteine Hsps caratteristico dello stressor. Questa unevidenza sperimentale della specificit
del principio del simile.
Cambar et al. (1998) hanno passato in rassegna i lavori delleffetto protettivo
di alte diluizioni di metalli pesanti sulla tossicit cellulare indotta da alte dosi
degli stessi metalli.
Cristea (1998) ha impiegato una tecnica farmacologica classica per valutare
lefficacia della Belladonna dinamizzata. Il principale alcaloide della tintura
madre di Belladonna latropina, che funge da antagonista del neurotrasmettitore acetilcolina (Ach). Alte diluizioni di Belladonna, fino alla 200a potenza,
furono applicate al duodeno isolato di ratto inserito in un apposito bagno per
organi. Leffetto delle potenze di Belladonna sul modello di ratto stato bidirezionale e multifasico.
Bastide e Boudard (1998) hanno riportato effetti immunomodulatori di alte
diluizioni di sostanze endogene come timulina, bursina e citochine su topi e
uccelli. Questi esperimenti furono condotti in vitro, in vivo ed ex vivo.

2.4.1. Esperimenti in vitro di Boyd ed altri esperimenti correlati


Sono stati condotti esperimenti in vitro con un sistema che non coinvolge n
cellule viventi, n tessuti, n organi. In questi casi, un rimedio omeopatico di20

Hsps: Heat shock proteins.

EVIDENZE DI EFFETTI DELLE ALTE DILUIZIONI

71

namizzato considerato come una componente chimica che, nel catalizzare


delle reazioni chimiche, dovrebbe differire dal suo solvente, sia che questo sia
lacqua o letanolo in fase idroalcoolica.
Boyd (1941, 1942, 1946 e 1954) fu il primo a condurre questo tipo di test in
vitro usando Mercurius (cloruro di mercurio). Egli prepar il medicinale
omeopatico (Mercurius corrosivus 30ch) in acqua bidistillata e lo prov
sullattivit della diastasi, che una miscela di enzimi che digeriscono lamido.
Egli osserv che Mercurius corrosivus 30ch accelerava la velocit di idrolisi
dellamido da parte della diastasi. Egli condusse un gran numero di esperimenti
confrontando ben 500 volte il rimedio con il controllo e la differenza risult significativa al livello di p<0.001 (Boyd, 1954). Questi esperimenti furono condotti con grande cura.
Noi abbiamo ripetuto ed esteso una parte degli esperimenti di Boyd usando
tecniche moderne e strumenti pi sensibili. Abbiamo usato due differenti potenze omeopatiche, precisamente Mercurius corrosivus 30ch e Mercurius iodatus 30ch (ioduro di mercurio), e le abbiamo preparate sia in acqua bidistillata
sia nel solito mezzo costituito da etanolo 90%. Lo scopo dei nostri esperimenti
era di vedere se gli ioni metallici o gli ioni alogeni potessero giocare diversi
ruoli nel modificare lattivit enzimatica. Nello stesso tempo, abbiamo testato
lefficacia dei due diversi solventi: acqua ed etanolo in fase idroalcoolica. Nella tradizione omeopatica viene riportato che i medicamenti dinamizzati, preparati in etanolo in fase idroalcoolica, mantengono la loro attivit per molto tempo. Pertanto, noi abbiamo voluto verificare se le preparazioni in pura acqua
mantenevano la loro attivit altrettanto a lungo che le preparazioni in etanolo.
Per questo, abbiamo testato Mercurius corrosivus 30ch in preparazione acquosa di tre differenti et: una preparata da 4 giorni, una da un mese e una da 12
mesi (Tab. 3).21
Mercurius corrosivus 30ch in acqua, preparato 4 giorni prima e 1 mese prima
della prova e quello preparato con etanolo 90%, hanno significativamente aumentato lattivit enzimatica (p<0.01, student t-test).
Mercurius corrosivus 30ch invecchiato 12 mesi in preparazione acquosa non
ha modificato lattivit enzimatica rispetto al suo controllo.
Mercurius iodatus 30ch, sia in acqua sia in etanolo, ha aumentato lattivit
enzimatica significativamente (p<0.01) rispetto al suo controllo.
21

Dettagli nel testo originale: lidrolisi di una soluzione di amido da parte dell-amilasi stata
misurata mediante procedure biochimiche standardizzate (Bernfield, 1955). L-amilasi
pancreatica scinde lamido producendo soprattutto maltosio, un disaccaride dell-1-4glucosio (Nelson e Cox, 2000). Il maltosio, come prodotto di idrolisi, stato quantificato in
base ad una curva standard ottenuta grazie ad uno spettrofotometro Jasco (modello 530).
Per ogni preparazione di medicinale sono stati fatti dieci test e cos anche per il rispettivo
controllo.

72

CAPITOLO 2

Trattamento
Mercurius iodatus 30ch in acqua (preparazione fresca)
Mercurius corrosivus 30ch in acqua (preparazione di 4 giorni)
Mercurius corrosivus 30ch in acqua (preparazione di 1 mese)
Mercurius corrosivus 30ch in acqua (preparazione di 12 mesi)
Mercurius corrosivus 30ch in etanolo 90%
Mercurius iodatus 30ch in etanolo 90%
Controllo I: enzima + substrato + acqua
Controllo II: enzima + substrato + acqua (vecchia di 4 giorni)
Controllo III: enzima + substrato + acqua (vecchia di 1 mese)
Controllo IV: enzima + substrato + acqua (vecchia di 12 mesi)
Controllo V: enzima + substrato + etanolo 90%
22
Controllo VI: enzima + substrato + Alcoholus 30ch

Maltosio rilasciato
E.S. (g)
3867.5*
50014*
4309*
3027
42812*
30210*
3026
32210
3286
3226
2285
23810

Tab. 3 - Effetto di diversi rimedi omeopatici e dei loro diluenti sulla idrolisi dellamido
da parte dell-amilasi a 27C per 15 minuti; *: differenza significativa
(p<0.01) rispetto il controllo (riprodotta, con autorizzazione, da Homeopathy
91:217-220; 2002. Copyright di Elsevier).

interessante notare che in questo studio in vitro anche la sola acqua ed il


solo etanolo in fase idroalcoolica hanno modificato le attivit enzimatiche
quando confrontate con i controlli, ma mentre lacqua ha aumentato lattivit
enzimatica, letanolo in fase idroalcoolica lha ridotta (Sukul et al., 2002).
I risultati dei test in vitro con organi isolati o colture cellulari suggeriscono
che i medicamenti dinamizzati siano efficaci non solo sullintero organismo,
ma anche sulle sue parti isolate e perfino sulle cellule. I test in vitro con enzimi
mostrano che i medicamenti dinamizzati possono agire su componenti chimici,
senza alcuna mediazione da parte degli organismi viventi.
Abbiamo visto che sia lacqua sia letanolo in fase idroalcoolica possono servire come buoni solventi per la preparazione di medicamenti dinamizzati. Tuttavia, lacqua non pare cos efficace nel mantenimento dellattivit del rimedio
per un tempo sufficientemente lungo, come si visto nel caso del Mercurius
22

Alcoholus il termine che designa il medicinale omeopatico preparato partendo dalla


materia prima costituita da etanolo (alcol etilico). L dove ci si riferisce semplicemente alla
soluzione di alcool etilico, non diluito n dinamizzato, nella trattazione si usa il termine di
etanolo (seguito dalla concentrazione v/v della soluzione in acqua).Questa prova
(Controllo VI) sta ad indicare che la diluizione e dinamizzazione non modifica la attivit
rispetto al Controllo V.

EVIDENZE DI EFFETTI DELLE ALTE DILUIZIONI

73

corrosivus 30ch invecchiato 12 mesi. Anche Boyd (1954) aveva osservato che
lefficacia di Mercurius corrosivus 30ch preparato in acqua andava deteriorandosi col tempo.
Ora dobbiamo anche commentare i risultati riguardanti gli ioni metallici e gli
ioni alogeni nelle soluzioni di mercurio, che teoricamente potrebbero avere diversi ruoli nel modificare lattivit enzimatica.
In soluzione acquosa, una molecola salina come HgCl2 (cloruro di mercurio)
o HgI2 (ioduro di mercurio) viene dissociata in un catione (Hg2+) e un anione
(Cl- o I-) circondati da una gran quantit di molecole dacqua. Questa idratazione stabilizza gli ioni (Watanabe e Iwata, 1997). Solitamente, gli ioni mercurio inibiscono lattivit enzimatica legandosi a residui di cisteina, istidina e
treonina (Muller e Saenger, 1993). Due residui essenziali per il legame del substrato nell-amilasi sono His-101 e His-299 (Quian et al., 1993).23
Nella forma dinamizzata, come nei nostri test con Mercurius corrosivus 30ch
e Mercurius iodatus 30ch, il mercurio ha dimostrato unattivit promotrice
sullattivit dell-amilasi.
Sappiamo che gli ioni cloruro sono in grado di attivare l-amilasi, ma
lattivit enzimatica non dipende strettamente dalla presenza di questo ione
(Kabuto et al., 2000). I tre residui coinvolti nel legame del cloruro con
lenzima sono: Arg-337, Arg-195 e Asn-29824 (Quian et al., 1993).
Nei nostri esperimenti, sia cloruro di mercurio 30ch (Mercurius corrosivus
30) che ioduro di mercurio 30ch (Mercurius iodatus 30) hanno aumentato
lattivit enzimatica. Se lo iodio avesse giocato un ruolo indipendente, probabilmente i due sali avrebbero avuto effetti diversi, ma ci non si verificato.
Pertanto, sembra che il composto nel suo insieme, piuttosto che i suoi ioni individuali, induca unattivit specifica ed il mezzo diluente stesso abbia un ruolo nellacquisire e ritenere tale attivit. In altre parole, la struttura del solvente,
modificata dal sale di mercurio, appare in grado di alterare la struttura
dellenzima, cambiandone lattivit. noto che la funzionalit delle molecole
biologiche fortemente influenzata dalle loro strutture tridimensionali, che sono primariamente determinate da interazioni non covalenti con ioni metallici,
da interazioni con legami idrogeno e dalla solvatazione (Rodgers e Armentrout,
1997). In questo caso probabile che le interazioni attraverso i legami idrogeno e la solvatazione da parte dellacqua strutturata, caratteristica delle soluzioni
di Mercurius corrosivus 30ch e Mercurius iodatus 30ch, abbiano alterato
lattivit dell-amilasi (Sukul et al., 2002).
I risultati mostrano nuovamente che le molecole dacqua portano la specifica
informazione introdotta dalle molecole del rimedio durante il processo di di23
24

His: aminoacido istidina.


Arg: aminoacido arginina; Asn: aminoacido asparagina.

74

CAPITOLO 2

namizzazione. Le molecole di etanolo, che hanno unampia parte non-polare


della molecola, stabilizzano le specifiche strutture dellacqua che sono state
acquisite durante il processo di diluizioni seriali e di agitazione meccanica.

2.4.2. Esperimenti in vitro su eritrociti


Basandoci su precedenti lavori pubblicati in letteratura, noi abbiamo ipotizzato
che un importante bersaglio del medicinale omeopatico sia una proteina della
membrana cellulare che permette il passaggio dacqua, detta acquaporina (Sukul e Sukul, 2001). Le acquaporine si trovano in tutte le forme di vita e facilitano la permeabilit allacqua attraverso le membrane biologiche. Ci sono diversi tipi di acquaporine (AQP): la pi abbondante nei globuli rossi dei vertebrati la AQP1. Discuteremo in dettaglio struttura e funzione delle acquaporine
nel capitolo 4, in cui si vedr anche la loro relazione con la salute e la malattia.
Pertanto, lipotesi che, se il principale obiettivo di una potenza omeopatica
lacquaporina, quando il rimedio viene in contatto con la membrana cellulare
potrebbe cambiare il flusso idrico transcellulare.
Per testare questa ipotesi, abbiamo trattato dei globuli rossi di pesce (Clarius
batracus) con cloruro di mercurio 30ch (Mercurius corrosivus 30ch) e con
Nux vomica 30ch in due diversi esperimenti eseguiti in mezzo ipotonico. La soluzione di controllo era costituita da Alcoholus 30ch ed il mezzo diluente di tutte queste tre soluzioni consisteva in etanolo 90% ed acqua distillata 10%. Il
mezzo ipotonico in cui le cellule erano incubate a 30C per 30 minuti con o
senza medicamenti era lacqua distillata sterile.25 Le preparazioni di eritrociti
sono considerati un buon modello per lo studio della diffusione dell'acqua in un
sistema biologico.
I test vennero fatti su eritrociti raccolti da due gruppi di pesci: uno aveva ricevuto uniniezione intraperitoneale di etanolo nella quantit di 2g/kg di peso
corporeo e laltro senza alcuna iniezione di etanolo. In un altro esperimento,
due gruppi di pesci erano separatamente pre-trattati in vivo con Alcoholus 30ch
o Nux vomica 30ch e quindi veniva loro somministrata uniniezione di etanolo
alla concentrazione di 2g/kg di peso corporeo. I globuli rossi di questi pesci
erano testati in vitro con le stesse potenze medicinali.
25

Dettagli nel testo originale: Ogni provetta ricevette 0,5 ml di sangue mescolato con 0,01 ml
di una soluzione contenente il medicamento omeopatico o Alcoholus 30ch. A questa
miscela venivano aggiunti 0,5 ml di acqua distillata e le provette furono tenute in un luogo
scuro a temperatura ambiente per 30 minuti. Quindi, la proporzione di sangue e acqua
1:1. Dopo il trattamento, i campioni di sangue erano centrifugati, il fluido sopranatante era
rimosso ed i fondelli cellulari erano seccati in un incubatore a 90C per 12 ore. Le differenze
tra pesi secchi e pesi umidi dei fondelli cellulari fornivano il peso dellacqua intracellulare dei
globuli rossi.

EVIDENZE DI EFFETTI DELLE ALTE DILUIZIONI

75

I nostri esperimenti hanno dimostrato che gli eritrociti prelevati dai pesci ai
quali era stato iniettato letanolo avevano incluso pi acqua di quelli dei pesci
normali, indicando un aumento di permeabilit. La permeabilit in vitro
allacqua stata significativamente aumentata con Mercurius corrosivus 30ch
e Nux vomica 30ch rispetto agli eritrociti trattati con la soluzione di controllo. I
globuli rossi ottenuti da pesci pre-trattati con Nux vomica 30ch hanno incluso
pi acqua nei trattamenti in vitro di quelli dei pesci pre-trattati con Alcoholus
30ch.
Poich le acquaporine sono responsabili principalmente del trasporto dacqua
attraverso la membrana citoplasmatica dei globuli rossi, si ipotizza che i medicamenti dinamizzati come Mercurius corrosivus 30ch e Nux vomica 30ch abbiano agito su queste proteine ed abbiano facilitato linflusso dacqua nella cellula (Sukul et al., 2003).

Sommario
Le evidenze a sostegno della reale esistenza di effetti delle alte diluizioni
omeopatiche ci vengono sia da studi clinici fatti da medici omeopati e scienziati, sia da risultati di esperimenti condotti in laboratorio. A differenza dei farmaci convenzionali, gli effetti terapeutici di unalta potenza omeopatica dipendono non dalleliminazione dei sintomi comuni di una particolare malattia, ma
dalla cura della totalit e dellindividualit dei sintomi di un particolare paziente. Perci, i trial clinici possono dare risultati positivi solo se lobiettivo quello di vedere se la totalit delle condizioni patologiche di un certo paziente, qualunque nome abbia la malattia che lo affligge, viene curata da una particolare
alta diluizione omeopatica. Abbiamo mostrato che, in corso di terapie omeopatiche, le casistiche riportate da medici omeopati mostrano o la guarigione o significativi miglioramenti da malattie come tumori uterini, leishmaniosi, fistola
anale, asma bronchiale, encefalite o epatite virale, emorragia cerebrale, aritmie
cardiache, ecc. possibile che, occasionalmente, il fallimento della cura
omeopatica risulti da condizioni intrinseche del paziente che impediscono la
totale guarigione, condizioni che gli omeopati chiamano miasmi.
Medicamenti in elevate diluizioni sono stati usati in campo umano per due
secoli e, pi recentemente, sono state fatte sperimentazioni in modelli animali
per confermare i loro effetti terapeutici e per studiare il loro modo dazione.
Queste elevate diluizioni hanno provocato effetti consistenti in animali quali
gatti, ratti, topi, uccelli, anfibi e pesci. Il principio base delle sperimentazioni
animali quello di indurre artificialmente una malattia e testare su di essa appropriati rimedi. Alcuni modelli, come la catalessi ed il riflesso di raddrizza-

76

CAPITOLO 2

mento, sono modelli che non implicano sacrificio di animali e che possono essere facilmente usati per testare di effetti biologici dei medicamenti dinamizzati.
In sintesi, si dimostrato che la Nux vomica dinamizzata ha ridotto significativamente lintroduzione di etanolo nei ratti ed ha reversibilizzato i cambiamenti degenerativi indotti dalletanolo nei plessi nervosi adrenergici delle valvole atrioventricolari dei ratti. Cina dinamizzata, Calcarea fluorica e Thuja occidentalis hanno ridotto linfezione da Trichinella spiralis nel topo albino. Cina dinamizzata ha anche ridotto linfezione da Dirofilaria immitis nei cani. Le
alte diluizioni non hanno ucciso i parassiti nematodi direttamente, ma hanno
probabilmente avuto un effetto mediato dal sistema immunitario degli animali
trattati.
In esperimenti elettrofisiologici, Arnica montana, Hypericum perforatum e
Arsenicum album somministrati sulla lingua hanno modificato la velocit di
scarica dei neuroni ipotalamici laterali in gatti anestetizzati. Arnica montana
30ch, Hypericum perforatum 200ch e Arsenicum album 30ch, somministrati
per via orale, hanno modificato la frequenza di scarica dei neuroni della corteccia frontale media di ratti svegli. Nux vomica dinamizzata ha aumentato
lattivit dei neuroni ipotalamici laterali nei ratti alcolisti, mentre acqua distillata, Nux vomica tintura madre ed etanolo 20% lhanno ridotta.
Natrum muriaticum 30ch e 200ch, applicati sulla lingua di ratti albini tenuti a
dieta ipersalina, hanno prodotto effetti inibitori sui neuroni ipotalamici laterali,
mentre lacqua distillata ha mostrato un effetto eccitatore sugli stessi neuroni.
Phosphorus 200ch ha prodotto effetti inibitori sui neuroni ipotalamici di ratti
che avevano ricevuto Natrum muriaticum 30ch, una dose al giorno per 18 giorni, mentre anche qui lacqua distillata ha prodotto effetti eccitatori.
Agaricus muscarius 12ch, somministrato per via orale al topo, ha aumentato i
livelli di acido diidrossifenilacetico (metabolita della dopamina) e di acido 5idrossiindolacetico (metabolita della serotonina) nellipotalamo del topo, indicando che in questi casi si verifica un aumento della trasmissione nelle aree
dopaminergiche e serotoninergiche del sistema nervoso.
Tutti questi risultati indicano che i neuroni ipotalamici e corticali giocano un
importante ruolo nel mediare lazione terapeutica delle potenze omeopatiche.
A livello fitoterapico, Arsenicum album 199ch e Kali iodatum 200ch hanno
ridotto la degenerazione dei frutti del guava e del mango. Cina 1000ch, applicato con uno spray fogliare, ha ridotto la malattia parassitaria delle radici delle
piante, causata da parassiti nematodi. Lo stesso rimedio ha aumentato la difesa
naturale nelle piante ed ha quindi ridotto linfezione da parassita.
Sono stati osservati gli effetti delle alte diluizioni in test in vitro su organi
isolati, colture cellulari e persino macromolecole proteiche. Cloruro di mercu-

EVIDENZE DI EFFETTI DELLE ALTE DILUIZIONI

77

rio (Mercurius corrosivus) 30ch e ioduro di mercurio (Mercurius iodatus) 30ch


hanno aumentato lattivit di un enzima idrolitico in vitro.
Abbiamo anche dimostrato che lefficacia delle alte diluizioni prodotte in acqua viene persa pi velocemente di quella delle alte diluizioni prodotte in soluzione idroalcolica.
Mercurius corrosivus 30ch e Nux vomica 30ch hanno alterato la permeabilit
allacqua degli eritrociti di pesce in vitro, indicando che linfluenza delle alte
diluizioni potrebbe coinvolgere le proteine che fanno da canale allacqua e che
vengono denominate acquaporine.

Capitolo 3

STUDI ED IPOTESI SULLE BASI FISICOCHIMICHE


Abbiamo gi notato nel primo capitolo (sezione 4) che i medicinali omeopatici
dinamizzati sono preparati in etanolo in fase idroalcoolica, di solito in etanolo
90%, e che in genere i medici omeopati li prescrivono dalla trentesima potenza
in su.26 Abbiamo anche notato che queste potenze hanno effettivamente delle
azioni cliniche, che ci sono evidenze di una efficacia su animali e piante e che
ci sono anche differenze di efficacia tra le potenze preparate con diversi metodi. In particolare, abbiamo notato che anche le potenze preparate con acqua pura sono efficaci, bench siano meno stabili nel tempo.
Veniamo ora ad esaminare le ipotesi sulla natura fisica dei medicinali dinamizzati. Il principio attivo costituito da molecole del rimedio in questione o
da qualcosaltro? Pare ovvio che quando una soluzione o sospensione di qualsiasi sostanza in un solvente progressivamente diluita, la diluizione dovrebbe
contenere sempre meno molecole del principio attivo presente allinizio.
La massa di una mole di una sostanza, ad esempio Natrum muriaticum, specificata dalla sua formula chimica (in questo caso NaCl), si ottiene sommando le
masse in unit atomiche di tutti gli atomi che compongono la formula esprimendo il risultato (peso molecolare) in grammi. Una mole di una sostanza
la quantit in grammi che contiene un numero di molecole (o di altre strutture
fondamentali) corrispondente al numero di Avogadro e precisamente 6.022 x
1023. Avogadro formul la sua ipotesi nel 1812 e lipotesi fu confermata nel
1909 dal classico esperimento di Giambattista Perrin e successivamente da altri
fisici (Alberty e Silbey, 1995; Vemulapalli, 1997). Perci, Hahnemann, quando
propose di utilizzare medicamenti altamente diluiti, non poteva sapere che le
sue potenze medicinali effettivamente superavano in molti casi il numero di
Avogadro.27
Ad esempio, se un rimedio diluito successivamente con il solvente nella
proporzione di 1:100 per 12 volte, cio fino alla dodicesima potenza, la sua diluizione di 1024 volte e la sua concentrazione (partendo da una soluzione 1
mole/litro) di 10-24 moli/litro. Poich il numero di Avogadro per qualsiasi sostanza di 6.022 x 1023/moli, le potenze dalla 12a centesimale in poi, ottenute
26
27

In Francia e in Germania, in realt, si usano prevalentemente le potenze inferiori alla 30ch.


Perch la scoperta di Avogadro fu postuma a quella di Hahnemann.

80

CAPITOLO 3

partendo da una mole di qualsiasi sostanza, non dovrebbero contenere pi alcuna molecola del principio attivo. Se poi la diluizione preparata, come spesso il caso, da una quantit di sostanza inferiore ad una mole, il numero di diluizioni centesimali necessarie per arrivare alla virtuale assenza di molecole attive ancora minore di 12. In sintesi, per la legge formulata da Avogadro, tutte
le alte potenze di un medicinale omeopatico contengono solo le molecole del
mezzo diluente, cio acqua ed etanolo.
Ci sono molte ipotesi ed esperimenti che hanno tentato di svelare i misteri
delle basi fisiche dei medicamenti dinamizzati. Tutte le ipotesi sono basate sulle caratteristiche e sulle propriet delle molecole del mezzo diluente. Questi lavori sono gi stati precedentemente analizzati (Rubik, 1989; Jacobs e Moskowitz, 1996; Sukul, 1997).
Lipotesi prevalente, proposta gi da Barnard (1965), sostiene che durante il
processo di succussione si formerebbero dei polimeri che si pensa possano assumere configurazioni specifiche secondo la natura chimica della sostanza disciolta. Callinan (1986) ha proposto che lenergia vibrazionale delle molecole
dacqua venga molto aumentata, rispetto allo stato fondamentale, dalla succussione. Gli effetti cumulativi di questa energia potrebbero influenzare
laggregazione di molecole dacqua e portare a delle configurazioni di aggregati stabili, detti cluster o clatrati. Secondo Sharma (1984 e 1986), la risonanza
dei doppietti di elettroni di non-legame nei gruppi -OH di diverse molecole del
diluente contribuirebbe alle basi fisiche dei rimedi dinamizzati. Differenti mezzi di diluizione e di triturazione (acqua, etanolo, lattosio), usati nel dinamizzare
i rimedi omeopatici, hanno in comune la presenza di gruppi -OH nelle loro molecole.
Abbiamo detto che le molecole dacqua possono formare, attorno alle molecole o alle particelle di un rimedio, dei cluster, detti anche clatrati (Wei et al.,
1991). Anagnostatos et al. (1991 e 1993) hanno ipotizzato che le molecole di
una sostanza poste al centro dei clatrati, rappresentati come dei gusci di molecole dacqua, vengano rimosse per leffetto della forza generata dalla succussione. I clatrati liberi (o vuoti) rimangono tali e vengono immediatamente circondati da molecole dacqua. Con la succussione, anche le molecole della sostanza che sono state rimosse vengono circondate da molecole dacqua e si generano nuovi clatrati. Tutte queste strutture formate da molecole dacqua potrebbero portare il messaggio delle molecole di rimedio, anche quando queste
ultime diminuiscono nel corso di successive diluizioni e succussioni.
Oltre a queste teorie, sono stati condotti vari esperimenti sui mezzi di diluizione per scoprire le basi fisiche di un rimedio dinamizzato. Di seguito sono
presentati i risultati ottenuti con analisi spettroscopiche di potenze omeopatiche.

BASI FISICHE DEI MEDICAMENTI IN ALTE DILUIZIONI

81

3.1. Spettroscopia RMN


Prima di descrivere le applicazioni della Risonanza Magnetica Nucleare
(RMN) ai rimedi omeopatici, discutiamo brevemente i principi-base della spettroscopia RMN, premessa necessaria per comprendere il significato delle misure che vedremo effettuare. Questa spettroscopia un potente strumento per indagare le caratteristiche strutturali delle molecole. Come la spettroscopia ultravioletta, visibile e infrarossa, la misura RMN valuta lassorbimento di energie
fisiche da parte della materia.
I nuclei di alcuni isotopi possiedono uno spin, cio un movimento di rotazione, ed il momento angolare totale dipende dallo spin nucleare, detto numero di
spin o I. Il valore numerico di I, che correlato alla massa atomica ed al numero atomico, pu essere 0, 1/2, 1, ecc. Il solvente delle potenze omeopatiche di
solito acqua o una miscela dacqua ed etanolo. Ovviamente il solvente (o mezzo) fatto di molecole di idrogeno (protoni), ossigeno e carbonio. Il protone
(H) ed il deuterio (2H) hanno un numero di spin di 1/2 e 1 rispettivamente. Il
carbonio (12C) e lossigeno (16O) hanno I = 0 e sono non magnetici. Ciascun
nucleo in cui il valore di I maggiore di 0 ha un caratteristico momento magnetico. Poich un nucleo atomico ha una carica elettrica associata, il nucleo
rotante produce un campo magnetico con il suo asse che in linea con lasse
dello spin.
In un campione di H2O i momenti magnetici dei nuclei sono orientati in modo casuale. Se il campione posto in un campo magnetico uniforme detto
Ho, i nuclei tendono ad allinearsi lungo tale campo ma, poich il nucleo in
rotazione, il suo asse non sar perfettamente parallelo o antiparallelo al campo
magnetico applicato. Quindi ci sar un angolo di una certa grandezza fra lasse
dello spin ed il campo magnetico, col risultato di un movimento circolare
dellasse dello spin attorno ad Ho. Questo movimento del nucleo chiamato
precessione (Fig. 6). Il movimento di precessione simile a quello di una trottola quando comincia a rallentare, il cui asse di rotazione produce una seconda
rotazione, oltre a quella della trottola stessa, attorno al campo gravitazionale
della terra. La frequenza del movimento precessione la cosa pi importante
nella spettroscopia RMN.
In termini di meccanica quantistica, il numero di spin I determina anche il
numero di orientamenti che un nucleo pu assumere in un campo magnetico
uniforme esterno secondo la formula 2I+1. Poich il protone ha un numero di
spin I = 1/2, esso avr in totale due livelli di energia (21/2+1 = 2);
lorientamento di livello pi basso corrisponde allo stato in cui il momento
magnetico nucleare allineato in modo parallelo al campo magnetico esterno,
mentre lorientamento di maggiore energia corrisponde allo stato in cui il mo-

82

CAPITOLO 3

mento magnetico nucleare orientato in modo antiparallelo (opposto) al campo


Ho. Tuttavia, le due popolazioni non sono in perfetto equilibrio, essendovi un
lieve eccesso dei nuclei dello stato di energia inferiore. possibile indurre delle transizioni da uno allaltro di questi orientamenti dei nuclei.
Orbita
di precessione

Nucleo rotante

Momento di dipolo
nucleare magnetico
()

Fig. 6 - Movimento di precessione di un nucleo attorno ad un determinato campo magnetico applicato chiamato Ho.

La frequenza di precessione di un nucleo rotante esattamente uguale alla


frequenza della radiazione elettromagnetica necessaria a indurre la transizione
da uno stato di spin nucleare ad un altro. La radiazione elettromagnetica un
campo elettrico oscillante nello spazio che si propaga alla velocit della luce.
Essa ha un vettore elettrico E che diretto lungo lo spostamento dellonda. Il
vettore elettrico ha un campo magnetico associato, che genera un vettore H,
perpendicolare al vettore elettrico ed alla direzione di propagazione dellonda.
Nella tecnica RMN si applica unenergia elettromagnetica in modo che la sua
componente magnetica H1 sia ad angolo retto rispetto allasse del principale
campo magnetico esterno Ho e ruoti insieme al protone. Quando la frequenza
della componente magnetica rotante uguale a quella del nucleo in precessione, essi entrano in risonanza e pu avvenire un assorbimento di energia da parte del nucleo stesso. Poich c un eccesso di nuclei con basso stato di energia,
ci d luogo ad un assorbimento netto di energia nella regione di radiofrequenza applicata. Al punto di risonanza, lassorbimento di energia raggiunge un

BASI FISICHE DEI MEDICAMENTI IN ALTE DILUIZIONI

83

massimo ed i nuclei in precessione sono spinti via dallallineamento col campo


magnetico e mandati nella direzione del piano orizzontale (Fig. 7).

Fig. 7 - Componente magnetica H1 dellenergia elettromagnetica applicata alla radiofrequenza in rotazione con il protone in precessione.

La componente magnetica generata su questo piano orizzontale misurabile.


Essa pu essere prodotta tenendo costante Ho e cambiando la frequenza del
generatore di onde elettromagnetiche che ha il suo asse ad angolo retto con il
principale campo elettromagnetico Ho. Oppure, si tiene costante la frequenza
delloscillatore e si varia Ho in un range molto preciso.
Quando la popolazione di nuclei in basso stato di energia viene elevata allo
stato di energia maggiore per lassorbimento di energia esterna, lintensit del
segnale diminuisce fino a scomparire. Questo fenomeno, in cui la popolazione
dei nuclei con i due stati diversi di spin si equivale, conosciuto come saturazione. Tuttavia, esiste un meccanismo per cui i nuclei con lo stato di energia
pi alto possono rilasciare la loro energia allambiente circostante e ritornare
allo stato di energia pi basso. Questo meccanismo chiamato rilassamento
spin-lattice o longitudinale (T1) e indica il trasferimento di energia dal nucleo
con lo stato di energia elevato verso il lattice. Il termine lattice si riferisce al-

84

CAPITOLO 3

la rete di molecole circostanti (ad esempio farmaci e solvente o diluente), molecole che contengono anchesse i nuclei in precessione. Tutte queste molecole
hanno movimenti traslazionali, rotazionali e vibrazionali ed hanno propriet
magnetiche. Perci, nel lattice molecolare esiste una grande variet di piccoli
campi elettromagnetici.
Una particolare combinazione di questi piccoli campi magnetici, appropriatamente orientati nel lattice, pu indurre ad una transizione da un alto ad un basso livello di energia e pertanto il rilassamento spin-lattice continua a mantenere
un certo numero di nuclei nello stato di bassa energia, che la condizione necessaria per losservazione del fenomeno RMN.
Un altro tipo di rilassamento conosciuto come rilassamento spin-spin o trasversale (T2) e coinvolge il trasferimento di energia da un nucleo ad un altro
nucleo, senza una perdita netta di energia. Ci provoca la dispersione di energia tra nuclei contigui, cosa che risulta in un allargamento della banda di assorbimento. Questo tipo di rilassamento non contribuisce al mantenimento di un
eccesso di popolazione di nuclei in un livello basso di energia.
Lampiezza naturale di una linea spettroscopica inversamente proporzionale
alla durata dello stato eccitato. Perci, linee di risonanza strette sono osservate
negli stati di eccitazione prolungata, mentre linee pi piatte sono osservate negli stati di eccitazione breve.
Entrambi i tipi di rilassamento, spin-spin e spin-lattice, contribuiscono
allampiezza della linea spettroscopica. La maggior parte dei solidi ed i liquidi
viscosi mostrano dei rilassamenti spin-lattice molto lunghi e dei rilassamenti
spin-spin molto corti. In caso di liquidi organici non viscosi e di sostanze in soluzione, le linee di risonanza sono appiattite e, quindi, i tempi di rilassamento
sono corti.
Lampiezza di una linea spettroscopica influenzata da altri due fattori.
La presenza di molecole paramagnetiche, come lossigeno disciolto, causa
una riduzione del T1 per la presenza di intensi campi magnetici associati con le
componenti paramagnetiche del lattice. Dato che il momento magnetico
dellelettrone circa mille volte pi grande del momento magnetico del nucleo,
i rilassamenti nucleari saranno rapidi, essendo dominati dagli elettroni spaiati
dellossigeno. Perci, se si vuole avere una misura precisa del tempo di rilassamento di un campione, esso deve essere degassato prima di ottenere uno
spettro RMN. Non noto se il processo di degassamento finisca col causare
qualche modifica dellefficacia di una potenza omeopatica in acqua o in etanolo in fase idroalcoolica, che sono i consueti mezzi diluenti dei rimedi omeopatici. Tuttavia, allo scopo di effettuare un confronto tra una potenza omeopatica
ed il suo mezzo diluente, non necessario degassare le soluzioni. Infatti, se il
rimedio dinamizzato ed il mezzo usato come controllo sono stati preparati allo

BASI FISICHE DEI MEDICAMENTI IN ALTE DILUIZIONI

85

stesso modo e con lo stesso diluente, probabile che le due preparazioni messe
a confronto contengano la stessa quantit di ossigeno disciolto.
I nuclei con i numeri di spin maggiore di 1/2, come il deuterio, hanno momenti elettrici quadripolari e brevi tempi di rilassamento spin-lattice. Le velocit di rilassamento R1 ed R2 sono espresse come reciproco dei tempi di rilassamento T1e T2, cio come 1/T1 e 1/T2, rispettivamente.
Nellesperimento RMN, come si detto, una popolazione di nuclei spinta
da un livello di energia ad un altro livello per lapplicazione di una radiazione
elettromagnetica di appropriata frequenza. Questa la fase di eccitazione. Alla
sospensione della radiazione, i nuclei tornano allequilibrio per il fenomeno del
rilassamento spin-lattice, perch leccesso di energia passa dagli spin nucleari
al lattice circostante sotto forma di calore. Il processo di rilassamento richiede
campi magnetici che siano fluttuanti allappropriata frequenza. I campi dominanti originano dai momenti magnetici dei protoni delle molecole che sono in
movimento nella soluzione. Questa linterazione dipolo-dipolo. La velocit
del rilassamento dipolo-dipolo dipende dalla frequenza e dalla forza dei campi
magnetici fluttuanti. Tali campi magnetici, a loro volta, dipendono da tre fattori:
1 - la distanza tra i nuclei coinvolti,
2 - il tempo effettivo di correlazione, Tc del vettore che unisce i nuclei,
3 - la natura stessa dei nuclei.
Tc il tempo medio di rotazione o approssimativamente il reciproco della velocit di rotazione in soluzione della zona molecolare coinvolta (Sanders e
Hunter, 1993).
Per linterazione di unenergia di radiofrequenza con il forte campo magnetico di un protone, dovrebbe apparire un solo picco di risonanza RMN, la cui
area, misurata integrando la superficie, proporzionale al numero di protoni
che il picco rappresenta. Tuttavia, lelaborazione degli spettri consente di evidenziare unaltra caratteristica della sostanza in esame, detta spostamento chimico (chemical shift) del picco. Il fenomeno dovuto al fatto che il nucleo
schermato in qualche modo dalla sua nube elettronica, la cui densit varia secondo lambiente. Protoni in diversi ambienti sono schermati in diverso modo
per la presenza di diverse nubi elettroniche circostanti. Il risultato usualmente
espresso come uno spostamento della frequenza di risonanza del protone, causato dalla nube elettronica circostante, e la posizione del segnale di un particolare protone spesso espresso come lo spostamento chimico del protone stesso.
Gli spostamenti chimici sono valutati usando un protone di un adatto composto, posto come riferimento. Il composto standard pi comunemente usato a tale scopo il tetrametilsilano (TMS), che chimicamente inerte, magneticamente isotropico, volatile (evaporazione a 27C) e solubile nella maggior parte

86

CAPITOLO 3

dei solventi organici. In pratica, il TMS pu essere usato come riferimento rispetto al quale si misura lo spostamento chimico: questa sostanza tenuta in un
capillare sigillato e immerso nel campione. Altre sostanze di riferimento per le
soluzioni acquose sono il DSS, lacetonitrile ed il diossano (Silverstein et al.,
1981).

Fig. 8 Formula di struttura del tetrametilsilano.

La posizione del segnale RMN del campione in oggetto di studio registrata


in Hertz (Hz), come differenza tra le posizioni del segnale osservato e del segnale di riferimento. Lintervallo di frequenza di solito di 500 Hz. Quando gli
spostamenti chimici del picco (designati come ) sono dati in Hz, si deve specificare la frequenza applicata. possibile esprimere gli spostamenti chimici
del picco RMN, indipendentemente dalla frequenza applicata, dividendo per
la frequenza applicata e moltiplicando per 106: il risultato viene quindi espresso
in parti per milione (ppm).
Nel sistema delta () si assegna il valore di zero al segnale di riferimento
(TMS) e la posizione degli altri segnali espressa in ppm di differenza. Un di
valore alto indica che il campo magnetico risultante attorno al protone pi
basso.
Un sistema alternativo tau () assegna un valore di 10 al segnale di riferimento (TMS) ed esprime il risultato come = 10 -
Per spostamenti di picco ottenuti a campi magnetici maggiori del TMS ( =
= 10), i valori di risultano con segno negativo mentre quelli di hanno
valori maggiori di 10.
Nelle potenze omeopatiche, la formula del mezzo diluente, acqua o etanolo in
fase idroalcoolica, ben conosciuta. Di conseguenza, i rapporti di altezza dei
picchi RMN possono essere convertiti nel numero di protoni che contribuiscono a ciascun picco.

BASI FISICHE DEI MEDICAMENTI IN ALTE DILUIZIONI

87

In qualsiasi tipo di spettro, UV, IR o RMN, i segnali (o bande) non sono


strettamente lineari, ma hanno unampiezza definita e caratteristica. I fattori
che influenzano lampiezza sono:
a - fattori strumentali,
b - fattori relativi allambiente in cui si trovano le molecole,
c - fattori relativi alle stesse molecole (Dani, 1995).
Il secondo gruppo di fattori (b) quello pi importante per lomeopatia, mentre gli altri fattori (a e c) dovrebbero restare costanti quando una sostanza dinamizzata, ad esempio Nux vomica 30ch, confrontata con il suo mezzo diluente (etanolo in fase idroalcoolica o acqua) nelle stesse condizioni sperimentali e con lo stesso strumento.
I fattori ambientali (b), come la collisione fra molecole, reazioni di scambio e
legami idrogeno, introducono leggeri cambiamenti nelle energie di transizione
e queste appaiono sotto forma di allargamento del segnale. Tale allargamento
pu anche essere dovuto a fattori fisici legati al principio di indeterminazione
di Heisenberg. Il principio stabilisce che c un minimo di incertezza nella stima di qualsiasi coppia di variabili fisiche, tra loro dipendenti e valutate simultaneamente. Nel nostro caso, le due variabili sono E (variazione di energia) e
t (variazione della durata temporale dello stato eccitato).
La durata del segnale RMN varia approssimativamente di grandezze attorno a
10-7 s: quanto pi breve la durata, tanto pi ampio il segnale. La durata del
segnale correlata alla velocit di rilassamento e questultimo, a sua volta,
influenzato dai legami idrogeno, dal momento di dipolo e dalla suscettibilit
magnetica del solvente usato.

3.1.1. Spettri RM delle potenze omeopatiche


Dopo aver discusso i principi-base della spettroscopia RM, esaminiamo gli
studi sulle potenze omeopatiche che sono stati fatti con questo metodo.
I primi lavori di spettri RMN di potenze omeopatiche furono fatti da Smith e
Boericke (1966 e 1968). I lavori di altri Autori (Demangeat et al., 1992; Abel
et al., 2001; Milgrom et al., 2001) saranno menzionati in seguito.
Nei nostri studi, abbiamo misurato il tempo di rilassamento spin-lattice (T1)
in millisecondi (ms) del deuterio (2H), isotopo dellidrogeno presente normalmente in Natura, in soluzioni di etanolo 90%, Alcoholus 30ch28 preparato senza
succussione e diverse potenze di altri medicamenti, utilizzando uno spettrome28

Come riportato nella nota alla tabella 3 (capitolo2), mentre etanolo 90% una normale
soluzione idroalcolica al 90% di etanolo, Alcoholus 30ch il medesimo etanolo preparato
omeopaticamente e in particolare diluito e dinamizzato per 30 volte secondo il metodo
centesimale. I medicamenti omeopatici hanno nomi latini.

88

CAPITOLO 3

tro RMN AMX-400 funzionante alla frequenza di 61.4 MHz a 22C. Le misure
sono state fatte in molteplici esperimenti e in tempi diversi.
Piuttosto che i protoni, abbiamo preferito scegliere i nuclei di deuterio per varie ragioni. Il deuterio (2H) un nucleo quadripolare che ha un piccolo momento quadripolare di valore 1. Il rilassamento quadripolare dipende
dallinterazione del momento elettrico quadripolare con un gradiente di campo
elettrico. Poich in questo caso il momento quadripolare del deuterio piccolo,
linterazione piccola ed il rilassamento lento. Come tutti i nuclei quadripolari, il rilassamento del 2H sensibile al c. Abbiamo gi descritto il c, che
consiste nel tempo medio di rotazione attorno al proprio asse o, approssimativamente, il reciproco della velocit di rotazione in soluzione delle componenti
molecolari oggetto di studio.
Le molecole che ci interessano in questo caso sono lacqua (H2O) e letanolo
(CH3CH2OH). I valori T1 dellOH dellacqua e di OH, CH2 e CH3 delletanolo
sono stati misurati dagli spettri ed elaborati con un computer. Alcuni esempi di
spettri di medicamenti dinamizzati sono riportati in Fig. 9.
La componente idrossilica delletanolo (OH) ha il pi alto spostamento chimico del picco (numero tra parentesi), seguita dallidrossile dellacqua (OH),
dal metilene (CH2) e dai gruppi metilici (CH3) (Tab. 4).
I quattro gruppi chimici dei diversi medicamenti testati e dei loro mezzi diluenti mostrano particolari variazioni nei loro spostamenti chimici del picco e
nei loro valori di T1. In alcuni casi le variazioni sono molto piccole e quasi insignificanti, mentre in altri casi sono ampie. Le variazioni sono state osservate
non solo in medicamenti diversi, ma anche in diverse potenze dello stesso medicamento. Ci particolarmente evidente nel caso di potenze di Cina e di Nux
vomica (Tab. 4). Sia gli spostamenti chimici che i valori T1 di diversi medicamenti mostrano delle notevoli variazioni, con riferimento ai gruppi idrossilici
dellacqua e delletanolo.

BASI FISICHE DEI MEDICAMENTI IN ALTE DILUIZIONI

89

Etanolo 90%

Alcoholus 30 (non succusso)

Alcoholus 30 (succusso)

Nux vom 30 (non succusso)

Nux vom 30 (succusso)

Fig. 9. Alcuni spettri RM del 2H della soluzione di etanolo 90%, di Alcoholus 30ch (non
succusso), di Alcoholus 30ch (succusso), di Nux vomica 30ch (non succussa), di
Nux vomica 30ch (succussa), ottenuti con uno spettrometro RMN AMX-400, a
61.4 MHz a 22C.

Entrambi i rilassamenti, spin-lattice e spin-spin, dipendono dalle velocit del


movimento molecolare, poich il rilassamento deriva dallinterazione dei campi magnetici fluttuanti dei nuclei nel lattice (Connors, 1987). Sempre in Tab. 4,
si nota che i valori T1 sono pi grandi nel CH2 e nel CH3 rispetto al gruppo
idrossilico OH dellacqua e delletanolo. Ci indica che i gruppi idrossilici, che
possiedono pi siti di legame, sono pi immobilizzati dal legame molecolare
ed hanno dei tempi di rilassamento pi corti.

Medicamento omeopatico
Etanolo 90%
Etanolo 90% (degassato)

Acqua
OH
110.79
(4.95)
97.26
(5.9)

Etanolo
OH
CH2
106.90
846.48
(5.65)
(3.93)
97.66
864.58
(6.64)
(4.87)

CH3
822.57
(1.50)
751.95
(2.44)

90

CAPITOLO 3

Alcoholus 30ch (non succusso)


Alcoholus 30ch
Alcoholus 30ch (sonicato 5 min)
Agaricus muscarius
Agaricus muscarius (sonicato
5 min)
Agaricus muscarius 200ch

122.82
(4.96)
87.53
(4.99)
115.50
(5.02)
221.94
117.94
(4.96)
101.09
(5.29)

Cantharis vesicatoria
Cantharis vesicatoria 200ch
Cina

Cina 200ch
Cina 1000ch
Cocculus indicus 30ch
Iodium 29ch (irradiato con UV
per 5 min)
Kali nitricum 30ch (degassato)
Kali nitricum 30ch (sonicato 30s)
Mercurius corrosivus 30ch (degassato)
Mercurius solubilis 200ch
Naja tripudians 200ch
Nux vomica
Nux vomica 30ch (non succussa)
Nux vomica 30ch
Nux vomica 30ch (sonicata 5 min)
Nux vomica 200ch

65.61
(5.93)
102.50
(4.70)
86.77
(5.01)
107.71
(5.03)
113.86
(5.16)
97.88
(5.88)
87.25
(6.04)
97.31
(5.91)
139.22
(4.99)
99.02
(5.16)
112.23
(5.16)
68.54
(5.03)
119.58
(4.57)
123.38
(4.97)
102.67
(4.58)

124.41
(6.67)
108.23
(5.42)
106.66
(5.70)
104.69
(5.75)
93.75
(5.88)
101.72
(6.58)
89.76
(6.74)
91.88
(6.62)
106.28
(5.74)
91.94
(5.87)
93.05
(5.9)
109.63
(5.74)
109.83
(5.26)
111.82
(5.69)
93.33
(5.31)
128.24
(5.52)

Nux vomica 1000ch


Phosphorus 32ch (sonicato 30s)

104.29
(5.67)
95.58
(5.99)
115.51
(5.52)
125.66
(5.35)
150.58
(5.54)
104.30
(5.28)

Agaricus muscarius 1000ch

Cina 32ch

74.87
(5.66)
100.20
(5.74)
109.03
(5.73)

98.54

83.34

935.69
(3.95)
969.44
(4.03)
857.89
(3.99)
894.35
847.33
(3.95)
916.39
(4.25)
860.68
(4.21)
954.24
(3.99)
942.04
(4.04)
883.45
(3.85)
1019.00
(4.98)
867.44
(3.67)
971.69
(3.98)
923.42
(4.01)
895.50
(4.12)
826.80
(4.83)
849.63
(4.98)
842.14
(4.85)
991.38
(4.01)
849.99
(4.12)
894.71
(4.12)
977.18
(4.01)
840.40
(8.50)
872.91
(3.96)
827.41
(3.56)
879.64
(3.95)
854.68

819.74
(1.53)
876.65
(1.59)
802.69
(1.56)
739.27
854.75
(1.52)
735.51
(1.82)
718.68
(1.78)
855.32
(1.56)
856.79
(1.63)
776.07
(1.92)
864.29
(2.55)
792.67
(1.24)
857.57
(1.55)
798.69
(1.58)
778.23
(1.68)
722.52
(2.39)
711.10
(2.53)
744.12
(2.39)
807.57
(1.59)
790.44
(1.70)
777.66
(1.68)
885.88
(1.59)
758.78
(1.07)
839.73
(1.52)
790.59
(1.13)
839.66
(1.53)
754.12

BASI FISICHE DEI MEDICAMENTI IN ALTE DILUIZIONI


Phosphorus 32ch (sonicato 30s,
degassato)
Santoninum 200ch
Strychninum purum
Thuja occidentalis 30ch

(6.74)
88.48
(5.78)
94.77
(5.81)
101.66
(5.10)
69.95
(5.89)

(6.06)
87.09
(6.50)
95.15
(6.54)
99.12
(5.80)
81.46
(6.64)

(4.98)
807.67
(4.74)
994.95
(4.80)
845.06
(4.04)
844.46
(4.89)

91
(2.55)
734.57
(2.29)
752.21
(2.36)
819.41
(1.62)
778.20
(2.43)

Tab. 4 - Tempo di rilassamento spin-lattice (T1) del deuterio (2H) per quanto riguarda
letanolo 90% e medicamenti omeopatici dinamizzati in etanolo 90%. Tra parentesi sono riportati gli spostamenti chimici in ppm. Le misure sono state effettuate con uno spettrometro RMN AMX-400, a 61.41 MHz e a 22C. A parte il controllo con etanolo 90% che stato messo allinizio, i medicamenti
omeopatici sono stati poi inseriti secondo lordine alfabetico. Sono riportate
potenze omeopatiche preparate con sonicazione per 30 secondi o per cinque
minuti, ad ogni passaggio di diluizione. Lo Iodium 29ch stato preparato senza succussione, ma con irradiazione ultravioletta ad ogni passaggio di diluizione. Tutte le altre potenze omeopatiche sono state preparate con succussione manuale. Alcune potenze sono state degassate per 1 ora per rimuovere
lossigeno disciolto. Tutti i medicamenti menzionati, incluse le tinture madri,
erano in etanolo 90%.

I valori T1 sono inoltre correlati ai volumi molari delle sostanze. Le sostanze


in cui i nuclei magnetici sono molto distanti, o hanno piccoli momenti magnetici, mostrano dei valori T1 pi lunghi (Bovey, 1969). In soluzioni non-ideali
come letanolo in fase idroalcoolica, le molecole di diversi tipi possono attrarsi
o respingersi vicendevolmente pi che nelle soluzioni composte da molecole
dello stesso tipo. Inoltre, la miscelazione pu sia aumentare che diminuire la
distanza media fra le molecole, cosa che, a sua volta, cambia il volume molare
complessivo rispetto alla somma dei volumi di tutte le componenti (Vemulapalli, 1997). Haseba et al. (1993) hanno osservato che letanolo sonicato fisicamente pi compatto e omogeneo rispetto alletanolo non sonicato. Quindi, la
sonicazione e la succussione dovrebbero alterare il volume molare di un rimedio dinamizzato portando ad un cambiamento nei valori T1. Losservazione
sperimentale di diversi valori T1 del nucleo di deuterio di diversi medicamenti
e dei loro diluenti (etanolo 90%) (Tab. 4) potrebbe essere attribuita a questo
fattore di cambiamenti di distanza fra le molecole.
Per lassociazione tra molecole della stessa specie o di specie diverse, possono intervenire dei cambiamenti nella distanza tra molecole di farmaci e tra molecole del mezzo di diluizione. Nelle soluzioni da noi considerate, si formano
associazioni tra molecole dacqua e di etanolo per la formazione di legami

92

CAPITOLO 3

idrogeno (O-HO). Questo tipo di associazione mediante legami idrogeno


coinvolge un legame tra un numero relativamente ampio, ma non precisamente
conosciuto, di singole molecole (vedi ad esempio la Fig. 10).
Il fatto che latomo di ossigeno dellacqua o delletanolo abbia due elettroni
spaiati, rende possibile la formazione di due legami idrogeno con altri atomi di
ossigeno della soluzione, oltre a due legami covalenti con atomi di idrogeno, i
quali a loro volta potranno entrare in legame idrogeno con altri atomi di ossigeno. In totale, ogni molecola dacqua pu stabilire fino ad un massimo di 4
legami idrogeno con altre 4 molecole dacqua vicine. La differenza dei valori
T1 che si osserva nella stessa colonna in Tab. 4 pu essere dovuta alle associazioni inter-molecolari di questo tipo. Abbiamo gi ricordato il fatto che i valori
T1 dipendono dalle velocit di movimento molecolare.

Etanolo

Acqua

Fig. 10. Legami covalenti () e legami idrogeno () in e tra molecole di etanolo ed acqua.

Haseba et al. (1993) hanno riportato che il movimento termico delle molecole
dacqua maggiore nelletanolo sonicato piuttosto che in quello non sonicato.
Questi ricercatori hanno misurato i valori T1 del deuterio (2H) di molecole
dacqua (2HO2H/-O2H) in acqua pura e in soluzioni di etanolo in fase idroalcoolica. Ovviamente, il moto termico delle molecole dacqua in medicamenti
dinamizzati, preparato mediante succussione o sonicazione, pu cambiare e
quindi possono cambiare i valori di T1. Le molecole paramagnetiche come
lossigeno disciolto riducono fortemente i valori T1 a causa dei grandi campi
magnetici associati con la componente paramagnetiche delle lattice (Dyer,
1994). Questa potrebbe essere la ragione per cui in Tab. 4 si osservano dei valori di T1 ridotti nelletanolo 90% degassato rispetto alletanolo 90% normale
in tre nuclei su 4 misurati (OH dellacqua, OH e CH3 delletanolo).
Il Phosphorus 32ch (degassato) e il Phosphorus 32ch normale mostrano un
simile effetto di riduzione del T1 in tre nuclei su 4 misurati. Tuttavia, la situa-

BASI FISICHE DEI MEDICAMENTI IN ALTE DILUIZIONI

93

zione inversa nel caso di Kali nitricum 30ch (degassato), che ha valori di T1
maggiori rispetto a Kali nitricum 30ch (sonicato, non degassato). Quindi, rimane dubbio il ruolo dellossigeno disciolto nellalterare il parametro T1 in questi
esperimenti. Inoltre, se vero che lossigeno disciolto pu essere considerato
un fattore che potenzialmente altera le misure, va per detto che nel nostro caso si confrontano soluzioni di controllo e di rimedio che hanno teoricamente la
stessa concentrazione di ossigeno.
La Tab. 4 mostra differenze tra i medicamenti dinamizzati ed il loro mezzo
diluente anche per ci che concerne gli spostamenti chimici del picco RMN
(valore tra parentesi), indicando lesistenza di diversi effetti di schermatura della nube elettronica sui nuclei di deuterio. Nelle molecole lineari come
letanolo, un importante contributo alla schermatura di un protone leffetto
paramagnetico dovuto alla circolazione di elettroni attorno agli atomi di carbonio e ossigeno. Il grado di schermatura elettronica dipende chiaramente dalla
densit elettronica attorno al protone: quanto pi alta la densit elettronica attorno al protone tanto maggiore la schermatura e quindi il campo magnetico
(alto valore di ) a cui il protone assorbe nellindagine spettroscopica RMN
(Dyer, 1994). I gruppi idrossilici dellacqua e delletanolo partecipano sia
allauto-assemblaggio delle stesse molecole, sia allassociazione intermolecolare attraverso i legami idrogeno. I protoni nei legami idrogeno, particolarmente nellauto-assemblamento, hanno mostrato una grande capacit di resistere alla schermatura dellambiente elettronico (Bovey, 1969). Pertanto, le differenze degli spostamenti di picco osservate confrontando i medicamenti dinamizzati con i loro mezzi di diluizione a riguardo del nucleo di deuterio, come
riportato in Tab. 4, possono essere attribuite ai diversi tipi di associazione di
auto-assemblaggio ed associazione inter-molecolare nellacqua e nelletanolo.
La Tab. 4 mostra anche che alcune tinture madri, come Agaricus muscarius
(o TM), Cantharis vesicatoria , Cina , hanno tre picchi invece di quattro. In
tutti questi casi, i picchi idrossilici (OH) delletanolo e dellacqua si sono sovrapposti. La posizione precisa del segnale protonico nellidrossile dipende dal
tempo che il protone passa associato ad una data molecola di etanolo. In un dato periodo di tempo, lo stesso protone idrossilico pu essere attaccato a diverse
molecole di etanolo. La velocit di cambiamento chimico (trasferimento protonico) nelletanolo puro relativamente lenta, ma essa notevolmente aumentata dalla presenza di sostanze di natura acida e/o basica. Nelle tinture madri, la
presenza di varie sostanze di origine vegetale potrebbe aver causato tale aumento di scambi chimici e lo spostamento dei picchi, fino alla sovrapposizione
con quelli dellacqua. La sovrapposizione di due picchi idrossilici stata osservata anche in medicamenti dinamizzati come Agaricus muscarius 1000ch,
Cantharis vesicatoria 200ch e Nux vomica 1000ch (Tab. 4). Anche in questi
casi si prodotto un cambiamento fisico-chimico della soluzione che favorisce

94

CAPITOLO 3

un rapido scambio chimico dei protoni fra due specie idrossiliche (dacqua e/o
etanolo), che alla fine si traduce in una singola linea di risonanza.
Altri Autori hanno effettuato misure RMN su potenze omeopatiche. Demangeat et al. (1992) hanno riportato un aumento del tempo di rilassamento del
protone (T1) a 4 MHz in alte diluizioni di soluzioni saline (NaCl 0.9%) di miscele di silice/lattosio, rispetto ad un controllo di sola soluzione salina. Abel et
al. (2001) hanno ottenuto spettri 1H RMN e calcolato valori di T1 di potenze di
Sulphur, da D4 a D30, e di Betula 30ch a 300 e 500 MHz e non hanno trovato
differenze negli spettri e nei valori T1 fra le potenze omeopatiche ed i controlli.
Milgrom et al. (2001) hanno studiato i tempi di rilassamento T2 spin-spin di
Nitricum acidum dinamizzato e non dinamizzato e non hanno trovato differenze fra le diverse soluzioni nel T2.29

3.2. Spettroscopia allinfrarosso


Iniziamo col presentare i principi base della spettroscopia allinfrarosso (IR) e
poi discuteremo le sue applicazioni allomeopatia.
Una molecola fatta di atomi dotati di movimento, cio che non rimangono
in posizioni fisse. In un modello didattico, gli atomi possono essere considerati
come delle palline e le molecole come un assemblaggio di palline con diverse
masse e con diverse direzioni di movimento, corrispondenti ai legami chimici
della molecola stessa. Una molecola ruota nella sua interezza, ma anche i suoi
legami interni vanno incontro a vibrazioni e si muovono pure gli elettroni. Ci
sono due tipi fondamentali di vibrazioni nelle molecole:
1 - stiramento (stretching), in cui la distanza tra due atomi aumenta o diminuisce, ma gli atomi rimangono sullo stesso asse di legame e
2 - piegamento (bending, o deformazione) in cui la posizione degli atomi cambia rispetto alloriginale asse di legame (Fig. 11).

29

Un altro tentativo di trovare delle caratteristiche modifiche negli spettri di potenze


omeopatiche con RMN, pubblicato nel 2004, ha dato risultati negativi (Anick DJ. High
sensitivity 1H-NMR spectroscopy of homeopathic remedies made in water. BMC
Complement Altern Med. 2004;4:15).

BASI FISICHE DEI MEDICAMENTI IN ALTE DILUIZIONI

Simmetrica

Vibrazioni
di stiramento (stretching)

95

Asimmetrica

Vibrazioni
di piegamento (bending)

Fig. 11 - Le frecce rappresentano le vibrazioni di stiramento e di piegamento del legame O-H nelle molecole dacqua.

Ciascuno di questi tipi di movimento quantizzato, cio la molecola pu esistere solo in stati definiti che corrispondono a contenuti discreti di energia. Per
esempio, una molecola in rotazione non pu ruotare con qualsiasi velocit ed
energia rotazionale, ma pu avere solo certe velocit e certe energie. Lo stesso
vale per le energie vibrazionali ed elettroniche. Pertanto, una certa serie di vibrazioni di stiramento e di piegamento possono avvenire solo a certe frequenze
quantizzate. Quando una luce infrarossa della stessa frequenza vibrazionale intercetta una molecola, il quanto luminoso viene assorbito e lenergia e
lampiezza di vibrazione di quella molecola aumentano. Quando la molecola
ritorna dal suo stato eccitato allo stato fondamentale, lenergia assorbita rilasciata come calore o come un altro quanto luminoso.
Ogni tipo di radiazione elettromagnetica, come onde radio, luce ultravioletta,
infrarossa, visibile ecc., ha una duplice natura di onda e di particella: la radiazione elettromagnetica pu essere descritta come unonda che si sposta simultaneamente nei campi elettrici e magnetici, oppure come una particella, chiamata quanto di luce o fotone. La radiazione caratterizzata da una lunghezza
donda () e da una frequenza (), che definita come il numero di cicli completi per secondo (cps), espressi anche con lunit di misura detta Hertz (Hz).
Lunghezza donda e frequenza sono inversamente proporzionali:

96

CAPITOLO 3

= C/

dove C e sono rispettivamente la velocit della luce e la lunghezza donda in


centimetri.
Lenergia di un quanto di radiazione elettromagnetica correlata direttamente
con la sua frequenza. Tanto pi alta la frequenza della radiazione tanto maggiore sar la sua energia, secondo la formula:
E = h

dove h la costante di Planck.


Le molecole assorbono la radiazione in pacchetti di energia ognuno dei
quali pari a:
E = h

Lassorbimento avviene solo quando la radiazione fornisce esattamente il


giusto pacchetto o quanto di energia che in grado di modificare il livello di
energia del composto colpito dalla radiazione. Ogni stato del composto caratterizzato da uno o pi numeri quantici e la differenza di energia tra questi stati
(E) correlata alla frequenza (della luce attraverso la costante di Planck
(h). Una molecola pu assorbire solo una certa particolare frequenza di radiazione, se esiste nella molecola unenergia di transizione di grandezza pari a: E
= h

3.2.1. Spettri IR di potenze omeopatiche


Come si detto, la radiazione infrarossa causa eccitazioni vibrazionali delle
molecole di un composto (E 1-10 kcal.mole-1). Le frequenze vibrazionali di
O-H e dei legami correlati sono sensibili allinterazione dellidrogeno con un
terzo atomo, interazione che si stabilisce quando si forma un legame idrogeno.
Per questo, la spettroscopia infrarossa un eccellente mezzo per evidenziare e
studiare i legami idrogeno (Connors, 1987).
Usando uno spettrofotometro allinfrarosso (Hitachi, modello 260-10) abbiamo ottenuto degli spettri di assorbimento delletanolo 90% e di alcuni rimedi omeopatici nellintervallo di lunghezze donda da 2.5 micrometri (4000 cicli
al cm) a 4 micrometri (2500 cicli al cm).
La Fig. 12 mostra alcuni di questi spettri infrarossi in cui si vedono unampia
banda di vibrazione da stiramento del gruppo OH e una banda relativamente
stretta di vibrazione da stiramento del gruppo CH.

BASI FISICHE DEI MEDICAMENTI IN ALTE DILUIZIONI

97

Trasmittanza della luce (%)

Etanolo 90%

Nux vom 30
in etanolo 90% (non succusso)

Nux vom 30
in etanolo 90% (succusso)

Frequenza (n. di onde cm-1)

Fig. 12 - Spettri allinfrarosso (IR) di etanolo 90%, Nux vomica 30ch (non succussa) e
Nux vomica 30ch (succussa) in etanolo 90%, ottenuti con uno spettrometro IR
(Hitachi, modello 260-10). Lo spessore della cella di misura era 0.5 millimetri
e la temperatura 20C (riprodotta, con modifiche e autorizzazione, da Sukul
et al.: Nux vomica 30 prepared with and without succussion shows antialcoholic effect on toads and distinctive molecular association. Br. Hom. J. 2001;
90: 79-85. Copyright 2001 by Nature Publishing Group).

La Tab. 5 seguente riporta le lunghezze donda (in micrometri: m) ed i numeri di onde per ogni cm (cio il numero di onde complete, o cicli di onda,
contenute in un cm di lunghezza)30 delle bande di assorbimento nellinfrarosso
delletanolo 90% e di alcuni medicamenti dinamizzati. Nella stessa tabella sono anche riportati lintensit di assorbimento dei vari gruppi chimici. I medicamenti dinamizzati ed il loro mezzo diluente (etanolo 90%) mostrano delle
30

Questa misura non va confusa con la frequenza di unonda che equivale invece al numero
di cicli di unonda che avvengono in un secondo (Hz).

98

CAPITOLO 3

differenze tra loro per quanto riguarda la lunghezza donda ed il numero di onde per cm-1 delle bande OH e CH.
Numeri di onde/cm e lunghezza donda (m) delle bande di assorbimento nellIR
Campione
Stiramento
Piegamento
Stiramento
Piegamento
O-H
O-H
C-O
C-H
Etanolo (90%)
3350 cm-1
1400 cm-1
1060 cm-1
880 cm-1
2.98
7.14
9.43
11.36
(64.5%)
(40.5%)
(58%)
(41%)
Nux vomica 30
3325 cm-1
1370 cm-1
1040 cm-1
870 cm-1
(90%) (non
3.01
7.30
9.62
11.49
succusso)
(69.5%)
(53%)
(71%)
(54%)
Nux vomica 30
3350 cm-1
1380 cm-1
1040 cm-1
880 cm-1
(90%) (succus2.98
7.24
9.62
11.36
so)
(81%)
(56%)
(78%)
(63%)
Tab. 5 - Spettri di assorbimento nellinfrarosso di etanolo 90% e Nux vomica 30ch succussa e non succussa ottenuti con un uno spettrometro IR (Hitachi, modello
260-10). I valori in parentesi indicano le intensit dellassorbimento (%).

In generale, i legami idrogeno riducono le frequenze di stiramento ed aumentano le frequenze di piegamento (Dyer, 1994). Infatti, un legame a idrogeno
con un altro atomo di ossigeno aumenta la lunghezza del legame covalente OH originale, cos che la frequenza di stiramento ridotta (Vemulapalli, 1997).
Spostamenti nelle frequenze dei gruppi chimici possono originare anche
dallinterazione tra molecole di diverso tipo, nella fattispecie acqua ed etanolo.
La frequenza di stiramento O-H delletanolo fortemente dipendente dal grado
di legami idrogeno, che allungano e indeboliscono il legame covalente O-H,
abbassando la frequenza vibrazionale. Spostamenti nelle frequenze dei gruppi
chimici causate da risonanza o effetti inter-molecolari sono molto caratteristici
e utili per scopi diagnostici (Banwell e McCash, 2000).
Gli spostamenti di frequenza della banda OH di medicamenti dinamizzati
confrontati con il loro mezzo diluente riflettono lesistenza di diversit nei legami idrogeno delle due soluzioni, che teoricamente sono composte dalle stesse concentrazioni di molecole di acqua e di etanolo. Ci suggerisce che, nei
medicamenti dinamizzati, si costituisce unassociazione dinamica tra molecole
di etanolo ed acqua in forma di polimeri tenuti insieme dai legami idrogeno.
La vibrazione di stiramento delle legame C-H rappresenta sia i gruppi metilici (CH3) sia quelli metilenici (CH2) della componente etanolica del composto o
del suo mezzo diluente. Anche la posizione dellampiezza della vibrazioni di

BASI FISICHE DEI MEDICAMENTI IN ALTE DILUIZIONI

99

stiramento del gruppo C-H diversa nel rimedio rispetto a quella dello stesso
gruppo nelletanolo 90%, indicando un cambiamento del legame idrogeno nel
rimedio anche rispetto a questa posizione della molecola.
Spettroscopia con trasformazione di Fourier (TF)
Un grosso svantaggio degli spettri ottenuti con metodi convenzionali la loro
lentezza nellesecuzione. Nel metodo convenzionale, quando si registra uno
spettro, la frequenza viene cambiata poco a poco, attraverso tutta lampiezza
delle diverse frequenze o lunghezze donda. Lo spettro pu contenere uno o
due picchi soltanto e lo spettrometro, quindi, registra solo il rumore di fondo
per la maggior parte del tempo.
Si sa che il rumore di fondo rappresenta una notevole limitazione della sensibilit di qualsiasi tecnica spettroscopica, anche se la media computerizzata di
molti dati riduce in qualche misura il disturbo costituito dal rumore di fondo.
La spettroscopia con trasformazione di Fourier (TF) consente una registrazione simultanea e praticamente istantanea di tutto lo spettro nelle regioni delle
microonde e dellinfrarosso, oltre che nella risonanza magnetica. Pertanto, la
combinazione della media computerizzata con la trasformazione di Fourier migliora notevolmente la qualit degli spettri (Banwell e McClash, 2000).
Quindi, dato che, come si detto, la spettroscopia allinfrarosso uno dei
metodi pi promettenti per studiare la distribuzione della forza dei legami idrogeno delle molecole dacqua in una soluzione idroalcolica, noi abbiamo provato a studiare alcuni spettri di infrarossi con trasformazione di Fourier (IRTF) di
alcune potenze omeopatiche. Per convenzione, le vibrazioni sono classificate in
frequenza decrescente entro il loro tipo simmetrico:
- 1 per la pi alta frequenza pienamente simmetrica (3651.7 cm-1) e
- 2 per la frequenza pi alta subito successiva (1595.0 cm-1) (Banwell e
McClash, 2000).
Poich le bande vibrazionali O-H (1 e 3) dellacqua si sovrappongono alle
bande O-H delletanolo, lo spettro IR nella regione dello stiramento del legame
non consente di indagare precisamente i legami idrogeno delle molecole
dacqua in presenza di etanolo. Daltra parte, nella regione della vibrazione per
piegamento (2) della molecola dacqua, letanolo non ha assorbimento, cos
che lo spettro infrarosso della regione del piegamento rivela pi specificamente
la forza del legame idrogeno delle molecole dacqua. La frequenza della banda
2 inversamente proporzionale alla forza del legame idrogeno delle molecole
dacqua (Mizuno et al., 1997) e questi Autori hanno osservato degli spostamenti delle bande 2 (stiramento dei legami idrogeno) verso la regione della
luce blu, cosa che indica un rafforzamento dei legami idrogeno nellacqua,
confermando delle osservazioni ottenute anche con gli studi 1H della RMN.

100

CAPITOLO 3

Gli spettri allinfrarosso con trasformazione di Fourier di etanolo 90%, Alcoholus 30ch ed alcuni medicinali omeopatici dinamizzati sono riportati in Fig.
13, ove si osserva una netta di variazione nel numero delle bande 2, della loro
ampiezza, del numero di onde al cm e dellintensit dellassorbimento (in %) in
diversi medicamenti omeopatici dinamizzati. Ci conferma la variazione dei
legami idrogeno nei rimedi omeopatici.31

31

Recentemente, gli autori di questo testo hanno confermato queste osservazioni in un lavoro
apparso nellalettteratura internazionale referenziata: Sukul NC, Ghosh S, Sukul A,
Sinhababu SP. Variation in fourier transform infrared spectra of some homeopathic
potencies and their diluent media. J Altern Complement Med. 2005 Oct;11(5):807-12. In
breve, spettri nellinfrarosso con trasformazione di Fourier (FTIR) di Nux vomica 30ch,
Lycopodium 30ch, Santonin 30ch, Cina 30ch, Cina 206ch, Cina 1006ch, del loro diluente
etanolo 90% e Alchoholus 30ch sono differenti gli uni dagli altri e dfferenti rispetto al
diluente etanolo 90% per quanto riguarda il numero delle bande 2, della loro lunghezza
donda e della forma dello spettro nel range di 2000-1000 cm-1 a 20 gradi C. Gli autori
attribuiscoono le differenze al differente numero di legami idrogeno ed allaloro forza di
legame. Nello stesso lavoro si riferisce che delle pastiglie di bromuro di potassio (KBr)
impregnate con la potenza omeopatica ritengono la capacit di dare degli spettri FTIR
caratteristici.

BASI FISICHE DEI MEDICAMENTI IN ALTE DILUIZIONI

101

Etanolo 90%

Trasmittanza della luce (%)

Alcoholus 30c

Nux vom 30c

Lycopodiun 30c

Frequenza (n. di onde cm-1)

Fig. 13 - Spettri IR con trasformazione di Fourier (IRTF) di etanolo 90%, Alcoholus


30ch, Nux vomica 30ch e Lycopodium 30ch ottenuti con uno spettrometro
IRTF Jasco, modello 420, a 20C nella regione di numero di onde che vanno
da 2000 a 1000 per cm. Tutte le potenze omeopatiche erano in etanolo 90%. Si
nota una marcata variazione delle bande 2 degli spettri (attorno a 1596 cm1
).

102

CAPITOLO 3

3.3. Termoluminescenza
La luminescenza stimolata dal calore, o termoluminescenza, normalmente
applicata allo studio della struttura dei solidi, soprattutto i cristalli. Il campione
posto a bassissima temperatura e viene attivato con energia radiante come
UV, raggi X, raggi gamma, ecc., azione che crea degli spostamenti di elettroni
intrappolati a diversi livelli di in energia. Il campione irradiato successivamente riscaldato ed emette energia luminosa, che pu essere di diversi colori e
di diversa quantit e che evidenziata da differenti picchi, secondo la profondit dei livelli energetici degli elettroni inizialmente intrappolati.
Usando questa tecnica, Rey (2003) ha dimostrato che il cloruro di litio (Lithium muriaticum) 15ch e il cloruro di sodio (Natrum muriaticum) 15ch producono una termoluminescenza caratteristica della soluzione originale dinamizzata dei rispettivi sali, diversa dal solvente (acqua distillata). Tale effetto stato
attribuito a cambiamenti specifici nella rete dei legami idrogeno delle altissime
diluizioni di ciascun sale.

3.4. Associazione molecolare e struttura dellacqua


Si gi detto che le potenze omeopatiche sono preparate in acqua o in una miscela dacqua ed etanolo. Perci, al fine di comprendere le basi fisiche di una
potenza omeopatica, conviene approfondire la conoscenza della struttura
dellacqua e delle miscele idro-etanoliche.
Le propriet fisiche dellacqua allo stato liquido non sono completamente conosciute (Bruscolini e Casetti, 2001). Tuttavia, si possono formulare alcune
ipotesi sugli aspetti fisici dellacqua che potrebbero giustificare la presenza di
informazioni di un medicinale in diluizioni ultra-alte.
Lacqua composta da un atomo di ossigeno e due atomi di idrogeno;
lossigeno ha sei elettroni, due dei quali sono usati nei legami covalenti con
lidrogeno. Nellossigeno esiste un doppietto di elettroni di non legame ed attrae degli ioni caricati positivamente, come lidrogeno, con la possibile formazione di legami idrogeno tra diverse molecole dacqua. Diversamente
dallacqua, letanolo pu formare legami idrogeno solo ad un estremo della
molecola.
Nei risultati dei test in vitro, di cui si riferito nel capitolo 2, abbiamo notato
che lacqua pura pu servire come efficace mezzo diluente per le potenze
omeopatiche, ma che in presenza di etanolo lefficacia di queste potenze pi
stabile nel tempo. Perci, il principale ruolo giocato dalletanolo quello di

BASI FISICHE DEI MEDICAMENTI IN ALTE DILUIZIONI

103

stabilizzare la struttura che mantiene le propriet farmacologiche specifiche,


acquisite durante il processo di dinamizzazione. Le molecole di etanolo sono
anfifiliche, cio hanno una testa polare e una coda non polare (Fig. 14) ed
ipotizzabile che la parte non polare possa preservare o promuovere la struttura
dellacqua specifica di ogni medicinale dinamizzato (Sukul et al., 2002).

Coda non polare


Testa polare

Fig. 14 - Testa polare e coda non-polare di una molecola di etanolo.

Si gi detto che le molecole dacqua si associano luna allaltra attraverso i


legami idrogeno nellacqua pura. La stessa situazione si verifica con letanolo e
con la miscela acqua/etanolo, dato che le due diverse specie molecolari possono formare legami idrogeno. In una potenza omeopatica preparata con etanolo
in fase idroalcoolica vi associazione inter-molecolare sia tra molecole
dacqua (acqua-acqua), sia tra molecole di etanolo (etanolo-etanolo), sia tra acqua ed etanolo (acqua-etanolo). Questi legami coinvolgono atomi di idrogeno
che sono gi legati ad altri atomi. Perci il processo di formazione del legame
pu essere scritto come:
AH + B AH B
dove:
- A una sostanza con un atomo di idrogeno (H) legato
- B unaltra sostanza che si lega allidrogeno di A con dei ponti idrogeno
().
I calcoli dei contributi delle diverse energie di interazione dei complessi formati con legami idrogeno suggeriscono che la componente elettrostatica sia di
solito dominante, con un piccolo ma significativo contributo del trasferimento
di carica. Si pensa che i legami idrogeno pi forti siano primariamente elettro-

104

CAPITOLO 3

statici, ma che i legami molto deboli abbiano una relativamente ampia componente di trasferimento di carica (Connors, 1987).
Poich la componente elettrostatica la forza dominante nel legame idrogeno, la succussione o agitazione meccanica potrebbe contribuire allaumento di
questa forza elettrostatica, rendendo pi forte il processo di associazione intermolecolare.
Questo uno dei possibili ruoli giocati dalla succussione o dalla sonicazione
durante il processo di dinamizzazione di un medicinale omeopatico.

3.4.1. Struttura e forze dinamiche dellacqua allo stato liquido


Nella molecola dacqua, lossigeno condivide un paio di elettroni con ciascun
atomo di idrogeno. Gli orbitali elettronici esterni dellatomo di ossigeno formano approssimativamente un tetraedro, con un atomo di idrogeno legato covalentemente a ciascuno dei due angoli e con due paia di elettroni liberi non
condivisi agli altri due angoli (Fig. 15).

Fig. 15 - Rappresentazione della struttura di una molecola dacqua con le due paia di
elettroni non condivisi dellatomo di ossigeno.

Il nucleo dellossigeno attrae gli elettroni pi fortemente del nucleo


dellidrogeno. Tale asimmetria genera due dipoli elettrici nella molecola
dacqua, uno per ciascuno dei due legami O-H. Latomo di ossigeno porta una
carica parzialmente negativa e ciascun atomo di idrogeno una carica parzialmente positiva. Come conseguenza, si genera unattrazione elettrostatica fra
latomo di ossigeno di una molecola dacqua e un atomo di idrogeno di unaltra
molecola dacqua, attrazione che viene chiamata legame idrogeno. La disposizione approssimativamente tetraedrica degli orbitali elettronici dellatomo di

BASI FISICHE DEI MEDICAMENTI IN ALTE DILUIZIONI

105

ossigeno permette a ciascuna molecola dacqua di formare legami idrogeno


con altre quattro molecole dacqua vicine. Molecole dacqua associate da quattro legami idrogeno tendono a raggrupparsi insieme in gruppi pi grandi, per
ragioni statistiche ed energetiche. Le catene di legami idrogeno sono cooperative (Dannenberg, 2002):
OH OH OH
Nellacqua allo stato liquido a temperatura ambiente ed alla pressione atmosferica, le molecole dacqua sono disorganizzate e in continuo movimento.
Mediante simulazioni al computer stato possibile caratterizzare e visualizzare
le strutture dellacqua, le loro propriet dinamiche e le perturbazioni risultanti
dalla presenza dei soluti. La caratterizzazione sperimentale della struttura dei
liquidi in cui le molecole sono relazionate tra loro con legami idrogeno utilizza
tecniche di diffrazione dei raggi X, dei neutroni e degli elettroni (Ladany e
Skaf, 1993).
La struttura dellacqua basata sulle strutture esagonali a forma di barca e di
sedia del ghiaccio che esiste a pressione atmosferica. Tali geometrie possono
complicarsi e ripiegarsi in tre dimensioni, formando una rete icosaedrica basata
sulla disposizione regolare di 14 molecole. Sappiamo che 20 gruppi di tali unit composte da 14 molecole, per un totale di 280 molecole dacqua, possono
formare strutture icosaedriche del diametro di 3 nm, che possono anche essere
stirate, con un conseguente aumento di volume (Doyles e Wales, 2001). In
questo caso licosaedro risultante una figura geometrica solida avente 20 facce. La stabilit della rete finemente bilanciata, essendo capace di fluttuare tra
una struttura espansa di bassa densit e una pi densa, collassata, senza rompere alcun legame idrogeno, ma solo con piccoli cambiamenti della forza del legame idrogeno. Quando sono presenti forti legami idrogeno, si forma una struttura espansa con un dodecaedro centrale (Henry, 2002).
Il dodecaedro una figura solida con 12 facce. Se i legami idrogeno sono tali
che le interazioni non leganti sono pi importanti, i clatrati (cluster) formano
una struttura parzialmente collassata, con una cavit cubica. Questi modelli sono in accordo con i dati ottenuti con la diffrazione dei raggi X (Narten et al.,
1967). Ci sono molti esempi della formazione dei clatrati dodecaedrici (Sobott
et al., 1999).
Nella rete icosaedrica (con struttura espansa) che abbiamo appena descritto,
vi un numero enorme di possibili disposizioni delle molecole dacqua consentite dai legami idrogeno, numero calcolato nellordine di 2130 x 712. Questo
in accordo con il minimo fattore entropico atteso sulla base delle possibili variazioni strutturali di ciascuna molecola (Eisenberg e Kauzman, 1969).

106

CAPITOLO 3

Allo stato liquido, circa il 50% delle molecole dacqua sono impegnate in 4
legami idrogeno, 30% in 3 legami e frazioni pi piccole partecipano a 1, 2 e 5
legami (Ladany e Skaf, 1993). I legami idrogeno sono pi deboli di quelli covalenti: lenergia richiesta per rompere un legame idrogeno nellacqua liquida
circa 20 KJ/mol, rispetto ai 348 KJ/mol del legame covalente C-C.
A temperatura ambiente, lenergia termica di una soluzione acquosa (cio
lenergia cinetica del movimento di tutti gli atomi e delle molecole) dello
stesso ordine di grandezza di quella necessaria per rompere i legami idrogeno
(Nelson e Cox, 2000). difficile stabilire il tempo di durata del legame idrogeno (HB), perch le molecole sono soggette a velocissimi movimenti vibrazionali che possono far apparire un legame rotto, quando invece il legame solo
distorto dal suo equilibrio geometrico. A temperatura ambiente, il tempo di durata di un legame idrogeno (HB) stato stimato attorno a 0.8 picosecondi (Ladany e Skaf, 1993, e bibliografia ivi riportata). I legami idrogeno si rompono e
si riformano continuamente. La forza di questo legame dipende
dallorientamento e dalla posizione degli altri atomi legati e non legati. Vi un
influenza reciproca tra i legami covalenti ed i legami idrogeno: quanto pi forte
il legame OH, tanto pi debole il legame covalente OH. Lindebolimento
del legame covalente rappresenta un buon indicatore dellenergia del legame
idrogeno (Grabowski, 2001). Ogni legame idrogeno formato aumenta cooperativamente la capacit delle altre molecole di formare altri legami idrogeno. La
rete praticamente completa alle comuni temperature ambientali, quando quasi
tutte le molecole sono collegate per almeno un legame. I legami che si rompono probabilmente si riformano preferenzialmente nella stessa posizione (Tikhonov e Volkov, 2002). La dissociazione completa del cluster un evento raro che avviene solo una volta ogni 1016 volte che si rompe il legame idrogeno,
in tempi dellordine di una volta ogni 24 ore. Perci i cluster possono persistere
per tempi molto pi lunghi (Higo et al., 2001).
La struttura basata sui legami idrogeno trasporta a notevole distanza informazioni riguardo ai soluti ed alle superfici con cui le molecole dacqua sono in
contatto. Leffetto sinergico, direzionale ed espansivo. Inoltre, leffetto di trasporto informazionale rinforzato da effetti di polarizzazione e dal trasferimento inter-molecolare risonante dellenergia vibrazionale OH, mediato dalle
interazioni dipolo-dipolo e dai legami idrogeno (Woutersen e Bakker, 1999).
Poi, il riorientamento di una molecola induce corrispondenti movimenti nelle
molecole vicine.
Le relative proporzioni dei differenti polimeri dacqua sono in equilibrio dinamico con le specifiche configurazioni geometriche: si ritiene che tale configurazione geometrica dinamica dei cluster dacqua conferisca in modo collettivo la specificit ad un medicinale omeopatico. Quando in soluzione presente letanolo, il tempo di riassociazione del legame idrogeno non dipende dalla

BASI FISICHE DEI MEDICAMENTI IN ALTE DILUIZIONI

107

sua concentrazione, indicando che in soluzione le sequenze di dissociazione e


di associazione avvengono tra gli stessi gruppi OH (Bonn et al., 1996, e bibliografia ivi riportata).
Molte delle speciali propriet dellacqua sono dovute allesistenza di ioni
idrossido (OH-) e idronio (H3O+), sempre presenti in piccole quantit
nellacqua pura. Essi possono associarsi con le molecole dacqua formando
cluster OH-(H2O)n e H3O+(H2O)n di varia grandezza secondo il grado di solvatazione (Wood et al., 1994).
I cluster dacqua sono di due tipi:
- cluster pieni (bulk clusters), che sono in contatto con un sito occupato da
acqua,
- cluster a guscio (shell cluster), che sono in contatto con un sito occupato
da un monomero di unaltra molecola.
Si visto che m molecole dacqua appartenenti ad un dato cluster possono
formare un massimo di 3m/2 legami idrogeno (Bruscolini et al., 2001).
Nellacqua, le strutture cicliche pi stabili sono i trimeri, i tetrameri ed i pentameri. Per lesamero, si visto che una struttura concava non ciclica la pi
stabile. Per lottamero e per i cluster pi grandi sono preferite le strutture tridimensionali (Gregory e Clary, 1996, e bibliografia ivi riportata). Molti esperimenti hanno dimostrato che un cluster (H2O)2H+ si comporta come un cluster
magico, nel senso che pi stabile dei cluster vicini in varie condizioni sperimentali. Cluster neutrali di acqua della grandezza di 20 molecole e pi sono
del tipo dei cluster pieni con molecole coordinate di 4 in 4 (quattro volte coordinate); i clatrati o le strutture tre volte coordinate come i fullereni sono le pi
alte di energia (Laasonen e Klein, 1994).

3.4.2. Fenomeni di trasporto nellacqua


Nellacqua liquida avvengono due classi di fenomeni di trasporto di energia e
di informazioni:
- lordinaria diffusione di massa,
- la particolare mobilit dei protoni.
La mobilit di protoni un processo cruciale in molte aree della chimica e
della biologia. Rispetto a tutte le altre specie elettrolitiche, le mobilit tipiche
dei protoni appaiono estremamente veloci, indicando che la normale diffusione
degli ioni gioca solo un ruolo secondario. Infatti, la migrazione di cariche
guidata da successivi salti di protoni da un atomo di ossigeno a quello della
molecola vicina (Tuckerman et al., 1995, e bibliografia ivi riportata). La mobilit protonica ha luogo sulla stessa scala temporale del riorientamento delle
molecole dacqua, mentre la diffusione pi lenta e mostra una maggiore dipendenza dalla temperatura. Questi fenomeni corrispondono agli spostamenti

108

CAPITOLO 3

di molecole dacqua attraverso gli spazi tetraedrici lasciati vuoti dagli spostamenti delle altre molecole, lungo distanze di circa 3.3 Angstrom.
Le dinamiche dellacqua mostrano numerosi comportamenti cooperativi, apparentemente casuali o, meglio, caotici, che sono difficili da determinare esattamente. Tuttavia, allinterno di queste complesse dinamiche si possono identificare dei movimenti semplici che sono funzionalmente importanti, come i riorientamenti delle molecole, i salti di protoni e gli spostamenti negli spazi tetraedrici, che consentono le suddette propriet di trasporto dellacqua (Agmon,
1996).
Usando tecniche spettroscopiche, si dimostrato che la carica defettiva in acqua localizzata nella forma di semplici ioni acquosi a lunga emivita e cio la
molecola approssimativamente simmetrica e planare H3O+ (catione idronio) e
quella lineare OH- (anione idrossido). Questi sono gli ioni capaci di trasportare
le cariche nel mezzo acquoso. Pertanto, il passaggio che limita la velocit del
trasporto di protoni nel liquido potrebbe essere non tanto il salto del protone da
una molecola allaltra attraverso i legami idrogeno, quanto la continua formazione e rottura di legami idrogeno nel guscio di solvatazione formato dalle molecole dacqua attorno a detti ioni. Questa la base del modello della diffusione strutturale, che stato sviluppato in dettaglio per lo ione H3O+. In accordo con loriginale descrizione di Grotthus (salti di protoni da un atomo di
ossigeno a quello vicino), sarebbe questa struttura di solvatazione a migrare
lungo le catene di ioni idronio e idrossido delle molecole dacqua e non le particelle stesse (Tuckerman et al., 1995, e bibliografia ivi riportata).

3.4.3. Azione di una potenza omeopatica


Alla luce di quanto detto, si pu formulare lipotesi per cui lo schema di diffusione strutturale (formazione e rottura di legami idrogeno) sia specifico per
ogni particolare rimedio omeopatico dinamizzato. Le membrane biologiche sono immerse in un film continuo di molecole dacqua. Al momento in cui un
rimedio dinamizzato introdotto in tale mezzo acquoso, lo schema di diffusione strutturale modificato, o meglio resettato, seguendo lintrinseca struttura
di quella particolare potenza omeopatica. Poich il film acquoso aderisce alle
proteine ed alle molecole oligosaccaridiche delle membrane cellulari, lo schema strutturale stabilizzato, finch non si aggiunga una nuova struttura di diffusione. Tale riassetto dello schema strutturale innesca una cascata di reazioni
biochimiche sulla membrana e di qui allinterno della cellula esposta.

BASI FISICHE DEI MEDICAMENTI IN ALTE DILUIZIONI

109

3.4.4. Struttura dellacqua in presenza di soluti


Abbiamo gi notato che le potenze omeopatiche sono prodotte a partire dalla
tintura madre di una sostanza medicinale. La tintura madre (TM) pu contenere
un singolo componente (come ad esempio cloruro di sodio) o una miscela di
molte diverse componenti (come nel caso di una pianta medicinale tipo Nux
vomica TM). Durante il processo di dinamizzazione, la tintura madre diluita
col solvente (acqua oppure etanolo in fase idroalcoolica) in passaggi successivi
accompagnati da succussioni. Durante questo processo, le molecole originali
del principio attivo sono progressivamente disperse fino ad un certo punto, approssimativamente attorno alla dodicesima potenza, in cui teoricamente non
rimane alcuna molecola della sostanza di partenza. Da quel punto in poi, il medicinale dinamizzato consister solo di molecole del mezzo diluente, che si assume siano specificamente strutturate dalla sostanza inizialmente sciolta e
mantengano la struttura specifica nei successivi passaggi di diluizione e dinamizzazione. La struttura specifica, probabilmente basata sui legami idrogeno,
conservata in diverse condizioni, persino quando il medicinale diluito con
acqua di rubinetto. Di fatto, nella pratica omeopatica, le potenze medicinali sono spesso miscelate con acqua corrente e in questo modo vengono poi somministrate ai pazienti o ad animali di esperimento mantenendo inalterata la loro
efficacia.
Esaminiamo ora pi in dettaglio cosa avviene quando un soluto aggiunto ad
un mezzo diluente come lacqua.
Lacqua tende ad idratare molti soluti, cio si lega ad essi in modo sufficientemente forte da divenire come parte della stessa sostanza. Il numero di molecole di acqua che si legano ad un soluto detto numero di idratazione. Esso
varia per le diverse sostanze: ad esempio, i numeri di idratazione di alcune comuni sostanze sono:
- glicerolo
= 2.0 5
- Na+
= 3.9 0.5
- saccarosio = 5.0 0.5
- Ca2+
= 12.0 2
- Fe3+
= 18.0 2
- Al3+
= 22.0 2.
Le molecole dacqua formano un guscio di idratazione attorno alle molecole
del soluto. Quando le molecole del soluto attraggono molte molecole dacqua,
come nel caso di Al3+, esse si dispongono in pi strati. La diffrazione dei raggi
X ha dimostrato che attorno ad Al3+ presente un secondo guscio di idratazione molto ordinato (Zavitsas, 2001).

110

CAPITOLO 3

Sia lacqua, sia letanolo sono solventi polari con cui gli ioni interagiscono
fortemente causando notevoli modificazioni della struttura locale e delle dinamiche delle molecole circostanti. Le simulazioni indicano che la rete dei legami idrogeno dellacqua perturbata in vicinanza di cationi monovalenti. In particolare, il numero di legami idrogeno per molecola di solvente in vicinanza
degli ioni Na+ significativamente pi piccolo che nel solvente puro (Ladany e
Skaf, 1993). Secondo i modelli di Frank e Wen (1957) e di Bokris e Saluja
(1972), citati da Dutta (1997), attorno agli ioni si formano due strati di molecole dacqua, coordinate con lo ione e tra loro:
- lo strato pi vicino formato da molecole dacqua coordinate di solvatazione
(SCW)32: esse sono come congelate nella forma del guscio di solvatazione attorno allo ione e si muovono insieme ad esso durante i suoi movimenti
attraverso la soluzione;
- altre molecole dacqua sono coordinate ma non partecipano alla solvatazione
(NSCW)33: queste ultime, bench presenti in vicinanza dello ione e con esso
coordinate, non sono legate rigidamente e non vengono trascinate nei movimenti dello ione.
Durante le successive diluizioni, la soluzione progressivamente deprivata
degli ioni e delle loro molecole di solvatazione (SCW), mentre la proporzione
delle molecole NSCW aumenta. Secondo questo modello, nei medicinali dinamizzati sarebbe la struttura delle molecole NSCW, tenute insieme da legami
idrogeno, a trattenere una sorta di specificit strutturale delle molecole originali
del soluto.
Simulazioni al computer mostrano che il tempo di permanenza delle molecole dacqua nel guscio interno di solvatazione molto maggiore per i piccoli ioni alcalini (litio, sodio: Li+, Na+) rispetto a quelli di maggiori dimensioni.
Le misurazioni dei movimenti di ioni e molecole in soluzione hanno dimostrato che nel caso di sostanze di notevoli dimensioni molecolari
laccoppiamento del primo guscio di solvatazione con il solvente circostante
limita i movimenti di orientamento e di rilassamento delle molecole del soluto
(Ladany e Skaf, 1993).
I soluti non polari sono scarsamente solubili in acqua, perch le loro interazioni con le molecole dacqua sono molto pi deboli delle interazioni tra le
stesse molecole dacqua. Gli esperimenti mostrano che, in vicinanza dei soluti
non polari, le molecole dacqua divengono pi strutturate e meno mobili. Ad
esempio, lentropia di solvatazione di queste specie alta e di segno negativo;
le misure RMN e dielettriche mostrano una diminuzione di mobilit dellacqua
32
33

SCW: Salvational Coordinated molecules of Water.


NSCW: Non-Solvational Coordinated molecules of Water.

BASI FISICHE DEI MEDICAMENTI IN ALTE DILUIZIONI

111

in prossimit di soluti apolari. I legami idrogeno in vicinanza di questo tipo di


molecole sono pi forti che nellacqua pura ed hanno una maggiore durata. Essi sono disposti prevalentemente secondo la tangente alla superficie dei soluti
apolari, formando strutture simili a clatrati, che si riassettano sulla scala temporale di pochi picosecondi a temperatura ambiente.
Gli ioni con alta densit di carica e le specie apolari rappresentano i due
estremi della solvatazione acquosa. Per altri tipi di soluti le differenze tra
lacqua libera ed i gusci di solvatazione sono meno pronunciate (Ladany e
Skaf, 1996, e bibliografia ivi riportata). I soluti con piccolo diametro sono pi
facili accettori di legami idrogeno rispetto a quelli di ampio diametro. Vi sono
evidenze che anche la formazione di legami idrogeno tra il soluto ed il solvente
influisce sulle specifiche caratteristiche della solvatazione (Ladany e Skaf,
1996, e bibliografia ivi riportata).
Quando nellacqua sono presenti surfattanti non ionici, il comportamento della struttura del liquido dipende dalle concentrazioni della sostanza sciolta, delineando tre possibili fasi:
- nelle basse concentrazioni si ha la fase micellare (formazione di micelle),
senza che ci porti significativi cambiamenti nella struttura dellacqua;
- con maggiori concentrazioni sia ha la fase lamellare, che causa una rapida
distruzione della rete dei legami idrogeno tetraedrici, poich lacqua confinata tra le superfici idrofiliche delle lamelle;
- aumentando ulteriormente le concentrazioni, lacqua dimostra nuovamente
la sua tendenza a formare cluster di molecole in forma tetraedrica, anche se in
quantit molto piccola rispetto allacqua pura.
I risultati sperimentali con le soluzioni di surfattante sono state ottenute mediante la spettroscopia Raman (Marinov et al., 2001).

3.4.5. Triturazione e nanoparticelle


Come si detto in precedenza (capitolo 1, paragrafo 1.4), nella prima fase della
preparazione omeopatica i solidi secchi e le sostanze insolubili in acqua sono
inizialmente triturati al fine di rendere disponibili i principi attivi. Si stima che,
per mezzo dello sminuzzamento ripetuto nel mortaio con la polvere di lattosio,
le sostanze siano ridotte allo stato di nanoparticelle (10-9 m). Le nanoparticelle
assumono una speciale importanza, perch rendono attive biologicamente delle
sostanze che altrimenti non lo sarebbero. Nella seconda edizione del suo libro
Malattie Croniche, Hahnemann raccomand che tutte le sostanze medicinali,
come i succhi vegetali, i minerali, i metalli, i sali, le bacche, fossero preparati
con la triturazione fino alla terza diluizione e solo dalla quarta in poi venissero
preparate per diluizione in etanolo in fase idroalcoolica seguita dalla succussione. plausibile che, quando le potenze omeopatiche sono prodotte a partire

112

CAPITOLO 3

dalla terza triturazione, le nanoparticelle inducano particolari strutture


dellacqua.
stato recentemente scoperto che delle nanoparticelle con specifiche strutture compaiono negli organi di pazienti affetti da varie malattie. Nanoparticelle
sferiche sono state isolate dal fluido cerebrospinale di pazienti con schizofrenia. Non chiaro se tali particelle siano responsabili dello sviluppo della schizofrenia o siano il risultato del processo patologico che avviene nel cervello dei
pazienti (Wetterberg et al., 2002).
Microparticelle e nanoparticelle sono state trovate in fegato e reni colpiti da
granulomi da causa ignota; si tratta di particelle inorganiche di varia composizione chimica, di dimensioni relativamente grandi. stata coniata una nuova
parola, nano-patologia, per indicare le malattie in cui si presenta questo fenomeno (Gatti e Rivasi, 2002). Si potrebbe formulare lipotesi che, durante il
proving omeopatico, una sostanza possa indurre la formazione di nanoparticelle, le quali a loro volta potrebbero causare lo sviluppo di sintomi di una certa
malattia. Una potenza preparata con quella sostanza potrebbe migliorare o curare quella malattia che mostra sintomi simili.
Poich per preparare i nosodi si usano tessuti patologici, si pu pensare che le
nanoparticelle di quei tessuti, quando dinamizzate, producano leffetto opposto
di curare una malattia. Secondo questa veduta, lisolamento di nanoparticelle
dai tessuti malati potrebbe aiutare a produrre nosodi pi puri e pi efficaci.
Comunque, da quanto si detto, il modello che proponiamo prevede che diversi soluti producano diverse strutture nellacqua. Nel caso di potenze prodotte da un singolo elemento come ad esempio Ferrum metallicum, Phosphorus,
Argentum metallicum, Bromium, ecc., probabile che il medicinale contenga
una singola specie di struttura dellacqua, con uno specifico intreccio di legami
idrogeno e con una specifica forza dei legami stessi. Tale struttura dellacqua
dipenderebbe primariamente dal diametro dellatomo di partenza e dalla sua
carica.
Potenze preparate con una miscela di diversi composti dovrebbero consistere
di una miscela di diverse specie di strutture dellacqua. In caso di nosodi preparati da proteine, lipidi, tessuti macerati, ecc. ci sarebbe una grande quantit di
specie di strutture, con differenti reti e conformazioni.
Pertanto, un medicinale dinamizzato, derivato da un singolo elemento, da un
singolo composto o da una miscela di diversi composti, consisterebbe in una
rete di strutture in forma di cluster di molecole dacqua, legate con legami
idrogeno, con una configurazione geometrica specifica rispetto alla sostanza di
partenza. La specificit di tale configurazione sarebbe mantenuta anche se il
rimedio dinamizzato diluito con acqua distillata o acqua corrente.

BASI FISICHE DEI MEDICAMENTI IN ALTE DILUIZIONI

113

3.4.6. Etanolo in fase idroalcoolica come solvente


Le potenze omeopatiche disponibili sul mercato in forma liquida hanno una notevole percentuale di etanolo in soluzione (in genere 80-91%).
Si ritiene che letanolo, che ha unampia porzione non polare della molecola,
stabilizzi le strutture e le preservi nel tempo. Abbiamo gi detto che una completa dissociazione della rete di legami idrogeno avviene con un tempo
dellordine di una giornata. Pertanto, la specificit dello schema dei legami
idrogeno di un determinato medicinale in acqua pura dovrebbe degenerare
completamente in pochi giorni. Abbiamo gi detto nel capitolo 2 (paragrafo
4.1) che Mercurius corrosivus 30ch preparato in acqua pura e stoccato per circa un anno era incapace di alterare lattivit dell-amilasi in vitro. Nella miscela idro-etanolica, invece, le componenti dovrebbero preservare in qualche
modo lo schema dei legami idrogeno (Skaf e Ladanyi, 1995). Gli alcoli che
hanno un solo gruppo idrossilico sono caratterizzati da schemi di legami idrogeno con una disposizione prevalentemente lineare, in forma di catena. Questo
schema molto diverso dalla rete tridimensionale dellacqua.
Le propriet delletanolo liquido, sia strutturali sia dinamiche, sono fortemente influenzate dai legami idrogeno inter-molecolari e la sua struttura dominata
da catene sinuose fatte da un grande numero di molecole (Saiz et al., 1997). I
dati della diffrazione dei raggi X e della luce di Rayleigh indicano la formazione di complessi per associazione di molecole di etanolo idratate e non idratate.
Infatti, gli alcoli, come tutte le altre ben conosciute sostanze anfifiliche, formano molti tipi di raggruppamenti o di strutture estese (Kuprin et al., 1995, e citazione ivi riportate).

Sommario
Le potenze omeopatiche oltre la dodicesima centesimale (12ch) superano il
numero di Avogadro e pertanto non contengono alcuna molecola di soluto, ma
solo le molecole del solvente, cio acqua ed etanolo. Tuttavia, gli studi RMN
mostrano che i medicamenti dinamizzati differiscono luno dallaltro ed anche
rispetto alletanolo 90%, per ci che concerne il tempo di rilassamento spinlattice (T1) e lo spostamento chimico del picco dei nuclei di deuterio.
La spettroscopia infrarosso (IR) dei medicamenti dinamizzati mostra delle
variazioni nelle frequenze vibrazionali delle bande O-H, C-O e C-H. Gli spettri
allinfrarosso con trasformazione di Fourier (FITR) mostrano notevoli variazioni della vibrazione oscillatoria del legame O-H (banda 2). Tutti questi ri-

114

CAPITOLO 3

sultati sono indicativi sia dellesistenza nelle potenze omeopatiche di particolari strutture di legami idrogeno, sia della forza di questi stessi legami.
Lipotesi emergente che in una potenza omeopatica diluita in etanolo ed acqua ci sia una specifica associazione intra- e inter-molecolare tra lacqua e
letanolo, ottenuta grazie ai legami idrogeno. Poich la componente elettrostatica la forza dominante, si pensa che la succussione o qualsiasi agitazione
meccanica possa rafforzare i legami idrogeno. Le relative proporzioni dei differenti polimeri dacqua sono in un equilibrio dinamico, sempre per con una
configurazione geometrica specifica. Questa configurazione geometrica dinamica dei cluster dacqua conferisce in modo collettivo e cooperativo una specificit alle propriet farmacologiche della potenza omeopatica. Una dissociazione e ri-associazione dei legami idrogeno avviene fra gli stessi gruppi OH,
con uno schema specifico per ogni particolare rimedio dinamizzato.
Lacqua tende ad idratare le particelle del soluto in modo tale che le molecole
di solvatazione coordinate (SCW) siano strettamente associate alle particelle di
soluto ed ai loro movimenti in soluzione. Le molecole dacqua coordinate che
non partecipano alla solvatazione (NSCW), non essendo rigidamente legate,
sono lasciate indietro rispetto ai movimenti in soluzione.
Si potrebbe quindi pensare che durante le successive diluizioni le particelle di
soluto e le loro molecole SCW siano progressivamente depletate, mentre le
molecole di NSCW aumentino di numero. Sarebbero queste ultime, che conservano la loro struttura mediante la rete dei legami idrogeno, a rappresentare
una sorta di specificit strutturale delle molecole del soluto iniziali e quindi ad
essere responsabili degli effetti biologici.
Sappiamo che per preparare un medicamento omeopatico, i solidi insolubili
in acqua sono dinamizzati inizialmente mediante triturazione. Tale processo
rompe finemente le sostanze fino allo stato di nanoparticelle, che sarebbero di
particolare importanza per la loro specifica attivit biologica. Le nanoparticelle
sono presenti nei tessuti patologici da cui sono preparati i nosodi. Pertanto, la
triturazione e la produzione di nanoparticelle costituirebbe la base per
lespressione di propriet medicinali altrimenti latenti.
Infine, abbiamo anche proposto che letanolo, caratterizzato da una larga
componente non polare, sia in grado di stabilizzare le strutture specifiche
dellacqua ottenute durante la dinamizzazione di un rimedio.

116

CAPITOLO 4

Capitolo 4

ASPETTI DEL MECCANISMO DAZIONE


DEI MEDICAMENTI DINAMIZZATI
Prima di descrivere i dettagli del meccanismo dazione delle potenze omeopatiche nei sistemi viventi, presentiamo alcuni problemi legati alle basi scientifiche dellomeopatia come sistema medico e terapeutico. I principali punti sono
la lateralit dei sintomi, le modalit temporali, il principio del simile, i sistemi
non lineari, i miasmi, i policresti e la sua visione olistica.

4.1. La lateralit dei sintomi e lomeopatia


Lomeopatia ha sempre riconosciuto limportanza della lateralit dei sintomi
per la scelta del giusto rimedio. La medicina normalmente non presta molta attenzione al fatto che le eruzioni cutanee o i dolori artritici e muscolari siano localizzati sul lato destro o sinistro del corpo. Daltra parte, ci sono molti medicinali omeopatici che sono pi efficaci sul lato destro che sul sinistro o viceversa. Questo aspetto viene contemplato tra le modalit di localizzazione dei
sintomi. Ad esempio, Kali carbonicum, Lycopodium, Apis mellifica, Belladonna, Causticum, Mercurius solubilis, Naja, ecc., sono in generale rimedi con
preferenza per il lato destro del corpo. Lachesis, Spigelia, Sulphur, Argentum
nitricum, Graphites, Psorinum, Rhus toxicodendron, ecc., sono di solito dei
rimedi indicati per le malattie con sintomi prevalenti sul lato sinistro del corpo.
In qualche caso, poi, i sintomi migrano dal lato sinistro a quello destro (Lachesis) o dal lato destro verso il sinistro (Lycopodium). Spesso, infatti, i pazienti si
domandano perch il loro omeopata si interessi tanto della lateralit dei sintomi.
Possiamo chiederci se la lateralit dei sintomi abbia realmente qualche base
biologica. vero che il corpo umano, come quello della maggior parte degli
animali, simmetrico, per quanto vi siano alcune ovvie differenze negli organi
interni: il fegato localizzato sul lato destro, lo stomaco e la milza su quello
sinistro. Il cervello umano, per, bench simmetrico bilateralmente dal punto di
vista anatomico, mostra una notevole asimmetria nelle funzioni. Circa il 95%
delle persone hanno prevalenza della mano destra ed in queste persone

MECCANISMO DAZIONE DEI MEDICAMENTI DINAMIZZATI

117

lemisfero cerebrale sinistro gioca un ruolo predominante nella parola e nelle


funzioni associative. Circa il 60% delle persone mancine hanno la rappresentazione della parola sul lato sinistro, il 20% sul destro e il 20% bilateralmente
(Bannister, 1992). Bothrops, Zincum metallicum ed altri sono dei rimedi omeopatici indicati per il trattamento dellafasia, un disordine dellespressione verbale e della scrittura. Lafasia pu insorgere specialmente per ictus cerebrale o
per trauma cranico, particolarmente sul lato sinistro.
Il trattamento dei pazienti con ictus cerebrale mediante gli anti-depressivi, un
gruppo di farmaci che agisce inibendo la ricaptazione della serotonina, ha mostrato delle differenze di efficacia secondo la lateralit: il disordine depressivo
dopo un insulto cerebrale vascolare migliora molto di pi nei soggetti che hanno avuto la lesione nel lato destro (Spalletta et al., 2003). Sappiamo anche che
nel caso di un danno cerebrale monolaterale dovuto a ictus o a parkinsonismo,
lemisfero intatto ha un importante ruolo nel favorire la guarigione e la compensazione delle funzioni motorie perdute (Schallert et al., 2003).
Una potenza omeopatica ben scelta pu facilitare la guarigione agendo
sullemisfero sano. stato dimostrato che il cervello pu modulare le risposte
neurochimiche, neuroendocrine ed immunitarie verso i lipopolisaccaridi in
modo asimmetrico. Tale asimmetria potrebbe essere mediata dal sistema nervoso simpatico, visto che la regolazione catecolaminergica della risposta immunitaria ha una spiccata lateralit (Dong et al., 2002 e bibliografia ivi riportata).
La neocorteccia sinistra e quella destra del cervello esercitano degli effetti
asimmetrici sul sistema immunitario. Si visto, in uno studio sperimentale sui
ratti, che linfluenza dellischemia unilaterale del sistema nervoso centrale si
ripercuote sul numero e sulla funzione delle cellule della milza. Lischemia cerebrale induce la mobilitazione di cellule del sistema immunitario dalla periferia verso il cervello, dove esse possono contribuire alla risposta infiammatoria
locale. Daltra parte, noto che lischemia cerebrale seguita da unattivazione
sistemica dei linfociti T e B (Gendron et al., 2002). Un paziente con lesione
ischemica nel talamo di sinistra ha mostrato delle scariche elettroencefalografiche su entrambi gli emisferi, simili a quelle che si registrano in corso di piccolo
male epilettico (Inghilleri et al., 2002).
Nel pollo, la formazione delle memorie associative a seguito dei test di discriminazione di tre tipi: a breve termine, intermedia ed a lungo termine. In
questo animale, la capacit di evocare la memoria acquisita mostra dei cicli con
una periodicit che differisce tra lemisfero sinistro e destro; la memoria legata
allemisfero sinistro quella pi implicata per lo svolgimento dei test di abilit
e quei processi che sono coinvolti nel suo consolidamento generano le fasi della memoria (Gibbs et al., 2003).

118

CAPITOLO 4

Durante lo sviluppo della rana Xenopus, il proteoglicano trans-membrana


sindecano-2 regola lo sviluppo dellasimmetria destro-sinistra nel mesoderma
migrante e questo un fenomeno legato allasimmetrica espressione genica ed
allorientamento del cuore e dellintestino. La proteina chinasi C-gamma media
la fosforilazione della porzione citoplasmatica del sindecano-2 nelle cellule ectodermiche dellanimale a destra, ma non a sinistra (Kramer et al., 2002).
Cameron e Minoshima (2002) hanno dimostrato che vi sono specifiche regioni cerebrali e lateralit emisferiche delle funzioni che sono associate a risposte viscerali. quindi possibile che alcuni medicamenti dinamizzati attivino
in modo differenziale e specifico le regioni del cervello dei due emisferi e
quindi producano azioni specifiche sulla parte sinistra o destra del corpo. Il
corno dorsale del midollo spinale, attraverso il quale gli impulsi nervosi si
muovono per le vie ascendenti e discendenti, potrebbe giocare un importante
ruolo in tale processo. Ci sar trattato ulteriormente nella sezione 4.4.

4.2. Le modalit temporali e lomeopatia


Diversamente dalla Medicina Convenzionale, lomeopatia attribuisce la massima importanza alle modalit temporali della comparsa dei sintomi di una malattia, allo scopo di individuare il rimedio appropriato. Gi Kent (1877), nel suo
libro Repertorio della Materia Medica Omeopatica, fornisce numerosi esempi
di aggravamento o di miglioramento dei sintomi in relazione al tempo. Ad
esempio, Lycopodium mostra un aggravamento dei sintomi tra le ore 16 e 20,
Arsenicum album verso mezzogiorno o mezzanotte, Rhus toxicodendron verso
le ore 19-20, Kali carbonicum la mattina presto e cos via.
Anche qui dobbiamo allora chiederci se c qualche base scientifica per tali
modalit temporali dei sintomi. La risposta pu essere trovata considerando
che quasi tutti gli organismi, compreso quello umano, hanno un orologio interno che scandisce i ritmi biologici. Il ritmo circadiano disturbato in molte
condizioni di malattia. La sindrome del sonno ritardato, che implica un ritardo
nel coricarsi e nello svegliarsi, tra queste. Essa pu essere corretta dalla cronoterapia, che studiata per avere degli effetti di allenamento e di adattamento
sul sistema circadiano. Anche il trattamento con melatonina ha effetti positivi
(Quera Salva et al., 2001). La melatonina sintetizzata dalle cellule parenchimali della ghiandola pineale ed secreta nel sangue e nel liquido cefalorachidiano. Ci sono variazioni diurne nella secrezione di melatonina che influenzano
i ritmi circadiani attraverso i recettori del nucleo soprachiasmatico (Sharma et
al., 1999, e bibliografia ivi citata). Alcuni medicamenti omeopatici potrebbero

MECCANISMO DAZIONE DEI MEDICAMENTI DINAMIZZATI

119

agire sul mesencefalo influenzando la secrezione di melatonina ed i ritmi circadiani, con effetti benefici sui disturbi del paziente.
Esistono ritmi circadiani nella gravit dellasma bronchiale e si anche visto
che lefficacia di un farmaco broncodilatatore cambia secondo tali ritmi
(Lahdensuo e Alanko, 1976). Anche la concentrazione dellormone tireostimolante (TSH), secreto dallipofisi anteriore, segue un ritmo circadiano (Lattanzi
et al., 1979). Il sotalolo, un farmaco beta-bloccante, cio antagonista dei recettori beta-adrenergici, pu modificare la comparsa dei battiti ventricolari prematuri, caratteristici di alcune aritmie ventricolari, soprattutto durante la mattina
(Maia et al., 1994).
In sintesi, interessante notare che la cronobiologia stata effettivamente incorporata nelle strategie di scelta del medicamento sia nella medicina tradizionale sia nelle terapie con i rimedi omeopatici in alte diluizioni.

4.3. Il principio del simile e lomeopatia


Il meccanismo dazione delle potenze omeopatiche implica due aspetti di base:
1 - il principio del simile, o della similitudine,
2 - lazione dei medicamenti in diluizioni ultra-alte.
Questo libro verte sul secondo dei due aspetti, ma opportuno fare qualche
cenno anche al primo principio basilare.
Il fatto che si possano ottenere effetti terapeutici somministrando piccole dosi
di sostanze che, di per s, sarebbero tossiche o comunque patogene accettato
in alcune aree della medicina convenzionale e della ricerca scientifica (Schwartz et al., 2000). Alcune evidenze sperimentali a sostegno della validit del
principio del simile sono state anticipate nel capitolo 2 (sezione 4).
Ci sono modelli matematici che pongono il fenomeno della similitudine tra
gli aspetti generali del principio di azione-reazione, nellambito della teoria dei
sistemi dinamici (Bellavite et al., 1999; Bellavite, 2003). Un esempio sperimentale di similitudine dato da Nux vomica che aumenta la variabilit del
tracciato elettroencefalografico (EEG) di ratti sani, probabilmente per
unazione elettiva di irritazione sul sistema nervoso centrale. Lo stesso rimedio
in grado di migliorare i disordini del sonno nei pazienti, a sostegno del principio secondo cui nel malato si ottengono effetti terapeutici usando la sostanza
che aveva causato quegli stessi effetti nel sano (Torres, 2003).
Il principio di similitudine mostra che i medicamenti hanno due tipi di effetti
biologici, in dipendenza della dose e della suscettibilit del soggetto trattato:
- in alte dosi producono alcuni sintomi,
- in dosi ultra basse aboliscono o migliorano gli stessi sintomi.

120

CAPITOLO 4

Evidenze da studi tossicologici e da osservazioni cliniche confermano tale


duplice azione dei farmaci. Alcuni esempi sono la stricnina, la morfina,
larsenico, il piombo, il mercurio, ecc. (Sukul, 1997).
Alcuni rimedi omeopatici producono effetti terapeutici sia nella forma della
tintura madre (alla dose di poche gocce, 5-10 gocce, somministrate in acqua)
sia nella forma delle loro potenze altamente diluite e gli effetti sono molto simili. Esempi sono Nux vomica, Chelidonium, Passiflora, Ranunculus bulbosus,
ecc. Ci significa che, almeno in questi casi, linversione degli effetti dei farmaci non dipende dalla dose ma probabilmente dalla differente sensibilit
dellorganismo sano trattato rispetto a quello malato.
La differenza di effetti tra alte e basse dosi di un rimedio pu essere dovuta
anche ad un diverso modo di azione delle due dosi.
Govoni et al. (1994) hanno riportato che un trattamento prolungato con una
dose molto bassa di etanolo (3%), somministrato nellacqua da bere, produce
effetti benefici nei ratti, in termini di una migliore performance dei test di apprendimento. Leffetto benefico scompare totalmente, anzi si inverte e compare
un effetto patologico, con le alte dosi di etanolo. Gli Autori hanno suggerito
che tra gli effetti delle basse e delle alte dosi esiste una discontinuit, nel senso
che ci sarebbe una dose critica al di sotto della quale si ha leffetto delle basse
dosi ed al di sopra della quale comincia leffetto delle alte dosi. Sembra che la
dose critica per i farmaci tossici sia relativamente bassa rispetto a quella dei
farmaci non tossici. Nella farmacologia tradizionale questa dose critica rappresenta il limite pi basso della curva dose/risposta di un farmaco. In omeopatia,
la curva dose/risposta esattamente opposta: maggiore la diluizione, maggiore leffetto.
Leffetto di un rimedio al di sotto della sua dose critica dipende soprattutto
dalla suscettibilit dellindividuo. La suscettibilit pu essere indotta da un
precedente trattamento farmacologico o da una malattia. Quanto pi
lindividuo suscettibile ad un particolare rimedio, tanto pi intensa lazione
delle dosi ultra basse di quel rimedio. Quindi, il principio di similitudine rappresenta leffetto biologico di una sostanza sui due versanti della sua dose critica: quello pi alto e quello pi basso. Sul lato alto della dose critica sta
lallopatia e sul lato basso sta lomeopatia.
Gli effetti delle dosi molto basse (e delle alte diluizioni) non sono cos generalizzabili e non si presentano sempre, come invece fanno le dosi molto alte.
Infatti, le prime sono evidenti solo in alcuni soggetti che sono detti, appunto,
suscettibili alle basse dosi.

MECCANISMO DAZIONE DEI MEDICAMENTI DINAMIZZATI

121

4.4. I sistemi non lineari e lomeopatia


Sia il movimento dei fluidi, sia le reazioni biochimiche, sia i controlli fisiologici negli organismi viventi mostrano comportamenti che hanno alcuni aspetti
casuali (random), altri molto ordinati e periodici, altri solo apparentemente disordinati, ma che nascondono dinamiche complesse.
Esistono dei buoni modelli matematici per lo studio dei sistemi complessi,
che mostrano oscillazioni irregolari generate da equazioni differenziali nonlineari. Sia i modelli teorici, sia gli studi sperimentali di questi sistemi mostrano che la storia temporale (dinamica) di un sistema complesso sensibile alle
condizioni iniziali ed alle piccole perturbazioni, cos che il suo comportamento
futuro impredicibile. Limpredicibilit non dipende dalla mancanza di informazioni sullo stato attuale, ma teoricamente insuperabile. Le traiettorie che
descrivono la posizione della velocit di due sistemi dinamici, anche se inizialmente vicine ed apparentemente parallele, nel tempo divergono esponenzialmente luna dallaltra: questo caratteristico comportamento chiamato caos
deterministico. Un parametro con andamento lineare o regolare pu ad un certo
punto manifestare una discontinuit, detta biforcazione (Steeb e Louw, 1986).
Alcuni modelli teorici hanno individuato propriet non-lineari persino
nellacido desossiribonucleico (DNA), la molecola che codifica linformazione
ereditaria (Daniel e Latha, 2000). I fenomeni caotici sono stati studiati nelle reti neurali e nelle cellule. I modelli non lineari sono stati applicati allo studio
delle condizioni patologiche che risultano dalla instabilit di sistemi di controllo fisiologici (Thangavel et al., 2000, e bibliografia ivi citata). Ovviamente, il
cervello che ha attratto gli studi pi avanzati in questo campo. Alla luce di dati
clinici e di ricerche sperimentali mirate alle basi neurologiche della coscienza,
stato dimostrato che il cervello funziona in gran parte processando le informazioni in modo non-lineare e parallelo e che molteplici meccanismi intracorticali e cortico-ipotalamici sono coinvolti in molti cambiamenti intramodali
dellattenzione (Smythies, 1997).
Nella medicina convenzionale, il trattamento , nella maggior parte dei casi,
malattia-specifico e/o organo-specifico. Lomeopatia, invece, tratta il paziente
come entit unica, tentando di mobilitare le capacit auto-organizzative nella
direzione di un migliore stato di salute. Per questo alcuni scienziati hanno sostenuto che le risposte dei pazienti ai rimedi omeopatici si conformino agli
schemi dei sistemi complessi e non-lineari (Shepperd, 1994; Bellavite e Signorini, 2002). Infatti, una minima dose di una potenza omeopatica appare capace
di innescare dei cambiamenti prolungati e ad ampio raggio sullo stato fisico e
mentale di un paziente. Questo tipo di risposta suggestivo del concetto di
non-linearit, perch il risultato sproporzionatamente grande rispetto alla pic-

122

CAPITOLO 4

colezza dello stimolo (Bell, 2003, e bibliografia ivi citata). Lapprofondimento


teorico e lindagine su modelli sperimentali delle tre principali propriet dei sistemi complessi - che sono la non linearit, lauto-organizzazione e la dinamicit - potr consentire di comprendere meglio i fenomeni omeopatici e di aprire
nuove strade per la ricerca (Bellavite, 2003).
La relazione tra sistemi non lineari e omeopatia suggestiva, ma richiede indubbiamente di essere supportata da evidenze sperimentali. Ad esempio, necessario identificare la base fisica di uno stimolo omeopatico, il suo modo di
diffusione nellorganismo ed i correlati biologici delle risposte a tale stimolo.
In questo potrebbero servire gli studi di laboratorio, perch gli aspetti biologici
delleffetto omeopatico dovrebbero essere comuni a tutti gli organismi, non solo alluomo. Fra laltro, il riferimento alla scienza sperimentale consentir di
evitare spiegazioni olistiche generiche e superficiali, come anche teorie vitalistiche, che molto spesso si richiamano vagamente alla scienza della complessit. Le concezioni vitalistiche non hanno posto nella moderna biologia.
Daltra parte, molti fenomeni biologici possono essere interpretati in termini
di una visione olistica, o meglio sistemica. Gli animali dotati di sistema nervoso rispondono a stimoli in modo sistemico, ma anche i protozoi, costituiti da
ununica cellula, hanno reazioni che coinvolgono la globalit dellorganismo.
Le piante, che non hanno sistema nervoso, rispondono agli stimoli esterni, come infezioni o ferite, in modo sistemico e integrato: se una parte della radice
infettata, le altre parti della radice e le parti aeree della pianta mostrano risposte
difensive organizzate, come lespressione di una serie di proteine specificamente indirizzate alle difese biologiche ed alla riparazione (Bowles, 1992;
Ogallo e McClure, 1996, e bibliografia ivi riportata).
Negli animali, il sistema immunitario e quello nervoso rispondono agli stimoli esterni in modo coordinato. La febbre si produce in risposta allinfezione da
microrganismi, che spesso non sopravvivono a temperature superiori a quella
della normale temperatura corporea. I meccanismi termoregolatori operano in
maniera finissima, mantenendo la temperatura costante nonostante le fluttuazioni della temperatura ambientale e della produzione interna di calore. I meccanismi coinvolti consistono in recettori, posizionati nellipotalamo e nel midollo spinale, che effettuano un monitoraggio della temperatura del sangue e
della presenza di sostanze regolatrici provenienti dal resto del corpo. Inoltre, vi
sono recettori cutanei che informano sulla temperatura della pelle.
Lipotalamo il punto di integrazione delle informazioni sensitive e delle risposte adattative. Quando necessario che si sviluppi la febbre, il termostato
interno viene modificato in modo tale che il valore termico si ponga al di sopra
della normale temperatura. Ci avviene perch lendotossina prodotta dai microrganismi invasori (detta pirogeno esogeno) agisce su alcuni tipi di leucociti
che a loro volta sintetizzano e liberano citochine tra cui interleuchina 1 (IL-1),

MECCANISMO DAZIONE DEI MEDICAMENTI DINAMIZZATI

123

un polipeptide noto anche come pirogeno endogeno. Tale sostanza raggiunge


lipotalamo, dove causa il rilascio di prostaglandine (particolarmente PGE2)
che mediano lo spostamento del termostato. Appropriati rimedi omeopatici potrebbero promuovere la sintesi di IL-1. I farmaci antipiretici, come il paracetamolo, bloccano la sintesi di prostaglandine e in questo modo riducono la febbre. Tuttavia, ben noto che i germi che sono allorigine dellinfezione non
vengono distrutti da questi farmaci, che quindi non risolvono il problema che
alla base della produzione di prostaglandine (Sukul, 1997, e bibliografia ivi citata).
Discuteremo ulteriormente il concetto di olismo nella sezione 4.6.

4.5. I miasmi e le loro basi biologiche


Capita con una certa facilit che i pazienti affetti da malattie croniche non rispondano ai rimedi omeopatici, anche se scelti appropriatamente. Ci, fra
laltro, pu essere parzialmente responsabile dei controversi risultati degli studi
clinici su medicinali omeopatici in malattie croniche. La mancata risposta in
questi casi attribuita alle condizioni di resistenza patologica dei pazienti,
chiamate miasmi. Secondo la tradizione omeopatica, tali condizioni possono
essere corrette applicando dei rimedi anti-miasmatici.
I miasmi sono stati discussi dettagliatamente in un precedente libro (Sukul
1997). Secondo i principi omeopatici, le malattie croniche originano da miasmi
come la psora, la sicosi e la sifilide.
Il principale dei tre miasmi la psora, la cui espressione primaria consiste in
uneruzione pruriginosa della pelle. Hahnemann non diede alcuna spiegazione
sulla natura patologica dei miasmi in sei stessi. Invece noi ora proponiamo
unipotesi che concerne le basi biologiche della psora.
La psora dermatologicamente rappresentata da una sensazione di prurito e
solletico cutanei. Una stimolazione relativamente leggera, prodotta con qualcosa che sfiora la superficie cutanea, produce solletico e prurito. In alcuni casi
si possono identificare sulla pelle, mediante accurata mappatura, dei punti di
maggior sensibilit. Come i punti dolorosi, i punti pruriginosi sono localizzati
prevalentemente in quelle regioni pi ricche di terminazioni sensitive formate
da nervi con fibre amieliniche. La sensazione di prurito persiste insieme al dolore urente nelle prove in cui sono bloccate le fibre mieliniche e la conduzione
avviene solo tramite le fibre amieliniche di tipo C. Il prurito, come il dolore,
abolito dalla sezione dei fasci nervosi spinotalamici. Il prurito si manifesta solo
in pelle, occhi e certe mucose, ma mai nei tessuti viscerali profondi. Sappiamo
anche che la stimolazione cutanea delle aree corrispondenti a infiammazioni

124

CAPITOLO 4

viscerali produce qualche sollievo sul dolore viscerale profondo (Ganong,


1999).
Pertanto, si vede che la manipolazione della pelle e la sensazione irritativa
prodotta possono produrre qualche effetto sugli organi interni. Questa potrebbe
essere la ragione per cui le malattie croniche mostrano miglioramenti dopo un
rimedio fortemente anti-psorico come Sulphur. Questo rimedio, in dosi ponderali, pu stimolare le fibre nervose responsabili del prurito e del solletico a livello cutaneo e quindi si potrebbe pensare che tramite questa via possa avere
effetto anche su malattie interne.
I neuroni afferenti per la sensazione di prurito e solletico cutanei hanno i loro corpi cellulari nei gangli delle radici dorsali del midollo spinale o nei gangli
equivalenti nei nervi cranici. Essi formano molte connessioni sinaptiche con i
neuroni motori, ma anche connessioni che inviano impulsi alla corteccia cerebrale. Le vie afferenti somatiche e viscerali convergono sugli stessi neuroni
spinotalamici. Quindi, le stesse vie possono essere stimolate dalle attivit delle
afferenze viscerali o somatiche. Il corno posteriore del midollo spinale rappresenta un sistema di controllo in cui gli impulsi delle fibre sensitive sono tradotti
in impulsi per i tratti ascendenti ed il passaggio attraverso questo sistema dipende dalla natura e dallo schema degli impulsi che raggiungono le lamine laterali del corno posteriore del midollo spinale. Il controllo neurogeno, comunque, anche influenzato da impulsi provenienti dai tratti discendenti dal cervello (Ganong, 1999). Di conseguenza, la soppressione delle eruzioni cutanee
mediante pomate anti-infiammatorie pu modificare il normale afflusso di stimoli sensitivi nei tratti ascendenti e discendenti e perci influenzare le regolazioni del sistema autonomo. Ci pu portare a dei disordini della regolazione
dei visceri.
Secondo questa ipotesi, un rimedio anti-psorico pu riportare lomeostasi di
questi sistemi regolatori, reintegrando i segnali normali.

4.6. Policresti, ricomparsa di vecchie patologie


e visione sistemica
I Policresti sono rimedi omeopatici che producono, durante la sperimentazione
in un soggetto sano, una grande quantit di sintomi comuni a molte malattie.
Questi hanno molte azioni ad ampio spettro e nellimpiego clinico si deve lasciare che esauriscano la loro azione prima di iniziare nuove somministrazioni.
Esempi sono Arsenicum album, Calcarea carbonica, Causticum, Graphites,

MECCANISMO DAZIONE DEI MEDICAMENTI DINAMIZZATI

125

Natrum muriaticum, Psorinum, Silicea, Sulphur, ecc. I policresti possono agire


attraverso delle reti neurali e multifunzionali collegate a vari organi.
comune esperienza dei medici omeopatici che durante il trattamento di una
malattia cronica con unalta potenza di un policresto, alcune patologie pregresse, anche apparentemente non correlate con quella attuale, ricompaiono brevemente, nella stessa sequenza ma inversa a quella che ha interessato il paziente
in passato. Questo fenomeno pu essere spiegato per la natura plastica dei circuiti neurali.
Gli stessi neuroni fanno parte di molti diversi network funzionali, alcuni dei
quali possono esistere operativamente per un breve tempo, se il comportamento
che essi controllano non stabile (Meyrand et al., 1991). Poich gli stessi neuroni possono essere parte di diversi network funzionali, ogni cambiamento prodotto sulle connessioni tra questi neuroni da una malattia probabile che influenzi altri network differenti, producendo una variet di sintomi apparentemente non connessi con la malattia stessa. Ad esempio, il dolore nella regione
del fegato pu essere aggravato durante la corsa, pu essere accompagnato o
meno da costipazione, da eruttazioni frequenti, da secchezza delle fauci con sete, ecc., a seconda che i neuroni che processano gli impulsi provenienti dalla
regione epatica facciano parte o meno di altri network funzionali. Un policresto
appropriato per il dolore epatico potrebbe brevemente attivare in successione
cronologica i neuroni di altre reti che sono connesse con i neuroni sensitivi del
fegato (Sukul, 1997).
Il tempo trascorso da un recente evento biologico che ha interessato alcuni
organi dovrebbe essere rappresentato in qualche modo nellattivit del sistema
nervoso. Linformazione analogica essenziale che descrive gli intervalli temporali potrebbe essere contenuta quantitativamente e codificata, ad esempio, dai
livelli di calcio cellulare o di altre variabili dinamiche o dai cicli ad evoluzione
pi o meno lenta che fanno parte dei sistemi di trasduzione del segnale cellulare. noto che nei neuroni la concentrazione del calcio usata come una variabile computazionale per la processazione del segnale (Hopfield, 1996, e bibliografia ivi riportata).
Durante la ricomparsa di sintomi e disordini fisiopatologici passati in risposta
ad una potenza omeopatica, di solito ricompare anche la componente dolorosa.
Il dolore prodotto non tanto da uno stimolo diretto dalla lesione, dalla infiammazione o da altre modificazioni organiche, quanto per lattivazione di reti
neurali ampiamente distribuite nel corpo e nel cervello. Secondo la teoria della
neuromatrice, il dolore unesperienza multidimensionale prodotta da schemi complessi di impulsi nervosi e generati da molti centri tra loro connessi
(Melzack, 1999). Molti studi basati su imaging funzionale hanno mostrato che
durante lesperienza del dolore vengono coinvolti vari centri nervosi cerebrali,
che processano linformazione in circuiti collegati alle aree affettive, sensitive,

126

CAPITOLO 4

cognitive, motrici, inibitorie ed autonome. Il concetto di una neuromatrice


per lelaborazione della sensazione dolorosa , quindi, molto consolidato (Derbyshire, 2000). Quindi, la modifica dellattivit di una rete neurale da parte di
una potenza omeopatica potrebbe alterare lattivit di altre reti, rievocando
lesperienza di dolori provati in passato.
Abbiamo gi accennato al fatto che lomeopatia implica una visione olistica e
sistemica della salute e della malattia. Durante la scelta di un rimedio omeopatico non vengono presi in considerazione solo i sintomi specifici della malattia,
ma tutti i sintomi fisici e mentali di un paziente come se fosse un complesso
unitario. Lorganismo da vedersi come una unit, con differenti qualit rappresentate centralmente nei meccanismi cerebrali sottostanti alle diverse sensazioni e sintomi, i quali a loro volta comprendono un sistema unitario che agisce
dinamicamente producendo uno schema fisiologico o patologico dellintero organismo. In ogni momento, milioni di impulsi nervosi da parte di tutti i sistemi
sensitivi arrivano al cervello, dove la neuromatrice produce continui messaggi che ricostruiscono lo schema corporeo e mentale, influenzato simultaneamente dagli impulsi che arrivano e dalla memoria degli eventi passati. La
neuromatrice contiene limmagine del tutto ma anche quella di sottoripartizioni degli schemi corporei, collegati agli eventi che si svolgono nelle
diverse e specifiche parti dellorganismo (Melzack, 1993).
Quando inizia una malattia, la neuromatrice si modifica in modo tale che si
manifestano dei caratteristici sintomi e delle sensazioni generalizzate di indisposizione. La totalit dei sintomi rappresenta in modo individuale ciascun paziente in un determinato momento della malattia. Il rimedio costituzionale,
scelto sulla base di un certo schema di sintomi individuali, avrebbe lo scopo di
modulare la neuromatrice coinvolta nella malattia fornendo ad essa uno
schema capace di evocare una risposta coerente che vada nella direzione della
condizione normale e quindi di dare al paziente la sensazione di benessere e la
vera salute.
In un individuo sano e sensibile, invece, lo stesso rimedio agisce sulla neuromatrice normale, generando una serie di sintomi simili a quelli della malattia.

4.7. Azioni chimiche e biochimiche dei medicamenti in alte


diluizioni
Per capire il meccanismo dazione di una potenza omeopatica dobbiamo avere
unidea dei seguenti aspetti:

MECCANISMO DAZIONE DEI MEDICAMENTI DINAMIZZATI

127

1 - le propriet fisico-chimiche del medicamento in questione,


2 - il bersaglio molecolare primitivo nellorganismo con cui interagisce il medicamento,
3 - i fenomeni di trasduzione del segnale nelle cellule o nei tessuti ad opera del
medicamento,
4 - gli effetti terapeutici finali del medicamento nellorganismo.
Abbiamo gi avuto qualche idea della natura fisica e chimica di un rimedio
dinamizzato che, per quello che sappiamo oggi, rappresentato da una soluzione con una specifica struttura. Sappiamo che le strutture acquose e idroalcoliche sono probabilmente il veicolo dellinformazione inizialmente contenuta
nelle molecole del principio attivo.

4.7.1. Le molecole dacqua e linformazione biologica


Negli organismi viventi ci sono due principali tipi di macromolecole informazionali: le proteine e gli acidi nucleici. Sequenze di 20 differenti aminoacidi
costituiscono uninfinita variet di proteine. Inoltre, nelle proteine vi sono
cambiamenti nelle strutture tridimensionali dovuti a differenze per gli avvolgimenti delle catene (folding) mediante ponti disolfuro. Nel caso degli acidi
nucleici, unenorme variet di sequenze informazionali pu originare da 4 nucleotidi, scelti tra adenina (A), uracile (U) o timina (T) (a seconda che si tratti
di RNA o DNA), guanina (G) e citosina (C).
I polisaccaridi con un solo tipo di subunit, o con due subunit alternate, non
sono molecole informazionali nello stesso senso in cui lo si intende per proteine ed acidi nucleici. Tuttavia, dei brevi polimeri polisaccaridici composti da sei
o pi differenti tipi di zuccheri, connessi in catene ramificate, hanno una variet strutturale e stereochimica tale da portare uninformazione riconoscibile da
altre macromolecole. I pi abbondanti polisaccaridi in natura, amido e cellulosa, consistono di unit ripetitive di D-glucosio. Altri polisaccaridi sono costituiti da unampia variet di molecole di zuccheri derivati dal glucosio.
I due mezzi diluenti delle potenze omeopatiche sono acqua ed etanolo in fase
idroalcoolica. Poich ciascuna potenza omeopatica ha propriet caratteristiche
della tintura madre della sostanza da cui stata preparata, v ragione di pensare che sia lacqua sia letanolo in fase idroalcoolica servano come molecole informazionali. Tuttavia, acqua ed etanolo sono molecole semplici, senza alcuna
subunit, ed allora ci si chiede come possano servire da molecole informazionali.
La risposta sta nel fatto che sia lacqua sia letanolo possono associarsi attraverso legami idrogeno e formare dimeri, trimeri e multimeri. Per letanolo in
fase idroalcoolica, accade che le molecole dacqua si legano attraverso legami
idrogeno con le molecole di etanolo e formano diverse strutture. Abbiamo gi

128

CAPITOLO 4

menzionato che le molecole di etanolo hanno unampia parte non polare che
tende a preservare le strutture dellacqua. La struttura tridimensionale degli aggregati molecolari dellacqua porterebbe linformazione farmacodinamica delle
molecole medicamentose da cui il medicinale stato originato mediante il processo di diluizione e dinamizzazione. Quindi, lacqua pu formare
uninnumerevole variet di configurazioni strutturali attraverso i legami idrogeno rafforzati dalla succussione o dalla sonicazione e stabilizzati dalletanolo.
Il fatto che diverse soluzioni omeopatiche producano diversi effetti biologici
suggerisce che la molecola dacqua, come le proteine e gli acidi nucleici, sia
capace di servire da molecola informazionale quando assemblata con altre molecole.
Nellacqua liquida a temperatura ambiente, i legami idrogeno si rompono e si
riformano continuamente. Abbiamo gi menzionato nel capitolo 3 che la dissociazione dei legami idrogeno e la loro riassociazione avviene attraverso gli
stessi gruppi OH. Lipotesi quindi che diversi polimeri dellacqua rimangano in un equilibrio dinamico di configurazioni geometriche specifiche, rappresentanti un particolare medicamento.

4.7.2. Le due componenti di un medicinale omeopatico


Dai risultati clinici emerge levidenza che un rimedio omeopatico efficace in
un certo paziente solo se c una corrispondenza dei sintomi secondo la legge
di similitudine. Di solito, nei casi acuti, le basse potenze funzionano meglio e
pi velocemente. Nel caso di malattie croniche, di solito vengono scelte le alte
potenze, che producono anche un effetto pi duraturo sui pazienti.
pertanto evidente che un rimedio omeopatico dinamizzato ha due componenti essenziali:
- una costante,
- una variabile.
La componente costante non dovrebbe cambiare durante il processo di dinamizzazione di un rimedio sottoposto a successive diluizioni e succussioni.
Questa componente veicola lidentit di un certo rimedio, perci la chiamiamo
componente di identit. Lagitazione meccanica e/o la diluizione non dovrebbero alterare la sua specificit.
La componente variabile, daltra parte, rappresentata dalla caratteristica potenza (diluizione) di un certo rimedio. Tale componente va incontro a dei cambiamenti dovuti al processo di diluizione e di agitazione meccanica. Questa la
chiameremo ora componente di diluizione.
interessante il fatto che entrambe le componenti sono capaci di produrre effetti biologici. In altre parole, sia lidentit farmacologica sia la diluizione sa-

MECCANISMO DAZIONE DEI MEDICAMENTI DINAMIZZATI

129

rebbero riconosciute dai sistemi recettori dellorganismo, dalle cellule e dalle


biomolecole.
Ci si pu chiedere se le due componenti siano dissociabili: potrebbe essere
che una sola componente molecolare raggruppi le due componenti funzionali
(ad esempio avendo un sito variabile), oppure che vi sia lassociazione di due
differenti unit molecolari. Poich i legami idrogeno risultano da forze elettrostatiche, la succussione o qualsiasi agitazione meccanica potrebbe rafforzare i
legami idrogeno in differenti specie di polimeri dacqua di una potenza omeopatica. Questo tipo di effetto, cio il rafforzamento dei legami idrogeno, potrebbe essere in relazione con la componente della diluizione. Dallesperienza
clinica emerge che un rimedio appropriato dovrebbe produrre un effetto curativo sul paziente, qualsiasi sia la sua potenza. Ci indicherebbe che la componente di identit gioca un ruolo maggiore nel produrre leffetto terapeutico.
Se la struttura tridimensionale dellacqua veicola la componente di identit,
quale potrebbe essere la natura fisico-chimica caratteristica della componente
di diluizione?
Si tratta semplicemente di un rafforzamento dei legami idrogeno nella struttura dellacqua?
In uno dei nostri primi esperimenti, abbiamo osservato che Nux vomica 30ch,
preparata mediante sonicazione, ha mostrato un effetto anti-alcolico pi forte
nei ratti rispetto a Nux vomica 1000ch preparata mediante succussione (Paul et
al., 1992). Poich la sonicazione produce unagitazione meccanica molto pi
forte rispetto alla succussione manuale, i legami idrogeno nellacqua dovrebbero essere molto pi fortemente rappresentati con la sonicazione piuttosto che la
succussione. Abbiamo gi detto che i legami idrogeno si formano soprattutto
attraverso forze elettrostatiche. La componente della diluizione potrebbe, quindi, essere il risultato di unagitazione meccanica che contribuisce al rafforzamento dei legami idrogeno nelle strutture acquose.
La questione successiva come una potenza omeopatica o, in altre parole,
una struttura acquosa stereo-specifica, sia riconosciuta nel corpo del paziente, o
nellorganismo di un animale testato in laboratorio.

4.7.3. I possibili principali bersagli biomolecolari delle potenze omeopatiche


Dai risultati clinici e sperimentali descritti nei precedenti capitoli, evidente
che le medicine omeopatiche agiscono nelluomo, ma anche in altri mammiferi, come anche in anfibi, pesci, piante e batteri. I risultati dei test ex vivo ed in
vitro mostrano che i medicamenti dinamizzati sono efficaci anche in organi
isolati e cellule. Pertanto, i bersagli primari, con cui i rimedi omeopatici interagiscono per iniziare la loro azione, devono essere presenti in tutti gli organismi

130

CAPITOLO 4

viventi, nei tessuti isolati e nelle cellule. Di fatto, le molecole medicamentose o


lacqua strutturata vengono in contatto prima di tutto con la superficie delle
cellule. Le cellule possono essere nella mucosa orale delluomo e di animali,
nelle foglie delle piante, nei tessuti di organi isolati e in procarioti, ecc. Dobbiamo pertanto prendere in considerazione la struttura della superficie cellulare.
I rimedi omeopatici dinamizzati producono un effetto sia sui procarioti sia
sulle cellule eucariote. Le cellule procariote di solito sono pi piccole di grandezza (1-10 m) rispetto alle cellule eucariote (5-100 m). Organelli intracellulari come i mitocondri, il reticolo endoplasmatico, i complessi di Golgi, ecc.,
sono presenti nelle cellule eucariote ma assenti in quelle procariote. Ne consegue che difficilmente queste strutture possono essere bersagli primari delle
medicine omeopatiche.
Mentre le cellule eucariote hanno un nucleo contenente DNA con istoni e
proteine non istoniche assemblate in cromosomi, le cellule procariote non hanno nucleo ed il loro DNA associato a proteine non istoniche manca di un involucro membranoso. Ci che hanno in comune entrambi i tipi di cellule comunque il rivestimento con una membrana plasmatica.

4.7.4. La cellula e la membrana citoplasmatica


Per precisare meglio lipotesi sul meccanismo dazione dei rimedi omeopatici,
concentriamo ora la nostra attenzione sulle caratteristiche strutturali delle cellule eucariote, con particolare attenzione alla membrana citoplasmatica.
Questultima consiste di un doppio strato di lipidi (ad esempio fosfolipidi,
glicolipidi, steroli), con proteine globulari inserite in esso (Fig. 16). I due strati
lipidici hanno uno spessore di 5-6 nm e sono uniti lateralmente, coda con coda,
mediante interazioni di van der Waals fra le loro catene profonde fatte di acidi
grassi. Nelle cellule dei vegetali, c anche uno strato esterno che copre la superficie della membrana citoplasmatica; inoltre, i protoplasmi di cellule vicine
sono connessi mediante delle strutture di comunicazione. Tale strato esterno
(cell wall), fatto di polimeri di cellulosa e di altri carboidrati, poroso in modo
tale da permettere il passaggio di acqua e di piccole molecole.

MECCANISMO DAZIONE DEI MEDICAMENTI DINAMIZZATI

Proteina di
trasporto
Ioni, nutrienti

ESTERNO
Acquaporina

Ligando
Acqua

Canale operato
da recettore

Recettore
Ligando

Acidi grassi non polari

Teste polari

131

Teste polari

INTERNO

Fig. 16 - Membrana citoplasmatica di una cellula. I messaggi extracellulari interagiscono con i recettori, portando alla produzione di secondi messaggeri
allinterno della cellula, i quali, a loro volta, inducono dei cambiamenti adattativi appropriati nel citoplasma e nel nucleo.

Le molecole lipidiche del doppio strato sono anfotere, nel senso che hanno
nella loro struttura delle parti idrofobiche (non polari) e delle parti idrofiliche
(polari). Le due facce del doppio strato lipidico contengono, da una parte e
dallaltra, le teste idrofiliche delle molecole lipidiche. Perci le estremit idrofiliche sono esposte allambiente acquoso che bagna lesterno della cellula ed
al citoplasma acquoso dellinterno. I terminali idrofobici si incontrano
nellinterno della membrana, dove non vi sono che poche molecole dacqua. I
principali lipidi della membrana citoplasmatica sono fosfolipidi, come la fosfatidilcolina e la fosfatidiletanolamina. Le molecole fosfolipidiche hanno due
acidi grassi attaccati alla testa polare fosforilata.
Nei procarioti, i fosfolipidi sono i soli lipidi di membrana, mentre negli eucarioti la membrana cellulare contiene anche colesterolo (negli animali) o altri
steroli (nelle piante).
La membrana non una struttura statica, in quanto i lipidi e le proteine si
muovono sul piano della membrana con un processo di diffusione laterale.
Nella membrana ci sono diverse proteine, alcune sulla superficie esterna, altre in quella interna, altre infine attraversano tutta la membrana. In generale, le
porzioni delle proteine idrofobiche e prive di carica sono localizzate allinterno
della membrana, mentre le porzioni idrofiliche, dotate di cariche elettriche, sono localizzate sulla superficie. Alcune di tali proteine contengono lipidi (lipo-

132

CAPITOLO 4

proteine) e carboidrati (glicoproteine). Le proteine immerse nella membrana


servono da trasportatori, da recettori di segnali e da canali ionici.
I trasportatori attraversano la membrana e, grazie ad un movimento della
struttura secondaria e terziaria, trasportano le sostanze dentro e fuori della cellula. Alcuni trasportatori usano energia metabolica per trasferire ioni ed altre
sostanze contro i loro gradienti di concentrazione. Piccole molecole, come ioni,
zuccheri ed aminoacidi, possono passare attraverso dei canali proteici della
membrana.
Proteine pi grandi, macromolecole o persino delle particelle sono trasportate
allinterno della cellula per linvaginazione di segmenti della membrana, in un
processo detto endocitosi. Lendocitosi controlla lentrata nella cellula ed ha un
ruolo cruciale nello sviluppo cellulare, nella risposta immunitaria, nella nutrizione, nella neurotrasmissione, nella comunicazione intercellulare e nella trasduzione di segnali. Essa, quindi, ha unimportanza generale nellomeostasi
cellulare (Conner e Smith, 2003). Durante lendocitosi le macromolecole o le
particelle, insieme con il loro guscio di idratazione, sono trasferite allinterno
della cellula.
Lesocitosi praticamente il processo opposto e consiste nel trasporto dei
materiali dallinterno della cellula allesterno. Anche i materiali sottoposti
allesocitosi hanno un guscio di idratazione acquoso.
Il fluido extracellulare contiene acqua, molecole nutritive, ormoni, neurotrasmettitori ed antigeni. I recettori di segnali hanno dei siti di legame specifici
per le molecole extracellulari, che per la loro funzione sono dette ligandi.
Quando un ligando si lega al suo specifico recettore, questultima proteina trasporta il segnale attraverso la membrana trasformandolo in un messaggio intracellulare. Quando un ligando si lega ad un recettore associato ad un canale ionico, questultimo si apre lasciando entrare ioni specifici. La trasduzione del
segnale da parte dei recettori pu anche attivare o inibire enzimi sulla superficie interna della membrana. Una sola molecola di segnale legata ad un solo recettore extracellulare alla fine pu causare lingresso di migliaia di ioni attraverso un canale che si apre oppure pu attivare la sintesi di migliaia di molecole di un messaggero intracellulare da parte di un enzima (Nelson e Cox, 2000).
Ad esempio, gli antigeni che si legano a recettori specifici posti sulla superficie dei linfociti e innescano la produzione di anticorpi. I neurotrasmettitori legati a recettori specifici iniziano una cascata di eventi cellulari connessa ad una
specifica funzione del neurone.
Le cellule dei vegetali contengono dei canali altamente selettivi per il potassio (K+), il calcio (Ca2+), i protoni (H+), ma contengono anche dei canali selettivi per gli anioni (come il cloro: Cl-) e per dei composti come lacido malico
(Heldt, 1997).

MECCANISMO DAZIONE DEI MEDICAMENTI DINAMIZZATI

133

Le membrane delle cellule vegetali, diversamente da quelle animali, pare non


abbiano dei canali specifici per gli ioni sodio (Na+) (de Duve, 1991).
Il doppio strato lipidico essenzialmente impermeabile alle molecole idrofiliche ed agli ioni e non pu mediare molti cambiamenti e scambi di materia e
di informazione tra la cellula e lambiente che la circonda. Tali funzioni sono
svolte prevalentemente dalle proteine integrali di membrana (Peoples et al.,
1996). Tra queste strutture e queste molecole possiamo quindi cercare dei bersagli per le potenze omeopatiche.

4.7.5. Proteine di membrana


Cerchiamo ora di esaminare i possibili candidati fra le pi probabili proteine di
membrana capaci di interazione con le potenze omeopatiche.
Sappiamo che i trasportatori muovono soluti organici e inorganici attraverso
la membrana. Ci sono trasportatori passivi e trasportatori attivi. Tutti questi
aiutano il passaggio di zuccheri, aminoacidi, ioni inorganici ed acqua, necessari
per le attivit biosintetiche ed energetiche della cellula.
I trasportatori passivi, come alcuni canali ionici ed enzimi, legano i loro substrati con specificit stereochimica in molti punti con interazioni deboli non
covalenti. Il cambiamento negativo di energia libera, che associato a queste
interazioni deboli, bilancia il cambiamento positivo di energia libera che accompagna il distacco dellacqua di idratazione dal substrato. Ci abbassa
lenergia di attivazione necessaria per trasportare composti polari attraverso il
doppio strato lipidico. Durante il passaggio attraverso il doppio strato lipidico,
un soluto polare estratto dal suo guscio di idratazione ed poi reidratato nel
citoplasma (Nelson e Cox, 2000).
Nel trasporto passivo, il soluto trasportato lungo il suo gradiente elettrochimico. Il gradiente elettrochimico coinvolge la differenza di concentrazione
dei soluti, pi la differenza di cariche elettriche che si stabilisce attraverso la
membrana cellulare.
Il trasporto attivo, invece, avviene contro un gradiente e richiede lidrolisi di
ATP (adenosina 3-fosfato) o il passaggio concomitante di qualche altra specie
chimica lungo il suo gradiente elettrochimico. Nel primo caso, lenzima ATPasi scinde lATP, rilasciando lenergia che serve a spingere il soluto nel suo
spostamento contro il gradiente.34 Nel secondo caso, il passaggio di uno ione
34

Dettagli nel testo originale: ci sono quattro tipi di ATPasi con funzioni di trasporto. Il tipo P
presente sulla membrana citoplasmatica delle cellule eucariote e di quelle procariote.
Queste ATPasi hanno due tipi di subunit proteiche: alfa e beta. La subunit alfa
essenziale ed alcuni suoi aminoacidi vengono fosforilati durante il trasporto. Le ATPasi
sono responsabili del trasporto di sodio, potassio, calcio e protoni. I batteri usano la ATPasi
di tipo P per pompare fuori dalla cellula i metalli pesanti per loro tossici (come il cadmio

134

CAPITOLO 4

attraverso la membrana lungo il suo gradiente elettrochimico fornisce lenergia


necessaria per il cotrasporto di un soluto contro il suo gradiente elettrochimico.

4.7.6. Biomolecole in un mezzo acquoso continuo


In qualsiasi caso una potenza omeopatica sia somministrata ad un organismo,
sia nella cavit orale, sia sulla foglia di una pianta, sia nella coltura di batteri,
essa viene prima di tutto in contatto con lacqua che copre la superficie delle
membrane biologiche.
Il fluido extracellulare costituisce circa il 20% del nostro peso corporeo. Il
fluido interstiziale, che costituisce il 15% del fluido extracellulare, forma
lambiente in cui la maggior parte delle cellule del corpo sono immerse. La
funzione cellulare normale dipende dalla costanza di tale fluido ed infatti esistono molti meccanismi regolatori che lo mantengono costante (Ganong,
1999).
Lacqua pu essere considerata come un liquido continuo nella cellula ed attorno alla cellula. Poich le potenze omeopatiche sono rappresentate da molecole dacqua in una particolare struttura, esse dovrebbero innanzitutto interagire con il mezzo acquoso che avvolge le superfici intercellulare e intracellulare
e, attraverso questo mezzo acquoso, con le proteine e le altre molecole.
Diverse forze non covalenti possono localmente modificare la struttura
dellacqua in molti modi. Ad esempio, sono operative:
- le forze van der Waals (o di Lifshitz-van der Waals),
- le forze acido-base (di Lewis),
- le forze elettrostatiche.
Tra queste, le forze acido-base sono le pi importanti nei mezzi acquosi. Ci
dovuto al fatto che vi sono forti interazioni coesive ed adesive dovute ai legami idrogeno. Forti interazioni sono date anche dallattrazione idrofobica e
dalla repulsione idrofilica (idratazione). Di conseguenza, le parti idrofobiche
dovrebbero attrarsi vicendevolmente e le parti idrofiliche dovrebbero respingersi. I tre suddetti tipi di interazioni svaniscono quando le molecole si allontanano tra loro, vale a dire che le interazioni sono inversamente proporzionali alla distanza inter-molecolare.
Le molecole di idratazione sulle superfici polari (idrofiliche) si organizzano
in uno strato spesso e poco denso, di solito con atomi idrogeno legati alla superficie idrofilica e con gli atomi di ossigeno che protrudono allesterno della

[Cd2+] ed il rame [Cu2+]). La membrana citoplasmatica dei tumori contiene un trasportatore


ATP-dipendente capace di esportare allesterno della cellula differenti farmaci antitumorali.
Questi trasportatori sono responsabili della resistenza delle cellule tumorali alla
chemioterapia. La proteina ABC1 un membro della famiglia di questi trasportatori.

MECCANISMO DAZIONE DEI MEDICAMENTI DINAMIZZATI

135

superficie nel liquido, cos che la superficie di ciascuna molecola dacqua


perpendicolare alla superficie idrofilica (Fig. 17).

Molecole dacqua

Superficie idrofilica (polare)

Fig. 17 - Molecole dacqua su una superficie idrofilica (-) formanti uno strato pi spesso e meno denso con atomi di ossigeno (O) che sporgono allesterno della superficie.

Le superfici idrofiliche hanno almeno due strati dacqua di idratazione. Le


superfici idrofobiche non hanno pi di un sottile strato di molecole dacqua,
trattenute attraverso forze di van der Waals deboli. Sulle superfici idrofiliche,
lacqua di idratazione attaccata attraverso forze acido-base e van der Waals,
con dominanza delle prime (Van Oss et al., 2001).
Una potenza omeopatica o, in altre parole, lacqua strutturata, dovrebbe interagire prima di tutto con una delle proteine integrali di membrana ubiquitarie,
cio presenti nei batteri, nelle piante, negli animali e nelluomo. Una di queste
proteine ubiquitarie potrebbe essere lacquaporina. Esaminiamo pertanto la
struttura e la funzione delle acquaporine, che potrebbero essere il bersaglio
primario di una potenza omeopatica.

4.7.7. Le acquaporine
Le acquaporine sono glicoproteine trans-membrana che permettono il passaggio dellacqua o di piccoli soluti, ma bloccano il passaggio di ioni, per prevenire la dissipazione del potenziale di membrana (Borgnia et al., 1999; Engel et
al., 2000). Bench lacqua possa passare la membrana cellulare per diffusione,
esistono molte evidenze, raccolte negli ultimi decenni, che nei tessuti in cui

136

CAPITOLO 4

lacqua deve attraversare la membrana cellulare in grande quantit il processo


sia facilitato dalle acquaporine (Deen et al., 2000).
Le acquaporine, quindi, appartengono alle proteine intrinseche di membrana
che formano canali di trasporto; si trovano nei batteri, nelle piante e negli animali e in tutti questi organismi mantengono una marcata omologia di sequenza,
con similitudini funzionali e strutturali (Engel et al., 2000; Hohmann et al.,
2000).
a) Distribuzione negli animali
In diversi tessuti dei mammiferi sono state trovate 10 specie dacquaporine
(AQP):
- AQP0 espressa nel cristallino,
- AQP1 nei tubuli prossimali del rene e nelle cellule delle vie biliari intraepatiche,
- AQP2 e AQP3 nei dotti renali,
- AQP4 nel cervello,
- AQP3, AQP4, AQP7 e AQP8 nel tratto gastrointestinale,
- AQP5 nelle ghiandole salivari e lacrimali, nellepitelio corneale e nei polmoni,
- AQP6 nellepitelio renale,
- AQP8 nel fegato, nel pancreas e nel colon,
- AQP9 nel fegato (Ma e Verkman, 1999) e, abbondante, anche nei leucociti
periferici delluomo. Questi leucociti sono permeabili allacqua ed allurea,
ma non al glicerolo. Tuttavia, il ruolo dellAQP9 nelle funzioni immunologiche dei leucociti ancora poco conosciuto (Ishibashi et al., 1998).
Questi canali per lacqua potrebbero servire come meccanismi osmosensori
responsabili di valutare i cambiamenti del volume cellulare (Venero et al.,
1999; Jung et al., 1994ab).
AQP4 espressa abbondantemente nel cervello ed localizzata nelle cellule
gliali ai bordi degli spazi subaracnoidei, dei ventricoli e dei vasi sanguigni
(Nielsen et al., 1997). AQP4 gioca un importante ruolo nella distribuzione
dellacqua a livello cerebrale e nellomeostasi del potassio nelle prime fasi dello sviluppo (Wen et al., 1999). Lespressione di questa proteina stata evidenziata nel cervello dellembrione di pollo in parallelo con la maturazione delle
barriera ematoencefalica e ci suggerisce che c una stretta relazione tra trasporto dacqua, sua regolazione e sviluppo cerebrale (Nico et al., 2001).
b) Altre pompe dellacqua
Diversamente dalle cellule gliali, i neuroni non pare abbiano canali per lacqua
del tipo delle acquaporine. Il cervello umano rappresenta circa il 2% del nostro

MECCANISMO DAZIONE DEI MEDICAMENTI DINAMIZZATI

137

peso corporeo, ma consuma circa il 20% dellossigeno introdotto, perci produce una notevole quantit dacqua metabolica (circa 12 volte quella prodotta
dalle cellule degli altri organi). Per rimuovere leccesso di tale acqua metabolica, le cellule cerebrali utilizzano un sistema di pompaggio basato sullN-acetilL-aspartato (NAA), il pi abbondante aminoacido libero che si trova nel cervello dei vertebrati. Il NAA sintetizzato nei neuroni e idrolizzato negli oligodendrociti gliali. Esso viene ricambiato ogni 24-48 ore per un continuo deflusso dai neuroni verso gli oligodendrociti. In breve, funziona come una pompa
molecolare per lacqua che spinge lacqua contro il suo gradiente utilizzando se
stesso (il NAA) come un controtrasporto. Tali pompe molecolari per lacqua
sono presenti universalmente in Natura; esse sono correlate a funzioni normali
o anche a interazioni patologiche fra le cellule o fra le cellule e lambiente extracellulare (Baslow, 2002).
c) Acquaporine nelle piante
Come si detto prima, le acquaporine sono membri della famiglia delle proteine integrali di membrana. Nel regno vegetale, ogni pianta esprime una gran
numero di omologhi di tali proteine le cui sequenze aminoacidiche sono altamente conservate:
- la proteina intrinseca del tonoblasto (TIP), che la membrana che circonda il
vacuolo presente nella cellula vegetale,
- la proteina intrinseca di membrana citoplasmatica (PIP),
- la proteina simile alla NOD26 (NIP),
- la piccola proteina intrinseca basica (SIP).
Questi membri della famiglia delle proteine intrinseche di membrana si sono
diversificati grazie ad un gene ancestrale prima della divergenza evolutiva delle piante superiori (Baiges et al., 2002). Mentre le PIP degli spinaci rappresentano circa il 15%, le TIP rappresentano fino al 10% delle proteine del tonoplasto (Johansson et al., 1996). Le NIP, invece, sono espresse nei noduli delle radici della soia ed anche in altre piante non leguminose (Baiges et al., 2002).
Nelle piante, le acquaporine regolano il flusso dellacqua attraverso le membrane durante la crescita, lo sviluppo e la risposta allo stress (Harvengt et al.,
2000). Le acquaporine PIP1 nelle foglie di tabacco aumentano la permeabilit
allacqua, la conducibilit idrica della radice e le pompe osmotiche, garantendo
in questo modo la sopravvivenza nei periodi di siccit (Siefritz et al., 2002).
stato suggerito che anche lassorbimento di CO2 durante la fotosintesi nella
foglia sia facilitato dalle acquaporine (Terashima e Ono, 2002).

138

CAPITOLO 4

d) Acquaporine nei funghi e nei batteri


La Candida albicans, un fungo patogeno delluomo, contiene un unico gene
dellacquaporina: AQY1. La delezione di AQY1 ha scarso effetto sulla idrofobicit della superficie cellulare e non cambia la virulenza della Candida nel topo. Il ceppo caratterizzato dalla delezione di questo gene mostra una diminuita
sensibilit allo shock osmotico (Carbrey et al., 2001).
Il genoma delle lievito Saccharomices cerevisiae contiene due geni
dellacquaporina, AQY1 e AQY2, ma dei due, il pi importante dal punto di
vista funzionale il primo (Laiz et al., 2000).
Le acquaporine dei microbi sono importanti per facilitare il trasporto del glicerolo e forse di altri soluti, oltre, naturalmente dellacqua. Esse sono state descritte sia nei batteri gram-positivi come Clostridium acetobutylicum, Staphylococcus aureus, Lactococcus lactis, Streptococcus pneumoniae, sia in batteri
gram-negativi come Escherichia coli, Haemophilus influenzae, Mycoplasma
pneumoniae, Pseudomonas aeruginosa, Salmonella typhi, Shighella flexneri,
Vibrio cholerae, ecc. (Hohmann et al., 2000). Il batterio patogeno gram negativo Brucella abortus contiene una acquaporina come efficiente canale di membrana (Rodriguez et al., 2000).
e) Struttura delle acquaporine
Lacquaporina una proteina relativamente piccola (circa 30 kDa) contenente
sei domini trans-membrana, i primi tre dei quali sono omologhi ai secondi tre.
Entrambi i terminali aminici e carbossilici sono orientati verso il citoplasma.
Le due parti omologhe sono orientate a 180 gradi luna rispetto allaltra, in
modo tale che il motivo caratteristico, fatto dei tre aminoacidi asparaginaprolina-alanina (NPA), presente nelle due anse interne, vada a formare una
struttura a forma di canale (Fig. 18). Tali segmenti NPA si allineano lungo il
condotto attraversato dalle molecole dacqua (Jung et al., 1994ab; Cheng et al.,
1997; Walz et al., 1997). La AQP1 un omotetramero contenente quattro canali acquosi indipendenti (Smith e Agre, 1991; Jung et al., 1994ab).

MECCANISMO DAZIONE DEI MEDICAMENTI DINAMIZZATI

139

H20

(a) Veduta del poro dallalto

(b) Veduta laterale del poro

Extracellulare

Intracellulare
(c) Veduta laterale del monomero di acquaporina

Fig. 18 - Lacquaporina, proteina-canale per lacqua. (a) Veduta del poro dalla superficie extracellulare; (b) veduta laterale del canale; (c) veduta delle sei eliche
trans-membrana del monomero dacquaporina. Il motivo asparaginaprolina-alanina (NPA) dopo la seconda e dopo la quinta ansa si ripiega
allinterno della membrana per formare il canale dellacqua.

La fondamentale importanza delle acquaporine suggerita anche dal fatto


che la loro struttura conservata andando dai batteri alle piante fino ai mammiferi (King et al., 2000).
f) Funzione dellacquaporina: passaggio dellacqua
Murata et al. (2000) hanno descritto, grazie alla cristallografia elettronica, un
modello atomico della AQP1 con la risoluzione di 3.8 Angstrom. Il percorso
delle molecole dacqua assomiglia a quello della sabbia nella clessidra, avendo
un restringimento in mezzo che di tipo idrofobico, fatta eccezione per i due
residui centrali di asparagina nei motivi NPA. Quando una molecola dacqua
attraversa tale restringimento, linterazione dellatomo di ossigeno con i residui
asparaginici orienta i due atomi di idrogeno in modo tale che la molecola stessa
possa formare dei legami idrogeno con le molecole dacqua adiacenti. In tal

140

CAPITOLO 4

modo si previene il trasferimento di protoni al canale stesso in questa regione.


Si pensa che, oltre alle restrizioni di tipo spaziale, il poro generi anche una forte barriera dielettrica che respinge gli ioni (Murata et al., 2000).
Tajkorshid et al. (2002) ha determinato la struttura della acquagliceroporina
GlpF dellEscherichia coli con acqua legata ed ha effettuato delle simulazioni
dinamiche raffiguranti i movimenti di orientamento dellacqua allinterno del
canale. Le due asparagine conservate forzano la molecola dacqua centrale a
comportarsi come un donatore di idrogeno obbligato per le molecole dacqua
vicine. Questo fenomeno, assistito dal potenziale elettrostatico generato dalle
due anse che attraversano la membrana, obbliga le molecole dacqua
allinterno del canale ad orientarsi in modo opposto nelle due met del canale
stesso, permettendo un rapido passaggio dellacqua.
La mobilit protonica nellacqua liquida spiegata dal meccanismo di Grotthus che coinvolge lincanalamento dei protoni da una molecola dacqua a
quella vicina ed il riarrangiamento dei legami idrogeno. La mobilit protonica
delle proteine avviene mediante un filo protonico in cui una singola catena di
molecole dacqua legate da legami idrogeno ed i gruppi polari delle proteine
forniscono una via preferenziale per un efficiente trasferimento protonico (Tajkhorshid et al., 2002, e bibliografia ivi riportata). Le interazioni mediate da
idrogeno delle molecole dacqua con i residui polari delle asparagine (Asn-76 e
Asn-192) nella AQP1 nei motivi di sequenza NPA sono essenziali per mantenere il flusso dellacqua nella regione di restringimento. Lampiezza di questa costrizione fluttua continuamente, in modo tale che la fila delle molecole dacqua
viene spezzettata in diversi frammenti (Kong e Ma, 2001).
La AQP1 trasporta molecole dacqua alla velocit di 3x109/sec per ciascun
canale, richiedendo unenergia di attivazione molto bassa, approssimativamente come quella della velocit di auto-diffusione delle molecole nellacqua liquida (de Groot e Grubmller, 2001, e bibliografia ivi riportata).
g) Regolazione della funzione delle acquaporine
Poich la maggior parte delle acquaporine, fra cui lacquaporina 2 (AQP2), sono dei canali costitutivamente aperti ma regolabili, lespressione genica di queste proteine ed il loro trasporto dallinterno della cellula alla membrana citoplasmatica sono fenomeni considerati importanti in fisiologia e in patologia.
La AQP2 espressa nelle cellule dei dotti renali ed ridistribuita sulla membrana apicale in risposta ad una cascata di segnali intracellulari, iniziata dal legame dellormone antidiuretico vasopressina al suo recettore (Deen et al.,
2000).
Molte acquaporine sono regolate da variazioni del pH, fosforilazione e legame con proteine ausiliarie (Engel et al., 2000). La AQP1 pu essere spostata
dai siti intracellulari alla membrana citoplasmatica nei colangiociti stimolati

MECCANISMO DAZIONE DEI MEDICAMENTI DINAMIZZATI

141

con secretina (Marinelli et al., 1999). In risposta alla vasopressina, la AQP2


migra dalle vescicole delle membrane intracellulari alla membrana apicale,
aumentando la permeabilit allacqua (Nielsen et al., 1995).
La funzione di canale per lacqua di tutte le acquaporine, eccetto la AQP4,
pu essere inibita da composti mercuriali. Questi composti si legano specificamente ai residui di cisteina e bloccano i pori dellacquaporina (Kuwahara et
al., 1997). Il brassinolide, un ormone delle piante, coinvolto nella modificazione del trasporto dacqua sulle membrane cellulari della pianta Arabidopsis
thaliana (Morillon et al., 2001).
Vi sono altre evidenze del coinvolgimento delle acquaporine in vari processi
biochimici e fisiologici.35

h) Le acquaporine in patologia
Per quanto riguarda i modelli di patologia in cui sono state studiate le acquaporine, va notato, ad esempio, che il topo geneticamente privo di AQP5 (topo
knockout AQP5 -/-) caratterizzato da un aumento della broncocostrizione
stimolata dallacetilcolina e da un aumento a della resistenza al flusso polmonare con diminuzione della compliance dinamica. Ma et al. (1999) hanno anche dimostrato che la produzione di saliva stimolata dalla pilocarpina ridotta
35

Approfondimenti sperimentali e bibliografici: il sistema renina-angiotensina gioca un


importante ruolo nellespressione delle acquaporine e quindi nella regolazione del trasporto
dacqua nel peritoneo (Imai et al., 2001). Lincubazione del tessuto parotideo di ratto con 10
M di epinefrina ha causato un transitorio ma spiccato aumento della presenza di AQP5
sulla membrana apicale, con un massimo ad un minuto. Questo effetto della epinefrina
stato ottenuto anche con fenilefrina (alfa1-agonista), ma non con la clonidina (alfa2agonista) o con il salbutamolo (beta-agonista). Esso poi inibito dalla fentolamina
(antagonista degli alfa-adrenorecettori), ma non dal propranololo (antagonista dei betaadrenorecettori). Il risultato suggerisce che lepinefrina, agendo sui recettori adrenergici
alfa1, induce un traffico di AQP5 dalle membrane intracellulari alla membrana apicale,
innescando il rilascio di calcio libero dai depositi intracellulari attraverso il messaggero
inositolo-1,4,5-trifosfato. Lacetilcolina, che agisce sui recettori muscarinici M3 nel tessuto
parotideo di ratto, ha indotto la traslocazione di AQP5 dalle membrane intracellulari alla
membrana citoplasmatica, aumentando la concentrazione citosolica di calcio (Ishikawa et
al., 1999, e bibliografia ivi riportata). Badaut et al. (2000) hanno osservato nel ratto una
localizzazione cellulare comune dei recettori muscarinici colinergici e dellacquaporina 4
(AQP4) a livello cerebrale e precisamente nella corteccia, nel corpo calloso e nelle cellule
ependimali. Gli Autori hanno suggerito una correlazione funzionale tra i recettori muscarinici
e la AQP4. La risposta muscarinica colinergica pu influenzare molti canali dellacqua e
canali ionici. Nei ratti, la AQP4 dei vasi cerebrali implicata nella regolazione del trasporto
dellacqua tra il sangue ed il cervello (Kobayashi et al., 2001). La protein-chinasi e la
dopamina diminuiscono la permeabilit dellacqua attraverso la fosforilazione della serina180 e ci dovuto probabilmente ad un effetto di cancello sul canale stesso (Zelenina et al.,
2002). Krane et al. (2001) hanno osservato che lespressione della AQP5 nel polmone del
topo si trova sulle cellule di tipo I ma anche nelle cellule alveolari di tipo II, nella trachea e
nellepitelio bronchiale.

142

CAPITOLO 4

di pi del 60% nel topo knockout AQP5 -/-. La pilocarpina un agonista dei
recettori colinergici.
In patologia umana, la distribuzione intracellulare di molecole di AQP5
anormale nelle ghiandole salivari dei pazienti con la sindrome di Sjgren. Tale
malattia caratterizzata da infiltrazione infiammatoria linfocitaria nelle ghiandole salivari e lacrimali, causante una ipofunzione ghiandolare e quindi secchezza della bocca e della congiuntiva (Steinfeld et al., 2001).
Nelle malattie con aumento della ritenzione renale dacqua, lespressione totale e di membrana della AQP2 aumentata (Deen et al., 2000). Alterazioni nel
metabolismo dellacqua sono presenti in stati patologici come il diabete insipido, la sindrome da inappropriata secrezione di ormone antidiuretico, lo scompenso cardiaco, la cirrosi e la gravidanza (Schrier et al., 2001).
Una cattiva regolazione delle acquaporine, specialmente della AQP2, potrebbe essere responsabile di alcune patologie del bilancio idrico ed elettrolitico.
Ad esempio, la mancanza o il difetto funzionale della AQP2 si trova nel diabete
insipido primario. Una ridotta espressione di membrana stata descritta in varie patologie associate con difetti della concentrazione delle urine come il diabete insipido nefrogeno, la poliuria post-ostruttiva, lo scompenso renale acuto e
cronico. Allopposto, in condizioni in cui si ha ritenzione idrica come nello
scompenso cardiaco congestizio, nella gravidanza e nelleccesso di ormone antidiuretico, i livelli di espressione della AQP2 ed il sito bersaglio apicale della
membrana citoplasmatica sono aumentati, suggerendo che tale proteina abbia
un ruolo nello sviluppo della ritenzione idrica (Kwon et al., 2001).
Membri della famiglia delle acquaporine sono implicati in numerosi processi
fisiologici e patologici (Borgnia et al., 1999; King et al., 2000). Linduzione
del diabete mellito nellanimale da esperimento stata accompagnata da un significativo aumento di AQP2, p-AQP2 e AQP3 (Nejsum et al., 2001). Il canale
per lacqua costituito da AQP1 espresso in modo eterogeneo nelle cellule tumorali di animali da esperimento e nel loro apparato vascolare e sappiamo che
il livello di espressione determinato non solo dallorigine cellulare del tumore
stesso, ma anche dalla localizzazione del tumore nellanimale che lo ospita
(Endo et al., 1999).
stato suggerito che la manipolazione dellespressione delle acquaporine potrebbe avere un ruolo terapeutico in vari processi patologici (Connolly et al.,
1998) regolando il trasporto dacqua mediato da queste proteine. Di conseguenza, gli agenti che modificano la funzione delle acquaporine avranno un significativo potenziale terapeutico (Beitz e Schultz, 1999).

MECCANISMO DAZIONE DEI MEDICAMENTI DINAMIZZATI

143

4.7.8. Interazione tra una potenza omeopatica e le biomolecole


Da tutte le prove sperimentali che sono state riportate nei capitoli 2 e 3, risulta
evidente che anche se una potenza omeopatica diluita 1:1000 o pi nella soluzione-test, essa mantiene la sua efficacia. Anche quando il medicinale omeopatico viene assunto da un paziente, in poche gocce o in granuli, esso viene
molto diluito nei liquidi corporei. Ci suggerisce che un rimedio dinamizzato
sia capace di influire sullacqua del mezzo di incubazione sperimentale o
dellorganismo in modo tale che questultima si comporterebbe come un rimedio potenziato. Se questo il caso, una potenza omeopatica che viene a contatto con una superficie cellulare potrebbe modificare lorganizzazione dellacqua
che copre la superficie stessa (vedi capitolo 3, sezione 6.1.b: Azione di una potenza omeopatica). Le proteine di membrana, a loro volta, potrebbero essere
modificate per la loro interazione con lacqua stessa e quindi ne verrebbe alterata lattivit di tipo recettoriale, enzimatica, di trasporto, di segnale, ecc..
Abbiamo gi descritto il fatto che le potenze omeopatiche possono produrre
modificazioni strutturali e funzionali di una proteina (capitolo 2 e capitolo 3).
Poich una potenza omeopatica costituita da acqua strutturata specificamente,
probabile che essa abbia capacit di influenzare le molecole dacqua strutturali, quelle che sono intimamente associate con le proteine e gli zuccheri, causando una modificazione funzionale di queste ultime.
Yamada (2001) ha studiato lacqua intracellulare delle cellule muscolari di
rana in varie condizioni fisiologiche, mediante la risonanza magnetica nucleare
ed ha scoperto che lacqua intracellulare delle fibre muscolari strutturata ed
allineata lungo i miofilamenti e che lo stato dellacqua intracellulare cambia
secondo la condizione fisiologica delle fibre muscolari. Lacqua strutturata impedisce la diffusione dei soluti, giocando un importante ruolo nella fisiologia
cellulare.
Quando la cellula in uno stato patologico, lacqua strutturata pu assumere
uno stato diverso. Di conseguenza, si pu ipotizzare che una potenza omeopatica appropriata possa contenere lacqua con una struttura complementare rispetto a quella disordinata della cellula e sarebbe quindi capace di indurre
cambiamenti nella struttura dellacqua della cellula malata, restaurando lo stato
normale dellacqua. Il cambiamento della struttura dellacqua ottenuto mediante un cambiamento del numero e della forza dei legami idrogeno.
Le proteine recettoriali o di trasporto protrudono allesterno delle membrane
citoplasmatiche. Alcune di queste, come ad esempio le acquaporine e molti recettori, formano delle molteplici anse trans-membrana. Nellansa della proteina
rivolta allesterno della membrana ci possono essere degli aminoacidi polariidrofilici oppure aminoacidi apolari-idrofobici. Secondo la natura delle propriet chimico-fisiche di questi aminoacidi, cambiano gli strati di molecole dacqua

144

CAPITOLO 4

di idratazione. In alcune parti si verificano delle forze di attrazione per i cluster


dacqua, in altre parti vi saranno forze di repulsione. Ovviamente, per il diverso
legame delle molecole dacqua strutturate proprie del rimedio, dellacqua di
idratazione e dei diversi aminoacidi, lintera funzione della proteina di trasporto o di recettore potrebbe cambiare. Tutto ci porterebbe infine allinnesco o
alla modulazione di vari effetti biologici da parte dei medicamenti dinamizzati
sulle cellule.
Anche dei brevi polimeri di zuccheri (oligosaccaridi), attaccati alle proteine o
ai lipidi sulla superficie cellulare, potrebbero servire come specifici segnali di
riconoscimento (Nelson e Cox, 2000). Le piante usano dei metaboliti (per
esempio glucosio, saccarosio e nitrato) non solo come nutrienti ma anche come
segnali utilizzati nelle strategie di sopravvivenza. Ad esempio, gli zuccheri
servono come molecole segnale nello sviluppo del seme (Wobus e Weber,
1999). Alcune molecole saccaridiche entrano nella rete strutturale dei cluster
dacqua icosaedrica mediante dei legami idrogeno che permettono di sostituire
un esamero dacqua nel cluster. Dei gruppi idrossilici di questi residui saccaridici prendono strette relazioni con le molecole dacqua, posizionandosi in modo ottimale rispetto alla formazione dei legami idrogeno (Uedaira e Uedaira,
2001).
I residui di acido sialico nelle posizioni terminali degli oligosaccaridi, legati
covalentemente alle glicoproteine, si trovano normalmente su tutte le superfici
cellulari e possono giocare un importante ruolo nelle interazioni cellula-cellula
e nei processi di riconoscimento. Le SIGLECS (Sialic-acid-binding-Immunoglobulin-like Lectins) sono delle lectine che mediano le interazioni cellulari dipendenti da acido sialico (Freeman et al., 2001). Tutto ci suggerisce che i medicamenti dinamizzati potrebbero interagire con il guscio di idratazione degli
zuccheri o delle lectine, modificando in tal modo la loro funzione di molecole
segnale.
Il nostro modello di interazione tra una potenza omeopatica dinamizzata e la
superficie cellulare prevede quindi che le proteine di membrana o le loro parti
glicosilate producano una cascata di eventi biochimici interni alla cellula a seguito del contatto con il rimedio stesso. Leffetto sarebbe propagato oltre larea
del contatto fra le biomolecole ed il rimedio e ci avverrebbe in vari modi e secondo il tipo di recettori e di cellule. Se larea di contatto con il medicinale a
livello dei neuroni sensitivi, la propagazione delleffetto primario di una potenza potrebbe avvenire attraverso impulsi nervosi. I neuroni stimolati trasmetterebbero gli impulsi al cervello il quale, a sua volta, processerebbe il messaggio
elaborandolo in modo da produrre una reazione appropriata attraverso vie nervose. I dettagli di questo tipo di regolazione, nelluomo e nei mammiferi, sono
stati descritti in un precedente libro (Sukul, 1997). Tuttavia, anche a prescindere dalla propagazione nervosa, lazione di una potenza omeopatica potrebbe

MECCANISMO DAZIONE DEI MEDICAMENTI DINAMIZZATI

145

diffondersi in tutte le direzioni dal punto di contatto attraverso la continuit del


mezzo acquoso dei tessuti connettivi che bagna tutte le superfici cellulari.
Secondo la tradizione, le medicine omeopatiche possono curare o migliorare
molte malattie infiammatorie, come i foruncoli, gli ascessi, lartrite reumatoide,
la sindrome infiammatoria dellintestino ecc. e in queste condizioni probabile
che sia coinvolto il sistema nervoso. Esiste un legame tra infiammazione e sistema nervoso. Infatti, i lipopolisaccaridi, componenti della parete batterica, attivano i leucociti nei tessuti e nel sangue. I leucociti, in particolare i monociti,
entrano nei tessuti e divengono macrofagi, che sono capaci di rilasciare molte
citochine tra cui il Tumor-Necrosis Factor (TNF). Questultima proteina pu
attivare quasi ogni tipo di cellula, inducendo lespressione di unampia serie di
geni che codificano per molecole infiammatorie. Il TNF ha effetti benefici
quando rilasciato in piccole dosi e nel luogo dellinfezione, ma quando diffonde tramite la circolazione pu causare gravi malattie infiammatorie (Libert,
2003). Il sistema nervoso, tramite il nervo vago, pu inibire significativamente
e rapidamente il rilascio del TNF macrofagico e ridurre le risposte infiammatoria e sistemica. Questo meccanismo conosciuto come via anti-infiammatoria
colinergica. Le terminazioni del nervo vago rilasciano la molecola acetilcolina,
che si lega ai recettori sui macrofagi e sopprime il rilascio di TNF. Il recettore
nicotinico per lacetilcolina ha una subunit -7 che essenziale per inibire la
sintesi di questa citochina (Wang et al., 2003). Si pu quindi pensare che i rimedi omeopatici dinamizzati stimolino le terminazioni del nervo vago aiutando
il rilascio di acetilcolina, forse proprio attraverso la modifica della subunit 7. Libert (2003) ha suggerito in questi termini una possibile relazione molecolare tra la regolazione del processo infiammatorio e gli effetti clinici della cosiddetta medicina complementare o alternativa.
Mentre tutte le proteine di membrana potrebbero essere, almeno teoricamente, bersaglio di una potenza omeopatica, noi abbiamo posto particolare enfasi
sulle acquaporine come bersagli primari, perch tali proteine sono ubiquitarie
in ogni forma di vita e sono implicate in molte situazioni fisiologiche e patologiche. Abbiamo gi descritto come viene regolata la funzione delle acquaporine. Le potenze omeopatiche potrebbero influenzare questi processi regolatori
alterando la permeabilit allacqua delle membrane citoplasmatiche.
Esistono alcune evidenze preliminari del fatto che alcuni rimedi omeopatici
dinamizzati aumentano la permeabilit allacqua delle acquaporine nei globuli
rossi (capitolo 2, paragrafo 4.2).
Quando gli ioni passano attraverso i canali di una membrana citoplasmatica,
essi vengono de-solvatati (Fig. 19). Le molecole dacqua del guscio di idratazione, ora vuoto, sono lasciate indietro e rimangono organizzate per circa un
picosecondo (Van Oss, comunicazione personale). Poich vi sono migliaia di
canali ionici, ci devono essere migliaia di cluster organizzati attorno ad una

146

CAPITOLO 4

cellula in un determinato tempo. I tipi di cluster organizzati dellacqua ed il


numero di ciascun tipo esistente in un dato momento dipendono dalla variet
dei canali ionici e dalla velocit del movimento degli ioni o delle altre molecole attraverso la membrana citoplasmatica. Come si gi detto (capitolo 3), questi cluster organizzati dellacqua rimangano in un equilibrio dinamico. La
geometria dellequilibrio dellacqua strutturata potrebbe essere modificata e riorganizzata mediante lintroduzione di una potenza omeopatica. La propagazione delle modificazioni dellacqua indotte dalla potenza dovrebbe essere ottenuta mediante diffusione attraverso continuo riorientamento dei cluster e
spiazzamento delle geometrie tetraedriche dei legami idrogeno (capitolo 3).
In condizioni di malattia, la struttura e/o lorganizzazione delle proteine integrali di membrana sulla superficie cellulare modificata, cosicch anche le
strutture geometriche dellacqua sono organizzate in modo diverso, sia nella
superficie extracellulare sia nel citosol. Una potenza omeopatica appropriata
dovrebbe tendere a riorganizzare la geometria strutturale patologica dei cluster
dacqua nella direzione della sua forma originaria, iniziando una cascata di
reazioni informative allinterno della cellula. Queste modificazioni continuerebbero fintanto che venga restaurato il normale stato di salute.

Proteina di
trasporto

De-solvatazione del soluto

Molecole dacqua organizzate


e lasciate indietro

Ri-solvatazione del soluto

Fig. 19 - Desolvatazione di una particella di soluto durante il passaggio attraverso il


canale di una proteina di trasporto (a) e per semplice diffusione attraverso il
doppio strato fosfolipidico (b).

MECCANISMO DAZIONE DEI MEDICAMENTI DINAMIZZATI

147

Abbiamo gi detto in precedenza che una sola molecola di ligando pu attivare un solo recettore, ma alla fine pu causare lentrata di migliaia di ioni attraverso lapertura dei canali o la sintesi di migliaia di molecole di un messaggero
intracellulare da parte di un enzima attivato (Nelson e Cox, 2000). Quindi, anche poche molecole dacqua strutturate e legate ad un recettore possono iniziare eventi biochimici che si amplificano enormemente allinterno della cellula.
In questa visione, i cluster organizzati dacqua non funzionano come ligandi
recettoriali specifici in senso stretto, ma come una chiave master da cui
prendono forma altri cluster capaci di interagire con tutti i tipi di ligandi e con i
loro recettori.

4.8. Ruolo dei carboidrati nei processi di riconoscimento

Terminale
riduucente

Terminale
non riducente

Abbiamo gi menzionato in precedenza che, in un sistema biologico, gli zuccheri possono servire come molecole segnale e possono interagire con lacqua.
I carboidrati hanno molecole dacqua legate e potrebbero quindi interagire facilmente con le molecole dacqua strutturate dei medicamenti dinamizzati, iniziando eventi biochimici specifici a livello della membrana cellulare. Qui approfondiamo il possibile ruolo dei carboidrati nei processi di riconoscimento
del segnale veicolato dal medicinale omeopatico.
I pi importanti polisaccaridi di deposito sono lamido nelle cellule vegetali
ed il glicogeno in quelle animali. Entrambi si trovano in gran quantit come
aggregati molecolari o granuli. Lamido ed il glicogeno sono fortemente idratati, perch hanno molti gruppi idrossilici esposti e quindi disponibili a formare
legami idrogeno con lacqua (Fig. 20).

Fig. 20 - Una parte di catena lineare dellamilosio, fatta di residui di D-glucosio, mostra
i gruppi OH esposti per il legame idrogeno con le molecole dacqua.

148

CAPITOLO 4

Lamido contiene due tipi di polimeri del glucosio, lamilosio e


lamilopectina. Il primo consiste di lunghe catene di residui di D-glucosio connessi da legami -1-4. Lamilopectina formata dagli stessi residui, ma altamente ramificata. I legami glicosidici che uniscono successivi residui di glucosio nellamilopectina sono -1-4 nelle parti lineari e -1-6 nei punti di ramificazione, che avvengono a distanza di circa 20-30 residui glucidici.
Il glicogeno un polimero di subunit del glucosio connesse con legami -14 e caratterizzato da molte ramificazioni con legami -1-6. Il glicogeno pi
ramificato rispetto allamilopectina, con una media di una ramificazione ogni
8-12 residui, ed quindi pi compatto rispetto allamido.
I polisaccaridi, chiamati anche glicani, differiscono in base al tipo di unit ripetitiva, alla lunghezza delle catene, ai tipi di legame ed al grado di ramificazioni. Gli omopolisaccaridi contengono un solo tipo di monomero, mentre gli
eteropolisaccaridi contengono due o pi tipi di monomeri.36
Il disaccaride lattosio, fatto da una molecola di D-galattosio e una di Dglucosio, si trova naturalmente nel latte; quindi chiamato lo zucchero del latte. Il carbonio legato al residuo di glucosio disponibile per fenomeni di ossidazione e quindi il lattosio considerato un disaccaride riducente.
Il saccarosio un disaccaride formato da glucosio e fruttosio ed sintetizzato
dalle piante, ma non dagli animali superiori. A differenza del maltosio e del lattosio, il saccarosio non contiene degli atomi di carbonio ossidabili e quindi non
uno zucchero riducente (Nelson e Cox, 2000). Si deve notare che le potenze
omeopatiche, preparate in diluizioni di etanolo in fase idroalcoolica, sono normalmente conservate in globuli di lattosio e pi raramente di saccarosio (capitolo 1). Pertanto, questi due zuccheri non servono solo come dei veicoli neutri
ma probabilmente giocano un ruolo attivo come molecole di informazione
quando si combinano con i medicamenti dinamizzati.
Le piante possono sintetizzare carboidrati durante il processo di fotosintesi,
gli animali, invece, li ottengono da sorgenti vegetali. I carboidrati della nostra
dieta alimentare sono prevalentemente polimeri degli esosi, i pi importanti dei
quali sono glucosio, galattosio e fruttosio. La maggior parte dei monosaccaridi
che si trovano nel corpo sono dei D-isomeri.
Il principale prodotto della digestione dei carboidrati ed il principale zucchero circolante il glucosio, la cui concentrazione nel sangue dei mammiferi
circa 5 mM. Allorch entra nelle cellule, il glucosio normalmente fosforilato
36

Vanno segnalati inoltre i proteoglicani, tra le principali macromolecole complesse che


costituiscono la sostanza fondamentale dei tessuti connettivi, noti per la capacit di legare
grandi quantit di acqua allinterno delle proprie strutture altamente ramificate. Sotto questa
prospettiva, lacqua associata ai proteoglicani potrebbe assumere una funzione non solo nel
mantenimento della struttura, ma anche nel trasferimento di informazioni bologicamente
significative e farmacologiche.

MECCANISMO DAZIONE DEI MEDICAMENTI DINAMIZZATI

149

a formare glucosio-6-fosfato. Lenzima che catalizza questa reazione denominato esochinasi.


Nel fegato c anche un altro enzima, chiamato glucochinasi, che ha una
maggiore specificit per il glucosio e che, diversamente dallesochinasi, attivato dalla insulina ed ha una ridotta attivit nel digiuno e nel diabete.
Il glucosio-6-fosfato pu essere polimerizzato a formare glicogeno o catabolizzato come fonte di energia (Ganong, 1999).

4.9. Acqua strutturata e la vita nascente


Sin dallinizio della vita sulla terra, gli organismi hanno incontrato vari tipi di
sostanze chimiche nel loro ambiente. oggi da tutti accettato che la vita sia
originata in un ambiente acquoso, nei primi mari, laghi o stagni. Le molecole
primordiali che diedero origine alle prime forme di vita erano zuccheri, alcoli,
aminoacidi e, ovviamente, acqua. Le sorgenti di energia erano essenzialmente
basate sulla fermentazione, perch nellatmosfera non cera ossigeno libero.
Nella atmosfera riducente la respirazione era anaerobica, con formazione di
anidride carbonica (CO2).
La fermentazione dello zucchero da parte dei lieviti porta alla formazione di
etanolo e di CO2 ed al rilascio di energia. Lenzima alcol-deidrogenasi presente in molti organismi, incluso luomo, che sono capaci di catabolizzare
letanolo. Nel fegato, questo enzima catalizza lossidazione delletanolo, sia
quello ingerito sia quello prodotto dai microrganismi intestinali, con la concomitante riduzione del NAD+ a NADH. Alcuni vertebrati marini fermentano il
glucosio ad etanolo e CO2 per generare ATP.
Quindi, probabile che, in un ambiente primitivo, delle molecole di etanolo
abbiano stabilizzato strutture di molecole dacqua formando dei particolari aggregati nellacqua liquida. I microrganismi primordiali potrebbero avere sviluppato un meccanismo capace di sentire la presenza dellacqua, specificamente di quella strutturata, e di orientarsi in relazione ad essa. Questo sarebbe stato
un meccanismo adattativo capace di aiutarli a trovare la via per raggiungere la
colonia di eterotrofili anaerobi sui quali vivere.
Gi nelle prime forme di vita, le sostanze chimiche utili fornivano energia per
sostenere la vita, mentre le sostanze chimiche dannose stimolavano risposte difensive. Uno dei pi pressanti problemi della vita acquatica sempre stato
quello di mantenere il bilancio osmotico rispetto al proprio ambiente. Inoltre,
gli organismi incontravano altri organismi che potevano comportarsi da predatori oppure da patogeni. Naturalmente, gli organismi hanno sviluppato dei
meccanismi di difesa contro questo tipo di pericolo. Negli organismi inferiori,

150

CAPITOLO 4

alcune macromolecole, chiamate antigeni, hanno la propriet di iniziare delle


risposte adattative e difensive. Quindi, se i microrganismi avessero potuto sentire il pericolo incombente in anticipo per esempio attraverso lacqua strutturata sarebbero stati capaci di prepararsi in anticipo ad affrontare la situazione.
Questa sensibilit precoce potrebbe essere stata mediata attraverso delle proteine della membrana, probabilmente del tipo delle acquaporine, che sono altamente conservate e ubiquitarie in ogni forma di vita.
Poich i protisti primitivi sono originati ed hanno vissuto in un ambiente acquoso, la regolazione dellingresso dacqua nel loro corpo era una delle priorit
assolute per ladattamento e la sopravvivenza. Perci, le acquaporine ed i cluster dacqua strutturata dovrebbero aver giocato un importante ruolo sin
dallinizio della vita sulla terra. Insieme, queste due entit molecolari costituiscono unefficiente macchina di riconoscimento del segnale e di mantenimento
della omeostasi in tutte le forme di vita.
Si pu ipotizzare che lomeopatia sfrutti questo antico sistema naturale per
recuperare lomeostasi nei sistemi viventi sottoposti a anormali condizioni interne o esterne.

Sommario
Le medicine omeopatiche dinamizzate hanno delle azioni spesso caratterizzate
da una preferenza di un lato del corpo. Questo differenziale effetto della lateralit si spiega sulla base dellasimmetria funzionale del cervello, che pu modulare in modo diverso le reazioni neurochimiche, neuroendocrine e immunitarie
delle parti destra e sinistra del corpo.
I medicamenti dinamizzati sono spesso scelti sulla base di modalit temporali
dei sintomi di una malattia. Le modalit temporali dellazione del rimedio possono essere correlate con la presenza di orologi biologici interni o di bioritmi
che sono disturbati in condizioni di malattia. La melatonina, prodotta dal cervello, ha una marcata influenza sui ritmi circadiani.
Le malattie croniche originano da condizioni o disordini che gli omeopati
hanno chiamato miasmi, i principali dei quali sono psora, sicosi e sifilide. La psora il miasma pi frequente e si manifesta con delle eruzioni pruriginose della pelle. stato suggerito che la sensazione di prurito e solletico,
prodotta in vario modo e in varie condizioni di malattia per la stimolazione delle terminazioni dei nervi amielinici della cute, sia il substrato fisiologico principale della eruzione psorica.
Alcuni rimedi omeopatici, come i policresti, producono una grande variet di
sintomi comuni a molte malattie. Tali rimedi possono agire attraverso delle reti

MECCANISMO DAZIONE DEI MEDICAMENTI DINAMIZZATI

151

neuronali multifunzionali. Per questa ragione il trattamento di una malattia


cronica con unalta potenza di un policresto talvolta produce la ricomparsa di
disturbi pregressi, specialmente delle loro componenti dolorose che sono connesse con la stessa rete neuronale multifunzionale.
Secondo la teoria della neuromatrice, il dolore unesperienza complessa
prodotta da un intreccio di impulsi nervosi provenienti sia dalla periferia sia da
diverse aree del cervello. Il concetto di neuromatrice si accorda con lapproccio
olistico e sistemico dellomeopatia.
Proteine ed acidi nucleici, che servono da molecole informazionali negli organismi viventi, sono costituite da diverse unit polimerizzate. Bench lacqua
sia una molecola semplice, anchessa pu formare diverse strutture, soprattutto
mediante il legame idrogeno. Le configurazioni strutturali dellacqua sono rafforzate dalla succussione e preservate dalletanolo. Le strutture dacqua rimangono in equilibrio dinamico a temperatura ambiente, perch la dissociazione
dei legami idrogeno e la loro ri-associazione avvengono sugli stessi gruppi OH. Mentre la configurazione strutturale specifica dellacqua manterrebbe
lidentit del rimedio, la forza dei legami idrogeno e la complessit della struttura, aumentate dalla succussione, veicolerebbero linformazione della sua potenza.
I medicamenti dinamizzati sono applicati sulla cavit orale, sulle foglie delle
piante o sulle superfici delle cellule nei sistemi sperimentali. In ogni caso, il
rimedio viene in contatto con le proteine presenti sulla membrana citoplasmatica. Tutte le superfici cellulari sono bagnate da un film continuo dacqua che
mantiene una configurazione geometrica nelle normali condizioni di salute. Le
forze non-covalenti che alterano localmente la struttura dellacqua sono le forze van der Waals, acido-base ed elettrostatiche. Le forze dominanti sono quelle
acido-base che si generano per una forte interazione coesiva ed adesiva delle
molecole dacqua sia tra di loro che con le macromolecole della membrana, attraverso i legami idrogeno.
La struttura dellacqua, che presente su tutte le superfici, assume una diversa configurazione in uno stato di patologia, secondo la natura della malattia.
Quando un rimedio omeopatico o, in altre parole, unacqua strutturata in modo
stereospecifico, viene a contatto con una superficie cellulare, la struttura
dellacqua in quella posizione viene modificata e di conseguenza avvengono
cambiamenti strutturali sia dellacqua che delle proteine della membrana bagnate dallacqua stessa. Tale fenomeno, a sua volta, scatena una cascata di
eventi biochimici nella membrana e nel citosol che culminano con delle modificazioni della cellula, dei tessuti e degli organi nella direzione di una salute restaurata.
Bench tutte le proteine integrali di membrana siano dei potenziali bersagli di
una potenza omeopatica, in quanto prendono contatto con lacqua extracellula-

152

CAPITOLO 4

re e molte di esse hanno funzioni recettoriali, enzimatiche o di trasporto, il bersaglio primario potrebbe essere una proteina ubiquitaria, la acquaporina. Questo canale proteico aiuta il passaggio dellacqua attraverso la membrana cellulare ed ha una notevole importanza nella salute e nella malattia.
Saccarosio e lattosio, che vengono spesso usati nelle preparazioni dei medicinali omeopatici, potrebbero avere anchessi un ruolo di molecole di informazione in combinazione con lacqua dinamizzata.
Acqua, zuccheri, aminoacidi ed etanolo sono le molecole pi ancestrali presenti nelle forme di vita primitiva. Le molecole di etanolo potrebbero avere
stabilizzato delle molecole dacqua, che avrebbero assunto un significato di informazione per trovare potenziali fonti di cibo. Le cellule primordiali potrebbero avere sviluppato un meccanismo con cui sentivano lacqua strutturata specificamente e si orientavano di conseguenza. Poich i primi protisti originarono
in ambiente acquoso, la regolazione dellingresso dellacqua nel loro corpo era
una delle priorit delladattamento e della sopravvivenza. Le acquaporine e
lacqua strutturata in cluster dovrebbero aver giocato sin dallinizio un ruolo
importante nel mantenere la salute e pertanto si sarebbero conservate durante
levoluzione. probabile che lomeopatia faccia parte di questo adattamento
del sistema naturale allambiente, favorendo il recupero delle dinamiche omeostatiche negli organismi viventi che si trovano in condizioni anomale.

Bibliografia
Aabel S, Fossheim S, Rise F. Nuclear magnetic resonance (NMR) studies of homeopathic
solutions. Br Hom J 90: 14-20; 2001.
Agmon N. Tetrahedral displacement: the molecular mechanism behind the Debye relaxation
in water. J Phys Chem 100: 1072-1080; 1996.
Alberty R A, Silbey R I. Physical Chemistry. 1st edn. John Wiley & Sons, Inc, New York.
pag. 4, 803; 1995.
Anagnostatos G S, Pissis P, Viras K. Possible water cluster formation by dilution and succussions. In: Atomic and nuclear clusters. Proc 2nd Int Conf. (Santorini, Greece), pag.
215-217; 1993.
Anagnostatos G S, Vithoulkos G, Garzonis P, Tavovxoglou C. A working hypothesis for
homeopathic microdiluted remedies. Berlin J Res Hom 1: 141-147; 1991.
Anonimo. The American Homeopathic Pharmacopoeia. 9th edn. Boericke and Tafel, Philadelphia, pag. 549; 1920.
Anonimo. M Bhattacharyya & Cos Homoeopathic Pharmacopoeia. 12th edn, M
Bhattacharyya & Co Pvt Ltd, Calcutta, pag. 605; 1962.
Auquire J P, Moens P, Martin P L. Recherche de laction de dilutions homopathiques sur
les vgtaux I. J Pharmacie Belgique 36:303-320; 1981.
Auquire J P, Moens P, Martin P L. Recherche de Laction de dilutions homopathiques sur
les vgtaux II. J Pharmacie Belgique 37: 117-134; 1982.
Badaut J, Verbavatz J-M, Freund-Mercier M-J, Lasbennes F. Presence of aquaporin-4 and
muscarinic receptors in astrocytes and ependymal cells in rat brain: a clue to a common
function? Neurosci Lett 292: 75-78; 2000.
Baiges I, Schaffiner A R, Affenzeller M J, Mas A. Plant aquaporins. Physiol Plant 115: 175182; 2002.
Bannister R. Brain and Bannisters Clinal Neurology. 7th edn. ELBS with Oxford University press, Oxford, pag. 622; 1992.
Banwell C N, McCash E M. Fundamentals of molecular spectroscopy. 4th edn. Tata
McGraw-Hill Publishing Company Ltd, New Delhi, pag. 308; 2000.
Barnard G P. Microdose paradox-a new concept. J Am Inst Hom 58: 205-212; 1965.
Barnes P J. Neural mechanisms in inflammatory airways disease. In: Text Book of
linmunopharmacology. M M Dale, J C Foreman, T-P D Fan (Eds). 3rd edn. Blackwell
Scientific Publications, Oxford, pag. 252-259; 1994.
Baslow M H. Evidence supporting a role for N-acetyl-L-aspartate as a molecular water
pump in myelinated neurons in the central nervous system, an analytical review. Neurochem Int 40: 295-300; 2002.
Bastide M, Boudard F. High dilitions as a tool for immunomodutation. In: High dilution effects on cells and integrated systems. C Taddei-Ferretti, P Marotta. (Eds). World Scientific, Singapore, pag. 165-175; 1998.
Beitz F, Schultz J E. The mammalian aquaporin water channel family: a promising new drug
target. Curr Med Chem 6: 457-467; 1999.
Bell J R. Translating complexity science into empirical tests for homeopathy. In: Improving
the success of homeopathy 4: Bridging the credibility gap. International Conference 3-4

154

BIBLIOGRAFIA

April 2003, London. The Royal London Homeopathic Hospital, University College
London Hospitals, pag. 9-15; 2003.
Bellavite P, Andrioli G, Lussignoli S, Bertani S, Conforti A. [Homeopathy in the perspective of scientific research] (in italiano). Ann 1st Super Sanit 35: 517-527; 1999.
Bellavite P, Signorini A. The emerging science of Homeopathy: complexity, biodynamics,
and nano-pharmacology. 2nd ed. North Atlantic Books, Berkeley (CA); 2002.
Bellavite P. Complexity science and homeopathy: a synthetic overview. Homeopathy 92:
203-2 12; 2003.
Belon P, Cumps J, Ennis M, Mannaioni P F, Sainte-Landy J, Roberfroid M, Weigan F A C.
Inhibition of human basophil degranulation by successive histamine dilutions. Results of
a European multi-centre trial. Inflammation Research 48: 17-18; 1999.
Bellows H P. The Test Drug Proving of the O O & L Society: A Reproving of Belladonna.
The American Homeopathic Ophthalmological, Otological and Laryngological Society,
Washington, DC, 1906. Br Hom J 76: 148-149; 1987.
Bernfield P. In: Methods in Enzymology. S Colowick and N O Kaplan (Eds). Academic
Press, New York, pag. 1-149; 1955
Betti L, Lazzarato L, Trebbi, Brizzi M, Caizoni L, Borghini F, Nani D. Effects of homeopathic arsenic on tobacco plant resistance to tobacco mosaic virus. Theoretical suggestions about system variability, based on a large experimental data set. Homeopathy 92:
195-202; 2003.
Boericke W. Pocket Manual of Homoepathic Materia Medica. Indian edn (1976). Sett Dey,
Calcutta, pag. 1042; 1927.
Boiron J, Mann M. Action dune 15ch de sulfate de cuivre sur la culture de Chlorella vulgaris. Ann Hom Franc 13: 539-549; 1971.
Boiron J, Zervouacki. Action de dilutions infintsimales darsniate de sodium sur la respiration de cleoptiles debl. Ann Hom Fr 5: 738-742; 1962.
Bonn M, Bakker H J, Kleyn A W, Santen R A Van. Dynamics of infrared photodissociation
of methanol clusters in zeolites and in solution. J Phys Chem 100: 15301-15304; 1996.
Borgnia M, Nielsen S, Engel A, Agre P. Cellular and molecular biology of the aquaporin
water channels. Annu Rev Biochem 68: 425-458; 1999.
Bornoroni C. Synergism of action between indoleacetic acid (IAA) and diluted solutions of
CaCO3 on the growth of oat coleoptiles. Berlin J Res Hom 1:275; 1992.
Bovey F A. Nuclear Magnetic Resonance Spectroscopy. Academic Press, London, pag. 369;
1969.
Bowles D. Local systemic signalling during a plant defence response. In: Perspectives in
Plant Cell Recognition. J A. Callow and J R Green (Eds). Society for Experimental Biology Seminar Series 48, Cambridge University Press, UK, pag. 132-133; 1992.
Boyd W E. The action of microdoses of Mercuric Chloride on Diastase. Br Hom J 3 1:1-28;
1941.
Boyd W E. The action of microdoses of Mercuric Chloride on Diastase. Br Hom J 32:106-1
11; 1942.
Boyd W E. An investigation regarding the action on Diastase of microdoses of Mercuric
Chloride when prepared with and without mechanical shock. Br Hom J 36: 3-33; 1946.
Boyd W E. Biochemical and biological evidence of the activity of high potencies. Br Hom J
44: 6-44; 1954.
Brizzi M, Nani D, Peruzzi M, Betti L. Statistical analysis of the effect of high dilutions of
arsenic in a large dataset from a wheat germination model. Br Hom J 89: 63-67; 2000.

BIBLIOGRAFIA

155

Bruscolini P, Buzanoc C, Pelizzola, Pretti M. Bethe approxination for a model of polymer


solution. Phys Rev E 64:050801-4; 2001.
Bruscolini P, Casetti L. Model for the hydration of non-polar compounds and polymers.
Phys Rev E 64:051805-10; 2001.
Burlakova E B. Membrane antioxidants. Mechanism of action of antioxidants in ultra-low
doses. In: High dilution effects on cells and integrated systerns. C Taddei-Ferretti and P
Marotta (Eds). World Scientific, Singapore, pag. 208-217; 1998.
Callinan P. Vibratory energy in water. A model for homeopathic action. J Com Med February: 34; 1986.
Cambar J, Delbancut A, Barrouillet M P. Effects of metal high dilutions on cells and integrated system. In: High dilution effects on cells and integrated systerns. C Taddei Ferretti and P Marotta (Eds). World Scientific, Singapore, pag. 4562; 1998
Cameron O G, Minoshima S. Regional brain activation due to pharmacologically induced
adrenergic interoceptive stimulation in humans. Psychosom Med 64:851-861; 2002.
Carbrey J M, Cormack B P, Agre P. Aquaporin in Candida: characterization of a functional
water channel protein. Yeast 18:1391-1396; 2001.
Carriere V, Bastide M. Influence of mouse age on PMA-induced chemiluminescence of peritonial cells incubated with , interferon of very low and moderate doses. Int J Immunotherap 6: 211-214; 1990.
Cazin J C, Cazin M, Gaborit J L, Chaoui A, Boiron J, Belon P, Cherruaulty, Papanayetou C.
A study of the effect of decimal and centesimal dilutions of arsenic on the retention and
mobilization of arsenic in the rat. Human Toxicol 6: 315-320; 1987.
Cheng A, Van Hoek A N, Yeager A N, Verkman A S, Mitra A K. Three dimensional organization of a human water channel. Nature 386: 627-630; 1997.
Conner S D, Schmid S L. Regulated portals of entry into the cell. Nature 422: 37-44; 2003.
Connors K A. Binding constants. The Measurement of Complex Stability. John Wiley &
Sons, New York, pag. 411; 1987.
Connolly D L, Shanahan C M, Weissberg P L. The aquaporins. A family of water channel
proteins. Int J Biochem Cell Biol 30: 169-172; 1998.
Cook T M. Homeopathic Medicine today, a modern course of study. Keats Publishing Co,
USA, pag. 227; 1988.
Cristea A. Experimental pharmacological researches concerning vegetal extracts in high dilutions. II. Belladonna, at very wide scale of dilutions, in vitro, on the isolated rat duodenum. In: High dilution effects on cells and integrated systems. C Taddei-Ferretti and P
Marotta (Eds). World Scientific, Singapore, pag. 200-207; 1998.
Cucherat M, Haugh M C, Gooch M, Boissel J P. Evidences of clinical efficacy of homeopathy: a metaanalysis of clinical trials. Eur J Clin Pharmacol 56: 27-33; 2000.
Dani V R. Organic spectroscopy. Tate McGraw-Hill Publishing Company Limited, New
Delhi, pag. 478; 1995.
Daniel M, Latha M M. Nonlinear dynamics of DNA with higher order interactions. In: Nonlinear dynamics: integrability and chaos. M Daniel, K M Tarnizhmani, R Sahadevan
(Eds). Narosa Publishing House, New Delhi, pag. 445-456; 2000.
Dantas F, Fisher P. A systematic review of homeopathogenic trials (provings) published in
the United Kingdom from 1945 to 1995. In: Homoeopathy: A critical Appraisal. E Ernst
and E G Hahn (Fda). Butterworth Heinemann, London, pag. 69-97; 1998.
Dannenberg J J. Coopertivity in hydrogen bonded aggregates. Models for crystals and peptides. J Mol Struct 6l5: 219-226; 2002.

156

BIBLIOGRAFIA

Daurat V, Dorfman P, Bastide M. Immunomodulatory activity of low doses of interferon ,


in mice. Biomed Pharmacother 42: 197-206; 1988.
Davenas E, Beauvais J, Amara J, Oberbaum M, Robinzon B, Miadorma A, Tedeschi A,
Pomeranz B, Fortner P, Belon P. SainteLaudy J, Poitevin B, Benveniste J. Human basophil degranulation triggered by very dilute antiserum against IgE. Nature 333: 816-818;
1988.
Davenas E, Poitevin B, Benveniste J. Effect on mouse peritoneal macrophages of orallyadministered very high dilutions of Silicea. Eur J Pharmacol 135: 313-319; 1987.
Day, CEI. Control of still birth in pigs using homoeopathy. Br Hom J 73: 142-143; 1984.
De Duve C. Blue printfor a cell: the nature and origin of life. Neil Patterson Publishers,
Caroline Biological Supply Company, Burlington, North Carolina, pag. 275; 1991.
Deen P M T, van Balkom B W M, Kamsteag E-J. Routing of the aquaporin-2 water cahnnel
in health and disease. Eur J Cell Biol 79: 523-530; 2000.
De Groot B L, Grubmller H. Water permeation across biological membranes: mechanism
and dynamics of aquaporin-l and GlpF. Science 294: 2353-2357; 2001.
Demangeat J L, Demangeat C, Gries P, Poitevin B, Constantinesco A. Modifications des
temps de relaxation RMN a 4MHz des protons du solvent dans les tris hautes dilutions
salines de silica/lactose. J Med Nucl Biophy 16: 135-145; 1992.
Derbyshire S W. Exploring the pain neuromatrix. Curr Rev Pain 4: 467-477; 2000.
Dong J, Mrabet O, Moze E, Li K, Neveu P J. Lateralization and catecholaminergic neuroimmunomodulation: prazosin, an alpha 1/alpha 2 - adrenergic receptor antagonist, suppresses interleukin-1 and increases interleukin-10 production induced by lipopolysaccharides. Neuroimmunomodulation 10:163-168; 2002.
Doye J P K, Wales D J. Polytetrahedral clusters. Phys Rev Lett 86:5719-5722; 2001.
Draski L J, Spuhler K P, Erwin V G, Baker R C, Dietrich R A. Selective breeding in rats differing in sensitivity to the effects of acute ethanol administration. Ethanolism: Clin Exp
Res 16: 48-54; 1992.
Dutta A C. Homeopathy in the light of modern science. Ist edn. B Jain Publishers Pvt Ltd.
New Delhi, pag. 136; 1979.
Dutta A C. Plants responses to high homoeopathic potencies in distilled water culture.
ICCHOS News Letter II 3: 2-8; 1989.
Dutta R N. Studies on the hydration of some amphiphiles. Ph. D. thesis, Visva-Bharati University, pag. 137; 1997.
Dyer J R. Application of absorption specectroscopy of organic compounds. Prentice Hall of
India Pvt Ltd, New Delhi, pag. 147; 1994.
Endo M, Jam R K, Witwer B, Brown D. Water channel (Aquaporin 1) expression and distribution in mammary carcinomas and glioblastomas. Microvascular Res 58: 89-98; 1999.
Eisenberg D, Kauzman W. The structure and properties of water. Oxford University Press,
London; 1969.
Engel A, Fujiyoshi Y, Agre P. The importance of aquaporin water channel protein structures. EMBO J 19: 800-806; 2000.
Ferley J P, Zmirou D, DAdhemer D, Balducci P. A controlled evalution of homoeopathic
preparation in the treatment of influenza-like symptoms. Br J Clin pharmacol 27: 329335; 1989.
Ferreira A L. Santos J C M, Ross M A. Effects of alcohol ingestion on adrenergic nerve endings of rat atrio-ventricular valves. Experientia 3 1: 82-83; 1975.
Fisher P. New Toxicology-lead. Br Hom J 70: 1-10; 1981.
Fisher P. Research in Homeopathy, a bibliography. 8th edn, pag. 20; 1991.

BIBLIOGRAFIA

157

Fisher P, Greenwood A, Huskissen E C, Turner P. Belon P. Effect of homoeopathic treatment of fibrositis (Primary fibromyalgia). Br Med J 299: 365-366; 1989.
Foreman J C. Mast cells and basophil leucocytes. In: Text Book of Immunopharmacology. M
M Dale, J C Foreman, T-P D Fan (Eds). 3rd edn. Blackwell Scientific Publications,
Oxford, pag. 18-34; 1994.
Freeman S, Birrell H C, DAlessio K. Erickson-Miller C, Kikly K, Camilleri P. A
Comparative study of the asparagines-linked oligosaccharides on siglec-5, siglec-7 and
siglec-8, expressed in a CHO cell line, and their contribution to ligand recognition. Eur J
Biochem 268: 1228-1237; 2001.
Ganong W F. Review of Medical Physiology. 14th edn. Prentice-Hall International Inc, London, pag. 673; 1989.
Ganong W F. Review of Medical Physiology. 19th edn. Prentice-Hall International Inc, London, pag. 851; 1999.
Gatti A M, Rivasi F. Biocompatibility of micro- and nano-particles. Part 1: In liver and kidney. Biomaterials 23: 2381-2387; 2002.
Gendron A, Teitelbaum J, Cossette C, Nuara S, Dumont M, Geadah D, Du Souich P, Kouassi E. Temporal effects of left versus right middle cerebral artery occlusion on spleen
lymphocyte subsets and mitogenic responses in Wister rats. Brain Res 955: 85-97; 2002.
Ghatak Nilmani. The cause and treatment of chronic diseases [in Bengali]. 10th edn (1967).
Dr. S M Bhattacharyya, Calcutta, pag. 334; 1927.
Ghosh S, Sinhababu S P, Sukul N C. Suppression of alpha adrenergic agonist-induced catalepsy in mice by potentized Agaricus muscarius. Br Hom J 86: 139-141; 1997.
Gibbs M E, Andrew R J, Ng K T. Hemispheric lateralization of memory stages for discriminated avoidance learning in the chick. Behav Brain Res 139: 157-165; 2003.
Goodyear K, Lewith G, Low J L. Randomised double-blind placebo-controlled trial of homeopathic proving of Belladonna 30ch. J R Soc Med 19: 579-582; 1998.
Govoni S, Trabucchi M, Cagiano R, Cuomo V. Alcohol and the brain: setting the benefit/risk balance. Alcohol 11: 241-246; 1994.
Grabowski S J. A new measure of hydrogen bonding strength - ab initio and atoms in molecules studies. Chem Phys Lett 338: 361-366; 2001.
Gregory J K, Clary D C. Structure of water clusters. The contribution of many body forces,
monomer relaxation, and vibrational zero-point energy. J Phys Chem 100: 18014-18022;
1996.
Hahnemann S. 1833. Organon of Medicine. 5th edn. Translated by R E Dudgeon (1893). Indian edn. Pratap Medical Publishers Pvt Ltd, New Delhi, pag. 224; 1994.
Hahnemann S. 1833. Organon of Medicine. 6th edn. Translated by W Boericke. B Jain Publishers, New Delhi, pag. 314; 1921.
Hahnemann S. 1828. The Chronic Diseases. Translated by L Tafel, P Dudley. B Jain Publishers, New Delhi, pag. 314; 1986.
Hammond-Kosack K E, Atkingson H J, Bowles D J. Systemic accumulation of noval proteins in the apoplast of the leaves of potato plants following root invasion by the cyst
nematode Globodera rosiochiansis. Plant Pathol 35: 495-506; 1989.
Harisch G, Kretschmer M. Smallest zinc quantities affect the histamine release from peritoneal mast cells ofthe rat. Experientia 44: 76 1-762; 1988.
Hartgraves S L, Kelly P H. Role of mesencephalic reticular formation in choliergie-induced
catalepsy and anti-cholinergic reversal of neuroleptic-induced catalepsy. Brain Res 307:
47- 54; 1984.

158

BIBLIOGRAFIA

Harvengt P, Vlerick A, Fuks B, Wattiez R, Ruysschaert J M, Homble F. Lentil seed aquaporins form a hetero-oligomer which is phosphorylated by a Mg2+-dependent and Ca2+
regulated kinase. Biochem J 352: 183-190; 2000.
Haseba T, Matsushita K, Asakura T, Kameyama K, Tamaki T, Okouchi S, Watanabe T,
Uedaira H. Diminution of biological reactivity of ethanol by changing the solution structure by weak ultrasonication. Alcoholism Clin Exp Res 17: 963-967; 1993.
Heldt H W. Plant biochemistry and molecular biology. Oxford University Press. Oxford,
pag. 522; 1997.
Henry M. Thermodynamics of hydrogen bond patterns in supramolecular assemblies of water molecules. Chem Phys Chem 3:607-6 16; 2002.
Higo J, Sasai M, Shirai H, Nakamura H, Kugimiya T. Large vortex-like structures of dipole
field in computer models of liquid water and dipole-bridge between biomolecules. Proc
Natl Acad Sci USA 98: 5961-5964; 2001.
Hohmann S, Bill R M, Kayingo G, Prior B A. Microbial MIP channels. Trends Microbiol 8:
33-38; 2000.
Hopfield J J. Transforming neural computations and representing time. Proc Natl Acad Sci
USA 93 15440-15444; 1996.
Imai H, Nakamoto H, Ishida Y, Yatnanouchi Y, Inoue T, Okada H, Suzuki H. Reninangiotensin system plays an important role in the regulation of water transport in the
peritoneum. Adv Pent Dial 17: 20-24; 2001.
Inghilleri M, Clemenzi A, Conte A, Frasca V, Manfredi M. Bilateral spike and wave discharges in a hemi-deafferanted cortex. Clin Neurophysiol 113:1970-1972; 2002.
Ishibashi K, Kuwahara M, Gu Y, Tanaka Y, Marumo F, Sasaki S. Cloning and functional
expression of a new aquaporin (AQP 9) abundantly expressed in the peripheral leukocytes permeable to water and urea, but not to glycerol. Biochem Biophys Res Com
244: 268-274; 1998.
Ishikawa Y, Skowronski M T, Inoue N, Ishida H. 1-Adrenoceptor-induced trafficking of
aquaporin-5 to the apical plasma membrane of rat parotid cells. Biochem Biophys Res
Com 265: 94-100; 1999.
Jacobs J, Moskowitz R. Homeopathy. In: Fundamentals of Complementary and Alternative
Medicine. M S Micozzi (Ed.) Churchill Livingstone Inc, New York, NY, pag. 67-78;
1996.
Johansson I, Larsson C, Ek B, Kjellbom P. The major integral proteins of spinach leaf plasma membranes are putative aquaporins and are phosphorylated in response to Ca 2+ and
apoplastic waterpotential. Plant Cell 8: 1181-1191; 1996.
Jones A M. Surprising signals in plant cells. Science 263: 183-184; 1994.
Jones RL, Jenkins M D. Plant responses to homoeopathic remedies. Br Hom J 70: 120-128;
1981.
Jones RL, Jenkins M D. Comparison of wheat and yeast as in vitro models for investigating
homoeopathic medicines. Br Hom J 72: 143-147. 1983.
Jung J, Preston G M, Smith B, Guggino W, Agre P. Molecular structure of the water channel through aquaporin CHIP. The hourglass model. J Biol Chem 269: 14648-14654;
1994.
Jung J, Bhat R V, Preston G M, Guggino W B, Baraban J M, Agre P. Molecular chracterization of an aquaporin cDNA from brain: candidate osmoreceptor and regulator of water
balance. Proc Natl Acad Sci USA 91: 13052-13056; 1994.

BIBLIOGRAFIA

159

Kabuto S, Ogawa T, Muramoto K, Oosthuizen V. Naude R J. The amino acid sequence of


pancreatic -amy1ase from the ostrich, Struthio camelus. Comp Biochem Physiol Part B
127: 481-490; 2000.
Karisson M, Johansson I, Bush M, McCann M C, Maurel C, Larsson C, Kjellbom P. An
abundant TIP expressed in mature highly vacuolated cells. Plant J 21: 83-90; 2000.
Kent J T. 1877. Repertory of the Homeopathic Materia Medica. Indian edn, Sett Dey.
Calcutta, pag. 1455; 1961.
Kent J T. 1911. Homoeopathic Materia Medica. Indian edn, Sett Dey. Calcutta, pag. 973.
1962.
Khanna K, Chandra S. Control of guava fruit rot caused by Pestaolotia psidii with
homeopathic drugs. Plant Dis Rep 61: 362; 1977.
Khanna K, Chandra S. A homeopathic drug controls mango fruit rot caused by Pestaolotia
mangiferae. Experientia 34: 1167-1168; 1978.
King L S, Yasui M, Agre P. Aquaporins in health and disease. Mo1 Med Today 6: 60-65;
2000.
Kleijnen J, Knipschild P, Riet G ter. Clinical trials of homoeopathy. Br Med J 302: 316-323;
1991.
Klemm W R. Experimental catalepsy: influences of cholinergic transmission in restraintinduced catalepsy. Experientia 39: 228-230; 1983.
Klemm W R. Experimental catalepsy is both enhanced and disrupted by apomorphine. Psychopharmacology 87: 12-15; 1985.
Kobayashi H, Minami S-i, Itoh S, Shiraishi S, Yokoo H, Yanagita T, Uezono Y, Mohri M,
Wada A. Aquaporin subtypes in rat cerebral microvessels. Neurosci Lett 297: 163-166;
2001.
Koliosko L. Physiologischer Nachweis der Wirksamkeit Kleinster Entitaten bei sieben Metallen. Goetheanum Verlag, Dornach. Schweiz; 1926.
Kong Y, Ma J. Dynamic mechanisms of the membrane water channel aquaporin-1 (AQP1).
Proc Natl Acad Sci USA 98: 14345-14349; 2001.
Konig J R F, Klippel R A. The Rat Brain. A stereotaxic Atlas ofthe Forebrain and Lower
Parts of the Brain Stem. Williams and Wilikins, Baltimore, M D; 1963.
Kramer K L, Bamette J E, Yost H J. PKC gamma regulates syndecan-2 inside-out signaling
during Xenopus left-right development. Cell 111:981-990; 2002.
Krane C M, Fortner C N, Hand A R, McGraw D W, Lorenz J N, Wert S F, Townee J E, Paul
R J, Whitsett J A, Menon A G. Aquaporins-deficient mouse lungs are hyperresponsive
to cholinergic stimulation. Proc Natl Acad Sci USA 98: 141 14-14119; 2001.
Krause H D. Die Behandlung von Wurminfektionen mit Abrotanum [Treatment of helminth
infections with Abrotanum]. Biologische Tiermedizin 10: 13-19; 1993.
Kretschmer M, Harisch G. Homeopathy research with biomedical methods. Berlin J Res
Hom 1: 69-76; 1990.
Kuprin S, Graslund A, Ehrenberg A, Koch M H J. Nonideality of water-hexafluoropropanol
mixtures as studied by x-ray small angle scattering. Biochem Biophys Res Com 217: 1
151- 1156; 1995.
Kuwahara M, Gu Y, Ishibasbi K, Marumo F, Sasahi S. Mercury sensitive residues and pore
site in AQP3 water channel. Biochemistry 36: 13973-13978; 1997.
Kwon L H, Hager H, Nejsum L N, Andersen M L E, Frokiaer J, Nielsen S. Physiology and
pathophysiology of renal aquaporins. Seminars in Nephrology 21: 23 1238; 2001.
Laasonen K, Klein M L. Structural study of (H2O)20 and (H2O)21 H+ using density functional
methods. J Phys Chem 98: 10079-10083; 1994.

160

BIBLIOGRAFIA

Ladanyi B M, Skaf M S. Computer simulation of hydrogen-bonding liquids. Annu Rev phys


Chem 44: 335-368; 1993.
Lahdensuo A, Alanko K. The efficiency, as modified by the circadian rhythm of salbutamol
administered by different routes. Scand J Respir Dis 57:231-238; 1976.
Laiz V, Tacnet E, Ripoche P. Hohmann S. Polymorphism of Saccharomyces cerevisiae aquaporins. Yeast 16: 897-903; 2000.
Lattanzi V, Scardapane R, Santoro G, Mongelli S, Glorgino R. [Chronobiological aspects of
TSH secretion in control subjects and in subjects with primary hypothyroidism]. In Italian language. Boll Soc Ital Biol Sper 55:2358-2364; 1979.
Leary B. Cholera 1854: update. Br Hom J 83: 117-121; 1994.
Libert C. Inflammation: a nervous connection. Nature 421:328-329; 2003.
Linde K, Clausius N, Ramirez G, Melchart D, Eitel F, Hedges L V, Jonas W B. Are the clinical effects of homeopathy placebo effects? A metaanalysis of placebo-controlled trials.
Lancet 350: 834-843; 1997.
Linnaeus C. Species Plantarum. 2 vols. Stockhom, 1753.
LO S-Y Anomalous state ofice. Mod Phys Lett B 10:909-919; 1996.
Ma T, Verkman A S. Aquaporin water channels in gastrointestinal physiology. J Physiol
517: 317- 326; 1999.
Ma T, Song Y, Gillespie A, Carlson E J, Epstein C J, Verkman A S. Defective secretion of
saliva in transgenic mice lacking aquaporin-5 water channels. J Biol Chem 274: 2007120074; 1999.
Maia I G, Seixas T N, Costa A M, Peres A K, Magalhaes Junior A, Sa R, Alves P A, [Efficiency of sotalol I idiopathic ventricular arrhythmia originating in the right ventricular
outflow tract] (in portoghese). Arq Bras Cardiol 63:59-63.
Marinelli R A, Tietz P S, Pham L D, Rueckert L, Agre P, LaRusso N F. Secretin induces the
apical insertion of aquaporin-l water channels in cholangiocytes. Am J Physiol. 276:
G280-G286; 1999.
Marinov V S, Nickolov Z S, Matsuura H. Raman spectroscopic study of water structure in
aqueous nicotinic surfactant solutions. J Phys Chem B 150: 9953-9959; 2001.
Melzack R. Pain: past, present and future. Can J Exp Psychol 47: 6 15-629; 1993.
Melzack R. Pain: an overview. Acta Anaesthesiologica Scandinavica 43: 880; 1999.
Meyrand P, Simmers J, Moulins M. Construction of a pattern-generating circuit with neurons of different networks. Nature 351: 60-63; 1991.
Milgrom L R. King K R, Lee J, Pinkus A S. On the investigation of homeopathic potencies
using low resolution NMR T2 relaxation times: An experimental and critical survey of
the work of Roland Conte et al. Br Hom J 90: 5-13; 2001.
Mizuno K, Mabuchi K, Miyagawa T, Matsuda Y, Kita S, Kaida M, Shindo Y. IR study of
hydrogen bonds in halogeno-alcohol-water mixtures. J Phys Chem A 101: 1366-1369;
1997.
Morillon R, Catterou M, Sangwan R S, Sangwan B S, Lassalles J-P. Brassinolide may control aquaporin activities in Arabidopsis thalina. Planta 212: 199-204; 2001
Muller A, Saenger W. Studies on the inhibitory action of Mercury upon proteinase K. J Biol
Chem 268: 26l50-26l54; 1993.
Murata K, Mitsuoka K, Hirai T, WaIz T, Agre P. Heymann J B, Engel A, Fujiyoshi Y. Stuctural determinants ofwater permeation through aquaporin-l Nature 407: 599-605; 2000.
Narten A H, Danford M D, Levy H A. X-ray diffraction study of liquid water in the temperature range 4-200C. Faraday Discuss 43:97-107; 1967.
Nash E B. Leaders in homoeopathic therapeutics. pag. 493; 1913.

BIBLIOGRAFIA

161

Nejsum L N, Kwon T-H, Marples D, Flyvbjerg A. Knepper M A, Frokiaer J, Nielsen S.


Compensatory increase in AQP2, p-AQP2, and AQP3 expression in rats with diabetes
mellitus. Am J Fhysiol Renal Physiol 180: F715-F726; 2001.
Nelson D L, Cox M M. Lehninger Principles of Biochemistiy. 3rd edn, Macmillon Worth
Publishers, USA, pag. 1152; 2000.
Nico B, Frigeri A, Nicchia G P, Quondamatteo F, Herken R, Errede M, Ribbatti D, Sveto M,
Roncali L. Role of aquaporin-4 water channel in the development and intergrity of the
blood-brain barrier. J Cell Sci 114: 1297-1307; 2001
Nielsen S, Chou C L, Marpels D, Christensen E I, Kishore B K, Knepper M A. Vassopressin
increases water permeability of kidney collecting duct by inducing translocation of aquaporin-CD water channels to plasma membrane. Proc Natl Acad Sci USA 92: 10131017; 1995.
Nielsen S, Nagelhus E A, Amiry-Moghaddam M, Bourque C, Agre P. Specialized membrane domains for water transport in glial cells: high resolution imunogold cytochemistry of aquaporin-4 in rat brain. J Neurosci 17:171-180; 1997.
Oberbaum M, Weismann Z, Bentwich Z. Healing chronic ear wounds in a murine model using Silicea (SiO2) as a homeopathic remedy. In: High diution effects on cells and integrated systems. C Taddei Ferretti and P Marotta (Eds). World Scientific, Singapore, pag.
176-183; 1998.
Ogallo J L, McClure M A. Induced resistance to Meloidogyne hapla by other Meloidogyne
species on tomato and pyrethrum plants. J Nematol 27:441-447; 1995.
Ogallo J L, McClure M A. Systemic acquired resistance and susceptibility to root-knot nematodes in tomato. Phytopathology 86: 498-501; 1996.
Ottesen E A. The clinical spectrum of lymphatic filariasis and its immunological determinants. WHO/FIL/80: 160-168; 1980.
Paterson J. Report on mustard gas experiments. J Am Inst Hom 37: 47-50, 88-92; 1994.
Paul A, Sinhababu S P, Sukul N C, Kurzina N P, Batuev A S. Effect of a potentized homeopathic drug, Nux vomica on alcoholic rats and their hypothalamic neurons. Proc Zool
Soc, Calcutta 45 ( Suppl A): 31 1-3 14; 1992.
Peoples R W, Li C, Weight F. Lipid vs protein theories on alcohol action in the nervous system. Annu Rev Pharmacol Toxicol 36: 185-201; 1996.
Poitevin B, Devenas E, Benveniste J. In vitro immunological degranulation of human basophils is modulated by lung histamine and Apis mellifica. Br J Clin Pharmacol 25: 439444; 1988.
Pongratz W, Endler P C. Reappraisal of a classical botanical experiment in ultra high dilution research. Energetic coupling in a wheat model. In: Ultra high dilution physiology
and physics. P C Endler and J Schulte (Eds). Kluwer Academic Publisher, London, pag.
19-26; 1994.
Pongratz W, Nograsek A, Endler P C. Highly diluted agitated silver nitrate and wheat seeding development. Effect kinetics of a process of successive agitation phases. In: High dilution effects on cells and integrated systems. C Taddei Ferretti and P Marotta (Eds).
World Scientific, Singapore, pag. 224-235; 1998.
Quera Salva M A, Lainey E, Leger D, Santos C, Billiard M. [Delayed wakefulness-sleep
rhythm syndrome and melatonin. Synthesis of existing studies]. In French. Rev Neurol
(Paris) 157: S126-129; 2001.
Quian M, Haser R, Payan F. Structure and molecular model refinement of pig pancreatic amylase at 2.1 resolution. J Mol Biol 231: 785-799; 1993.

162

BIBLIOGRAFIA

Reeve B, Dingwall B, Darlington C L, Scoft S J, Sanson A J, Smith P F. Simple device for


quantifying drug effects on the righing reflex. Pharmacol Biochem Behav 42:183-185;
1992.
Reilly D T, McSharry C, Taylor M A, Aitchison T. Is Homoeopathy a placebo response?
Controlled trial of homoeopathic potency, with pollen in hayfever as model. Lancet 2:
881-886; 1986.
Rey L. Thermoluminescence of ultra-high dilutions of lithium chloride and sodium chloride.
Physica A 323:67-74; 2003.
Righetti M. Characteristics and selected results of research on homoeopathy. In: Ultra High
Dilution Physiology and Physics. P C Endler and J Schulte (Eds). Kluwer Academic
Publisher, London, pag. 223-227; 1994.
Riley D, Fischer M, Singh B, Haidvogl M, Heger M. Homeopathy and conventional medicine: an outcomes study comparing effectiveness in a primary care setting. J Alt Comp
Med 7: 149- 159; 2001.
Rodgers M T, Armentrout P B. Collision induced dissociation measurements on Li +-OH2
bond energy. J Phys Chem 101: 1238-1249; 1997.
Rodriguez M C, Froger A, Rolland T-P, Thomas D, Agero J, Delamarche C, Garcia-Lobo J
M. A functional water channel protein in the pathogenic bacterium Brucella abortus.
Microbiology 146: 3251-3257; 2000.
Roitt I, Brostoff J, Male D. Immunology. 3rd edn. Mosby Year Book Europe Ltd, London;
1993.
Royal F Fuller. Proving homoeopathic medicines. Br Hom J 80: 122-124; 1991.
Rubik B. Report on the status of research on homeopathy with recommendations for future
research. Br Hom J 78: 86-96; 1989.
Saiz L, Padr J A, Guardia E. Structure and dyanmics of liquid ethanol. J Phys Chem B 101:
78-86; l997.
Sanberg P R. Haloperidol-induced catalepsy is mediated by post-synaptic dopamine receptors. Nature 284: 472-473; 1980.
Sanders J K M, Hunter B K. Modern NMR spectroscopy: a guide for Chemists. 2nd edn.
Oxford University Press, New York, pag. 314; 1993.
Schallert T, Fleming S M, Woodlee M T. Should the injured and intact hemispheres be
treated differently during the early phases of physical restorative therapy in experimental
stroke or parkinsonism? Phys Med Rehabil 14: S27-46; 2003.
Schrier R W, Cadnapaphornchai M A, Umenishi F. Water-losing and water-retaining states:
role of water channels and vasopressin receptor antagonists. Heart Disease 3: 210-2 14;
2001.
Schwartz G E R, Russek L O S, Bell I R, Riley D. Plausibility of homeopathy and conventional chemical therapy: The systemic memory resonance hypothesis. Medical Hypotheses 54: 634-637; 2000.
Sen K, Dasgupta M K. Antihelminthic homeopathic drugs. Indian J Nematol 15: 100-102;
1985.
Sevar R. Audit of outcome in 829 consecutive patients treated with homeopathic medicines.
Br Hom J 89: 178-187; 2000.
Sharma R R. Molecular Homeopathy. Cosmo Publications, New Delhi; 1984.
Sharma R R. Homeopathy today: a scientific appraisal. Br Hom J 75: 231-237; 1986.
Sharma V K, Chandrashekaran M K, Singaravel M, Subbaraj R. In the field mouse Mus
booduga melatonin phase response curves (PRCs) have a different time course and wave
form relative to light PRC. J Pineal Res 26: 153-157; 1999.

BIBLIOGRAFIA

163

Shepperd J. Chaos theory: implications for homeopathy. J Am Inst Hom 87: 22; 1994.
Siefritz F, Tyree MT, Lovisolo C, Schubert A, Kaldenhoff R. PIP1 plasma membrane aquaporins in tobacco: from cellular effects to function in plants. Plant Cell 14: 869-876;
2002.
Silverstein R M, Bassler G C, Morrill T C. Spectroscopic identification of organic compounds. 4th edn. John Wiley & Sons, New York, pag. 308; 1981.
Singh L M, Gupta G. Antiviral efficacy of Homeopathic drugs against animal viruses. Br
Hom J 74: 168-174; 1985.
Singh P R, Dikshit S K. Molecular spectroscopy: principles and Chemical applications. S
Chand and Co. Ltd, New Delhi, pag. 125; 1995.
Sinhababu S P, Paul A, Sukul N C, Kurzina N, Batuev A S. Hypothalamic neuronal responses of albino rats on salty diet to high dilution of sodium chloride and Phosphorus.
In: High dilution effects on cells and integrated systems. C Taddei-Ferretti and P Marotta (Fda). World Scientific, Singapore, pag. 263-266; 1998.
Skaf M S, Ladanyi B M. Molecular dynamics simulation of the wave vector-dependent static dielectric properties of methanol-water mixtures. J Chem Phys 102: 6542-6551; 1995.
Skaf M S, Ladanyi B M. Molecular dynamics simulation of solvation dynamics in methanol-water mixtures. J Phys Chem 100: 18258-18268; 1996.
Smith B L, Agre P. Erythrocyte Mt 28,000 transmembrane protein exists as a multisubunit
oligomer similar to channel proteins. J Biol Chem 266: 6407-6415; 1991.
Smith R, Boericke G W. Modern instrumentation for the evaluation of homeopathic drug
structure. J Am Inst Hom 59: 263-280; 1966.
Smith R, Boericke G W. Changes caused by succussion on NMR patterns and bioassay of
bradykinin triacetate succussions and dilutions. J Am Inst Hom 61: 2197-2212; 1968.
Smythies J. The functional neuroanatomy of awareness: with a focus on the role of various
anatomical systems in the control of intermodal attention. Consciousness and Cognition
6: 455-481; 1997.
Sobott F, Wattenberg A, Barth H D, Brutschy B. Ionic clathrates from aqueous solutions detected with laser induced liquid beam ionization/desorption mass spectrometry. Int J
Mass Spectr 185-7: 271-279; 1999.
Spalletta O, Guida O, Caltagirone C. Is left stroke a risk-factor for selective serotonin
reuptake inhibitor antidepressant treatment resistance? J Neurol 250: 449-455; 2003.
Steeb W-H, Louw J A. Chaos and quantum chaos. World Scientific, Singapore, pag. 146;
1986.
Steinfeld S, Cogan E, King L S, Agre P, Kiss R, Delporte C. Abnormal distribution of aquaporin-5 water channel protein in salivary glands from Sjrgrens syndrome patients. Lab
Invest 81: 143-148; 2001.
Sukul N C. Increase in serotonin and dopamine metabolites in mouse hypothalamus following oral administration of Agaricus muscarius 12, a homoeopathic drug. Sci cult 56:
134-137; 1990.
Sukul N C. Anticataleptic effect of Agaricus muscarius at ultra high dilutions. Indian J
Physiol Allied Sci 49: 52-58; 1995.
Sukul N C. High dilution pharmacology and Homoeopathy. Santiniketan, West Bengal, India, pag. 109; 1997.
Sukul N C. Management of nematode pests by plant and animal products at low doses. In:
Frontiers of plant protection Vol II. M K Dasgupta and A R Dutta (Eds). Visva-Bharati,
Santiniketan, WB, pag. 21-31; 1999.

164

BIBLIOGRAFIA

Sukul N C, Sukul A. Potentized Cina reduces root-knot disease of cowpeas. Environ Ecol
17: 269- 273; 1999.
Sukul N C, Bala S K, Bhattacharyya B. Prolonged cataleptogenic effects of potentized homeopathic drugs. Psychoparmacology 89: 338-339; 1986.
Sukul N C, Cherian L, Klemm W R. Alpha noradrenergic agonists promote catalepsy in the
mouse. Pharmacol Biochem Behav 31: 87-91; 1988.
Sukul N C, Batuev A S, Sabanov V, Kourzina N P. Neuronal activity in the lateral hypothalamus of the cat and the medial frontal cortex of the rat in response to homeopathic
drugs. Indian Biologist 23: 17-21; 1991.
Sukul N C, Paul A, Sinhababu S P. Hypothalamic neuronal responses of rats to homeopathic
drugs. Omeomed Abstract Book. First International Congress: The Homoeopathic Medicine in Europe 1993. Physicochemical-Biological and Clinical Research. University of
Urbino (PS) Italy, Sept 24-27, pag. 9-10; 1992.
Sukul N C, Ghosh S, Sinhababu S P. Dose-dependent suppression of haloperidol-induced
catalepsy by potentized Agaricus muscarius. Br Hom J 85: 140-144; 1996.
Sukul N C, Dutta (Nag) R, Sukul A, Sinhababu S P. Hydrated ethanol, the effective medium
for a homoeopathic potency as tested by a new toad model. Indian J Landscape System
Eco Stud 20: 153-160; 1997.
Sukul N C, Ghosh S, Sinhababu S P. High dilution effects of Strychnos nux-vomica L on
hypothalamic neurons and adrenergic nerve endings of alcoholic rats. In: High dilution
effects on cells and integrated systems. C Taddei-Ferretti and P Marotta (Eds). World
Scientific, Singapore, pag. 218-223; 1998.
Sukul A, Sinhababu S P, Sukul N C. Reduction of alcohol induced sleep time in albino mice
by potentized Nux vomica prepared with 90% ethanol. Br Hom J 88: 58-61; 1999a.
Sukul N C, Sarkar P, Sukul A, Sinhababu S P. Antifilarial effect of Artemisia nilagirica extract and its ultra high dilutions against canine dirofilariasis. Jpn J Trop Med Hyg 27:
477-481; 1999b.
Sukul N C, Ghosh S, Sinhababu S P, Sukul A. Effect of Nux vomica mother tincture, strychnine and Nux vomica 30C on the alcohol addiction of albino rats. Br Hom J 89 Suppl 1:
51; 2000a.
Sukul N C, Taddei-Ferretti C, Sinhababu S P, De A, Nandi B, Sukul A, Dutta-Nag R. An
animal model as a bioassay of the pharmacological control of the toxic effects of alcoholism. Proceedings: Teaching Medicine. The University Programme for the future
medical doctor: the homeopath. IV Session, Sorrento, Italy, 24-27 Feb 2000, pag. 1-4;
2000b.
Sukul N C, Taddei-Ferretti C, Sinhababu S P, De A, Nandi B, Sukul A, Dutta (Nag) R. Potentized Nux vomica counters ethanol induced loss of righting reflex in toads. Environ
Ecol 18: 972-975; 2000c.
Sukul N C, De A, Dutta (Nag) R, Sukul A, Sinhababu S P. Nux vomica 30 prepared with
and without succussion shows anti-alcoholic effect on toads and distinctive molecular
association. Br Hom J 90: 79-85; 2001.
Sukul N C, Ghosh S, Sinhababu S P, Sukul A. Strychnos nux-vomica extract and its ultra
high dilution reduce voluntary ethanol intake in rats. J Alt Comp Med 7: 187-193; 2001.
Sukul N C, De A, Sukul A, Sinhababu S P. Potentized Mercuric chloride and Mercuric iodide enhance -amylase activity in virto. Homeopathy 91: 217-220; 2002.
Sukul N C, De A, Sinhababu S P, Sukul A. Potentized Mercuric chloride and Nux vomica
facilitate water permeability in erythrocytes of a freshwater catfish Clarius batrachus
under acute ethanol intoxication. J A1t Comp Med 9:719-725; 2003.

BIBLIOGRAFIA

165

Sukul N C, Klemm W R. Influence of dopamine agonist and an opiate antagonist on Agaricus induced catalepsy, as tested by a new method. Arch fat Pharmacodyn 295: 40-51;
1988.
Taddei-Ferretti C, Cotugno A. Effects ofhighly diluted drugs on the prevention and control
of mice teratogenicity. In: High dilution effects on cells and integrated systems. C
Taddei-Ferretti and P Marotta (Eds). World Scientific, Singapore, pag. 241-250; 1998.
Tajkhorshid E, Nollert P, Jensen M O, Miercke L J W, OConnell J, Stroud R M, Schulten
K. Control of the selectivity of the aquaporin water channel family by global orientational tuning. Science 296: 525-530; 2002.
Terashima I, Ono K. Effects of HgCl2 on CO2 dependence of leaf photosynthesis: evidence
indicating involvement of aquaporins in CO2 diffusion across the plasma membrane.
Plant Cell Physiol 43: 70-78; 2002.
Thangavel P, Murali K, Lakshmanan M. Dynamics of certain Chaotic delayed cellular neural networks. In: Nonlinear dynamics: Integrability and chaos. M Daniel, KM Tamizhmani, R Sahadevan (Eds). Narosa Publishing House, New Delhi, pag. 227-286; 2000.
Tikhonov V I, Volkov A A. Separation of water into its ortho and para isomers. Science
296: 2363; 2002.
Torres J L. Enhanced susceptibility in homeopathic experiments. In: Improving the success
of Homeopathy 4: Bridging the credibility gap. International conference 3-4 April 2003,
London. The Royal London Homeopathic Hospital, University College London Hospitals, pag. 16-20; 2003.
Tuckerman M, Laasonen K, Sprik M, Parrinello M. Ab initio molecular dynamics simulation
of the solvation and transport of H3O and OW ions in water. J Phys Chem 99: 57495752; 1995.
Uedaira Hi, Uedaira Ha. Role of hydration of polyhydroxy compounds in biological systems. Cell Mol Biol 47:823-829; 2001.
Van Oss C J, Giese R F, Docoslis A. Water treated as the continuous liquid in and around
cells. Cell Mol Biol 47: 721-733; 2001.
Van Wijk R, Wiegant F A C. Stimulation of self-recovery by the application of low doses.
Studies with cells. In: High dilution effects on cells and integrated systems. C TaddeiFerretti and P Marotta (Eds). World Scientific. London, pag. 76-87; 1998.
Van Wijk R, Wiegant, F A C. Stimulation of cellular self-recovery by application of the similia principle. In: High dilution effects on cells and integrated systems. C TaddeiFerrelli and P Marotta (Eds) World Scientific, Singapore, pag. 145-153; 1998.
Vemulapalli G K. Physical Chemisty. Prentice Hall of India Pte Ltd. New Delhi, pag. 991;
1997.
Venero J L, Vizuete M L, Ilundain A A, Machado A, Echevarria M, Cano J. Detailed localization of aquaporin-4 messenger RNA in the CNS: preferential expression in
periventricular organs. Neuroscience 94: 239-250; 1999.
Walach H. The pillar of homeopathy. Homeopathic drug provings in a scientific framework.
Br Hom J 86: 219-224; 1997.
Walz T, Hirai J, Murata J, Heymann B, Fuyiyoshi K, Fuyiyoshi Y, Smith B L, Agre P, Engel A. The three dimensional structure of aquaporin-1. Nature 387: 624-627; 1997.
Wang H M, Ochani M, Amelia C A, Tanovic M, Susaria S, Li J H, Wang H, Yang H, Uiloa
L, Al-Abed Y, Czura C J, Tracey K J. Nicotinic acetylcholine receptor 7 subunit is an
essential regulator of infiammation. Nature 421:384-388; 2003.

166

BIBLIOGRAFIA

Watanabe H, Iwata S. Molecular orbital studies of the structures and reactions of a singly
charged calcium ions with water clusters, Ca+ (H2O)n. J Phys Chem A 101: 487-496;
1997.
Webster Jr L T. Drugs used in the chemotherapy of helminthiasis. In: Goodman & Gilmans
the pharmacological basis of therapeutics. Vol. 2. A G Gihnan, T W Rail, A S Nies, P
Taylor (Eds). Pergamon Press, Oxford, pag. 959-977; 1991.
Wei S, Shi Z, Castleman A W. Mixed cluster ions as a structure probe: experimental evidence for clathrate structure of (H2 O)20 H+. J Chem Phys 94: 3268-3273; 1991.
Wen H, Nageihus E A, Amiry-Moghaddam M, Agre P, Ottersen O P, Nielsen S. Ontogeny
of water transport in rat brain: post-natal expression of the aquaporin-4 water channel.
Eur J Neurosci 11: 935-945; 1999.
Wetterberg L, Nybom R, Bratlid T, Fladby T, Olsson B, Wigzell H. Micrometer-sized particles in erebraspinal fluid (CSF) in patients with schizophrania. Neurosci Lett 329:91-95;
2002.
Wobus U, Weber H. Sugars as signal molecules in plant seed development. Biol Chem 380:
937- 944; 1999.
Woutersen S, Bakker H J. Resonant intermolecular transfer of vibrational energy in liquid
water. Nature 402:507-509; 1999.
Wood D A, Cowen K I, Plastridge B, Coe J V. Collisional activation dynamics of OH (H2O)n cluster ions: comparison to H3O+ (H2O)n. J Phys Chem 98: 13138-13143; 1994.
Yamada T. 1H-NMR studies of the intracellular water of skeletal muscle fibres under various physiological conditions. Cell Mol Biol 47:925-933; 2001.
Zarrindast M R, Habibi-Moini S. Blockade of both D1 and D2 dopamine receptors may induce catalepsy in mice. Gen Pharmacol 22: 1023-1026; 1991.
Zavitsas A A. Properties of water solutions of electrolytes and nonelectrolytes. J Phys Chem
B 105: 7805-78 17; 2001.
Zelenina M, Zelenin S, Bondar A A, Brismar H, Aperia A. Water permelability of aquaporin-4 is decreased by protein Kinase C and dopamine. Am J Physiol Renal Physiol
283: F309-318; 2002.
Zimdars D, Eisenthal K B. Static and dynamic solvation of the air/water interface. J Phys
Chem B 105: 3993-4002; 2001.

Indice generale

ALTRI LIBRI DELLA STESSA EDITRICE

Psicologia Omeopatica: Profili della personalit dei maggiori rimedi costituzionali


di Bailey Philip M. - 17 x 24 - 490 pagg. - 2001

Repertorio Clinico dei principali nuclei dei rimedi omeopatici


di Boger C. M. - 13 x 20 - 64 pagg. - 2003

Omeopatia nella Teoria e nella Pratica - 1 vol.


di Borland Douglas M. - 15 x 21 - 48 pagg. - 2000

Il Trattamento omeopatico di alcune comuni Emergenze Mediche e di alcune Patologie


Cardiache - 2 vol.
di Borland Douglas M. - 15 x 21 - 136 pagg. - 2000

Il Trattamento omeopatico di Influenza e Polmonite - 3 vol.


di Borland Douglas M. - 15 x 21 - 214 pagg. - 2000

Omeopatia per la Madre e per il Neonato - 4 vol.


di Borland Douglas M. - 15 x 21 - 64 pagg. - 2000

Tipologie Pediatriche Omeopatiche - 5 vol.

di Borland Douglas M. - 15 x 21 - 130 pagg. - 2000 (2a ed.)

Rimedi Omeopatici Gastrointestinali - 6 vol.


di Borland Douglas M. - 15 x 21 - 274 pagg. - 2003

Il Denaro nella Materia Medica Omeopatica, con lanalisi del nucleo mentale di 180
rimedi - 1 vol.
di Bronfman Zalman J. - 15 x 21 - 336 pagg. - 2003

Illusioni, sogni e deliri in omeopatia - 2 vol.


di Bronfman Zalman J. - 15 x 21 - 214 pagg. - 2003

Dialoghi con un Omeopata - 3 vol.


di Bronfman Zalman J. - 15 x 21 - 152 pagg. - 2004

Guida per i genitori - 4 vol.


di Bronfman Zalman J. - 15 x 21 - 352 pagg. - 2005

Decacordi e Pentacordi: elementi essenziali di 120 rimedi della Materia Medica


Omeopatica
di Clarke Gladstone A. - 13 x 20 - 174 pagg. - 2004

Il Genio dellOmeopatia: Lezioni e saggi di Filosofia Omeopatica


di Close Stuart - 15 x 21 - 288 pagg. - 2003

Vipera: Un esempio di come la metodologia unicista del Dr. Masi ci permette di aumentare la conoscenza dei rimedi e di allargare le nostre prescrizioni omeopatiche
di Fayeton Marie-Luc- 15 x 21 - 80 pagg. - 2001 (disponibile anche in francese)

Studio di Materia Medica Omeopatica: con estrazione repertoriale dei sintomi e analisi

ALTRI LIBRI DELLA STESSA EDITRICE

171

dei sintomi mentali


di Gasparini Lucia - 17 x 24 - 916 pagg. - 2000 - COPERTINA CARTONATA

Lesperienza la tecnica e la metodologia di studio e di cura omeopatica delle malattie


croniche di Alfonso Masi Elizalde
di Gava Roberto e Abbate Antonio - 17 x 24 - 310 pagg. - 2001

Alimentarsi meglio per vivere meglio


di Gava Roberto - 13 x 20 - 104 pagg. - 1999

Approccio Metodologico allOmeopatia

di Gava Roberto - 15 x 21 - 250 pagg. - 2003 (2a ed.)

Dobbiamo vaccinare i nostri figli?


di Gava Roberto - 15 x 21 - 264 pagg. - 2004

LUomo, la Malattia e il suo Trattamento


Vol. I: Verso un nuovo approccio terapeutico
di Gava Roberto - 17 x 24 - 303 pagg. - 1996

LUomo, la Malattia e il suo Trattamento


Vol. II - Terapie ad azione sul corpo: Igiene di Vita
Parte A: Rispetto dei ritmi biologici, Respirazione corretta, Igiene fisica, Sport non
agonistici e non pericolosi per la vita, Digiuno
di Gava Roberto - 17 x 24 - 120 pagg. - 1997

LUomo, la Malattia e il suo Trattamento


Vol. III - Terapie ad azione sul corpo: Igiene di Vita
Parte B: Nozioni generali di dietetica, Elementi nutritivi, Lavorazione degli alimenti,
Tossicologia alimentare
di Gava Roberto - 17 x 24 - 303 pagg. - 1999

LUomo, la Malattia e il suo Trattamento


Vol. IV - Terapie ad azione sul corpo: Igiene di Vita
Parte C: Caratteristiche nutrizionali degli alimenti, Consigli pratici
di Gava Roberto - 17 x 24 - 268 pagg. - 1999

Lo studio del Mentale e gli altri Sintomi Guida: Un programma per impostare una
terapia omeopatica di successo - 1 vol.
di Gunavante S. M. - 15 x 21 - 142 pagg. - 2003

Il meraviglioso potere dellOmeopatia: 200 casi clinici guariti rapidamente e dolcemente con rimedi omeopatici - 2 vol.
di Gunavante S. M. e Bhat S. - 15 x 21 - 224 pagg. - 2005

Lo Spirito della Dottrina Omeopatica della Medicina


di Hahnemann Samuel C. - 13 x 20 - 40 pagg. - 2001

Esculapio sulla Bilancia


di Hahnemann Samuel C. - 13 x 20 - 64 pagg. - 2004

La Materia Medica dei Latti: antologia di 14 rimedi omeopatici


di Homoeopathic Links - 15 x 21 - 382 pagg. - 2003

Aforismi e Massime - 1 vol.


di Kent James T. - 13 x 20 - 128 pagg. - 2001

172

ALTRI LIBRI DELLA STESSA EDITRICE

Il Grande Interrogatorio omeopatico: Cosa deve sapere il medico per poter fare una
prescrizione corretta - 2 vol.
di Kent James T. - 13 x 20 - 128 pagg. - 2003

Fondamenti di Terapia Omeopatica - 1 vol. - COPERTINA CARTONATA


di Nash Eugene B. - 17 x 24 - 640 pagg. - 2005 (3a ed.)

La testimonianza della Clinica - 2 vol.


di Nash Eugene B. - 13 x 20 - 208 pagg. - 2001

Come studiare il Paziente e trovare il simillimum - 3 vol.


di Nash Eugene B. - 13 x 20 - 32 pagg. - 2003

I sintomi guida nelle malattie respiratorie - 4 vol.


di Nash Eugene B. - 13 x 20 - 232 pagg. - 2005

I Sintomi Mentali del Repertorio Omeopatico: definizione, spiegazione e casistica clinica - COPERTINA CARTONATA
di Ortega Proceso S. e Galassi Renzo - 17 x 24 - 336 pagg. - 2005

Il Pensiero e gli appunti di pratica omeopatica di Toms Pablo Paschero


di Paschero Toms Pablo - 15 x 21 - 200 pagg. - 2003

Materia Medica e Repertorio sintetico dei medicamenti omeopatici


di Phatak S. R. - 15 x 21 - 1278 pagg. - 2005

Introduzione alla Tavola Periodica degli Elementi: Un nuovo approccio per la


comprensione del nucleo profondo dei rimedi omeopatici minerali
di Pistelli Emma - 15 x 21 - 80 pagg. - 2003

Il Metodo omeopatico e la sua applicazione nel trattamento del Paziente Psichiatrico:


Lezioni di Omeopatia Classica Pura - COPERTINA CARTONATA
di Saine Andr - 17 x 24 - 534 pagg. - 2003

Schemi diagnostico-terapeutici - vol. Base


di Sankaran Rajan - 17 x 24 - 80 pagg. - 2005

Lo Spirito dellOmeopatia - 1 vol. - COPERTINA CARTONATA


di Sankaran Rajan - 17 x 24 - 448 pagg. - 2004 (3a ed.)

La Sostanza dellOmeopatia - 2 vol.


di Sankaran Rajan - 17 x 24 - 443 pagg. - 1999

L'Anima dei Rimedi - 3 vol. - COPERTINA CARTONATA


di Sankaran Rajan - 17 x 24 - 288 pagg. - 2004 (2a ed.)

Il Sistema dellOmeopatia - 4 vol.


di Sankaran Rajan - 17 x 24 - 608 pagg. - 2002

Uno Sguardo ai rimedi omeopatici vegetali - 5 vol. - COPERTINA CARTONATA


di Sankaran Rajan - 17 x 24 - 934 pagg. - 2005

Omeopatia e Minerali - 1 vol.


di Scholten Jan - 17 x 24 - 320 pagg. - 2004

Le Dinamiche e la Metodologia della Sperimentazione Omeopatica


di Sherr Jeremy Y. - 15 x 21 - 170 pagg. - 2001

ALTRI LIBRI DELLA STESSA EDITRICE

173

Farmacologia delle Alte Diluizioni: Basi fisiche e biochimiche del medicamento omeopatico
di Sukul Nirmal C. e Sukul Anirban - 15 x 21 - 200 pagg. - 2005

Gli errori da non fare nella prescrizione omeopatica - 1 vol.


di Tyler Margaret - 13 x 20 - 32 pagg. - 2001

Quadri di Rimedi Omeopatici - 2 vol. - COPERTINA CARTONATA


di Tyler Margaret - 17 x 24 - 958 pagg. - 2001

Indicazioni cliniche dei pi comuni rimedi omeopatici - 3 vol. - COPERTINA CARTONATA


di Tyler Margaret - 17 x 24 - 400 pagg. - 2005

FINALIT DELLA CASA EDITRICE

Salus Infirmorum una Societ Editoriale senza fini di lucro costituita nel
1996, il cui obiettivo diffondere informazioni scientifiche sulle medicine naturali e in particolare sullomeopatia. Per quanto riguarda questultima,
lEditore convinto che il benessere di molte persone e il progresso futuro di
questo metodo terapeutico dipendano essenzialmente da una corretta conoscenza e pratica della vera omeopatia hahnemanniana. Cosciente che si parla
tanto di omeopatia, ma si fa ancora poco per dare una giusta informazione al
Pubblico e per mettere i medici nella condizione di impadronirsi del metodo
omeopatico corretto e integrale, lEditore ha deciso di tradurre e di pubblicare
libri, sia di tipo divulgativo che di tipo scientifico, dei principali Autori che abbiano dato un significativo contributo allo sviluppo di tale disciplina medica.
Questa Editrice per precisa scelta di indipendenza culturale non ha alcuno
Sponsor, n le sue pubblicazioni hanno conflitti di interesse di alcun genere.

Questopera un originale contributo alla letteratura sulle basi scientifiche dellomeopatia, di notevole interesse anche alla luce della crescente
diffusione di questa disciplina medica nel sistema sanitario. Il libro
unico nel suo genere, perch spazia dalla biologia molecolare alla clinica, dalla fisica atomica alla tecnica farmaceutica, senza dimenticare di
fare riferimento ai principi tradizionali e classici enunciati dai primi
Maestri omeopatici. In particolare, qui si affronta la questione pi incredibile: come possibile unazione farmacologica di soluzioni diluite
al punto da non contenere pi dosi ponderali di molecole del principio
attivo?
Il testo, dopo unampia e documentata presentazione, si svolge in
quattro capitoli:
Nel primo sono descritti i modi per preparare i rimedi omeopatici e
per conservarli.
Il secondo capitolo tratta delle evidenze cliniche ottenute a sostegno delle alte diluizioni nelluomo, unitamente ad esperimenti di
laboratorio fatti su animali, piante e tessuti o cellule.
Il terzo capitolo descrive le caratteristiche fisiche dei medicamenti
in diluizioni ultra-alte, cos come sono evidenziate mediante la risonanza magnetica nucleare e gli spettri allinfrarosso.
Nel quarto capitolo vengono discussi i possibili meccanismi
dazione delle alte diluizioni sui sistemi viventi.
Rivelare i misteri dellomeopatia, questo importante sistema terapeutico, una sfida non solo per il biologo ma anche per il fisico e per il
chimico. La ricerca scientifica sullomeopatia aprir certamente nuove
strade per il benessere dellumanit.
Gli Autori sono ricercatori e docenti dellUniversit di Visva-Bharati
(India), la traduzione e la presentazione sono del prof. Paolo Bellavite,
dellUniversit di Verona.

Euro

RRR

Potrebbero piacerti anche