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ecologia
Giorgio Nebbia
il
corpo
inorganico
dell'uomo,
precisamente la natura in quanto non essa stessa
corpo umano. Che l'uomo viva della natura vuol dire
che la natura il suo corpo, con cui deve stare in
costante rapporto per non morire. Che la vita fisica
e spirituale dell'uomo sia congiunta con la natura,
non significa altro che la natura congiunta con se
stessa, perch l'uomo una parte della natura".
E nel terzo dei manoscritti Marx continua
analizzando come la propriet privata condizioni
non solo il lavoro, ma anche i bisogni umani, ben
descritto nel terzo dei "Manoscritti" del 1844:
"Abbiamo visto quale significato abbia, facendo
l'ipotesi del socialismo, la ricchezza dei bisogni
umani, e quindi tanto un nuovo modo di produzione,
quanto anche un nuovo oggetto della produzione.
"Nell'ambito della propriet privata il significato
opposto. Ogni uomo s'ingegna di procurare all'altro
dell'uomo
sociale,
base
materiale
di
ogni
organizzazione sociale particolare ? ... La tecnologia
svela il comportamento attivo dell'uomo verso la
natura, l'immediato processo di produzione della
sua vita, e con essi anche l'immediato processo di
produzione dei suoi rapporti sociali vitali".
Nella IV sezione del I libro del "Capitale" Marx
spiega bene le conseguenze dell'esodo delle
popolazioni operaie nelle grandi citt, destinate a
rappresentare un serbatoio di mano d'opera
accessibile e sotto mano per l'impresa capitalistica.
"Il modo di produzione capitalistica porta a
compimento la rottura dell'originale vincolo di
parentela che legava agricoltura e manifatture nella
loro forma infantile e non sviluppata. Con la
proporzione sempre crescente della popolazione
urbana che la produzione capitalistica accumula nei
grandi centri essa ... turba il ricambio organico fra
uomo e terra, ossia il ritorno alla terra degli
elementi costitutivi della terra consumati dall'uomo
sotto forma di mezzi alimentari e di vestiario, turba
dunque l'eterna condizione di una durevole fertilit
del suolo. Cos distrugge insieme la salute fisica
degli operai urbani e la vita intellettuale
dell'operaio rurale ... Come nell'industria urbana,
cos nell'agricoltura moderna, l'aumento della forza
produttiva e la maggiore quantit d lavoro resa ...
vengono
pagate
con
la
devastazione
e
l'ammorbamento della stessa forza-lavoro".
sfruttato
eccessivamente. Di Liebig (citando la settima
edizione del 1862 della "Die Chemie in ihrer
Anwendung auf Agrikultur und Physiologie") parla
Marx nel 13 capitolo della IV sezione del I libro del
"Capitale", precisando che "la spiegazione del lato
negativo dell'agricoltura moderna uno dei meriti
immortali" del chimico tedesco. Pi avanti, nella
sezione 44 del terzo libro del "Capitale", Marx
scrive ancora che, "per quanto riguarda la
produttivit decrescente del terreno in successivi
investimenti di capitale si deve consultare Liebig".
Come si vede, il tanto citato e discusso libro sui
"Limiti alla crescita", con la sua analisi
dell'impoverimento delle risorse e del crescente
inquinamento come conseguenza della crescente
produzione
di
merci
e
dell'aumento
della
popolazione, non era poi una novit nel pensiero
economico e sociale.
C' una ricetta che consenta di usare le ricchezze
della natura per soddisfare bisogni umani senza
distruggerne le fonti e le radici ? Marx indica tale
ricetta nella socializzazione dei beni della natura,
un problema che affronta nella sesta sezione del III
Podolinsky
Sarebbe utile rileggere gli scritti dell'estrema
sinistra dei primi anni settanta del Novecento per
ritrovare questa posizione che del resto ben
interpretata dal celebre libro di Dario Paccino
(1918-2005), "L'imbroglio ecologico", del 1972.
Sostanzialmente la tesi era che l'ecologia era un
ennesimo imbroglio architettato dal capitale per
polarizzare l'attenzione verso la salvezza della
"natura" dimenticando che l'"animale operaio"
esposto, ben pi degli uccelli, a violenza e pericolo
di estinzione. Questa critica era in parte ingenerosa:
l'ecologia e la contestazione ecologica avrebbero
potuto offrire --- e hanno anche offerto --- l'occasione
per riconoscere che le radici della violenza contro la
infatti
figlia
dell'appropriazione privata dei beni collettivi che
sta alle basi del capitalismo e del libero mercato.
La rilettura di Marx ed Engels particolarmente
importante proprio in questo momento in cui la
favola della societ informatica, virtuale, biotronica,
dematerializzata, sta staccando le masse dalla
realt delle cose fisiche, naturali, materiali --- dalla
realt delle pietre, delle acque, delle piante e degli
altri animali, in cui anche il movimento
ambientalista e "verde" travolto dalla societ delle
immagini, si presta a fare il consulente del principe,
in cui le forze fasciste e di destra organizzano le
proprie associazioni ambientaliste e la confusione
somma sotto il cielo.
E' una vecchia favola della destra far credere che al
buio tutti i gatti siano grigi e che tutti sono amici
dell'ecologia. La salvezza va cercata riprendendo il
gusto di leggere e studiare le pagine dimenticate, a
cominciare da quelle di Marx ed Engels e Lenin, la
storia dei paesi socialisti e delle loro contraddizioni.