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Laborto oggi
dopo trentanni dallavvio
della legge 194
Gian Carlo Blangiardo
tutto procede nel migliore dei modi sia
unaffermazione ancora in grado di reggere
o, viceversa, non sia che un messaggio di
falsa propaganda al solo scopo di impedire
qualsiasi iniziativa di revisione della legge.
Pu essere utile prendere il via da un recente fatto di cronaca: la notizia di tre orsetti
uccisi in un grande parco del nostro paese.
Se vero che un segno di sensibilit e di
civilt il comune dispiacere per la sorte dei
poveri orsetti, ci si chiede tuttavia per quale
motivo tre orsi uccisi dovrebbero commuoverci pi di oltre centomila aborti lanno. E
avendo constatato che purtroppo cos
stanno le cose, non si pu che leggerle come
un amaro segnale della perdita del pi elementare senso dei valori.
La reazione indignata alluccisione degli orsi
si sviluppata mentre, in occasione dellannuale rapporto al parlamento sulla legge 194
con il suo bilancio di 130mila interruzioni
volontarie di gravidanza, si affermato pubblicamente che La legge stata e continua
ad essere non solo efficace, ma saggia e lungimirante. Profondamente rispettosa dei
principi etici della tutela della salute della
donna e della responsabilit femminile rispetto alla procreazione, dei valori sociali
della maternit e del valore della vita umana
dal suo inizio.
Queste sono le parole del ministro tratte dal
resoconto sulla applicazione della 194. I dati
che qualificano questa legge saggia e lungimirante con il pi ampio rispetto per il valore della vita, segnalano che dalla met del
Professore Ordinario,
Facolt di Scienze
Statistiche, Universit
degli Studi di Milano
Bicocca
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In fondo, si dice nelle comunicazioni ufficiali, siamo partiti nel 1978 con una crescita
rapida sino a 200mila e a circa 250mila casi
nei primi anni 80; poi la gente si data una
regolata; e alla fine siamo arrivati a malapena 150mila casi annui. Anzi, meno di
150mila, ed ormai da un po di tempo che
si va in questa direzione. Esiste un aspetto,
come dire, fisiologico del problema. Per
possiamo affermare che oggi sono solo
pochi gli aborti in Italia. Il fenomeno sotto
controllo; la popolazione sta imparando; la
contraccezione efficace funziona, e cos via.
Questo dunque il messaggio che ci danno
e che deve passare nella cultura del nostro
tempo. E per sostenere la validit della tesi
ecco il ricorso alle analisi del tasso di abortivit, ossia del rapporto
Con un tasso annuo tra il numero annuo di
come lattuale in media interruzioni di gravidanza
una donna su tre vi- e il numero di donne povrebbe, prima o poi, tenzialmente esposte a vilesperienza dellaborto vere tale esperienza. In
pratica: il numero di
volontario
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In questa logica, anche la scelta degli indicatori e i relativi confronti nel tempo e nello
spazio hanno un loro peso. C ad esempio
unaltra affermazione molto interessante che
si ricava dalla Relazione ministeriale,
quando si dice che siamo uno dei paesi con
la pi bassa abortivit. interessante perch
non affatto vera. solo il risultato di un
gioco di numeri scelti e letti a piacere. Se si
guardano realmente i dati di altre realt europee, scopriamo che siamo pi bassi rispetto ai paesi dellEst Europa (che ancora
scontano il prezzo di mezzo secolo di cultura comunista), ma se andiamo a prendere
la Svizzera, la Germania, il Belgio, lOlanda,
la Spagna, la Finlandia, scopriamo che sono
tutti paesi con tassi di abortivit pi bassi del
nostro. Ne segue che anche qui, con questo
atteggiamento, si voluta accreditare la tesi
secondo cui il problema non esiste, barando
un po da dilettanti sui numeri, ma speculando sullingenuit (o la disinformazione)
della gente.
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Queste sono alcune delle molteplici considerazioni che derivano dalla lettura dei numeri sullIVG. Come si vede, non si sta
inventando nulla, ci si limita a prendere in
esame le elaborazioni dei cos detti dati ufficiali. Perch qui parliamo di aborti rilevati ufficialmente, con tanto di scheda Istat
e quindi di conteggio alla fine di ogni anno.
Ma in realt ci sarebbe anche qualcosaltro
da aggiungere rispetto alla qualit dei dati e
alla loro rispondenza, nel tempo, riguardo al
fenomeno che dovrebbero rappresentare.
Non un mistero che le attuali tecnologie
siano ben diverse da quelle degli anni 80.
Quando nell83 si contavano pi aborti di
oggi, il mondo e le conoscenze mediche, le
apparecchiature, i farmaci e gli stessi atteggiamenti nellaffrontare il fenomeno erano
ben diversi. Sono passati pi di ventanni,
Dobbiamo concludere
che oggi un bambino
su cinque non nasce
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Il bilancio
Dopo trentanni di interruzioni di gravidanza, verrebbe anche da chiedersi che cosa
successo in termini di risorse umane sottratte al paese.
Daltra parte la popolazione che manca
tuttaltro che marginale. Guardando la piramide dellet dei non nati si ha la percezione
di quanto abbiano significato tre decenni di
aborto legale nel nostro paese. Se poi si va a
vedere anche leffetto sulle seconda generazione, ossia i mancati figli dei non nati per
effetto dellIVG, si scopre che il loro numero
sarebbe quasi equivalente a quello delle nascite che provengono dalla popolazione straniera. Come dire che quel 10% di nascite da
stranieri che i demografi vanno enfatizzando
perch salvano il pareggio del bilancio demografico nazionale, si sarebbero potute ottenere semplicemente come contributo da
parte delle generazioni abortite nel corso
degli ultimi trentanni. Non si vuole certo
drammatizzare, per questo un dato di
fatto.
di soggetti, in un paese
che ringrazia il cielo di Si parla tanto dei proavere 4 milioni di immi- blemi del cambiamento
grati che gli danno una demografico e paradosmano per tirare avanti. salmente si dimentica
Questa la situazione pa- che abbiamo perso 5
radossale.
milioni di soggetti
Siamo un paese che da
trentanni sotto il ricambio generazionale,
ossia incapace di garantire quei due figli
per donna (in media) che assicurano la con-
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