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Diocesi di Concordia-Pordenone

Caritas Diocesana

Buone prassi e linee guida


delle Caritas parrocchiali

Edizione maggio 2011

TestoredattoacuradellaquipedellaCaritasDiocesana

EntrdinuovoaCafarnao
dopoalcunigiorni.
Siseppecheeraincasa
esiradunaronotantepersone,
danonessercipiposto
neanchedavantiallaporta,
edegliannunziavalorolaparola.
Sirecaronodaluiconunparalitico
portatodaquattropersone.
Nonpotendoperportarglieloinnanzi,
acausadellafolla,
scoperchiaronoiltettonelpunto
dov'eglisitrovavae,
fattaun'apertura,calaronoillettuccio
sucuigiacevailparalitico.
Ges,vistalalorofede,dissealparalitico:
Figliolo,tisonorimessiituoipeccati.

(Mc2,112)

Pordenone,21maggio2011

LaCaritas:origine,compitiefinalit

importanteaverelaconsapevolezzacheilConcilioVaticanoIIhapostolebasiperil
rinnovamento,oltrechedellaLiturgiaedellaCatechesi,anchedellaterzadimensione
dellapastorale,ciodellatestimonianzadellaCarit.
Primosegnoconcretostatala nascita dellaCaritasItaliananel1971,allaqualeviene
affidatoilcompitodipromuovereecoordinarelatestimonianzadellaCaritintuttala
comunitcristiana.

UnacomunitcristianatalenonsoloquandocelebralelodidiDioequandoascoltala
Parola di Dio, m a anche quando trasforma questa Parola decidendo unitariamente e
concretamentediservireipipoveri.Acominciaredaipivicini.LaParrocchiadifendei
dirittideipoveridiessereascoltatieaccolti.

La Caritas Italiana ha il compito di far nascere le Caritas Diocesane che a loro volta
hannocomecompitoprincipaledipromuovereleCaritasParrocchialioForaneali.

LaCaritasDiocesananonhacomecompitodigestiredirettamentelasolidariet,salvo
nellesituazionidiemergenzeparticolarioneldarevitaaprogettieiniziativechenon
sarebbero sostenibili da Caritas Parrocchiali o Foraneali, ma di animare la comunit
cristiana perch ogni Parrocchia, abbia a cuore la sorte dei fratelli e delle sorelle che
soffrono.
IldettatoevangelicociguidanellanimazionepastoraledellaCarit.
La Caritas Diocesana ha anche il compito di favorire la formazione degli animatori
Caritas, di indicare gli orientamenti comuni, nella gestione dei Centri di Ascolto, dei
Centri di Accoglienza cio delle diverse iniziative e servizi che meglio possono
risponderealleserciziodellaCarit.
Lapresenzadiunapluralitdistrumentioperativisiandataaffermandonellavorodelle
Caritas, in particolare i Centri di Ascolto, gli osservatori permanenti dei bisogni e delle
povert, le Cooperative di solidariet sociale, le Comunit di accoglienza ed altri ancora
(LaCaritasparrocchialeDocumenton84dellaCaritasitaliana).
IntaledocumentosisottolinealafunzionedelleCaritascomefunzionedianimazione
allacariteallapastorale.

Questacapacitdipassaredalfareperalfareconvaresapivisibilenellaquotidianit
dellimpegno della Caritas Parrocchiale: il suo specifico sta nel rendere i poveri amici e
familiari come segno dellamore di Dio (Documento Carta pastorale n. 39 della Caritas
Italiana).
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Aiutare la comunit parrocchiale a ricomprendersi quale soggetto di cittadinanza


territorialechesiconfrontainreteconidiversisoggettidellasociet civileintornoalla
costruzioneciascunoperlapropriapartediresponsabilitecompetenzedirispostealle
istanzecomunitarie.
I cristiani diventano cos costruttori di legami forti di patti fra cittadini, ricollocando al
centroipideboli,superandopietismieassistenzialismiepuntandodecisamentesullauto
promozione,alprotagonismoresponsabile.
Intaleprospettivamolteattenzionieimpegni,apartiredalvolontariato,diventanorisorsa
chevalorizzailcapitaleumanocheognipersona(LaCaritasparrocchialeDocumento
n84dellaCaritasitaliana).

Per il suo funzionamento la Caritas Diocesana di Concordia Pordenone si data un


proprio regolamento statuto (1 gennaio 1997) indicando anche alcune linee per
eventualiregolamentidelleCaritasParrocchialieForaneali.
Questa non una necessit giuridica in quanto sia la Caritas Diocesana sia le Caritas
Parrocchiali non sono unassociazione, ma definire le regole che fanno da guida al
funzionamento delle Caritas pu costituire un momento importante percondividerne
finalit,metodi,obiettividifunzionamento.

Ilperchdiquestenuovelinee

LaCaritasItalianaelaCaritasDiocesana,assiemeadalcuneCaritasParrocchiali,nascono
allafinedelsecoloappenatrascorso,mainperiodidiversi.
Anche se il dettato della Carit rimane inalterato e semmai confermato in diversi
documentidellaChiesa,lanostrarealtsidimoltomodificata.Soprattuttoinquesti
ultimitreannidellaprimadecadedelDuemilasonopurtroppoaumentatelesituazioni
dipovert,conunaconseguenzadirettanellaumentodeipoveri,delledisuguaglianze
sociali,dellaperditadidirittiodellorodisconoscimentodapartedimolteistituzioni.
Ci non avviene solo in Italia, ma con gradi e modalit diverse in tutti i Paesi
economicamente sviluppati, sia dellEuropa che di altri continenti, quelli che erano
consideratiiricchiecheorasimisuranoconlacrisiplanetaria.

Molte sono le Caritas parrocchiali o Foraneali nate di recente, per cui si sentita
lesigenzanonsolodifareilpuntodellasituazione,madicrearedeimomentiformativi
utilizzandolostrumentodelLaboratori,perunapartecipazioneattivaallacostruzionedi
buone prassi presenti nelle Caritas, in particolare nei Centri di Ascolto che sono
attualmenteunarealtdiffusasututtoilterritorioDiocesano.

Metododilavoro:ilaboratori

LaCaritasDiocesananelconvegnoDioamailsuopopolotenutoil5 settembredel
2009, ha avviato un percorso formativoinformativo utilizzando il metodo dei
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Laboratori, che sembrato il pi indicato per permettere unalta partecipazione dei


volontaridelleCaritasparrocchialiedeiCentridiAscolto,presentinellaDiocesi.
Tale metodo stato raccomandato come strumento di una formazione attiva dalla
stessa Caritas Italiana. E uno strumento che permette la condivisione di riflessioni,
progetti, idee e costruzione delle buone prassi gi utilizzate nelle diverse Caritas
ParrocchialieneidiversiCentridiAscolto.
Dopolapresentazionediunarelazioneintroduttiva,acuihannofattoseguitodeilavori
digruppopomeridiani,sidefinitalamodalitdegliincontrilaboratoriali.
Ilterritoriodelladiocesistatocosdivisointregrandiareecentro,sudenord.
Aprendo la discussione su alcune mappe di lettura delle diverse realt, la
documentazioneprodottadaipartecipanti,sistimaintotaleuncentinaiodivolontari,
stata successivamente raccolta e rielaborata garantendo cos la massima adesione a
quantoespressodaivolontari.

Anchesealcuniaspettirimangonoancoraaperti,chevengonodiseguitoindicaticome
possibilielementidiriflessioneeconfrontoperilprossimoannopastorale2010/2011,
peraltriindichiamolebuneprassipresentate.

Essepossonocostituirelabaseperlefuturelineeguida.


PerchnasceechecoslAscoltoeilCentrodiAscolto

Uno degli strumenti di servizio ai poveri che meglio risponde alla conoscenza delle
personeedeilorobisognilascolto,sullabasedeldettatoevangelico.
Osservare Ascoltare e Discernere sono le tre parole chiave delle Caritas , a qualsiasi
livello.

CipiaceriportarequantocontenutonelmanualeoperativodellaCaritasAmbrosianache
dice:
ilSinodoDiocesanohacosdefinitoilCentrodiAscolto:Strumentopreziosoperlacura
delpoveroilCentrodiAscolto.In essolacomunit cristiana, attraversoloperadialcuni
fedeli, rende quotidianamente visibile lattenzione e la sollecitudine per i poveri. Ogni
Parrocchia e, nel caso sia impossibile, ogni forania, abbia il suo Centro di Ascolto per
accogliereeascoltarelepersoneindifficolteorientarlequindiversolestruttureecclesiali
ocivilicompetentiadoffrireilserviziorichiestodicasoincaso(121,3).

CentridiAscoltoCaritasnellanostraDiocesi:

- CentrodiAscoltoCaritasForaniadiPortogruaro
- CentrodiAscoltoCaritasForaniadiSanVito
- CentrodiAscoltoCaritasForaniadiManiago
- CentrodiAscoltoCaritasForaniadiSpilimbergo
- CentrodiAscoltoCaritasParrocchiaS.PietrodiCordenons
- CentroCaritasUnitPastoraleFiumeVeneto
- PuntodiAscoltoUnitPastoraleZoppola
- CentrodiAscoltoDiocesanodiPordenone

A questi si aggiungono numerosi altri Centri Caritas che stanno in questo periodo
formalizzando la loro presenza in numerose parrocchie della Diocesi, definendo sedi,
orari di apertura, condividendo prassi operative e strutturando la relazione con la
Caritasdiocesana.


IlCentrodiAscoltocomeluogodiaccoglienzaediAscolto
UnostilepositivodiascoltocrealideadiunaCaritasaccogliente

SiconfermatalafunzionedelCentrodiAscoltoanchecomeluogodiAccoglienzadelle
personechechiedonoaiuto.
Secondo quanto indicato dai partecipanti ai Laboratori un Buon ascolto dovr avere
presenteche:

Ascoltiamoper:

9 Capirelesofferenze;
9 Faremergereilbisogno;
9 Perdonarepartedelnostrotempo;
9 Perstabilirebuonerelazioni;
9 Peresprimerelasolidarietoltrelaiutoconcreto;
9 Sperimentareildettatoevangelico.

Ascoltiamocome:

9 Inmodoaccogliente;
9 Inmodonongiudicante;
9 Inmodoapertoalconfrontoconchichiedeaiutoeconituttiivolontariche
fannopartedelCentro;
9 Dandountempoadeguatosenzafretta;
9 Inmodopazienteeconattenzioneallapersonaenonsoloalsuobisogno.

Inmodoresponsabilizzante:

9 Dandotuttoiltempocheserveallapersonaperchsisentabenaccolta;
9 Nonsoloascoltare,madareiltempoaffinchlepersoneparlinodis;
9 Creandonuove buonerelazioni, anchediconfrontoedicondivisionecongli
altrivolontari;
9 Diventa importante saper distinguere il tipo di richiesta, se solo di aiuto per
benimateriali(vestiario,alimenti,denaro,ecc.)oselapersonapresentaanche
problemiesistenziali.

Creiamolecondizionidifiducianeinostriconfronti

Lascoltocomprendelacapacitdapartedichiascoltadicrearelecondizionidifiducia
chepermettonoallaltrolacondivisioneanchediproblemipersonali,diinsuccessiedi
sentimenti.
Dal bisogno individuale possiamo far emergere i bisogni di alcuni gruppi che nella
comunitpresentanosituazionididisagioesofferenzanonsempreaccolti.
Ilbuonascoltociinsegnaacondividereconglialtrivolontariidisagirilevatipassandoda
unarelazioneindividualeaunacondivisioneconilgruppo.

Quandochivienedanoitroppoarrabbiatoelodimostra

Durante i laboratori emersa la difficolt di ascoltare e affrontare persone che


presentanolalororichiesta:
inmodoaggressivoeconprepotenza
portandosituazionichepresentanograndesofferenza
nonsempreilvolontariotrovaopportunitdicondividerequestasofferenza.

Dallascoltoallamobilitazionedellerisorse

Nei laboratori emersa la difficolt di trovare dei modi adeguati per distinguere fra
tuttelesituazioniquellechepossiamodefinirediemergenzaecherichiedonoquindi
unarispostaimmediatadaquellechepossonoattenderelaiuto.
Teniamo presente che lavorando nei centri di ascolto o nelle Caritas Parrocchiali, ci
vengonopresentatiproblemiorichiestesociali,chepossonoesserediautoeconomico,
diaiutomoraleespirituale,disostegnoafrontediunavvenimentodoloroso,etc.

Adifferenzadiquestonelsettoredellasanit,adesempio,visonosituazionichehanno
ilcaratteredellurgenzainquantopotrebbeesseremessainpericololavitastessadella
persona.Larispostadiemergenzaaiproblemisanitarivienedataingeneredalpronto
interventoodalprontosoccorso.

evidente quindi che non ci sono situazioni di sopravvivenza nel sociale nel nostro
Paesechenontrovinounarispostanella solidarietdivicinato.Noncisonosituazioni
infattiincuiilnostrointerventodrispostechesalvanolavitadellapersona.

sempreimportantecomunqueascoltarelapersonaevalutareconleicomemobilitare
lerisorsesiachelapersonahains,siaattraversolaattivazionedellaretepersonale,
familiare, delle persone che costituiscono il vicinato solidale e di altre organizzazioni
deputateallaiutosociale.

Lerisorsepersonalielaretecomerisorsanellaiutosociale

Dobbiamosemprericordarecheognipersonahadellerisorsechespessononriconosce
equindinoningradodiattivarle.

Questociponeilproblemadicomepredisporreglistrumentiperindividuareeattivare
chipotrebbeentrarenellarete

Lacostituzionediunareteattivaeproduttivapassaattraversolebuonerelazioniche
noiriusciamoainstaurareconaltri(persone)dellacomunitparrocchialeocivile.

Perattivarebuonerelazioneimportante:

Evitare di far identificare lazione della Caritas con il dare servizi a discapito della
promozionedellacomunit;
DareunimmaginepositivadelleCaritasedegliobiettivichesivoglionoperseguire;
Imparare a condividere le responsabilit e i bisogni rilevati con altri del gruppo di
volontari;
Imparare a condividere bisogni rilevati erisposte possibili con altri della comunit
(servizisociali,gruppidiaiutooassociazioni,ecc.);
Imparareacomunicareallacomunitiprogrammisvolti,leiniziativeprese,ibisogni
rilevati.

Lemodalitcheilgruppodeivolontarihaindividuatosono:

Trovare,inaccordoconilParroco,unmomento,durantelacelebrazioneEucaristica
festiva, per informare lassemblea sulle iniziative prese durante la settimana o il
mese.
Promuovere incontri periodici delle Caritas in Parrocchia, facendo emergere
limportanza di momenti di riflessione su notizie avvenimenti della comunit o dei
bisognirilevatidalCentrodiAscolto;
Individuaremodalitdicomunicazioneconiservizipubbliciolealtreassociazionidi
volontariato del territorio individuando temi specifici (es. la problematica delle
dipendenzedaalcoolrilevateoppurelacondizionedivitadegliimmigrati,ecc.).

IlluogodellAscoltoeilluogodelladistribuzione

Da tutti e tre i gruppi laboratoriali emersa lopportunit di dividere i luoghi della


distribuzionedailuoghidellAscoltoquesto:
- perevitarecheleCaritaseiCentridiAscoltoedidistribuzionevenganopercepiti
comeCaritasSupermarket;
- perdareunsignificatopedagogicoanchealmomentodelladistribuzione;
- perchanchenelladistribuzionecisiaunarelazionediascoltorispettoaibisogni,
curandolaccoglienza,eventualmentefissandoappuntamentiperavereiltempo
diaccogliereladomandaoltreallarichiestadibenimateriali.

Iltempoeiluoghidedicatifavorisconoinfattirelazionipositive.

Esigenzediapprofondimento

Lebuoneprassirichiedonoancheunacostanteriflessionesu:

cichefacciamo,
comelofacciamo
serispettiamogliobiettivichecisiamodati.

Dallanalisidelleesperienze,anchedibuoneprassiattuate,sonoemersialcunibisogni
formativisiadiapprofondimentochediconoscenza.
Pertanto i partecipanti ai laboratori hanno espresso queste esigenze, che di seguito
sintetizziamo e che saranno oggetto di condivisione anche nella predisposizione dei
programmiformativi.

Richiestediconoscenzenelleseguentiaree:
MissionedellaCaritas
Bisognidelterritorio
Relazioneconlepersonechechiedonoaiuto
Conoscenzadelterritorioedellerisorse
CostruzionedelleReti.

PARTESECONDAANNOPASTORALE2010/2011

Anche questanno ci siamo ritrovati insieme nei tre gruppi, Nord/Sud/Centro, per
ascoltare,osservareediscernereattornoatredeitemiindividuatinellannoprecedente
ecio:

LamissiondellaCaritas
Lagestionedicasicomplessi
La costruzione delle reti sociali per far fronte al bisogno delle persone che si
rivolgono ai Centri di Ascolto parrocchiali e alle Caritas Parrocchiali o altri gruppi
caritativipresentinelleParrocchie.

Essendo il 2010 lanno della povert, largomento di tutto il percorso laboratoriale


statoAccantoallapersonachesoffre.
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Grazie al materiale della Caritas Italiana e della Caritas Europa abbiamo avuto la
possibilitdiriflettereeosservarecomeLAPOVERTsiaunfenomenochepucolpire
tuttinoi.
Sirivelatoimportanteiniziareaguardareallediversedimensionidellapovert.Estato
utilenelladiscussionedeicasilutilizzodiunbrevetestchepoivenivarappresentato
graficamente su una figura geometrica a otto dimensioni, che indicava quale
dimensionefosselapicompromessa.

In particolare emersa limportanza della multidimensionalit nella lettura dei casi


complessi.
Lanalisi di alcuni casi, fatta attraverso questo strumento, ha permesso di affermare
comelesituazioniincuisitrovanopersonepovereechevengonoachiederciaiuto
sonosempresituazionicomplesse,rientranocioinquellocheabbiamochiamatocasi
complessi.
Afrontediquestediversedimensionidellapovert,chelostrumentopresentatociciha
aiutatoavederemeglio,comeseavessimounaspeciediocchialipermettereafuoco
iproblemi,emergeconchiarezzachenonsarsempreilcentrodiascoltooilgruppo
caritaschedarrisposte.
Cichedobbiamoimpararehariguardatoeriguardalindividuazionedichipotraiutare
elaccompagnamentodellapersonaadunbuonusodellerisorse.

Anche questanno abbiamo cos esaminato alcune buone prassi che intendiamo qui
descrivere per dare una continuazione a questo lavoro iniziato nel 2009 e che
prevedevatreannidiraccoltadidocumentazione.

Unosguardoalgruppodilavoroediaiuto:lochiamiamoquipedisupporto

SiachetrattiamodelCentrodiascoltosiachetrattiamodelgruppoCaritasriteniamo
importante lesistenza di quella che abbiamo chiamato quipe di supporto, di cui
abbiamovistoilfunzionamentonegliincontridilaboratoriodurantelanostraattivitdi
discussionedeicasi.
Lquipe di supporto interviene in aiuto agli operatori/volontari che seguono una
situazioneritenutacomplessaeperlaqualesiritieneimportanteunacondivisioneedun
confronto.
Fannopartediquestaequipealtrioperatori,chenonhannoincaricolasituazione,che
operanonellastessaCaritasoCentrodiascolto.
Sipossono farpartecipareanchepersoneesterne,es.operatoriesternicheconoscono
lasituazioneechepossonodareillorocontributo.

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Lquipe di supporto non compost a da tecnici particolarmente qualificati, ma da


volontari e anche professionisti con esperienza, ai quali ci si rivolge presentando la
situazioneperpoterladiscutere.
Ivantaggisonomolteplici,innanzituttolapossibilitdicondividerepuntidivistadiversi,
disporrepoidiulterioriinformazioniqualoralediversepersoneconoscanopermotivi
differenti la situazione presentata, nonch lopportunit di sensibilizzare pi persone
sullevarieformadipovert.

Lquipedisupportononaffrontaiproblemiinterminidiconflitto,criticheogiudizio.
Lobiettivo aumentare le informazioni al fine di unamigliore osservazione del caso,
dare contributi di mediazione, offrire altri punti di vista, nuovi pareri sulla base della
propriaesperienza,perpermettereunmigliorediscernimento.

NellepiccoleCaritasparrocchiali,doveesistonounooduevolontari,questisipossono
appoggiareallquipedisupportodellacaritasparrocchialeterritorialmentepivicina,
cercandodisuperaredivisioniterritorialichenonaiutano.

Laprossimit:retedifronteggiamento?

Ilconcettooiltemadellaprossimitemersopivoltenegliinterventideigruppied
statodenominatoanche:aiutoachivicino,vicinatosolidaleodenominazionisimili.

Troviamo spesso questo termine nelle indicazioni della Chiesa, il farsi prossimo al
povero, al bisognoso, lo ritroviamo anche nel brano del Vangelo scelto per la lectio
divina del Buon Samaritano, che stata presentata questanno dalla monaca Sr Lia
MontorsiechecihaaiutatoadindividuarelamissionedellaCaritas.

Nelle discussioni dei casi emersa anche lattenzione che dobbiamo avere quando
segnaliamo le situazioni ad altri, servizi sociali del territorio o altri operatori, cio
quandoiniziamorelazionivolteacreareunaretedisostegnoperfarfronteaiproblemi.

Neigruppiemersocomenonsemprevidapartedioperatoriesternilattenzionea
noninterrompereretidivicinatoodisolidariet.Nederivaquindiche,dapartenostra,
laprimaazioneperlacostruzionediunareteriguardapropriocomefarsiprossimocon
la persona che soffre, come evitare di delegare ad altri, come costruire situazioni di
solidarietfraeconilvicinato,fraeconlacomunit.

Se analizziamo la parabola del buon samaritano e teniamo conto di come oggi viene
presentatalareteperfarfronteaiproblemidellepersoneindisagio,vediamocomein
entrambi i casi chi si attiva nellaiuto il prossimo che sente, vede e condivide il
problema,edancheinteressatoadareunamano,chemalgradotuttigliimpegni,si
ferma,guarda,vedelasofferenzaedecidediesserediaiuto.
Seguardiamocomesisonosvoltiifattivediamoquestoviaggiatorecheanzituttosi
fermaaguardare,ponendoquindilasuaattenzionesuquantoaccaduto,puravendo
altriprogrammipersonali.
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Inoltre fa quello che noi chiameremo primo soccorso e poi d un contributo
economico,diremooggi,perchlapersonavengaassistita.
Attivaquindiunapiccolaretechefafronteaibisognidiquestopovero.

Nonsiamosolisulterritorio

Un'altra buona prassi o buona abitudine emersa fa riferimento a come spesso ci si


colleghiconaltrerealtpresentisulterritorioconcompitidisolidarieteaiuto.

LaCaritasDiocesanaharaccolto,inunopuscolopubblicatonellanno2009daltitoloI
servizicaritativinelladiocesidiConcordiaPordenone,tutteleoperedicaritpresenti
nelterritoriodelladiocesi,acuisipufareriferimento.

Maaccantoaquestetroviamoanchealtreiniziativedisolidarietcomeigruppidiauto
mutuoaiutonelcampoadesempiodelledipendenze,siadaalcoolsiadagioco.

Ilproblemadiqualerispostadareachihaproblemididipendenzaeraemersoginei
laboratoridel2009/10esiripresentatoanchequestanno,maha avutopispaziodi
discussione.
Indubbiamente chi approccia questo tipo di persone, oltre ad essere in grado di
evidenziareilproblema(complesso)puchiedereaiutoainumerosiclubdialcoolistiin
trattamentosparsisututtoilterritorioechefannopartedellACAT(Associazioneclub
alcoolistiintrattamento).
E questo inoltre unesempio di situazione in cui pu essere utile attivare lquipe di
supporto,dicuiabbiamoevidenziatoprecedentementelafunzione
Nelladiscussione delcasopresentatoallincontrolaboratorialeemersacomebuona
prassiproprioillavorofattoconifamiliariecomelacostruzionediquestotipodirete
sialunga,complessaerichiedacapacitdimediazionefraleresistenzedelfamiliarea
chiedere aiuto, nonch della stessa persona portatrice del problema e chi si sta
occupandodella situazione,perportarequestapersonaadichiarareilsuoproblemae
quindiattivarsiperentrareneigruppidiautomutuoaiuto.

ManonsiamosolinemmenonellaDiocesi

La diocesi di Concordia Pordenone vede costituite nelle relative Parrocchie o Foranie


unasettantinadiCaritas.
AlcunediquesteCaritasfunzionanodadiversianni,altresonopirecenti.
Inoltre i Centri di Ascolto Caritas funzionanti sono 8, alcuni hanno una notevole
esperienzadifunzionamentoaltrisonoaiprimipassi.
Comesipensadebbanofunzionare,almenoagrandilineeicentridiascolto,lotroviamo
descritto nella prima parte in quanto frutto del lavoro sulle buone prassi dellanno
pastorale2009/2010.

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Questanno vorremo evidenziare, come stato indicato negli incontri laboratoriali,


lopportunitdistrutturaremegliolecollaborazionifraquestichepossiamoconsiderare
centridellacarit,eindicarepoidellelineeguidanellacollaborazioneconilcentrodi
ascoltoelaCaritasDiocesana.

InCaritasDiocesanaeinparticolarenelCentrodiAscoltotroviamoaiutoesupportoper
situazionimoltocomplesse.IlCentrodisponibilesiaperunaiutonellacomprensione
deiproblemi,sianellindicazionedellerisorse.
Nelconfrontoconivolontari/operatoridellediverseParrocchiesipossono affrontare
anche i problemi collegati con la nascita di nuovi centri di ascolto, alcuni operatori di
Caritasdiocesanahannoilcompitodiseguirenellospecificoquestotemaedirendersi
disponibiliperrecarsiinzonaeparlareconireferentidelliniziativaeconilParroco.

InquestosensosiattivaancheilDirettoredellaCaritasDonPaoloZanetdiacono.

La Caritas Diocesana ha il compito di proporre e coordinare attivit di promozione


nellambitodellacariteazioniformative.
Sono stati individuati degli operatori della Caritas diocesana per ilruolo di facilitatori
nellaconduzionedeilaboratori,realizzatiintrezoneSUD/NORD/CENTRO,inoltrefragli
appartenentiadalcuneimportantiCaritasparrocchialiodiCentridiAscoltosonostati
scelti e attualmente sono operativi, due volontari referenti per ogni zona, che sono
puntodiriferimentoperilaboratori,maancheperaltreiniziative.

Inoltre ogni forania ha dei referenti che fanno parte del Consiglio Diocesano Caritas,
composto di una trentina di Consiglieri e che presieduto dal Direttore della Caritas
Diocesana.

Conclusionisecondaparte

Attraversoilaboratoridiquestanno,oltreafornireunaformazionepartecipata,stato
possibile proseguire con il nostro lavoro per ampliare le linee guida e individuare
ulterioribuoneprassiemersenellediscussionideigruppi.

Abbiamosceltoquellecheritenevamopiimportantialfinedelleazionidisolidariete
dianimazionedellacomunitchesonoduedeicompitipiimportantidelleCaritas.

Conillavorodelprossimoannoavrterminequestaprimapartedellelineeguidache
verr aggiornata e migliorata nella sua parte grafica e di contenuti. Per questo si
chiederlacollaborazionedialcunidivoi.

Altro aspetto da sottolineare riguarda lo sviluppo di Buone prassi, che essendo


collegateconlapraticaquotidianasonosempreallanostraattenzione.

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NellaCaritaslattivitdiognunodinoivienecontinuamentestimolataemaggiormente
inunperiodostoricocospienodiavvenimenticomelattuale.
Non sempre questi portano a migliorare le condizioni di vita, non sempre vedono
maggiore giustizia, anche nel nostro piccolo mondo, ed per questo che se i poveri
sonosemprefranoi,toccaanoiindividuaremodalitdiaiutoadeguatealtempoeagli
avvenimenti,toccaanoiindividuareleBuonePrassi.

unSamaritano,cheerainviaggio,
passandogliaccantolovidee
n'ebbecompassione.
Glisifecevicino,glifascileferite,
versandoviolioevino;
poi,caricatolosoprailsuogiumento,
loportaunalocandaesipresecuradilui.
Ilgiornoseguente,estrasseduedenari
elidiedeall'albergatore,dicendo:
Abbicuradiluiecichespenderaiinpi,
telorifonderalmioritorno.

(Lc10,3337)

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