Sei sulla pagina 1di 3

Un continente sullorlo del baratro

- Beppe Caccia, 04.07.2015


Tempi presenti. La crisi vista da Berlino in una prospettiva critica nei confronti delle politiche di
austerity dellUnione europea nel nuovo libro dello storico Karl Heinz Roth. Unanalisi dei tentativi
finora riusciti della Germania di imporre ai paesi europei, a partire dalla Grecia, misure draconiane
neoliberiste a difesa del modello tedesco
Per due volte nella sua storia pi recente la Grecia si trovata sullorlo dellabisso: durante la
Seconda guerra mondiale e nellimmediato Dopoguerra, cos come dopo la crisi economica mondiale
del 2008/9 e fino a oggi, negli anni della depressione in corso. Cos apre Karl Heinz Roth il suo
Griechenland am Abgrund. Die deutsche Reparationsschuld (per i tipi Vsa Verlag, Amburgo), agile
opuscolo dato alle stampe nel marzo scorso, a due mesi dalla vittoria elettorale di Syriza.
Un testo da leggere proprio in queste ore, alla vigilia del decisivo referendum sulle proposte presentate dalle cosiddette Istituzioni europee ovvero la Troika, insieme al precedente volumetto,
redatto nel maggio 2013 dallo storico tedesco insieme a Zissis Papadimitriou, sociologo e politologo
allUniversit Aristotele di Salonicco, e tradotto lo scorso anno in Italia da DeriveApprodi col titolo
Manifesto per unEuropa egualitaria. Come evitare la catastrofe.

Quella cupa tendenza


Allora si trattava di analizzare i tratti omogenei delle politiche dominanti la scena continentale, individuando i costanti effetti sociali dellausterity implementata nei precedenti quattro anni: ritorno
della disoccupazione di massa, generalizzazione del lavoro precario, smantellamento delle residue
garanzie sociali e collasso dei diritti democratici segnalavano per Roth e Papadimitriou la cupa tendenza dellEuropa contemporanea.
Oggi lattenzione torna sulla Grecia, assunta come caso paradigmatico delle conseguenze di quelle
politiche e, al tempo stesso, specifica variante di cui vanno comprese fino in fondo le genealogie, fino
al punto di individuare precise ricorrenze storiche. In questo senso, quello che pu essere considerato uno dei pi significativi esponenti dell operaismo di lingua tedesca articola in due momenti
la sua lettura dellattuale passaggio.
Innanzitutto delineando, a partire dalla puntuale descrizione del contesto socio-economico ellenico,
una proposta finalizzata a sostenere su scala europea quella che definisce, in riferimento alla nuova
stagione inaugurata dallinsediamento del governo guidato da Alexis Tsipras, una ripartenza della
Grecia.
I diktat della Troika e i tagli sociali che sono stati imposti argomenta Roth hanno portato il paese
alla rovina: stato bruciato circa il quindici per cento del capitale-sostanza e il rendimento economico complessivo drasticamente ridotto per oltre il trenta per cento. I dati sono catastrofici sia
che si guardi agli investimenti produttivi, sia ai livelli della domanda interna. Lo storico ricorda come
sia stato proprio The Economist ad affermare che leconomia greca corre sul vuoto. Con quali ricadute sociali noto: gli indici di disoccupazione superano ormai il 26 per cento, 340.000 persone
hanno alimentato una nuova ondata di emigrazione, il reddito reale crollato di un altro 26 per
cento, mentre il 40 per cento della popolazione sopravvive al di sotto della soglia ufficiale di povert.

Lespansionismo tedesco
Nella caparbia, e insensata anche dal punto di vista macro-economico, insistenza del perseguire poli-

tiche di austerity Roth chiama da subito in causa il ruolo giocato dalla Germania a partire dagli anni
Cinquanta. Unopzione strategica fondamentale fin da quando gli Stati Uniti decisero di fare prima
della Repubblica Federale, poi della nazione riunificata, la potenza egemone in Europa: quella del
neo-mercantilismo ovvero del sistematico contenimento dei salari (e del reddito sociale indiretto)
combinato con una strategia di dumping per lexport della produzione manifatturiera. In altre parole
per permettere un processo economico espansivo, stata costruita un politica interna estremamente restrittiva.
Tale opzione viene rafforzata, dalla fine degli anni Settanta in poi, dalla creazione del sistema monetario europeo, fino alla nascita della valuta unica. Per questo le lite tedesche non possono permettersi di accettare la virata verso moderati modelli di politica economica neo-keynesiani, che
certo al cuore delle proposte programmatiche di Syriza, ma costituisce anche il tratto caratterizzante alcune scelte negli Stati Uniti: le combattono con feroce accanimento per salvare il modello
tedesco.
La proposta di Roth per salvare non solo la Grecia, ma per sottrarre lintera Europa a una situazione
molto pericolosa, guarda per ancora pi indietro. Vi una sorta di complesso dinferiorit da parte
delle lite germaniche nei confronti dei greci, sia per lesito dellinvasione nazista del 1941, sia per
i negoziati sui risarcimenti di guerra conclusi nel 1953.
Nel primo caso pensavano di annettersi facilmente la Jugoslavia e la Grecia stessa, e invece incontrarono un forte e radicato movimento di resistenza. Nel secondo il governo ellenico fu allora tra
i pochi a pretendere che fossero riconosciute consistenti riparazioni per le tragiche ingiustizie subite.
E sottolinea Roth non si tratt soltanto di un paio di villaggi dati alle fiamme quanto di una
pesantissima ipoteca posta dalloccupazione sulleconomia, sulla societ e sulla vita stessa dei
greci. Ad Atene e dintorni furono testate quelle pratiche di devastazione e saccheggio, destinate poi
ad essere scientificamente applicate nellattacco allUnione Sovietica: la Grecia fu costretta a farsi
carico dei costi delloccupazione, ma anche a finanziare con un prestito forzoso i costi complessivi
delle infrastrutture per la prosecuzione della guerra in Nord Africa e in tutto il Mediterraneo orientale. Il risultato fu che, nellinverno 1941/42, oltre centomila persone morirono di fame nelle grandi
citt dellEllade. Questo port, si noti il parallelismo storico, alla combinazione di uneconomia
alternativa di sussistenza, esodo urbano verso le campagne e diffusione della resistenza armata nelle
aree rurali. I nazisti furono sorpresi dalla reazione popolare e reagirono con una politica del massacro accecata dallira. Solide stime parlano di 100mila case distrutte e 56mila tra bambini, donne,
uomini bestialmente assassinati.
Ma non c stata alcuna proporzione tra la dimensione mostruosa delloccupazione e del saccheggio
nazista segnala qui lo storico e lentit dei risarcimenti di guerra poi riconosciuti. Diversi giuristi, di ogni provenienza, si sono gi espressi ricordando come la partita delle riparazioni non possa
essere considerata affatto conclusa, nonostante le ipocrisie di tutti i Governi Federali fin qui succedutisi. Karl Heinz Roth ha il merito di affrontare il tema fuori da ogni logica nazionalista e cancellando ogni facile retorica revanchista: come in tutto il suo percorso di studioso e militante, il nesso
stringente e inaggirabile tra memoria e schieramento di classe a balzare in primo piano.
La Bundesbank ha riserve auree sufficienti, per non parlare di altre risorse che potrebbero essere
messe in campo, per finanziare con un atto generale di risarcimento un piano straordinario in cui,
come punto di partenza decisivo, dovrebbe collocarsi la decisione del Governo tedesco di approvare
una immediata moratoria e taglio del debito greco.

Il tracollo europeo
questo lossigeno per la crisi economica e sociale della Grecia, necessario anche a consentire una
nuova fondazione europea.

Perch come gi sostenuto da Papadimitriou e Roth in Die Katastrophe verhindern, e reso a tutti
evidente dalla miope e criminale gestione, da parte delle oligarchie europee, dellultima fase dei
negoziati e dellindizione del referendum di fronte a questo lEurozona e lintera Unione Europea
rischiano il tracollo, sul fronte economico con lesplosione di povert su vasta scala e sul fronte politico con lemergere di destre estreme e nuove spinte nazionalistiche. Se figura centrale dellodierno
assetto europeo proprio la Germania, che contrasta apertamente ogni iniziativa volta a riequilibrare i rapporti sociali, nessun ritorno alle sovranit nazionali, politiche o economiche, ormai praticabile. La risposta sta in altri presupposti: nello sviluppo di un nuovo e pi vasto moviemnto sociale,
che non solo sostenga e protegga lesperimento di governo greco, ma impari anche ad affrontare la
questione etico-politica di una radicale ridistribuzione. Che sappia aggiungiamo contrapporre
alla dominante produzione politica della paura, la capacit di portare la paura nel campo nemico
(come si poteva leggere su uno degli striscioni di Blockupy a Francoforte lo scorso 18 marzo), quello
delle oligarchie e del capitalismo finanziario. Solo cos sar forse possibile promuovere processi di
cambiamento in tutti gli ambiti della vita, dentro un nuovo progetto di Europa democratica e federale. Solo cos sar forse possibile evitare la catastrofe.
2015 IL NUOVO MANIFESTO SOCIET COOP. EDITRICE

Potrebbero piacerti anche