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Alexandre Kamenchtchik
Introduzione
Il corso di Metodi Matematici Avanzati della Fisica `e dedicato a metodi
geometrici di fisica matematica moderna o, in altre parole, ad alcuni aspetti
della geometria differenziale moderna, che trovano tante applicazioni in fisica
teorica dalla relativit`a generale e cosmologia alla teoria dei campi quantistici.
Per la geometria differenziale moderna `e tipico lapproccio che sottolinea le
propriet`a invarianti geometriche degli oggetti allo studio e cerca di evitare di
usare le coordinate quando questo non sia strettamente necessario. Inoltre,
si cerca di studiare autonomamente diverse strutture geometriche esistenti in
vari insiemi, che appaiono in geometria, cio`e fare uno studio separato delle
propriet`a topologiche, delle strutture differenziali, della struttura metrica,
della connessione affine e cos` via.
Il contenuto principale del corso consiste nello studio delle variet`a differenziabili, tensori e campi tensoriali, della derivazione di Lie, dei gruppi
di Lie come variet`a differenziabili, delle forme differenziali, della geometria
Riemanniana e della connessione affine, includendo anche alcune applicazioni
alla gravit`a e alla cosmologia.
Cominciamo dallintroduzione di alcune nozioni insiemistiche, algebriche
e topologiche.
0.1
Insiemi ed applicazioni
Definizione 0.1.
Siano X e Y due insiemi; una applicazione da X a Y `e una relazione (una
legge, una regola) da X a Y che mette in corrispondenza (che associa) ad
ogni elemento x X un elemento y Y , univocamente determinato da x.
0.2
Le nozioni di una applicazione suriettiva, iniettiva e biettiva trattano di propriet`a insiemistiche di varie applicazioni senza badare ad una possibile presenza di varie strutture esistenti negli insiemi allo studio. Supponiamo, che
questi insiemi hanno certe strutture algebriche. In questo caso si possono introdurre delle applicazioni che rispettano queste strutture algebriche. Prima
di parlare di queste applicazioni introduciamo alcune nozioni, riguardanti
strutture algebriche e alcune strutture algebriche che saranno utili per sviluppo
di metodi geometrici.
Definizione 0.3.
Siano X e Y due insiemi. Il prodotto cartesiano X Y `e linsieme di
tutte le coppie ordinate {x, y}, laddove x X e y Y .
Definizione 0.4.
Siano X, Y e Z tre insiemi; si chiama legge di composizione (binaria) fra
X e Y con risultato in Z una applicazione f da X Y a Z. Pi`
u in generale
2
0.3
N
\
Ui O.
i=1
Definizione 0.28.
Un omeomorfismo fra due spazi topologici X e Y `e una funzione continua
f : X Y che `e anche biunivoca (unapplicazione biettiva) e la cui inversa
f 1 : Y X `e anchessa continua. Un omeomorfismo `e una corrispondenza biunivoca (una biezione) f : X Y fra spazi topologici tale che un
sottoinsieme A di X `e aperto se e solo se lo `e anche la sua immagine f (A)
in Y . Se esiste un omeomorfismo tra X e Y , i due spazi sono detti omeomorfi.
Definizione 0.29.
Un intorno di un punto di uno spazio topologico `e un insieme aperto che
include questo punto.
Definizione 0.30
Uno spazio di Hausdorff `e uno spazio topologico nel quale per due punti
distinti si possono sempre trovare degli intorni disgiunti.
Definizione 0.31.
Una variet`a topologica di dimensione n `e uno spazio topologico di Hausdorff X in cui ogni punto ha un intorno aperto omeomorfo ad un aperto dello
spazio euclideo n-dimensionale Rn . Il numero n `e la dimensione della variet`a.
Un omeomorfismo fra un aperto di X ed un aperto di Rn `e detto una
carta. Quindi X `e una variet`a topologica se esiste un insieme di carte che
ricoprono tutto X. Un insieme di carte di questo tipo `e atlante.
Si pu`o dire che una carta (Ui , i ) `e un omeomorfismo i : Ui Rn che ad
un aperto Ui X mette in relazione un aperto Bi = i (Ui ) di Rn . Quindi,
per ogni punto P Ui esiste una carta:
(P ) = (x1 (P ), . . . , xn (P ))
e le funzioni {x( P )} sono dette coordinate di P rispetto alla carta (Ui , i ).
Un punto pu`o appartenere alle due o pi`
u di carte diverse. In questo
caso le coordinate di questo punto in una carta sono funzioni delle coordinate nellaltra carta. Queste funzioni si chiamano funzioni di transizione o
8
Variet`
a differenziabili
intorno cubico di p.
Definizione 1.5.
Date due variet`a M e M 0 di classe C r , lapplicazione f : M M 0 si
chiama applicazione differenziabile di classe C k , k r, se, per ogni carta
(Ui , i ) di M ed ogni carta (Vj , j ) di M 0 tali che f (Ui ) Vj , lapplicazione
j f 1
di i (Ui ) a j (f (Uj )) `e di classe C k . Se u1 , . . . , un `e un sistema
i
locale di coordinate in Ui e v 1 , . . . , v m `e un sistema locale di coordinate in Vj ,
allora f pu`o essere espressa mediante un insieme di funzioni differenziabili di
classe C k :
v 1 = f 1 (u1 , . . . , un ), . . . , v m = f m (u1 , . . . , un ).
Unapplicazione differenziabile `e unapplicazione di classe C .
Introduciamo ora una delle nozioni pi`
u importanti della geometria differenziale - il diffeomorfismo.
Definizione 1.6.
Un diffeomorfismo da una variiet`a M ad unaltra variet`a M 0 `e un omeomorfismo tale che entrambi e 1 sono differenziabili.
Esempio 1.1.
Lesempio pi`
u semplice di una variet`a che non pu`o essere coperta da una
sola carta, `e la sfera n-dimensionale
n
S = {(x , . . . , x
n+1
n+1
)R
n+1
X
|
(xi )2 = 1}.
i=1
Prendiamo
U1 = {(x1 , . . . , xn+1 ) S n |xn+1 > 1}
= S n {il polo Sud},
U2 = {(x1 , . . . , xn+1 ) S n |xn+1 < 1}
= S n {il polo Nord}.
12
Introduciamo le coordinate
1
(x1 , . . . , xn ), xn+1 =
6 1,
n+1
1+x
1
2 (x1 , . . . , xn+1 ) =
(x1 , . . . , xn ), xn+1 =
6 1.
1 xn+1
1 (x1 , . . . , xn+1 ) =
21
n
X
: (x , . . . , x ) = ( (xi )2 )1 (x1 , . . . , xn )
1
i=1
`e infinitamente differenziabile su
2 (U1 U2 ) = Rn {0}.
Quindi, linsieme di due carte {(U1 , 1 ), (U2 , 2 )} `e un C - atlante.
Davvero,
21 (x1 , . . . , xn ) = x1 (1 xn+1 ), . . . , xn (1 xn+1 ), xn+1
(1 xn+1 )xn
(1 xn+1 )x1
,
.
.
.
,
.
1 21 (x1 , . . . , xn ) =
1 + xn+1
1 + xn+1
P
i 2
Le coordinate 21 (x1 , . . . , xn ) devono soddisfare la condizione n+1
i=1 (x ) =
1, cio`e
n
X
( (xi )2 )(1 xn+1 )2 + (xn+1 )2 = 1.
i=1
Quindi,
n
X
1 + xn+1
(xi )2 =
1 xn+1
i=1
e
1
21 (x1 , . . . , xn )
n
X
= ( (xi )2 )1 (x1 , . . . , xn ).
i=1
Esempio 1.2.
Consideriamo unaltro esempio, relativamente semplice, di una variet`a il
cui atlante contiene pi`
u di una carta - il piano proiettivo P 2 . Il piano proiettivo pu`o essere rappresentato come linsieme di tutte le rette nello spazio R3
13
che passano attraverso lorigine delle coordinate cartesiane. Unaltra rappresentazione del piano proiettivo P 2 `e una sfera di due dimensioni S 2 , laddove
ogni due punti antipodali vengono trattate come un punto. Introduciamo tre
carte di coordinate omogenee. La prima carta include tutte le rette che non
giacciono nel piano z = 0. Le coordinate in questo carta sono
y
x
(1)
u= , v= ,
z
z
dove x, y, z sono coordinate di un punto in R3 che attraversa la retta che
passa anche attraverso lorigine (0, 0, 0) e z 6= 0. Le coordinate x e y possono
avere qualsiasi valore reale e questo `e vero anche per le coordinate omogenee
u e v. La carta (1) non include le rette che giacciono nel piano z = 0 e
dobbiamo introdurre altre due carte:
x
z
p= , q= ,
(2)
y
y
dove y 6= z e
z
y
, s= ,
(3)
x
x
dove x 6= 0. Tre carte (1), (2) e (3) costituiscono un atlante del piano
` facile controllare che le funzioni di transizione tra queste
proiettivo P 2 . E
carte sono differenziabili. Per esempio
u
p=
v
`e differenziabile quando v 6= 0, cio`e quando y 6= 0 ma lintersezione della
carta (2) con la carta (1) include solo i punti dove y 6= 0.
r=
Esempio 1.3.
Consideriamo due variet`a. Sia M la retta reale R con la topologia normale
e la struttura differenziabile definita dallatlante {(R, )}, laddove (x) = x.
Sia N ancora R, ma con la struttura differenziabile data dallatlante {(R, )},
dove (x) = x1/3 . Queste due strutture differenziabili non sono equivalenti,
cio`e le carte (R, ) e (R, ) non sono compatibili, poiche 1 (x) = x1/3 e
allora 1 (x) non `e differenziabile dappertutto.
Quindi, si possono avere delle strutture differenziabili differenti sulla stessa
variet`a topologica. Il fatto che M e N sono distinte ha come conseguenza la
differenza
C (M ) 6= C (N ).
14
15
,
dt
uj p
dt
x0
t0
j
che dimostra che ogni vettore in p `e una combinazione lineare di u 1 p , . . . , u n p .
P
Inversamente, data una combinazione lineare j j u j p , consideriamo la
curva definita come
uj = uj (p) + j t, j = 1, . . . , n.
P
Allora il vettore tangente a questa curva in t = 0 `e j j u j p . Per di
P
mostrare lindipendenza lineare di u 1 p , . . . , u n p , assumiamo j j u j p =
16
17
Definizione 1.12.
` uno
Sia X (M ) linsieme di tutti i campi vettoriali differenziabili su M . E
spazio vettoriale reale rispetto alladdizione naturale e alla moltiplicazione
per scalari. Se X e Y sono in X (M ), definiamo la parentesi [X, Y ] come
unapplicazione dallanello di funzioni in M a se stesso mediante
[X, Y ]f = X(Y f ) Y (Xf ).
Dimostriamo che [X, Y ] `e un campo vettoriale. Usando le coordinate locali,
scriviamo
X
X
j
X=
, Y =
j
.
j
j
u
u
j
j
Allora
[X, Y ]f =
XX
j
( ( /u ) ( /u ))
f
uj
.
Davvero,
XX
j
j
i
ui uj
uj ui
i
j
2
XX
f
2f
i j
=
j i
ui uj
u u
i
j
i
j
XX
i f
i f
+
ui uj
uj ui
i
j
j
X X j f
i
i f
=
i uj
u
ui uj
i
j
j
X X j
i
i
=
f.
i
i
u
u uj
i
j
i
18
j
k
k
j
Z
Z
Y
Xi i
Y
j
k
k
j
x
x
x
y
x
j
k
k
j
k
i
Y Z
i Z Y
j Z X
= Xi i
Y
x xj xk
xi xk xj
xj xk xi
j
i
2 k
2 j
Y X
i j Z
i k Y
+Z k k
+
X
Y
X
Z
.
j
i
i
j
k
i
k
x x x
x x x
x x xj
Facendo permutazioni cicliche dei campi vettoriali X, Y e Z e cambiando
propriamente gli indici, arriviamo a
[X, [Y, Z]] + [Y, [Z, X]] + [Z, [X, Y ]]
k
j
k
i
Y j Z k
i Z Y
j Z X
= Xi i
Y
x xj xk
xi xk xj
xj xk xi
i
2 k
2 j
j
Y X
i j Z
i k Y
+
X
Y
X
Z
+Z k k
j
i
i
j
k
i
k
x x x
x x x
x x xj
k
j
k
i
Z j X k
i X Z
j X Y
+Y i i
Z
j
k
i
k
j
j
k
x x x
x x x
x x xi
i
j
2 k
2 j
Z Y
i j X
i k Z
+X k k
+
Y
Z
Y
X
x xj xi
xi xj xk
xi xk xj
j
k
k
j
k
i
X Y
i Y X
j Y Z
+Z i i
X
x xj xk
xi xk xj
xj xk xi
j
i
2 k
2 j
X Z
i j Y
i k X
+Y k k
+
Z
X
Z
Y
= 0.
x xj xi
xi xj xk
xi xk xj
19
20
uj
+
=
p
i
u = ji .
j
u
1.1
Lalgebra esterna
Definizione 1.1.1.
Sia p V lo spazio vettoriale dei funzionali p-lineari alternanti con valori
reali:
p V := { : V
V} R}.
| {z
p volte
21
Questi funzionali si chiamano p-forme o forme differenziali di grado p. Multilineare significa lineare in ognuna di p variabili; alternante significa che
( , vi , , vj , ) = ( , vj , , vi , ),
da cio`e segue che una forma definita su un insieme di vettori linearmente
dipendenti `e zero. In particolare,
1 = V .
Se p `e maggiore di n, p V `e zero.
p V = 0, per p > n,
perche ogni n-tupla di vettori `e linearmente dipendente. Secondo la convenzione
0 V = R.
22
Definizione 1.1.2.
Definiamo il prodotto esterno di una p-forma ed una q-forma come una
(p + q)-forma:
: p V q V p+q V,
(, ) ,
1 X
( )(v1 , . . . , vp+q ) =
(v(1) , , v(p) )(v(p+1) , , v(p+q) )sgn .
p!q! L
p+q
n
M
p=0
23
p V
insieme ad un prodotto esterno soddisfacente (a), (b), e (c) si chaima algebra esterna
o algebra di Grassmann. Se 1 V = V ha la base
1, . . . , n
allora la base di p V viene data da
i1 i2 ip , 1 i1 < i2 < ip n,
e quindi
dimp V = Cnp
dimV = 2n ,
n!
dove Cnp = p!(np)!
`e il coefficiente binomiale.
Ogni p V pu`o essere scomposta in questa base
X
=
i1 ip i1 ip , i1 ip R.
i1 <i2 <<ip
1 X
i i i1 ip .
p! i i 1 p
1
In questultimo caso i1 ip `e definito per tutti i valori degli indici (non solo
nellordine crescente) ed `e totalmente antisimmetrica.
Il concetto di prodotto esterno generalizza i concetti di prodotto vettoriale
(a b) = ijk aj bk
e di triplo prodotto scalare
(a b) c = ijk aj bk ci
della geometria euclidea tridimensionale.
24
Definizione 1.17.
Il simbolo Dr = Dr (M ) significa uno spazio di r-forme su M . D0 (M ) =
T (M ).
Definizione 1.18.
Differenziazione esterna pu`o essere caratterizzata come segue:
(1) d `e unapplicazione lineare da D(M ) a se stesso tale che
d(Dr ) Dr+1 ;
(2) per una funzione f D0 , df `e un differenziale totale (gradiente);
(3) se Dr e Ds , allora
d( ) = d + (1)r d;
(4) d2 = 0.
In termini di coordinate locali, se
X
fi1 ir dui1 duir ,
=
i1 <<ir
allora
d =
i1 <<ir
Si possono considerare forme differenziali con valori in uno spazio vettoriale arbitrario (che non `e necessariamente il campo di numeri reali R).
25
Definizione 1.19.
Sia V uno spazio vettoriale di m dimensioni. Una r-forma con valori
in V `e una prescrizione ad ogni punto di M di unapplicazione r-lineare
antisimmetrica di Tp (M ) Tp (M ) (r volte) in V . P
Se prendiamo una
j
base e1 , . . . , em in V , possiamo rappresentare come = m
j=1 ej , laddove
j sono r-forme usuali su M . La derivata esterna
d =
m
X
d j ej
j=1
(f (X))g = X(g f ).
Davvero, f pu`o essere rappresentata come v i (uj ) laddove v i sono coordinate
locali in M 0 e uj sono coordinate locali in M . Allora
g f = g(v i (uj )).
Poi
,
uj
la curva a cui X `e tangente puo avere la forma
X = j
uj = uj (p) + j t.
La curva corrispondente in M 0 `e
v i (uj (p) + j t) = v i (uj (p)) +
26
v i
(p) j t.
uj
v i j
.
uj v i
X = j j
u
v i j
X =
uj vi
j
i j
j ( f )(u )
j f (v (u ))
X( f ) =
=
uj
uj
i
i
f v
v
= j i j = j j i f
v u
u v
= (( X)f ).
Definizione 1.29.
Sia X un campo vettoriale su M . Una curva x(t) si chiama curva integrale
di X se, per ogni valore del parametro t0 , il vettore Xx(t0 ) `e tangente alla
curva x(t) in x(t0 ). Per ogni punto p0 di M , c`e ununica curva integrale
x(t) di X, definita per |t| < per un > 0, tale che p0 = x(0). Infatti,
sia u1P
, . . . , un un sistema locale di coordinate in un intorno U di p0 e sia
X =
j u j in U . Allora la curva integrale `e una soluzione del seguente
sistema di equazioni differenziali ordinari
duj
= j (u1 (t), . . . , un (t)), j = 1, . . . , n.
dt
Definizione 1.30.
Un gruppo 1-parametrico di trasformazioni differenziabili di M `e unapplicazione
da R M a M , (t, p) R M t (p) M , che soddisfa le seguenti condizioni:
(1) per ogni t R, t (P ) `e una trasformazione di M ;
28
n
i 1
n
= u (p0 ) = 0. Sia X = (u , . . . , u ) ui in W . Consideriamo il sistema
di equazioni lineari differenziali ordinari:
df i (t)
= i (f 1 (t), . . . , f n (t)), i = 1, . . . , n.
dt
Secondo il teorema fondamentale per i sistemi di equazioni differenziali or29
dinari esiste un unico insieme di funzioni f 1 (t; u), . . . , f n (t; u) definito per
u = (u1 , . . . , un ) con |uj | < 1 e per |t| < 1 , che formano una soluzione di
equazioni differenziali e soddisfano le condizioni iniziali :
f i (0, u) = ui .
Poniamo t (u) = (f 1 (t; u), . . . , f n (t; u)) per |t| < 1 e u in U1 = {u; |uj | <
1 }. Se |t|, |s| e |t + s| sono minori di 1 ed entrambi u e s (u) sono in U1 ,
allora le funzioni g i (t) = f i (t+s; u) sono soluzioni delle equazioni differenziali
per le condizioni iniziali g i (0) = f i (s; u). Quindi g i (t) = f i (t; s (u)). Questo
dimostra che t (s (u)) = t+s (u). Poiche 0 `e la trasformazione identit`a di
U1 , esiste > 0 e > 0 tali che, per U = {u; |U i | < }, t (U ) U1 se |t| < .
Allora, t `e un gruppo locale 1-parametrico di trasformazioni locali definite
su I U . Dalla costruzione `e ovvio che t induce il campo vettoriale dato
X in U .
Teorema 1.3.
Su una variet`a M compatta ogni campo vettoriale X `e completo.
Dimostrazione
Per ogni punto p M , sia U (p) un intorno di p e (p) un numero positivo tale che il campo vettoriale X genera un gruppo locale 1-parametrico di
trasformazioni locali t su I(p)U (p) . Poiche M `e compatto, il ricoprimento
aperto {U (p); p M } ha un sottoricoprimento finito {U (pi ), i = 1, . . . , k}.
` chiaro che t (p) `e definito su I M e,
Sia = min{(p1 ), . . . , (pk )}. E
quindi, su R M .
Teorema 1.4.
Sia una trasformazione di M . Se un campo vettoriale X genera un
gruppo locale 1-parametrico di trasformazioni locali t , allora il campo vettoriale X genera il gruppo di trasformazioni t 1 .
Dimostrazione
` chiaro che t 1 `e un gruppo locale 1-parametrico di trasformazioni
E
locali. Sia p un punto arbitrario di M e q = 1 (p). Poiche t induce X, il
30
f 0 (ts, p)ds.
g(t, p) =
0
31
Davvero,
Z
1
f (ts, p)ds =
t
0
Z
0
f (ts, p)
1
d(ts) = f (t, p)
(ts)
t
1
1
lim [f (t (p)) f (p)] = lim f (t, p) = lim gt (p) = g0 (p).
t0 t
t0
t0 t
t0
= Xp (Y f ) Yp g0 = [X, Y ]p f.
Corollario 1.9.
32
Pi`
u generalmente
1
(s ) [X, Y ] = lim [(s ) Y (s+t ) Y ]
t0 t
per ogni valore di s.
Corollario 1.10.
Supponiamo che X e Y generino i gruppi locali 1-parametrici t e s ,
rispettivamente. Allora t s = s t per ogni s e t se e solo se [X, Y ] = 0.
` utile anche dimostrare laffermazione del Teorema 1.6., usando un sisE
tema di coordinate locale. Supponiano di avere un sistema di coordinate
locale xi intorno al punto P di variet`a differenziabile M . Supponiamo di
avere anche due campi vettoriali X e Y . Consideriamo una curva integrale
del campo vettoriale Y cha passa attraverso il punto P . Sia punto P 0 un
punto che appartiene a questa curva tale che t (P 0 ) = P , laddove t `e un
diffeomorfismo, appartenente al gruppo 1-parametrico (locale) generato dal
0
campo vettoriale Y . Le coordinate locali del punto P 0 xi possono essere
0
rappresentati come le funzioni delle coordinate locali del punto P : xi (xj ).
Le curva a cui il campo vettoriale Y `e tangente nel punto P 0 `e
0
xi (s) = xi (P 0 ) + Y i (P 0 )s + o(s),
(4)
(5)
e il campo vettoriale
(t ) Y i (xj ) =
xi i0 j 0
(x ).
0 Y
xi
(6)
xi = xi + tX i (xj ) + o(t).
33
(7)
(8)
Finalmene otteniamo
Y i (t ) Y i
= X,ji Y j Y,ji X j = [X, Y ]i .
t0
t
lim
1.2
(9)
34
Definizione 2.1.
Consideriamo un punto p di M . Un tensore di tipo
a
b
`e unapplicazione
multilineare
T : |V {z
V } V
V} R
| {z
N 0 volte
N volte
2
e
ed i vettori v e w `e
F (
,
; v, w).
Come unapplicazione lineare F soddisfa luguaglianza
F (a
+ b,
; v, w) = aF (
,
; v, w) + bF (,
; v, w)
e similmente per gli altri argomenti.
Definizione 2.2.
Un campo tensoriale di tipo
a
b
Definizione 2.4.
La contrazione di un tensore rispetto a due suoi indici (argomenti) pu`o
essere definita come
X
T1 =
T (. . . ,
i , . . . ; . . . , ei , . . .),
i
N
Il prodotto tensoriale di un tensore T di tipo
e di un tensore F
0
N
M
N +M
di tipo
`e un tensore di tipo
definito come
0
M
N0 + M0
T F (
1, . . . ,
N +M ; e1 , . . . , eN 0 +M 0 )
= T (
1, . . . ,
N ; e1 , . . . , eN 0 ) F (
N +1 , . . . ,
N +M ; eN 0 , . . . , eN 0 +M 0 ).
Consideriamo vettori e tensori definiti in un punto p di M . Supponiamo
che noi abbiamo una base vettoriale {ei , i = 1, . . . , n} e vogliamo invece usare
unaltra base {e0j , j = 1, . . . , n}. Allora in Tp c`e una trasformazione lineare
dalla vecchia base alla base nuova:
e0j = ij 0 ei .
La vecchia base di 1-forme soddisfa le ugualglianze
i (ej ) = ji .
36
Allora
i (ej 0 ) =
i (kj0 ek ) = kj0 ki = ij 0 .
(10)
k0
ki
i (ej 0 ) = jk0 .
Quindi, la nuova base di 1-forme duale alla nuova base di vettori `e
0
k = ki
i.
Le 1-forme della base duale trasformano usando la matrice inversa.
Le componenti trasformano secondo le regole
0
Vi =
i (V ) = ij
j (V ) = ij V j ,
qk0 = q(ek0 ) = q(jk0 ej ) = jk0 q(ej ) = jk0 qj .
Queste regole mostrano che le componenti di vettori e le 1-forme di base
obbediscono alla stessa legge, la quale `e opposta a (cio`e usa la matrice inversa)
alla legge che governa le trasformazioni delle componenti di 1-forme e di
vettori di base.
Queste leggi di trasformazione opposte hanno dato lorigine ai vecchi nomi
vettori covarianti e vettori contravarianti. Il punto di vista moderno
sottolinea il fatto che n`e vettori n`e 1-forme non cambiano a causa di una
trasformazione di base: loro sono dei oggetti geometrici, che non dipendono
dalle coordinate.
Consideriamo le trasformazioni di base che vengono indotte dalle trasformazioni di coordinate. Supponiamo che un insieme aperto U di una variet`a
M abbia un sistema di coordinate {xi , i = 1, . . . , n}. Introduciamo funzioni
0
y i = f i (x1 , . . . , xn ), i0 = 1, . . . , n.
Queste equazioni costituiscono una trasformazione di coordinate se matrice
j0
ha un determinante diverso da zero in U .
Jacobiana di derivate parziali y
xi
37
i
j0
{x } o {y }. Abbiamo anche due diverse basi di vettori xj e
xi
=
.
y j 0
y j 0 xj
Quindi,
ij 0 =
xi
,
y j 0
0
0
kj
y k
=
.
xj
(11)
` importante capire che queste formule definiscono solo una classe ristretta
E
0
di campi di trasformazione kj in U . In ogni punto p di U , si pu`o sceglere
tutti n2 elementi arbitrariamente ma non `e cos` in un intorno di p, perche
(11) implica che
0
0
kj
kl
=
,
xl
xj
0
V} .
V
V } V
| {z
| {z
r volte
s volte
38
Gli elementi di questo spazio vettoriale sono i tensori di tipo
s
r
:
is j1
T = Tji11j
jr ei1 eis .
r
Definizione 2.6.
Se V `e uno spazio vettoriale, un endomorfismo di V `e unapplicazione
lineare da V a s`e stesso T : V V .
Definizione 2.7.
Sia T lalgebra tensoriale su uno spazio vettoriale V . Un endomorfismo
D di T si chiama derivazione se esso soddisfa le seguenti condizioni:
(a) preserva il tipo, cio`e D trasforma Tsr in se stesso;
(b) D(K L) = DK L + K DL (identit`a di Leibniz);
(c) D commuta con ogni contrazione.
Teorema 2.1.
Lalgebra di Lie di derivazioni di T (V ) `e isomorfa allalgebra di Lie degli
endomorfismi di V . Lisomorfismo viene dato dalla prescrizione ad ogni
derivazione la sua restrizione su V .
Dimostrazione
Una derivazione D trasforma T01 = V in se stesso, cio`e induce un endo` chiaro che D B `e un omomorfismo tra
morfismo, che denotiamo B. E
le algebre di Lie. Dalla regola di Leibniz e dalla linearit`a della derivazione
segue che D trasforma ogni elemento del campo numerico R in zero. Allora,
per v V e v V , abbiamo
0 = D(hv, v i) = D(C(v v ))
= C(D(v v )) = C(Dv v + v Dv )
= hDv, v i + hv, Dv i,
laddove C significa contrazione.
Poiche Dv = Bv, Dv = B v , laddove B `e il trasposto di B.
39
40
Esempi di tensori
Esempio 2.1.
Se v V e v V , allora v v `e un tensore di tipo (1,1). La contrazione C : T11 R trasforma v v in hv, v i. Generalmente, un tensore K
di tipo (1,1) pu`o essere considerato come un endomorfismo lineare di V e la
contrazione CK di K `e, quindi, la traccia del corrispondente endomorfismo.
Infatti, se e1 , . . . , en `e una base per V e K ha le componenti Kji rispetto a
P
questa base, allora lendomorfismo corrispondente a K manda ej a i Kij ej .
Ovviamente,
la traccia di K e la contrazione CK di K sono entrambe uguali
P i
a i Ki .
Esempio 2.2.
Un prodotto interno g (tensore metrico o, semplicemente, metrica) su
uno spazio vettoriale V `e un tensore covariante di grado 2, che soddisfa le
seguenti condizioni:
(1) g(v, v) 0 e g(v, v) = 0 se e solo se v = 0 (positivamente definito),
(2) g(v, v 0 ) = g(v 0 , v) (simmetrico).
Esempio 2.3.
Sia K un tensore di tipo (1,1). Consideriamolo come un endomorfismo di
V . Allora, lautomorfismo di T (V ) indotto da un automorfismo A di V mappa
il tensore K nel tensore AKA1 . Dallaltro lato, la derivazione di T (V )
indotto da un endomorfismo B di V trasforma K nel [B, K] = BK KB.
41
Derivazione di Lie
Definizione 3.1.
r
Sia IP
s (M ) linsieme di campi tensoriali di tipo (r, s) definito su M e
r
e unalgebra sul campo dei numeri reali
I(M ) =
s,r=0 Is (M ). Allora I(M ) `
R. Se `e una trasformazione di M , il suo differenziale d`a un isomorfismo lineare tra lo spazio tangente T1 x (M ) e lo spazio tangente Tx (M ).
Questo isomorfismo pu`o essere esteso ad un isomorfismo dallalgebra tensoriale T (1 (x)) allalgebra tensoriale T (x), che denotiamo come .
Dato un
campo tensoriale K, definiamo un campo tensoriale K
tramite
(K)
x = (K
1 (x) ), x M.
In questo modo, ogni trasformazione di M induce un automorfismo dellalgebra
I(M ).
Definizione 3.2.
Definiamo la derivata di Lie di un campo tensoriale K rispetto ad un
campo vettoriale X come segue. Per ogni t, t `e un automorfismo dellalgebra
I(M ). Per ogni campo tensoriale K su M , definiamo
1
(LX K)x = lim [Kx (t K)x ].
t0 t
Lapplicazione LX da I(M ) a se stessa che trasforma K in LX K si chiama
derivazione di Lie rispetto a X.
Teorema 3.1.
La derivazione di Lie LX rispetto ad un campo vettoriale X soddisfa le
seguenti condizioni:
(a) LX `e una derivazione di I(M ), cio`e `e lineare e soddisfa
LX (K K 0 ) = (LX K) K 0 + K (LX K 0 )
per tutti K, K 0 I(M );
(b) LX conserva il tipo
LX (Isr (M )) Isr (M );
42
43
X,
44
Dimostrazione
Poniamo D = D1 D2 . Dobbiamo dimostrare che se una derivazione D
`e zero su T (M ) e X (M ) allora essa `e zero su I(M ).
Sia K un campo tensoriale di tipo (r, s) ed x un punto arbitrario di M .
Per dimostrare che DK sparisce in x, prendiamo un intorno V di x con le
coordinate x, . . . , xn e presentiamo K come
X
ir
Xi1 Xir j1 js ,
K=
Kji11j
s
laddove Xi = x i e j = dxj .
Dimostriamo che
X
ir
D(K =
Kji11j
Xi1 Xir j1 js ) = 0.
s
Questo seguir`a dal fatto che D = 0 per ogni 1-forma su M . Sia Y un
campo vettoriale e
C : I11 (M ) T (M )
la contrazione tale che
C(Y ) = (Y )
`e una funzione. Allora abbiamo
0 = D(C(Y )) = C(D(Y ))
C(DY ) + C(Y D)
= C(Y D) = (D)(Y ).
Poiche questo `e vero per ogni campo vettoriale Y , D = 0.
Linsieme di tutte le derivazioni di I(M ) costituisce unalgebra di Lie su
R (di dimensionalit`a infinita) con loperazione di parentesi definita via
[D, D0 ]K = D(D0 K) D0 (DK).
Linsieme di tutti i campi tensoriali S di tipo (1,1) costituisce una sottoalgebra di Lie delle derivazioni di I(M ). Abbiamo dimostrato che una derivazione
di I(M ) `e indotta da un campo tensoriale di tipo (1,1) se e solo se essa `e
uguale a zero su T (M ). Quindi, se D `e una derivazione di I(M ) e S `e un
campo tensoriale di tipo (1,1), allora [D, S] `e zero su T (M ), e, quindi, `e
45
K(Y1 , . . . , [X, Yi ], . . . , Yr ).
(12)
i=1
Dimostrazione
Abbiamo K(Y1 , . . . , Yr ) = C1 Cr (Y1 Yr K), laddove C1 , . . . , Cr )
sono le ovvie contrazioni. Usando le condizioni (a) e (c) del Teorema 3.1.,
abbiamo per ogni derivazione D di I(M ),
X
D(K(Y1 , . . . , Yr )) = (DK)(Y1 , . . . , Yr ) +
K(Y1 , . . . , DYi , . . . , Yr ).
i
46
(13)
dove Dr (M ).
Lo spazio di tutte le derivazioni graduate `e unalgebra di Lie graduata
con la parentesi graduata
[D1 , D2 ] := D1 D2 (1)k1 k2 D2 D1 .
(14)
(15)
(16)
(18)
Sostituendo le espressioni (17), (18) e (19) nella formula (16), vediamo che
lidentit`a di Jacobi graduata viene rispettata.
Notiamo che la differenziazione esterna d `e una derivazione graduata di
grado 1.
Teorema 3.8.
Per ogni campo vettoriale X, LX `e una derivazione graduata di grado 0
di D(M ) che commuta con la differenziazione esterna d. Inversamente, ogni
derivazione di grado 0 che commuta con d `e uguale a LX per un certo campo
vettoriale X.
Dimostrazione
Osserviamo che LX commuta con lantisimmetrizzazione. Questo segue
immediatamente dalla formula
(LX )(Y1 , . . . , Yr ) = X((Y1 , . . . , Yr ))
X
(Y1 , . . . , [X, Yi ], . . . , Yr ),
i
Definizione 3.5.
Per ogni campo vettoriale X, definiamo una derivazione graduata iX , che
si chiama prodotto interno rispetto a X, di grado 1 di D(M ) tale che
(a) iX f = 0, per ogni f D0 (M );
(b) iX = (X) per ogni D1 (M ).
Come sappiamo, tutte le derivazioni graduate sono definite via loro azione
su T (M ) e D1 (M ). Consideriamo ogni r-forma come un elemento di Ir0 (M )
e definiamo iX = C(X ). In altre parole
(iX )(Y1 , . . . , Yr1 ) = r (X, Y1 , . . . , Yr1 ) per Yi X (M ).
La formula graduata di Leibniz
iX ( 0 ) = iX 0 + (1)r iX 0
viene verificata direttamente.
Poiche
(i2X )(Y1 , . . . , Yr2 ) = r (r 1) (X, X, Y1 , . . . , Yr2 ) = 0,
abbiamo
i2X = 0.
Teorema 3.9.
Abbiamo le seguenti relazioni tra d, LX e iX :
(a) LX = d iX + iX d per ogni campo vettoriale X;
(b) [LX , iY ] = i[X,Y ] per qualsiasi coppia di campi vettoriali X e Y .
Dimostrazione
50
r
X
i , . . . , Xr ))
(1)i Xi ((X0 , . . . , X
i=0
i+j
(1)
i, . . . , X
j , . . . , Xr ),
([Xi , Xj ], Xo , . . . , X
0i<jr
51
(20)
(X1 , . . . , [X, Xi ], . . . , Xr ).
i=1
+
=
(1)
i+j
i, . . . , X
j , . . . , Xr )
(iX )([Xi , Xj ], X1 , . . . , X
1i<jr
r
X
i , . . . , Xr ))
(1)i1 Xi ((X, X1 , . . . , X
i=1
i, . . . , X
j , . . . , Xr ).
(1)i+j ([Xi , Xj ], X, X1 , . . . , X
1i<jr
52
Gruppi di Lie
Definizione 4.1.
Un gruppo di Lie `e un insieme G che `e simultaneamente una variet`a differenziabilie ed un gruppo tale che la sua struttura di gruppo `e differenziabile.
Questo significa che le due applicazioni
GGG
(g, g 0 ) gg 0
e
GG
g g 1
sono differenziabili.
Linsieme G eredita dalla sua struttura di variet`a tali propriet`a quali dimensionalit`a, compattezza, connettivit`a ecc. Dalla sua struttura di gruppo,
un gruppo di Lie eredita tali aggettivi quali abeliano, semplice, nilpotente
ecc. Denotiamo lelemento neutro del gruppo di Lie come e, allora Ge `e una
componente connessa di G, che contiene e. Linsieme Ge `e un sottogruppo
di Lie con la stessa dimensionalit`a di G.
Esempio 4.1.
Ci sono solo due diversi gruppi di Lie connessi unidimensionali: il primo `e
` non-compatto e semplicemente connesso.
R con la sua struttura additiva. E
Il secondo gruppo `e la circonferenza S 1 := {z C, |z| = 1} con la sua
struttura di gruppo moltiplicativa. Notiamo che
S 1 = U (1) = SO(2).
` compatto ed non `e semplicemente connesso. Entrambi i gruppi sono
E
abeliani. Ogni gruppo di Lie abeliano connesso `e un prodotto cartesiano
di copie di questi due gruppi.
Esempio 4.2.
53
4
X
x2i = 1.
i=1
55
56
57
Definizione 4.10.
Un campo vettoriale A su un gruppo di Lie G si chiama invariante a
sinistra se esso `e invariante rispetto a tutte le traslazioni a sinistra:
Lg (A(h)) = A(gh) per tutti g G.
I campi vettoriali invarianti formano una sottoalgebra di Lie g dellalgebra
di Lie di campi vettoriali. Essa `e finitodimensionale
dim g = dim G.
Davvero, ogni campo vettoriale invariante `e definito univocamente via il suo
valore A(e) Te G nellelemento neutro. Abbiamo
A(g) = Lg A(e).
Se d `e la dimensionalit`a di G e A1 (e), . . . , Ad (e) `e una base di Te G, allora i
campi vettoriali invarianti corrispondenti sono una base di G. Lalgebra di
Lie descrive il gruppo di Lie solo localmente, intorno allelemento neutro.
Discuttiamo in alcuni dettagli lesempio del gruppo GLn . Notiamo che la
maggioranza di gruppi di Lie hanno rappresentazioni lineari fedeli e, quindi,
2
sono sottogruppi di certi GLn . Essendo un sottoinsieme aperto di Rn , GLn
ha le coordinate globali. Le coordinate di un certo elemento g GLn sono
gli elementi di una matrice xij (g) R. In particolare,
xij (e) = ij .
Un vettore tangente A(e) Te G pu`o essere rappresentato come
n
X
Ae (e) =
ai 1 i 2 i 1 i 2 .
x
i1 ,i2 =1
i1 i2
I numeri a
formano una matrice costante. La curva integrale, corrispondente al vettore A(e) `e
xij (t) = ij + aij t,
(21)
laddove t `e il parametro della curva. I punti della curva (21) si spostano
sotto lazione dellelemento g GLn a sinistra come
ij
Lg x (t) =
n
X
ik
kj
ij
k=1
n
X
k=1
58
xik (g)akj t.
A(g) =
xik (g)akj ij .
x
k,i,j=1
[A, B] =
k,i1 ,i2 =1
=
=
n
X
k,l,i1 ,i2 ,j1 ,j2
n
X
i1 k
i1 ,i2 ,k,l
i1 k ki2
xi1 i2
n
X
xj1 l blj2
l,j1 ,j2 =1
(a b)
xj1 j2
(a b)
xj1 j2
.
xi1 i2
Abbiamo visto che [A, B] `e un campo vettoriale invariante. La corrispondenza A ai1 i2 che trasforma le parentesi di Lie di campi vettoriali invarianti
nei commutatori di matrici `e un isomorfismo tra le algebre di Lie.
4.1
Una rappresentazione di un gruppo di Lie G su ana variet`a M `e un omomorfismo da G a Dif f (M )-linsieme di tutti i diffeomorfismi di M . Una
rappresentazione dellalgebra di Lie g su M u
`n omomorfismo dallalgebra
di Lie la versione infinitesimale di G a vect(M )-linsieme di tutti i campi
vettoriali su M la versione infinitesimale di Dif f (M ).
Un esempio importante di una rappresentazione lineare di un gruppo do
Lie G `e la rappresentazione aggiunta. Essa agisce sullo spazio vettoriale
T eG (che viene identificato con lalgebra di Lie g) mediante
Ad : G GL(Te G)
g Adg
Adg : Te G Te G
A(e) Te autg (A(e)).
59
60
4.2
La forma di Maurer-Cartan
Definizione 4.13
Una forma differenziale su un gruppo di Lie G si chiama invariante a
sinistra se quella `e invariante rispetto a tutte le traslazioni a sinistra.
Definizione 4.14.
Siano A1 , . . . , Ad campi vettoriali invarianti, linearmente indipendenti.
Denotiamo via
1 , . . . , d 1 G
la base duale di 1-forme
i (Aj ) = ji .
Le forme i si chiamano forme di Maurer-Cartan. Poiche la differenziazione
esterna commuta con i diffeomorfismi, le 2-forme d i sono anche invarianti e
possono essere espanse come
1X i k
f l.
(22)
d i =
2 k,l kl
Teorema 4.4.
61
Dimostrazione
Davvero,
d i (Ak , Al ) = iAk iAk d i
= iAl (LAk i diAk i )
= LAk iAl i i[Ak ,Al ] i
X j
=
fkl Aj = fkli .
j
Lidentit`a
d2 i = 0
`e equivalente allidentit`a di Jacobi espressa in termini delle costante strutturali.
Davvero, lequazione di Maurer-Cartan `e
1
d i = fkli k l .
2
Applicando a questa equazione la differenziazione esterna d, avremmo
1
1
0 = d2 i = fkli d k l + fkli k d l
2
2
1 i k r
1
l k
= fkl frs s l fkli frs
r s.
4
4
Cambiando i ruoli degli indici k e l nellultimo termine e usando lantisimmetria
del prodotto esterno di tre 1-forme, otteniamo
k i l
frs
fkl r s = 0
Dallaltro lato
0 = [Ar , [As , Al ]] + [As , [Al , Ar ]] + [Al , [Ar , As ]]
i
i
k i
= fslk fkr
Ai flrk fks
Ai frs
fkl Ai ,
62
(23)
A(g) =
xi1 k (g)aki2
i:1,i2 ,k
.
xi1 i2
ai 1i2
i 1 i2
|e .
xi1 i2
(g) =
| i1 i2 (g)dxj1 j2 ,
i1 i2 e j1 j2
x
i ,i ,j j
1 2
1 2
laddove i coefficienti ji11ji22 (g) debbono essere scelti in tale modo che si verifichi
lugualglianza
(g)A(g) = A(e).
63
Una sostituzione diretta mostra che la forma cercata dei coefficienti ji11ji22 (g)
`e
ji11ji22 (g) = xj1 i1 (g 1 )ij22 .
Esempio 4.5.
Consideriamo il gruppo SU (2) che `e il gruppo universale di rivestimento
del gruppo SO(3). Questi gruppi hanno le algebre di Lie isomorfe. Una base
di SO(3) `e
0 0 0
0 0 1
0 1 0
T1 = 0 0 1 , T2 = 0 0 0 , T3 = 1 0 0 ,
0 1 0
1 0 0
0 0 0
che rappresentano rotazioni infinitesimali intorno alle assi x1 , x2 e x3 . Le
costanti di struttura sono
[Ta , Tb ] = abc Tc .
Lalgebra di Lie reale su(2) contiene matrici complesse 22, antihermitiane e
con la traccia uguale a zero. Una base conveniente `e a = 21 ia , a = 1, 2, 3,
laddove a sono le matrici di Pauli:
1 0
0 1
0 i
1 =
, 2 =
, 3 =
.
1 0
i 0
0 1
Le relazioni di commutazione sono
[a , b ] = abc c ,
quindi, so(3) e su(2) sono isomorfe. La variet`a di SU (2) `e S 3 , cio`e semplicemente connessa. Il gruppo SO(3) `e connesso, ma non `e semplicemente
connesso. Costruiamo lomomorfismo
: SU (2) SO(3).
Introduciamo una funzione ausiliaria:
f : R3 su(2)
1
x
3
1
2
1
x
x
ix
j
2
v = x x j = i
.
x1 + ix2
x3
2
x3
64
4.3
d
,
Consideriamo una variet`a differenziabile ed un campo vettoriale Y = d
laddove `e il parametro della corrispondente curva integrale. Allora le coordinate di due punti della variet`a xi (0 ) e (xi (0 + t) sono legate mediante
la seria di Taylor
i
1 2 d 2 xi
dx
i
i
+ t
+
x (0 + t) = x (0 ) + t
d 0 2
d 0
d
1 2 d2
= 1+t
+ t
+ xi
2
d 2 d
0
d
= exp t
xi .
d
0
65
(24)
laddove V `e un elemento dellalgebra di Lie del gruppo di Lie. Che cosa significa questa ugualglianza ? Gli elementi del gruppo di Lie sono gli elementi
di una variet`a mentre gli elementi dellalgebra di Lie sono campi vettoriali.
Il punto `e che gli elementi del gruppo di Lie hanno una natura doppia.
Loro sono i punti di una variet`a differenziabile e nello stesso tempo sono
i diffeomorfismi di questa variet`a. La formula (24) `e la formula che connette il cambiamento di una funzione sulla variet`a ottenuto tramite lazione
dellesponenziale delloperatore differenziale rappresentato da un campo vettoriale e il cambiamento della stessa funzione a causa del diffeomorfismo,
indotto dallazione a sinistra dellelemento del gruppo g.
Ora possiamo costruire lomomorfismo SU (2) SO(3), usando lesponenziazione.
Nel gruppo SU (2) lelemento dellalgebra di Lie 1 ha lesponenziale
2
1 t
t 0 i
1 0
+
exp(t1 ) =
+
0 1
2 i 0
2! 2
3
1 t
0 i
+
+
i 0
3! 2
cos 2t i sin 2t
.
=
i sin 2t cos 2t
1 0
0 1
1 0 0
0 0 0
exp(sT1 ) = 0 1 0 + s 0 0 1
0 0 1
0 1 0
0 0
0
0 0 0
1
1
+ s2 0 1 0 + s3 0 0 1 +
2!
3!
0 0 1
0 1 0
1
0
0
= 0 cos s sin s .
0 sin s cos s
66
1
0
0
t
t
cos 2 i sin 2
:
0 cos s sin s ,
i sin 2t cos 2t
0 sin s cos s
allora `e chiaro che questo `e un omomorfismo di due sottogruppi 1-parametrici
e che due elementi t e t + 2 di SU (2) hanno lo stesso immagine in SO(3).
Poi, t + 4n per ogni n intero `e lo stesso punto di SU (2). Quindi, exp(t1 )
`e un rivestimento doppio di exp(sT1 ). Generalizzando per il gruppo intero,
possiamo dire che la mappa
exp(t1 1 + t2 2 + t3 3 ) exp(t1 T1 + t2 T2 + t3 T3 )
`e un rivestimento doppio di SO(3) da SU (2). Sappendo che SU (2) ha la
topologia globale della sfera S 3 , possiamo scoprire la topologia di SO(3). Il
sottogruppo 1-parametrico exp(t1 ) di SU (2) comincia allelemento neutro
e con t = 0 e ritorna a questo elemento con t = 4. Questo `e un grande
cerchio intorno S 3 . I punti t e t + 2 sono diametralmente opposti luno
allaltro. Per farli diventare lo stesso punto di SO(3) possiamo identificare
SO(3) come la semisfera superiore di S 3 con i punti sugli estremi opposti
di un diametro equatoriale identificate. Questa variet`a non `e semplicemente
connessa, perche una curva, che connette due punti antipodali identificati
non pu`o essere deformata in un punto.
4.4
Vettori di Killing
Definizione 4.15.
Un campo tensoriale T si chiama invariante rispetto allazione di un
campo vettoriale V se
LV T = 0.
Teorema 4.5.
Sia F = {T1 , T2 , . . .} un insieme di campi tensoriali. Allora linsieme di
tutti i campi vettoriali rispetto ai quali tutti i campi nellinsieme F sono
invarianti formano unalgebra di Lie.
67
Dimostrazione
Se un campo tensoriale T `e invariante rispetto ai campi vettoriali X e Y ,
esso `e anche invariante rispetto ad una loro combinazione lineare
LaX+bY T = aLX T + bLY T = 0,
laddove a e b sono dei numeri reali.
Inoltre, il campo vettoriale `e invariante rispetto alla parentesi di Lie di
questi campi visto che
L[X,Y ] T = [LX , LY ]T = LX LY T LY LX T = 0.
Definizione 4.16.
Un campo vettoriale di Killing X `e un campo che soddisfa lequazione
LX g = 0,
(25)
4.5
Simmetria sferica
Definizione 4.17.
Una variet`a M , laddove `e definito un tensore metrico g, `e sfericamente
simmetrica se la sua algebra di Lie di campi vettoriali di Killing contiene una
sottoalgebra di Lie, che `e lalgebra di Lie del gruppo SO(3).
Consideriamo una spazio di Hilbert di funzioni definite sulla sfera S 2 .
Lazione del gruppo SO(3) sulla sfera S 2 induce trasformazioni di questi funzioni che costituiscono una rappresentazione infinitodimensionale del gruppo
SO(3). Si pu`o costruire le rappresentazioni irreducibili finito-dimensionali
in L2 (S 2 ). Queste rappresentazioni usano le funzioni sferiche Ylm (, ), dove
68
il numero orbitale quantistico l, (l = 0, 1, 2, . . .) caratterizza una rappresentazione e il numero quantistico magnetico m, (m = l, (l 1, . . . , l) caratterizza gli elementi di base di questa rappresentazione. La rappresentazione
con l = 1 `e la pi`
u piccola rappresentazione fedele del gruppo SO(3); essa si
chiama la rappresentazione fondamentale.
Ovviamente, ogni rappresentazione del gruppo SO(3) definisce anche una
rappresentazione del gruppo SU (2). Tuttavia, il gruppo SU (2) ha altre rappresentazioni, che non sono rappresentazioni del gruppo SO(3). La rappresentazione fondamentale di SU (2) `e una rappresentazione in due dimensioni
complesse. Si chiama rappresentazione spin-1/2. Se prendiamo un vettore
dello spazio C2 che si chiama spinore e facciamo la trasformazione corrispondente al parametro t = 2, siamo allelemento e in SU (2). Quindi, lo
spinore cambia il segno quando viene rotato per 2.
` molto interessante che questa corrispondenza tra le rappresentazioni
E
non `e semplicemente un gioco matematico. La funzione donda di una particella elementare con lo spin uguale a 21 , appartiene ad uno spazio vettoriale
di SU (2) con l non intero. Quindi, cominciamo con lalgebra di Lie della
simmetria sferica, troviamo il gruppo SU (2), che ha la topologia il pi`
u semplice possibile, e vediamo che questo gruppo `e pi`
u fondamentale del gruppo
SO(3), perche nella Natura esistono particelle che appartengono alle rappresentazioni di SU (2) e non a quelle di SO(3).
69
Forme differenziali
5.1
5.2
La definizione del prodotto esterno per le forme differenziali pu`o essere data
nel seguente modo. Se p e q sono due 1-forme, allora
p q p q q p.
Ovviamente p q `e una due-forma:
p q(V, W ) = p(V ) q(W ) q(V ) p(W ) =
p q(W, V ).
Inoltre p p(V, W ) = 0 per ogni coppia V, W .
La regola per prodotti esterni si estende naturalmente a tre-forme:
p (
q r) = (
p q) r = p q r
p q r + q r p + r p q r p q p r q q p r.
Analogamente, si pu`o estendere questa formula al caso di p 1-forme, dove
p n.
Prodotto interno
Torniamo ora alla nozione del prodotto interno di una forma differenziale per
un vettore,
i
=
(, . . .),
[
()]jk = ijk i ,
che `e una (p 1)-forma ottenuta mediante la contrazione di una p-forma
con un vettore .
Consideriamo
= p q , laddove p e q sono 1-forme. Allora
(
p q)() = (
p q q p)() = p()
q q()
p.
71
() =
5.3
1
i ijk
j
k.
(p 1)!
Chiralit`
a e orientabilit`
a
5.4
In una variet`a n-dimensionale, un insieme di n vettori linearmente indipendenti definisce una regione con un volume diverso da zero. Il volume `e un
valore di una n-forma, che possiamo scegliere liberamente. Supponiamo che
sia una n-forma su un insieme aperto U di una variet`a M , dove sono definite coordinate {x1 , . . . , xn }. Allora esiste una funzione f (x1 , . . . , xn ) tale
che
= f dx1 dxn .
Per integrare
in regioni piccole (cellule), definite da n-tuple
su1 U , dividiamolo
n
di vettori x x1 , . . . , x xn . Lintegrale della funzione f su una cellula
`e uguale approssimativamente al valore di f , moltiplicato per il prodotto
1
n
1
n
1
n
x x = dx dx x
, . . . , x
.
x1
xn
72
Allora, abbiamo
Z
f (x1 , . . . , xn )dn x
(cellula).
cellula
f (x1 , . . . , xn )dn x.
5.5
N -vettori
Definizione 5.1.
Un tensore completamente antisimmetrico di tipo
N
0
si chiama N -vettore.
73
1
12n
Definizione 5.3.
rispetto a
Diremo che S `e un duale di B
, se B `e p-forma e
S ik =
1 lmik
Blm .
p!
(f
) =
1 lm
(f lm ) = f.
n!
f = f.
1
ikjl S ik
(n p)!
1
ikjl rsik Brs
p!(n p)!
(1)p(np)
=
ikjl ikrs Brs .
p!(n p)!
= (1)p(np) B.
T = (1)q(nq) T.
+1 permutazione pari
ijk
1 permutazione dispari
ijk =
(26)
0 altrimenti.
Consideriamo una n-forma
con le componenti in una certa base di
coordinate
ijk = wijk .
75
5.6
Metrica e volume
=
1
n.
0
(27)
5.7
+ A2 2 + A3 3 .
1
x
x
x
+(A3,2 A2,3 ) 1 .
x
Possiamo scrivere
rotA = A = dA,
laddove il prodotto vettoriale nello spazio tridimensionale `e definite come al
solito:
(A B)i = ijk Aj B k .
77
Notiamo, che ben nota affermazione che il rotore del gradiente di una funzione
scalare `e uguale a zero, segue dal fatto che il quadrato della derivata esterna
di una funzione scalare `e uguale a zero.
Definiamo anche la divergenza di un vettore. La 2-forma duale ad un
vettore A `e
A = dB,
allora,
= d2 B
=0
divA = d( dB)
e cos` arriviamo alla dimostrazione del fatto che la divergenza del rotore `e
uguale a zero.
5.8
Una forma
si chiama esatta se
= d.
Definizione 5.6.
Una forma
si chiama chiusa se d
= 0.
Tutte le forme esatte sono chiuse.
78
Domanda
Una forma differenziale chiusa `e anche esatta sempre ?
Teorema 5.2. (Lemma di Poincare)
Se
`e una p-forma chiusa definita dappertutto in una regione U della
variet`a M e U abbia una 1-1 mappa differenziabile su una palla aperta di
=
(r) = ijk xi dxj dxk .
Ora definiamo le funzioni
1
jk (x , . . . , x ) =
(28)
Poi
Z 1
jk =
tp1 ijk (tx1 , . . . , txn )dt
xi
0
Z 1
+
tp xl ljk,i (tx1 , . . . , txn )dt.
0
79
(29)
=
x2 + y 2
`e chiusa. Si pu`o notare che
y
= d arctan
x
o
= d,
dove = arctan xy `e un angolo nelle coordinate polari. Tuttavia, non `e
definita in modo univoco in tutto lanello. Qundi, la rappresentazione
= d
`e valida localmente, ma non globalmente.
80
5.9
Teorema di Stokes
,
U ()
U (0)
U ()
Z
f dx
=
V (0)
V ()
Z
=
dx2 dxn
ZV (0)
()|U + o().
=
V
Quindi
d
d
Z
= lim
0
U ()
Dallaltro lato
d
d
U ()
U (0)
()|U .
(30)
L
.
U ()
(31)
U (0)
Z
L
=
d[
()].
U
81
(32)
()|U .
U
(33)
.
(34)
U
dxi
d =
i
d
U
i dxi ,
d
dove d
- un vettore tangente alla curva U .
Il teorema di Stokes include anche il teorema di Gauss del calcolo vettoriale. Torniamo alla formula (33) e consideriamo le coordinate tali che
e
1
2
d[
()] = ,1
dx1 dx2 dxn + ,2
dx1 dxn
= ,ii
.
Sfruttando unanalogia con la geometria euclidea, introduciamo
-divergenza
di un campo vettoriale :
div () = d[
()].
Se in W usiamo coordinate tali che U `e una superficie con x1 costante,
allora la restrizione di
() su U `e
Pi`
u generalmente, se n
`e una 1-forma normale a U (cio`e n
() = 0 per ogni
vettore tangente a U ), e se
`e qualsiasi (n 1)-forma tale che
=n
,
allora otteniamo
()|U = n
()
|U .
Quindi,
Z
Z
(div ()
=
U
n
()
.
U
5.10
Coomologie di de Rham
1
2
1
2 = d.
Linsieme di tutte le classi di equivalenza si chiama p-esimo spazio vettoriale
di coomologie di de Rham di M, H p (M ).
Possiamo ora riscrivere il risultato del lemma di Poincare come laffermazione
che per ogni palla aperta o per ogni regione U diffeomorfa a tale palla,
H p (U ) = 0 per p 1, poiche tutte le p-forme chiuse sono equivalenti tra
` possibile calcolare
di loro e, quindi, sono equivalenti alla p-forma zero. E
0
H (M ) per ogni variet`a connessa M . Una 0-forma `e una funzione, quindi,
Z 0 (M ) `e lo spazio di funzioni f tali che df = 0, cio`e costanti. Questo `e R1 .
` dimensionalit`a
Inoltre, poiche non esistono (-1)-forme, lo spazio B 0 (M ) ha
uguale a zero. La relazione di equivalenza `e una uguaglianza algebrica: le
costanti f e g sono equivalenti (f g se e solo se loro sono uguali (f = g).
Quindi, H 0 (M ) = Z 0 (M ) = R1 . Se M non `e una variet`a connessa, la funzione Z 0 (M ) pu`o avere diversi valori su diverse componenti di M . Allora
83
5.11
Diamo ancora una volta le dimostrazioni di affermazioni e formule importanti che legano le nozioni della derivata di Lie, della derivata esterna e del
prodotto interno.
Dimostriamo il fatto che la differenziazione esterna commuta con i diffeomorfismi, usando un sistema di coordinate locale. Supponiamo di avere una
p-forma che nel punto p della variet`a M pu`o essere rappresentata come
= i1 ip dxi1 dxip .
(35)
(36)
xi1
x
0
i1
xip
x
i0p
i1 ip dxi1 dxip .
(37)
0
0
0
xip
xi xi1
i
i1
ip
dx
dx
dx
.
i
i
]
0
0
0
p
1
xi xi1
xip x[i
84
(38)
x
x
=
i1 ip dxi dxi1 dxip
0
0
0
x[i xi1
xip ]
0
0
0
xi1
xip xi
ip
i1
i
+ 0
.
dx
dx
dx
i
i
]
0
0
p
1
xi1
xip xi x[i
(39)
(41)
(42)
85
Allora
X((Y )) = X i j,i Y j + X i j Y,ij ,
Y ((X)) = Y i j,i X j + Y i j X,ij ,
([X, Y ]) = i X j Y,ji i Y j X,ji ,
(d)(X, Y ) = i,j (X i Y j X i Y j ).
(44)
(45)
(46)
(47)
d LX LX d = d d iX + d iX d d ix d iX d d = 0. (48)
La properiet`a (48) `e una versione infinitesimale dellidentit`a (40).
Concludendo questa sezione, scriviamo lelenco delle formule che rappresentano le propriet`a delle derivate di Lie, dei prodotti interni e delle derivate
esterne che agiscono nellalgebra esterna di forme differenziali:
LX LY LY LX = L[X,Y ] ,
LX iY iY LX = i[X,Y ] ,
Lx d dLX = 0,
iX iY + iY iX = 0,
iX d + diX = LX ,
d2 = 0.
(49)
Definizione 6.1.
Connessione affine `e una regola che introduce una nozione di trasporto
parallelo su una variet`a.
Supponiamo di avere su una variet`a una curva G ed una connessione.
Il vettore tangente alla curva `e U . Possiamo dire che un campo vettoriale
`e stato trasportato parallelamente lungo la curva G, se viene soddisfatta la
relazione:
U V = 0.
In questo caso si dice che V `e trasportato parallelamente lungo G. U `e
la derivata covariante lungo U .
Sia W un campo vettoriale. Introduciamo un nuovo campo vettoriale W
che viene trasportato parallelamente e che coincide con il campo W0 + nel
punto che `e parameterizzato come = 0 + :
W0 + (0 + ) = W (0 + ),
U W = 0.
87
(51)
(52)
U h
, Ai = hU
, Ai + h
, U Ai.
(53)
(55)
(56)
Definizione 6.2.
Il tensore W di tipo
1
1
il cui valore su una 1-forma
e un vettore
U `e
W (
, U ) = h
, U W i
si chiama gradiente di W .
Il fatto che W `e un campo tensoriale significa che siamo stati capaci
di rimuovere la nozione di curva dalla definizione della derivata covariante.
Il tensore W `e stato definito solo usando il vettore W e la connessione.
Tuttavia, la derivata covariante non `e un tensore perche (f W ) 6= f W ,
come ci dice lequazione (51).
6.1
(57)
89
Quindi,
hi
j , ek i = h
j , i ek i = jki .
Ora, possiamo trovare le derivate di tensori arbitrari. Per esempio, se
d
U = d
, allora
U V = U i ei (V j ej ) = U i (ei V j )ej + U i V j ei ej .
Nel primo termine, V j `e semplicemente una funzione, quindi, U i i (V j ) =
dV j
. Allora abbiamo
d
j
dV j
dV
j
i j k
k i
U V =
ej + U V ji ek =
+ ki V U ej .
d
d
Lespressione finale pu`o essere riscritta come
(V )ji = i (V j ) + jki V k .
Diamo anche alcune altre formule. Per una 1-forma
:
(
)ij i,j kij k .
N
Per un tensore T di tipo
,
M
ij
ij
nj
Tkl;m
= Tkl,m
+ inm Tkl
+
ij
ij
in
+jnm Tkl
nkm Tnl
nlm Tkn
.
6.2
Torsione
Le due quantit`a [U, V ] e U V V U sono entrambi campi vettoriali ed entrambi sono antisimmetrici in U e V .
Definizione 6.4.
Una connessione affine `e detta simmetrica se
U V V U = [U, V ].
In una base di coordinate una connessione `e simmetrica se e solo se
kij = kji .
90
Definizione 6.5.
Per una connessione non-simmetrica definiamo la torsione:
ei ej ej ei [ei , ej ] Tjik ek .
Teorema 6.1.
La torsione `e un tensore di tipo
1
2
.
Dimostrazione
Dimostriamo che
T ( ; U, V ) = U V V U [U, V ]
soddisfa alla relazione:
T ( ; gU, V ) = gT ( ; U, V ).
Davvero,
gU V V gU [gU, V ] = gU V gV U
U V g g[U, V ] + U (V g) = g(U V V U [U, V ]) = gT ( ; U, V ),
visto che V g = V g.
Teorema 6.2.
Nel caso di una connessione simmetrica, in ogni espressione per la derivata
di Lie, le derivate ordinarie possono essere sostituite da quelle covarianti.
Dimostrazione
Questo `e vero automaticamente per i scalari. Per i vettori questo segue
dalla definizione della connessione simmetrica. Per gli altri tensori questo
segue dalla regola di Leibniz.
91
6.3
Definizione 6.6.
Una curva geodetica `e una curva lungo la quale si sposta parallelamente
il suo proprio vettore tangente:
U U = 0.
Definizione 6.7.
Coordinate normali sono le coordinate lungo una geodetica, che attraversano un certo punto P . In queste coordinate kij (P ) = 0.
6.4
Tensore di Riemann
Theorema 6.3.
Loperatore
R(U, V ) [U , U ] [U,V ]
`e un operatore moltiplicativo
R(U, V )f W = f R(U, V )W.
Di pi`
u, esso non dipende neanche dalle derivate dei campi vettoriali U e V .
Dimostrazione
R(U, V )f W = U V f W V U f W [U,V ] f W
= f U V W + U W (V f ) + V W (U f ) + W U V f
f V U W V W (U f ) U W (V f ) W V U f
([U, V ]f )W f [U,V ] W
= f (U V W V U W [U,V ] W )
+W (U V f V U f [U, V ]f ).
92
(58)
l
l
m l
Rkij
= lkj,i lki,j + m
kj mi ki mj .
(59)
(60)
(61)
l
R[kij]
= 0.
(62)
(63)
6.5
Compatibilit`
a tra la connessione affine, la n-forma
di volume e metrica
= 0.
Davvero,
(LV
)i1 in =
i1 in ;j V j +
mi2 in V;im1 + +
i1 m V;imn
=
i1 in ;j V j +
i1 i2 in V;ii11 + +
i1 in V;iinn
m
=
i1 in ;j V j +
i1 i2 in V;m
.
Quindi,
f,k
= m
mk .
f
La metrica e la derivata covariante sono compatibili se e solo se il prodotto
scalare di due vettori non cambia a causa del trasporto parallelo. Questo
succede se la derivata covariante del tensore metrico `e uguale a zero. Infatti,
((g(A, B)) = (g)(A, B) + g(A, B) + g(A, B) = 0.
94
(64)
(65)
(66)
(67)
(68)
Finalmente,
1 mk
m
(gkj,i + gik,j gij,k )
ij = g
2
1
n
n
+ (g mk gnj Cki
+ g mk gin Ckj
+ Cjim )
2
1
n
+ (g mk gnj Tikn + g mk gin Tjk
+ Tijm ).
2
95
(69)
(71)
(72)
(73)
Lultima formula sar`a molto utile per lo studio dei modelli cosmologici spazialmente omogenei.
6.6
(74)
Rijkl = Rklij .
(75)
Da qui segue
Il numero di coppie di indici ij o kl `e uguale a n(n 1)/2. Il numero delle
componenti con due coppie uguali di tipo Rikik `e n(n 1)/2. Il numero delle
componenti con due coppie di indici diverse `e
1
n2 (n 1)2 n(n 1)
n(n 1) n(n 1)
1 =
.
2
2
2
8
4
Quindi, abbiamo
n2 (n 1)2 n(n 1) n(n 1)
n(n 1)(n2 n + 2)
+
=
.
8
4
2
8
Lidenti`a ciclica Ri[kmn] = 0 `e non-banale quando tutti e quattro pedici
sono diversi. Abbiamo, quindi
Cn4 =
6.7
(77)
In uno spazio di n dimensioni, lequazione (77) `e un sistema di n(n + 1)/2 relazioni che sovraddeterminano n campi vettoriali. Ma se una soluzione esiste,
97
(78)
(79)
(80)
Quindi, le componenti dei vettori di Killing dello spazio Rn sono funzioni lineari di coordinate e possono essere presentati nella seguente forma. Abbiamo
n vettori di Killing
X (i) =
,
(81)
xi
che descrivono le traslazioni dello spazio Rn e
X (ij) = xi
n(n1)
2
vettori
x
,
xj
xi
(82)
che corrispondono alle rotazioni dello spazio Rn intorno allorigine del sistema di coordinate cartesiane. Queste rotazioni costituiscono un sottogruppo
del gruppo di isometrie che si chiama gruppo di isotropia rispetto al punto
(0, . . . , 0). Naturalmente, si pu`o scegliere unaltra base di vettori di Killing
che includera la sottoalgebra di Lie di traslazioni e il sottoalgebra di Lie di
rotazioni rispetto ad un altro (arbitrario) punto dell spazio Rn .
. Vogliamo diIl numero di tutti i campi di Killing `e uguale a n(n+1)
2
mostrare che questo `e il numero massimale di campi di Killing che pu`o avere
una variet`a differenziabile di dimensionalit`a n. Ma prima di dimostrarlo
facciamo due commenti.
In fisica un ruolo importanto ha lo spazio-tempo di Minkowski della relativit`a ristretta che rappresenta uno spazio R4 con le coordinate t, x, y, z e la
metrica
gtt = gxx = gyy = gzz = 1.
(83)
Lalgebra di Lie di campi vettoriali di Killing in questo spazio-tempo si
chiama algebra di Poincare, il corrispondente gruppo di isometrie si chiama
gruppo di Poincare e i suoi generatori (campi vettoriali di base) di solito sono
rappresentate nel modo seguente:
X (t) =
,
t
(84)
, X (y) =
, X (z) =
,
x
y
z
(85)
y , X (yz) = y
z , X (zx) = z
x ,
y
x
z
y
x
z
99
(86)
+ t , X (ty) = y + t , X (tz) = z + t ,
t
x
t
y
t
z
(87)
che rappresentato i boost spazio-temporali. Le rotazioni e i boost costituiscono un sottogruppo del gruppo di Poincare che si chiama gruppo di Lorentz.
Ora dimostriamo che nel caso della connessione affine simmetrica, nelle
espressioni per le derivate di Lie tutte le derivate possono essere sostituite
con le derivate covarianti. Questo `e ovviamente corretto quando le derivate
agiscono su una funzione, perche in questo case entrambe, la derivata di Lie
e la derivata covariante coincidono con la derivata parziale. Dimostriamo che
questo `e vero anche per i campi vettoriali.
(LX Y )i = X k Y,ki Y k X,ki = X k Y;ki Y k X;ki imk X k Y m + imk X m Y k
= X k Y;ki Y k X;ki + imk (X m Y k X k Y m ) = X k Y;ki Y k X;ki ,
laddove abbiamo sfruttato la simmetria dei simboli di Christoffel.
Analogamente, per 1-forme abbiamo
k
k
m
(LX )i = i,k X k + k X,ik = i;k X k + k X;ik + m
ik m X mi k X
m
k
k
k
= i;k X k + k X;ik + (m
ik ki )m X = i;k X + k X;i .
(88)
Xi,j + Xj,i 2m
ij Xm = 0.
(89)
o
equazioni differenziali di primo ordine. Dimostriamo,
Quindi, abbiamo n(n+1
2
che le seconde derivate delle componenti dei vettori di Killing sono univocamente definite dai valori di prime derivate di queste componenti e dai valori
di componenti stesse nel punto scelto. Calcoliamo la derivata dellequazione
(89) rispetto alla coordinata xk . Otteniamo
m
Xi,jk + Xj,ik 2m
ij,k Xm 2ij Xm,k = 0.
(90)
e
m
Xj,ki + Xk,ji 2m
jk,i Xm 2jk Xm,i = 0.
(92)
(93)
Questo significa che tutte le seconde derivate sono determinate dalle prime
derivate e dai valori delle componenti dei vettori di Killing.
Inoltre, non possiamo scegliere liberamente i valori iniziali per le prime
derivate, perche la combinazione simmetrica Xi,j + Xj,i `e determinata dai
valori delle componente come si vede dalle equazioni di Killing (89). Quindi
come le condizioni iniziali per le equazioni di Killing possiamo scegliere n
valori iniziali di componenti di un vettore e n(n 1)/2 combinazioni antisimmetriche delle sue prime derivate Xi,j Xj,i . Questo definisce il numero
.
massimale possibile di campi di Killing linearmente indipendenti: n(n+1)
2
In uno spazio massimamente simmetrico n(n 1)/2 vettori di Killing
costituiscono unalgebra di Lie di un sottogruppo di isotropia rispetto ad
un punto mentre altri n campi vettoriali hanno un ruolo simile a quello dei
generatori di traslazioni.
C`e anche unaltra classe di variet`a differenziabili con le propriet`a simmetriche particolari. Questi sono spazi con sottospazzi massimamente simmetrici. Un esempio di variet`a di questo tipo sono modelli cosmologici di
Friedmann. In questi modelli lo spazio-tempo viene descritto dallintervallo
ds2 = dt2 a2 (t)dl2 ,
(94)
dove dl2 `e un intervallo spaziale. Si pu`o richiedere che le sezioni spaziali dello
spazio-tempo abbiano una simmetria massimale. In questo caso lo spazio
avr`a 6 vettori di Killing e si dice che questo spazio `e omogeneo e isotropo.
Ci sono tre diversi modelli di Friedmann: piatto, dove le sezioni spaziali
sono spazi tridimensionali euclidei, chiuso, dove le sezioni spaziali sono le
sfere tridimensionali S 3 e aperto, dove questi sezioni sono iperboloidi di curvatura costante. Nella prossima sottosezione consideriamo modelli piatti di
Friedmann con alcuni dettagli.
101
6.8
(95)
(96)
1
a2 (t)
(97)
(98)
(99)
(100)
(101)
(102)
(103)
Xy,y = aaX
t,
(104)
Xz,z = aaX
t,
(105)
Xx,y + Xy,x = 0,
(106)
Xy,z + Xz,y = 0,
(107)
Xz,x + Xx,z = 0.
(108)
102
Xt (x, y, z)dx + X
(109)
Sostituendo lespressione (120) nellequazione (100) otteniamo
Z
a
Xt,x + (
aa a ) Xt (x, y, z)dx + Xx (y, z, t) 2 Xx (y, z, t) = 0. (110)
a
Calcolando la derivata dellequazione (110) rispetto al tempo e usando il fatto
che Xt non dipende dal tempo, otteniamo
Z
a
d(
aa a 2 )
Xt (x, y, z)dx =
Xx (y, z, t) 2 Xx (y, z, t) . (111)
dt
t
a
Si vede che il primo membro dellultima equazione dipende da x e il secondo membro non dipende. Quindi entrambi membri devono essere uguali a
zero. Ci sono tre opzioni che garantiscono annullamento del primo membro
dellequazione (111):
1. Xt = 0, a(t)-arbitrario;
2. a
a a 2 = A2 = costante 6= 0;
3. a
a a 2 = 0.
La prima scelta riduce il sistema di equazioni di Killing (99)(108) al
sistema di equazioni di Killing nello spazio euclideo tridimensionale. Le sue
soluzioni sono ovviamente tre vettori che corrispondono alle traslazioni e
tre vettori che descrivono le rotazioni. Non ce linvarianza rispetto alle
traslazioni temporali e rispetto ai boost.
Nel caso della seconda scelta, possiamo calcolare la derivata dellequazione
(110) rispetto a x arrivando allequazione
Xt,xx A2 Xt = 0,
103
(112)
(113)
A
y (x, z, t).
(D1 exp(Az) + D2 exp(Az)) + X
(116)
Sostituendo le espressioni (115) e (116) allequazione (106) otteniamo
aa(B
(118)
(119)
(127)
(128)
(129)
(130)
(t)
x
+y
+z
.
(131)
X =
t R
x
y
z
Nel limite R quando lo spazio-tempo diventa lo spazio-tempo di
Minkowski, il vettore (131) diventa il generatore degli spostamenti temporali.
Cerchiamo ora il campo vettoriale di Killing, la cui componente temporale
`e
Xt = x.
(132)
Ora le equazioni (120)(125) diventano
1 + Xx,t =
2
Xx ,
R
2
Xy ,
R
2
Xz,t = Xz ,
R
1
2t
Xx,x = exp
x,
R
R
1
2t
Xy,y = exp
x,
R
R
1
2t
Xz,z = exp
x.
R
R
Xy,t =
Xx = exp
2t
R
z (x, y, z).
X
(133)
(134)
(135)
(136)
(137)
(138)
(139)
(140)
(141)
(143)
(144)
y + z 2 x2 R
2t
xy
xz
(tx)
X
=x +
exp
. (145)
t
2R
2
R
x R y R z
con il
Aggiungendo a questo vettore di Killing il vettore delle traslazioni x
R
coefficiente 2 e considerando il limite dell spazio-tempo di Minkowski R
arriviamo al vettore di Killing di boost nel piano xt dellalgebra di Lie
xy
yz
(ty)
exp
, (146)
X
=y +
t
2R
2
R
y R x R z
2
y + x2 z 2 R
2t
xz
yz
(tz)
X
=z +
exp
. (147)
t
2R
2
R
z R x R y
107
6.9
Spazio di de Sitter
(148)
(149)
108
sono
2
t
t x + y2 + z2
dY = cosh + exp
dt
R
R
2R2
t xdx + ydy + zdz
,
+ exp
R
R
t
x
1
dY = exp
dx + dt ,
R
R
y
t
dy + dt ,
dY 2 = exp
R
R
t
z
dY 3 = exp
dz + dt ,
R
R
2
t
t x + y2 + z2
4
dY = sinh exp
dt
R
R
2R2
t xdx + ydy + zdz
.
exp
R
R
0
(151)
ds = dt exp
2t
R
(dx2 + dy 2 + dz 2 ),
(152)
(153)
109
Y 0 = R sinh
Y1
Y2
Y3
Y4
(154)
t
(d2 + sin2 (d2 + sin2 d2 )),
R
(156)
che descrive un universo le qui sezioni spaziali sono delle sfere tridimensionali
e che si espande secondo la legge
a(t) = R cosh
110
t
.
R
(157)
(158)
t
t
cosh dt + R sinh sinh d,
R
R
t
t
dY 1 = cosh sinh sin cos dt + R sinh cosh sin cos d
R
R
t
t
+R sinh sinh cos cos d R sinh sinh sin sin d,
R
R
t
t
dY 2 = cosh sinh sin sin dt + R sinh cosh sin sin d
R
R
t
t
+R sinh sinh cos sin d + R sinh sinh sin cos d,
R
R
t
t
dY 3 = cosh sinh cos dt + R sinh cosh cos d
R
R
t
R sinh sinh sin d,
R
t
4
dY = sinh dt,
(159)
R
otteniamo lintervallo
t
ds2 = dt2 R2 sinh2 (d2 + sinh2 (d2 + sin2 d2 )),
(160)
R
che descrive un universo aperto iperbolico che si espande secondo la legge
dY 0 = cosh
a(t) = R sinh
t
.
R
(161)
(162)
(164)
(165)
R2 r2 sinh
t
,
R
Y 1 = r sin cos ,
Y 2 = r sin sin ,
Y 3 = r cos ,
t
Y 4 = R2 r2 cosh .
R
112
(167)
R2 r 2
t
r
t
dY 0 =
cosh dt
sinh dr,
2
2
R
R
R
R r
1
Y = sin cos dr + r cos cos d r sin sin d,
Y 2 = sin sin dr + r cos sin d + r sin cos d,
Y 3 = cos dr r sin d,
t
r
t
R2 r 2
4
Y =
sinh dt
cosh dr.
R
R
R
R2 r 2
(168)
(170)
(171)
Y 0 = R cos
Y4
Y1
Y2
Y3
113
(172)
t
.
(175)
R
Notiamo, che non `e possibile rappresentare lo spazio-tempo di anti-de Sitter
nella forma di un universo di Friedmann chiuso o aperto.
Abbiamo considerato gli spazi con il gruppo di isometrie massimale come
lo spazio-tempo di Minkowski, lo spazio-tempo di de Sitter e lo spazio-tempo
di anti-de Sitter. Abbiamo considerato anche i modelli cosmologici di Friedmann dove le sezioni spaziali dello spazio-tempo hanno la simmetria massimale e dove esistono 6 campi vettoriali di Killing. Un altra classe delle variet`a
dove la simmetria ha un ruolo importante sono le cosmologie spazialmente
omogenee, dove lalgebra di Lie del gruppo di isometrie contiene 3 campi vettoriali di Killing. Tale gruppo agisce sulle sezioni spaziali transitivamente,
cio`e per ogni due punti di una sezione esiste un elemento del gruppo di simmetria che trasforma un punto nellaltro. Per una descrizione di tali modelli
cosmologici occorre introdurre il sistema di riferimento sinchrono.
a(t) = R sin
114
6.10
(176)
.
t
(177)
`
Il tensore si chiama curvatura esterna o seconda forma fondamentale. E
facile controllare che
ln
=
,
t
t
000 = 00 = 00 = 0,
1
1
0 = , 0 = , = ,
2
2
=
(178)
1 1
,
2 t
4
1
R0 = (; ; ),
2
1 1
R = P +
+ ( 2 ).
2 t
4
(179)
115
6.11
(180)
(181)
Questi campi che costituiscono una base reciproca nellalgebra di campi vettoriali possono essere costruite nel modo seguente. Scegliamo un punto P e
chiediamo che in questo punto
ea (P ) = Xa (P ).
(182)
Poi possiamo fare il trasporto di Lie dei campi ea in altri punti dello spazio
usando i campi vettoriali di Killing. In questo caso le relazioni (181) saranno
rispettate e i campi ea costituiranno unalgebra di Lie tridimensionale con le
c
costanti strutturali Dab
:
c
[ea , eb ] = Dab
ec .
(183)
c
Vogliamo calcolare le costanti Dab
. Si possono rappresentare i campi vettoriali ea come combinazioni lineari dei campi di Killing:
ea = aba X b ,
116
(184)
(185)
(186)
Questo `e equivalente a
c
aaf Cab
= (Xb acf ).
(187)
(188)
(191)
` facile vedere
dove tutta la dipendenza dal tempo sta nelle funzioni ab (t). E
che questa metrica `e invariante rispetto ai campi di Killing Xa . Le componenti di questa metrica nella base ea non dipendono dalle coordinate spaziali,
c
i coefficienti della non-olonomit`a Cab
sono costanti e, quindi, tutte le componenti del tensore di Ricci possono essere espresse tramite funzioni ab (t),
c
le loro derivate temporali e i coefficienti Cab
senza entrare nei dettagli della
dipendenza di vettori di base o di 1-forme della base duale dalle coordinate spaziali. I corrispondenti modelli cosmologici si chiamano cosmologie
di Bianchi e per classificare tali cosmologie `e necessario elencare tutte le
algebre di Lie 3-dimensionali. Tale classificazione era proposta in un contesto algebraico da L. Bianchi alla fine del ottocento ed `e stata applicata alla
cosmologia negli anni cinquanta del novecento.
117
6.11.1
Classificazione di Bianchi
(192)
(193)
(194)
(195)
(196)
(Per dimostrare questa uguaglianza si usano le identit`a abc nbc = 0, abc bcd =
2ad , abc ab ac = 0.) Ora possiamo diagonalizzare il tensore simmetrico nab
usando una trasformazione di base appropriata e di trasformarlo a
nab = ab na .
(197)
(198)
n1 a = 0,
(199)
(200)
(201)
La prima scelta e che tutti e tre autovalori della matrice nab sono uguali a
zero, cio`e n1 = n2 = n3 = 0. Questo significa che tutti i campi di Killing
commutano tra loro. Questa algebra di Lie e la corrispondente famiglia
di modelli cosmologici si chiama Bianchi-I. La seconda scelta: solo uno di
autovalori di n `e diverso da zero, si pu`o sceglierlo come
n1 = 1, n2 = n3 = 0.
(202)
(203)
(204)
(205)
(206)
(207)
(208)
(209)
(211)
(212)
(213)
Pab =
120
(214)
dove
Cab = ac C cb , Cab = ac bd C cd .
(215)
(216)
(217)
(218)
6.12
, X2 =
, X3 =
;
x
y
z
e1 =
, e2 =
, e3 =
;
x
y
z
1 = dx, 2 = dy, 3 = dz.
X1 =
(219)
(220)
121
(221)
b
R11 =
+
,
a a b c
b b a
c
2
R2 =
+
,
b b a c
!
b
c
+
.
R33 =
c c a b
(222)
(223)
a b a c b c
+
+
= 0.
(224)
ab ac bc
Proviamo a cercare la soluzione delle equazioni (223)(224) nella forma
a = tp1 , b = tp2 , c = tp3 .
(225)
(227)
(228)
(229)
(230)
u
,
1 + u + u2
(231)
u+1
,
(232)
1 + u + u2
u(u + 1)
p3 =
,
(233)
1 + u + u2
dove il parametro u prende i valori nellintervallo 1 u < . Dalle equazioni
(231)(233) segue che
p2 =
1
p1 0,
3
2
0 p2 ,
3
2
p3 1.
3
(234)
Questo significa che due potenze sono positive e una `e negativa e, quindi,
luniverso si espande in due direzioni e si contrae in una direzione, o, viceversa: luniverso pu`o espandersi in una direzione e stringersi in due direzioni.
Notiamo che una soluzione particolare delle relazioni (230):
p1 = p2 = 0, p3 = 1,
(235)
(236)
con lintervallo
rappresenta lo spazio-tempo di Minkowski nelle coordinate particolari. Davvero,
introduciamo le due nuove coordinate
= t sinh z,
= t cosh z.
123
(237)
(238)
(239)
124